conosciamo meglio la signora leda problemi
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conosciamo meglio la signora leda problemi
CONOSCIAMO MEGLIO LA SIGNORA LEDA Quadro clinico essenziale PROBLEMI 1 LUNGA STORIA DI ASSISTENZA • Leda è vedova da parecchi anni e vive da sola, la figlia è sposata e vive a Reggio Emilia. • È affetta da diabete mellito tipo 2 e da ipertensione arteriosa, nel 1999 è sottoposta a rivascolarizzazione miocardica mediante byby-pass per malattia coronarica trivasale, trivasale, dopo un infarto miocardico acuto inferiore LUNGA STORIA DI ASSISTENZA • Alla dimissione la relazione infermieristica segnala i seguenti bisogni assistenziali: – Mobilizzazione : • Parzialmente dipendente – Integrità Integrità cute/mucose: • Medicazione semplice alla coscia sx (sede della safenectomia per l’ l’esecuzione del byby-pass che stava guarendo per seconda intenzione • Viene attivato il Servizio Infermieristico Domiciliare sia per le medicazioni che per i prelievi per la gestione della terapia anticoagulante orale per la FA cronica 2 LUNGA STORIA DI ASSISTENZA • Nel 2001 primo ricovero per scompenso cardiaco, viene dimessa con diagnosi di cardiomiopatia ipocineticoipocinetico-dilatativa postpostIMA classe IIII-III NYHA e sindrome postpostflebitica agli arti inferiori di grado elevato • Nel 2004 sindrome coronarica acuta con stenosi del graft venoso all’ all’anastomosi distale trattato con terapia medica • Nel 2005 nuovo ricovero per angina instabile questa volta sottoposta a PTCA di una lesione critica sulla coronaria destra DALLA MEDICINA ALLA RSA • A ottobre 2005 viene trasferita presso RSA per il recupero delle ADL e del cammino con ausili • Dimessa il 8/11/2005 autonoma nella alimentazione e nell’ nell’igiene del viso, dipendente in tutte le altre funzioni • Leda ritorna a casa alternando periodi a casa sua a periodi a casa della figlia soprattutto dal 2007 quando la figlia va in pensione, il marito, anche lui diabetico, lo era già già da alcuni anni 3 LA SITUAZIONE PEGGIORA • Viene ricoverata di nuovo alla fine del 2007 sempre per edema polmonare acuto, comincia a comparire una demenza di tipo vascolare, • E nell’ nell’aprile del 2008 un nuovo ricovero per edema polmonare acuto mette in evidenza una insufficienza respiratoria globale ATTIVAZIONE DELLA ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA • Il 26/05/2008 viene dimessa. Sulla Lettera di dimissione viene riportato: – Permane lieve ipossiemia con CO2 ai limiti superiori in aria ambiente, legata ad una componente ormai di edema interstiziale cronico e ipoventilazione per cui è stata attivata ossigenoterapia domiciliare 2l/min 2l/min per 1212-18 ore – Tentativo di riabilitazione motoria con scarso beneficio per cui la mobilizzazione è stata limitata a lettoletto-poltrona con O2. • Leda va a casa sua e la figlia nel frattempo andata in pensione, praticamente si trasferisce da lei 4 EQUIPE TERRITORIALE IN UNA ASSISTENZA COMPLESSA A DOMICILIO • Bisogni sanitari: – – – – Gestione della O2O2-terapia domiciliare Gestione del diabete mellito in terapia insulinica Gestione dell’ dell’alvo Medicazione di una ulcera al piede e prevenzione delle piaghe da decubito – Monitoraggio per il mantenimento del compenso cardiaco MMG e Infermiere come si integrano per rispondere a questi bisogni? EQUIPE TERRITORIALE IN UNA ASSISTENZA COMPLESSA A DOMICILIO • Bisogni sociosocio-assistenziali: – La mobilizzazione è scarsa per cui la figlia ha bisogno di aiuto per l’ l’igiene e per alzarla 5 UN PRIMO PIANO ASSISTENZIALE • La risposta a questi bisogni espressi dalla figlia viene data attraverso l’ l’attivazione di una ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA (ADI) – – – Chi sono gli attori? Cosa fanno? Come si integrano? 6 I BISOGNI SONO SOLO QUESTI? • Leda anche dopo il rientro a casa, continua ad avere episodi allucinatori e spesso non vuole neanche provare ad alzarsi. • Di fatto non ha delle gran possibilità possibilità di stimoli, e la sua casa non ha gli spazi per provare una ripresa del cammino con ausili. • La figlia si ritrova con un carico assistenziale difficilmente sostenibile su lunghi periodi LENTAMENTE LA SITUAZIONE MIGLIORA • Ricomincia ad alzarsi e un controllo pneumologico e cardiologico trova un compenso migliore • A questo punto riconsideriamo il piano assistenziale: – Ripresa del cammino – Mantenimento delle abilità abilità cognitive – permettere alla figlia di occuparsi anche della sua famiglia 7 SI PROPONE IL CENTRO DIURNO • Questo permette di rispondere ai bisogni sia di Leda che della figlia • Attualmente viene al Centro Diurno durante la giornata accompagnata dalla figlia che la viene a prendere nel pomeriggio e la porta a casa sua a Reggio Emilia • Questo permette anche a lei di ridurre il peso assistenziale PIANO ASSISTENZIALE INDIVIDUALE 8