influenza virale - Unione Lettori Italiani

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influenza virale - Unione Lettori Italiani
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INFLUENZA VIRALE
( disavventura semiseria di un erotomane cibernetico pentito)
Ride! Ma vi rendete conto lui RIDE! Io sono qui a disperarmi, ad ansimare, a cercare un appiglio e
lui non la smette di ridere!!!
Calma! Facciamo un passo indietro, ammetto che tutta quest’ansia mi rende instabile e divento un
tantino logorroico. Cominciamo!
È una domenica come tante, no forse più calda del solito, ma di certo è una comune domenica
autunnale.
Come sempre, a tavola, pasta alla bolognese e polpette che ancora sfriggono profumando l’intera
cucina di buono. Il segreto della loro bontà, a differenza di quanto si creda comunemente, sta nel
fare un macinato misto passato due volte e mettere poco pan grattato e tantissimo parmigiano con
un goccio di latte e.. cazzo sto ancora divagando non posso crederci!!
Finito di pranzare cerco qualcosa di interessante in TV, quella scatola che ti riempie quando hai
voglia di svuotarti, ma a parte programmi enogastronomici e naturalistici presentati da soggetti la
cui stazza dimostra un’ assoluta incoerenza coi consigli salutari elargiti, non c’è nulla che attiri la
mia scarsa attenzione.
A questo punto salgo in camera e per sentirmi meno solo mi connetto.
Cavolo sono un ragazzo del terzo millennio e questa è la mia “finestra” sul mondo. Come sono
fortunato!
E lo sono per davvero perché fino a poco fa la mia connessione era più un qualcosa di mistico che
di tecnologico; la mia pennetta ed io avevamo un rapporto così intimo che soltanto in bagno essa si
degnava di darmi qualche segnale! Ora no. Non ho più questi problemi, ora c’è l’antenna personale,
il router, c’è il wi-fi; ho talmente desiderato avere una connessione veloce che ora.. ora non so cosa
cercare prima.
Naturalmente la prima cosa appena acceso il pc quale può essere? Ma Facebook!
Sono un ragazzo del terzo millennio, con centinaia di amici da contattare, con foto da caricare, che
possano piacere agli amici, i quali a loro volta possano commentare, a cui possa rispondere con
faccine sorridenti e.. Che vita intensa!
Non capisco mai perché si chiamino “social network” visto che alla fine mi ritrovo sempre solo e
con la bocca impastata dal silenzio. Eppure ho per amica così tanta gente.
Mah, non mi va di riflettere e di domenica poi!
Allora che fare?
Potrei scaricare un film? No non mi va di aspettare, rischio di addormentarmi.
Potrei mettere un cd? Ma chi ce li ha più?? Ormai è tutto un MP3, deficiente.
Cosa fare, che diavolo fare?
È in questo momento che mi balena un’idea, una meravigliosa idea adatta a questo mio stato
d’animo. Mi torna in mente quel sito che è una sorta di Youtube, ma dai contenuti “alternativi”.
Finora non ci ero mai stato – non perché fossi migliore della quasi totalità di ragazzi italiani che
come me si sono trovati a navigare qui – ma più semplicemente perché sarebbe stato chiedere
davvero troppo alla mia adorata chiavetta.
Inserisco l’indirizzo, avvio la ricerca e.. Uao! Allora esiste un luogo in cui la Merlin non ha turbato
l’aspetto pedagogico di un tempo. Ora posso imparare come imparò mio nonno a suo volta, solo
che io posso farlo comodamente da casa.
Com’è che si chiamava? A sì ecco, J. White!.
Cerco, clicco, chiudo una finestra pubblicitaria che si apre da sola e finalmente eccola lì: la donna
più bella del mondo è qui davanti a me procace più che mai! Una volta lessi, per caso, una sua
intervista – non che brillasse di particolare acume intellettivo – ma credetemi se vi dico che la sua
sconvolgente fisicità le permette di essere ammirata pur restando zitta.
E quanti video ha fatto, la procace!
Tutto preso dall’emozione e da uno strano bollore, atipico in queste domeniche piatte di fine
ottobre, mi accingo a caricare uno, due, tre video quando.. dannazione mi si impalla il computer!
A parte l’intoppo momentaneo, ecco che uno dei video sta completando la carica.
Fremo dall’emozione, sento scorrere l’adrenalina nelle vene, la serotonina aumenta le risposte del
mio cervello, il dito un po’ incerto un po’ tremante sta per pigiare il tasto e così aprire la finestra, il
cuore aumenta leggermente i battiti, ci sono ci sono ecco.. O MIO DIO!
Ho aperto la pagina, ma non trovo quello che immaginavo di vedere, no! Non è la ragazza dei miei
sogni che vedo mostrare tutta l’ “intelligenza” del suo corpo, no!
Mi appare il volto del nostro Presidente della Repubblica con accanto una sigla che recita: Polizia
Postale! ed una serie di articoli del codice penale che mi trapassano come uno stilo affilato e
tagliente!
Tum! Il cuore cessa di battere in un istante, la serotonina dal cervello è passata a stimolare
l’intestino, l’adrenalina si trasforma in pura, liquida paura.
Come un automa la prima cosa che faccio senza pensare, quasi come un riflesso incondizionato, è
chiudere tutto! spengo l’accesso wi fi, cancello tutta la cronologia, tolgo ogni dato da questa
macchina infernale! Le prime parole che riesco a biascicare sembrano un mugolio informe, ma in
realtà so che sto dicendo: sei finito!
Non riesco a far cessare il martello pneumatico che mi sta rompendo il petto, non riesco a
controllare la temperatura del corpo che ora è scesa fino a farmi raggelare il sangue; vorrei scendere
di sotto, mettermi supino e stringere forte mia madre come facevo da piccolo, nei momenti bui, se
solo non rischiassi di spezzarla data la mia altezza.
Dicono che quando ci si avvicina alla morte la vita tende a scorrere come un fiume in piena colmo
di bei ricordi.
Vi assicuro che quest’esperienza l’ho vissuta anche io in quel preciso istante, solo che al posto dei
ricordi ci sono i sogni di un ventenne appena affacciato alla vita, sogni che non vedrò mai realizzati.
Perché proprio a me? Perché? Calma! Analizziamo la logica.
In fondo cosa ho fatto di male? Ho solo cercato di passare una mezz’ora, nella tranquillità della mia
stanza, a caricare innocentemente dei video che potessero alleviare la noia, essendo io un
maggiorenne e la suddetta signorina White anch’ella maggiorenne e molto professionale.
Ecco, allora è tutto risolto; la logica ha districato ogni problema, posso tornare tranquillo.
Ma, se non ho nulla da temere, perché cominciano a tuonarmi domande che si insidiano come tarli
in una psiche già messa a dura prova? Domande del tipo: se non hai commesso nulla di male, allora
perché quella notifica? Perché le forze dell’ordine si sarebbero scomodate per te che, stando alla
logica, non hai commesso nulla? Fottuta logica fasulla!
Mannaggia cosa fare ora? Il panico ritorna, ma non è più incontrollato come prima che mi
impedisce di ragionare. Ora è più calmo, più riflessivo, insomma più rassegnato. Mi suggerisce di
non perdere il controllo ancora, ma di abituarmi all’idea che la mia intera esistenza starà per subire
un cambiamento totale. Ed il panico ora si trasforma in attesa. Una lunga, logorante attesa prima
che vengano a prendermi e portarmi chissà dove a marcire come un criminale.
Aspettando le sirene, comincio a pensare. Penso a come la mia vita sia stata condizionata da
quest’aggeggio con la tastiera, a come senza di esso mi senta perso, vuoto, incapace di cavarmela; a
come ho creduto che internet possa dare soluzioni a tutto, anche alla solitudine.
Penso a quando ero bambino, all’emozione della prima volta che mio padre mi ha fatto una copia
delle chiavi di casa dicendo che ormai ero un ometto e che questa sarebbe stata la mia prima grande
responsabilità. Come ero orgoglioso! E non c’era giorno che stessi più di un’ora chiuso in casa, ma
sempre fuori a giocare e ridere e scherzare.. ora, invece, se un amico mi chiama quasi mi irrito, non
so cosa dire, raccontare, mi sembra tutto banale, le conversazioni si sono ridotte alla lunghezza dei
post su Facebook.
E le ragazze? Belle quelle. No grazie preferisco vederle qui sul mio schermo, senza rimanere
entrambi delusi da una inconsistenza di fondo e senza bisogno di transfert.
Però.. però non riesco quasi più a ricordare il sapore di un bacio.
O Signore cosa diavolo sono diventato! Perché ho capito solo ora dove sbagliavo? Perché solo ora
che non ho più la possibilità di tornare indietro, di tornare a vivere e non più vegetare davanti a
questo dannatissimo schermo? Vorrei uscire, correre e ridere e scherzare e gridare ad ognuno che
incontro: ti voglio bene!
L’attesa è diventata disperazione. Mi manca il respiro, stanno per arrivare ed io devo prepararmi a
dire addio a tutto.
Non voglio essere solo quando verranno a prendermi e per questo chiamo Gianmario; è l’unica
faccia amica a cui ho il coraggio di raccontare tutto.
Arriva in un baleno, forse preoccupato dal tono mesto della mia voce; si siede e attende. Vuoto il
sacco in fretta, non c’è tempo.
Aspetto una sua parola di conforto, un suo abbraccio ma.. attacca a ridere.
Ride! Ma vi rendete conto lui RIDE! Io sono qui a disperarmi, ad ansimare, a cercare un appiglio e
lui non la smette di ridere!!! Si alza, mi dà una pacca sulle spalle ed esce.
Attonito e stupito torno a sedere: solo ho vissuto e solo me ne andrò, peccato non aver capito prima
i miei errori. Sono pronto!
Ora suoneranno alla porta e mi porteranno via, eccoli li sento. No, non è la porta. È il cellulare che
suona, è arrivato un sms.
Gianmario! Penso che voglia farmi le sue scuse e invece.. invece mi ha inviato un link.
Accendo un’ultima volta questo maledetto computer – mi sento la febbre, i brividi mi scuotono,
tremo – ed inserisco il collegamento.
È un comunicato della Polizia di Stato che mette in guardia chiunque da un virus che si spaccia per
la polizia postale al fine di scucire soldi ai mal capitati giocando sul loro senso di colpa… un virus!
Da quel giorno le domeniche hanno cessato di essere domeniche qualunque, se incontro qualcuno ci
parlo per ore.
Bianca l’ho conosciuta una sera per caso ed ora non posso fare a meno di starle appiccicato tutto il
giorno; e pensare che un tempo non riuscivo a reggere la stessa presenza per più di mezz’ora.
Ora la mia vita procede a passo d’uomo, lenta, noiosa, incredibilmente felice! e non riesco a
smettere di sorridere pensando a come sia guarito da me stesso a causa di una suggestione, di un
incubo.. a causa di un’influenza virale.