noi siamo infinito (2)

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noi siamo infinito (2)
RASSEGNA STAMPA CINEMATOGRAFICA
NOI SIAMO INFINITO
THE PERKS OF BEING A WALLFLOWER
Editore S.A.S. Via Goisis, 96/b - 24124 BERGAMO
Tel. 035/320.828 - Fax 035/320.843 - Email: [email protected]
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Regia: Stephen Chbosky
Interpreti: Logan Lerman (Charlie), Emma Watson (Sam), Ezra Miller (Patrick), Mae Whitman (Mary Elizabeth), Kate Walsh (Madre), Dylan
McDermott (Padre), Melanie Lynskey (Zia Helen), Nina Dobrev (Candace), Johnny Simmons (Brad), Paul Rudd (Sig. Anderson), Erin Wilhelmi
(Alice), Reece Thompson (Craig)
Genere: Drammatico/Romantico - Origine: Stati Uniti d'America - Anno: 2012 - Soggetto: tratto dal romanzo 'Ragazzo da parete' di Stephen
Chbosky (ed. Frassinelli, 2006) ripubblicato con il titolo 'Noi siamo infinito - Ragazzo da parete' (ed. Sperling & Kupfer, 2012) - Sceneggiatura:
Stephen Chbosky - Fotografia: Andrew Dunn - Musica: Michael Brook - Montaggio: May Joe Markey - Durata: 103' - Produzione: Lianne
Halfon, Russell Smith, John Malkovitch per Mr. Mudd Production/Summit Entertainment - Distribuzione: M2 Pictures (2013)
Tredici anni dopo la pubblicazione del
romanzo in forma epistolare, in parte
autobiografico, 'The Perks of Being
Wallflower' ('Noi siamo infinito - Ragazzo da parete', Sperling & Kupfer),
l'autore, Stephen Chbosky (Pittsburgh,
1970), ne elabora la sceneggiatura, volgendola in immagini in "Noi siamo infinito".
Un' 'opera prima' su un'età affascinante,
dolorosa e spesso ingrata quale l'adolescenza: il regista, anche coproproduttore e responsabile della fotografia, ignorati i canovacci abusati, gli stereotipi, il macchiettismo delle commedia sull'adolescenza, descrive il tormentato e liberatorio 'viaggio' di Charlie
(Logan Lerman: "Percy Jackson e gli
dei deIl'Olimpo"), un sedicenne di Pittsburgh, inizio anni '90, al primo anno
liceo: timido e impacciato, intelligente,
per lo più in disparte (lo indica il tiolo
del romanzo e quello originale: 'i vantaggi di essere una tappezzeria'), bersaglio delle beffe e degli insulti dei compagni, è seguito con attenzione, avendone percepito il disagio e le doti non
comuni, da un professore, che accende
in lui il sogno di diventare scrittore.
Grazie all'incontro e poi all'amicizia
con la graziosa Sam (Emma Watson,
Hermione Granger, nella saga "Harry
Potter") e l'estroverso suo fratellastro
gay Patrick (Ezra Miller: "E ora parliamo di Kevin"), Charlie esce dal guscio
protettivo in cui viveva rinchiuso: fra
amicizie eccitanti, il primo amore, le
prime feste ed esperienze singolari (partecipa ad una messa in scena del 'Rocky
Horror Picture Show'), assapora, vive le
emozioni ineffabili della sua età, anche
se le ferite del suo passato (i traumi della fanciullezza, il suicidio di un amico,
la morte dell'adorata zia) non si sono
del tutto rimarginate.
Temi drammatici (bullismo, omosessualità, omofobia, droga, violenze domestiche) animano "Noi siamo infinito",
un racconto popolato da personaggi veri, compiutamente tratteggiati (ottime le
performances di tutti
gli attori), rimarchevole per l'originalità, l'autenticità della vicenda, nel corso
della quale Chbosky (la sua regia è 'vivida, fluida, mai banale, molto partecipe') raffigura quell'intimità senza eguali, tipica delle amicizie fra adolescenti, con soluzioni espositive appropriate e calzanti, volte, insieme alla eloquente colonna sonora (canzoni, fra
gli altri, degli Smiths, dei Sonic Youth,
dei New Order, di David Bowie, fra cui
'Heroes' nel momento cruciale), a fermare l'immagine di un'età percorsa da
sentimenti forti, e da momenti di malinconia, da inquietudini, da speranze.
L'Eco di Bergamo - 16/02/13
Achille Frezzato
Dal suo romanzo 'The perks of being a
Wallflower', bestseller culto fra i giovani americani, Peter Chbowsky ha ricavato la sceneggiatura di "Noi siamo infinito", firmandone anche la regia. Si
tratta di una storia adolescenziale, sorta
di romanzo di formazione che vede protagonista il sedicenne Charlie (Logan
Lerman). Timido ma dai molti talenti,
senza amici e senza punti di riferimento, il ragazzo affronta il primo anno di
liceo. A dargli una mano saranno la
graziosa Sam (Emma Watson, Ermione
nella saga di "Harry Potter") e il simpatico fratello di lei Patrick (Ezra Miller).
Maggiori di età e prossimi all'esame
finale, gay lui, libera e chiacchierata lei,
hanno alle spalle esperienze discutibili,
compresa l'assunzione di droghe. Affascinato dalla loro spregiudicatezza,
Charlie ne scopre poco alla volta la sensibilità e la generosità che si celano dietro gli atteggiamenti ribelli. Alla fine
dell'anno ciascuno prenderà la sua strada. I due fratelli andranno al college e
quelle esperienze, quell' 'anno mirabile'
Charlie, scrittore in erba, le affida al
suo diario. Rimasto solo conosce lo
smarrimento, riemergono le dolorose
conseguenze di un trauma sepolto
nell'infanzia. La confortante presenza
degli amici, che accorrono in suo aiuto,
sarà preziosa per rimetterlo in sella.
Chbosky ci regala un film fresco, dal
sapore gradevolmente artigianale, la cui
forza sta nello sguardo sensibile ed accorto sull'adolescenza, il momento più
delicato ed importante della vita. Sotto
la 'dolce ala della giovinezza', alla ricerca di se stessi e di un equilibrio definitivo, la voglia di provare, di sperimentare, nel bene e nel male, c'è tutta.
La leggiamo sui volti intensi ed espressivi dei tre bravi protagonisti, assieme a
sogni ed aspirazioni, gioie, più spesso
dolori, e piccoli grandi drammi. In sottofondo la piacevole colonna sonora di
quegli anni (dai '70 ai '90). Dai Beatles
agli Smiths al mitico 'Heroes' brano
musical-esistenziale di David Bowie. E'
quest'ultimo il 'leitmotiv' durante la finale corsa notturna dei tre amici in automobile, quando Charlie a braccia aperte e con il vento in faccia, pronto ad
affrontare la vita con una nuova entusiastica consapevolezza, esclama: 'Noi
siamo infinito'.
Il Giornale di Sicilia - 19/02/13
Eliana Lo Castro Napoli
'Avevo 16 anni, non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età
della vita'. Il poeta per la verità alzava
l'asticella ('avevo vent'anni...') ma insomma il concetto è sempre quello. E'
cosa aspra crescere, e ancor più difficile
è volerlo. La grande tentazione è chiudere la porta prima del tempo, gettare la
spugna ancor prima di salire sul ring. Il
tema è classico, lo svolgimento ben
controllato. Il titolo italiano è un po'
ridondante, ma la regia di Chbosky (anche scrittore) evita svolazzi eccessivi.
Ed emozionano al calor giusto le pene
del ragazzino inquieto (qualche segreto
dolore è già alle sue spalle) che trova
due amici (specialmente la fiera Sam,
ovvero Emma W. fuggita via dalla saga
Harry Potter) in grado di farlo uscire
dal gorgo stagnante. Il male di vivere
(forse) sarà superato, anche se l'attimo
felice resta fuggente. L'adolescenza è
tutta in questo sperdersi e ritrovarsi,
nell'affrontare a viso aperto curve sbagliate e giri a vuoto. Allegri gioventù,
dopo ('da grandi') sarà peggio.
Sette - 01/03/13
Claudio Carabba
L'adolescenza ferita si confronta con il
mondo e il mondo, che avverte l'odore
della piaga che sanguina, l'aggredisce.
Dice cose molto semplici "The perks of
being a wallflower", e le dice con semplicità: non intellettualizza il disagio
(l'intelligenza è un delitto) o il dolore
(la maturità si paga), li presenta per
quello che sono (essere sensibili significa soffrire). Nello stesso modo restituisce il senso dell'amicizia, del contatto, del sapere che l'altro c'è, che niente
ripaga la tristezza quanto l'eccitazione
di un nuovo incontro, del riconoscersi,
del condividere all'istante una situazione: ci si ritrova in un libro, in un istante
perfetto, in una canzone (il regalo di
una compilation è la consegna di un codice che può aprire la porta di un cuore
o confermare che rimarrà chiusa per
sempre), in passioni fiere che diventano
richiami, asserzioni di identità, proposte
di scambio.
Tratto dalla novella epistolare del suo
regista (in Italia 'Ragazzo da parete',
Frassinelli Editore), "Noi siamo infini-
to" riporta sullo schermo lo sguardo
smarrito e curioso del protagonista romanzesco, un adolescente tanto sensibile quanto riflessivo; il film se si muove
sulle logiche del teen movie, non scade
mai nella facile commedia o nel drammone lacerante, rimanendo sul filo, evitando l'enfasi di genere, parlando dei
piccoli e grandi sommovimenti del cuore di un'età difficile: l'incomprensione
che disorienta, la tristezza mista a felicità, l'entusiasmo inquinato dalla malinconia. Charlie è un adolescente che non
si fa scegliere, ma che sceglie, senza
temere l'impopolarità; si muove con
circospezione tra le insidie di un ambiente difficile che non può rifiutare (il
liceo) e una dimensione parallela che
riconosce affine alle sue corde. "The
perks of being..." parla, infatti, di un'epifania, della scoperta - clamorosa
quanto ovvia - che all'esterno esiste
quello che si è sempre vissuto dentro di
sé: l'uscita dalla festa del college per
approdare al party vero (quello alternativo, a casa di Bob) sancisce questo
passaggio in maniera simbolica; da quel
momento Charlie sa che il suo sperimentare ha uno scopo, che quello che
sta cercando esiste, che si nasconde dietro riti e convenzioni di una comunità a
cui gli si chiede di uniformarsi. Charlie
realizza, soprattutto, che il 'cercare di
non essere strano' è il suo paradossorifugio.
Nel discorso di formazione si innesterà
una storia in flashback che chiarirà,
mano a mano, da cosa nasce il senso di
inadeguatezza e di conflitto del protagonista (un'esperienza traumatica da
piccolo, il suicidio del suo migliore amico, i conseguenti ricoveri in ospedali
psichiatrici), mentre la sua esperienza si
specchia in quella dei suoi due nuovi
amici, Patrick/Nothing (crudele soprannome che riassume il senso di un'esclusione sociale e riflette anche lo stato
d'animo di tanta adolescenza alla parete
- quella che durante le feste fa, per l'appunto, tappezzeria -), che ha una storia,
irriferibile 'ca va sans dire', con il quarterback della squadra di football scolastica, e Sam, fanciulla di cui è innamorato, votata a relazioni fallimentari e
distruttive.
Charlie diventerà uno scrittore, scriverà
le epistole a un destinatario fittizio (le
ascoltiamo dalla sua voce fuori campo),
accoglierà l'invito rivoltogli da Sam
('write about us'), ragazza ferita quanto
lui, che lo preserva da ulteriori crudeltà
regalandogli (altro passaggio-simbolo)
il primo bacio vero, garantendogli un
battesimo consacrato dall'affetto e non
dalla violenza (com'è accaduto per lei).
Film delicato quanto preciso, esaltato
dalle ottime prestazioni attoriali, "Noi
siamo infinito" penetra nel mondo
dell'adolescenza e ne sonda senza compiacimenti il sottile malessere, cercando
di tradurne fedelmente gli umori. A
questo fine risponde l'uso strategico
della musica: i brani che punteggiano
significativamente e quasi commentano
la narrazione; la percezione di un'armonia cosmica nell'esperienza dell'ascolto
di 'Heroes', sull'auto, nel tunnel, mentre
il vento frusta la faccia di Sam; il motivo del suicidio (pensiero che vagola
nella testa del protagonista e non viene
mai esplicitato) suggerito dal testo di
Asleep'degli Smiths - 'Non provare a
svegliarmi domani mattina/ Perché me
ne sarò andato/ Non star male per me/
Voglio che tu sappia/ Che nel profondo
del mio cuore/ Mi sentirò felice di andarmene' - , canzone chiave dell'esistenza del protagonista.
Sincero e un po' fragile, nato per essere
condiviso, da valutare più col cuore che
con la testa, "Noi siamo infinito" non
sbaglia comunque un tono: classico,
commovente film generazionale che
'rischia' il culto.
Gli Spietati it - 18/02/13
Luca Pacillo