[c-an - 9] carlino/giornale/anc/09 24/01/12
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[c-an - 9] carlino/giornale/anc/09 24/01/12
CAMPIONATO GIORNALISMO MARTEDÌ 24 GENNAIO 2012 9 SCUOLA MEDIA « PASCOLI» DI ANCONA ‘La crisi ha fatto riscoprire il vero Natale’ Piccole grandi cose e lo stare insieme in famiglia invece di tanto consumismo LA APPLE Steve Jobs un grande, non un eroe NON chiamiamo Steve Jobs ‘eroe’, ma definiamolo semplicemente un grande uomo che ha saputo dar vita a un nuovo mondo tecnologico. Grazie alle sue invenzioni marcate Apple ha fatto diventare la sua azienda la più famosa al mondo, battendo anche l’acerrimo nemico Microsoft. Il logo della Apple, la famosa mela, fu disegnato nel 1977 da Rob Janoff, che lo creò per fare un favore a Regis McKenna, suo datore di lavoro e amico di Steve Jobs. Janoff per aver l’ispirazione andò al supermercato dove acquistò un sacchetto di mele, poi tornò a casa, le tagliò, le dispose sul tavolo e iniziò a osservarle. Dalle mele tagliate Janoff estrasse una semplice mela monocromatica con un morso. Il logo Apple venne immediatamente abbinato con lo slogan «Bite That Apple» quando furono in commercio Apple I e Apple II. Dal gennaio del 2010 il mondo è stato invaso da una nuova invenzione di Jobs, il tablet: un mini computer touch screen, l’iPad. Questa invenzione è stata preceduta ancor prima dall’iPod (mp3), dall’iPhone (telefono cellulare) e dall’iMac (computer). Si tratta di novità che hanno completamente rivoluzionato il mondo della comunicazione e il modo di vivere di tutti noi. A Jobs dobbiamo dire un grande «grazie». Purtroppo il 5 ottobre 2011 per un tumore al pancreas Steve ci ha lasciato e più di un milione di persone in tutto il mondo ha voluto condividere pensieri, sentimenti e ricordi di questo personaggio. Amici, colleghi, utenti di prodotti Apple, tutti hanno una cosa in comune: sono stati toccati profondamente dalla sua passione e dalla sua creatività. E SE IN FONDO la crisi economica qualcosa di buono avesse portato? Meno regali e più sentimenti, infatti, hanno caratterizzato l’ultimo Natale. Famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, negozi che scontano tutti i propri articoli, banche sull’orlo del crollo, tantissimi disoccupati... E’ così che l’ Europa sta vivendo questo periodo, in cui si assiste ad una crisi a livello economico di proporzioni considerevoli. Ma questo fenomeno che noi chiamiamo ‘crisi’ ci sta procurando anche qualcosa di buono? La risposta è semplice. Basti pensare al recente Natale che, secondo quanto è emerso dalle stime effettuate, non è stato caratterizzato da tanti regali, ma da piccole grandi cose che lo hanno reso veramente importante. La festa natalizia, infatti, non deve essere vissuta come una scusa per comprare tutto quello che vo- gliamo, ma è un modo per farci stare insieme alle nostre famiglie, le quali peraltro non buttano via alberi, lucine e festoni dell’anno precedente per il semplice gusto di procurarsene di nuovi. Molto spesso, forse in un passato non troppo lontano, i genitori hanno esagerato nel fare doni ai loro fi- gli. QUESTO NATALE caratterizzato dalla crisi, invece, è stato diverso, perché esso non è stato fatto di spese superflue, ma di una cosa migliore, cioè la famiglia, un valore dimenticato da molte persone. Questa festività si dovrebbe vivere come un momento di letizia in cui gli amici ed i familiari si scambiano, invece dei regali, i sentimenti di gioia, amore e felicità, dal momento che il Natale è nato con lo scopo di farci festeggiare la nascita di Gesù Cristo. Ci voleva la crisi per farci capire tutto questo? Nei tempi passati, e forse neppure troppo lontani, una fetta di pane, una tazza di latte, una serata in compagnia, tutto questo era il Natale. E allora mi chiedo: Perché fino ad oggi per molte famiglie italiane questa festività non ha avuto altri aspetti che quelli legati al consumismo? Questo mistero è ancora da svelare, ma per ora l’importante è cambiare. Il 2011 purtroppo si è chiuso con i prezzi alle stelle (causati dalla crisi ormai regnante in tutta Europa), ma potrebbe anche finire con persone migliori di quelle con le quali è iniziato, e ciò dipende solamente da noi. Valentina Honorati II D I SOCIAL NETWORK IMPORTANTE MEZZO DI COMUNICAZIONE MA SI POSSONO ANCHE FARE BRUTTI INCONTRI Facebook, un compagno con qualche rischio CHI DI NOI non conosce o non ha sentito parlare del social network più usato nel mondo? Mi riferisco naturalmente a Facebook, grazie al quale oggi è come se ogni ragazzo abbia un sosia virtuale ovunque. Infatti basta digitarne il nome, aggiungerlo tra gli «amici» e così si possono conoscere tutte le informazioni, vedere le foto, i video, le note che ha pubblicato nel suo profilo. Ma sono solo i giovani a usarlo? Direi proprio di no se consideriamo che molti adulti si registrano per cercare amici con cui «parlare» e scherzare o in alcuni casi per farsi pubblicità nell’ambito del lavoro, piuttosto che incontrare realmente persone con cui per esempio hanno trascorso momenti significativi della vita. Nel giro di qualche anno Facebook è diventato un compagno indispensabile per tanti, anche se vi si possono rilevare effetti sia positivi che negativi. Per me si tratta di un mezzo di comunicazione utile per ragazzi della mia età perché ci dà la possibilità di tenersi in contatto con amici che vivono in Paesi lontani gratuitamente. Tuttavia non sempre si considerano anche i pericoli che si corrono se non lo si utilizza nel modo giusto. Tipico è il caso della «corsa» a crearsi il maggior numero di amici, che però non sempre si conoscono nella realtà, essendo virtuali. Così si possono fare brutti incontri ed è qui che intervengono quasi sempre i genitori a mettere in guardia i fi- gli. A volte succede anche che convinti della maturità di quest’ultimi, i genitori non si accorgano che essi potrebbero non raccontare nulla per timore di ricevere rimproveri o punizioni; pertanto, troppo caricati di responsabilità, rimangono in silenzio. Non sono solo questi tuttavia i rischi di Facebook. Basti pensare a quante ore i ragazzi trascorrono davanti ad un monitor invece di giocare o passeggiare all’aria aperta. Se poi ci aggiungiamo il tempo sprecato in link e «cose varie» possiamo affermare che tutto questo va a discapito della salute e in particolare della vista. Un pomeriggio inutile se si considera che lo si sarebbe potuto trascorrere con gli amici, ridendo e scherzandoci davvero. Forse, anche in questo caso dopo ci si sentirebbe stanchi, ma felici di aver vissuto ogni minuto in compagnia di persone con le quali si ha piacere di stare, con un effetto ben diverso e insostituibile rispetto a quello che si prova stando davanti al computer. Che dire dunque? Si è davvero realizzato lo scopo di Facebook che in principio è nato per risolvere la difficoltà di socializzare tra amici? Credo che la vita non possa diventare una dipendenza da un social network e che la risposta debba trovarla ogni singola persona che ha deciso di utilizzare questo strumento, ma forse non si è ancora chiesta se lo fa tanto perché va di moda o per una buona ragione. Federica Rossi 3 D