- Catechista 2.0
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+@!"!%!=!, y(7HB5J1*KOMKKR( Venerdì 15 marzo 2013 OPINIONI NUOVE Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano FONDATORE VITTORIO FELTRI DIRETTORE MAURIZIO BELPIETRO ANNO XLVIII NUMERO 63 EURO 1,20 TROPPE BUGIE SU FRANCESCO CHI È DAVVERO IL NUOVO PAPA C’è chi lo accusa di complicità coi dittatori e chi lo arruola nella sinistra Ma quella di Bergoglio è tutta un’altra storia: ve la raccontiamo Subito il piccone: «Senza Gesù siamo una Ong. Attenti al diavolo» L’uomo stupito: il filo che lega il Pontefice a Cl di MAURIZIO BELPIETRO Dalle 20 e 22 di mercoledì è tutta una gara a mettergli un’etichetta, a incasellarlo nello schedario predefinito della lotta politica e culturale italiana. Così, dopo non aver azzeccato il nome del nuovo papa, editorialisti e vaticanisti sui giornali nazionali non azzeccano neppure chi sia davvero il nuovo pontefice. Per alcuni è il Papa nero, cioè il cardinale colluso con i militari della giunta golpista argentina dei generali Massera e Videla. E per questo il Manifesto ieri titolava provocatoriamente che sua Santità “Non è Francesco”, giocando con il titolo di una vecchia e nota canzone di Lucio Battisti. Per il quotidiano comunista (...) Jorge Mario Bergoglio bacia i piedi di un bimbo malato di Aids nel 2001. Sopra, il nuovo Papa ieri durante la messa di ANTONIO SOCCI Come scrisse Enea Silvio Piccolomini, nel 1458 eletto papa Pio II: «Quand’ero Enea/ nessun mi conoscea; / adesso che son Pio / tutti mi chiaman zio». La storia si ripete anche con questo pontefice e ora i giornali sono pieni di persone che sbraitano «io lo conoscevo» oppure «io l’avevo detto» (...) segue a pagina 3 MARIA GIOVANNA MAGLIE a pagina 2 Il primo scoglio: la banca vaticana DLsaYGezj+VtbGLsCixVZBEOKbysKfjelTxYJrXQO4g= di GIANLUIGI NUZZI Per capire l’agenda del nuovo Papa, di Francesco, bisognerà attendere ancora. Per capire la misura di questi primi significativi passi: dalla velocità delle votazioni del Conclave alla scelta del nome, dalle prime parole del Pontefice alla rinuncia di certi ornamenti. Bisognerà aspettare la nomina del segretario di Stato, del collaboratore più vicino che Francesco avrà affrontando criticità e gioie del pontificato. Che figura sceglierà: un porporato di raccordo con la Curia, (...) segue a pagina 7 La maledizione «comunista» dei francescani Una ramazza veneta per la Curia Stile Jorge: niente scorta né gioielli Il festival dei profeti di sventura di FRANCO BECHIS di CATERINA MANIACI di MARIO GIORDANO di MARTINO CERVO La stima è nota, tanto che non ne ha fatto mistero lo stesso Jorge Mario Bergoglio ad alcuni amici italiani ben prima di essere eletto Papa del conclave. Il diplomatico più apprezzato dal nuovo pontefice si chiama Pietro Parolin, (...) Una croce di ferro, non d’oro e ricoperta di pietre preziose. Una semplice (...) «È lui, è lui». Lui chi? «Il Papa Nero». Ma se è più bianco di una camicia lavata con Perlana…«Tu non capisci nulla». Forse è vero: non capisco nulla, ma ci vedo bene. «Non credo, sei cieco». Di che colore è la neve? «Bianca, (...) Doveva prevederlo, chiamandosi Francesco. Jorge Mario Bergoglio non poteva non sapere che la scelta inaudita di assumere il nome del Santo di Assisi l’avrebbe esposto a una immediata opera di riduzione che da secoli perseguita il patrono d’Italia. Più che per altre figure della cattolicità, il Poverello è diventato un poster buono (...) segue a pagina 8 segue a pagina 9 segue a pagina 4 FOSCA BINCHER, ANDREA MORIGI, CHIARA PELLEGRINI e MAURIZIO STEFANINI da pagina 2 a pagina 11 segue a pagina 11 segue a pagina 6 «Pronti a votare Finocchiaro al Senato» La proposta indecente della Lega spacca Pd e Pdl di BRUNELLA BOLLOLI Meglio fare accordi con la Lega, che con Grillo. La notizia politica del giorno, alla vigilia del voto per eleggere i presidenti di Camera e Senato, è che il Partito democratico, incassato l’ennesimo niet dal Movimento Cinque Stelle potrebbe contare sull’appoggio esterno del Carroccio per un governo a guida (...) segue a pagina 13 MARTA GRANDE GRAZIE A MONTI Lauree fantasma Il pasticcio della Oscar grillina Mercato della casa giù del 30% Ritornati al 1985 di ENRICO PAOLI di FAUSTO CARIOTI a pagina 12 a pagina 15 Prezzo all’estero: CH Fr. 3.00 / MC & F € 2.00 / SLO € 2.00. 2 PRIMO PIANO Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ON LINE Su alcuni siti web spunta una frase attribuita a lui: «Donne inadatte a fare politica». Ma è soltanto l’ultima bufala habemus papam il primo fango Complice della dittatura socialista, anti-donne Tutte le balle su Bergoglio Lo accusano di aver sostenuto la giunta militare argentina Un avvocato, suo amico e perseguitato dal regime, smentisce ::: MARIA G. MAGLIE Per rispondere alle balle cosmiche comuniste e pacifiste, sostenute e diffuse soprattutto sul web, ma anche dall’immancabile Saviano, il prezzemolino ora avvocato dei desaparecidos, o dallo scettico New York Times che sogna un papa abortista, favorevole al sacerdozio femminile, ai matrimoni omosessuali, insomma forse un papa non cattolico, per la bisogna rivolgersi a don Gallo; per rispondere a il Manifesto, le comunità di base, i cattolici adulti e masochisti, quel pallista di Michael Moore, e tutti coloro che si sono precipitati ad accusare di collusione con la dittatura argentina il neo papa Francesco, che poi sono gli stessi che diedero del nazista a Ratzinger; per ridere un po’ degli inglesi che da BBC a Daily Mail si risentono perché dice che le Malvine sono argentine, ovvero perché fa l’argentino; per cercare di dire due parole su quel Paese che sarà anche alla fine del mondo ma che è al centro del mondo contemporaneo, solo noi vecchi decadenti europei non ne riconosciamo la cultura, intendo utilizzare la testimonianza dell’avvocato Alicia Oliveira, che conosce Jorge Bergoglio dal 1973, che è stata perseguitata durante quella dittatura. In sostegno e difesa del papa dalle calunnie ci sono testimonianze inequivocabili come quella del Nobel per la Pace Perez de Esquivel, imprigionato e torturato dai militari, che ha raccontato ieri del ruolo importante e positivo che il giovane Bergoglio svolse in difesa di due gesuiti militanti comunisti, e non solo; c’è la truffa evidente di una foto famosa con il generale Videla che nel 1980 prende la comunione da un sacerdote ripreso di spalle, vistosamente più anziano dei 54 anni che allora avrebbe avuto Bergoglio, e che si chiama come in Argentina è noto, Octavio Derisi, anzi si chiamava, è morto nel 2002 a 95 anni. Non che ci sia niente di male a comunicare un grande peccatore che si sia confessato, ricordo a Santiago del Cile un Giovanni Paolo II, marzo 1987, che non solo diede l’ostia benedetta ad Augusto Pinochet, ma che si affacciò con lui dal Palazzo de La Moneda. Ci indignammo, lo feci anche io, giovane inviato intriso di ideologia, quel gesto segnò l’inizio della transizione alla robusta democrazia che è oggi il Cile. Quante sciocchezze abbiamo scritto e continuiamo a sentire sull’America Latina di quegli anni! Non è questo il punto oggi che si tratta da difendere, anche da agnostico quale io sono, papa Bergoglio da lapidazione preventiva e infame. Ho conosciuto nel 1984, credo, Alicia Oliveira, dittatura finita da meno di un anno, Raul Alfonsin presidente eletto, tentativo faticoso in atto di trovare una conciliazione nella giustizia possibile sulla tragedia dei desaparecidos. L’ho ritrovata ieri sulle pagine del Clarin, il principale quotidiano argentino. Racconta la verità. Nel 1973 Alicia è nomi- nata, prima volta per una donna, giudice del foro penale. Bergoglio l’aveva consultata come avvocato, diventano amici, lo sono ancora. Tre anni dopo i militari prendono il potere, la cacciano, cominciano a perseguitarla. Ricorda ancora il mazzolino di rose che l’amico prete le portò il giorno del licenziamento per consolarla. Da allora si incontrano due volte alla settimana, insieme visitano i parroci della periferia e lui diventa attivo organizzatore di esili che salvano vite. E ogni volta che uno deve fuggire perché il pericolo è imminente, lo salutano con una cena tutti insieme, e Bergoglio partecipa sempre. Il quartiere è San Ignacio, non è un posto qualunque, vicino com’è a Campo de Mayo. Alicia Oliveira conosce bene anche la storia del sequestro dei due gesuiti, Francisco Jalics y Orlando Yorio, cioè la storia che è usata in queste ore per accusare il papa di una passata collaborazione con la dittatura. Vivevano nel quartiere Rivadavia, avevano un gruppo di militanti. «Gli disse di andarsene, li pregò, restare era troppo rischioso. Rifiutarono. Di tutto il loro gruppo sono gli unici sopravvissuti alla detenzione nella Escuela dell’Armada, e liberati dopo sei mesi». Non per caso, precisa la Oliveira. Bregoglio non contava niente, non era vescovo, non era cardinale, ma usò il ruolo di gesuita per andare a parlare con chiunque, riuscì a farsi ricevere anche dall’ammiraglio Massera e da Videla. Il Papa ne ha parlato ufficial- La reazione all’elezione . E la Kirchner sbottò: «Mala suerte!» ::: MAURIZIO STEFANINI «¡No podemos tener tanta mala suerte!», «non è possibile che abbiamo tutta questa iella!». Sembra che, contrariamente a quanto riferito, questo commento all’elezione del primo Papa argentino non sia stato pronunciato direttamente dalla presidentessa Cristina Fernández de Kirchner, ma da qualcuno del suo entourage. Ma comunque ne riflette perfettamente il sentimento. Alla Quinta Presidencial de Olivos, residenza ufficiale da non confondere con la sede dell’Esecutivo alla Casa Rosada, secondo testimoni si sono anche sentiti commenti tipo «no!», «non può essere!», mentre alla Direzione del Cerimoniale chiedevano se la Presidenta, visibilmente furibonda, non avesse intenzione di disertare la cerimonia di insediamento di Francesco I. Ovvio che non si sarebbe però potuto creare uno scandalo del genere, nel momento in cui perfino il nuovo presidente venezuelano Nicolás Maduro manifestava la propria gioia, spiegando al popolo chavista che era stato Chávez a fare il suo primo miracolo, «intercedendo non appena arrivato al cielo per l’elezione di un sudamericano». Ci sono volute un paio di ore a Cristina per trangugiare l’amarissimo boccone, ma infine ne è uscita una lettera di felicitazioni e auguri per «una fruttifera missione pastorale», mentre alla Direzione del Cerimoniale a loro volta comunicavano la presenza della Presidenta a Roma martedì prossimo. «Bergoglio non è più Bergoglio, adesso è il Papa», la si è sentita dire. «Siamo un governo rivoluzionario e il nuovo papa ha detto che il matrimonio gay era parte del piano del diavolo», avrebbe detto una giovane funzionaria. Ma il fatto è che il «cardinale oppositore», come lo chiamava il suo defunto marito Néstor da quando nel 2008 aveva iniziato a criticare il governo per la sua gestione del grande sciopero degli agricoltori, non la criticava solo su un fronte bioetico assimilabile a una posizione di destra, per ciò che questi termini significano. Le aveva dette chiare ai governi di entrambi i coniugi anche da posizioni «sociali» di si- mente solo una volta, nel libro Il gesuita, conversazione con il cardinal Bregoglio, ha detto: «Ho fatto quel che potevo, ero giovane e avevo poche relazioni importanti, ma feci tutto quel che potevo per aiutare le persone sequestrate». La pensano così tutti i personaggi autorevoli e stimabili che hanno gestito la dolorosa transizione argentina alla fine nell’ignominia di quella dittatura. Non sono d’accordo le madri di Plaza de Mayo, ed è giustificabile. La loro battaglia, «vivi ce li hanno presi, vivi li vogliamo», cominciò coraggiosamente tanti anni fa, continua contro ogni ragionevolezza oggi. A loro non si può dire quel che pure sanno, che la dittatura del 1976 fu resa possibile dalla connivenza e perfino dal sollievo di una parte preponderante della società argentina, che scelse i militari sul terrorismo; che la scomparsa di ventimila militanti fu consentita dal silenzio di quasi tutti gli altri, da quel «por algo serà», qualcosa di male hanno fatto, che dominò quegli anni orrendi e che coinvolse anche le gerarchie ecclesiastiche. Accusare solo la Chiesa di complicità è come fingere che il problema della pedofilia riguardi solo la Chiesa. È stupido e infame. LA FOTO DI VIDELA E LA «PRESIDENTA» La comunione di Videla (chi è il prete non si sa) e Cristina Kirchner Fotogramma nistra: ad esempio sugli alti indici di povertà. E da posizioni «liberali» di centro: sulla corruzione, sul clientelismo, sulla sua intolleranza generale alle critiche. Perché in effetti il problema è tutto là: Bergoglio in effetti ha criticato anche il Capo di Governo della Città di Buenos Aires Mauricio Macri, leader del centro-destra. Ma senza che questi la prendesse così sul personale. Non solo i due l’ultima volta si erano visti l’ultima volta il 17 marzo 2010, quando era venuta alla Casa Rosada l’intera dirigenza della Conferenza Episcopale Argentina. Addirittura, Cristina trova ogni anno una scusa diversa pur di non recarsi al Te Deum di Bergoglio. D’altra parte è circolata in questi giorni l’accusa a Bergoglio di aver commentato nel 2007 la candidatura della Kirchner con la tesi che «le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici»: «abbiamo avuto una donna come presidente della nazione e tutti sappiamo cosa è successo», riferendosi agli anni foschi di Isabelita Perón. Solo che rimbalza da siti Internet, senza alcuna conferma su giornali di allo- ra. Insomma, un taroccamento, che fa il paio con quello di alcune foto che lo compromettono col regime militare, e che però non coincidono con la sua età. Manovre di gente vicina all’Amministrazione Kirchner? Va comunque segnalata l’intervista alla Bbc che ha fatto Adolfo Pérez Esquivel: premio Nobel per la Pace per il suo impegno in difesa dei diritti umani durante i regimi militari. Purtroppo, non altrettanta sollecitudine l’ha mai mostrata per le violazioni dei diritti umani nella Cuba dei fratelli Castro o nel Venezuela di Chávez, dei quali è un fervente sostenitore. Proprio per questo è però significativa la sua dichiarazione: «Bergoglio non è stato complice della dittatura». «Altri vescovi sì, ma lui no». «Lo hanno messo in mezzo perché hanno detto che come superiore della congregazione dei Gesuiti non aveva fatto il necessario per far uscire di prigione due sacerdoti, ma io so per esperienza personale che molti vescovi chiedevano alla giunta militare la liberazione di sacerdoti e non la ottenevano». PRIMO PIANO Venerdì 15 marzo 2013 3 @ commenta su www.liberoquotidiano.it CONTINUITÀ Assurdo pensare che non sia in continuità con Benedetto XVI. Assurdo farne una via di mezzo tra Renzi e Grillo habemus papam il commento La prima messa di Papa Francesco, ieri, nella Cappella Sistina Ap ::: GLI APPUNTAMENTI OGGI Oggi alle 11 papa Francesco nella sala Clementina riceverà i cardinali. DOMANI Domani alle 11, nell’aula Paolo VI, incontro con la stampa. DOMENICA Domenica primo Angelus dalla finestra dello studio. MARTEDÌ Il 19 marzo, alle 9.30, a piazza San Pietro, la Messa di inaugurazione del pontificato. «Non ci sono biglietti», ha precisato padre Lombardi. MERCOLEDÌ Il 20 marzo, mercoledì, niente udienza generale: il nuovo Papa incontrerà i delegati fraterni, cioè le diverse delegazioni delle Chiese cristiane. Il commento Ecco chi è davvero Papa Francesco A sinistra c’è chi lo definisce filo-golpista e chi ne fa un Che Guevara in tonaca. Ma questo Pontefice non si spiega con la politica ::: segue dalla prima MAURIZIO BELPIETRO . (...) nella biografia di Bergoglio ci sono sì «le luci di una scelta di povertà» come tutti hanno descritto, ma anche «le ombre di un passato vicino alla destra peronista». A parte l’evidente confusione tra giunta militare e movimento peronista (Isabelita, che alla morte del marito Juan Domingo Perón gli subentrò alla guida dell’Argentina, fu destituita dai generali e incarcerata per cinque anni), il tutto si riduce all’accusa di aver allontanato prima del golpe due preti che poi vennero arrestati, quasi che il provvedimento abbia consegnato ai militari i religiosi rapiti. Non ha importanza che il Papa abbia già spiegato di aver avuto semmai un ruolo nella scarcerazione dei due, per il Manifesto è sospetto di aver intrattenuto rapporti con la dittatura e dunque di essere colluso con i generali. Intendiamoci, il giornale comunista non è il solo a insistere sull’argomento, chiedendo di far luce sui fatti di trent’anni fa già ampiamente dibattuti e chiariti. Anche Repubblica, per tramite del suo direttore, si incarica di chiedere piena trasparenza sugli episodi dell’epoca, salvo poi pubblicare un’intervista al grande accusatore di Bergoglio, il quale riconosce di non avere prove schiaccianti, né fotografie del futuro Pontefice con qualche generale, ma solo qualche testimonianza sulle ambiguità di quel periodo. Par di capire che Papa Francesco non assecondasse i furori ideologici di alcuni sacerdoti di frontiera. Quelli erano gli anni della Teologia della liberazione e qualche missionario oltre a diffondere il Vangelo si preoccupava anche di diffondere le pallottole. Il Vangelo e il Capitale (di Karl Marx), a certi preti parevano più o meno la stessa cosa e dunque insieme con il crocefisso c’era chi portava la pistola. Il cardinale allontanò i preti rivoluzionari o questi si allontanarono da soli? Non si sa con certezza, ma anche se fosse valida la prima ipotesi, ai nostri occhi non sarebbe una colpa. Naturalmente non c’è solo chi ha arruolato il Pontefice tra le brigate nere degli anni della dittatura. Altri, e in qualche caso si tratta degli stessi, lo hanno trasformato in una specie di Che Guevara in tonaca, caricando la sua prima uscita pubblica al bal- cone di piazza San Pietro di mille significati, ma soprattutto tracciando a sua Santità il percorso cui si dovrà uniformare il suo pontificato. Il migliore da questo punto di vista è stato ancora una volta il quotidiano della sinistra radical chic, per la penna di Ezio Mauro, il quale si incarica di indicare a Francesco il programma da attuare fin da subito. Si parte dal rovesciamento geografico e culturale, dalla rottura con un mondo e un modello di potere, da un progetto che fino dal nome scelto dal Pontefice è un vincolo per il pontificato, per finire ad uno stile «rivoluzionario nella scelta di stare dalla parte degli ultimi, dei più poveri, degli sconfitti e degli “schiavi”». Per il direttore di Repubblica l’avvento di Sua Santità è un ribaltamento della geopolitica eurocentrica della Chiesa e così si realizza una profezia di cambiamento, «come se dopo l’immediata preghiera con la piazza per Joseph Ratzinger il nuovo pontefice avesse fretta di voltare pagina». Ovviamente Mauro non dimentica di segnalare che è finito il mondo che ha preceduto l’ascesa del cardinal Bergoglio al soglio di Pietro, quasi che con il nuovo Papa la Chiesa abbia messo un punto e a capo nella sua storia ultramillenaria, come se tra l’insegnamento di Benedetto XVI e quello di Francesco ci fosse un abisso e non ci fosse alcun contatto né continuità nella dottrina. La sensazione è invece che ci sia una gran fretta di arruolare Sua Santità nelle truppe progressiste, di trasformarlo in una sorta di rottamatore vaticano, per metà Renzi e per l’altra Grillo, uno che liquidi camerlenghi e cardinali decani come i pierini della politica liquidano un D’Alema o un Veltroni. Il rischio di applicare anche al capo della Chiesa cattolica i cliché di un semplice capo di partito è evidente, così come è evidente che la storia personale e ecumenica di Jorge Mario Bergoglio è assai meno banale di quella di un semplice funzionario di partito o di un comico fattosi politico. Ci vorrebbe insomma un po’ di prudenza nel maneggiare certi argomenti, perché è vero che con il suo semplice discorso d’insediamento papa Francesco ha già conquistato molti cuori, ma questo non significa che il suo cuore batta a sinistra. [email protected] @BelpietroTweet Le idee Quello che ha sempre detto su gay, aborto, economia Idee chiare, in totale linea con il magistero della Chiesa - com’è ovvio - in materia di dottrina e di etica, ma con atteggiamento di «misericordia» e di «accoglienza» verso chi è peccatore e chi sbaglia. Ecco, a grandi linee, il profilo del Bergoglio-pensiero. Che tenteremo di condensare, attraverso le sue stesse parole, attorno a grandi temi, cruciali per il nostro tempo e per la Chiesa stessa. MATRIMONI GAY - Nel 2010 il cardinale Jorge Mario Bergoglio sfidò il governo argentino quando nel Paese venne approvato il disegno di legge sui matrimoni gay. «Cerchiamo di non essere naive», scrisse Bergoglio in una lettera alcuni giorni prima che il disegno di legge venisse approvato dal Congresso. «Questa non è una semplice lotta politica, è un tentativo di annientare il piano di Dio». ABORTO - Una dichiarazione che risale al settembre 2012: «Si è percepita ancora una volta la volontà di deliberatamente limitare e rimuovere il valore supremo della vita e di ignorare i diritti del nascituro». In un documento della Conferenza Episcopale Argentina, di cui Bergoglio è stato presidente, si legge: «L’aborto non è mai una soluzione». «Parlandi da una madre incinta bisogna parlare di due vite, entrambe devono essere conservate e rispettate, poichè la vita è un valore assoluto». FIGLI DI COPPIE DI FATTO - «Qualche giorno fa ho battezzato sette figli di una donna sola, una vedova povera, che fa la donna di servizio e li aveva avuti da due uomini differenti. Lei l’avevo incontrata l’anno scorso alla festa di San Cayetano. Mi aveva detto: padre, sono in peccato mortale, ho sette figli e non li ho mai fatti battezzare. Era successo perché non aveva i soldi per far venire i padrini da lontano, o per pagare la festa, perché doveva sempre lavorare… Le ho proposto di vederci, per parlare di questa cosa. Ci siamo sentiti per telefono, è venuta a trovarmi, mi diceva che non riusciva mai a trovare tutti i padrini e a radunarli insieme… Alla fine le ho detto: facciamo tutto con due padrini soli, in rappresentanza degli altri. Sono venuti tutti qui e dopo una piccola catechesi li ho battezzati nella cappella dell’arcivescovado. Dopo la cerimonia abbiamo fatto un piccolo rinfresco. Una Coca Cola e dei panini. Lei mi ha detto: padre, non posso crederlo, lei mi fa sentire importante… Le ho risposto: ma signora, che c’entro io?, è Gesù che a lei la fa importante» (Intervista a 30 Giorni, 2009). TRADIZIONALISTI - «Paradossalmente (...) proprio se si è fedeli si cambia. Non si rimane fedeli, come i tradizionalisti o i fondamentalisti, alla lettera. La fedeltà è sempre un cambiamento, un fiorire, una crescita. Il Signore opera un cambiamento in colui che gli è fedele» (intervista a 30 Giorni, fine 2007). ECONOMIA E DEBITO - «Quando Mosè sale al monte per ricevere la legge di Dio, il popolo pecca d’idolatria fabbricando il vitello d’oro. Anche l’attuale imperialismo del denaro mostra un inequivocabile volto idolatrico. È curioso come l’idolatria cammina sempre insieme all’oro. E dove c’è idolatria, si cancella Dio e la dignità dell’uomo, fatto a immagine di Dio. Così, il nuovo imperialismo del denaro toglie di mezzo addirittura il lavoro, che è il mezzo in cui si esprime la dignità dell’uomo, la sua creatività, che è l’immagine della creatività di Dio. L’economia speculativa non ha più bisogno neppure del lavoro, non sa che farsene del lavoro. Insegue l’idolo del denaro che si produce da se stesso. Per questo non si hanno remore a trasformare in disoccupati milioni di lavoratori». (Intervista a 30 Giorni , 2002). «Siamo stati molto chiari nel sostenere che la politica economica del governo non faceva altro che aumentare il debito sociale argentino, molto più grande e molto più grave del debito estero e abbiamo chiesto un cambiamento». (Intervista alla Stampa, 31 dicembre 2001). EVANGELIZZAZIONE - È necessaria «una tensione molto forte tra centro e periferia, tra la parrocchia e il quartiere. Si deve uscire da se stessi, andare verso la periferia. Si deve evitare la malattia spirituale della Chiesa autoreferenziale: quando lo diventa, la Chiesa si ammala. È vero che uscendo per strada, come accade a ogni uomo e a ogni donna, possono capitare degli incidenti. Però se la Chiesa rimane chiusa in se stessa, autoreferenziale, invecchia. E tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima». GIORNALISTI COPROFAGI- «A volte giungono notizie non buone, spesso amplificate e talvolta anche manipolate con scandalismo. I giornalisti a volte corrono il rischio di ammalarsi di coprofilia e così fomentare la coprofagia: che è poi il peccato che segna tutti gli uomini e tutte le donne, cioè quello di guardare sempre alle cose cattive e non a quelle buone». (Intervista a Vatican Insider, febbraio 2012) 4 PRIMO PIANO Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it RINUNCIA Nominato vescovo di Buenos Aires, ha rifiutato l’alloggio nel vescovado preferendo condividere un appartamento habemus papam normalità Lo stile Bergoglio Scorta ridotta, niente oro e l’hotel pagato da sé I primi gesti da Papa svelano la realtà dell’uomo: no al pauperismo di maniera, ma naturale semplicità. La croce di ferro spiega tutto... ::: segue dalla prima CATERINA MANIACI . (...) croce di ferro - quella che portava da vescovo - che spicca sulla veste bianca, sulle spalle niente mozzetta rossa, la tipica mantellina papale che pure era stata preparata. Così si è presentato papa Francesco ai fedeli, subito dopo l’annuncio dell’ «habemus papam». Anche la stola ha fatto la sua comparsa sulle sue spalle solo per il tempo della benedizione. Poi papa Francesco l’ha tolta. Ancora quel suo inchinarsi davanti alla folla dei fedeli chiedendo loro di pregare per lui, si configura come un segnale di umiltà, di totale disponibilità davanti alla Chiesa e comunque come un gesto non consueto per un pontefice appena eletto. Nei primi atti si legge il senso di quel che verrà. E questi primi gesti di papa Francesco sono emblematici, certo, ma, dopotutto, in linea con il comportamento di una vita intera. Oggi appare eclatante quel suo decidere di andare subito, la mattina alle otto, a pregare la Madonna a Santa Maria Maggiore, su una delle auto della gendarmeria vaticana, senza nessun corteo, il Papa, poi alla Casa del clero di via della Scrofa dove abitava nei giorni del pre Conclave, per pagare personalmente il conto, e dare così il buon esempio. Così come nella serata della propria elezione, tornando a Santa Marta, dopo la cena festosa con il collegio cardinalizio, ha detto «no» all’auto di ordinanza dei Pontefici, scegliendo di utilizzare invece il pullmino con il quale tutti i cardinali hanno fatto ritorno nel loro albergo. Tanto che adesso, come ha spiegato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, «gli uomini della sicurezza cercano di capire cosa vuole effettivamente fare e debbono adattare il loro servizio a suo stile», come accade anche al tempo di Giovanni Paolo II. «IMPOLITICO» Insomma, uno stile fatto così, essenziale, sobrio, non pauperistico e ostentato, insomma, «non politico», ma connaturale, risultato di una scelta religiosa assunta in totalità. La sua austerità, del resto, è diventata leggendaria. Divenuto nel 1998 arcivescovo di Buenos Aires, non prese in considerazione il ricco episcopio adiacente alla cattedrale e andò ad abitare in un appartamentino poco distante, assieme a un altro vescovo anziano. La sera provvedeva lui a cucinare. In automobile ci andava poco, girava in autobus con la tonaca da semplice prete. Si dice che si preparasse la cena da solo, con pasti molto frugali, di sera qualche frutto e del tè. Altro episodio simbolico: quando Giovanni Paolo II lo creò cardinale, il 21 febbraio 2001, i fedeli avevano preparato una colletta per accompagnarlo a Roma e festeggiare tutti insieme l’avvenimento. Bergoglio chiese loro di restare in Argentina e di destinare i soldi ad opere di beneficenza. Una delle immagini più commoventi e più forti, che oggi troviamo rilanciate dai media in tutto il mondo, è quella in cui l’allora cardinal Jorge Mario Bergoglio mentre bacia i piedi di un bambino malato di Aids. L'immagine è stata scattata nel 2001. Si capisce che si tratta di un gesto non forzato, naturale: nei malati traspare il vero volto sofferente del Cristo e per un pastore della Chiesa è naturale la vicinanza e l’amore verso quel volto. Questo atteggiamento non si traduce in una mortificazione continua, in un ascetismo triste. Tutt’altro. Il neopapa ha avuto - e probabilmente coltiverà ancora nel proprio cuore molte passioni. Tra le altre, oltre quella per il tango, coltivata però prima di diventare sacerdote, c’è sicuramente quella per il calcio. «Non mi sono perso nemmeno una partita del campionato del 1946», ha detto più volte l’illustre tifoso del San Lorenzo che da anni possiede la tessera di socio del club. Nel 2008, da cardinale ha officiato la messa per celebrare il centenario della squadra. Nella festività di Maria Ausiliatrice, il 24 maggio, il San Lorenzo ricorda le origini dei colori sociali, il blu e il rosso: padre Lorenzo Massa, il salesiano che contribuì in maniera determinante alla creazione del club, si ispirò alla veste rossa e al mantello azzurro della Vergine per scegliere i colori della squadra. «Abbiamo chiesto i colori alla Vergine, non li abbiamo presi da altre parti», ha detto in passato il nuovo Pontefice. «È un orgoglio per la società sapere che il primo Papa sudamericano è socio del San Lorenzo», scrive il club sul proprio profilo Twitter. Al messaggio è abbinata una foto suggestiva: ossia quella che attesta l’esistenza della tessera del Papa, socio numero 88235N dal 12 marzo del 2008. IL SONDAGGIO Tutto questo, reso concreto in poche ore, ha già ottenuto un risultato: papa Francesco riscuote la fiducia del 73% degli italiani. Evidentemente il papa argentino con il suo carattere ha già attirato l’attenzione della maggior parte del popolo italiano, fedeli e non, suscitando attese, speranze e curiosità. Lo ha verificato dal sondaggio Ipr Marketing, Venuto a sorpresa «dalla fine del mondo» il nuovo Pontefice risulta già ampiamente conosciuto e apprezzato dagli italiani. A 24 ore dall’annuncio l’86% cita correttamente il nome Francesco: un dato che certo non meraviglia, essendo un nome semplice, inedito per un Pontefice e molto legato alla tradizione italiana. . PONTEFICE «DI STRADA» In una foto da Twitter Bergoglio - già vescovo - in metro. La tessera del San Lorenzo, squadra di cui il Papa è tifoso. A lato: la croce di ferro di Francesco, e quella d’oro del predecessore Benedetto XVI. A sinistra, beve il «mate». Sotto, l’ex fidanzata Amalia. Ansa L’ex fidanzatina Amalia «Quando mi mandava lettere d’amore» E ovviamente è spuntata anche la fidanzatina. Nelle ore che seguono la nomina di Jorge Mario Bergoglio a Pontefice fioccano storie, dettagli, aneddoti più o meno veri sul Santo Padre. L’ultima curiosità riguarda un’ex morosa, oggi settantenne, di Papa Francesco. «Se non mi sposerò con te, diventerò prete». Questo disse il futuro Papa Francesco alla fidanzatina Amalia, quando entrambi avevano 12 anni e frequentavano la stessa scuola del quartiere Flores di Buenos Aires. Amalia, oggi con la chioma bionda e cotonata, ha raccontato all’emittente radio argentina Mitre, di non avere nulla «da nascondere. Era una cosa fra bambini, molto pura. Penso che si propose perchè voleva seguire l’esempio dei genitori e formare una famiglia», ha raccontato Amalia. «Amore? a quell’età non conoscevo ancora l’amore, quello è venuto dopo», si schermisce, «giocavamo a lanciarci l’acqua, a campana, ballavamo. È una cosa bella da ricordare. Lui poi giocava a calcio con gli altri maschi». Il primo amore... CH.PEL. PRIMO PIANO Venerdì 15 marzo 2013 5 @ commenta su www.liberoquotidiano.it PADRE GEORG Con lui nella preghiera mattutina anche l’ex segretario di Benedetto XVI, oggi prefetto della Casa Pontificia habemus papam il programma Prima picconata: «Senza Dio siamo una Ong» Nell’omelia (a braccio e in italiano) il Pontefice detta la linea per ricostruire la Chiesa: «Camminare, edificare, confessare». Poi il monito: «Chi non prega Gesù, prega il diavolo». Slitta l’incontro con Ratzinger ::: ROMA «Non siamo una Ong. Chi non prega Dio, prega il diavolo». Dall’altare parla a braccio in italiano come spesso facevano i suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Francesco ha celebrato ieri pomeriggio la messa nella Cappella Sistina con i cardinali. E lancia molti messaggi, forti e chiari. Non usa giri di frase, tira in ballo il diavolo, citando una frase di Leon Bloy (scrittore cattolico non convenzionale) riferita a quando non si confessa, non si riconosce Gesù Cristo: «Chi non prega il Signore, prega il diavolo» perchè, ha spiegato, «quando non si confessa Gesù Cristo si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio». Spiega che la fede è il centro di tutto, da cui si irradiano la carità e la misericordia, altrimenti tutto è solo solidarismo, buona azione. Spiega che la Chiesa si costruisce in tre grandi «movimenti», ossia «camminare, edificare, confessare». Ha anche dimostrato di voler essere un Papa mariano, come Wojtyla che consacrò alla Madonna il proprio pontificato («Totus tuus»): dopo essersi affacciato da San Pietro Francesco ha annunciato il primo, irrinunciabile appuntamento nel suo nuovo ruolo da Pontefice: la preghiera alla Vergine. E dunque ieri, di buon mattino, poco dopo le otto, è arrivato nella basilica mariana di Santa Maria Maggiore. Con lui c’era, tra gli altri, monsignor Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia, al fianco del nuovo pontefice come richiesto dal suo incarico. Quella di papa Bergoglio a Santa Maria Maggiore è stata una visita privata - ha spiegato in seguito il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - in un luogo particolarmente significativo per i gesuiti: oltre all’icona di Maria «Salus Populi Romani», custodita nella cappella Borghese, davanti a cui si è fermato una decina di minuti in preghiera silenziosa, la Basilica dell’Esquilino ospita anche l’altare su cui sant’Ignazio di Loyola, il fondatore dei gesuiti, ha celebrato la sua prima messa. Nella basilica Francesco si è fermato anche brevemente in preghiera anche davanti all’altar maggiore, dove secondo la tradizione è custodito un frammento della mangiatoia in cui venne deposto il bambino Gesù, e davanti alla tomba di San Pio V, nella cappella Sistina. Poi nel pomeriggio davanti al Giudizio Universale di Michelangelo, papa Bergoglio ha commentato il Vangelo della messa, tratto da Matteo e ha parlato della professione di fede di Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Nell’omelia ha rivolto ai cardinali un severo monito: «Noi possiamo camminare quanto vogliamo, possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo a Gesù Cristo, la cosa non va». «Diventeremo», ha avvertito il nuovo Papa, «una Ong pietosa ma non la Chiesa, sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno i castelli di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza». E ancora: «Camminare sempre, alla presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che chiede Dio». Prossimi appuntamenti, l’incontro di domani con i cardinali e sabato con i giornalisti, quindi l’Angelus domenica e martedì - alle 9,30 - la messa di inaugurazione del Pontificato con le delegazioni di tutto il mondo. Non c’è stata la visita a Benedetto XVI, che qualcuno aveva già previsto, che sarà fatta - ha riferito padre Lombardi - prossimamente, ma non nell’immediato. A proposito di viaggi, magari un po’ più lunghi di quello fino a Castel Gandolfo, sempre secondo padre Lombardi «i Papi . da quando viaggiano sono sempre andati nei loro paesi, lo hanno fatto Giovanni Paolo II nove volte e Benedetto XVI tre volte, quindi è presumibile che il nuovo pontefice si rechi presto in Argentina, ma quando e come lasciamolo stabilire a lui». C.MA. RITORNO AL VATICANO II Il Pontefice ha fatto girare l’altare della Sistina verso il pubblico dei fedeli, ripristinando l’usanza introdotta da papa Giovanni Paolo II che era stata interrotta da Benedetto XVI. Ansa Il retroscena dell’elezione Votato fin dall’inizio del Conclave Sul suo nome, spuntato per protesta, si sono via via concentrati i cardinali «apolitici» ::: CHRIS BONFACE La sorpresa l’hanno avuta gli stessi cardinali elettori quando sono state aperte le urne della prima votazione. Quello che temevano alla vigilia, dopo i lavori delle congregazioni generali che erano stati assai animati, nel primo scrutinio nessuno dei candidati che la stampa aveva immaginato ha raccolto un numero consistente di voti. Secondo voci attendibili – ma impossibili da accertare vista la segretezza dei conclavi – in prima votazione sarebbero stati addirittura sei i nomi emersi dall’urna. E a sorpresa il più votato di tutti è stato proprio Jorge Mario Bergoglio, l’outsider di cui nessuno aveva parlato. Nessuno dei candidati avrebbe però superato la soglia dei 30 voti, svettando con decisione sugli altri. Il più vicino era appunto Bergoglio, che nessuno aveva previsto. Che cosa era accaduto? Che tra i 115 elettori proprio quelli che non erano organizzati e che non facevano parte delle cordate e non avevano preso parte a nessuna riunione «politica» dopo le dimissioni di Benedetto XVI hanno compito la scelta che a dire il vero risultava più semplice di tutte. Non sapendo chi votare, e avendo più di un dubbio sulle intese carbonare di altri gruppi, hanno scelto nell’urna il candidato che fu più votato nel 2005 piazzandosi alle spalle di Joseph Ratzinger. Una scelta di pura attesa, che dava anche un segno di protesta rispetto a possibili intese tessute all’interno della Curia da gruppi di grandi elettori soliti frequentare Roma, mentre i cardinali che venivano da paesi lontani erano ignari sia di quel che avveniva che dei tormenti che agitavano il conclave che stava per aprirsi. L’emergere casuale del nome di Bergoglio dalle urne fin dalla prima volta inevitabilmente è diventato un punto di riferimento anche per le votazioni successive. È apparso chiaro subito che l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola, aveva assai meno voti di quelli che gli venivano attribuiti dalla stampa (a inizio marzo si diceva 38, il giorno dell’apertura del conclave addirittura 50). In realtà in tutte le votazioni non avrebbe mai superato quota 30, facendo comprendere come non sarebbe stata possibile la sua elezione a Papa. Con Bergoglio punto di riferimento degli indecisi, e così forte, è tramontata subito la scelta di un altro sudamericano come il cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo in Brasile che sembrava scelto dalla strana unione Angelo SodanoTarcisio Bertone. Già dalla seconda votazione, e in modo sensibile nella terza e nella quarta, i cosiddetti voti “curiali” si sono progressivamente spostati da Scherer a Bergoglio. A quel punto il primate dell’Argentina è diventato il candidato convinto anche del nutrito gruppo di elettori del Nord America, con la scelta decisa sia del cardinale di Boston, il cappuccino Sean Patrick O’Malley che del suo collega di New York, il vulcanico Timothy Dolan. Nonostante tutto sul nome di Bergoglio si arrivava di poco al di sopra dei 50 voti di preferenza, e alle porte a quel punto si rischiava davvero l’impasse. Fra la quarta e la quinta e decisiva votazione c’è stata una pausa tecnica del conclave, quella decisiva in cui i grandi elettori si sono parlati e poi tutti insieme in assemblea prima di mettere il nome prescelto sulla scheda si sono parlati. Serpeggiava da un lato la paura di arrivare in panne al primo stop che il giorno successivo avrebbe imposto il regolamento - e quindi di dare l’immagine di una Chiesa gravemente divisa - e dall’altro lato il desiderio vero di unità del collegio cardinalizio. «Abbiamo bisogno di un Santo», si è detto all’unanimità il conclave, «e chi lo è più di noi?». Risposta: «Bergoglio», venerato in patria come un vero santo vivente, e forse l’ultimo dei grandi all’interno del conclave. Appurato per vie dirette che questa volta non avrebbe rifiutato come accadde nel 2005, nella quinta votazione c’è stato il decisivo plebiscito che ha eletto Francesco I. Con quanti voti? Questo al momento è impossibile da sapere, perché sui numeri le vere indiscrezioni circoleranno solo fra qualche mese. Ma la stima è quella di un vero plebiscito, con voti superiori a quelli che prese Ratzinger nel 2005. Quel che è accaduto in quel momento a dire il vero già non è più segreto, visto che qualche cardinale ne ha rivelato i particolari: «Dio vi perdoni», sono state le prime parole di Papa Francesco. Il resto è già stato raccontato sui profili Twitter di alcuni protagonisti del voto (vedasi articolo Fosca Bincher). 6 PRIMO PIANO Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it DON VITO Mancuso non ha dubbi: «Stavolta i cardinali hanno ascoltato lo Spirito: applicherà davvero il Concilio II» habemus papam il nome Il destino di Francesco Essere etichettato come un comunista «Repubblica» applica a Papa Bergoglio la vecchia «riduzione» del Santo di Assisi: un pauperista senza Gesù ::: segue dalla prima MARTINO CERVO . (...) per ogni casa, una specie di santone contundente usato contro la chiesa da chi della chiesa comunque non condivide nulla: verde ante litteram, folletto comunista con sporgenze anarcheggianti, grillo parlante pauperista comunque ostile al potere e all’istituzione. Tutto, rigorosamente, in assenza della persona senza cui neppure un gesto della rivoluzionaria esistenza del Santo è spiegabile: Gesù. E così è partito il circo anche per Bergoglio, personalità non esattamente familiare al pubblico italiano, cui dunque è più semplice, almeno nelle prime ore, affibbiare etichette francescane. «Forse è la volta buona», pontificava ieri su Repubblica con imbarazzante paternalismo Vito Mancuso, il contabile dell’anima imbarazzato dai presunti magheggi fiscali del suo editore Mondadori. Intendeva, Mancuso, che stavolta - «forse» - i cardinali «hanno veramente ascoltato lo Spirito Santo». Quindi un ritratto in salsa austeromontiana, a spiegare la «scelta civica» del conclave: «La radicalità evangelica, la povertà, la mitezza, la lontananza dal potere, l’amore per ogni uomo e per gli animali, la cura per tutto il creato». Il tutto serve alla pencolante tesi finale secondo cui «certamente» Bergoglio era grande amico di Martini: «Sa che può essere veramente papa in fedeltà al Vangelo e al Vaticano II (che evidentemente hanno pari peso nell’analisi di Mancuso) solo nella misura in cui non cesserà di essere vescovo, cioè una guida concreta a contatto con i problemi reali della gente reale». Analogo concetto viene espresso, con toni più politici ma non meno teologici, dal direttore Ezio Mauro che delinea con piglio da sottosegretario il programma di governo del prossimo pontificato: «Un punto e a capo [...] che suona come una promessa agli ultimi e una minaccia ai potenti. L’indicazione di un Papa che sa di dover camminare tra i lupi, che è pronto a spogliare il Vaticano dei suoi ricchi mantelli, che proverà a rinunciare alle ricchezze occulte dello Ior [...]». Due esempi forti, perché incidenti e autorevoli, di una linea di pensiero diffusa nell’approccio immediato all’indubbia dirompente freschezza di Bergoglio, ma è difficile non intravvedere l’antica distorsione che accompagna la storia di San Francesco. È una distorsione comprensibile forse alla luce dell’irripetibile e infiammato carisma del poverello di Assisi, e che non caso è iniziata praticamente quando era ancora in vita. È quasi senza precedenti, del resto, che i seguaci di un Santo siano incappati a breve distanza in una bolla di scomunica proprio sulla questione della «povertà» e della proprietà. Il tradizionale schema del conflitto tra movimento e istituzione, purezza radicale e «curia» (che in fondo è lo stesso che informa le etichette su Bergoglio) trascura un aspetto centrale della natura della questione. «Il problema dominante», scrive Gilbert Chesterton in un aureo libretto dedicato a Francesco («San Francesco d’Assisi», Lindau 2008), «fu l’interpretazione del voto di povertà, o rifiuto di possedere qualsiasi cosa». Come ogni eresia, anche il francescanesimo contiene il rischio di divenire verità impazzita: così alcuni tra i fraticelli furono tentati di fare del loro leader un nuovo Cristo; e così alla povertà come coscienza che Gesù è tutto, molti hanno sovrapposto una indigenza materiale come puro fine, vagamente masochistico. Per questo Baget Bozzo ha potuto accostare alcune derive post-francescane all’eresia (dal punto di vista cattolico) del comunismo. An- Riunione di francescani ad Assisi Olycom cora Chesterton fa metaforicamente a pugni con Mancuso: «L’essenziale riguardo a san Francesco è che non c’è dubbio che fosse triste [...] In questo non c’era nulla di negativo: non era un regime di vita basato su stoica semplicità. Non era abnegazione intesa semplicemente come autocontrollo. Era tanto positiva quanto una passione; aveva tutta l’aria di essere positiva quanto un piacere. Divorava il digiuno come gli altri divorano il cibo. [...] Ed è precisamente la caratteristica positiva e passionale di questo aspetto della sua personalità a rappresentare una sfida alla mentalità moderna». Poco oltre, nuova fucilata: «San Francesco non era un amante della natura. Tanto per capire meglio, un amante della natura è proprio ciò che lui non era [...] Come poeta, era esattamente il contrario di un panteista. Non ha chiamato madre Madre d’origine francese Il vero nome del Poverello? Era Giovanni ::: SERGIO DE BENEDETTI Giornali, radio e televisioni vanno ripetendo da ieri sera come in duemila anni mai un Papa si fosse chiamato Francesco. È vero ma va detto che per oltre mille e duecento anni il «nome» Francesco non esisteva. La mamma di Giovanni (questo era il vero nome di Francesco) era francese ed in tutta Assisi veniva chiamata «’a Frangesa». Poiché madre e figlio stavano spesso insieme, anche Giovanni veniva apostrofato come «’o Frangeso». Da qui la derivazione del nome Francesco. Storia breve ma significativa. VOLTO IERATICO Francesco visto da Cimabue (1240 - 1302). Il maestro fiorentino, come Giotto, lavorò per affrescare la basilica di Assisi. Nel transetto destro affrescò la Madonna col Bambino in trono, quattro angeli e san Francesco. È difficile avere un'idea degli affreschi assisiati di Cimabue e della sua bottega, perché oggi sono i più danneggiati della basilica Superiore. la natura; ha chiamato fratello un certo asino e sorella una certa capinera. Un uccello gli passava accanto: qualcosa che aveva uno scopo e una storia, ma uno scopo di vita, non di morte». Che Bergoglio abbia preso il nome di questo rivoluzionario della fede, della lingua e dell’arte provoca un brivido ulteriore rispetto all’originalità. Perché il figlio di Pietro di Bernardone sentì per tre volte la voce di Cristo dirgli: «Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina». Da lì andò in giro, scrive sempre Chesterton, «da solo a raccogliere pietre», diventando «un mendicante che chiede pietre invece del pane». Chi abbia voglia di giocare su Pietro, è libero di farlo. Tornando a Bergoglio, c’è un dettaglio che illumina questo tipo di francescanesimo, temprato alla luce del suo curriculum da gesuita che ha rimandato anche a Francesco Saverio. Il film preferito del nuovo Papa è un manifesto di realismo cristiano, «Il pranzo di Babette» (1987, tratto dal racconto di Karen Blixen). Una sventurata francese in fuga dalla Comune arriva in Danimarca, dove si mette alle dipendenze di due grigie sorelle come cuoca e domestica. Quando vince una somma enorme alla lotteria, anziché tornare in patria spende tutto per allestire un memorabile pranzo, saporito e ricco come un grande amore, che spazza il moralismo sparagnino di chi vede il cristianesimo come un’etica della diminuzione del gusto della vita. Babette ha speso tutto per condividere un’esperienza di bellezza. E agli occhi costernati di chi le dice: «Ma adesso sei povera» risponde: «Un artista non è mai povero». Come Francesco, innamorato di Dio i cui «Frate foco» e «Sora morte» non sono culto della Natura ma - è il solito Chesterton - «una Lode del passaggio dal non-essere all’essere». La fiamma che l’ha roso fino a bucargli mani e piedi era quella di chi cerca il fondo dell’essere. E ci trova l’Essere, non il nulla. E nemmeno la sobrietà. PRIMO PIANO Venerdì 15 marzo 2013 7 @ commenta su www.liberoquotidiano.it SPIRITUALITÀ Il futuro Papa presentò a Buenos Aires «Il senso religioso», fondamentale libro del fondatore di Comunione e Liberazione habemus papam la storia ::: segue dalla prima ANTONIO SOCCI . (...) (col senno di poi). Ma se c’è un uomo in Italia a cui il cardinale Bergoglio è veramente legato da autentico affetto e profonda stima è un sacerdote della Chiesa di Roma, figlio prediletto di don Luigi Giussani, cioè don Giacomo Tantardini. Don Giacomo, che s’illuminava quando parlava del suo amico cardinale e che alla vigilia del Conclave del 2005 lo portava nell’anima come il «suo» candidato, non ha potuto vedere l’avverarsi del suo desiderio su questa terra, perché è morto prematuramente, per tumore, il 19 aprile dell’anno scorso (proprio l’anniversario dell’elezione di Benedetto XVI). Ma gli amici a lui più vicini, soprattutto della rivista 30 Giorni, di cui don Giacomo era la mente e il cuore, ricordano con commozione quell’ultimo incontro in redazione durante il quale, col suo sorriso evangelico, il sacerdote brianzolo (romano d’adozione), considerando il rapido avanzare della malattia, disse più o meno queste parole: «Se il Signore ha deciso di chiamarmi e non posso fare più niente, io offro il mio corpo, la mia vita, per la Santa Chiesa». Per uno di quei misteri che sono noti ai cristiani, ma lasciano comunque ammutoliti, non è passato nemmeno un anno dall’offerta e dal sacrificio di don Giacomo e il suo amico cardinale, che lui considerava un meraviglioso pastore per la Chiesa universale, è stato chiamato da Dio al pontificato. LA MALATTIA Bergoglio aveva seguito con partecipazione l’evolversi della malattia. Il 18 febbraio dell’anno scorso don Tantardini gli aveva chiesto di amministrare la cresima ad alcuni ragazzi, nella chiesa di San Lorenzo fuori le mura e in quell’occasione il cardinale aveva esordito così: «Oggi, seguendo l’invito del mio amico don Giacomo, cui voglio tanto bene, e noi tutti dobbiamo pregare per lui, perché è un pochettino malato… Pregheremo tutti per lui? Sì! L’invito per oggi è di fare queste cresime a voi che venite a ricevere la forza dello Spirito di Dio: credete nella forza dello Spirito! È lo Spirito di Gesù». Poi aggiunse: «Credete in Gesù che vi invia questo Spirito – a voi e a tutti noi: ci invia lo Spirito per rinnovare tutto. Sentite come cristiani, parlate come cristiani e fate opera di cristiani. Ma voi soli non potreste farlo. È Gesù che vi darà questo Spirito, vi darà la forza di rinnovare tutto: non voi, ma Bergoglio, all’epoca cardinale, con don Tantardini Il filo che lega il Papa a Cl Tantardini, discepolo di don Giussani e assistente degli universitari, era amico di Bergoglio. Che gli fu vicino nel momento della malattia ::: CHI ERA LECCHESE Don Giacomo Tantardini è nato a Barzio (Lecco) il 27 marzo 1946. Ha studiato alla Facoltà teologica di Milano del Seminario di Venegono. ALL’UNIVERSITÀ Ha svolto la sua attività pastorale soprattutto tra gli studenti dell’Università di Roma. Incardinato nella diocesi di Roma, dal 1983 al 1997 è stato parroco di Santa Margherita Maria Alacoque a Tor Vergata e assistente ecclesiastico dell’Università di Tor Vergata. SCRITTORE Molto legato al fondatore di Cl, don Luigi Giussani, agli inizi degli anni Ottanta ha pubblicato il volumetto «Chi prega si salva», tradotto nelle principali lingue (anche in cinese), che è stato distribuito in centinaia di migliaia di copie in tutto il mondo. È stato inoltre l’anima del mensile «30 Giorni» diretto da Giulio Andreotti. È morto il 19 aprile 2012. Lui in voi». Concluse sottolineando «questo pensiero di Gesù che è l’unica salvezza, l’unico che ci porta la grazia, che ci dà la pace, la fraternità, che ci dà la salvezza». Don Giacomo è morto esattamente due mesi dopo, il 19 aprile, e il cardinale, il 6 maggio, volle scriverne un ricordo rivolto ai tantissimi giovani che a Roma – attraverso don Giacomo nei decenni scorsi hanno incontrato Gesù Cristo e si sono convertiti: «“Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio; considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede” (Eb13, 7). Così, l’autore della Lettera agli Ebrei ci esorta a tener presenti quelli che ci hanno annunciato il Vangelo e che già sono partiti. Ci chiede di ricordarli, ma non in quel modo formale e, a volte, commiserevole (…). Ci chiede, invece, di ricordarli a partire dalla fecondità della loro semina in mezzo a noi. (…) Così, con questa memoria, ricordiamo don Giacomo e ci chiediamo: che cosa ci ha lasciato? Quali impronte di lui troviamo sul cammino della nostra vita? Oso semplicemente dire che ha lasciato le impronte di un uomo-bambino che non ha mai finito di stupirsi». LA SORPRESA Poi con affetto il cardinale aggiunse: «Don Giacomo, l’uomo dello stupore; l’uomo che si è lasciato stupire da Dio e ha saputo dischiudere il cammino affinché questo stupore nascesse negli altri. Don Giacomo, un uomo sorpreso che, mentre guardava il Signore che lo chiamava, continuamente si chiedeva, quasi non riuscisse a crederci, come il Matteo del Caravaggio: io, Signore? Un uomo stupito di fronte a questa indescrivibile IL COMMENTO DI JULIÁN CARRÓN «Con la scelta del nome ci indica che non ha altra ricchezza che Cristo» «Nella gioia incontenibile di avere una nuova guida per il nostro popolo di credenti, sono colpito da come sia riuscito a comunicarci, fin dalle prime mosse, con gesti semplici, comprensibili per chiunque, dove fissa il suo sguardo». Questo il commento di Julián Carrón, presidente di Comunione e liberazione, sul nuovo Papa. «Con la scelta del nome, Francesco, ci indica che non ha altra ricchezza che Cristo. Non si affida a nessun’altra modalità di comunicarlo se non alla nuda e semplice testimonianza di Cristo», ha detto ancora il leader del movimento ecclesiale. «Nella preghiera del Papa insieme alla moltitudine di piazza San Pietro ha preso forma davanti agli occhi del mondo il miracolo di quella vita che è la Chiesa, il cui cuore è Cristo stesso», ha aggiunto Carrón. “sovrabbondanza” della grazia che vince sull’abbondanza meschina del peccato… un uomo stupito che si è sentito cercato, atteso e amato dal Signore molto prima che fosse lui a cercarlo, ad attenderlo e ad amarlo; un uomo stupito, come quelli del lago di Tiberiade…. E quest’uomo stupito si è lasciato, più di una volta, interrogare: “Mi ami?”, per rispondere con la semplicità ardente dell’amore: “Signore, tu lo sai che ti amo”…». Concluse: «Don Giacomo era così. Non aveva perduto la capacità di sorprendersi; rifletteva a partire da quello stupore che riceveva e alimentava nella preghiera... L’ultima immagine che ho di lui mi commuove: durante la cerimonia delle cresime a San Lorenzo fuori le Mura, con le mani giunte, gli occhi aperti e stupiti, sorridente e serio allo stesso tempo. Lì, pregammo per la sua salute... e lui ringraziò con un gesto che era di speranza di guarire e, allo stesso tempo, di affidamento. Così, per grazia, si può perseverare nel cammino, fino alla fine: l’uomo-bambino si abbandona fra le braccia di Gesù mentre chiede che passi questo calice, e viene preso e portato in braccio, con le mani giunte e gli occhi aperti. Lasciandosi sorprendere ancora una volta, per il dono più grande. Ringrazio Dio nostro Signore di averlo conosciuto. È rivolto anche a me quel “considerate l’esito della sua vita e imitatene la fede” della Lettera agli Ebrei». L’amicizia con don Giacomo aveva come cornice la grande stima di Bergoglio per don Giussani, di cui, il 27 aprile del 2001, volle presentare un libro a Buenos Aires, «L’attrattiva Gesù». Anche nel 1999 aveva voluto far conoscere Giussani ai suoi fedeli presentando un altro suo libro, «Il senso religioso». In quella circostanza disse: «Ho accettato di presentare questo libro di don Giussani per due ragioni. La prima, più personale, è il bene che negli ultimi dieci anni quest’uomo ha fatto a me, alla mia vita di sacerdote, attraverso la lettura dei suoi libri e dei suoi articoli. La seconda ragione è che sono convinto che il suo pensiero è profondamente umano e giunge fino al più intimo dell’anelito dell’uomo». Don Giussani volle ringraziarlo personalmente e gli scrisse un telegramma che – riletto oggi, considerato come don Giussani pesava le parole – assume una colorazione profetica. Don Giussani sottolineò infatti che la sua presenza faceva sentire ai suoi figli spirituali «la vicinanza del Papa e di tutta la Chiesa, nostra Madre, per la quale siamo stati voluti all’esistenza e scelti per ingrossare il flusso del popolo cristiano dall’attrattiva Gesù, l’uomoDio che ci ha raggiunti e convinti. Tanto che Lo abbiamo seguito, con tutti i nostri limiti e con tutti i nostri impeti, tutto a Lui offrendo lietamente nella semplicità del cuore». IL PRESAGIO Quella considerazione sull’affetto del vescovo di Buenos Aires come segno della «vicinanza del Papa» appare oggi come un presagio. Giussani concludeva: «Ci sia maestro e padre, Eminenza, come sento raccontare dai miei amici di Buenos Aires, grati alla Sua persona e obbedienti come a Gesù». Adesso papa Francesco è maestro e padre per tutta la Chiesa. È il principio di una grande purificazione e di un nuovo inizio che porterà la Buona Novella a tutti. Come duemila anni fa. Chi, come me, ha visto, da amico, il calvario di quel grande sacerdote romano che è stato don Giacomo Tantardini negli ultimi decenni, culminato nella malattia e nell’offerta della vita per la Chiesa, fino due giorni fa aveva la sensazione triste di una sorta di disfatta personale. Totale e incomprensibile. Che invece, in un batter d’occhio, il Cielo ha totalmente rovesciato. Dalla croce alla resurrezione. Don Giacomo ha dato la vita per regalare alla Chiesa e all’umanità questo pontificato, questa nuova stagione della cristianità. www.antoniosocci.com 8 PRIMO PIANO Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it STATI ESTERI Fu lui l’uomo di punta della Santa Sede soprattutto nei rapporti con Asia, Africa e poi anche America del Sud habemus papam le nomine Per il ruolo di ramazzatore il favorito è un veneto Pietro Parolin, nunzio apostolico in Venezuela e diplomatico di grande esperienza, dato in pole position per diventare segretario di Stato ::: segue dalla prima FRANCO BECHIS ::: LA SCHEDA . (...) è veneto ed è l’attuale nunzio a Caracas, in Venezuela. I due si conoscono e si frequentano da molti anni, e anche per questo ieri in Vaticano molti davano per certo il richiamo a Roma di Parolin, che quasi tutti indicano come possibile nuovo segretario di Stato al posto di Tarcisio Bertone. L’unica incertezza è nei tempi: Parolin potrebbe essere chiamato subito a diventare il numero due, con la conferma temporanea del segretario di Stato uscente, che garantirebbe un passaggio morbido delle consegne, oppure essere scelto subito come segretario di Stato. In entrambi i casi non si tratterebbe di una rottura clamorosa con la Curia vaticana, e peraltro non sembra questa la decisione del nuovo Pontefice. Parolin è diplomatico di lungo corso: prima di essere promosso nunzio a Caracas nel 2009, per quasi sette anni è già stato sottosegretario di Stato vaticano con delega ai rapporti con gli Stati esteri: la carica più rilevante di secondo grado che gli fu affidata da Angelo Sodano e che mantenne anche sotto Bertone. Fu lui l’uomo di punta della diplomazia vaticana soprattutto nei rapporti con Asia, Africa e dopo anche America del Sud. Negli ultimi anni prima di essere mandato in Venezuela si era occupato in particolare di tre aree del mondo: Cina, Vietnam e grandi crisi africane, dalla Somalia alla Nigeria. Il suo nome era circolato anche per la scelta del patriarca di Venezia, quando Angelo SACERDOTE A 25 ANNI Pietro Parolin è nato a Schiavon, in provincia di Vicenza, il 17 gennaio 1955: ha dunque 58 anni. Ha studiato in seminario proprio a Vicenza ed è stato ordinato sacerdote il 27 aprile 1980. Dopo aver conseguito la laurea in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana, il 1º luglio 1986 è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede, prestando la propria opera in Nigeria dal 1986 al 1989 e poi in Messico dal 1989 al 1992. SOTTOSEGRETARIO IN VATICANO Il 30 novembre 2002 Parolin è stato nominato sottosegretario della sezione della segretaria di Stato vaticana che si occupa dei rapporti con gli Stati. Sette anni più tardi, il 17 agosto 2009, viene nominato arcivescovo ad personam di Acquapendente e nunzio apostolico in Venezuela. Il mese successivo, il 12 settembre 2009, riceve l’ordinazione episcopale da Papa Benedetto XVI nella Basilica di San Pietro. Scola divenne arcivescovo di Milano. Proprio alla vigilia della elezione del nuovo Papa il nunzio apostolico di Caracas aveva concesso una lunga intervista a una giornalista di un quotidiano on line locale in lingua italiana, per dire che “la Chiesa deve diventare sempre piú trasparenza di Gesú e del suo Vangelo, in pratica deve essere Chiesa, vivere senza paure e con fiducia la sua identità. La Chiesa è il “corpo” attraverso il quale continua, nel tempo e nello spazio, la presenza salvatrice di Gesú risorto, in cui si trasmette e si testimonia il suo messaggio di vita in abbondanza, messaggio che solo risponde alle attese più profonde del cuore degli uomini”. All’ipotesi che fosse eletto un Papa latino americano, Parolin aveva giusto due giorni fa quasi esultato: “L’America Latina”, ha sostenuto, “ha tutti i titoli per poter esprimere un Papa. Non dimentichiamoci che è il Continen- te dove vive la maggioranza relativa dei cattolici del mondo. Si tratta di una Chiesa viva, presente nella società, cosciente della sua vocazione di discepola/missionaria. Credo che l’elezione di un Papa latinoamericano potrà imprimere un impulso forte all’evangelizzazione del no- EDIZIONE STRAORDINARIA Oggi «Chi» dedicato al Papa Un’edizione straordinaria del settimanale «Chi», interamente dedicata a Papa Francesco, sarà disponibile in edicola a partire da oggi: 68 pagine di foto inedite, testimonianze dirette e curiosità sui retroscena del Conclave al prezzo di 1,80 euro. Un’immagine di monsignor Pietro Parolin [Ap] stro tempo e al contributo chela Chiesa è chiamata a dare alla soluzione dei grandi problemi attuali, come la povertà, la giustizia sociale e la convivenza pacifica” Parolin dunque è un uomo di Curia, inquadrato come “sodaniano” nella geografia politica interna, ma fedele dopo anche a Bertone. E' soprattutto un diplomatico con i fiocchi, apprezzato non solo da papa Francesco. Se come si dice sarà lui a guidare entro breve la politica estera vaticana, si capisce quale sarà la linea di Bergoglio nella gestione interna della Chiesa. Anche in questo l’immagine rivoluzionaria che si è dipinta all’indomani della sua elezione non corrisponde pienamente alla verità (come l’abito progressista che impropriamente gli è stato cucito addosso). Papa Francesco ha intenzione di riformare radicalmente la Curia, ma non lo farà con lo scontro frontale verso le gerarchie attua- li, né con un repulisti assai semplicistico. Sceglierà in tempi brevi gli uomini in cui crede per la guida dei dicasteri, e in questo non è affatto digiuno di relazioni o possibile ostaggio delle varie cordate. Non andrà muro contro muro, ma sceglierà all’interno di chi c’è, senza guardare le appartenenze, gli uomini che sembreranno culturalmente e professionalmente più adatti agli incarichi offerti. La riforma che ha in testa riguarderà piuttosto le strutture dello Stato del Vaticano: dicasteri e prefetture saranno ridotte all’osso, e le funzioni il più possibile decentrate. La Chiesa- sarà la linea del nuovo Papa- è del popolo di Dio, e non viceversa. Quindi dovrà seguirlo dove il popolo è: ovunque più che a città del Vaticano. Verranno fatte dimagrire tutte le strutture, e molti vertici verranno spostati con loro nei paesi dove quelle funzioni serviranno. Educatori ed evangelizzatori MODERATORE SUPREMO La rete di potere dei gesuiti, l’ordine più «militare» della Chiesa Amati e odiati, i Gesuiti costituiscono l’ordine religioso più «militare» della Chiesa cattolica. Del resto, prima di fondare la Compagnia di Gesù a cui appartiene Francesco I, il primo Papa proveniente dai gesuiti, sant’Ignazio di Loyola (nato nel 1491 e morto nel 1556), aveva combattuto e solo in seguito alla convalescenza dovuta a una ferita di guerra aveva deciso di cambiare vita. In realtà, la spiritualità della Compagnia si fonda su un’esperienza mistica, dalla quale nasceranno gli Esercizi spirituali, nei quali si invita a meditare su «Cristo nostro Signore, re eterno, e davanti a lui tutto l’intero universo; al quale e a ciascuno in particolare rivolge la chiamata dicendo: “È mia volontà conquistare tutto il mondo e tutti i nemici, e così entrare nella gloria del Padre mio; pertanto, chi vorrà venire con me deve faticare con me, perché seguendomi nella pena mi segua anche nella gloria”». Da quel programma scaturi- ranno non solo la missione di evangelizzazione nel Nuovo Mondo, ma anche la formazione delle classi dirigenti, a cui si ispira anche la strategia dell’apostolato gerarchico. Diverranno consiglieri dei re e degli imperatori di tutto il mondo, fino alla Cina. Ma si scontreranno con un’ostilità, esterna e interna alla Chiesa, che porterà allo scioglimento della Compagnia da parte di Papa Clemente XIV nel 1773. Avevano continuato a operare in Russia, finché mezzo secolo più tardi, nel 1814, Papa Pio VII li aveva ricostituiti. Nel frattempo i gesuiti si sono specializzati nella comunicazione. È su loro iniziativa che, a Napoli il 6 aprile 1850, nasce la rivista quindicinale La Civiltà Cattolica, le cui pagine testimonieranno tanto un grande impegno culturale e scientifico, quanto le crisi dottrinali attraversate dalla Compagnia nel post-Concilio Vaticano II, dalle quali tuttavia era rimasto al riparo l’editoriale, sempre sottoposto all’approvazione del Papa ::: Adolfo Nicholas Pachon, 77 anni, è dal 2008 Preposito generale della Compagnia di Gesù, vale a dire il «moderatore supremo» dell’ordine LA SCHEDA LE ORIGINI La Compagnia di Gesù è un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i membri di questo ordine di chierici regolari sono detti Gesuiti. L’ordine venne fondato da Ignazio di Loyola che, con alcuni compagni, a Parigi nel 1534 fece voto di predicare in Terra Santa (progetto poi abbandonato) e di porsi agli ordini del Papa. I gesuiti osservano il voto di totale obbedienza al papa e sono particolarmente impegnati nelle missioni e nell'educazione. STUDI GESUITI Fra le personalità italiane note che hanno studiato in istituti della Compagnia di Gesù ci sono l’ex presidente del Consiglio Mario Monti, il presidente della Bce Mario Draghi, Luigi Abete, Luca di Montezemolo, e poi l’ex direttore di «Liberazione» Piero Sansonetti, il direttore del «Fatto Quotidiano», e Francesco Rutelli. prima della pubblicazione. L’attuale direttore della rivista, Antonio Spadaro, è un esperto di nuovi media. I gesuiti, dal 1931, gestiscono anche la Radio Vaticana. Attualmente, dopo una lunga e difficile fase di normalizzazione avviata da Papa Giovanni Paolo II, dal 2008 il loro preposito generale è lo spagnolo Adolfo Nicolás Pachón. Si è tornati alla missione principale, il servizio della fede e la promozione della giustizia, insieme alla proclamazione del Vangelo. Per questo molti gesuiti hanno fatto della scuola e dell’educazione dei ragazzi il loro impegno principale, inventando i collegi. Presenti nelle università, nelle scuole, nei centri di ricerca e di educazione popolare, nelle parrocchie, nei centri di spiritualità, nelle comunità di vita cristiana i gesuiti hanno formato le élite di numerose nazioni. In Italia, presso l’istituto gesuita Leone XIII di Milano, ha studiato, dalle elementari al liceo, il presidente del Consiglio Mario Monti. A Roma, invece, l’istituto Massimiliano Massimo è stato frequentato dal presidente della Bce, Mario Draghi, dal presidente della Bnl Luigi Abete, dal sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, dal sociologo De Rita, dal prefetto Gianni De Gennaro e dal presidente della Ferrari Luca di Montezemolo. Fra gli allievi di sinistra si contano invece l’ex direttore di Liberazione Piero Sansonetti, il direttore del Fatto quotidiano, Antonio Padellaro e Francesco Rutelli. Accanto alla loro vocazione principale, i padri della Compagnia svolgono anche il loro servizio nelle prigioni, negli ospedali, nelle missioni, accanto agli emarginati della società. Nel passato hanno svolto un ruolo importante nel contrastare la diffusione del protestantesimo e nel diffondere i dettami del Concilio di Trento. Ma la loro storia è anche costellata di numerose vite di santi e di martiri. Ora hanno anche un confratello Vicario di Cristo. PRIMO PIANO Venerdì 15 marzo 2013 9 @ commenta su www.liberoquotidiano.it POLSO GESUITA Il «polso» politico del gesuita sarà diverso da quello di Ratzinger, che lasciò ampi spazi ai suoi collaboratori habemus papam gli scandali Dallo Ior agli appalti, le sacre stanze da ripulire Il nuovo segretario di Stato sarà decisivo per mettere in pratica l’opera di cambiamento che Francesco vuol perseguire in Curia. Primo punto: la banca vaticana. Per poi estirpare la corruzione ::: segue dalla prima GIANLUIGI NUZZI GRAND COMMIS IN TONACA . (...) che raccoglie consensi tra chi ha finora guidato i dicasteri e che vedeva in Bertone il proprio punto di riferimento? Oppure andrà a cercare un conoscitore dei Sacri Palazzi ma capace di imporre una frattura con gli ultimi anni segnati dagli scandali? La scelta del segretario di Stato è un evento assai meno mediatico della fumata bianca, della Sistina, dei porporati che convergono sul nuovo Pontefice. Ma è uno snodo nevralgico per immaginare se e in che termini il compromesso vigilerà sui delicati equilibri tra la Chiesa fuori e dentro le mura. L’altra e ultima carta è quella di un outsider. Un’ipotesi che però pare difficile. Si sta attraversando una fase troppo delicata, i tempi di reazione, l’attesa dei fedeli, i problemi sempre più evidenti riducono le possibilità di un segretario che non ha esperienze di governance. L’esclusione poi degli italiani metterebbe in difficoltà la nutrita pattuglia di porporati italiani, che si troverebbe sotto un giudizio pubblico ancor più palese di quanto emerso dal passo indietro di Benedetto XVI. Così nella pattuglia degli italiani, seppur diversi tra loro, emergono diversi nomi. Piacenza su tutti andrebbe a raccogliere una trasversalità nella comunità italiana: ex bertoniano, incontra consensi da chi era prima vicino a Bertone ma è anche capace di coagulare forze riformiste vicine a Ruini e Bagnasco. Non bisogna nemmeno dimenticare che il nuovo segretario di Stato dovrà far patrimonio del dossier sugli scandali della Curia redatto dai tre cardinali di Vatileaks e lasciato da Ratzinger al suo successore. Una sorta di testamento morale, che pesa sui primi passi del nuovo pontificato. Trecento pagine che passano in rassegna limiti, scandali, scontri, congiure, interessi, devianze nei Sacri Palazzi. Quale sarà la reazione del Pontefice alla lettura? Visti i passati e numerosi richiami di Bergoglio alla “Méditation sur l’Eglise” di Henri De ::: FOSCA BINCHER Non era mai accaduto nella storia della Chiesa. Già un’ora e mezzo dopo la fumata bianca del conclave alcuni dei protagonisti diretti si sono fiondati sui propri social network non solo per festeggiare papa Francesco, ma anche per rivelare qualche segreto della sua elezione e soprattutto dei momenti immediatamente successivi. È stato l’arcivescovo di New York, Timothy Dolan a raccontare le prime parole rivolte agli altri 114 cardinali da Jorge Mario Bergoglio appena eletto Papa: «Dio vi perdoni, per avermi portato qui la casa». È stato il sudafricano Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, a raccontare che subito dopo quelle parole Papa Francesco si è prima ritirato in preghiera, poi si è fatto vestire di bianco ed è tornato nella cappella Sistina: «l’ha attraversata al centro ed è andato a salutare con un abbraccio il Cardinale Ivan Diaz che non può camminare be- Tarcisio Bertone è stato segretario di Stato vaticano fino allo scorso 28 febbraio [Lapr.] Lubac, alla condanna della cosiddetta “mondanità spirituale” tra vanità e carrierismo di chi vede magari il cardinalato come luce che brilla, vanto e non missione e servizio, è facile annunciare una imminente e profonda riforma della Curia. Riducendo i dicasteri come si anticipava nelle congregazioni alla vigilia del Conclave, riportando la collegialità al cuore del potere, evitando quei personalismi imputati spesso a Bertone. A proposito di quest’ultimo, bisognerà vedere se e come si esprimerà il suo grado di influenza, se durerà l’asse con l’altro ex segretario di Stato, Angelo Sodano, o se si romperà questa fragile e giovane alleanza. In Curia non bisogna nemmeno dimenticare la presenza discreta ma pesante e ingombrante di Ratzinger, e quella dell’esigua pattuglia di tedeschi che Benedetto XVI aveva portato Oltretevere. Come si muoverà monsignor Georg? Farà da pontiere tra Francesco e il Papa emerito per evitare che l’argentino cada nelle trappole tese dai gattopardi, da chi annuncia grandi cambiamenti perché nulla cambi. Il primo banco di prova sarà così la finanza. Come si comporterà Francesco rispetto alle filiere di potere che Bertone è riuscito a incardinare nell’apparato? E, soprattutto, quale sarà la linea rispetto al futuro dello Ior, l’Istituto Opere di Religione dove il cardinale vercellese è stato appena riconfermato nella commissione cardinalizia di controllo per altri cinque anni? Insomma, tante questioni aperte che, a scendere, arrivano anche alla gestione quotidiana dell’istituto, che vede oggi nell’ex Banca di Roma Paolo Cipriani il direttore generale assai vicino sempre al segretario di Stato. Le strade potrebbero essere diverse: la riconversione della banca adottando in pieno le misure di trasparenza che voleva Benedetto XVI e che erano state come imposte dagli organi come Moneyval che ancora chiedono l’adozione dei protocolli internazionali. Criteri che andrebbero a impattare su tutti gli organi finanziari della Santa Sede, ridando centralità, per intendersi, a chi ne ha fatto una propria bandiera sino a essere messo in minoranza e risentirne nella salute, come il cardinale Attilio Nicora. Una linea ancora più radicale sarebbe quella di chiudere la banca voluta nel 1942 da Pio XII, andando a trattare convenzioni con i più accreditati istituti di credito europei per tutte le operazioni necessarie. Sarebbe questa una mossa mediatica molto forte - del resto San Francesco non era proprietario di una banca - e avrebbe ricadute imprevedibili sulla gestione degli investimenti, con una oggettiva ammissione di colpa per il passato che diventerebbe insuperabile. L’altra questione nella governance riguarda certamente l’Apsa, che si occupa della gestione immobiliare, e il governatorato, che si occupa delle spese, degli acquisti, tra forniture e appalti che interessano tutto lo stato Città del Vaticano. Lo scandalo dell’ex segretatario generale monsignor Carlo Maria Viganò diventa un’eredità ingombrante. Anche perché Viganò, lombardo brusco schivo e scaltro, dopo esser stato mandato nunzio apostolico a Washington, ha informato dettagliatamente la comunità dei porporati americani per far capire loro la congiura della quale sarebbe rimasto vittima. Congiura ordita - a suo dire - dopo aver denunciato casi di sprechi e corruzioni al Papa. Congiura tramata da Bertone (indicato a Benedetto XVI anche dall’ex direttore dell’Avvenire Dino Boffo nei suoi scritti al Pontefice di un paio di anni fa) con l’aiuto di laici come il giovane dirigente Rai Marco Simeon (che ha sempre negato). E non è un caso che proprio dalle Americhe siano venute le richieste più pressanti sui leaks vaticani e sulla questione dello Ior, a iniziare dal capitolo della misteriosa fuoriuscita dell’ex presidente Ettore Gotti Tedeschi. Più volte il banchiere aveva chiesto di poter essere sentito, di poter raccontare quanto accaduto, senza ricevere alcuna risposta da organi di guida che vedono fortemente consiglieri di assoluta fiducia di Bertone. C’è infine forse il capitolo più importante: la capacità del segretario di Stato di dare applicazione alle linee indicate dal Pontefice. Il “polso” politico del gesuita sarà ben diverso dalla guida dogmatica di Ratzinger, che ha lasciato ampi spazi ai suoi più stretti collaboratori. Ma Francesco, ricordando di venire dall’ultimo posto del mondo, promette di portare la “Chiesa poverella” oltre le mura leonine. I social della fede Cardinali 2.0: tutti a twittare Subito dopo il Conclave i partecipanti hanno riferito particolari e rivelato segreti via web “ Dio vi perdoni per avermi portato qui la casa DOLAN E LE PRIME PAROLE DEL PAPA Ha abbracciato il CardinaleDiaz che non può camminare FOX NAPIER . ne». Sempre Dolan ha raccontato come papa Francesco abbia subito chiesto ai cardinali se andava loro bene celebrare la messa nella cappella Sistina giovedì pomeriggio, perché prima avrebbe vo- luto andare a salutare il suo predecessore e visitare una delle più antiche basiliche di Roma. L’arcivescovo di New York nel suo blog ha raccontato senza particolari piccanti le ultime 48 ore vissute a il graffio Messori, ma per favore... Lo sapeva, Vittorio Messori, ma non l’ha detto a nessuno. Sapeva, il prestigioso giornalista che ha intervistato due Papi, che la scelta sarebbe caduta su Jorge Mario Bergoglio. Ma, ha scritto ieri in prima sul Corriere, ha preferito dirlo solo a Michele Brambilla (che, per inciso, lavora per la Stampa). Messori sa anche chi vincerà la Champions. Lo riferirà solo al triplice fischio. Santa Marta: «Siamo venuti a St. Martha dopo la Messa per eleggere il Pontefice nella Basilica di San Pietro, il martedì mattina. Ogni pomeriggio, e ogni mattina, abbiamo preso un autobus per coprire il quarto di miglio della distanza dal Cortile di San Damaso. Avrei preferito andare a piedi, ma è stato sempre piovoso e umido e ho preferito non scendere e camminare poi nella Cappella Sistina per compiere il nostro dovere di cardinali-elettori. I giardini dei corridoi del Vaticano erano misteriosamente vuoti. Dopo tutto, il papa non era più lì. Ho sempre sognato di trascorrere alcune ore ininterrotte che cercano sulle pareti e soffitti della Cappella Sistina. Non pensavo che lo [email protected] avrei fatto in questo modo! Uno dei cardinali più anziani, che ha vuissuto il conclave del 2005, mi ha assicurato che avrei sentito la presenza dello Spirito Santo in tutto questo. Aveva ragione. Non, in raggi di luce brillante, o nel suono del vento, o in lingue di fuoco, ma nella preghiera comune e privata, nelle prestazioni di giuramento, nelle parole di ispirazione, nelle informazioni scambiate, e nell'incoraggiamento, nell'arte e nel canto di lavoro l’ho proprio percepito». Anche l’ex cardinale di Los Angeles, il discusso Roger Mahony (le associazioni antipedofilia avevano chiesto che non partecipasse al conclave per avere coperto troppi preti della sua diocesi che si erano macchiati di quel delitto), nelle ultime 24 ore ha cinguettato a ripetizione. Felice per papa Francesco: «Non sentite l'energia nuova nella Chiesa, e di essere uniti l’uno con l'altro? Sperimenteremo una nuova Pentecoste come i primi cristiani». 10 PRIMO PIANO Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it SEGNALI DI FUMO La Cina spera nella rottura delle relazioni diplomatiche VaticanoTaiwan per favorire il dialogo con Pechino habemus papam le reazioni IL CONCERTO PERSEGUITATI Il Gonfalone di Roma festeggia il Pontefice a tempo di tango Migliaia di cristiani pakistani protestano contro i recenti attacchi condotti da fondamentalisti musulmani contro le loro comunità Epa ::: ANDREA MORIGI Dopo la fumata bianca, alla Santa Sede arrivano segnali di fumo da ogni parte del mondo. La Cina invita pubblicamente Papa Francesco a un atteggiamento «pratico e flessibile», e nel frattempo avanza la consueta pretesa di una rottura delle relazioni diplomatiche fra il Vaticano e Taiwan per favorire il dialogo con Pechino. E, da subito, fa balenare la minaccia di persecuzioni verso la Chiesa non asservita al regime. Va da sé che i messaggi in codice torneranno al mittente, a testimoniare che i fronti aperti durante gli otto anni del pontificato di Benedetto XVI necessitano di un ulteriore sforzo. Alla diplomazia vaticana non sfugge l’ostilità espressa sotto forma di congratulazioni per l’elezione. Spesso sono i persecutori più accaniti a lanciare gli appelli più accorati alla tolleranza. Il portavoce dei Fratelli Musulman, Mahmoud Ghozlan ricorda che «il Papa precedente aveva un approccio a volte conflittuale e le sue parole potevano suonare come offensive nei confronti del profeta dell’islam». Al nuovo Pontefice chiede di lavorare «per raggiungere la pace nel mondo e per disinnescare l’odio tra le nazioni» e perfino di impegnarsi a «realizzare i princìpi di Cristo». Infine esprime l’auspicio che «migliorino i rapporti tra il Vaticano e Al Azhar», l’Università islamica del Cairo. Peccato che si fossero interrotti nel 2010, in seguito a un appello di Papa Benedetto XVI a proteggere i cristiani d’Egitto. Quale potrà essere la politica della Santa Sede, lo anticipa siu Islamici e cinesi minacciano «Non ci si metta contro» I Fratelli Musulmani chiedono di rompere con la linea di Benedetto XVI Ma il Pontefice guarda anche alla persecuzione dei cattolici in Occidente Asianews un altro egiziano, il gesuita Samir Khalil Samir, secondo il quale, poiché il suo confratello «è stato per anni ordinario delle Chiese orientali, sarà sensibile ai problemi di queste terre. Le Chiese d’Oriente ormai hanno più fedeli nel continente americano che nei loro Paesi d’origine. Queste caratteristiche consentiranno al Papa di poter parlare a tutta la Chiesa universale». E non solo, visto che la Chiesa ortodossa russa e il presidente Vladimir Putin lo incoraggiano a proseguire sulla linea del predecessore mentre il primo invito in Medio Oriente arriva dal presidente israeliano Shi- mon Peres, insieme agli auguri delle comunità ebraiche. In effetti, il tema della libertà religiosa si annuncia da più parti come il nodo centrale da affrontare. Il sociologo torinese Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio della Libertà Religiosa istituito dal Ministero degli Esteri, ricorda che, oltre al sostegno ai cristiani perseguitati nel mondo, nel suo ministero a Buenos Aires il cardinale Bergoglio abbia denunciato sistematicamente come «la Chiesa sia oggi perseguitata anche in Occidente» e si sia battuto perché «sia riconosciuto che la libertà religiosa dei cristiani è violata quando la Chiesa è pubblicamente insultata e messa in ridicolo». Il sociologo cita un testo del cardinale Bergoglio secondo cui «la Chiesa è perseguitata tramite il metodo della diffamazione e della calunnia che crescono, contagiano e si giustificano fino al punto di sembrare ragionevoli», e menziona pure gli interventi del futuro Pontefice sul tema delicato del conflitto tra libertà di espressione artistica e diritto delle comunità religiose a non sentirsi offese. Dunque, conclude Introvigne «possiamo attenderci da Papa Francesco una forte attenzione, nel solco di Be- nedetto XVI, al tema della libertà religiosa e alle sue violazioni non solo in Africa e in Asia, ma anche in Occidente, dove l’intolleranza verso i cristiani sempre più spesso diventa discriminazione e persecuzione». Chi avrà da dolersi, molto probabilmente, saranno gli attuali governanti statunitensi, in particolare i «cattolici adulti» come il vicepresidente Joe Biden e il segretario di Stato John Kerry. Sono seriamente a rischio scomunica. Da presidente dei vescovi argentini, non più tardi di cinque anni fa, l’allora cardinale Bergoglio richiamava i politici alla «coerenza Ieri sera all’Oratorio del Gonfalone di Roma, come per una felice premonizione dopo la nomina del papa, s’è tenuto il concerto dal titolo «italiani in viaggio» eseguito dal «Duotango», un duo di chitarre italo-argentino costituito dall’italiano Giorgio Albiani, docente del Conservatorio di Cesena, e dall’argentino Omar Cyrulnik che è anche assessore della direzione generale dell’insegnamento artistico del Ministero della Cultura. «Duotango» hanno eseguito tutta la musica più rappresentativa della tradizione argentina da nord e sud, per arrivare al tango di Buenos Aires. Questo progetto, ideato dallo stesso Giorgio Albiani, raccoglie musica di compositori italo-argentini che hanno fatto lo stesso viaggio della famiglia del Santo Padre. Con questo concerto il Gonfalone celebra così papa Francesco. eucaristica», cioè ad astenersi dalla comunione nel caso in cui si fossero schierati a favore dell’aborto, dell’eutanasia o di altri crimini contro la famiglia. Altri, addirittura, temono la guerra. Nel Regno Unito, la stampa ricorda che nel 2012, a trent’anni dal conflitto alle Isole Malvine, Bergoglio aveva invitato i fedeli a pregare «per coloro che sono caduti in difesa della madrepatria» e «a rivendicare» la sovranità sull’arcipelago dell’Atlantico «usurpato» dai britannici. Ora che è Papa e a Londra non governa più Margaret Thatcher, la faccenda si fa terribilmente seria. I parenti piemontesi «Noi Bergoglio, gente seria Jorge è sempre di famiglia» ::: CHIARA PELLEGRINI PORTACOMARO STAZIONE (ASTI) Nel piccolo comune di Portacomaro Stazione, poco più di 2.000 anime nel cuore dell’astigiano, Anna, Armando e Delmo Bergoglio, i tre cugini di terzo grado del Santo Padre, sono pronti a partire per Roma. Ieri sono stati contattati dalla Santa Sede per organizzare la loro presenza in Vaticano il 19 marzo, in occasione della messa d’insediamento di Jorge Mario Bergoglio. Notte insonne per il signor Delmo. Contadino e allevatore, prossimo alla pensione, si concede emozionato all’assalto della stampa. «Quando ho sentito pronunciare il mio cognome con orgoglio ho pensato “ecco un Bergoglio Papa”». E a chi gli chiede come si sente a essere cugino, seppur alla lontana, del nuovo Pontefice, risponde: «I Bergoglio sono gente seria e decisa che non si lasciano comprare con quattro risate». Il ricordo che il signor Delmo ha di Papa Francesco risale alla Seconda Guerra Mondiale. «Avremmo avuto cinque o sei anni, non ricordo bene. Abbiamo vissuto nella stessa casa, seppur in periodi diversi. Tornò in queste terre quando era cardinale. Non c’ero ma i parenti mi hanno raccontato che era normale, uno di noi». Fu allora che Papa Bergoglio volle portare via in un sacchetto un po’ di terra, per non dimenticare le proprie origini. Anche il cugino Armando, agricoltore e allevatore di una decina di mucche e vitelli, ha voglia di raccontare un po’di storia della famiglia. «I Bergoglio comprarono questa casa nel 1864», spiega, «Qui erano tutte vigne, erano tutti contadini. Il bisnonno del Papa, che si chiamava Francesco viveva qui, poi il nonno, che aveva un negozio di alimentari ad Asti emigrò in Argentina». Oggi nella casa che fu di Papa Francesco e dei suoi nonni c’è un nuovo proprietario. Il signor Giorgio, che ha acquistato l’abitato nel 1990, racconta di un rapporto epistolare con l’allora cardinale iniziato nel 2005, all’epoca del penultimo Conclave, quando il futuro Papa andò in visita dai suoi parenti nell’astigiano. «Quella volta io non c’ero», racconta il signor Giorgio, «ma poi gli scrissi, gli mandai le foto della casa e lui mi ri- IL RITRATTO Da sinistra, dietro: Alberto Horacio (fratello), Jorge Mario Bergoglio, Oscar Adrian (fratello), Marta Regina (sorella). Davanti: Maria Elena (sorella), Regina (madre) e Mario Jose (padre) Ansa spose». Diverse lettere tra l’Argentina e il piccolo paese dell’astigiano, l’ultima del 9 gennaio scorso, in tutte, racconta ancora, «mi ha chiesto di pregare per lui. Forse ho pregato troppo», sorride. La cugina Anna continua a ricevere telefonate e visite. «È un momento molto bello», confessa, «non posso dire che ce lo aspettavamo, ma posso dire che siamo felici. Anna, 67 anni, impiegata in Comune a Portacomaro fino a pochi anni fa, ora pensionata, vive con la figlia Roberta, 44 anni, operaia in una fabbrica della zona, e il cugino Armando. La loro cascina è un via vai di gente del posto e di giornalisti da ogni dove. C’è anche il sindaco di Portacomaro, Walter Pierini. «Stiamo pensando cosa potremmo organizzare per onorare questo grande evento», ha detto il primo cittadino, «forse un pullman per Roma. Invitare il Papa qui ora ci sembra davvero azzardato, ma magari fra due anni quando ci saranno le celebrazioni di Don Bosco». Domenica alle 11, nella chiesa della Beta Vergine degli Angeli si celebrerà una messa di ringraziamento per il nuovo Pontefice. PRIMO PIANO Venerdì 15 marzo 2013 11 @ commenta su www.liberoquotidiano.it IL MALE Il 13 è sempre alla fine di un ciclo: 13 i mesi lunari, 13 erano nel Cenacolo, 13 il numero associato alla sommossa di Lucifero habemus papam le profezie Col Papa «nero» spunta la «fine del mondo» Il nuovo Pontefice gesuita scatena il millenarista: il pianeta non ha scampo. In effetti, dopo Grillo in Parlamento e Prodi ricandidato al Quirinale qualche dubbio viene. Ma resta un’enorme baggianata ::: segue dalla prima MARIO GIORDANO . (...) che significa?». È lo stesso colore dell’incarnato di Bergoglio. «Lo vedi che sei cieco? Bergoglio è il Papa Nero». Sì, e io sono Brigitte Bardot da giovane. «E allora stammi a sentire, a’ Brigitte». Sono tutt’orecchie. «Il Papa non è forse un gesuita?». Lo è. «I gesuiti non hanno forse un superiore?». Come quasi tutti, purtroppo. «E il superiore dei gesuiti non viene forse chiamato Papa Nero?». Sì, viene chiamato così. «Allora vedi che ho ragione io: Papa Francesco è il Papa Nero. La fine del mondo è vicina». Avete mai avuto a che fare con un millenarista convinto? Il pianeta non ha scampo, voi neppure. Il millenarista non sente ragioni, soprattutto non sente la ragione: procede per istinto e terzine di Nostradamus, suggestioni bibliche, Fatima, Lourdes e profezie simil Maya. E alla fine riesce sempre a raccontarvi l’Apocalisse come se fosse l’Almanacco del giorno dopo. Quando poi anche Sua Santità il Pontefice ci si mette d’impegno, citando nelle sue primissime parole la «fine del mondo», chi li tiene più i profeti di sventura? «Era un messaggio chiaro, non hai capito?». A me sembrava solo una battuta simpatica... «E te pare che il Papa sale lassù in alto e poi fa le battute come al cabaret? Che è il Vaticano o Zelig?». Beh, in effetti… «Credimi: nessuna parola viene lasciata al caso». Ne sei così sicuro? «E tu no?». Ho qualche dubbio. «A’ Brigitte, svegliati…». Ok, d’accordo, mi sveglio. Ma non riesco a credere alla profezia di Malachia, non mi appassiona Nostradamus, ho affrontato a pie’fermo il «mille e non più mille» dell’anno 2000, ho strologato su black-out mondiali, bachi informatici, catastrofi nucleari legate al cambio di millennio, ho fatto finto di tremare persino sull’assai più laica e recente profe- zia Maya, che andava tanto di moda. Ed essendo sempre regolarmente sopravvissuto insieme all’umanità intera, ora mi viene da ridere quando vedo qualcuno che ancora si affanna a cercare segni dell’incombente catastrofe, come se non bastassero gli effetti del governo Monti. «Papa Ratzinger? Aveva nel cantone sinistro del suo simbolo una testa di moro (Il presagio! Il presagio!). E poi Malachia non parlava forse di De Gloria Olivae?». Sì, ma che c’entra? «C’entra, eccome: Papa Ratzinger è nato nel sabato santo del 1927, dunque sotto il segno dell’ulivo (Un altro presagio! Un altro presagio!)». Sì, ma che c’entra? «C’entra, ascolta: in Segreteria di Stato chi c’è? Bertone? E sai qual è il nome completo di Bertone? Tarcisio Pietro. E dove è nato? A Romano Canavese?». Sì, ma che c’entra? «C’entra, ascolta: qui siamo arrivati al Papa Pietro Romano di cui parla LA «TRINITÀ» Uno scatto del 1979 (riproposto su Twitter) riunisce gli ultimi tre Papi: a destra Wojtyla (allora in carica), a sinistra Ratzinger, in mezzo Bergoglio. Malachia, che pascerà il gregge fra mille tribolazioni». E dunque è la fine del mondo? «Sicuro». Sicuro, come no? Siamo alla fine del mondo. Forse è per questo che mi sento così confuso. C’è Grillo in Parlamento, Prodi ricandidato al Quirinale, in Russia piovono meteoriti, il Torino forse si salva e il Papa si dimette: una serie di congiunture astrali davvero difficili da ritrovare tutte insieme. Il millenarista ci sguazza felice come un bambino a Gardaland: «Cosa diceva Nostradamus?». Sinceramente non l’ho mai capito. «Perché sei un cieco». No, è che preferisco leggere Topolino. «Fai lo spiritoso, ma intanto adesso si capisce che cosa voleva dire». Di che stai parlando? «Non la conosci la sestina dei Gemelli?». No, preferisco la sestina del Leone, della Bilancia o meglio di tutto quella della Vergine. «Stupido: nella sestina dei Gemelli si dice che il mondo finirà quando avrà generato appunto due gemelli». Continuo a non capire. «Lo vedi che sei cieco? Con Papa Francesco ci sono due gemelli». Che dici? È padre? Di due gemelli? E nessuno lo sa, a parte il tuo Nostradamus? «Stupido al quadrato. I due gemelli sono i due Papi, no? Come fai a non capire…». Già, come faccio a non capire? Evidentemente non ho i numeri per queste profezia. «A proposito di numeri…». No, per favore fermati... «Ci hai fatto caso?». A che cosa? «Quando è stato eletto Papa Francesco?». L’altro ieri. «E che giorno era?». Il 13. «Di più». Il 13 marzo. «13/3/2013». Cabala? «Il 13 è sempre alla fine di un ciclo: 13 sono i mesi lunari, 13 sono i segni nell’astrologia celtica». Tredici era il numero del panchinaro nelle vecchie squadra di calcio. «Ma perché dici sempre stupidaggini? 13 erano nel Cenacolo, 13 sono le lettere che compongono in latino Jesus Christus, 13 è il numero associato alla sommossa di Lucifero. E poi quel numero ha un significato astrologico: sai quanto fa la somma dei primi 13 numeri?». Mai stato bravo in matematica. «Fa 91». Come il tram che passa dal centro. «Ma va’: 91 è il numero di giorni che c’è in ogni stagione». E allora? «Allora tutto torna». Allora benissimo: tutto torna, ma io me ne vado, caro amico millenarista. Perché, diciamoci la verità: può anche darsi che la fine del mondo sia vicina davvero. Ma allora, nel caso, se davvero ci restano poche ore di vita, vorrete mica sprecarle occupandovi di simili baggianate? La salute Azzardo papale Vive con un polmone solo La santa cinquina da giocare Gli è stato asportato per una grave infezione quando aveva 21 anni Giorno, nome, provenienza, data di nascita: i numeri sono 1-13-28-36-65 Tante le curiosità su Papa Francesco che circolano incessantemente sui media di tutto il mondo, dalle 19.06 del 13 marzo. Dall’istante preciso della sua investitura ufficiale a nuovo Pontefice, c’è anche una notizia che riguarderebbe in particolare un suo specifico problema di salute. Jorge Mario Bergoglio, stando a giornali ed esperti, vivrebbe infatti con un solo polmone. Un solo polmone anche se perfettamente funzionante; e il motivo che lo ha portato a questa condizione è un po’ particolare. All’età di 21 anni, quando ancora non era entrato in seminario e conduceva una vita normale tra studi, amici e fidanzata, Mario fu colpito da una grave polmonite, e gli venne asportata la parte superiore del polmone destro. A quell’epoca, infatti, malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti erano curate soltanto chirurgicamente per la scarsità di antibiotici. Ed è proprio per questo motivo che i vaticanisti lo avevano escluso dalla lista dei papabili durante quest’ultimo conclave, nella convinzione che il successore di Ratzinger dovesse essere giovane ed energico. Ma i cardinali elettori, evidentemente, hanno poi usato un diverso metro di giudizio. Il 76enne Jorge Mario Bergoglio secondo il biografo ufficiale del Papa Sergio Rubin, «ha rallentato un poco» con l’età e sente gli effetti dell’operazione. Ma niente di grave, ci auguriamo tutti noi, e nessun impedimento per essere il Santo Papa di tutti. LA PROFEZIA SU TWITTER Il sogno che si avvera . «Il mio ragazzo si è svegliato alle 4 del mattino dicendo di aver sognato un nuovo Papa chiamato “Francesco I” e oggi Benedetto si dimette». La frase fu scritta da Yolanda De Mena, ragazza spagnola su Twitter l’11 febbraio scorso, a mezzanotte. L’elezione di Papa Francesco ha attirato l’attenzione di tutto il mondo, suscitando grande emozione anche tra i giocatori del Gioco del Lotto che non si sono fatti scappare l’occasione di dar vita ad una cinquina speciale. 1) Papa Francesco è il primo papa sudamericano in assoluto e il primo nella storia a scegliere questo nome. 13) come il giorno della sua elezione, avvenuta appunto il 13 marzo. 28) come il Paese natale del nuovo papa, l’Argentina, il cui bisnonno era piemontese. 36) come 1936, anno della sua nascita a Buenos Aires. 65) secondo la smorfia è il numero associato al nome Francesco. La figura del Papa ha già portato fortuna anni fa a due fortunati giocatori pugliesi premiandoli con vincite pluri- milionarie. La prima vincita risale a mercoledì 24 aprile 2005, a pochi giorni dalla scomparsa di Papa Giovanni Paolo II: a Surbo, in provincia di Lecce, un fortunatissimo giocatore centrò in pieno la cinquina 2-19-26-78-85 su tutte le ruote ispirata a Papa Wojtyla (Giovanni Paolo II), riuscendo a portarsi a casa una vincita totale di ben 3.062.250 euro con una giocata da 15 euro. La seconda vincita milionaria legata alla figura del Papa risale al 2008: ben 3.031.250 euro a fronte di una giocata da 1,50 euro, con la cinquina 518-20-71-89 sulla ruota di Bari. Il vincitore, un cittadino di Vernole (LE), prese tre dei cinque numeri giocati (18, 5 e 20) che corrispondevano al giorno, mese e anno di nascita di Giovanni Paolo II. 12 ITALIA Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: GOVERNO CERCASI Dall’Alabama alla Cina La grillina che pare Giannino Giallo sulle lauree all’estero La neoeletta Marta Grande punta a diventare la nuova Pivetti ma non c’è traccia di titoli e master che aveva annunciato di avere ::: ENRICO PAOLI Due lauree e un master. Tutto preso all’estero, fra l’Alabama e la Cina. Anzi, no. Una sola laurea all’Università di Huntsville e due master. Macché, una laurea e un master. No, no. Una semi laurea, una quasi laurea e vari master. Ma no master master, solo corsi. Ecco, sì corsi. E un solo diploma, non laurea. Di maturità scientifica, però, preso in Italia. Almeno questo. Eccolo qua il gioco dell’oca dei titoli di studio di Marta Grande, grillina del grande passato e dal rilucente futuro, osannata dal quotidiano La Repubblica come se fosse la nuova Irene Pivetti. E lei, già compresa nella parte racconta al quotidiano di Ezio Mauro di avere una Laurea in lingue presa in Alabama, un master alla Luiss e un diploma all’università di Pechino. Più accessori vari. Tutte cose che Repubblica prende per buone, salvo poi dubitare il giorno dopo, come abbiamo fatto noi di Libero. Ma siccome questo è il suo momento meglio esagerare: «Il mio mito è Nilde Iotti». E invece Marta Grande da Civitavecchia è solo una ragazza di 25 anni, furba e maldestra al contempo, che ha saputo prendere al volo il treno fatto partire da Beppe Grillo, lanciato contro il Parlamento. Solo che i grillini, una volta arrivati alle stazioni di Montecitorio e palazzo Madama, sono scesi con ordine dai vagoni e si sono accomodati sui comodi divani di Camera e Senato. Altro che rivoluzione. Altro che cittadini contro la Casta. Solo che stare in parlamento comporta qualche costo. Come quello sulla trasparenza. Marta Grande? «Sì, sono io». Ma lei è laureata o no? «Certo che domande... vada a controllare sul sito». Ma è saltato fuori che i suoi titoli non sono validi? «Io non ho detto nulla di tutto questo». Vero parlano gli atti. Anzi, la rete, tanto cara ai grillini. Procediamo con ordine. Sito del Movimento 5 Stelle, sezione dedicata agli eletti alla Camera: «Sono nata a Civitavecchia dove ho conseguito il diploma scientifico; mi laureo nel 2009 in lingue e commercio internazionale presso l’Università dell’Alabama in Huntsville. Successivamente, tornata in Italia, conseguo un Master in Studi Europei. Attualmente mi sto laureando in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre». E ancora: «Nell’estate 2012 seguo un corso in relazioni internazionali alla Peking University in Cina, in particolare sulla transizione di potere a livello internazionale, il declino occidentale e le nuove relazioni internazionali del ventunesimo secolo». Roba che ci vogliono due vite, se si è persone normali. E allora proviamo a fare un giro nella rete. In tutte le interviste le ::: LA VICENDA LA DONNA Marta Grande è una giovane deputata grillina nata a Civitavecchia nel 1987. Sogna di essere la nuova Nilde Iotti. LE LAUREE La neo-deputata grillina in corsa per la presidenza della Camera, delle lauree non sa che farsene, o meglio, non Italia. Pare, infatti, che i titoli accademici conseguiti all’estero e sfoggiati nell’atto d’iscrizione alla Camera dei Deputati, non abbiano nessun valore nel Belpaese. LA DICHIARAZIONE Lo scorso 12 marzo, Marta Grande, uscendo dall’incontro con la delegazione piddina, aveva dichiarato: «Ci aspettiamo che i candidati che proporranno siano all’altezza del ruolo, siano di specchiata moralità, che abbiano profili di trasparenza etica e che non abbiano contribuito a portare il Paese dove siamo arrivati». IL CASO GIANNINO Qualche settimana fa erano venute alla luce le bugie di Oscar Giannino. Il fondatore di Fare per fermare il declino non ha mai conseguito la laurea, né il master in business administration all’università di Chicago. rampante grillina spiattella le sue lauree e i suoi master. Proviamo anche con Wikipedia, non si sa mai. La pagina a lei dedicata, alle 13.43 di ieri (l’ultimo aggiornamento è delle delle 10.13 del 14 marzo 2013) afferma che la deputata grillina è in possesso del seguente titolo di studio: «Laurea in lingue e commercio internazionale». Secondo la nota biografica, in realtà, si tratta di un «Bachelor of Art», un diploma universitario e nulla più. Parliamo con la diretta interessata che conferma la laurea. Torniamo su Wikipedia, allora. E qui arriva la sorpresa. La pagina, alle 14.59 del 14 marzo 2013, è stata completamente modificata e la laurea è sparita. Alla voce «Titolo di studio» c’è solo «Bachelor of Arts in Foreign Languages and International Trade». Nelle note qualche dettaglio in più. «Dal 2007 al 2009, a Huntsville negli Stati Uniti d’America, ha frequentato il Corso Flit - Foreign Languages and International Trade (Corso di Lingue straniere e commercio internazionale)» e nel nel 2009 consegue il relativo «Bachelor of Arts, diploma universitario». Che non è una laurea, ma solo un corso biennale. L’unica certezza è che, dal 2010, sta frequentando il «Corso di laurea magistrale in Relazioni internazionali presso la Facoltà di Scienze politiche, dell’Università degli Studi Roma Tre». Beh, per una che Repubblica aveva già beatificato come la nuova Pivetti, una bella bocciatura. Con o senza laurea, come insegna Oscar Giannino. Modesto inciso: la pagina di Wikipedia dedicata a Marta Grande è stata modificata ieri sera 19.37. . IL COMICO E LA DEPUTATA Marta Grande, 25 anni, è stata eletta alla Camera nel Lazio. È anche in virtù dei suoi titoli di studio, se da più parti è stata indicata come la futura possibile presidentessa della Camera. [Ansa/Fotogramma] La corsa alle poltrone Beppe candida un oriundo e un concierge Il Movimento 5 stelle rifiuta l’accordo coi democratici e lancia gli esordienti Fico e Orellana per Camera e Senato il graffio Waldo o Grillo? Su Sky Cinema torna da martedì Black Mirror.Waldoè animato da un comico che diviene il candidato antipolitica numero uno, grazie a insulti, attacchi ai politici e parole semplicistiche. Che sia brizzolato e genovese? ::: BRUNELLA BOLLOLI Sono Roberto Fico e Luis Alberto Orellana i due candidati del Movimento Cinque Stelle per Camera e Senato. Decisi dopo ore di assemblea e votazione palese a doppio turno con applauso finale dei rispettivi gruppi di parlamentari neo-eletti. Fico, 38 anni, è un grillinodellaprima ora.Napoletano,hauna laurea in Scienze delle Comunicazioni, un master in Knowledge managment organizzato dal Politecnico di Milano, e alle spalle diverseesperienze lavorative nei campi più disparati: da redattore in una casa editrice, a direttore della ristorazione in hotel, passando per la gestione dell’ufficio degli studenti stranieri dell’Università di Helsinki. Nel 2005 ha creato il Meetup Napoli “Amici di Beppe Grillo”, diventato con i suoi oltre 3.800 iscritti, il più numeroso ma anche ilpiùseguitofra tuttiiMeetupnel mondo. Si è candidato alla regione Campania e contro De Magistris a sindaco di Napoli. Già dai primi incontri grillini si è subito capito che Fico aveva più esperienze di molti altri colleghi neo-eletti (e anche più sintonia con i due guru Grillo e Casaleggio), però alla votazione per il capogruppo della Camera è stato beffato per una manciata di voti da Roberta Lombardi. Da subito nella rosa dei papabili per la presidenza della Camera, ieri il ballottaggio gli ha dato ragione sul siciliano Tommaso Currò. Orellana, candidato per la presidenza del Senato, è originario di Caracas ma italiano da quando negli anni Settanta la legge italiana ha consentito anche alla madre di trasmettere la nazionalità ai propri figli. Mia madre», ha spiegato lui stesso sul blog, «è infatti italiana e quindi pure io». È sposato e padre di due figli. Ha trascorso l’infanzia in Venezuela ed è arrivato in Italia, a 13 anni, nel 1974. A Pavia si è laureato in Scienze dell’Informazione. Ha trascorso un anno come cooperante a Nairobi, in Kenya e per lavoro ha sempre viaggiato molto: Guatemala, Colombia, Brasile e Argentina. Nel 2009 si è candidato alle Comunali di Pavia con una lista civica. E’ membro del comitato promotore della legge di iniziativa popolare “Zero Privilegi” per ridurre i costi della politica lombarda; referente pavese dei referendum contro il nucleare acqua pubblica. Orellana vanta inoltre un impegno personale contro l’infiltrazione della ’ndrangheta in Lombardia. Il M5S, che ieri sera ha presentato i due prescelti in streaming, punta anche alle due vicepresidenze e ad un questore per ogni Camera, ma «senza scambi», tuona Grillo dal suo blog. «È meglio un salto nel buio che un suicidio intellettualmente assistito», ha scritto il leader del M5S riprendendo un articolo di Paolo Becchi, che invita i neoparlamentari a «non ascoltare le sirene» di giornali e partiti. Un pensiero condiviso dal comico genovese e dai suoi che infatti ieri hanno chiuso al Pd e a qualunque accordo politico. ITALIA Venerdì 15 marzo 2013 13 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: GOVERNO CERCASI Inciucio o provocazione? Pazza idea: Lega e Monti per la Finocchiaro Calderoli lavora a un patto per dare Senato al Pd e Camera al Pdl in cambio del sì alla macroregione. Ma i numeri ballano ::: segue dalla prima BRUNELLA BOLLOLI . (...) Pier Luigi Bersani. Una pazza idea, un’intesa impensabile finora che, però, consentirebbe alla Lega di portarsi a casa la presidenza della Conferenza Stato-Regioni (e la macroregione tanto cara ai padani), e al Pd di insediare Anna Finocchiaro come proprio candidato per lo scranno più alto di Palazzo Madama. Roberto Calderoli non ha dubbi: «La Finocchiaro è un candidato eccellente per quel ruolo». E il Pdl? Per l’alleato numero uno la Lega ha proposto la presidenza della Camera. La conferma arriva da un’intervista dello stesso Calderoli alla Padaniadi oggi. In cui dice chiaro: «Siamo pronti a discutere di tutto e con chiunque». Anche con Monti e i montiani? Su questo non ci sono conferme padane, ma è evidente che Bersani deve stringere anche con gli esponenti di Scelta civica se vuole incassare la fiducia al Senato. I numeri, del resto, sono quello che sono. Si balla fino all’ultimo voto. Di sicuro, però, dal mancato smacchiatore di giaguari è arrivato l’ordine di scuderia di votare scheda bianca ai can- didati del M5S scelti per le Camere. Altro che accordi con i grillini e ok a dei perfetti sconosciuti. Dopo fitte riunioni, “conclavi” al Nazareno e Matteo Renzi con i suoi in un hotel di Roma, alla fine il segretario ha cambiato strategia e ha deciso di procedere per gradi nel suo cammino verso la fiducia. Fino a ieri aveva lanciato generosi ami ai Cinque Stelle, aveva offerto loro lo scranno finora occupato da Gianfranco Fini, la terza carica dello Stato. E invece il dialogo tra Pd e M5S, ieri, ha subìto uno stallo. Una drastico cambio di rotta. E non solo per le continue bordate lanciate dal comico sul suo blog. Naufragata anche la richiesta di un incontro per valutare un possibile accordo per il voto odierno, ultimo tentativo degli sherpa democratici per assicurarsi la governabilità. Quelli del M5S, all’inizio, avevano accettato a patto che fosse una cosa rapida e tutto visibile in streaming, come piace a Grillo e a Casaleggio. L’incontro, previsto per ieri sera, è stato però spostato a stamattina alle 8.30, appena prima di entrare in Aula. «Il Pd ci ha chiesto di rinviare la riunione, ma per noi è troppo tardi e per questo abbiamo declinato l’invito», hanno spiegato dal Movimento. Insomma, Roberto Calderoli Fotogr. un altro stop al Pd. A cui Bersani ha replicato parlando dall’assemblea dei senatori: «La nostra proposta di corresponsabilità non è stata raccolta dalle altre forze. Propongo dunque di votare scheda bianca alle Camere per continuare a lavorare ad un accordo». In verità, il malessere è diffuso all’interno del Pd. Pare che Dario Franceschini, in pole position per il dopo Fini, abbia sbattuto i pugni sul tavolo: non possiamo lasciare la terza carica dello Stato ai grillini. Siamo noi il primo partito e quel ruolo spetta a noi. Cioè a lui. Tanto più che il Pd avrebbe ceduto solo in cambio di un via libera dei grillini alla Finocchiaro per la presidenza di Palazzo Madama. Così non è stato e non sarà mai e quindi, ciao Camera e ciao Fico: votiamo scheda bianca. Malumori sulla gestione Bersani anche al vertice dei renziani, riuniti per oltre tre ore vicino a Termini. Uscendo Paolo Gentiloni ha sottolineato le perplessità della componente: «La nostra linea è quella di stare alla larga da tutta la trattativa sulle presidenze delle Camere, sul governo e sul Quirinale. «Non vogliamo assaltare chi sta conducendo questa trattativa», cioè il segretario, «ma nemmeno ci si può chiedere di fare proposte e trovare una soluzione», ha concluso il deputato. Particolarmente proficuo, invece, il lungo incontro tra una delegazione del Pd con i tre big della Lega: oltre a Calderoli, Giancarlo Giorgetti e Massimo Bitonci. Summit durato oltre un’ora e concluso con il via libera del Carroccio al Pd per il dopo Schifani in cambio di un Pdl alla presidenza della Camera, ma soprattutto in cambio della presidenza della conferenza Stato Regioni e di una macroregione del nord, del centro e del sud, antico progetto di Miglio. Il tutto, ovviamente, con la benedezione del Cavaliere che ha incontrato Roberto Maroni due giorni fa. Oggi, comunque, non ci dovrebbe essere alcuna «fumata bianca» né per Montecitorio né per Palazzo Madama. Al momento prevalgono veti incrociati e manovre ostruzionistiche e si vocifera nel Pdl che Bersani potrebbe anche cambiare i nomi in ballo per Camera e Senato: non più Franceschini e Finocchiaro, ma personalità che potrebbero essere gradite anche ad altri partiti. E pesa l’incognita Lega la cui priorità, al pari del Pd, non sono le urne ma che la legislatura duri il più possibile. Gioco al massacro L’intrusa Bersani tira la corda (con Grillo) E Renzi prepara la scissione ::: DAVIDE GIACALONE La scissione del Partito democratico è già avviata. Può fermarla solo un interno capovolgimento di linea politica, rendendo possibile il lavoro di Giorgio Napolitano e realizzabile la nascita di un governo incaricato di mettere in sicurezza l’Italia. Sostenuto dai parlamentari del Pd, del Pdl e facenti capo a Mario Monti. Ove ciò sia interdetto, ove la linea gotoriana di Pier Luigi Bersani riesca a bloccare le sinapsi della sinistra, non resterà che la via della separazione non consensuale. Chiamando l’arresto di Silvio Berlusconi, non richiesto da nessuna procura, l’onorevole Maurizio Migliavacca si segnala quale squadrista ed esponente dell’inciviltà politica (capace di superare in stoltezza la cantata sulla scalinata), ma sbaglia chi crede che egli ce l’abbia con Berlusconi. Allineandosi al mazziere pentastellato, a quel Vito Crimi che già bazzicò le truppe dipietriste, Migliavacca prova a ricattare i suoi compagni di partito, preparandosi ad accusarli d’intesa con il capobanda di Arcore. Una linea disperata, coperta da un Bersani ancor più disperato. Otterranno una sola cosa, se non saranno sconfitti: la fine del loro partito. Ciò che guida il Pd bersanizzato è la rabbia cieca. È sufficiente che tale rozzezza vada a far scopa con la voglia di rivincita che matura in un letto del San Raffaele e nulla più sarà possibile, se non la corsa alle urne. Con la singolarità che non verrebbero viste quale sciagura, ma come approdo felice. Alle urne torneremo presto, ma la gran differenza sta nel collocarle dopo la sicurezza dei conti e la riforma del sistema elettorale o quale surrogato dell’una e dell’altra cosa. La seconda che ho detto, per la pletora d’incapaci che oggi tiene in scacco chi pur vede l’enormità del pericolo. La tattica della rovina è presto riassunta: Bersani continua a corteggiare Beppe Grillo, figurandosi una scena irreale in cui i suoi parlamentari si sentiranno presto parte del Parlamento, anziché di un aggregato separato e vincente; seguendo tale illusione offre trattative nel corso delle quali spera di corrompere loro, mentre invece si svergogna lui; persevera, pur osservando la propria umiliazione, perché sa che ostruire ogni altra via porta alle elezioni, nel qual caso mantiene il controllo del Ex celebrità e scongiuri in Parlamento ::: MONICA MACCHIONI LOTTA INTESTINA Beneficato e sconfitto Ieri in Transatlantico il beneficato da Cesa Cera, e il giovane Occhiuto parlavano tra loro fitto fitto. Nessuno è riuscito a comprendere nulla di quel dialogo, ma è probabile dal’intensità dei loro sguardi che commentassero oltre alla fase politica anche le vicende interne dell’Udc. Il segreatrio del Partito democratico Pier Luigi Bersani persiste nella ricerca di un accordo con Grillo e i suoi fedelissimi invocano le manette per il Cav. Ma molti democratici ritengono che sia la strategia errata Fotogramma partito, assicuratogli da una direzione composta da gente che ha perso il senso della realtà e gli tributa l’unanimismo tipico dei congiurati, la sera prima delle idi di marzo (oggi). Se questa tattica, adottata con il ghigno furbesco che fiorisce sul volto degli ottusi, andrà in porto è ovvio che Matteo Renzi non avrà le primarie. E, del resto, se proprio non riusciranno ad evitarle, le perderà nuovamente. Specie se trovano un kamikaze, per il quale ruolo pensano a Fabrizio Barca. A quel punto suppongono che il gioco sia fatto. Ma che gioco è? Se si rivotasse in quel modo la sinistra potrebbe solo perderci, perché è escluso che conquisti la maggioranza al il graffio Lettera di richiamo Lettera di Napolitano a Giannini di Repubblica, autore di «una versione arbitraria e falsa dell’incontro con una delegazione del Pdl. È falso che mi siano stati chiesti provvedimenti punitivi contro la magistratura». E l’invito ad avere «rigore e zelo nei confronti di tutti i sediziosi, dovunque collocati e comunque manifestatisi». Compresi quelli di Repubblica. Senato, mentre quella alla Camere ce l’ha di già, mettendola a rischio. Berlusconi porterebbe la campagna sulla persecuzione, consolidando il suo partito di canterini tremebondi e privi di personalità, e magari spendendo i soldi che la volta scorsa ha risparmiato. Mentre a favore di Grillo potrebbe prendere la parola anche l’ambasciatore iraniano, che di cose italiane mostrerebbe di capirne assai più di quello americano (e lo scrivo da atlantico convinto). Bello scenario, non c’è che dire. Ma è più probabile che non ci si arrivi, che Renzi rompa, facendo in ritardo quel che avrebbe dovuto già fare, e che un pezzo del gruppo dirigente del Pd, quello più carnalmen- te togliattiano, abbandoni l’emiliano traumatizzato alla rovina. Ne risulterebbe un Parlamento in cui, comunque, sarebbe necessaria una grande coalizione. Senza avanguardisti del qualunquismo e avversari dell’euro. Scenario migliore? Mica tanto, perché il tempo perso si traduce in danno economico per un Paese in pesante recessione economica e in tragica perdita di peso politico internazionale. Indigna, profondamente, il fatto che tutto ciò sarebbe evitabile, se solo chi ha sale in zucca avesse anche qualche vertebra. Troppi minuscoli in circolazione. Con questi si passa dal declino al degrado. www.davidegiacalone.it Quelli eran giorni... Solo in fondo alla sala lettura ieri si è affacciato in Transatlantico Francesco Pionati. Lontani i tempi in cui il re del pastone del Tg1 veniva tirato per la giacchetta, invitato ovunque, accompagnato da uno stuolo di persone. Ma si sa: lo sport preferito dei palazzi è quello di andare come le maree dieto al potere. E la mancata rielezione di Pionati è una buona ragione per qualche cinico per fargli meno feste. Tavoli pieni... In mensa una deputata grillina ha avvicinato sorridendo un giornalista del Tg3 e ha confessato: «Certo che non si trova neppure un posto. Questa mensa è stracolma». In effetti prima in mensa era difficile trovare un onorevole. Ora i tavoli sono stracolmi di neoparlamenmtari grillini! Il transatlantico pieno di non candidati e di esclusi dal parlamento (i cosiddetti «trombati») che vanno in giro a dire e sperare che «tanto si vota presto». 14 ITALIA Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: GOVERNO CERCASI La strategia Pdl tra pm e Camere: non scappa dall’Aula ma vota scheda bianca Gli azzurri scelgono di partecipare alle elezioni dei presidenti, però vogliono un accordo sul Colle. Anche su D’Alema ::: BARBARA ROMANO «Una cosa è certa: domani noi entreremo in Parlamento, resteremo in aula e voteremo scheda bianca», ha annunciato ieri sera il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, reduce dal vertice di partito con Silvio Berlusconi. La posizione che assumerà oggi il centrodestra in aula durante l’elezione dei presidenti di Camera e Senato sarà ufficializzata nella riunione di partito convocata alle 8.30 a Montecitorio. Ma la linea che seppellisce l’Aventino è stata decisa ieri pomeriggio a Milano, nel summit tenutosi al San Raffaele, dove l’ex premier è ricoverato da venerdì scorso per un’uveite. Al capezzale del capo c’erano Angelino Alfano, il presidente del Senato, Renato Schifani, i capigruppo Cicchitto e Maurizio Gasparri, Denis Verdini e Sandro Bondi. Tutto lo stato maggiore di via dell’Umiltà a ora di pranzo si è trasferito nella suite ospedaliera del capo per pianificare la strategia e stabilire chi guiderà i gruppi del Pdl di Camera e Senato. Il summit si è aperto con le peggiori intenzioni di Berlusconi e dei suoi pasdaran, Verdini in testa, più che mai orientati a disertare l’aula oggi durante le prime votazioni a Palazzo Madama e a Montecitorio. Il Cav, infatti, è convinto che ci sarà un’escalation nell’offensiva giudiziaria contro di lui. Ma la moral suasion delle colombe pidielline e l’apertura mostrata da Monti e da alcuni esponenti di Scelta civica nei confronti del Pdl ha indotto Berlusconi a più miti consigli. Se si dovesse realizzare un asse tra Pdl e montiani, soprattutto al Senato, hanno spiegato al Cav i suoi colonnelli contrari all’opzione aventiniana, le chances di condizionare le votazioni per la presidenza salirebbero. A quel punto, non è escluso che il partito di Berlusconi, grazie anche ai voti di Scelta civica, possa puntare su un proprio candidato per lo scranno più alto di palazzo Madama: il nome più quotato al momento è quello del presidente uscente, Schifani. Anche se un big del Pdl fa notare che «non sono le presidenze di Camera e Senato quelle che ci interessano, ma il Quirinale, perché quella è la sola alta carica che può tutelare l’incolumità di Berlusconi dal punto di vista giudiziario». Da giorni, infatti, il Cav ha lo sguardo puntato direttamente sul Colle più alto e ragiona con i suoi su una figura di garanzia del Pd che potrebbe essere gradita anche al centrodestra. Uno dei nomi circolati con più insistenza ultimamente è quello di Giuliano Amato, da sempre gradi- ::: I PROCESSI MEDIASET L’ex premier Silvio Berlusconi è accusato di frode fiscale nella compravendita dei diritti tv Mediaset. Accusa che in primo grado gli è costata quattro anni di carcere, tre dei quali coperti da indulto. La nuova sentenza è attesa per il 23 marzo. RUBY L’accusa è di prostituzione minorile e riguarda la vicenda della allora 17enne marocchina Ruby Rubacuori, fermata il 27 maggio 2010 perché accusata di furto. Berlusconi avrebbe telefonato in Questura per chiedere notizie della ragazza spacciata per la nipote di Mubarak. La sentenza è attesa per il 25 marzo. UNIPOL Secondo i giudici, il Cavaliere avrebbe divulgato intercettazioni protette dal segreto d'ufficio effettuate durante le indagini riguardanti la scalata alla Banca Nazionale del Lavoro tentata nel 2005 dall’Unipol. Lo scorso 7 marzo Berlusconi è stato condannato a un anno di reclusione e al pagamento in solido di 80.000 euro. SOFFERENTE L’ex premier e leader del Popolo della Libertà Silvio Berlusconi. Entrato in Politica nel 1993, non ha mai subìto condanne definitive. Ricoverato per un’uveite, potrebbe essere dimesso oggi dall’ospedale LaPresse to a Berlusconi, che in questi giorni tiene in particolare pregio la matrice craxiana del pluri-ex premier, convinto com’è che «i giudici con me vogliono fare Craxi 2». Ma il vero sogno del cassetto del Cavaliere per il Quirinale, secondo fonti del Pdl ma anche del Pd, è Massimo D’Alema. A Berlusconi non è sfuggito il discorso che ha fatto “Baffino” all’ultima direzione nazionale a via del Nazareno, il 6 marzo, in cui ha esorato i suoi a liberarsi dal «complesso dell’inciucio», sottolineando la necessità di un dialogo con centrodestra. Sta di fatto che qualcosa si sta muovendo sia a destra sia a sinistra perché sia D’Alema a incarnare la quadratura del cerchio sulla più alta carica dello Stato. Che è poi la poltronissima istituzionale che sta più a cuore anche alla sinistra. Molto più di quelle di Camera e Senato. Fonti vicine a Bersani, infatti, riferiscono che il Pd potrebbe non puntare sulla presi- denza di Montecitorio e spendere per Palazzo Madama il nome della capogruppo uscente Anna Finocchiaro, figura gradita anche al centrodestra, come confermano fonti del Pdl. Tutto sta a vedere se stamane si consoliderà o no l’asse Pd-M5S sui più alti scranni di Camera e Senato. Prima di salire sulle barricate, il partito di Berlusconi ha scelto di stare alla finestra a studiare le mosse dei democratici, ma anche dei montiani e della Lega. Stamattina, infatti, il Pdl annuncerà la linea che terrà in aula solo dopo che il Pd avrà scoperto le sue carte. L’assunto di fondo resta la stesso: o c’è un accordo generale che comprenda il prossimo inquilino del Colle oppure si va al voto a giugno. Ancora in alto mare la scelta dei capigruppo. Al Senato è in pole-position Schifani, alla Camera c’è un testa a testa tra Maurizio Lupi e Renato Brunetta, anche se è spuntato pure il nome di Mara Carfagna. SANITÀ LOMBARDA Uomini di Formigoni nel mirino Nuove perquisizioni nelle case Nuove perquisizioni in abitazioni di stretti collaboratori di Roberto Formigoni. Secondo una voce che sembra attendibile riportata dal sito voceditalia.it, ma non confermata dalle fonti ufficiali, all’alba di ieri sarebbero state eseguite nuove acquisizioni di atti da parte degli uomini della Dia lombarda e fiorentina (di supporto alla prima) nell’ambito delle numerose inchieste sulla sanità in Regione Lombardia. Tra i destinatari dei provvedimenti alcuni collaboratori della Presidenza. Non è dato di sapere molto di più ma è verosimile che si tratti di un’ulteriore sviluppo dell’indagine che ha visto l’esecuzione di sette arresti, tra i quali imprenditori del settore medicale fornitori di alcune aziende ospedaliere della Regione, ma anche l’ex direttore della Padania Leonardo Boriani in quanto trafficante di relazioni. Nella stessa inchiesta è stato indagato Carlo Lucchina, ex direttore generale del settore sanità regionale, già coinvolto nell’inchiesta sulla Fondazione Maugieri che a Milano coinvolge direttamente il presidente uscente. LAURA MARINARO Scandalo giudiziario nel Salernitano Il Pd ha gli atti processuali prima dei pm Avviso di garanzia a sindaco Pdl: la sinistra aveva già in mano il documento senza la firma del magistrato ::: PEPPE RINALDI Sulla capacità degli uffici giudiziari italiani di assicurare il riserbo sui propri atti, ne abbiamo sentite di ogni tipo. Sulle garanzie personali mortificate dalla pubblicità delle decisioni prima che raggiungessero i destinatari dei provvedimenti, pure. Sull’utilizzo delle inchieste a fini di lotta politica, non ne parliamo. Ma che un avviso di garanzia finisse nella mani di oppositori politici dei «futuri indagati» prima ancora che il pm lo firmasse, nessuno osava neppure pensarlo. Invece è successo. Possibile? E dove? Nella procura di Vallo della Lucania, nel salernitano, dove un avviso di conclusione indagini e contestuale informazione di garanzia nei confronti di dieci persone, politici e tecnici di un’amministrazione comunale (San Giovanni a Piro, nel Cilento) per un’ipotesi di turbativa d’asta, circolava e veniva esibito ai destinatari senza la firma del pubblico ministero, senza la necessaria e obbligatoria nomina di un avvocato difensore, per non dire dei timbri e della data che, si sa, de che dopo qualche tempo cominciano offrono certezza temporale degli atti. a circolare non solo le voci ma addirittuRoba che a raccontarla si rischia d’esser ra i documenti «grezzi» relativi a un’impresi per invasati berlusconiani. Niente minente bufera giudiziaria pronta a tradi tutto questo, volgere l’apovviamente, parato polile carte parlatico-burono da sole. cratico del Ma ricapicomune. Il toliamo. sindaco inLa giunta carica qualdi San Giocuno di anvanni a Piro, dare a fondo guidata da per capire se un sindaco quelle voci di centrodesiano fondastra (Maria te. Siamo verStella Gianso la fine di nì) affida la gennaio. gestione di un Tempo qualL’avviso di garanzia senza la firma parcheggio ad che giorno e si scouna coop sociale. pre che l’avviso di gaDue consiglieri di opposizione, area Pd, ranzia era stato consegnato brevi manu fanno il solito esposto in procura lamen- e in busta controfirmata - al comandantando i soliti favoritismi. Accade ovun- te della polizia urbana (che ammetterà que. Ma non altrettanto ovunque acca- tutto) da un avvocato, feroce oppositore politico della maggioranza e, manco a dirlo, legale di fiducia dei consiglieri Pd che avevano denunciato la presunta turbativa. Ma si trattava del documento senza la firma del pm procedente (il sostituto Renato Martuscelli) e privo di tutto il resto (vedi foto). I futuri indagati (futuri perché nessuno aveva notificato loro alcunché) vanno in tribunale il 7 febbraio e denunciano tutto al procuratore capo, che si trova a dover aprire un fascicolo dinanzi a tale e tanta gravità. Dopo 8 giorni, alla fine, l’avviso viene formalmente notificato agli indagati, tra cui il vice sindaco Alberto Astone, membri della maggioranza e tecnici comunali. È evidente che si tratta di materia pronta per il Csm, se e quando ne sarà informato: e col clima che c’è in queste ore nel Paese nessuno può prevederne l’esito. Resta da capire come mai la procura abbia poi aperto un fascicolo a “modello 45” (n.135/2013/45) cioè contro ignoti. Di ignoto, nei fatti raccontati, c’erano solo i «dettagli» formali della pubblica accusa. E scusate se è poco. ITALIA Venerdì 15 marzo 2013 15 @ commenta su www.liberoquotidiano.it ::: GOVERNO CERCASI Effetto SuperMario Imu, Tares e crisi: mercato della casa giù del 30% Prezzi e compravendite crollano in tutta Italia: siamo tornati ai livelli del 1985, mentre i grillini tifano decrescita ::: FAUSTO CARIOTI Mentre le trattative di governo tra Pd e grillini si concentrano sulla «decrescita», Mario Monti consegna agli italiani il suo ultimo regalo: la distruzione del valore dellacasa,bene primarioperlefamiglie del ceto piccolo e medio. Ieri l’Agenzia delle Entrate ha diffuso i dati del mercato immobiliare nell’ultimo trimestre del 2012, e quindi il bilancio dell’intero anno passato. Un bagno di sangue: il volume complessivo delle compravendite immobiliari è crollato del 24,8% rispetto al 2011, riportando il mercato ai livelli di trent’anni fa. La decrescita è già tra noi. Transazioni e prezzi dimuniscono ovunque, in ogni zona d’Italia e per ogni tipologia d’immobile, anche se gli acquisti delle abitazioni, nell’ultimo trimestre del 2012, sono crollati (-30,5%) più della media. Trovare i responsabili non è difficile: si chiamano Imu sulla prima casa e Tares, e l’autore è il governo dei professori, quello che doveva rimettere in piedi l’Italia. Il bilancio finale non è disastroso solo per i contribuenti, ma anche per lo stesso Stato gabelliere: meno transazioni e volumi più bassi significano meno entrate fiscali. Tutti più poveri, tassatore e tassati. Il mercato degli immobili residenziali lo scorso anno ha riguardato appena 444.018 transazioni: il 25,8% in meno rispetto al 2011. Per trovare un livello peggiore bisogna tornare al 1985, quando le abitazioni vendute furono 430mila. Rispetto al dato migliore, registrato nel 2006 (869.000 operazioni), il numero di compravendite di case si è addirittura dimezzato. Va male in tutti i comuni, da Milano (-23,7%) a Roma (-23,6%) sino a Palermo (-26,4%). Unica eccezione è Napoli, dove la flessione è appena dello 0,8%: ma questo è dovuto al fatto che il comune partenopeo ha dismesso una quota ingente del proprio patrimonio abitativo, facendo così impennare il numero delle transazioni. Assieme ai volumi delle compravendite scende il valore delle case passate di mano. Come risultato del crollo del numero dei contratti e del prezzo degli immobili, il fatturato del mercato delle abitazioni si è ristretto a 74,6 miliardi di euro, in calo di oltre 26 miliardi sul 2011 (-26%). Non va molto meglio a chi deve mettere sul mercato altre tipologie di immobili: diminuiscono le transazioni nel settore del terziario, ovvero per gli immobili destinati a uffici e istituti di credito (26,6%); nel commerciale, vale a dire per i negozi (-24,7%); nel produttivo, cioè negli immobili accatastati come capannoni e industrie (-19,7%). Tirando le somme, le unità immobiliari vendute nel 2012 sono state 993.339, quasi 330mila in meno del 2011, con una discesa del 24,8%. Altro segno della crisi, il calo dei mutui: il capitale prestato da banche e società finanziarie per l’acquisto di un immobile si è ridotto del 42,8% rispetto al 2011, mentre le compravendite di abitazioni con mutuo sono scese del 38,6%. Dati che non lasciano molto spazio alle interpretazioni. Confedilizia denuncia che un calo di queste dimensioni «fa pensare ad un’altrettanto pronunciata caduta dei valori, a riprova del fatto che sulla proprietà diffusa si è abbattuta un’altra patrimoniale, oltre all’Imu e alla Tares». Alle forze politiche l’associazione dei proprietari di casa chiede «un intervento che attenui la smodata fiscalità, specie dell’Imu sperimentale varata dal governo Monti, e che molti non sarebbero comunque in grado di pagare». Eppure chi si candida a governare parla di tutto tranne che di questo. Il Paese è appeso a un gruppo di improvvisati tra le cui scarne letture figura Serge Latouche, filosofo francese che predica la decrescita come soluzione a tutti i mali. Vito Crimi, capogruppo al Senato dei Cinque Stelle, spiegava ieri al Corriere della sera che i grillini puntano a un governo le cui priorità siano «l’acqua pubblica, la decrescita, la mobilità intelligente». Ma più decrescita di così si muore: il mercato più importante, quello della casa, è appena tornato ai livelli di trent’anni fa. Peggio dei grillini c’è solo il disperato che li insegue pietendo un accordo di governo, ovviamente alle condizioni imposte da loro. Un esecutivo che magari porterebbe Pier Luigi Bersani per qualche mese a palazzo Chigi, ma darebbe al ceto medio in ginocchio la mazzata finale. A tempo scaduto Solo ora Monti chiede meno rigore Il Prof vola a Bruxelles per ammorbidire i vincoli di bilancio. Ma la sua amica Merkel non molla ::: SANDRO IACOMETTI Il senatore a vita Mario Monti Epa Dopo un anno di austerity imposta agli italiani Mario Monti si è presentato ieri al suo ultimo vertice europeo (che proseguirà anche oggi) per chiedere misure per la crescita. Una battaglia che oltre ad essere paradossale sembra anche destinata ad ottenere risultati poco più che marginali, considerato che lo schieramento inetrnazionale in campo a difesa della flessibilità è lo stesso che qualche settimana fa ha duellato, perdendo, sul bilancio europeo. Il tentativo del premier uscente (chiesto a gran voce anche dai vertici del Ppe con cui il Prof si è incontrato prima del summit) è quello di portare a casa una sostanziale apertura nei confronti della cosiddetta golden rule, ovvero la possibilità di scorporare dal conteggio del deficit gli investimenti pubblici produttivi. Una sfida che potrebbe rivelarsi di basso profilo, se l’Europa, come sembra per ora, si limiterà ad autorizzare le possibilità già offerte dalle norme di bilancio esistenti. Puntano più in alto altri Paesi, come la Francia, la Spagna e il Portogallo, che vogliono maggiore flessibilità sui piani di rientro dei conti pubblici per non strangolare le rispettive economie nazionali che già segnano pesantemente il passo. Ma il risultato sarà probabilmente l’ennesima frattura con il fronte rigorista guidato dalla Germania, che ha già mostrato di non essere intenzionata ad ascoltare le ragioni di chi chiede maggiore flessibilità. Tra i più intransigenti alleati di Berlino spicca la Finalandia, che non vorrebbe arretrare di un millimetro neanche sulla golden rule. «Non sono d'accordo», ha spiegato il primo ministro Jyrki Katainen, perché «è troppo difficile stabilire quali sono gli investimenti per il futuro che sono fuori da questo calcolo». L’ex presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker è convinto che si debba «trovare una nuova intersezione tra le politiche di crescita e quelle di consolidamento», altrimenti «corriamo il rischio di una ribellione sociale». Ma i margini di manovra sono molto stretti. Il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, parla di una strategia europea a quattro gambe, che devono muoversi tutte di pari passo, ma poi avverte che «la stabilità finanziaria è una precondizione, senza la quale sarebbe difficile generare lavoro e crescita». Quanto all’Italia, Juncker è moderatamente ottimista: «Non credo avrà presto bisogno di un piano di salvataggio». Mentre Van Rompuy è convinto che alla fine «il buon senso prevarrà» e che se l’Italia «se l’Italia continua nella direzione di questi ultimi mesi, ha tutte le chance per ritornare al suo legittimo posto nella zona euro». In serie B, verrebbe da dire. twitter@sandroiacometti Paura da licenziamento Rischio privacy Un lavoratore su due lavora di più A giorni scatta il grande fratello fiscale L’Italia e il lavoro. Binomio controverso e interessante, oggetto di studio nella ricerca Nuovi sogni e antiche speranze: ritratto dell’Italia che lavora in tempo di crisi, condotta dall’Agenzia per il lavoro Openjobmetis in collaborazione con l’Istituto di ricerche ISPO fondato da Renato Mannheimer. Quest’ultimo ha presentato ieri a Milano i risultati: due terzi degli italiani che lavorano sono soddisfatti del loro impiego. Allo stesso tempo, gli impiegati temono per la sicurezza del proprio lavoro. Ciò che più preoccupa i lavoratori è il licenziamento. Non hanno paura di dover ridurre le loro ambizioni, temono solo di essere mandati a casa. L’insicurezza lavorativa - oltre ad essere un elemento grave perché denuncia la minore efficienza del Paese - ha un’importante conseguen- Il grande fratello fiscale bancario è pronto ad entrare in funzione. Resta solo da attendere il via libera dell’Agenzia delle Entrate che potrebbe arrivare giusto nei prossimi giorni, sempre che Attilio Befera - ottenuto anche il nulla osta sull’adeguata riservatezza dei dati del garante per la Privacy - non opti per un rispettoso rinvio in attesa della formazione del nuovo governo. L’unica certezza è che mercoledì prossimo, 20 marzo, è prevista all’Associazione bancaria italiana (Abi) una riunione tecnica con gli operatori (finanziari interessati per approfondire «le problematiche di natura interpretativa e quelle informatiche ancora esistenti». Dopo tanti stop, remore e frenate, partirà a za: per mantenere la propria competitività all’interno dell’azienda, gli impiegati sono pronti a lavorare di più. Anzi, il 53% degli intervistati (un campione di 800 persone) dichiara di averlo già fatto. Secondo gli addetti ai lavori questo potrebbe penalizzare le donne che essendo il motore dell’«impresa famiglia», hanno a disposizione meno tempo degli uomini. E i giovani? La disoccupazione giovanile è una delle piaghe del nostro Paese. Secondo lo psichiatra Paolo Crepet - ospite tra gli altri della conferenza - il problema dei ragazzi sono i genitori e la campana di vetro in cui mettono i figli. Nessuno è infatti capace di inventarsi un lavoro, aspettano che arrivi la manna dal Cielo. Di questi tempi, è molto difficile. ANT.LUP. giorni il nuovo sistema di controllo rafforzato su saldi e movimenti dei conti correnti e degli altri tipi di strumenti finanziari. Ai cervelloni del fisco, entro il prossimo 30 ottobre, verranno riversati milioni di rapporti bancari, postali, anche i ripetuti accessi alle cassette di sicurezza. Le Entrate hanno previsto che gli operatori comunichino i dati entro il 31 marzo di ogni anno. Quelli relativi al 2011 andranno, però, inviati entro il 10 aprile 2013 e quelli di quest’anno entro il 18 luglio 2013 per consentire al sistema di entrare in funzione. L’intento è di scovare gli evasori, sondando i movimenti bancari del 2011 e adottando il controllo incrociato tra redditi dichiarati gli e afflussi valutari. 16 ESTERI Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it BERLINO FRENA: NON SAPPIAMO CHI AIUTIAMO ISRAELE Da Londra e Parigi armi ai ribelli siriani . Netanyahu fa un governo laico e di centrodestra Torna in scena il fronte europeo antiraìs. Francia e Gran Bretagna hanno intenzione di levare l’embargo di armi per i ribelli siriani, anche se non riusciranno a convincere gli altri Paesi dell’Unione Europea a fare altrettanto: lo ha reso noto il ministro degli Esteri francese, Laurant Fabius. In mancanza di unanimità al prossimo Consiglio Affari Esteri, a Bruxelles - ha spiegato Fabius a France Info - i due Paesi già in prima linea contro Gheddafi decideranno di rifornire i ribelli. «La posizione che prendiamo con i britannici è che gli europei levino l’embargo perché i ribelli siriani possano difendersi», ha spiegato il capo della diplomazia di Hollande. L’Europa sull'argomento è molto divisa; il ministro tedesco degli Esteri, Guido Westerwelle, si è detto contrario. Berlino teme che le armi inviate all’opposizione siriana cadano «nelle mani sbagliate». Oggi guerriglieri, domani terroristi ::: LEONARDO PICCINI Molti di loro sono come Hamza, il «Leone», ragazzi che non hanno ancora compiuto trent’anni, e che spesso non sanno nemmeno dove esattamente saranno portati, ma che comunque sono animati dalla voglia di combattere contro il regime dell’«infame Assad»; altri, invece, sono come Abdel Rahman Ayachi: vogliono tornare nella terra dei loro padri «per reislamizzare il nostro popolo e se necessario combattere e morire per il santo Profeta». Lui, non ci ha pensato due volte e ha preferito lasciare in Italia la giovane sposa Hyam, che in arabo significa «Amore delirante», affidandola alla cura della madre e della sorella, e partire per un amore ancora più forte, quello per il Jihad. Sono davvero tanti gli arabi «italiani» partiti per la Siria: secondo alcune fonti sarebbero addirittura tra i 50 e gli 80, ragazzi e giovani uomini che oggi ingrossano le fila dei ribelli anti Assad e che da mesi combattono una guerra senza fine, provati dalla carenza di armi e da obiettivi spesso divergenti. C’è chi parte per vendicare un famigliare o un amico, chi per reagire alla passività della comunità internazionale, chi per fede e chi combatte per «liberarsi da quarant’anni di dittatura sanguinaria imposta dalla minoranza alauita», odiata dalla maggioranza della popolazione sunnita. Ayman, un siriano di 45 anni, ha le idee piuttosto chiare: «posso assicurarvi che mai, in un lasso di tempo tanto ristretto sono partiti Mujaeddin di casa nostra: quegli «italiani» contro Assad Sono di origine siriana ma anche egiziana, tunisina e libica. Lasciano il nostro Paese per abbattere il raìs e «reislamizzare Damasco» per la Siria così tanti fratelli, e non sono solo siriani: ci sono anche egiziani e tunisini. Dall’Italia sono partiti perfino dei libici. Nemmeno per la Bosnia o per l’Afghanistan ci sono stati tanti volontari». E non partono solo da qui, dagli aeroporti di Roma e Milano , ma anche dalla Francia, dal Portogallo e dalla Spagna: «sono ormai diverse centinaia i “giovani europei” che si battono con coraggio in Siria al fianco dei fratelli mussulmani». Un fenomeno che preoccupa fortemente la presidente dell’agenzia europea Eurojust, Michèle Cominsx. Secondo la nostra fonte, il fenomeno è tutt’altro che scontato: «oggi è più facile partire per la Siria e combattere il jihad. Ti imbarchi su un volo per la Turchia e non hai nemmeno bisogno di un visto. Atterri e Istanbul e lì ci pensano i nostri a organizzare l’invio dei ragazzi oltre il confine. La strada per raggiungere i «campi di smistamento» è facilmente percorribile. Non ti ferma nessuno, nemmeno lungo la ::: ALESSANDRO CARLINI Folgorato sulla via per la Mecca, si potrebbe dire per l’olandese Arnoud van Doorn. A 46 anni, dopo una carriera politica nel Partito della libertà (Pvv) di Geert Wilders, rinomato per le sue posizioni xenofobe e contro l’Europa, si è convertito all’islam. Una decisione del genere non poteva che essere accompagnata dalle dimissioni da vicepresidente del Pvv. La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo. Da quando si è saputo della sua conversione, i suoi follower su Twitter si stanno moltiplicando e hanno superato quota 10 mila: in gran parte musulmani che non hanno perso l’occasione per sfruttare questa defezione «eccellente». Le emittenti ::: JIHAD ALL’EUROPEA QUANTI SONO Sarebbero circa 80 i combattenti arabi (siriani ma anche egiziani, tunisini e libici) che hanno lasciato l’Italia per andare a combattere contro Assad LE CELLULE I volontari vengono presi in consegna da miliziani dell’Els appartenenti a uno dei consigli militari provinciali, che reclutano volontari provenienti dalla Turchia e che si sono costituiti in cellule o in gruppi di ribelli differenti, che operanoinmodoclandestinoma checomunqueagisconoinmanieracoordinata frontiera. Non trovi né un poliziotto, né un militare turco. Ci si infiltra facilmente e da lì si raggiunge il villaggio di Khirbet al Juz, dove è attivo uno dei tanti campi profughi allestiti lungo il lato siriano del confine con la Turchia ». È proprio in quei campi che si incontrano migliaia di siriani sfuggiti alla dura repressione, e tra loro «ci sono quelli disposti a fare il percorso inverso, per portare in prima linea i volontari europei». Gli attivisti italiani vengono reclutati non solo nelle moschee, ma anche attraverso Facebook, dove da alcuni mesi opera «Sham», un gruppo di attivisti d’opposizione, definiti dal regime di Assad, «nàshit», cioè «infiltrati», ma anche «collaborazionisti degli americani» e «terroristi», e come tali sottoposti a una durissima repressione dai mastini del «Mukhabarat Jawiyya», la più temibile delle quattro agenzie di controllo e repressione del regime siriano. E se gli «italiani» che partivano per combattere in Bosnia, entravano a far parte del «battaglione di mudjahidin» di Zenica, tappa obbligata per le giovani reclute europee, e se in Iraq ci pensava la branca locale di Al Qaeda a pren- derli in consegna, oggi in Siria i ribelli europei vengono arruolati da vari gruppi jihadisti e milizie «come quelli dell’Esercito libero siriano (Els)», ci dice Ayman, «braccio armato della Coalizione nazionale siriana», l’unico gruppo riconosciuto dall’Occidente e che oggi controlla alcune aree del Paese come la regione centrale di Hama e Homs. Accanto a Els, guidato da ufficiali disertori dell’esercito governativo, operano i miliziani di Jabhat al Nustra, l’ala più estrema dei ribelli, vicina ad Al Qaeda e forte di 10.000 effettivi, tra di loro molti reduci dell’Iraq: un gruppo nato nel 2012 e che in poco più di un anno ha rivendicato almeno 500 attentati. E se gli Stati Uniti hanno inserito al Nustra, nella black list dei gruppi terroristici, il suo contributo alla causa dei ribelli ha fatto sì che i comandanti dell’Els non abbiano mai preso le distanze dalla milizia jihadista. «Un sostegno e un ammirazione», ci assicura Ayman, «riscossi anche dalla popolazione siriana». Arnoud van Doorn L’ex vice di Wilders si converte ad Allah arabe, compresa Al Jazeera, lo cercano per intervistarlo, mentre si parla di lui nei blog delle associazioni islamiche e perfino su certi siti integralisti. Della conversione sono responsabili - secondo quanto Van Doorn ha pubblicato su Twitter - in parte la curiosità di capire meglio l'Islam attraverso la lettura del Corano, ma anche l'incontro con un membro della comunità islamica, che lo ha aiutato ad approfondire i testi sacri. Qualcuno si chiede se non sia uno scherzo, ma van Doorn scrive ancora: «Ogni esperienza nella vita ha uno scopo. Con la conoscenza Wilders è perplesso Ap che ho ora, di certo non sarei entrato nel Pvv». Una vera rivoluzione copernicana, se si considera che uno dei punti del Pvv - penalizzato alle ultime elezioni di settembre - è la messa al bando del Corano dall’Olanda perché in conflitto con le leggi del Paese. In una intervista allo spagnolo El Mundo, il «convertito» ha anche riassunto il suo mea culpa in chiave islamica. «Come tutti ho commesso molti errori nella mia vita. Ho anche imparato molto. E con questa conversione all’Islam ho la sensazione di aver finalmente intrapreso il mio cammino». A quasi due mesi dalle elezioni politiche e a pochi giorni dalla visita storica che il presidente americano Barack Obama farà per riportare israeliani e palestinesi al tavolo negoziale, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è riuscito a ottenere un’allenza di governo con le altre forze politiche prima della scadenza istituzionale accordata dal presidente Shimon Peres per oggi 15 Marzo. Il governo frutto dell’accordo tra Likud, HaTnuah e le due novità elettorali di quest’anno – Yesh Atid e HaBayit HaYehudi, rispettivamente i partiti di Yair Lapid e Naftali Bennett – sarà presentato tra domenica e lunedì. La difficoltà di formare un esecutivo con una forte maggioranza alla Knesset è dipesa dalla complessità del quadro politico israeliano successivo alle elezioni dello scorso 22 gennaio. Impossibilitato dal formare un governo di destra con i partiti religiosi, Netanyahu si è rivolto a Lapid e Bennett, i quali, consapevoli della propria forza e intenzionati a realizzare le riforme sociali ed economiche richieste in questi ultimi due anni dal paese, si sono accordati in modo tale da entrare insieme nel governo e obbligare Netanyahu a mettere alla porta i partiti religiosi rappresentanti del mondo degli haredim, gli ebrei ultra-ortodossi. È ancora presto per conoscere i rapporti di forza interni al futuro esecutivo, ma se a Tzipi Livni è stato affidato il compito di negoziare con i palestinesi, Lapid e Bennett spingeranno sul lato interno per la riduzione del costo della vita, per il trasporto pubblico durante lo Shabbat, l’azzeramento dei privilegi degli haredim, l’istituzionalizzazione del matrimonio civile, la riduzione della leva militare obbligatoria da tre a due anni e la partecipazione degli arabi-israeliani al Servizio Civile Nazionale. ALESSANDRO DI MAIO Ora Van Doorn ha detto che vuole dedicarsi alla lotta contro i pregiudizi nei confronti dei musulmani, anche se questa dovesse andare contro i suoi vecchi colleghi di partito. Col suo ex leader Wilders non ci sono stati scontri particolari, almeno lui dice così. «È una persona amabile e amichevole», ha precisato Van Doorn, aggiungendo che alcune delle sue politiche sono giuste, come ad esempio le sue critiche all’Europa e al sistema finanziario internazionale. Ma sull’Islam no, non concepisce gli attacchi indiscriminati ai musulmani, ai suoi «fratelli». L’ex vicepresidente ha ora una vita molto impegnata: al posto della politica prega cinque volte al giorno e spera che Allah lo possa guidare nei momenti difficili. ESTERI Venerdì 15 marzo 2013 17 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Marò, nuove ritorsioni L’India ci prende in ostaggio l’ambasciatore Daniele Mancini non può lasciare il Paese; lui si ribella: «Decisione illegittima». Intanto Delhi cerca alleati nella Ue ::: GIANANDREA GAIANI L’India alza i toni con Roma per il mancato rientro a Nuova Delhi di Salvatore Girone e Massimiliano ma continua a calpestare il diritto. Il governo indiano ha avviato la revisione dei rapporti diplomatici con l’Italia sospendendo le procedure di insediamento del nuovo ambasciatore, Basant Kumar Gupta, che avrebbe dovuto partire domani per Roma. La Corte Suprema di Nuova Delhi ha invece «ordinato» all’ambasciatore italiano Daniele Mancini di non lasciare il Paese senza autorizzazione. L’ordinanza, consegnata formalmente a Mancini, è accompagnata dalla pretesa che l’ambasciatore presenti entro il 18 marzo un memorandum che riassuma la sua posizione riguardo agli impegni presi di garantire il ritorno dei due marò in India. Una decisione che l’ambasciatore ha bollato come illegittima. CONTRADDIZIONI La più alta corte della giustizia indiana, che non aveva riconosciuto ai militari Latorre e Girone di operare per conto dello Stato italiano, ha violato così l’articolo 29 della Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche, che garantisce ai diplomatici libertà di movimento. Il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Syed Akbaruddin, ha però negato la violazione spiegando che «se un diplomatico si sottomette volontariamente alla giurisdizione di una corte, quella stessa giurisdizione è applicabile». La Corte Suprema, che in un anno non è riuscita a esprimersi sulla giurisdizione del caso che vede imputati i due militari italiani e in gennaio ha rimandato il verdetto a un fantomatico tribunale speciale a nomina governativa, ha mostrato anche ieri una scarsa indipendenza dalla politica. L’iniziativa nei confronti dell’ambasciatore italiano, fir- ::: LA VICENDA 15 FEBBRAIO 2012 Due pescatori indiani, Valentine Jalstine e Ajesh Binki, vengono uccisi da colpi di arma da fuoco a bordo della loro barca al largo delle coste del Kerala. Della loro morte vengono accusati i due marò in servizio anti-pirateria sulla petroliera Enrica Lexie, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che però sostengono di aver sparato in aria come avvertimento. Inoltre, il fatto sarebbe avvenuto in acque internazionali a sud dell’India 25 MAGGIO 2012 Dopo aver passato quasi tre mesi nel carcere indiano di Trivandrum, capitale dello Stato federale del Kerala, i due fucilieri di Marina vengono trasferiti in una struttura a Kochi e viene loro concessa la libertà su cauzione, con il divieto di lasciare la città 20 DICEMBRE 2012 Viene accolta la richiesta di un permesso speciale per trascorrere in famiglia le festività natalizie in Italia, con l’obbligo di tornare in India entro il 10 gennaio. Il 22 dicembre atterrano a Roma, per ripartire alla volta di Kochi il 3 gennaio 18 GENNAIO 2013 La Corte Suprema indiana stabilisce che il governo del Kerala non ha giurisdizione sul caso e dispone che il processo venga affidato a un tribunale speciale da costituire a New Delhi 22 FEBBRAIO 2013 La Corte Suprema indiana concede ai due fucilieri di tornare in Italia per quattro settimane per votare 11 MARZO 2013 Il ministro Terzi annuncia che i due non torneranno in India mata dal presidente della corte Altamas Kabir, nasce infatti dall’esposto giudiziario di Subramanian Swamy, presidente del Partito Popolare Indiano (maggiore partito d’opposizione) il quale ha denunciato l’ambasciatore Manini per «oltrag- BLOCCATO L’ambasciatore Mancini con Latorre e Girone nella legazione italiana di Nuova Delhi Ansa gio alla Corte» per non aver rispettato la dichiarazione giurata da lui firmata il 9 febbraio a garanzia del ritorno di Girone e Latorre. È stato però il governo italiano (non l’ambasciatore Mancini) ad annunciare l’11 marzo che i marò non torneranno a Delhi accusando l’India di violazione dei suoi obblighi in base al diritto internazionale e proponendo la ricerca di una soluzione diplomatica del caso. Il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid ha discusso la questione con il premier, Manmohan Singh, assicurando che «l’ordinanza della Corte nei confronti dell’ambasciatore italiano sarà fatta rispettare». Khurshid ha inoltre convocato l’ambasciatore dell’Ue in India, Joao Cravinho, a conferma del sospetto che Delhi punti a trovare sostegni in Europa per isolare l’Italia dai partner comunitari, forse facendo leva anche sulle commesse miliardarie in ballo con molti Paesi europei. «Abbiamo una posizione molto solida, di cui siamo perfettamente convinti non solo noi ma anche molti importanti partner della comunità internazionale, sul fatto che agiamo nel piano rispetto dell’ordinamento giuridico internazionale e del diritto internazionale, pattizio e consuetudinario», ha replicato da Roma il ministro degli Esteri Giulio Terzi che non ha voluto commentare la decisione della Corte suprema indiana: «Non ritengo di entrare nei dettagli e nelle cose che stiamo facendo» ha aggiunto. PIRATI RESPINTI Mentre Roma e Nuova Delhi litigano i pirati somali continuano a minacciare il traffico mer- cantile nell’Oceano Indiano. Ieri i colleghi di Latorre e Girone imbarcati su un mercantile italiano di cui non è stato rivelato il nome hanno respinto l’assalto di sei barchini. La Marina Militare ha reso noto che l’attacco è avvenuto alle 11 di mattina nel Golfo di Aden mentre il cargo navigava tra Gibuti e Mascate (Oman) e non ci sono stati danni all’equipaggio e alla nave. Da quanto appreso da Libero, i barchini (tre all’assalto da poppa e tre da prua) sono stati messi in fuga da raffiche d’avvertimento esplose in acqua dai militari. In seguito all’attacco il pattugliatore Comandante «Cigala Fulgosi», in navigazione in quell’area e dotato di un elicottero, ha raggiunto il mercantile italiano. Pochi i dettagli resi noti ma ieri in quella zona la flotta internazionale ha segnalato la presenza di tre navi-madre con a bordo 12 «skiff», i barchini veloci utilizzati per gli abbordaggi. L’ammissione di Maduro Chavez non sarà imbalsamato «È trascorso troppo tempo» Mercoledì aveva dichiarato che le autorità di Caracas non avevano nascosto mai nulla ai venezuelani sulla morte di Hugo Chavez. Ma ieri il presidente ad interim Nicolas Maduro ha dovuto ammettere che il defunto presidente non potrà essere imbalsamato (per poi farlo riposare in un’urna di cristallo) come era stato stabilito. Troppo tempo infatti è trascorso e il defunto líder sarebbe, in pratica, già in decomposizione. «Abbiamo ricevuto tecnici di alto livello, i migliori al mondo, provenienti dalla Russia e dalla Germania, e secondo le prime risposte scientifiche sembra che risulti abbastanza difficile imbalsamarlo», ha dichiarato Maduro alla Fiera del Libro di Caracas. La decisione di mummificare Hugo, ha quindi spiegato l’ex conducente di autobus miracolato dal chavismo, «avrebbe dovuto essere presa molto tempo prima». Una conferma indiretta che il decesso del presidente potrebbe essere stato ante- riore anche di molto al 5 marzo. Il governo voleva esporre per l’eternità il corpo imbalsamato di Chavez nel Pantheon locale, a fianco dell’eroe nazionale, il «libertador» Simon Bolivar; ma le difficoltà incontrate potrebbero «rendere difficile quello che è stato fatto per Lenin, Ho Chi Minh o Mao Zedong», ha detto Maduro. L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare a giorni. Così i seguaci di Chavez si devono accontentare: «Più che il suo corpo», ha voluto sottolineare Maduro, «dobbiamo conservare il ricordo eterno del comandante, soprattutto deve farlo questa generazione che lo ha ascoltato, lo ha toccato, lo ha visto, dobbiamo mantenere viva la sua immagine, la sua voce, il suo pensiero». E il culto di Hugo come essere soprannaturale sembra in effetti già iniziato. Sarebbe stato proprio lui, Chavez - prosegue Maduro - a chiedere a Dio che il nuovo Papa Il dolore dei seguaci di Chavez per la morte del líder Ap fosse sudamericano (per quanto inviso all’amica Cristina Kirchner e alla sinistra argentina). «Noi sappiamo che il nostro comandante è salito in cielo e si trova davanti a Cristo», ha dichiarato Maduro a margine della Festa internazionale del libro a Caracas, «questo ha influito perché lui gli ha detto: bene, è arrivata l’ora del Sudamerica». Per Maduro la scelta di un Papa argentino «è una notizia importante». «Chavez può convocare una costituente in cielo per cambiare la Chiesa nel mondo», ha ag- giunto, «una Chiesa che sia governata dal puro popolo di Cristo». Intanto il governo ha proclamato altri giorni di lutto per la morte del presidente. Venerdì, la salma del «caudillo rosso» verrà trasferita al Museo storico militare della capitale, dove resterà finchè le modifiche alla Costituzione non autorizzeranno lo spostamento delle spoglie presso il Pantheon nazionale. Uno spot per Maduro in vista delle elezioni del 14 aprile, ha denunciato l’opposizione di Capriles. Critiche a Obama «Riapri la Casa Bianca» «Riaprite le porte della Casa Bianca ai turisti». Lo chiede, in un editoriale il «Washington Post», criticando la decisione dell’amministrazione Obama di tagliare, di fronte alla necessità di ridurre di 85 miliardi la spesa pubblica imposta dal sequester, «servizi che sono apprezzati dal pubblico». «Cancellare i popolari tour della Casa Bianca è un modo stupido di affrontare i tagli», si legge ancora nell’editoriale che ricorda come la misura abbia rovinato vacanze preparate da mesi da famiglie americane di tutto il Paese. Presidente cinese: Xi Jinping in carica Con un solo voto contrario e tre astenuti, Xi Jinping è stato formalmente eletto presidente della Repubblica popolare cinese e presidente dell’Esercito di liberazione, vale a dire il leader della Cina per il prossimo decennio. Come molti esponenti della nuova leadership, Xi è un «principino», come vengono chiamati i discendenti da famiglie dei leader della rivoluzione. È infatti figlio di Xi Zhongxun artefice della prima trasformazione economica del Paese, poi caduto in disgrazia. Morto il numero 3 dei Khmer rossi È morto ieri a 87 anni l’ex ministro degli Esteri dei Khmer Rossi, Ieng Sary, conosciuto anche come Fratello Numero 3. Accusato di crimini contro l’umanità, era sotto processo dal 2011. Tra gli imputati al processo contro gli ex leader dei Khmer rossi - durante il cui regime morirono oltre due milioni di cambogiani - vi era anche la moglie di Sary, Ieng Thirit, non processata perché affetta da demenza. 18 ATTUALITÀ Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Sempre più vicini ai quattrozampe L’auto è un diritto animale Arriva il taxi per cani e gatti In America c’è da tempo. Ora il servizio sbarca da noi, a Milano e Roma Con 35 euro una vettura trasporta fido e micio. E fa anche da ambulanza ::: MASSIMO DE ANGELIS Fido e micio, arrivano i rinforzi pronti a risolvere ogni vostro problema. Non si ha tempo a sufficienza per portare il proprio cucciolo dal veterinario? Il medico è troppo lontano? Oppure improvvisi acciacchi rendono complicati gli spostamenti? Ebbene un utile servizio nato negli Stati Uniti si sta diffondendo ora anche in Italia. Nelle città di Milano e Roma è attivo da pochi giorni il Pet Taxi, un adeguato parco macchine adibito al trasporto degli animali domestici, in grado di andare a ritirare i quadrupedi a domicilio. L’idea è venuta dopo aver riscontrato in giro per lo Stivale oggettive problematiche nei trasferimenti degli amici a quattro zampe, per cui il Gruppo Farmina (azienda di alimenti per bestiole) in collaborazione con la Scivac (Società culturale italiana Veterinari per animali da compagnia) ha stilato un progetto completo. Grazie al Pet Taxi cani e gatti vengono prelevati dall’abitazione, portati dal loro sanitario di fiducia, e poi riaccompagnati subito a casa. Il proprietario può decidere di seguire il quadrupede, oppure attenderlo fiduciosamente al ritorno, qualora fosse impegnato. Il tutto avviene con l’aiuto di personale specializzato: infatti su ogni vettura sarà presente un educatore, che si occuperà di gestire al meglio non solo il lato comportamentale, ma anche le situazioni di emergenza, fornendo allo stesso possessore eventuali istruzioni su come rapportarsi in caso di elementi piuttosto aggressivi. Il servizio prevede la massima coordinazione e sintonia con i medici e, proprio per questo motivo, funziona con una doppia prenotazione, sia allo Scivac che dal veterinario. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere accessibile a tutti gli animali le cure di cui hanno bisogno, anche nel caso fossero ripetute, oltre che garantire ai medesimi sanitari delle agende più ordinate mediante un planning efficiente delle visite. Tra l’altro il trasporto può prevedere anche controlli in cliniche specializzate oppure in strutture dove ricorrere a particolari esami. Insomma il Pet taxi desidera porsi come un vero e proprio servizio su misura per «quattro zampe», considerando che il logorìo della vita moderna può talvolta lasciare poco tempo alle famiglie nella gestione delle varie questioni extra. Per venire incontro alle esigenze di bilancio, si è cercato di limitare al minimo i costi del servizio. Pacchetto completo, comprendente viaggio andata e ritorno, più accompagnamento e attesa vigile dell’autista educatore, con o senza proprietario a bordo, viene 35 euro. Per preno- tare vi sono due possibilità. Attraverso il web, visitando il sito www.farminapetcare.com, oppure contattando telefonicamente il numero verde 800.077315. Tuttavia viene consigliato di consultare sempre il veterinario di fiducia, perché gli organizzatori dell’iniziativa hanno rapporti continui con medici e specialisti, garantendo loro tariffe più basse rispetto a quelle riservate all’utenza priva- ta. Una sorta di fidelizzazione del servizio. L’interesse per il progetto è notevole, le chiamate arrivano, ma per adesso il network risulta disponibile solo in due realtà urbane. Chissà che in futuro non possa estendersi nel resto del territorio nazionale. IMMAGINI OSÉ SUL WEB E UN PASSATO DA FOTOMODELLA Ornella, la sexy vigilessa che manda in tilt la Capitale . ::: CARLO NICOLATO L’ultimo regalo di Sandy è arrivato con qualche mese di ritardo. L’uragano che il novembre scorso si è abbattuto sulle coste orientali degli Stati Uniti ha spinto i topi in fuga dalle coste verso l’entroterra dove evidentemente hanno ritrovato un ambiente ideale per proliferare. Il risultato è che a distanza di quattro mesi a New York, una delle città più colpite, è emergenza ratti. Si calcola che nei cunicoli della metropolitana e delle fognature ce ne siano almeno 40 milioni, più o meno cinque volte la popolazione umana sulla superficie. E siamo solo in inverno, perché con l’arrivo di temperature miti sarà ancora peggio. Le società di derattizzazione denunciano un aumento di chiamate per interventi urgenti dell’ordine del 30%, mentre Timothy Wong, direttore tecnico della M&M, società di controllo dei parassiti della città, lamenta un centinaio di chiamate al giorno, quando nor- Un passato da fotomodella e qualche comparsata in tv, e un presente da vigilessa. E che vigilessa. Le sue curve infiammano le strade di Roma e le sue foto sexy in lingerie sono cliccatissime sul web. Lei si chiama Ornella Roddi e lavora nel XIII gruppo della polizia municipale capitolina. Una doppia vita, la sua, in contrasto con il bon ton pubblicato dal comandante della polizia urbana di Roma, Carlo Buttarelli. Una serie di regole sui comportamenti da adottare e l’abbigliamento da indossare durante i turni di lavoro. Un esempio? Le donne non possono tenere i capelli sciolti e mettere orecchini troppo vistosi. Probabilmente toccherà al sindaco Gianni Alemanno intervenire; alle prese questa volta con una grana sexy. Emergenza in strade e metropolitane L’uragano Sandy regala a New York 40 milioni di topi malmente ne riceveva una trentina. Secondo le autorità chi prende la metro ha almeno una probabilità su dieci di vedere un topo e le possibilità invece di vederne in giro sulla superfice, cioè per strada, aumentano considerevolmente nelle ore notturne quando i condomini depositano per strada i sacchi per la raccolta differenziata. Le zone più colpite sono le stesse più interessate da Sandy, quelle nel sud est di Greenpoint, Coney Island, Carroll Gardens e Red Hook, ma se ci limitiamo a Manhattan ci rientrano anche quelle più esclusive come Chelsea, Greenwich Village e Soho. Non è raro da queste parti incontrare tra una macchina di lusso e l’altra topi che banchettano beatamente tra la spazzatura non ancora ritirata. Qualcuno dà anche la colpa al sindaco Bloomberg, che ha tagliato 57 posti di la- Il sindaco Bloomberg Ap voro al dipartimento sanitario addetto al controllo dei parassiti, ma va detto che tutto questo non è certo una novità per New York e tutti i sindaci eletti negli ultimi anni prima o poi se la sono dovuta vedere con i topi. Ne sa qualcosa Massimo Donadon, fondatore e titolare dell’azienda di derattizzazione Mayer Braun Deutschland che negli anni ‘90 venne chiamato due volte sia da David Dinkins, primo sindaco afroamericano della Grande Mela, che da Rudolph Giuliani come massimo esperto in materia. All’epoca, assicura Donadon, ce n’erano molti di più. Donadon non è nemmeno troppo d’accordo con le misure che la società che gestisce la metro della città è in procinto di prendere per debellare il problema. La Metropolitan Transportation Authority vuole infatti agire con una sostan- BANCARIO ROMANO Impiccato alla spalliera del letto Un suicidio o forse un gioco erotico trasformato in tragedia. Potrebbe essere morto mentre praticava autoerotismo l’uomo di 47 anni . un funzionario della Banca d’Italia - che ieri è stato trovato senza vita nel letto della sua casa in via Andrea Sacchi, a Roma, nel primo pomeriggio. Dai rilievi effettuati finora sembra infatti che non siano stati trovati segni di effrazione sulla porta di casa né sulle finestre e che la porta fosse chiusa dall’interno. Dalla casa non sembra siano stati asportati oggetti né valori. Il 47enne, morto per soffocamento, è stato trovato nudo, impiccato con una corda legata alla spalliera del letto. Gli investigatori tendono a escludere si sia trattato di suicidio volontario, visto che l’uomo non sembra avesse problemi né economici né sentimentali. I rilievi sul posto sono stati effettuati dalla polizia Scientifica. Ad avvisare i vigili del fuoco sono stati i genitori della vittima preoccupati perché da ore non riuscivano a mettersi in contatto con il figlio. I pompieri sono stati i primi a entrare nell’appartamento passando dalla finestra rimasta aperta. Dopo aver scoperto il cadavere i pompieri hanno chiamato la polizia. za che introdotta nelle esche ha il potere di sterilizzare le femmine, una tecnologia in fase di sperimentazione in Arizona che pare abbia dato già qualche risultato. Ma secondo Donadon non servirà a niente: «I topi» dice «vanno eliminati, adesso ci sono molecole come la cumarina che non lasciano scampo». Quanto poi al rischio che le carogne in putrefazione diffondano pericoli infettivi vari non c’è problema, ci sono altre sostanze efficaci che mummificano i cadaveri. «L’importante» assicura Donadon «è scegliere l’esca giusta, perché i topi assumono le abitudini alimentari del luogo. Per cui negli Usa l’esca deve essere a base di grassi vegetali, perché lì usano quelli». E poi la derattizzazione va fatta periodicamente, altrimenti si arriva all’invasione. «Gunter Grass» chiosa l’esperto «scrisse che la fine del mondo non arriverà con l’atomica, ma quando i topi prenderanno il sopravvento sugli uomini». Uomo avvisato mezzo salvato. ATTUALITÀ Venerdì 15 marzo 2013 19 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Indagati i soci storici e due manager Evasione dorata: contestati 3 miliardi a Bulgari Sequestrati 46 milioni tra conti correnti e immobili, compreso il negozio di via Condotti. Il gruppo si difende: tutto legale ::: RITA CAVALLARO TRIESTE E LA SPEZIA ROMA Circa tre miliardi di euro di ricavi nascosti all’Erario per un’evasione fiscale di ben 46 milioni. È bufera su Bulgari, la famosa holding del lusso finita nel mirino della Guardia di Finanza di Roma per una maxievasione che sarebbe stata architettata con cura. I sigilli per equivalente sono scattati a una lunga lista di conti correnti e beni immobili, tra cui lo storico palazzo di via Condotti, nel centro della Capitale, dove ha sede la sciccosa boutique. Paolo e Nicola Bulgari, già azionisti e soci storici dell’azienda, sono stati denunciati per dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici. Accusa per la quale sono finiti nel registro degli indagati aperto dalla Procura capitolina anche Maurizio Valentini, attuale rappresentante legale della capogruppo italiana, e Francesco Trapani, che in passato ricopriva lo stesso ruolo. L’operazione è scattata ieri mattina, quando i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di via dell’Olmata, comandati dal colonnello Cosimo Di Gesù, si sono presentati nella sede della holding, sul Lungotevere Marzio, con gli avvisi di garanzia e il decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip del Tribunale di Roma Vilma Passamonti, su richiesta del pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani. I SIGILLI Un provvedimento attraverso il quale il giudice ha ordinato di porre i sigilli a beni per un valore complessivo di 46 milioni di euro, somma equivalente alla presunta evasione fiscale perpetrata dall’azienda che produce gioielli, cadeau in pregiata pelle e profumi. Tra le proprietà sequestrate a Bulgari ci sono rapporti bancari, partecipazioni societarie, assicurazioni sulla vita e numerosi immobili, tra i quali lo storico palazzo nella centralissima via dei Condotti, la strada dello shopping di lusso della Capitale. Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle è emerso che «gli indagati avrebbero omesso di dichiarare in Italia ai fini Ires ricavi per quasi tre miliardi di euro nel periodo 20062011 attraverso l’interposizione di società con sede in altri Paesi europei. Così avreb- Due donne uccise dai ladri in casa Lo storico palazzo di Bulgari nella centralissima via dei Condotti, la strada dello shopping di lusso di Roma Ansa ::: L’AZIENDA LA CASA MADRE Bulgari Spa è la casa madre e proprietaria del marchio Bvlgari NEL MONDO Opera nel mondo attraverso 41 società in 24 Paesi, 3,815 dipendenti (dati dicembre 2010) e una rete di distributori internazionali composta da 295 boutique, 174 delle quali di proprietà PROPRIETÀ Bulgari Spa è quotata dal 1995 alla Borsa Italiana con un assetto in cui la famiglia Bulgari deteneva il 51% circa del capitale. Nel giugno 2011, Paolo e Nicola Bulgari e Francesco Trapani hanno trasferito a Lvmh Moët Hennessy Louis Vuitton S.A. la propria quota di maggioranza RICAVI PER PRODOTTO Gioielli, 46%; orologi, 20,1%; accessori, 8%; royalties: 1,4%; divisione gioielli, orologi e accessori, 74%; divisione profumi e cosmesi: 23%; hotel e altro, 1,5% bero distribuito dividendi pari a 293 milioni di euro evadendo 46 milioni di imposte», spiegano gli inquirenti. In sostanza, i vertici dell’azienda avrebbero costruito società e negozi all’estero con l’obiettivo di mettere in atto la frode fiscale. E se l’accusa di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici formulata nei loro confronti sarà provata, gli indagati rischiano di finire in carcere, visto che la pena «edittale» per lo specifico reato va da un minimo di un anno e 6 mesi a un massimo 6 anni di reclusione. Bulgari avrebbe inoltre «dimenticato» di dichiarare una base imponibile Irap di oltre un miliardo e 900 milioni di euro, ma in questo caso scatteranno solo sanzioni amministrative. STRATEGIE DI FUGA Un modus operandi che i dirigenti della holding chiamavano «escape strategy» (tradotto «strategia di fuga») e che avevano tracciato in un documento di nove pagine, scovato dai finanzieri, al centro del quale c’erano le «linee guida» per sfuggire al sistema d’imposizione italiano. Escape strategy che, secondo gli investigatori, era fondata sulla normativa introdotta il 1° gennaio 2006, che riguarda la tassazione dei dividendi provenienti da Paesi a fiscalità privilegiata, grazie alla quale il gruppo, tramite controllate estere, sarebbe riuscito a spostare i ricavi prima in Svizzera, poi in Olanda e infine in Irlanda. Proprio in quest’ultimo Paese, dove c’è una pressione fiscale molto bassa, era stata creata la Bulgari Ireland ltd (Beire), controllata interamente dall’italiana Bulgari Spa. Su carta era un centro di stoccaggio, con il compito di immagazzinare, distribuire e spedire i prodotti ai negozi di tutto il mondo. In realtà le merci non si muovevano, ma quello che cambiava, a vantaggio di Bulgari, era il flusso di fatturazione. In questo modo la holding pagava le tasse in Irlanda con un’aliquota del 12,5 per cento e distribuiva i dividendi alla controllante italiana. Bulgari si è dichiarata «estremamente sorpresa dalle considerazioni formulate» e ha sottolineato che le società straniere oggetto di indagine sono imprese «reali ed effettive». Due donne anziane trovate morte ieri all’interno della propria casa in due città diverse. Una a Trieste e l’altra a La Spezia. La prima, Bruna Cermeli, 76 anni, invalida da tempo per un incidente stradale, tanto che si muoveva con un deambulatore, si presume sia stata uccisa dopo un tentativo di furto. I ladri si sarebbero introdotti nella sua casetta di Strada per Longera 193 con l’obiettivo di rubare la cassaforte. Ma sarebbero stati scoperti dalla proprietaria e forse anche riconosciuti. Da qui la reazione dei malviventi, che avrebbero colpito l’anziana con un colpo contundente alla testa uccidendola. A Castelnuovo Magra, nello spezzino, invece, è giallo sulla morte di Marisa Morchi, 77 anni. Sul corpo della donna, che abitava in via Palvotrisia, sono state trovate ampie ferite alla testa e una mano amputata. A trovarla in un lago di sangue è stata la figlia, che ha subito lanciato l’allarme, ma per la donna non c’è stato nulla da fare. Non si esclude un omicidio per rapina. Ma si indaga a 360 gradi. L’anziana sarebbe morta in tarda mattinata perché alcuni testimoni l’avrebbero vista dopo le 10 al lavoro nel piccolo giardino antistante l’abitazione. Il decesso da ricondurre al violento colpo alla testa per mano dell’assassino, che le ha anche amputato la mano destra. Massacrò i genitori per l’eredità CONDANNATO A TRENT’ANNI Pietro Maso torna libero il 15 aprile Grazie all’indulto ha scontato 22 anni ::: ALESSANDRO GONZATO VERONA Pietro Maso torna in libertà. Dopo aver scontato 22 anni di carcere per l’omicidio dei genitori, l’ex giovane della «Verona bene» - che compì il delitto per impossessarsi dell’eredità - uscirà il prossimo 15 aprile dal carcere milanese di Opera, dove da ottobre 2008 gode del regime di semilibertà: durante il giorno lavora come addetto alle pulizie al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria e alla sera torna a dormire in cella. Maso, che a luglio compirà 42 anni, fu condannato dalla Corte d’Assise di Verona per duplice omicidio volontario premeditato pluriaggravato a trent’anni e due mesi di reclusione, pena che fu poi confermata sia in appello che in Cassazione, salvo poi essere ridotta di tre anni grazie all’indulto e di altri 1.800 giorni in virtù della liberazione anticipata. L’assassinio di Antonio Maso e Mariarosa Tessari, 52 e 48 anni, è tutt’ora uno dei più cruenti casi di omicidio familiare della cronaca italiana. Maso, all’epoca ventenne, massacrò i genitori nella notte fra il 17 e il 18 aprile 1991 nella sua villetta di Montechia di Crosara, nell’Est Veronese, a pochi chilometri dalla provincia di Vicenza. I dettagli del piano omicida furono discussi all’interno di un bar del paese qualche minuto prima della strage. Maso era in compagnia di quattro amici. Uno di loro, dopo aver accompagnato il gruppetto con la propria auto sul luogo dove di lì a poco si sarebbe consumato il delitto - attorno alle undici di sera - non se la sentì e si tirò indietro. Giorgio Carbognin, Pao- lo Cavazza (entrambi diciannovenni) e Damiano Burato (allora ancora diciassettenne) decisero invece di andare fino in fondo. Maso sapeva che a quell’ora i genitori dovevano ancora rientrare a casa. L’avrebbero fatto solo qualche minuto più tardi. Una volta parcheggiata la macchina in garage, il padre, accortosi che mancava la luce, salì in cucina per raggiungere il contatore generale. E lì venne colpito prima dal figlio con un tubo di ferro e poi da Burato con una pentola. Stessa sorte toccò alla signora Maso. Salita al primo piano della villetta per raggiungere il marito, la donna fu percossa con un bloccasterzo da Cavazza e colpita con un’altra pentola da Carbognin. I coniugi, nonostante il brutale agguato, non morirono sul colpo, ma soltanto una cin- Pietro Maso davanti al tribunale di Milano. Il ragazzo che a 20 anni uccise i genitori per l’eredità, fu condannato a 30 anni e due mesi di reclusione Olycom quantina di minuti più tardi, dopo che il figlio soffocò la madre infilandole in gola del cotone, chiudendole poi la testa in un sacchetto di plastica, e dopo che Cavazza schiacciò con un piede la gola del papà di Pietro. I quattro agirono indossando delle maschere e delle tute per non macchiarsi di sangue i vestiti. Una volta compiuto il du- plice omicidio, Burato e Cavazza tornarono a casa, mentre Maso e Carbognin, per costruirsi un alibi, andarono assieme in due discoteche della zona, dove erano molto conosciuti. Attorno alle 2 di notte, rientrato nell’abitazione dove viveva coi genitori, Maso svegliò i vicini di casa fingendosi impaurito e dicendogli di aver scorto un’ombra salire dalle scale della propria villetta. Toccò così a uno di loro fare la macabra scoperta. Gli investigatori, che all’inizio batterono la pista della rapina finita in tragedia, impiegarono poco per capire cos’era realmente successo. Torchiati dalle forze dell’ordine, Maso e i suoi tre amici confessarono nell’arco di 48 ore. Durante la carcerazione Maso si è sposato. Lo scorso novembre, senza motivare la sua decisione, aveva deciso di rinunciare alla precedente richiesta di affidamento ai servizi sociali. La villetta degli orrori, teatro del duplice omicidio, è stata venduta da tempo dai parenti. Il sindaco di Montechia di Crosara, Edoardo Pallaro, di Maso oggi non vuole più sentir parlare: «Non è più un nostro concittadino». Borsa Milano-FTSE Mib Borsa Londra-FTSE 100 16.131,05 Gli indici +2,45% grafica a cura di centimetri.it Borsa Parigi-CAC 40 6.529,41 +0,74% Petrolio - al barile 3.871,58 Euro/Dollaro 108,69 $ +0,93% +0,69% -0,34% 1,2937 Affari e politica Tre regioni rosse = tre banche in rosso Non solo Monte Paschi. La Popolare di Spoleto, commissariata da un mese, è sotto la lente dei pubblici ministeri, mentre BancaMarche è in gravissimo imbarazzo per i suoi conti ::: CARLO CAMBI Lettera di Bankitalia Tre regioni rosse con le banche in rosso. Non c’è dubbio che alla sinistra di soldo e di governo piaccia giocare a Monopoli. Peccato che i risultati sono spesso disastrosi. Cosa capita, tragicamente, a Siena è noto. Ma il contagio rosso ha aggredito altri due istituti dove politica, potentati locali, crediti offerti con eccesso di disinvoltura agli amici degli amici, inadeguatezza dei dirigenti ha provocato sconquassi. E se la Popolare di Spoleto che interseca la sua vicenda con quella di Mps - è da un mese commissariata da Banca d’Italia e sotto la lente dei pubblici ministeri, la BancaMarche è in gravissimo imbarazzo per i suoi conti. Già due volte il Consiglio di amministrazione ha rinviato l’approvazione del bilancio 2012 e a Jesi – dove ha la sede centrale l’istituto – sono già volati i coltelli a seguito di ripetute ispezioni di Bankitalia. Lo show down è andato in scena ieri quando per la terza volta in Cda è arrivato il bilancio 2012. Il consiglio di amministrazione di BancaMarche ha quindi approvato il bilancio con una perdita di 518 milioni a fronte di 18,7 miliardi di raccolta. Il presidente Lauro Costa nobiluomo e galantuomo maceratese già sedeva nel precedente Cda e rischia di essere pugnalato alle spalle dalla Fondazione Cassa di Macerata che annuncia azioni responsabilità - ha affidato un’operazione verità al neo direttore generale Luciano Goffi per far emergere tutte le opacità la cui responsabilità viene addossata al precedente dg Massimo Bianconi che ha lasciato su forti pressioni di Bankitalia. La vigilanza ha puntato il dito anche sulle Fondazioni che detengono la maggioranza del capitale di BancaMarche e sono le stanze di compensazione della politica regionale chiedendo la revoca di alcuni consiglieri e di Federico Tardioli, ex presidente della Fondazione Cassa di Jesi, da vicepresidente di Bancamarche per la mancanza del requisito di professionalità. Il governatore marchigiano Gian Mario Spacca si limita a dire che Bancamarche deve restare a capitale locale sull’autonomia della banca c’è stato un durissimo scontro tra le tre Fondazioni - perché è un patrimonio della regione. Ma nulla dice sul fatto che la banca è esposta su otto costruttori e con le aziende ex Antonio Mer- Con i bilanci in perdita niente cedole e bonus E il credito va ko spiega la sferzata sulle dismissioni che gli azionisti hanno imposto a Franco Bernabè. Guardando nelle pieghe del bilancio, si capisce che la macchina messa in moto da Greco marcia bene, perché dopo aver varato una governance funzionale alla terza assicurazione europea e neutralizzato la put miliardaria del finanziere ceco Kellner nell’Est Europa, la gestione operativa delle Generali ha dato un risultato di 4,2 miliardi. Il 70% conseguito all’estero. Un risultato che, dopo una raccolta premi in crescita a 70 miliardi (+3,2%, già comunicato alla comunità finanziaria), si è giovato del contributo positivo sia del Vita (2,7 miliardi: +9,7%) nonostante la recessione nei mercati principali del gruppo sia Danni (1,7 miliardi: +5,6%). Hanno pesato i risarcimenti legati al terremoto in Emilia ma questo è il lavoro delle assicurazioni. E ora il 2013. Dopo un primo trimestre da cui si aspetta «un buon risultato», l’amministratore delegato delle Generali ha detto di puntare dritto verso «un utile operativo di 5 miliardi che il gruppo ha promesso al 2015. Dobbiamo cominciare una traiettoria», ha continuato Greco, «dai 4,2 miliardi di quest'anno per salire verso un numero che inizia con un 5 tra due anni. Pensiamo di poter iniziare quest'anno un viaggio verso un numero diverso». Intermonte ha comunque confermato il rating neutral a 13 euro. Banca Akros 14 euro. Equita 15,5. Banca d’Italia non vuole ridurre la pressione sugli istituti di credito. La pulizia dei bilanci e l’introduzione di piani di incentivazione coerenti con i loro conti, devono essere obiettivi prioritari. In un momento in cui la «redditività bancaria rimane fragile», via Nazionale «si attende una significativa riduzione della remunerazione variabile». Così palazzo Koch chiede alle banche che «chiudono l’esercizio 2012 in perdita» o che hanno un indice patrimoniale inferiore «al livello obiettivo comunicato dalla Vigilanza» di non distribuire dividendi. Una posizione che però fa storcere il naso agli azionisti. Non per niente ieri, in una giornata felice per Piazza Affari, i titoli legati agli istituti di credito hanno registrato performance spesso negative o ben al di sotto dei massimi di giornata. Una stretta che non coinvolge soltanto gli azionisti, ma anche i vertici, messi a dieta sulla parte variabile dei loro compensi. «Per le banche che hanno adottato piani di incentivazione basati su un periodo annuale di valutazione della performance e che chiudono l’esercizio 2012 in perdita o con un risultato di gestione negativo», prosegue l’istituto di via Nazionale, «una corretta applicazione delle Disposizioni non consente di riconoscere o pagare bonus a valere sui risultati dell’esercizio 2012» per i massimi dirigenti, laddove per il restante personale va contemplata «almeno una significativa riduzione del bonus anche nel caso in cui siano stati raggiunti gli obiettivi di performance individuale e della business uniti di appartenenza». Bankitalia ricorda poi che «per quanto ovvio, la contrazione o l’azzeramento dei bonus non dovranno essere aggirati attraverso impropri aumenti della componente fissa o di quella variabile negli anni successivi». In una lettera inviata agli istituti di credito mercoledì, Bankitalia ricorda inoltre come il prolungarsi della recessione economica e l’incertezza sulle prospettive di ripresa della domanda interna «confermano la validità delle indicazioni fornite lo scorso anno e richiedono anzi un ulteriore sforzo alle banche, chiamate ora anche a rafforzare i presidi a fronte del deterioramento della qualità delle attività detenute». Le sofferenze dei crediti non danno dunque segnali incoraggianti. È quindi in primo luogo necessario che «le banche adeguino le rettifiche di valore complessive sui crediti all’evoluzione presente e prospettica del contesto economico». Inoltre, sottolinea Banca d’Italia, gli istituti «devono proseguire gli sforzi intrapresi per accrescere la capacità di autofinanziamento: in particolare, in linea con le azioni di contenimento dei costi operativi e per il personale, le scelte in materia di remunerazione e le politiche di distribuzione dei dividendi devono contribuire al perseguimento di questo obiettivo». Tutto questo sembrerebbe mal conciliarsi con la riapertura dei rubinetti del credito a famiglie e imprese. L’idea sembra essere: prima di tutto, conti a posto. N.SUN. A.S. DESTINI INCROCIATI A Spoleto il destino della sua Banca popolare è strettamente legato con quello di Monte Paschi. La sinistra ha allevato una sorta di dominus del credito che ha portato la banca a sbattere. (Imagoeconomica) loni per due terzi delle sue sofferenze incagliate passate da uno a 4 miliardi in due anni. E che questi “soggetti economici” sono molto vicini al “modello Marche” che vede Pd, Udc e ultrasinistra consociati al potere. A Spoleto per contro la sinistra ha allevato una sorta di dominus del credito che ha portato la Popolare a sbattere. Tutto ruota attorno alla figura di Giovannino Antonini presidente della cooperativa Spoleto Crediti e Servizi che detiene il 51% del capitale della Popolare di cui Mps deteneva il 26%. Ma quanto Montepaschi ha deciso di vendere in base al patto parasociale la CSC non aveva i soldi per comprare. Si è fatta allora avanti una cordata di imprenditori umbri con il Fondo Clitumnus capitanato da Francesco Carbonetti col sostegno del re del cemento Giovanni Colaiacovo pronta a rilevare l’intero pacchetto. La risposta è stata “niet”. Risultato: la Popolare di Spoleto è commissariata, c’è un’inchiesta penale che parte dai conti della banca, attraversa quelli della CSC e arriva chissà dove. Forse al cuore del sistema. Che si scrive Umbria ma si legge Pd. L’utile netto crolla, dividendo invariato La Borsa premia (+9%) la pulizia di Generali Vedere un titolo come Generali, grande e grosso come può esserlo il forziere della finanza italiana, crescere del 9% in un colpo solo è uno spettacolo con pochi precedenti. Le pulizie di primavera imposte dal nuovo amministratore delegato, Mario Greco, hanno fatto il miracolo. Molto felici gli azionisti: da quando l’ex McKinsey è alla guida del gruppo il rialzo delle quotazioni è stato del 50%. Le perdite sul portafoglio titoli (1,7 miliardi) hanno fatto crollare l’utile da 856 a 90 milioni. Tuttavia il dividendo resta a 20 centesimi. L’aggiustamento sulle partecipazioni è il segnale più importante del cambiamento imposto dalla nuova gestione. Una rottura con il passato. Con gli anni in cui Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi utilizzavano l’immenso potere di Generali come cassa per le alchimie di Mediobanca. Una parte non trascurabile di quel portafoglio risale ancora ai tempi in cui alla guida della banca d’affari c’erano il fondatore e il suo delfino. Per esempio la presenza in Rcs e nelle stessa Mediobanca che adesso Greco ha messo in vendita: «Non è una questione di principio è una questione pratica» si è schermito consapevole dell’altissimo valore simbolico che avrebbe la vendita di quelle azioni. Ma è da Telco che il nuovo amministratore delegato vuole uscire: è costata ancora 148 milioni che si aggiungono agli oltre 300 dell’anno precedente. Un vero bagno di sangue che Venerdì 15 marzo 2013 21 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Fonsai, via all’azione di responsabilità Accordo all’Ilva: 3800 in solidarietà L’assemblea dei soci di Fondiaria Sai ha approvato la delibera sull’azione di responsabilità contro la famiglia Ligresti ed altri ex consiglieri e sindaci della compagnia promossa dal commissario ad acta Matteo Caratozzolo. Alla votazione era rappresentato il 64,4 per cento del capitale sociale. Hanno votato favorevolmente il 99,95 per cento delle azioni messe al voto. E con il 99,97% di voti favorevoli espressi in assemblea a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, anche gli azionisti di Milano Assicurazioni hanno dato il loro via libera all’azione sociale di responsabilità nei confronti dei Ligresti e degli ex amministratori del gruppo assicurativo. Alla votazione era presente il 66,82% del capitale sociale della Milano Assicurazioni. Raggiunto l’accordo fra Ilva e le organizzazioni sindacali sugli ammortizzatori sociali per la ristrutturazione in applicazione dell’Aia. Secondo l’accordo «sarà possibile applicare il contratto di solidarietà per la durata di due anni e per un tetto massimo nel primo anno di 3.749 lavoratori dello stabilimento siderurgico di Taranto». «Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto che tutela gli interessi dei lavoratori e con- ferma la volontà dell’azienda di applicare l’Aia, così come», spiega l’azienda, «sta già puntualmente avvenendo. In tal modo si potrà garantire un futuro positivo allo stabilimento di Taranto, coniugando salute, ambiente e lavoro», ha commentato il presidente Bruno Ferrante. Sempre ieri il Tribunale di Taranto ha respinto il ricorso dei difensori dell’ex presidente Nicola Riva che resta agli arresti domiciliari. Multiutility: A2A torna in utile Eni alza il dividendo del 2% Investimenti a 57 miliardi Il Cane a sei zampe vende ai cinesi il 28% dell'Area 4 in Mozambico e presenta un piano di impieghi al 2016 molto aggressivo ::: SANDRO IACOMETTI Cinquantasei miliardi di investimenti da qui al 2016, obiettivi di crescita della produzione ritoccati verso l’alto e una politica più generosa dei dividendi. La crisi europea non frena la corsa dell’Eni, che continua a macinare profitti e risultati. Il cda ha approvato ieri il bilancio consolidato con un utile netto a quota 7.788 milioni (4.198 milioni escludendo il contributo ed i proventi della dismissione Snam considerati tra le discontinued operations). L’utile netto di esercizio ammonta a 9.078 milioni (6.207 milioni esclusi dividendi e plusvalenze relativi a Snam). Tutto in crescita il piano strategico 2013-2016 presentato a Londra agli analisti. Gli investimenti crescono di 1,6 miliardi (a quota 56,8) rispetto al periodo del piano precedente, il target di crescita della produzione viene spostato dal 3 al 4% annuo. Stesso discorso per le cedole. Il dividendo per il 2012 è fissato a 1,08 euro per azione, mentre la stima per il 2013 è di 1,10 euro, in rialzo del 2%. La nuova politica del dividendo del gruppo, ha spiegato l’ad Paolo Scaroni, «non sarà più legato all’inflazione Ocse, ma verrà deciso anno per anno in base alla crescita, ai profitti e al cash flow». Quanto al buyback, l’Eni non esclude la possibilità di proseguire il programma a vantaggio degli azionisti anche nel 2013, ma solo nel caso in cui i prezzi del petrolio saranno superiori a quelli del piano e se ci saranno «buoni progressi» nell’attività di quest’anno. Dietro l’accelerazione del Cane a sei zampe c’è anche l’uscita di Snam dal perimetro del gruppo. «Siamo», ha detto Scaroni, che non ha escluso un nuovo mandato, «in una nuova fase, in una nuova Eni, con un nuovo debito». Ma il piano ruota principalmente intorno alla capacità della società di generare un flusso di cassa impressionante, che si aggira sui 20 miliardi di euro l’anno. Gran parte di queste risorse arrivano dall’attività di estrazione e produzione. E qui, ieri, l’Eni MERCATINO Mapei cresce in Turchia Acquista Wellmerk Mediolanum University arriva 2ª al premio Best corporate university MULTINAZIONALI Mapei, la multinazionale di prodotti chimici per l’edilizia del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha acquistato la turca Wellmerk di Polatli, vicino ad Ankara. Nel 2012 ha fatturato oltre 10 milioni, quello di Mapei supera i due miliardi. BANCHE Mediolanum Corporate University, l’istituto di Banca Mediolanum realizzato per diffondere la cultura finanziaria e d’impresa, ha vinto a Parigi il secondo premio come “Best corporate university”. A ritirare Oscar di Montigny, direttore marketing Mediolanum. Mediaset scommette sulle start up innovative team. L’accesso al progetto è aperto anche ad aziende internazionali non ancora presenti sul mercato italiano. Tutti i dettagli sul sito www.Ad4Ventures.com Commenta Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente Mediaset: «Dalla recessione che sta colpendo l’Italia si uscirà solo con una forte spinta all’innovazione: questo vale per tutte le aziende e a maggior ragione per le imprese che operano nel mondo dei me- VENDITE IN EDICOLA I giornalisti di «A» contestano i dati Rcs Il sindacato interno di «A» (nei giornali si chiama comitato di redazione) contesta le cifre sulla diffusione dei settimanali. Sostiene che i conti della testata stanno migliorando e quindi non si capiscono le ragioni dell’inserimento nella lista dei periodici da dismettere. In una lettera al capo di Rcs, Pietro Scott Jovane, il sindacato ricorda che a gennaio «A» ha registrato un aumento del 6,5% della diffusione. ha messo a segno un colpo da 4,2 miliardi di dollari cedendo ai cinesi di Cnpc il 28,57% delle azioni di Eni East Africa, cui fa capo il 70% della partecipazione Area 4 nell’offshore del Mozambico. Si tratta del giacimento al largo delle coste africane, dove l’Eni alla fine del 2011 ha fatto una delle più grandi scoperte della sua storia, mettendo le mani su un potenziale complessivo di 52 trilioni di metri cubi di gas. Oltre al 50% del Cane a sei zampe e all’attuale 20% di Cnpc, le altre quote sono detenute dalla compagnia locale Empresa Nacional de Hidrocarbonetos de Mocambique (10%), dalla coreana Kogas (10%) e dalla portoghese Galp (10%). Buone notizie anche per A2a. La multiutility lombarda torna in utile per 260 milioni nel 2012 dopo il rosso di 423 milioni registrato lo scorso anno. I ricavi sono saliti del 5,7% a 6.480 milioni e verrà distribuito un dividendo di 0,26 euro per azione, il doppio dell’anno precedente. twitter@sandroiacometti Al via «Ad4Ventures» Per una start-up non c’è strada più breve verso il successo che incrociare il destino con chi ha già l’esperienza, la possibilità e la voglia di lanciare una nuova impresa. Oltre all’Agenda digitale, l’agenzia pubblica fortemente voluta da Corrado Passera che dovrebbe dare una spinta al settore dell’innovazione tecnologica, anche diverse aziende private stanno adottando provvedimenti per promuovere le buone idee in erba. Da lunedì 18 marzo parte “Ad4Ventures”, iniziativa di venture capital ideata da Mediaset con l’obiettivo di investire su nuove aziende italiane ad alto potenziale di crescita, attive nell’area tecnologica e digitale. Mediaset offrirà efficaci piani di comunicazione e promozione su tutti i propri canali di distribuzione. In cambio di questo prezioso investimento in pubblicità, equivalente a iniezioni di capitale, Mediaset acquisirà quote azionarie delle start-up prescelte puntando sul loro sviluppo a medio-lungo termine. Le nuove imprese che “Ad4Ventures”selezionerà sono attive nell’area consumer e retail, in fase di crescita con un chiaro modello di business e con un proprio management Paolo Scaroni, amministratore delegato Eni (Fotogramma) dia. Abbiamo quindi deciso di lanciare il progetto “Ad4Ventures” perché puntiamo all’evoluzione permanente e perché abbiamo fiducia nelle eccellenze tecnologiche italiane. Eccellenze che esistono e che oggi rischiano di non riuscire a svilupparsi per mancanza di risorse o, peggio, di finire assorbite da investitori esteri. È già accaduto troppe volte in passato. Mediaset, consapevole del contributo che queste nuove realtà possono offrire all’area editoriale, è pronta a esaminare opportunità di collaborazione che per avere successo devono creare valore e know-how sia per Mediaset sia per le giovani imprese ad alto potenziale coinvolte». L’innovazione legata alle nuove realtà imprenditoriali è un motore di sviluppo per tutto il tessuto produttivo. E l’iniziativa di Mediaset rientra a pieno titolo tra quelle che possono contribuire alla crescita di tutto Paese, non solo delle aziende direttamente interessate. Una via di sviluppo chiesta a gran voce da quanti seguono da vicino da tanti anni questo settore e che ne vedono le opportunità. Il divario con altri Paesi resta forte, ma strada giusta per recuperare terreno sembra intrapresa. 22 Venerdì 15 marzo 2013 Mercato Azionario AZIONI A PREZZO VAR% PREZZO CHIUSURA SU PR. RIF. MED. PON. MINIMO 2011/2012 MASSIMO 2011/2012 VAR% PR.UF. DAL 28/12/12 ACEA ACEGAS-APS ACOTEL GROUP ACQUE POTABILI ACSM-AGAM AEDES AEDES 09-2014 W AEFFE AEGON AEROPORTO DI FIRENZE AGEAS AHOLD KON AICON AION RENEWABLES ALCATEL-LUCENT ALERION ALLIANZ AMBROMOBIL 14 W AMPLIFON ANSALDO STS ANTICHI PELLETTIERI ARENA ASCOPIAVE ASTALDI ASTM ATLANTIA AUTOGRILL AUTOS MERIDIONALI AXA AZIMUT A2A 4,16 5,575 22,42 0,766 0,65 0,0522 0,004 0,62 5,01 9,815 27,4 11,55 0,122 0,621 1,163 3,904 113,9 4,31 6,74 0,1278 0,0046 1,14 5,325 9,2 12,37 9,385 15,95 14,58 13,09 0,4335 -1,05 1,46 1,86 1,96 1,36 -0,56 2,96 -0,2 0,96 6,75 3,93 0,62 1,88 0,7 0,97 1,35 2,22 -1,04 1,04 -1,18 2,15 2,68 0,19 2,17 0,69 6,25 4,1728 5,5394 22,2338 0,766 0,6458 0,0518 0,004 0,6211 5,0061 9,475 27,3237 11,6231 0,122 0,6221 1,1562 3,8778 113,2762 4,2987 6,7009 0,1268 0,0045 1,1432 5,2189 9,1934 12,3401 9,2823 15,7202 14,5178 13,054 0,4265 4,16 5,235 22,01 0,741 0,621 0,0513 0,0037 0,5635 4,446 9,815 22,98 9,305 0,122 0,525 1,06 3,708 101,5 3,56 6,675 0,1261 0,0045 1,1 5,15 7,795 12,11 8,57 15,4 13,05 11,16 0,39 4,83 5,93 27,61 0,795 0,71 0,0719 0,007 0,705 5,2 10,5 27,4 11,55 0,122 0,804 1,325 4,068 113,9 4,31 7,68 0,1893 0,0059 1,309 5,71 9,675 14,14 9,815 17 14,58 13,5 0,5005 -8,65 5,29 -2,94 0,79 5,78 -9,06 -35,48 11,71 5,03 -2,73 22,81 24,13 18,97 14,47 7,02 9,2 14,81 -4,4 -28,68 -16,36 -10,52 5,24 17,8 -9,51 8,06 -5,23 9,62 20,65 -0,87 20/05/13 09/07/12 26/05/03 02/05/06 21/05/12 07/05/07 07/05/07 18/05/09 25/04/08 07/05/12 30/04/12 19/04/12 B CARIGE B CARIGE RSP B DESIO BRIA RNC B DESIO E BRIANZA B IFIS B INTERMOBILIARE B M.PASCHI SIENA B P DI SONDRIO B P EMILIA ROMAGNA B POP ETRURIA E LAZIO B POP MILANO B POP SPOLETO B PROFILO B SANTANDER B SARDEGNA RSP BANCA GENERALI BANCO POPOLARE BASF BASICNET BASTOGI BAYER BB BIOTECH B&C SPEAKERS BCA FINNAT BE BEGHELLI BENI STABILI BEST UNION COMPANY BIALETTI INDUSTRIE BIANCAMANO BIESSE BIOERA BMW BNP PARIBAS BOERO BOLZONI BON FERRARESI BORGOSESIA BORGOSESIA RSP BPM 09-13 W BREMBO BRIOSCHI BRUNELLO CUCINELLI BUZZI UNICEM BUZZI UNICEM RSP 0,6 1,18 2,148 1,947 6,815 2,6 0,2106 4,65 5,44 0,4121 0,4573 1,844 0,2529 5,925 7,63 15,51 1,07 75,3 1,507 0,81 78,5 87,65 3,59 0,2677 0,1918 0,362 0,48 1,12 0,2454 0,542 2,65 0,203 70,7 44,29 21 2,614 37,73 0,906 1,131 0,0175 11,89 0,094 17,51 11,86 5,97 2,13 0,88 0,22 -9,91 2,23 2,65 7,09 -2,7 -0,81 -2,73 2,16 0,39 1,13 1,55 -1,05 1,95 0,52 -0,28 1,02 -0,1 0,5 0,69 1,82 2,25 -3,3 -0,53 -0,49 0,93 -0,62 1,32 -0,68 1,16 0,17 0,21 0,06 4,96 2,4 0,5961 1,2074 2,151 1,9135 6,794 2,722 0,2089 4,6144 5,2999 0,4137 0,4722 1,8909 0,2548 5,9306 7,6235 15,5436 1,0634 75,0122 1,5123 0,81 78,3507 87,77 3,5768 0,2626 0,1876 0,3649 0,4772 1,1085 0,2478 0,5512 2,6663 0,2068 71,2308 44,4323 21 2,6042 37,9952 0,906 1,1303 0,0171 11,8824 0,0934 17,4729 11,5371 5,8705 0,5875 1,18 1,96 1,86 5,635 1,78 0,1985 4,42 5,08 0,4121 0,4573 1,687 0,246 5,68 7,3 12,92 1,058 71 1,385 0,81 69,35 73,5 2,998 0,258 0,1709 0,3602 0,4626 0,87 0,193 0,542 2,49 0,1964 68,8 41,71 18,67 2,024 37 0,7215 0,97 0,0172 9,74 0,0854 13,39 10,21 5,1 0,888 1,398 2,2 2,36 6,94 2,886 0,3 5,485 6,5 0,657 0,583 3,03 0,272 6,74 7,975 15,51 1,563 75,8 1,691 0,927 78,5 87,65 3,746 0,2995 0,2206 0,4305 0,52 1,12 0,267 0,742 2,858 0,28 75,85 47,78 21,13 2,65 39,96 0,92 1,25 0,1216 11,97 0,1021 17,7 12,05 5,99 -22,13 -1,67 12,34 -0,46 23,24 33,26 -6,69 6,16 4,02 -25,41 1,17 8,79 3,1 -1 8,53 20,14 -14,94 5,54 10,97 -3,11 9,79 20,23 17,78 -0,41 17,38 6,69 7,6 28,44 30,67 -18,43 6,68 -27,19 -4,33 4,83 1,99 27,02 3,94 23,35 16,6 -85,32 21,89 10,59 31,06 12,52 15,47 21/05/12 21/05/12 07/05/12 07/05/12 06/05/13 05/05/08 18/05/09 23/04/12 21/05/12 16/04/12 23/05/11 09/05/11 07/05/12 15/01/13 14/05/12 20/05/13 23/05/11 30/04/12 18/06/12 CAD IT CAIRO COMMUNICATION CALEFFI CALTAGIRONE CALTAGIRONE EDITORE CAMFIN CAMPARI CAPE LIVE CARRARO CARREFOUR CATTOLICA ASSICURAZIONI CDC CELL THERAPEUTICS CEMBRE CEMENTIR HOLDING CENTRALE DEL LATTE TO CHL CIA CICCOLELLA CIR CLASS EDITORI COBRA COFIDE COGEME SET CONAFI PRESTITO’ CR BERGAMASCO CR VALTELLINESE CREDEM CREDIT AGRICOLE CRESPI CREVAL 2014 W CSP INTERNATIONAL 4,44 2,724 1,44 1,299 0,8185 0,773 5,92 0,058 2,06 21,98 14,04 0,4401 0,973 6,5 2,1 1,682 0,0571 0,229 0,3627 0,775 0,2174 0,345 0,385 0,048 0,68 11,48 1,011 3,794 7,265 0,0292 0,156 1,09 3,98 0,96 -0,69 1,8 -1,33 1,64 1,46 3,2 1,08 -0,99 11,87 -2,37 1,14 0,08 1,25 -2,49 1,06 3,1 2,65 1,73 -0,66 1,32 -0,66 -0,43 0,6 1,72 0,9 -2,01 4,35 -0,18 4,4039 2,7275 1,44 1,3036 0,8135 0,7719 5,896 0,0582 2,0547 21,98 13,4586 0,4379 0,9704 6,4949 2,0557 1,705 0,0574 0,2275 0,3627 0,7702 0,2143 0,3438 0,3867 0,049 0,68 11,558 1,0074 3,7684 7,2557 0,0292 0,1573 1,0795 4,152 2,484 1,352 1,215 0,8185 0,556 5,635 0,0492 1,99 19,09 12,35 0,381 0,962 6,38 1,67 1,48 0,055 0,226 0,3035 0,7355 0,2113 0,338 0,3669 0,048 0,619 11,48 0,9955 3,55 6,31 0,0255 0,1271 0,96 4,66 2,892 1,519 1,365 0,907 0,8865 6,095 0,076 2,292 22,65 14,1 0,615 1,155 7,28 2,128 1,99 0,0717 0,2588 0,45 0,9285 0,2599 0,428 0,4571 0,048 0,7 14,69 1,355 4,596 7,75 0,041 0,1789 1,14 7,61 10,28 1,05 11,12 -5,54 41,83 2,07 13,95 -4,01 12,43 20,21 18,02 -0,71 2,6 28,28 15,92 -3,22 -6,03 24,13 -2,45 -0,41 3,02 -4,37 9,15 -18,58 -13,29 -8,18 19,79 14,51 9,32 12,37 07/05/12 13/02/13 17/05/10 21/05/12 21/05/12 19/05/08 20/05/13 DADA DAIMLER DAMIANI D’AMICO DANIELI & C DANIELI & C RSP DANONE DATALOGIC DEA CAPITAL DELCLIMA DE’LONGHI DEUTSCHE BANK DEUTSCHE TELEKOM DIASORIN DIGITAL BROS DMAIL GROUP 3,51 45,75 1 0,4312 20,37 13,35 55,65 6,595 1,282 0,805 12,83 34,28 8,565 26,85 1,148 5,14 9,76 0,28 -1,38 -0,02 0,99 1,29 0,54 1,77 -1,54 2,48 3,63 1,39 2,33 -0,81 -0,17 -3,11 3,5858 45,7679 0,9825 0,4335 20,3944 13,2161 55,65 6,549 1,2856 0,7959 12,6391 34,3864 8,5044 26,7458 1,148 5,2341 3,01 42,11 0,9245 0,3286 19,75 12,33 49,2 6,36 1,282 0,6725 10,82 33,14 8,04 26,53 1,136 2,04 3,51 46,81 1,03 0,49 23,65 14,05 55,65 7,085 1,479 0,82 12,98 38,45 9,14 30,58 1,331 5,305 17,79 10,24 8,46 35,17 -6,34 4,79 12,31 -0,15 -4,33 20,15 17,49 3,85 0,18 -11,33 -8,09 143,6 1,23 0,313 2,24 0,97 1,2214 0,3159 0,875 0,31 1,239 0,3772 41,06 -16,98 B C D E EDISON RSP EEMS 24/05/10 04/06/07 21/05/12 10/05/12 10/05/12 13/05/13 20/05/13 26/05/08 24/07/00 09/05/11 07/05/12 30/04/12 20/05/13 21/05/12 16/04/12 04/05/12 20/05/13 18/06/12 30/04/12 20/03/13 14/05/12 21/05/12 06/05/02 25/06/12 13/05/13 04/07/11 12/05/08 26/05/08 17/05/12 30/05/12 26/04/10 21/05/12 20/05/13 19/08/81 04/02/08 04/02/08 13/05/13 19/05/03 14/05/12 21/05/12 21/05/12 05/05/08 04/07/12 09/05/11 25/07/11 14/05/12 20/05/13 07/05/12 11/05/09 21/05/01 21/05/12 10/05/10 21/05/12 04/06/12 06/05/13 07/05/12 14/05/12 20/06/11 19/05/03 19/05/03 11/06/12 05/04/12 27/04/09 07/11/11 07/11/11 08/05/12 13/05/13 30/04/12 01/06/12 25/05/12 20/05/13 03/12/12 19/05/08 22/04/13 885,9 306,5 93,5 27,6 49,8 51,7 51,7 66,6 790,7 88,7 64.435,5 1.376,6 13,3 10,8 2.695,3 170,1 51.699,2 51.699,2 963,5 1.078,4 5,8 8,1 267,2 524,1 809,6 8.186,8 2.387,5 69,8 30.459,9 1.875,2 1.358,1 1.304,8 3 28,4 227,8 366,7 406,1 2.431,3 1.432,9 1.810 104,1 1.476,9 54,9 171,2 62.441,7 50,4 1.766,4 1.887,2 69.511,6 91,9 14,4 60.000,8 1.139,5 39,5 97,1 13,3 72,4 919,8 10,5 18,4 18,4 72,6 7,3 42.561,1 40.396,7 91,1 67,9 212,2 40,7 1 1 794,1 74 1.190,7 1.961 243,1 39,9 213,4 18 156 102,3 606 3.438,3 2,9 94,7 15.493,8 797,4 5,4 106,9 110,5 334,2 16,8 12,6 21,1 65,5 614,8 22,9 33,5 276,9 3 31,6 708,6 432,3 1.261,1 16.174,4 4,7 4,7 36,3 56,9 44.129,4 82,6 155,2 832,7 539,7 28.593,1 385,5 393,1 120,4 1.918,1 19.569 37.354,7 1.501 16,2 7,9 135,5 13,6 PREZZO VAR% PREZZO CHIUSURA SU PR. RIF. MED. PON. MINIMO 2011/2012 MASSIMO 2011/2012 VAR% PR.UF. DAL 28/12/12 DIVIDENDO CAPITALIZZAZIONE DATA (MLN/EURO) 607,6 76 73,3 88,4 24.918,9 7.565 33,3 366,4 67.196,1 26.133,1 1.140,2 1.140,2 23,1 291,5 185,9 9,5 40,8 3.543,3 1.666,6 200,8 35,1 EI TOWERS EL EN ELICA EMAK ENEL ENEL GREEN POWER ENERVIT ENGINEERING ENI E.ON ERG ERGYCAPIT 16 W ERGYCAPITAL ESPRESSO ESPRINET EUKEDOS EUROTECH EXOR EXOR PRV EXOR RSP EXPRIVIA 21,5 15,75 1,157 0,539 2,65 1,513 1,873 29,31 18,49 13,06 7,585 0,039 0,2439 0,7105 3,548 0,538 1,15 22,11 21,7 21,9 0,677 -0,94 0,61 0,19 1,45 5,58 -2,55 -0,03 3,12 0,23 1,68 -1,22 1,07 1,37 -3,06 -0,52 1,33 0,42 1,3 -0,44 21,5504 15,753 1,1543 0,5354 2,6271 1,4791 1,873 29,0498 18,3383 12,9722 7,5336 0,039 0,2419 0,7117 3,5017 0,5419 1,1436 22,0652 21,7634 21,9492 0,6754 21,07 15,28 0,995 0,534 2,612 1,358 1,841 25,84 17,01 12,49 6,795 0,0242 0,1654 0,703 3,17 0,538 1,122 19,52 16,99 17,1 0,6395 22,7 16,35 1,19 0,583 3,258 1,568 2,08 31,63 19,48 14,53 7,655 0,05 0,35 1,025 3,72 0,65 1,309 22,49 22,15 22,25 0,7895 3,97 1,42 15,7 -0,37 -15,55 7,69 -6,35 16,17 0,82 -7,57 -0,52 67,38 84,63 -19,26 5,28 -5,61 4,26 16,37 30,88 31,14 8,84 FALCK RENEWABLES FIAT FIAT INDUSTRIAL FIDIA FIERA MILANO FINMECCANICA FIRST CAPITAL 2013 W FNM FONDIARIA SAI FONDIARIA SAI RSP FONDIARIA SAI RSP B FRANCE TELECOM SA FULLSIX 0,935 4,456 9,075 2,66 3,996 4,01 0,179 1,317 83,95 0,875 8,23 1,965 -1,27 0,59 0,33 1,53 0,4 0,91 0,62 4,77 -0,06 3,06 3,52 0,41 0,9442 4,4283 9,0759 2,683 3,9246 3,9828 0,1813 1,2956 84,665 0,8638 8,2822 1,9772 0,9055 3,89 8,59 2,352 3,98 3,59 0,1779 0,9835 79,4 0,693 7,255 1,908 1,14 4,724 9,755 2,92 4,236 5,15 0,2137 1,362 97 0,875 9,14 2,028 -3,95 17,57 9,93 14,66 1,94 -7,86 -11,47 38,78 5,4 30,5 -1,44 1,81 28/05/12 18/04/11 22/04/13 20/05/02 07/05/12 23/05/11 23/05/11 0,0533 0,0045 4,55 14,66 2,618 1,319 1,518 13,33 2,252 1,33 1,34 -0,27 -1,95 2,41 -2,75 9,35 5,73 0,0529 0,0038 4,5253 14,6418 2,5961 1,3006 1,4995 13,0348 2,2054 0,0518 0,0038 4,392 14,1 2,618 1,092 1,021 11,92 2,13 0,062 0,0067 5,05 15,88 2,868 1,385 3,1 14,56 2,734 -4,82 -30,77 -8,08 -4,43 0,69 22,81 52,56 -2,98 3,59 15/05/06 15/05/06 24/05/10 25/04/12 30/04/12 18/06/07 18/05/09 21/05/12 20/05/13 14,8 14,8 204,3 32.158,8 37,7 1.937,9 5,7 20.753,1 583,7 1,287 1,58 1,277 1,24 1,377 5,15 04/06/12 1.708 0,36 0,859 0,525 17,38 0,535 4,02 14 5,915 5,745 1,4 6,495 0,306 0,365 0,3725 6,08 1,252 1,059 0,0425 1,421 0,56 2,214 1,334 4,616 2,326 14,84 9,95 6,66 0,14 2,75 -0,57 1,52 0,55 -1,69 1,81 -0,43 1,33 -3,13 -1,08 1,42 1,71 0,57 1,19 -0,21 1,45 -3,32 1,06 2,35 2,02 0,13 0,66 -1,33 0,3611 0,8453 0,5279 17,3955 0,5251 4,0011 13,9305 5,8658 5,612 1,4004 6,4769 0,3109 0,365 0,3725 6,0144 1,2431 1,0618 0,0426 1,449 0,5567 2,2505 1,304 4,5465 2,2951 14,7769 9,8581 6,6115 0,3536 0,795 0,525 14,6 0,455 3,61 12,68 5,39 5,31 1,311 5,95 0,306 0,3605 0,3725 5,55 1,201 1,029 0,0395 1,337 0,48 2,134 1,184 4,102 2,182 13,1 8,1 6,66 0,412 0,93 0,7 17,38 0,5885 4,044 15,24 6,975 6,86 1,65 7,81 0,369 0,3949 0,5135 6,1 1,525 1,258 0,05 1,474 0,61 2,344 1,501 4,9 2,496 16,34 11,13 7,8 -8,63 4,76 -0,28 20,69 19,47 13,75 7,78 2,34 3,51 -2,78 -7,21 -7,91 0,33 -6,88 4,92 -3,69 -0,75 7,05 1,07 21,42 3,94 9,79 8,87 9,2 15,94 24,45 -11,2 07/04/08 20/05/13 20/05/13 28/04/08 28/05/12 21/05/12 21/05/12 21/05/12 21/05/12 21/05/12 16,2 283,5 283,5 22,7 640,1 183,6 1.617,9 22,6 672,3 2,9 32,8 13.388,1 105,7 15,9 2,4 662 19.407,9 987,5 5,4 40 661,8 38,9 10,5 817,6 245,2 329,2 162,6 259,4 F G GABETTI GABETTI 13 W GAS PLUS GDF SUEZ GEFRAN GEMINA GEMINA RSP GENERALI GEOX H HERA I I GRANDI VIAGGI IGD IKF 10-14 W IL SOLE 24 ORE IMA IMMSI IMPREGILO IMPREGILO RSP INDESIT INDESIT RSP INDUSTRIA E INNOVAZIONE ING GROEP INTEK GROUP INTEK GROUP RSP INTEK GROUP RSP T INTERPUMP INTESA SANPAOLO INTESA SANPAOLO RSP INVEST E SVILUPPO IRCE IREN ISAGRO IT WAY ITALCEMENTI ITALCEMENTI RSP ITALMOBILIARE ITALMOBILIARE RSP IVS GROUP J 23/05/11 23/05/11 04/06/12 18/06/12 20/05/13 21/05/12 08/10/12 20/05/13 04/05/12 20/05/13 20/05/13 21/05/12 14/05/12 18/06/12 18/06/12 18/06/12 23/04/12 24/05/10 24/05/10 08/06/12 14/08/08 09/05/11 09/05/11 07/05/12 18/06/12 18/06/12 18/06/01 07/05/12 18/06/12 28/05/12 02/02/09 20/05/13 20/05/13 06/06/11 06/06/11 272,5 5.571,8 11.094,8 13,6 168,4 2.318,4 2.318,4 77,8 1.212,4 107,2 62,5 21.516,1 22 JUVENTUS FC 0,217 1,26 0,2163 0,2062 0,2188 2,36 04/11/02 218,7 KINEXIA K.R.ENERGY 1,28 1,285 -0,23 0,78 1,2836 1,2685 1,033 0,85 1,465 1,595 24,39 53,71 21/05/12 27,3 42,1 LA DORIA LANDI RENZO LAZIO S.S. L’OREAL LOTTOMATICA LUXOTTICA GROUP LVENTURE GROUP LVMH 1,726 1,509 0,4209 120 18,18 38,5 0,052 136 1,23 1,62 1,99 0,33 1,56 1,36 -0,29 1,7324 1,5256 0,4183 120,0962 18,1443 38,2544 0,0519 135,941 1,68 1,4 0,4127 104,5 17,59 31,91 0,0499 130,3 1,726 1,646 0,539 120 18,77 38,5 0,35 142 1,53 1,96 -6,88 14,18 5,7 23,91 -6,64 -1,52 23/05/11 23/05/11 53,5 169,8 28,5 72.289,5 3.135,8 18.253,9 0,6 66.631,5 MAIRE TECNIMONT MARR M&C MEDIACONTECH MEDIASET MEDIOBANCA MEDIOLANUM MERIDIANA FLY MERIDIE MID INDUSTRY CAPITAL MILANO ASS MILANO ASS RSP MITTEL MOLMED MONDADORI MONDO TV MONRIF MONTEFIBRE MONTEFIBRE RSP MOVIEMAX MUNICH RE MUTUIONLINE 0,3368 9,14 0,1722 1,193 1,553 4,638 4,656 0,5975 0,08 5,02 0,4075 0,4942 1,35 0,417 0,984 0,687 0,27 0,0908 0,165 0,0792 146,7 3,16 5,28 2,01 -0,46 -3,32 2,04 5,99 5,29 -0,08 7,96 4,03 4,04 0,67 0,24 -1,4 2,46 1,09 1 1,8 0,34 3,61 0,3303 9,0987 0,1722 1,1754 1,5448 4,5776 4,5748 0,5982 0,0772 4,8335 0,4039 0,4856 1,3423 0,4183 0,9971 0,6847 0,2688 0,0903 0,1657 0,0784 147,0308 3,1193 0,3199 7,97 0,168 1,181 1,46 4,282 3,944 0,565 0,0741 4,65 0,3237 0,3719 1,323 0,4015 0,984 0,5905 0,26 0,0682 0,165 0,0778 132 3,02 0,4785 9,14 0,1849 1,65 2,018 5,595 4,714 1,2 0,1 6,85 0,43 0,4942 1,42 0,4546 1,293 0,687 0,294 0,1059 0,1926 0,0957 146,7 3,316 -16,74 15,7 3,11 -10,57 -0,19 -0,51 21,44 6,7 9,74 -24,05 29,78 35,77 3,85 -2,75 -12,3 18,45 -2,53 33,33 -9,14 -2,82 8,11 -3,48 16/05/11 02/07/12 2,704 3,6 2,68 0,76 -2,73 5,82 0,07 - 2,7011 3,5665 2,6954 0,76 2,64 2,924 2,654 0,76 2,87 3,648 3,486 0,9975 3,68 16,13 -8,53 -23,81 28/05/12 04/05/12 04/06/07 313,7 22,4 10.186,5 10,3 K L M N NICE NOEMALIFE NOKIA CORPORATION NOVA RE O 27/04/12 21/05/12 20/05/13 29/04/02 29/11/12 22/04/02 21/05/12 19/11/12 19/11/12 11/05/09 26/04/10 26/04/10 28/02/11 23/05/11 28/02/05 22/05/06 20/05/02 19/05/03 27/04/12 07/05/12 108,6 608 81,7 22,1 1.834,4 3.993,9 3.419,4 63,6 4,1 21,2 750,8 50,6 118,7 92,9 242,5 18,2 40,5 11,8 4,3 1,6 30.279,4 124,9 OLIDATA 0,2969 4,54 0,2986 0,2668 0,319 10,66 10/05/04 10,1 PANARIAGROUP PARMALAT PARMALAT 2015 W PHILIPS PIAGGIO PIERREL PININFARINA PIQUADRO PIRELLI E C. 1,247 1,843 0,8305 23,33 2,09 0,754 2,946 1,45 8,27 -0,95 0,11 -0,54 2,15 -0,1 1,21 1,66 -3,4 -1,14 1,248 1,8403 0,8251 23,1817 2,08 0,7596 2,9226 1,4868 8,3021 1,088 1,732 0,725 20,25 1,922 0,6695 2,854 1,45 8,27 1,274 1,892 0,881 23,4 2,242 1,1 3,396 1,779 9,73 14,61 4,72 10,66 17,24 2,96 17,54 -0,81 -8,11 -4,45 11/05/09 18/06/12 18/06/12 02/05/12 20/05/13 56,6 3.248,6 3.248,6 22.686,4 777 12,4 88,9 72,5 3.934,4 P 23/05/05 30/07/12 20/05/13 Titoli di stato FTSE Mib Titolo AZIONI DIVIDENDO CAPITALIZZAZIONE DATA (MLN/EURO) Rif. in ANSALDO STS ATLANTIA AUTOGRILL AZIMUT A2A B M.PASCHI SIENA B P EMILIA ROMAGNA B POP MILANO BANCO POPOLARE BUZZI UNICEM CAMPARI DIASORIN ENEL ENEL GREEN POWER ENI EXOR FIAT FIAT INDUSTRIAL FINMECCANICA GENERALI IMPREGILO INTESA SANPAOLO LOTTOMATICA LUXOTTICA GROUP MEDIASET MEDIOBANCA MEDIOLANUM PARMALAT PIRELLI E C. PRYSMIAN SAIPEM SALVATORE FERRAGAMO SNAM STMICROELECTRONICS TELECOM ITALIA TENARIS TERNA TOD’S UBI BANCA UNICREDIT 6,74 12,37 9,385 13,09 0,4335 0,2106 5,44 0,4573 1,07 11,86 5,92 26,85 2,65 1,513 18,49 22,11 4,456 9,075 4,01 13,33 4,02 1,252 18,18 38,5 1,553 4,638 4,656 1,843 8,27 17,76 23,97 20,89 3,59 5,94 0,606 15,77 3,16 111,5 3,212 3,806 Var.% Titolo 0,97 2,15 2,68 0,69 6,25 2,23 7,09 -2,7 1,13 4,96 1,46 -0,81 1,45 5,58 3,12 1,33 0,59 0,33 0,91 9,35 0,55 1,71 0,33 1,56 2,04 5,99 5,29 0,11 -1,14 3,32 0,38 -0,05 0,84 1,8 5,57 1,22 0,96 -1,33 -1,47 1,01 PREZZO VAR% PREZZO CHIUSURA SU PR. RIF. MED. PON. 99,998 99,985 99,961 99,94 99,8 99,9 99,86 99,82 99,752 99,699 99,604 99,589 99,474 99,344 99,279 99,099 98,911 98,743 100,272 100,277 101,262 100,703 101,968 101,617 102,21 103,243 103,385 106,801 104,173 100,83 101,6 101,53 104,69 103,01 101,46 Ren. Titolo 0,12 0,27 0,32 0,29 0,41 0,48 0,51 0,61 0,68 0,77 0,83 0,85 0,91 0,94 0,98 1,09 1,22 1,31 0,57 0,8 1,05 1,08 1,38 1,61 1,67 1,72 1,83 1,96 2,07 2,2 2,33 2,4 2,44 2,44 Ultima rilev. BTP 01.12.2015 2,75% BTP 15.04.2016 3,75% BTP 1.08.2016 3,75% BTP 15.09.2016 4,75% BTP 01.02.2017 4% BTP 01.05.2017 4,75% BTP 01.06.2017 4,75% BTP 1.8.2017 5,25% BTP 01.11.2017 3,50% BTP 01.02.2018 4,5% BTP 01.08.2018 4,5% BTP 1.2.2019 4,25% BTP 01.03.2019 4,5% BTP 01.09.2019 4,25% BTP 1.2.2020 4,5% BTP 01.03.2020 4,25% BTP 01.09.2020 4% BTP 01.03.2021 3,75% BTP 1.8.2021 3,75% BTP 01.09.2021 4,75% BTP 1,3,2022 5% BTP 01.09.2022 5,5% BTP 01.11.2022 5,5% BTP01.05.2023 4,5% BTP 01.08.2023 4,75% BTP 15.09.2023 2,6% BTP 1.11.2023 9% BTP 22.12.2023 8,5% BTP 01.03.2025 5% BTP 01.03.2026 4,5% BTP 1.11.2026 7,25% BTP 1.11.2027 6,5% BTP 01.09.2028 4,75% BTP 1.11.2029 5,25 BTP 01.05.2031 6% BTP 1.2.2033 5,75% BTP 01.08.2034 5% 100,62 103,28 103,16 106,36 103,52 105,96 105,89 108,09 100,73 104,9 104,58 102,81 103,9 102,54 103,27 101,85 100,43 98,21 98,22 103,81 104,39 107,28 106,95 99,29 101,64 94,73 134,92 159 102,28 98,2 121,84 114,03 98,59 101,85 109,21 106,36 98,18 Ren. 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ROSSS RWE S SABAF SADI SERVIZI INDUSTR SAES GETTERS SAES GETTERS RSP SAFILO GROUP SAIPEM SAIPEM RCV SALVATORE FERRAGAMO SANOFI SAP SARAS SAT SAVE SCREEN SERVICE SEAT PAGINE GIALLE SEAT PAGINE GIALLE RSP SERVIZI ITALIA SIAS SIEMENS SINTESI SNAI SNAM SOCIETE GENERALE SOGEFI SOL SOPAF SORIN STEFANEL STEFANEL RSP STMICROELECTRONICS T TAMBURI TAMBURI 2013 W TAS TELECOM ITALIA TELECOM ITALIA RSP TELECOM ITALIA MEDIA TELECOM ITALIA MEDIA RSP TELEFONICA TENARIS TERNA TERNIENERGIA TESMEC TISCALI TISCALI 14 W TOD’S TOTAL TREVI TXT E-SOLUTIONS U UAI 2011-2015 W UBI BANCA UNI LAND UNICREDIT UNICREDIT RSP UNILEVER UNIPOL UNIPOL P UNIPOL P 2013 W UNIPOL 2013 W V VALSOIA VIANINI INDUSTRIA VIANINI LAVORI VITTORIA ASS VIVENDI W W COMPAGNIA DELLA RUOTA 2017 W MER FLY 13 W PRIMI SUI MOTORI 2015 WARR D’AMICO 12-16 WARR IVS GROUP WARR MC-LINK 2013-2015 WARR NOEMALIFE 12/15 WARR SERV ITA 12/15 WARR SESA DIVIDENDO CAPITALIZZAZIONE DATA (MLN/EURO) 6,1923 4,9545 0,2371 0,9532 179,4 0,169 0,0784 0,1906 0,2159 1,3033 9,8113 17,6271 12/05/08 22/04/13 10/05/12 13/05/02 28/05/12 19/05/08 27/05/02 19/06/06 20/04/12 08/05/06 08/05/06 18/02/13 Y YOOX Z ZIGNAGO VETRO ZUCCHI ZUCCHI RSP ZUCCHI 11-14 W 113 25,9 104,5 48,9 627,3 10.577,9 3,4 3.518,1 99.716,8 79.429,4 852,1 80,8 535,4 17,5 28,9 0,8 97,4 1.618,7 76.656 4,7 96,1 12.140,1 17.741,2 251,1 415,4 3,1 913 30,5 0,3 5.408,7 845,9 Euribor Ren. Titolo 85,36 96,71 96,38 83,31 5,12 5,29 5,32 3,49 102,2 100,12 100,025 98,916 97,58 96,5 95,29 94 99,22 91,85 91,57 2,39 0,72 1,4 1,95 2,33 2,69 2,81 3 3,42 3,42 3,42 ORO FINO (EURO/GR) 38.35 ARGENTO (EURO/KG) 649.78 LONDRA ($/ONCIA) 1590.8 ARGENTO LONDRA ($/ONCIA) 28.8 STERLINA V.C. 266.97 STERLINA N.C. (ANT.73) 270.53 STERLINA (POST.74) 270.53 KRUGERRAND 1136.04 MARENGO ITALIANO 216.91 MARENGO SVIZZERO 215.79 MARENGO FRANCESE 215.79 MARENGO BELGA 215.79 MARENGO AUSTRIACO 215.37 20 MARCHI 276.29 99,95 99,48 98,923 98,22 97,34 96,725 0,41 0,93 1,22 1,5 1,74 1,9 102,89 101,3 104,57 101,82 101,35 100,75 97,46 99,7 94,04 98,73 85,95 0,23 2 2,07 1,57 2,12 1,88 2,23 2,38 2,9 3,23 3,27 su www.liberoquotidiano.it l'aggiornamento delle borse ogni venti minuti MINIMO 2011/2012 0,24 0,78 1,81 0,39 0,39 7,57 3,29 -2,17 -1,66 3,32 6,185 4,996 0,2449 0,957 179,4 0,1868 0,078 0,1947 0,22 1,398 9,77 17,76 PIRELLI E C. RSP POLIGRAFICA S.FAUSTINO POLIGRAFICI EDITORIALE POLTRONA FRAU PPR PRAMAC PRELIOS PREMAFIN PREMUDA PRIMA IND 2013 W PRIMA INDUSTRIE PRYSMIAN Oro e monete Ultima rilev. BOT BOT 28.03.2013 (181) BOT 12.04.2013 (361) BOT 30.04.13 (181) BOT 14.05.2013 (364) BOT 31.05.2013 (182) BOT 14.06. 2013 (365) BOT 28.06.2013 (177) BOT 12.07.2013 (361) BOT 31.07.2013 (181) BOT 14.08.2013 (364) BOT 27.02.2013 (183) BOT 13.09.2013 (364) BOT 14.10.2013 (364) BOT 14.11.2013 (364) BOT 13,12,2013 (364) BOT 14.01.2014 (365) BOT 13.02.2014 (365) BOT 14.03.2014 (365) BTP BTP 15.04.2013 4,25% BTP 01.06.2013 2% BTP 1.8.2013 4,25% BTP 01.11.2013 2,25% BTP 15.12.2013 3,75% BTP 01.04.2014 3% BTP 01.06.2014 3,5% BTP 01.07.2014 4,25% BTP 1.8.2014 4,25% BTP 15.11.2014 6% BTP 1.2.2015 4,25% BTP 01.03.2015 2,5% BTP 15.04.2015 3% BTP 15.06.2015 3% BTP 15.07.2015 4,5% BTP 1.8.2015 3,75% BTP 01.11.2015 3% AZIONI Denaro Lettera Titolo 42.71 717.87 1591.3 28.87 317.11 325.43 325.43 1276.66 245.85 242.92 242.89 242.89 242.89 318.14 1 SETT. 2 SETT. 3 SETT. 1 MESE 2 MESI 3 MESI 4 MESI 5 MESI 6 MESI 7 MESI 8 MESI 9 MESI 10 MESI 11 MESI 12 MESI 360 365 0.078 0.09 0.101 0.118 0.164 0.204 0.242 0.284 0.326 0.362 0.401 0.437 0.475 0.511 0.544 0.079 0.091 0.102 0.12 0.166 0.207 0.245 0.288 0.331 0.367 0.407 0.443 0.482 0.518 0.552 Cross rates Euro Euro Gran Bretagna Giappone Svizzera Danimarca Canada Norvegia Svezia USA 1,000 1,155 0,801 0,810 0,134 0,753 0,133 0,119 0,773 G. Bretagna 0,866 1,000 0,694 0,701 0,116 0,652 0,115 0,103 0,669 1,011 0,167 0,940 0,166 0,149 96,460 Giappone 124,790 144,148 100,000 Svizzera 1,235 1,426 0,989 1,000 0,166 0,930 0,164 0,147 0,954 Danimarca 7,458 8,615 5,976 6,040 10,000 5,616 0,990 0,890 5,764 Canada 1,328 1,534 1,064 1,075 0,178 1,000 0,176 0,158 1,026 Norvegia 7,532 8,700 6,036 6,100 1,010 5,672 10,000 0,899 5,822 Svezia 8,378 9,678 6,714 6,786 1,123 6,310 1,112 10,000 6,476 Usa 1,294 1,494 1,037 1,048 0,173 0,974 0,172 0,154 1,000 Venerdì 15 marzo 2013 23 Lavoro mercato, tendenze e offerte email: [email protected] Scolliniamo Ritorniamo alla Biagi L’ex ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta Brunetta: «Approvare la riforma Fornero in un periodo di recessione è stato da masochisti. La vera occupazione si genera soltanto con la flessibilità e gli accordi in azienda» ::: GIULIA CAZZANIGA «Ci siamo fatti inutilmente del male, siamo stati dei masochisti. E oggi? Oggi regna l’irresponsabilità». Così Renato Brunetta, ordinario di Economia del Lavoro all’Università di Tor Vergata, ex ministro della Pubblica amministrazione nell’ultimo governo Berlusconi. Brunetta. Oggi si riuniscono le Camere. Lei ha capito come andrà a finire? «Non lo so proprio, davvero. Vedo una grande irresponsabilità da parte di Bersani che preferisce corteggiare Grillo e beccarsi gli insulti due volte al giorno piuttosto che mettersi a discutere su come formare una grande coalizione, eventualmente anche con Monti. Un’irresponsabilità che pagherà cara. Qualcuno gli sta dando una mano da Oltralpe, perché non mi spiego altrimenti come sia possibile che uno starnuto di Berlusconi ci costasse 100 punti di spread e oggi che l’economia è a picco, che le banche sono sotto schiaffo dopo il caso Mps, che non abbiamo un governo stabile… lo spread diminuisce. Qualcosa non torna. C’è qualcuno, da qualche parte, che compra e sono gli stessi che nell’autunno del 2011 vendevano, non solo con fini di mercato ma per determinare gli andamenti di governo del nostro Paese. Ieri per far fuori Berlusconi, oggi per non infierire su Bersani. Fino a quando andrà avanti?». Gli ultimi dati parlano di una disoccupazione record: a gennaio i senza lavoro sono cresciuti del 3,8% rispetto a dicembre. Lei dice che in questo momento l’economia è a picco. Colpa di quanto è stato fatto biamo ulteriormente rafforzato questo aspetto. Ma non c’è nessuo di ragioni pregresse? «Approvare una legge come la For- no strumento giuslavoristico che nero in tempo di recessione è stato possa funzionare in recessione. Sopuro masochismo. Abbiamo crea- lo se si cresce attorno al 2% si creato confusione sulla flessibilità in no posti di lavoro veri. Altrimenti, uscita e abbiamo irrigidito quella in se ne distruggono, altro che crearentrata, mentre l’Europa ci chiede- ne. Un antidoto al cocktail micidiava l’esatto opposto. E gli effetti non le di recessione e irrigidimento delpossono che peggiorare, perché le le regole che ci è stato somminivariabili occupazionali hanno an- strato fino ad ora ha come ingreche 9 mesi di ritardo. Verso la fine dienti politiche di sviluppo accomdel 2013 prevedo arriveremo a una pagnate da regole più efficienti per disoccupazione l’elasticità occugiovanile oltre il pazionale». Il modello è 40%. Tutto quequello disegnato sto per una reda Biagi o è orcessione causamai superato? ta dalle politiche Efficienza e prodemenziali di duttività passaMario Monti, Il salario no anche attraimposte dalla verso una conMerkel». minimo distrugge L’Europa ha petrattazione di seil mercato. Chi rò reagito bene... condo livello cerca più un lavoro «Delle due l’una: rafforzata? se ti danno 1000 o sono in stato «Il modello è confusionale, certamente euro al mese perché hanno sempre quello. per stare a casa? chiesto delle coAnche attraverse, ne vedono also efficienza e RENATO BRUNETTA tre e plaudono produttività, sa. alle misure del lari agganciati governo tecnico, alla produttività oppure pur di far fuori Berlusconi e a una contrattazione decentrata – sono pronti ad accettare tutto, an- unica ricetta liberale di efficienza – che il contrario delle proprie pre- si genera occupazione. Il modello scrizioni?». Biagi è un modello che rifugge il Qual è lo strumento per affrontare centralismo in tema di mercato del la disoccupazione giovanile in pri- lavoro, mentre il governo dei tecnimis? Resta convinto, pur con i dati ci non è riuscito a contrastare il negativi degli ultimi mesi, che sia centralismo conservatore della l’apprendistato? Cgil, una “palla al piede” dal quale «L’apprendistato resta lo strumen- neanche Bersani riuscirà mai a dito principe, ma evidentemente la stanziarsi. Può farlo Renzi, ma solrecessione ha avuto la meglio. Nel tanto rompendo con il Pd. Il tema nostro programma di governo ab- delle relazioni sindacali è centrale “ in ogni riforma che si voglia fare in questo Paese». Negli otto punti che Pier Luigi Bersani ha indicato come “irrinunciabili per qualsiasi prospettiva di governo”si parla di salario o compenso minimo per chi non ha copertura contrattuale. Un tema che riecheggia uno dei punti del programma del Movimento 5 Stelle: il salario di cittadinanza. Che cosa ne pensa di queste due proposte? «Spero vivamente che Bersani stia parlando di minimi contrattuali, di elementi della contrattazione che stabiliscono quale sia il minimo salario per ogni ora lavorata, e cioè un fatto di civiltà. Spero insomma che ne conosca la differenza rispetto a un reddito di cittadinanza che – lo spiega una letteratura infinita – là dove applicato distrugge il mercato. Perché oltre ad avere costi insopportabili per il welfare crea disequilibri rispetto alle retribuzioni minime. Se posso stare a casa, disoccupato ma con 1000 euro, chi me lo fa fare di accettare un contratto part timea 800 o anche a 1200 euro full time? Persino la cassa integrazione oggi crea problematiche di questo tipo: difficile accettare un lavoro con certe caratteristiche se so di avere un aiuto garantito. Ma siamo comunque nel campo delle indennità, della mobilità, di un aiuto a trovare lavoro per chi l’ha perso. Pensare invece che un reddito minimo sia da garantire anche a chi non studia né lavora, o alle casalinghe – a maggior ragione – è il frutto di menti che non sanno quel che dicono». Lei Brunetta ha forse poca fiducia negli italiani, chi le dice non lavoreranno più? «Biblioteche intere di letteratura, soprattutto anglossassone, spiegano quanto sia delicata una variabile come l’indennità di disoccupazione. Da noi, in Italia, distruggerebbe il mercato del lavoro. Soltanto pensare a cose del genere è pura demagogia». di STEFANO COLLI LANZI* Per rilanciare lo sviluppo Contrattazione decentrata, ora serve lo scatto di sindacati e imprese In un Paese come il nostro, con gravi problemi di crescita e un mercato del lavoro che ancora non funziona in modo adeguato, diventano sempre più fondamentali il decentramento della contrattazione a livello locale o aziendale e lo sviluppo della capacità di sindacati e imprese di raggiungere accordi efficaci per tutti. Si tratta, a nostro avviso, di fattori irrinunciabili per provare a far ripartire l’economia delle imprese e migliorare le condizioni di occupazione delle persone. Al fine di recuperare produttività e di contribuire all’innovazione, infatti, occorre anzitutto responsabilizzare gli attori in gioco, come accade ad esempio in Germania, dove il forte dialogo tra le parti, facilitato dalla contrattazione decentrata, è fattore essenziale sia della competitività del sistema che del maggior benessere dei lavoratori. Da questo punto di vista, l’art. 8 del Dl 13/8/2011 costituisce un’opportunità decisiva anche per lo stesso Legislatore, che viene messo in condizione di valutare le sperimentazioni eseguibili con la contrattazione di secondo livello ed, eventualmente, modificare le norme sulla base di valide e già testate esperienze. Questo articolo, forse proprio perché se ne è colta la preziosa valenza sperimentale, non è stato modificato neppure dalla riforma Fornero: le parti possono perciò, auspicabilmente, considerare con molta attenzione la possibilità di utilizzarlo sempre di più. Nonostante gli ambiti nei quali applicare questo modello di prossimità e di reale sussidiarietà siano numerosi, raramente sindacati e imprese approfittano di questa importante opportunità, rinunciando in tal modo ad una positiva evoluzione, nei fatti, del funzionamento del mercato del lavoro, in una direzione certo più vicina alle necessità delle imprese e agli interessi dei lavoratori operanti in specifici territori e nelle singole aziende. Con l’art 8 sarebbe ad esempio possibile per le aziende affrontare direttamente con le rappresentanze sindacali aziendali numerose materie, tra cui quelle –spesso decisive per lo sviluppo occupazionale –relative ai contratti a termine e, soprattutto, ai casi di ricorso alla somministrazione di lavoro; leva, questa, che si rivela sempre più fondamentale, soprattutto in un periodo di crisi come l’attuale, per fornire alle imprese tutta la flessibilità di cui necessitano e, contemporaneamente, garantire alle persone la piena sicurezza dei diritti lavorativi. Il contratto a tempo determinato stipulato direttamente tra imprese e lavoratori, come è noto, offre meno tutele alla persona rispetto alla somministrazione. Ma i sindacati, che pure si dicono d’accordo sul contenuto di questa affermazione – e la cui funzione è proprio quella di supportare i lavoratori nella maggior continuità e sicurezza professionale possibili - paradossalmente avversano l’utilizzo dei contratti di somministrazione, per ragioni sostanzialmente ideologiche e di potere interno. Per meglio comprendere la ragione per cui questo accade, dobbiamo considerare che la rappresentanza sindacale dei lavoratori somministrati è gestita da organizzazioni specifiche. Di per sé questo è certamente un bene, ma il fatto che esse siano alternative alle organizzazioni di categoria fa sì che, a livello di governance, queste ultime non prendano quasi mai in considerazione lo sviluppo lavorativo dei somministrati che operano nelle loro categorie professionali, proprio perché tendono a percepirli come appartenenti ad un sindacato concorrente. Questa è la ragione per cui, ahimè, tutto ciò che riguarda la somministrazione deve necessariamente essere deciso per legge. In caso contrario, il trattarlo, successivamente, a livello di contrattazione aziendale,diventa estremamente difficile. (...) segue a pagina 25 24 Lavoro Venerdì 15 marzo 2013 Mille accordi Intese aziendali 40mila posti salvati in Spagna ::: LAVINIA SERRANI* Il licenziamento come extrema ratio. È questo l’obiettivo che in Spagna imprese e lavoratori hanno perseguito con la stipula degli oltre 1000 accordi in deroga registrati a solo un anno dall’entrata in vigore della riforma del lavoro (Real Decreto-Ley n. 3/2012 del 10 febbraio, poi convertito in legge il 6 luglio), come ha reso noto il ministro del Lavoro spagnolo, Fatima Báñez Secondo i dati forniti dal Ministero, sarebbero ben 40.000 i lavoratori che sono riusciti così a mantenere il posto di lavoro, sia pure a condizioni diverse rispetto a quelle pattuite nei contratti collettivi. L’ultima riforma spagnola portan alle estreme conseguenze il percorso di profonda modifica già intrapreso dal precedente governo Zapatero con la riforma della contrattazione collettiva (Real Decreto-Ley n. 7/2011), interviene ulteriormente sull’articolo 82 dello Statuto dei lavoratori (Estatuto de los Trabajadores), ammettendo la possibilità di derogare al contratto collettivo non più soltanto sulla retribuzione, ma per tutti i principali aspetti di regolazione: giornata di lavoro, orario e distribuzione del tempo di lavoro, turni, sistema di remunerazione e ammontare della retribuzione, rendimento, mansioni. Inoltre, mentre in passato quella deroga ai livelli retributivi previsti dai contratti collettivi, il descuelgue salarial, era ammessa nei soli casi in cui fosse a rischio il mantenimento dei posti di lavoro, con limitazioni temporali e sulla base di un programma di risanamento dell’impresa, la nuova formulazione giustifica la deroga ai contratti su tutte le materie laddove ricorrano cause economiche, tecniche, organizzative o di produzione, descrivendo peraltro, a maglie piuttosto larghe, cosa debba intendersi per ciascuna di quelle espressioni. Basterebbe, ad esempio, a giustificare la deroga il fatto che, durante due trimestri consecutivi, i ricavi di un’impresa siano inferiori rispetto agli stessi trimestri dell’anno prima. Eclatante il recente caso della compagnia aerea Air Europa, autorizzata dalla Commissione nazionale dei contratti collettivi (organo cui la riforma ha attribuito rilevanti funzioni di autorizzazione alle imprese per usufruire degli strumenti di flessibilità interna e le deroghe ai contratti collettivi), a ridurre lo stipendio dei piloti del 15% per ragioni economiche. L’impresa aveva in effetti registrato, negli ultimi due trimestri, entrate molto inferiori rispetto a quelle dei medesimi trimestri del 2011. Se non vi fosse stata la possibilità di intervenire sugli stipendi, sarebbero scattati i licenziamenti. Si è trattato, in buona sostanza, di una presa d’atto circa la necessità, a fronte dei devastanti effetti della crisi economica che in Spagna ha avuto una delle sue più gravi ripercussioni, di fornire alle imprese strumenti più incisivi di flessibilità, indispensabili a salvaguardare la loro sopravvivenza e, con essa, i posti di lavoro. Siamo di fronte, peraltro, ad accordi in deroga siglati all’esito di un periodo di concertazione tra l’impresa e i rappresentanti dei lavoratori legittimati a negoziare un contratto collettivo statutario (che in Spagna ha forza di legge), e che dunque rappresenta una sintesi di entrambi gli interessi in causa: da un lato, quello dell’impresa di adattare le regole del lavoro alle proprie più impellenti esigenze per non chiudere e, dall’altro, quello del lavoratore di non perdere il posto. Da osservatori italiani del fenomeno, la domanda sorge spontanea: perché nel nostro paese, pur esistendo uno strumento simile – l’articolo 8 della legge 148/2011, in base al quale, previa intesa tra impresa e sindacati, si può addivenire a una deroga persino alla legge –questo èdel tuttoinutilizzato?Forse perchéi sindacati non sono altrettanto aperti al dialogo? O forse perché serve una maggiore trasparenza? Non a caso, la legge spagnola prevede espressamente che questi accordi, quando vadano a buon fine, debbano essere depositati presso le autorità del lavoro. *Adapt Research Fellow NON C’È PIÙ TEMPO Contrattazione decentrata/1 Gli esempi da seguire sono Ferrari e Tenaris Maranello ha distribuito premi che arrivano al 5% degli utili netti, mentre il colosso dei tubi ha dato 6.500 euro a ogni dipendente ::: SERENA SANTAGATA* Nell’Italia della crisi il rapporto tra meccanismi di contrattazione collettiva nazionale centralizzata e decentrata è un tema assai dibattuto, soprattutto da chi vede nella contrattazione territoriale o aziendale la chiave di volta per uscire dal tunnel di tagli e di ammortizzatori sociali. Un tema non nuovo, certo, se si pensa alla stretta interconnessione tra i meccanismi di contrattazione e i sistemi economico sociali di riferimento. Nell’Italia degli anni Settanta, stretta nella morsa dell’inflazione e della crisi petrolifera il sistema di relazioni industriali fu interessato da una forte centralizzazione: dominò la contrattazione collettiva nazionale e risalgono a questo periodo gli accordi tripartiti tra governo, sindacati e imprese tesi a realizzare una politica dei redditi centrata sul rientro dell’inflazione attraverso minori costi dell’occupazione. Viceversa, negli anni Ottanta il recupero di competitività del nostro sistema produttivo, assecondato da una maggiore apertura del mercato favorì una ripresa economica e l’avvento, pri- ma della contrattazione territoriale e poi quella aziendale. È la stagione della contrattazione di secondo livello: dagli inizi degli anni Novanta, anche grazie alla sollecitazione dell’Europa, si avviò una attività di contrattazione a livello territoriale, prima con gli accordi di programma, poi con i patti territoriali e i contratti d’area, con cui si tentò di produrre a livello decentrato condizioni adatte a favorire nuovi insediamenti economici e una crescita dell’occupazione. Decisivo l’accordo interconfederale del 1996 – il cosiddetto «Patto per il lavoro» – che affidò al livello territoriale il compito di dirigere la concertazione fra le parti sociali verso sviluppo e occupazione. La contrattazione aziendale trovò invece la propria consacrazione nel protocollo sottoscritto tra governo e parti sociali nel 1993, che ha sancito la contrattazione di secondo livello per le piccole imprese. Dal quel momento in poi le intese a livello aziendale sono cresciute e ad esse viene demandato il perseguimento di produttività e welfare, grazie alla flessibilità dell’accordo di prossimità, calibrato sulla realtà aziendale. Se tuttora assistiamo a trattative na- zionali e rinnovi lunghi e complicati, sul secondo livello troviamo un gran numero di contratti aziendali. Prassi sollecitata in primo luogo dall’accordo interconfederale del 2009, che ha ridisegnato l’assetto contrattuale fondato su due livelli e conferito alla contrattazione di prossimità un ruolo da protagonista. In un sistema di relazioni industriali, è bene chiarirlo, che persegua competitività e produttività tali da rafforzare lo stesso sistema produttivo. In un secondo momento, questa finalità è stata confermata dall’accordo sulla produttività di fine 2012, in cui si è affermato a chiare lettere l’intenzione di governo e parti sociali – nonostante il no della Cgil – di puntare sulla contrattazione come occasione di crescita per le aziende. Dichiarazioni supportate, nel gennaio 2013, dall’emanazione del decreto per detassare la produttività, con cui è stato innalzato a 40.000 euro il limite di reddito annuo relativo al 2012 oltre il quale i lavoratori non possono fruire delle agevolazioni, mentre viene fissato a 2.500 euro l’importo massimo delle somme erogate nell’anno 2013 come retribuzione di produttività, per i A prescindere da quale possa essere la sorte della legislatura e dalla capacità di questo Parlamento di approvare provvedimenti incisivi per farci uscire dalla crisi, restano in attesa di risposta alcuni interrogativi di fondo sul mondo del lavoro. Non dare risposte chiare alle dodici domande indicate dall’ad di Gi Group Stefano Colli Lanzi significa rinunciare in partenza a riportare al lavoro centinaia di migliaia di disoccupati. E condannare i giovani alla sottoccupazione. contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale, assoggettabili all’imposta separata del 10%. Nell’Italia del Pil che precipita, della produzione ai minimi dal 1990, della disoccupazione giovanile che sfiora il 40%, lo spazio per i premi di produttività, garantiti dalla contrattazione aziendale ancora c’è. Non sono pochi gli esempi virtuosi, primi fra tutti Ferrari, con i suoi premi standard che arrivano al 5% degli utili netti registrati nel 2012. E ancora, Tenaris Dalmine che nel 2012 ha erogato in media 6.500 euro per dipendente legati alla redditività aziendale, alle performance delle aree produttive e ai risultati individuali. Ci auguriamo che si apra una nuova stagione per la concertazione sociale, in grado di rendere compatibili i meccanismi regolatori centralizzati con i restanti strumenti di regolazione flessibile che fanno capo alle istituzioni locali, dando coerenza e sostenibilità al nostro sistema di relazioni industriali. Obiettivo oggi avvalorato da una crisi politica che richiede tutto il possibile per evitare il disastro economico e sociale del Paese. *www.farecontrattazione.it Il caso della solidarietà all’Ifoa In 85 si tagliano lo stipendio per assumere 29 precari «La scelta che ci si poneva d’avanti, era tra ridimensionarci oppure accettare la sfida di uno sguardo positivo sul futuro, provando a mantenere i volumi e il posizionamento che ci hanno contraddistinto in questi anni». Spiega così, Umberto Lonardoni, direttore di Ifoa, la firma nella sua azienda di un accordo per la riorganizzazione dei rapporti di lavoro dei collaboratori a progetto. Ifoa è l’Istituto di formazione delle Camere di Commercio e da più di trent’anni si occupa a livello nazionale di formazione superiore, manageriale e continua, orientamento al lavoro, intermediazione e sviluppo di progetti di assistenza tecnica. L’accordo firmato racconta di come in aziende come questa, dove la com- ponente del capitale umano è decisiva, non sussista indecisione sull’assunzione o la stabilizzazione di professionisti competenti, non fosse che il «costo del lavoro è davvero troppo alto a fronte di margini che si riducono e di previsioni di budget sempre più aleatorie», come racconta Lonardoni. Fino a dicembre all’Ifoa si contavano 84 dipendenti ai quali si aggiungevano altrettanti collaboratori, che «venivano gestiti con gli strumenti di legge previsti», aggiunge Lonardoni, «quindi anche con contratti a progetto o collaborazioni professionali». Alcuni avevano con l’istituto un rapporto consolidato, altri venivano attivati su singoli progetti, dal momento che all’Ifoa si lavora molto con gare di appalto e commesse finanziate da fondi pubblici. Dopo assunzioni siano state fatte per colmal’entrata in vigore della riforma Forne- re una sorta di problema precedente, ro questo tipo di contratti diventa mol- perché non è così: i collaboratori lavoto più complicato e dunque si pone ravano con noi con reciproca soddisfauna scelta difficile: restare con zione, anche in termini di tutele i dipendenti assunti con e retribuzioni, con flessibilicontratto a tempo indetà e autonomia. Sempliterminato o determicemente, è cambiata la nato oppure stabilizlegge e ci siamo adeguazare queste figure? «È ti». stata una scelta di fiCosì, all’Ifoa è stato ducia sul futuro», dice firmato un contratto di Lonardoni, «perché atsolidarietà espansivo, traverso assunzioni diche prevede inrette o interinali abbiamo tegrazioni sulle Umberto Lonardoni voluto affermare il principio pensioni e sul tfr che guardiamo alla crisi con ma non un’intepositività, che ci proviamo fino in fon- grazione al reddito, come prevede indo». «Non si pensi», continua, «che le vece il contratto di solidarietà difensi- Lavoro Venerdì 15 marzo 2013 Il punto 25 di GIANNI BOCCHIERI Rapporto Almalaurea L’autoassoluzione troppo frettolosa delle università Contrattazione decentrata/2 «La Germania è prima in Europa con le deroghe ai contratti» Cazzola: «Soltanto gli accordi aziendali fanno crescere la produttività» ::: ALESSANDRO GIORGIUTTI Del giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalle Brigate rosse il 19 marzo di undici anni fa, Giuliano Cazzola è stato collaboratore e amico. Gli abbiamo chiesto di ricordare la sua figura. Gli ultimi articoli di Biagi, nel 2002, riassumono perfettamente l’attuale discussione sul mercato del lavoro: necessità di collegare i salari alla produttività, di coniugare flessibilità e sicurezza mettendo l’accento sulla formazione, di riformare gli ammortizzatori sociali... «È vero. Ciò dimostra che Biagi è stato un precursore. La sua capacità di innovazione gli derivava dall’esperienza a livello europeo ed internazionale in cui era impegnato come studioso del diritto del lavoro comparato, e come rappresentante del governo nelle istituzioni Ue. Soprattutto Marco (pensi, ci conoscevamo dal 1974, ho visto crescere i suoi figli, mi onoro dell’amicizia di Marina, la moglie) aveva intuito la questione centrale riguardante l’unificazione di un mercato del lavoro condannato dalla globalizzazione ad essere un caleidoscopio di differenze: era inutile forzare una realtà frantumata all’interno del contratto a tempo indeterminato; la via era riconoscere dei diritti il più “ . Biagi è stato il primo a capire che era inutile forzare la realtà all’interno del contratto a tempo indeterminato; la via era riconoscere dei diritti il più possibili uniformi rispettando le specificità nell’interesse di imprese e lavoratori GIULIANO CAZZOLA possibili uniformi alle differenti tipologie lavorative, rispettando le specificità nell’interesse di imprese e lavoratori». Oggiil partitopiùvotato, M5S,propone l’abolizione della legge Biagi. «La vicenda italiana di queste settimane dimostra che dalle crisi non si esce solo in avanti, ma anche all’indietro. È successo così anche dopo lo shock del 1929. Negli Usa ci furono Roosevelt e il New Deal, in Europa Hiltler e il nazismo. È significativo che Grillo attacchi le legge Biagi, come se fosse la causa della precarietà del lavoro. È una valutazione rozza e primitiva». Forse per lanciare un messaggio a Gril- lo, Bersani, tra gli otto punti del suo possibile governo, vuole rendere il lavoro a tempo determinato più costoso. «Stendiamo un velo pietoso. Quegli otto punti sono confusi, generici e talvolta ripropongono questioni già affrontate e risolte. Come il salario minimo che per i cocopro è già previsto dalla legge Fornero». Il Pdl propone il ripristino della Legge Biagi, cancellando le modifiche introdotte dalla Fornero. Che ne pensa? «Ho criticato a suo tempo la legge Fornero e la critico ancora per certi aspetti che portano confusione e rendono più rigido il mercato del lavoro. Da deputa- Per rilanciare lo sviluppo vo. In pratica, i lavoratori lavoreranno due ore in meno a settimana, con conseguente diminuzione della retribuzione, ma in cambio saranno assunte 29 persone che prima lavoravano con contratti parasubordinati. «Un’operazione, questa», conclude Lonardoni, «che è stata resa possibile dalla buona volontà dei dipendenti già in organico, dalla contrattazione aziendale, e quindi dall’accordo con il sindacato. Con un accordo che prevede anche un sistema di banca-ore per recuperare gli straordinari in momenti di tranquillità lavorativa. Da noi c’è infatti una gestione autonoma del tempo. E qui conta la qualità, oltre che la quantità delle ore lavorate. Ci aspetta ora la sfida di diventare più efficienti. Quando poi arriverà la ripresa saremo pronti a coglierne le opportunità ritornando anche al normale orario di lavoro». (...) Per superare questo impasse torniamo allora a riproporre quanto suggerito, proprio su queste colonne, già nell’autunno dello scorso anno, quando abbiamo invitato le forze sindacali a considerare una revisione di funzionamento in grado di portare, ad esempio, alla realizzazione di un’organizzazione a matrice, grazie alla quale i lavoratori somministrati da un lato facciano parte della specifica categoria della somministrazione, dall’altra appartengano, come tutti i lavoratori, ai sindacati di categoria in ragione del contenuto della loro missione. La domanda, in questo clima di incertezza e confusione politica, sorge spontanea: il prossimo governo sarà in grado di interessarsi a questa tematica di assoluto rilievo per migliaia di lavoratori e di indurre le forze sindacali a prendere in seria considerazione questa, importante, revisione strategica delle relazioni industriali? *Amministratore delegato Gi Group e presidente Gi Group Academy G.C. www.scolliniamo.it - twitter@collilanzi Si muovano sindacati e imprese continua da pagina 23 ::: STEFANO COLLI LANZI to ho lavorato per cambiarla e su alcuni punti, insieme ad altri, ci sono riuscito. Ai miei ex colleghi dico: non rispondiamo alle trombe del pregiudizio ideologico suonando le nostre campane. Non vorrei che un giorno fossimo costretti a rimpiangere la legge Fornero». In un articolo del 2001 Biagi indicò come modello la Germania di Schroeder, che appoggiava le deroghe aziendali ai contratti nazionali... «Quello è stato un passaggio cruciale per la Germania, allora il grande malato d’Europa. Un grande contributo venne dalle parti sociali che diedero corso ad una vera e propria contrattazione al ribasso. In quell’occasione fu sperimentata quella contrattazione decentrata in deroga che da noi è ancora vista dalla Cgil come un tradimento. Pensi al caso Fiat. Si sarebbe mai pensato in Germania di considerare come diritti fondamentali le pause ? Lei lo vede un sindacalista come Landini in Germania?». Ma la contrattazione decentrata serve più a favorire la produttività o a tenere sotto controllo i salari? «Serve a favorire la produttività e a migliorare le retribuzioni per due ordini di motivi. Innanzitutto per effetto della tassazione di vantaggio al 10%. In secondo luogo perché il datore di lavoro, se ha risorse da distribuire, preferisce darle ai suoi dipendenti in cambio di migliori prestazioni. E considera le risorse da conferire nella contrattazione nazionale un peso pressoché inutile». Oggi la situazione politica, economica e sociale è molto più critica di undici anni fa e si va rapidamente deteriorando. C’è rischio di un ritorno ad atti terroristici? «Le rispondo con franchezza e preoccupazione anche perché ho letto il recente rapporto dei Servizi. Se non ci sono morti accoppati per le strade, ciò non dipende dalla situazione sociale che è matura per il peggio, ma dalla debolezza del terrorismo. In poche parole, se non sparano per le strade è perché i nuclei eversivi non ne hanno la forza. Altrimenti il clima sarebbe dei più favorevoli. Si respira un clima di odio che non ha precedenti. Glielo assicura uno che ne ha viste tante. Il grillismo è intrinsecamente un movimento fascista. Contro il terrorismo le istituzioni democratiche seppero reagire. Oggi sarebbero disarmate». Secondo l’ultimo rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati, nell’ultimo anno, è aumentata sia la disoccupazione dei laureati triennali, sia la disoccupazione dei laureati specialistici. Aumenta pure la disoccupazione degli specialistici a ciclo unico, come i laureati in medicina, architettura, veterinaria e giurisprudenza. Questa tendenza negativa riguarda tutte le aree geografiche e anche i laureati tradizionalmente caratterizzati da un più favorevole posizionamento sul mercato del lavoro, come gli ingegneri. Tuttavia, nonostante la crisi, a cinque anni dalla laurea il tasso di disoccupazione si riduce a valori fisiologici e il tasso di occupazione è prossimo al 90%, indipendentemente dal tipo di laurea. Con il passare del tempo, migliorano anche la stabilità del lavoro e il livello medio delle retribuzioni, seppure con forti differenze territoriali, per percorsi di studio e di genere. In sintesi, il rapporto Almalaurea conferma che i giovani laureati italiani hanno maggiori difficoltà dei loro colleghi europei ad entrare nel mercato del lavoro. Però, allo stesso tempo, sostiene che la laurea continua a rappresentare un forte investimento contro la disoccupazione. Infatti, negli ultimi cinque anni, la disoccupazione dei laureati è aumentata del 50% rispetto al 60% della disoccupazione totale dei giovani tra i 25 e i 34 anni ed anche rispetto ai diplomati, i laureati godono di un tasso di occupazione più elevato di circa dodici punti percentuali. L’analisi ambivalente del rapporto insiste sulla riduzione della quota di occupati nelle professioni ad alta specializzazione, in controtendenza rispetto al complesso dei paesi dell’Unione europea. Il rapporto rileva che il ritardo italiano nei livelli di scolarizzazione degli occupati nel settore privato e in quello pubblico si riflette significativamente sui livelli di istruzione della classe dirigente italiana, con il 37% degli occupati italiani classificati come manager ad aver conseguito solo il titolo della cosiddetta scuola dell’obbligo. Infine, il rapporto ricorda che ancora nel 2010 l’Italia si trovava agli ultimi posti per la quota di laureati sia nella fascia d’età 55-64 anni sia in quella 25-34 anni. Se i dati del rapporto sono condivisibili, lo è meno l’analisi delle motivazioni che determinano questa situazione. Sostiene Almalaurea che il ridotto assorbimento di laureati e la ridotta valorizzazione della conoscenza abbia più a che vedere con le caratteristiche dimensionali delle imprese italiane piuttosto che con l’efficacia del sistema universitario. E che la mancata corrispondenza tra le caratteristiche del capitale umano offerto e quello richiesto dalle imprese, il cosiddetto «disallineamento formativo», sia dovuto alle dinamiche del nostro mercato del lavoro. Così la difficoltà delle imprese a trovare alcune figure professionali sarebbe più un problema legato alle scarse informazioni disponibili, agli elevati costi della mobilità geografica, a canali e strumenti di reclutamento poco efficienti, piuttosto che a un deficit strutturale dell’offerta formativa. Le tesi di Almalaurea paiono eccessivamente assolutorie del sistema universitario e rischiano di giustificare l’eccessiva offerta di percorsi universitari generalisti, sganciati dalle esigenze del mondo delle imprese e non finalizzati all’occupabilità. Invece, come previsto nell’ultimo piano triennale, le università devono continuare a rivedere la loro offerta formativa, eliminando i corsi di laurea con minori iscritti e con più deludenti risultati occupazionali. Inoltre gli atenei devono continuare a potenziare i loro uffici di placement con la pubblicazione dei curricula dei loro laureati. Infine, deve essere sostenuto l’avvio del sistema degli istituti tecnici superiori come formazione terziaria aggiuntiva rispetto a quella universitaria. twitter@gbocchieri 26 Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it A tu per tu di MATTIAS MAINIERO ::: le lettere [email protected] Le lettere via e-mail vanno inviate sottolineando nell’oggetto: “lettere”. Via posta vanno indirizzate a: Libero - viale L. Majno 42 - 20129 Milano; via fax al n. 02.999.66.264. VATICANO/1 Professori esperti in improvvisazione Illustrissimo Dottor Mainiero, mi riferisco alla decisione di non rinviare in India i due marò. Si tratta di una decisione di un governo imbelle e senza dignità. Ritengo che non si possa non tenere fede alla parola data dal nostro ambasciatore secondo il quale i due militari sarebbero tornati. Sin dal primo momento si dovevano prendere delle ritorsioni contro il governo indiano del tipo ritiro dell’ambasciatore, ricorso al tribunale dell'Aja, blocco degli scambi commerciali. Questo doveva fare uno Stato degno di questo nome. Vorrei sapere da lei, che stimo come giornalista, il suo parere. Giorgio Basile e.mail Perfettamente d’accordo con lei e credo con milioni di altri italiani. Ma noi siamo noi, i nostri governanti tecnici sono i nostri governanti tecnici. Noi siamo gente comune. Se uno commette un errore, per noi ha commesso un errore. Se dice una bugia, ha detto una bugia, non una menzogna che è anche una verità e forse non è né l’una né l’altra. Se due nostri militari sparano, cerchiamo di capire per quale motivo hanno sparato. E se pensiamo che hanno sparato, per giunta in acque internazionali, perché di fronte avevano pirati pronti ad abbordare la loro nave, li difendiamo senza tanti giri di parole. Loro no, i tecnici la pensano diversamente. Pensano, tanto per fare qualche esempio, che si possa prima mettere l’Imu, dire che l’imposta è giusta e poi presentarsi agli italiani e raccontare che la tassa è una fetenzia. Pensano, i nostri governanti tecnici, che sia possibile ridurre in miseria il Paese a colpi di austerità e tasse e poi di nuovo presentarsi ai cittadini e spiegare che non si può campare di sola austerità e che bisogna tagliare le tasse. Analogamente, pensano che si possano prima calare le brache, abbandonare i marò nelle mani degli indiani, fare una figuraccia internazionale e poi, improvvisamente, rialzare le brache e salvare la faccia. Gente particolarissima, questi professori ed esperti tuttologi, mica come noi italiani fessacchiotti. Ci faccia caso: erano tecnici, hanno cambiato idea e sono scesi in politica. Salendo, però. E pretendendo anche di essere credibili. Tutto sommato, direi che sono degli incompetenti esperti solo nel cambiare bandiera e nel barcamenarsi alla men peggio. Però molto presuntuosi. Miscela esplosiva, come la pessima gestione del caso dei due marò ha ampiamente dimostrato. P.S. Spero di non averla sconfortata troppo. [email protected] segui la rubrica anche su www. ha fatto emergere opinioni contrastanti sull'opportunità e sulle motivazioni del suo gesto, fra cui la salute, e appunto sulla salute dei Papi. Con le parole di Indro Montanelli vorrei portare a conoscenza di qualche lettore i guai fisici di Bonifacio VIII, che causarono un modo diciamo curioso, per un successore di Pietro, di lasciare questo mondo. Nel suo “L’Italia dei secoli d'oro” Montanelli dedicò a Papa Caetani - questo era il nome del suo casato - un intero capitolo e, dopo aver ricordato la sua turbolenta vita (e il fatto che obbligò letteralmente Pietro da Morrone a divenire Celestino V, ben sapendo che il mite fraticello non avrebbe resistito a tanta responsabilità) descrivendolo come miscredente e blasfemo, ne ha riferito l’agonia, nella quale egli «seguitò a lanciare maledizioni e minacce a tutto e a tutti, e morì come visse: bestemmiando». Gabriele Barabino Tortona (Alessandria) Francesco, Papa della continuità Il nuovo Pontefice ha voluto chiamarsi Francesco. All’indomani della sua elezione, coloro che hanno scambiato la chiesa per un’agenzia etica filantropica concorrenziale all’Onu hanno cantato vittoria. Una buona fetta di cattolici è convinta che la teologia “francescana” prediliga le questioni umane a quelle spirituali. L’equivoco nasce da certa bibliografia che ha dipinto San Francesco d’Assisi come un sempliciotto pacifista che nel tempo libero parlava con gli animali. In realtà, i suoi sermoni erano più simili alle scudisciate di Savonarola che ai “volemose ben” del Papa buono, della luna e delle carezze ai bambini. «Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico perciò di non dimenticare il Signore, assorbiti come siete dalle cure e dalle preoccupazioni di questo mondo, poiché tutti coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai Comandamenti di lui sono maledetti e saranno dimenticati da lui», disse San Francesco ai reggitori dei popoli del suo tempo. Altro che rottura con i vecchi schemi ratzingeriani, la continuità teologica con l’ex pastore tedesco è dunque assicurata. Gianni Toffali Verona Per il vicario di Cristo un nome impegnativo Papa Francesco. Aver preso quel nome è stato un impegno che nessun Papa precedente aveva mai osato assumere. Francesco è il più grande santo della Chiesa. Egli nella sua immensa fede è stato Colui che più si è avvicinato a Gesù Cri- LOTTO GIUSTIZIA/1 Estrazione del 14/3/2013 Evviva il nuovo Pontefice Evviva il nuovo Papa, l’italo-argentino Francesco. Il nuovo Pontefice ha preso, giustamente, tutti gli spazi mediatici. È passata quindi quasi inosservata l’affermazione del senatore bersaniano Migliavacca, il quale ha dichiarato che il suo partito voterà, qualora ci fossero i presupposti, per l’arresto di Berlusconi. Evidentemente la congrega di Bersani, fallite le smacchiature feline, in questo clima di euforia religiosa, rispolvera i metodi cari alla sua cultura umana e sociale: quelli dell’indimenticato compagno Stalin, cui devotamente rivolgono il pensiero e fanno riferimento nei momenti pregnante necessità. In trepidante attesa della fumata bianca. Roberto Brambilla e.mail Sul comignolo della Sistina VATICANO/3 VATICANO/6 VATICANO/4 VATICANO/2 Alle ore 18,30 accendo l'apparecchio televisivo e mi trovo una bella inquadratura del comignolo sulla Cappella Sistina: sul comignolo è appollaiato un bel gabbiano, almeno così viene definito dagli inviati della Rai e di Mediaset. Ma per favore! Possibile che non si siano accorti che si tratta dello Spirito Santo, naturalmente sub specie? Alberto Roatti e.mail sto. Le stimmate vere, autentiche, che Egli ricevette furono l’autografo che Gesù Cristo firmò sulle sue mani. Francesco è la Chiesa e il nuovo Papa prendendo su di sé questo nome ha voluto indicare a tutti gli uomini della Terra che il Padre è con noi nonostante le avversità, nonostante le cattiverie, nonostante i corrotti, nonostante i corruttori, nonostante i cattivi politici, nonostante la miseria, nonostante la crisi mondiale. Francesco rinunciò a tutti i suoi averi, rinunciò alla vita comoda, rinunciò al benessere per abbracciare la croce. Nessuno lo obbligò a farlo. La croce per Lui rappresentava la bellezza della natura; con quella croce Egli lodava il Signore, con quella croce Egli ammirava il cantico delle creature, con quella croce Egli adorava tutti gli esseri della Terra. Francesco è un nome molto impegnativo e chi lo ha preso ha ora una responsabilità immensa caricando su di sé un fardello pesantissimo. Biagio Sannicandro Bari Damiano e una forza irresistibile lo attirò all’interno. Mentre era assorto in preghiera davanti al Crocifisso sentì la Voce: «Vai, Francesco, ripara la mia Casa che va in rovina». L’auspicio è che il Papa Francesco sappia individuare le crepe della Chiesa Cattolica per poterle riparare e, nel contempo, inizi un’apertura verso la società civile per riconoscerne i cambiamenti ormai irreversibili. Donatella Passeri e.mail VATICANO/5 La Chiesa da riparare L’incredibile Caetani La recente, storica rinuncia di Joseph Ratzinger al pontificato BARI 7 23 58 64 24 CAGLIARI 81 70 28 82 80 FIRENZE 64 59 31 35 65 GENOVA 21 19 27 37 4 MILANO 17 25 6 9 62 NAPOLI 48 37 30 72 33 PALERMO 36 25 2 13 12 ROMA 42 54 68 72 53 TORINO 46 28 29 56 65 VENEZIA 25 53 22 7 3 NAZIONALE 35 55 9 81 19 10eLOTTO 7 17 19 21 23 25 28 31 36 37 42 46 48 53 54 58 59 64 70 81 SUPERENALOTTO La combinazione vincente: 27 35 47 57 85 89 Numero jolly: 68 Numero SuperStar: 35 QUOTE SUPERENALOTTO • Nessun ”6” (jackpot 52.581.442,43) • Nessun ”5+1” • Agli 8 ”5” vanno € 35.593,44 • Agli 811 “4” vanno € 354,13 • Ai 30.195 ”3” vanno € 18,94. QUOTE SUPERSTAR Francesco aveva nel cuore e sulle labbra sempre la stessa domanda: «Signore, cosa vuoi che io faccia?». Un giorno passò vicino alla chiesetta di San • Nessun “5 stella” • Ai 2 “4 stella” vanno € 35.413,00 • Ai 150 “3 stella” vanno € 1.894,00 • Ai 2.407 “2 stella” vanno € 100,00 • Ai 14.917 “1 stella” vanno € 10,00 • Ai 34.424 “0 stella” vanno € 5,00. • Montepremi: € 1.898.316,62 DISTRIBUTORE PER L’ITALIA E L’ESTERO DIRETTORE RESPONSABILE Maurizio Belpietro VICE DIRETTORI Massimo de’ Manzoni (vicario) - Franco Bechis Fausto Carioti - Pietro Senaldi DIRETTORE GENERALE Stefano Cecchetti I piagnistei dell’Anm PRESS-DI Distribuzione Stampa e Multimedia Srl STAMPA LITOSUD SRL - Via Aldo Moro 2 - Pessano con Bornago (Mi) CENTRO SERVIZI EDITORIALI Srl - Via del Lavoro, 18 - Grisignano (Vi) Tutta la mia comprensione a Berlusconi, ma l’escalation della magistratura politicizzata c’era da aspettarsela, soprattutto dopo la sua quasi vittoria e la quasi sconfitta del Pd. In attesa di calibrare i loro interventi su chi disturberà il viaggio dei compagni, il primo obiettivo per le toghe è spedire ai domiciliari Berlusconi credendo così che il centrodestra venga inertizzato, ma Alfano ha dimostrato di essere un giovane “egiziano”, visto che i “turchi” stanno dall’altra parte, ma ci siamo capiti. La decisione di Alfano di un’azione «al limite» dimostra che l’uomo c’è. I piagnistei dell’Anm sono ridicoli. Ringrazino questo Paese di fessi che permettono a una cosa seria come dovrebbe essere la magistratura di avere correnti e sindacato. Roberto Zanella e.mail GIUSTIZIA/2 Il processo della storia La magistratura deve fare il proprio dovere con tutti i cittadini. EDITORIALE LIBERO S.r.l. - Società Unipersonale SEDE LEGALE: Viale Luigi Majno, 42 - 20129 Milano CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PRESIDENTE: Arnaldo Rossi CONSIGLIERI: Maurizio Belpietro - Stefano Cecchetti LITOSUD SRL - Via Carlo Pesenti 130 - Roma MARTANO EDITRICE S.r.l. - Viale delle Magnolie - Modugno (BA) L’UNIONE EDITORIALE S.p.A. - Via Omodeo - Elmas (CA) CERTIFICATO N. 7376 DEL 10/12/2012 ISSN 1591-0423 S.t.s. S.p.A. - Strada V zona industriale, 35 - Catania REDAZIONE MILANO e AMMINISTRAZIONE Viale L. 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La giustificazione è che la P.A. non ha soldi. Ma se queste aziende hanno un credito, dovrebbe essere pacifico che a detto credito delle aziende corrisponda un debito della P.A. Questo debito dovrebbe essere ricompreso nello stock del debito pubblico. Se così fosse l’emissione di Bot per pagare questi debiti non dovrebbe concorrere ad aumentare il debito pubblico. Ho Non importa il nome né il ruolo. Spesso e volentieri si parla di accanimento giudiziario contro Berlusconi. Secondo lo schieramento del Popolo della Libertà, la sinistra si avvale di magistrati con le mani in politica per sbaragliarsi del Cavaliere. I processi vengono prorogati, le udienze hanno un calendario ballerino, impedimenti d’ogni genere sono alla base di continui rinvii. Chi ha ragione? Ci vorrà un processo per capirci qualcosa. Mi riferisco al processo della storia. Forse, tra un po’ di tempo, si capirà davvero come stanno le cose. Fabio Sìcari Bergamo Credo che sia proprio come dice lei: il debito delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti dei privati non figura nel calcolo del debito pubblico. Se invece fossero emessi Bot, ecco che, immediatamente, quegli stessi soldi verrebbero conteggiati. Un artificio contabile? Forse. Ma questa è la situazione. Lei dice convincere Bruxelles? Con chi? Con Monti che da BERLUSCONI PD/2 Spirito Santo per il Cavaliere PD/1 Bersani scenda dal piedistallo Al Signor Grillo volevo dire che di dittatori ce ne sono fin troppi. Al Signor Bersani dico di varsi in siffatto luogo, San Pietro rispose: «Sei qui per la tua superbia, poiché in vita hai disprezzato gli avversari». Quelli del Pd se la tirano con la loro superiorità morale rifiutando di fare accordi con il Pdl, ma sappiamo che di questo passo finiremo tutti nello stesso luogo. Aldo Garra e.mail NORD: Finalmente il tempo migliora ma farà molto più freddo. Ampio soleggiamento al Nordovest e presenza di scarse nubi, innocue, sui settori orientali. Venti di bora e temperature in calo. CENTRO: Ancora piogge su Sardegna con neve a 400 metri. Altrove ultimi fiocchi a quote collinari sui settori adriatici ma migliora dal pomeriggio. Temperature in netto calo ovunque. SUD: Aria fredda sull'Italia. Maltempo in Calabria e nord Sicilia con neve a 3/500 m, abbondante in collina sul Cosentino. Piogge più deboli altrove con locali nevicate a 2/400 m. NORD: Circolazione settentrionale asciutta con tempo generalmente poco nuvoloso e tanto sole. Una nuova perturbazione si affaccia ad ovest dalla serata con primi piovaschi. CENTRO: Torna il tempo asciutto e stabile su tutte le regioni salvo addensamenti e qualche residuo piovasco sull'Abruzzo al mattino ma migliora. Freddo al mattino con gelate sulle aree interne. SUD: Tempo più asciutto e soleggiato. Ultimi addensamenti con isolati piovaschi sul basso Tirreno ma poi migliora. Temperature in locale ma lieve diminuzione le minime e massime stazionarie. MUSSOLINI Gli insulti di Alessandra Un partito ricco di superbia Lo Spirito Santo, che viene sulla Terra, chiamato dai Cardinali, nella Cappella Sistina, per dare l’ispirazione all'elezione del Papa, potrà intervenire sulla persecuzione a Silvio? Dice il Vangelo: beati i perseguitati perché per loro sarà il regno dei Cieli. Gianfranco Pesci Urbisaglia (Macerata) Il tartassator cortese Bruxelles al massimo prende ordini? Con Grillo che vuole uscire dall’euro? Ci hanno venduto la favola del risanamento durante il periodo del governo tecnico. Ma non ci vuole il master a Chicago per capire che per fare il risanamento vero bisogna tagliare le spese. Ora: lei ha visto qualche spesa davvero tagliata? Enrico Bondi, chi era costui? È passato dalla spending review al coordinamento della campagna elettorale di Monti, un successo dopo l’altro, evidentemente. Ed è sparito nel nulla. E i costi della politica? Si è fatto qualcosa? Nemmeno il finanziamento pubblico ai partiti è stato abolito, che pure sarebbe assai semplice… E allora di che risanamento si parla? Semplice: hanno trasferito l’intero peso della crisi sulle famiglie attraverso un carico fiscale insopportabile e l’odiosa pratica attuata dalla Pubblica Amministrazione che non paga più le aziende private. Una specie di finto maquillage che stiamo pagando caro. Anche con il sacrificio di molte vite umane. scendere dal piedistallo. È ora di finirla di blaterare per prendere il potere, avete il dovere di governare un Paese, aziende che vengono massacrate di tasse e che di conseguenza chiudono creando milioni di disoccupati e a causa di tutto ciò famiglie che non ce la fanno più ad andare avanti. Anna Maria Bettarello e.mail l'evasione fiscale, che intenderebbe recuperare nell'inventare nuove trappole fiscali, la cui introduzione alimenterebbe pericolosamente l'odio dei contribuenti, mentre essa è in realtà conseguenza di aliquote troppo elevate, la cui entità dovrebbe essere ridotta di assai più di un punto e rimodulata. Giovanni Bertei La Spezia MONTI Unico vero colpevole della grave recessione che ha colpito l’Italia e promosso il dilagare della povertà è Monti, cinico tartassator cortese che non ha esitato a penalizzare pesantemente le famiglie italiane, riducendone il potere di acquisto, i consumi, annullando la produzione industriale. Un irresponsabile con il pallino del- letto da qualche parte che, per convenzione, i debiti correnti (quali, appunto, quelli verso le aziende) non concorrono a formare il totale del debito pubblico. Se le cose stanno così, non dovrebbe essere difficile convincere Bruxelles che i Bot da emettere per il pagamento delle aziende non sono da conteggiare nel totale del debito pubblico, così come non vengono conteggiati i debiti correnti. Mi pare assurdo che, per una convenzione, si facciano fallire centinaia di aziende. Mi può dire come stanno le cose? Gian Franco Sommazzi via mail C’era una volta un pensionato di nome Filemone che aveva condotto una vita di lavoro e onestà. Egli viveva tranquillamente: al mattino una partita a bocce con i compagni di sezione, a cena un piatto di ceci, a sera gli svaghi televisivi consentiti. Egli pensava: «Io sono una brava persona, non come quell'altro che disprezzo perché conduce una vita scellerata dissipando con le prostitute i proventi del suo impero finanziario». Filemone morì e San Pietro lo condusse diritto all'inferno ove trovò pure Silvio Berlusconi. Alle rimostranze di Filemone che era stupito di tro- In una trasmissione televisiva Alessandra Mussolini aveva insultato un giornalista dandogli del “testa di c....” dopo che questi aveva dichiarato di non avere rispetto per il nonno dell'esponente del Pdl; poi si è alzata e ha abbandonato gli studi. Se un politico fosse serio, queste scene dovrebbe farle in Parlamento quando si votano provvedimenti come l’Imu: se quando ci sono state queste votazioni i deputati, Mussolini in testa, fossero usciti dall'Aula gridando ai banchi del governo: “teste di c...”, a quest'ora gli italiani starebbero meglio. Roberto Colombo Milano NORD: Molte nubi e piogge diffuse e soprattutto nevicate in collina ma anche a bassa quota o fino al piano sul Piemonte e alta Lombardia, Prealpi tutte. Possibile neve forte sul Piemonte. CENTRO: Molte nubi ovunque con piogge forti su alta Toscana in estensione, ma più debolmente, al resto dei settori. Neve sopra i 700/1000 metri. Venti forti di scirocco. Temperature stabili. SUD: Molte nubi su tutte le regioni con assenza di fenomeni. Più sole su Sicilia meridionale. Ancora un po' freddo al mattino, temperature massime più miti, fino a 17˚ in Sicilia. Temperature previste oggi PUBBLICITÀ Direzione Generale via C. Pisacane, 1 - 20016 Pero (MI) Tel. 02.3022 1/3837/3820 Fax 02.30223214 e-mail: [email protected] Per le filiali di competenza territoriale: www.system24.ilsole24ore.com PUBBLICITÀ ONLINE Via Pisacane,1 - 20016 Pero (MI) Tel. 02 30223462 Fax 02 30223058 e-mail: [email protected] www.websystem.ilsole24ore.com Modalità di pagamento: Abbonamenti nazionali 12 6 3 12 6 3 12 6 3 mesi: 6 giorni mesi: 6 giorni mesi: 6 giorni mesi: 5 giorni mesi: 5 giorni mesi: 5 giorni mesi: 4 giorni mesi: 4 giorni mesi: 4 giorni .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. Il versamento dovrà essere intestato a: Editoriale Libero S.r.l. Viale L. 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Majno, 42 20129 Milano CAGLIARI CAMPOBASSO FIRENZE GENOVA L'AQUILA MILANO 4 7 -6 4 5 7 2 8 7 10 -1 2 3 10 3 9 -2 3 -1 8 MIN MAX NAPOLI PALERMO PERUGIA POTENZA PRATO ROMA FIUMICINO TORINO TRENTO TRIESTE VENEZIA 5 8 -1 -2 3 4 -4 0 2 -1 Dati meteo a cura de iLMeteo.it,elaborazione grafica centimetri.it 10 10 6 1 10 11 7 8 8 8 28 Venerdì 15 marzo 2013 Cesare Esposito in esposizione a Roma I volumi più venduti della settimana Cesare per Roma - Roma per Cesareè la mostra dedicata all’arte e all’architettura, dell’artista Cesare Esposito allestita presso la galleria espositiva in via Baccina 66 e che sarà inaugurata oggi alle 18,30. Si tratta di oltre venti acquarelli di progettazioni futuristiche su Roma, duemila stampe litografiche, tele pittoriche, visioni urbanistiche legate a grandi progetti architettonici. La mostra rimarrà aperta fino al 30 marzo. Il libro più venduto in Italia nell’ultima settimana è La rivoluzione della luna (Sellerio) di Andrea Camilleri, storia romanzata di un governo effimero ma coraggioso, quello dell’unica donna che fu regina della Sicilia, nel 1677. Al secondo posto si piazza Educazione siberiana (Einaudi) di Nicolai Lilin. In terza posizione un’altra Sicilia, quella di Il veleno dell’oleandro (Feltrinelli) di Simonetta Agnello Hornby. A Milano da oggi fino a domenica La Mostra dei libri antichi «rottama» Dell’Utri Il presidente dell’Associazione librai antiquari spiega l’esclusione: «I processi per mafia sono un conto, ma l’affare della biblioteca Girolamini ci ha dissuaso». Lo staff dell’ex senatore: un pretesto ::: MICHELA RAVALICO Per la prima volta in ventitré anni non ci sarà Marcello Dell’Utri a camminare in tarda serata tra gli stand della «Mostra del Libro Antico», a caccia di preziosi e costosissimi volumi da aggiungere alla sua già ricca collezione. Così un’epoca si chiude, non solo per l’arrivo dei grillini in Parlamento e del primo «Francesco» nella storia dei Papi e della Chiesa cattolica. Per Dell’Utri però non si tratta di un ritrovato «pauperismo», ma di una precisa scelta degli organizzatori. La Mostra internazionale dei libri antichi e di pregioha tagliato i ponti col passato e si svolgerà in una location nuova, il Palazzo dei Giureconsulti a Piazza Mercanti (oggi l’inaugurazione alle 18.30, ingresso libero, fino a domenica), con ospite d’onore il maggior rivale dell’ex senatore nel campo dei libri antichi, Umberto Eco. Finita l’epoca della Permanente in via Turati. Finiti i tempi di Dell’Utri come referente italiano dei bibliofili di tutto il mondo. La macchia che pesa sull’ex Senatore è l’indagine sui furti alla biblioteca Girolamini di Napoli. Come ha dichiarato senza peli sulla lingua il presidente dell’Associazione librai antiquari d’Italia (Alai), Fabrizio Govi, «finché l’ex senatore era discusso per mafia, esulava dal nostro mondo, noi non facciamo politica. Ma il coinvolgimento di Dell’Utri nella vicenda della biblioteca Girolamini di Napoli, teatro di un presunto furto di libri, hanno convinto i nostri associati a non iscriversi più alla sua fiera». Govi che a Dell’Utri e alla sua bibliotecaria di via Senato ha mandato comunque un invito personale per la fiera - precisa che lui non vuole dare l’idea di una contrapposizione tra questa Mostra internazionale dei libri antico e di pregio e quella targata Dell’Utri. «Non c’è nessuna contrapposizione, né alcun boicottaggio della fiera precedente - dice Govi - noi dell’Alai abbiamo solo aspettato di vedere come evolvevano le cose e dopo l’annuncio ufficiale che non ci sarebbe stata la fiera di Dell’Utri, ho sentito i miei soci, ho cercato di capire se valeva la pena organizzare comunque la Fiera. Hanno accettato e ora siamo qui». Secondo quanto si legge anche sul sito Internet FUORI DAI GIOCHI Marcello Dell'Utri in un'immagine d'archivio del 12 marzo 2009 in uno stand della mostra del libro antico a Milano. [Ansa] ::: LA VICENDA L’INDAGINE L’ex senatore Pdl Marcello Dell'Utri è indagato per concorso in peculato nell'inchiesta sulla spoliazione della storica Biblioteca dei Girolamini a Napoli. L’ACCUSA Il senatore Dell’Utri avrebbe ricevuto dieci o undici volumi, oltre a una preziosa legatura, e li avrebbe restituiti. Mancherebbe però all’appello una copia dell’«Utopia» di Tommaso Moro. della Fondazione della Biblioteca di via Senato, è stata la crisi a costringere la Fondazione a dare forfait e a sospendere la manifestazione dopo 23 anni. Una versione che confermano anche negli ambienti più prossimi all’ex senatore. Ex perché dopo la richiesta del procuratore generale di Palermo di una condanna a sette anni di carcere nell’ambito del processo per la trattativa Stato Mafia, Dell’Utri a sorpresa ha annunciato di non volersi più candidare in Parlamento dopo diciassette anni di carriera tra Camera, Parlamento europeo e Senato. «A ottobre, quando abbiano iniziato a guardarci attorno per organizzare la manifestazione, ci siamo resi conto che la crisi internazionale aveva messo ko anche un mercato di nicchia come quello del libro antico. Mancavano i fondi, basti vedere che nemmeno la biblioteca di via Senato è più aperta al pubblico. I privati non ci aiutano. Nessuna azienda concede più le generose elargizioni degli anni passati. Siamo in crisi, abbiamo considerato di spostare tutti i 120 mila volumi della biblioteca di via Senato in alcuni spazi “ Non c’è alcun boicottaggio della fiera precedente. Ho sentito i soci e ho capito che valeva la pena organizzare comunque la fiera . FABRIZIO GOVI Come la coda del maiale di PAOLO NORI L’altro giorno, tornavo da correre, mi ero fermato a far stretching all’angolo di casa mia, poco prima della fermata dell’autobus che c’è tra l’ospizio e la scuola media, quella fermata dove c’è una pubblicità di un’agenzia funebre con scritto: «Onoranze funebri Plutone - assistenza funeraria 24 ore su 24», che a me ha fatto venire in mente una pubblicità che ho visto sabato scorso nella metropolitana di Milano, linea verde, che c’era scritto «Stanchi della solita agenzia funebre? Finalmente c’è l’outlet del funerale, funerali completi da 1.499,00 euro, prezzo valido per Milano e provincia, riferito a sepoltura classica che include: cassa funebre accessoriata a norma di legge, trasporti con autofunebre Mercedes, 4 assistenti al servizio, coccarda, tavolino e registro firme, cuscino fiori misti, assistente di conforto, disbrigo pratiche amministrative, call center diurno e notturno», ero lì che avevo finito di correre che stavo cominciando a far stretching, ho visto un ragazzino, lo zaino sulle spalle, che ha gridato, rivolto verso il paese: «Cagnolati!». Che io son rimasto un po’ stupito per il fatto che Cagnolati è un cognome che io l’ho sentito solo dentro un romanzo, che è un romanzo che si intitola Silenzio in Emilia, e l’ha scritto Daniele Benati, e ha un epigrafe che dice «Signore, se ci siete, fate che la mia anima, se ce l’ho, vada in paradiso, se c’è», e che in mezzo c’è un capitolo che si intitola Cagnolati che comincia così: «Cosa ci faceva Cagnolati alla stazione di Park Street? Ho proprio visto la sua faccia in mezzo alla gente che aspettava il treno e ho detto: Veh Cagnolati! Ma subito ho pensato: Perdio, cosa ci fa qui? Sarà mica venuto a tirarmi due rivoltellate?». E dopo niente. Il ragazzino è andato in giù, verso il paese, io ho finito di fare stretching, son salito in casa, ho fatto la doccia e poi basta, volevo dir quello, mi sembrava interessante, in un periodo che tutti parlan del Papa, o del Governo, o del presidente della Repubblica, parlare di Cagnolati. Così, per cambiare. a Segrate, ma poi anche quel progetto si è arenato. Anche al Comune di Segrate mancano le risorse per risistemare gli spazi dove i libri andrebbero ospitati» è la versione di uno strettissimo collaboratore di Dell’Utri. Sulla frecciata di Govi e il fatto che gli operatori italiani e internazionali del libro antico si siano allontanati da Dell’Utri per l’onta dello scandalo della biblioteca Girolamini, invece, non hanno nulla da commentare. «Sono attacchi che non meritano la nostra attenzione, anche considerando i ben più gravi attacchi che sta subendo il nostro presidente (Silvio Berlusconi, ndr)». Eppure il caso Girolamini merita un piccolo focus, almeno per comprendere come mai a novembre, nonostante il problema della crisi - che neppure Govi sottostima - la segretaria di Dell’Utri fosse riuscita a raccogliere solamente quattro sottoscrizioni per la Fiera che si sarebbe dovuta svolgere a marzo. Mentre l’Alai, in pochi mesi, ha convinto a tornare a Milano tutti quanti i cinquanta espositori che per anni hanno frequentato il discusso ex senatore. Il caso è esploso un anno fa, quando si è scoperto che dalla biblioteca Girolamini di Napoli, un’istituzione pubblica e in stato di semi abbandono, erano spariti numerosi volumi antichi preziosissimi. Il principale indagato è Massimo De Caro (che attualmente è in prigione ed è in parte reo confesso), ma anche Dell’Utri, dopo le indagini preliminari, è stato accusato a fine gennaio 2013 di concorso in peculato nel saccheggio della Biblioteca. Lui si è difeso e ha negato: «È una balla, una bufala assoluta». Ma la calunnia è un venticello, e alla fine quella che era una sua creatura, la Fiera del Libro Antico, gli è scappata via. Anche se in molti, seppur sotto la promessa dell’anonimato, ricordano: senza di lui Milano non sarebbe mai diventata una delle capitali mondiali del libro antico. 30 SPETTACOLI Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Complimenti per la trasmissione di FRANCESCO SPECCHIA «Arrow», un Robin Hood nella città del peccato L’evoluzione della specie. L’originale Green Arrow, Freccia verdealias Oliver Queen gustoso supereroe liberal della Dc Comics anni ’60, era un miliardario vaporoso, maturo, pieno di humour e con baffi e pizzetto alla Kit Carson. Poi, nel 2000, è apparso in Smalville come adolescente inquieto incappucciato e verdevestito. Oggi il protagonista di Arrow (Italia1 lunedì prime time) è un misterioso arciere coi muscoli di Stephen Amell; ha 25% del corpo avvolto dalle cicatrici della mafia russa - infatti parla il russo, nonostante un’invincibile riluttanza per i libri - e vanta cinque anni trascorsi da naufrago in un’isola misteriosa, probabilmente la stessa di Lost, dove ha imparato tutte le tecniche di lotta e l’uso delle frecce, e «ho dovuto trasformare il mio corpo in un’arma» non si sa né perché né percome. Freccia Ver- de, per la sua vocazione ad essere fumetto di serie B, era un eroe che mi accendeva d’entusiasmo. Lo fa anche questo telefilm, nonostante nulla c’entri con l’originale. Anche se, bisogna tenere conto della sospensione d’incredulità che deve pervadere lo spettatore che gli si avvicina. Spettatore che, altrimenti non capirebbe: a) come ha fatto Oliver a salvarsi nell’isola e a promettere al padre di far fuori tutti i nemici della sua città infilati in una black list; b) perché la madre risposata con socio del padre carogna paga dei sicari per far rapire il figliolo riapparso; c) come fa l’ex morosa Dinah Lance avvocato (che nel fumetto era il Canarino Nero, una superoina) ad accusare Oliver ad esser andato a letto con la sorella mentre lei ci andava col suo miglior amico; d) da dove salta fuori la sorellina tossica soprannomi- nata Speedy come l’ex partner - uomo - dell’arciere nei fumetti. Quest’ultima trovata è, tecnicamente, un inside joke, una citazione nascosta che capiamo solo noi maniaci. Più nello spirito crepuscolare del Batman di Nolan che di Robin Hood,e addirittura del Conte di Montecristo, sostenuto da fotografia e regia perfetti e montaggio adrenalinico, questo Arrow ha delle voragini di sceneggiatura che forse saranno colmate cammin facendo; ma che lo rendono assai fascinoso… ALMODOVAR Il sesso ad alta quota di Pedro Al cinema il regista racconta uno strano viaggio aereo. A notevole tasso omo ::: ANNAMARIA PIACENTINI ROMA Il 21 marzo esce il nuovo film del premio Oscar Pedro Almodovar Gli amanti passeggeri, dove torna alla commedia brillante e scatena tutta la sua fantasia. La storia? Off limit, ma ti carica di adrenalina. Il volo 2549 della compagnia Penìsula che decolla da Barajas mette in pericolo tutti i passeggeri, per un errore tecnico fatto da due icone del suo cinema Antonio Banderas e Penelope Cruz. Dopo un’ora accade di tutto: la paura della morte, scatena il sesso. I comandanti fanno drogare con gli ansiolitici le centinaia di passeggeri in Economy, e narcotizzano quelli del Bussines, usando una vecchia combinazione degli anni ’80: champagne, vodka, succo d’arancia insieme ad una dose massiccia di mescaline sintetiche. Subito dopo, via all’heros. Due novelli sposi, il finanziere truffaldino, una veggente, la regina del gossip, due coatti sfiniti dai bagordi della sera prima, un messicano killer assoldato per uccidere una prostituta di lusso, un’aspirante suicida, il pilota bisex e tre gay a ruota libera, sono pronti a confessioni sensazionali. E a fare sesso in modo non convenzionale. Giunto nella Capitale, Almodovar è stato applaudito dalla stampa, insieme a parte del cast: Miguel Angel Silvestre, Blanca Suarez e Carlos Areces. Il film ci ha divertito, ma quel viaggio senza destinazione, ci auguriamo di non farlo mai. Almodovar, dopo La pelle che abito, girato nel 2011, ci aveva anticipato che sarebbe tornato alla commedia. Chi l’ha convinta? «È stata una richiesta da parte della gente, ma avevo anche voglia di tornare ai temi dei miei film degli anni ’80, una vera esplosione della democrazia». Può accadere davvero quello che ha raccontato? «Non ho mai avuto esperienze estreme in volo, ma mi interessava riunire un gruppo di persone in un luogo dove non potevano uscire e vederli lottare contro tutte le paure». Una commedia svitata? «Ma anche morale, creando delle relazioni intime, tra equi- . AL CINEMA DAL 21 MARZO Di fianco, una scena del film «Gli amanti passeggeri» al cinema dal 21 marzo. Nel tondo, il regista Pedro Almodovar. Il nuovo film segna il ritorno alla commedia brillante di Almodovar. Come in molti altri film del regista spagnolo, la protagonista femminile de «Gli amanti passeggeri» è l’attrice Penelope Cruz. Nel cast anche: Antonio Banderas, Paz Vega, Blanca Suárez Ansa paggio e piloti e il responsabile di cabina alcolista». Uno dei tanti personaggi è il dottor Màs , proprietario di un aeroporto, che fugge da uno scandalo. Anche questo è frutto di fantasia? «Esistono degli aeroporti costruiti tra la megalomania della politica e la mancanza di scrupoli del settore finanziario. Quell’aereo che continua a girare nel film per il blocco dello spazio aereo, è un po’ la meta- fora della società spagnola, che guidata dal suo attuale governo, vive una situazione di rischio galoppante. Oggi la crisi spagnola è la peggiore dall’inizio della democrazia». A proposito di governo, il nostro non si è ancora formato. In compenso è stato eletto il nuovo Papa. Lo ha visto? «Solo al balcone, diamogli la possibilità di farsi conoscere. Il futuro non lo sappiamo, ma il Papa ha un passato da gesuita. La grande sfida sarebbe quella di una Chiesa che deve rispettare alcune importanti progetti». Ha più volte detto che non è cattolico, ma se potesse farlo cosa chiederebbe al Papa? «Tre cose: i privilegi degli uomini anche alle donne; scaccomatto al celibato per far scomparire gli abusi sessuali nella Chiesa - se i sacerdoti e le suore entrassero in contatto con il sesso, riuscirebbero a capire meglio la realtà - matrimoni misti, tra uomo e uomo e donna con donna». Il sesso per uscire dalla crisi? «Non so se effettivamente possa servire, ma il sesso per me è sempre stato una festa. L’amore non fa mai male. Il governo innamorato del suo popolo che aspira di “scoparsi” i suoi elettori sarebbe una metafora intelligente. Al mio Paese c’è stata solo una grande reazione ai tagli. Risultato? Ingovernabilità». Il caso «Fisica o chimica» Freccero sbrana ancora «Libero»: «PornoRai? Vi denuncio» ::: GIANLUCA VENEZIANI gonovo, cui lo stesso direttore di Rai4 aveva datodello «stronzofascista», cheil geniodella Doveva essere il classico appuntamen- tv si incazza: «Io chiedere scusa a lui? Penso to culturale, in un ambiente raffinato; ma è fi- che sia peggio di “uno stronzo fascista”». nito in una gazzarra. Dopo aver presentato il Freccero ne ha anche per il direttore Maurizio suo nuovo libro, Televisione, Carlo Belpietro. Durante la conferenza lo Freccero ci è cascato ancora, attacaccusa di essere un censore, pur cando Libero. Lo spunto era la lavorando per un’azienda, decisione dell’Agcom di riamMediaset, che si batte contro mettere su Rai4, il canale digiogni censura. Poi rincarerà tale direttodallo stessoFreccela dose a La zanzara su Raro, la serie Fisica o chimica , già dio 24, insultandolo ancora. accusata dal nostro giornale di Davanti all’impossibilità di trasmettere immagini pornoammansirlo, mentre grafiche in fascia protetta. Al solo Freccero continua a Carlo Freccero Web sentir parlare di «PornoRai», Freccero sbraitare «Mi perseguitasbotta: «Io vi denuncio. La vostra è te», gli chiediamo se inuna persecuzione meschina, una campagna tende ricandidarsi alla presidenza Rai. E lui (e mediatica immonda, vergognosa». Neppure questa è forse la sua minaccia peggiore): «No, si può accennare all’idea che Freccero chieda mi candidoa dirigere Libero!».A quelpunto la scusa al giornalista di Libero Francesco Bor- situazione sembra placarsi, ma interviene il pretoriano di Carlo Freccero, il critico cinematografico Gianni Canova, che prima annuncia: «Voi giornalisti di Libero siete dei reperti archeologici, dovete vergognarvi»; quindi, con fine delicatezza da intellettuale, domanda al sottoscritto: «Ma lei scopa?», quasi a lasciar intendere che i cronisti del nostro giornale sfoghino con domande scomode i loro istinti repressi. Il simpatico siparietto si chiude con un altro pretoriano, il prof. Severino Salvemini, che ci mette le mani sulla videocamera, impedendoci di riprendere (e meno male che durante la conferenza si era parlato di «no alla censura»). Comunque, per rispondere al prof. Canova, lo ammetto: io scopo. Guarda e commenta il video su PARLA VASCO ROSSI «Ero quasi morto Adesso sono risorto» Vasco imperversa. Non più su Facebook, social network che, per sua stessa ammissione, ha abbandonato da tempo, ma in radio. Mercoledì pomeriggio ha esternato ai microfoni di Radio Italia, ieri a quelli di Rtl. Parlando di sè: «Ho avuto un periodo di pausa in cui sono quasi morto e mi sono poi risvegliato vivo. Sinceramente sono arrivato più volte nella vita a pensare che fosse finita, sì. A settembre sono svenuto, non ho sentito nulla, mi sono svegliato in clinica. Adesso sono in promozione non tanto di un disco che non c’è, ma del mio nuovo stato di salute». Di Ligabue: «Si parla spesso della competizione ma gli artisti non competono tra loro bensì con se stessi per fare una canzone migliore o diversa da quelle precedenti. A me non frega un c…o dei dischi degli altri». Della religione e del nuovo Papa Francesco. «Mi piace, io non ho fede, però come Papa per la Chiesa di adesso mi sembra perfetto con quel Buonasera. È stato scelto quello adatto per questo periodo storico; la Chiesa ha bisogno di tornare ai valori semplici». E, infine, del suo futuro: «La mia avventura straordinaria è andata ogni oltre aspettativa e mi volevo dimettere da rockstar perché dopo tutti questi successi, cosa posso fare più? Posso solo volare. Ma non avevo intenzione di ritirarmi, capisco la confusione della gente, sono un po’ contraddittorio. Ma a giugno mi rivedrete sul palco». L.IAN. SPETTACOLI Venerdì 15 marzo 2013 31 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Da lunedì «Detto fatto» su Raidue ERA DONNA MARTIN BALIVO IL RITORNO Caterina di nuovo in tv dopo lo stop «Ora aiuto la gente a risolvere i problemi» ::: ALESSANDRA MENZANI Le difficoltà possono diventare opportunità. Basta sapere aspettare. Mentre al cinema proiettano il film Il lato positivo, iniezioni di ottimismo concentrato, Caterina Balivo il lato positivo dell’essere stata forzatamente lontano dalla televisione l’ha trovato in diversi modi: è diventata mamma di Guido Alberto e godersi in pace i mesi di gravidanza e post-gravidanza e si è anche reiscritta all’universita, Scienze Orientali a Napoli, «perchè dopo otto anni senza esami perdi tutto, e mi sarebbe dispiaciuto». E poi, dopo un anno e mezzo, la tv è riapparsa nella sua vita. Caterina tornerà nella collocazione del pomeriggio di Raidue con un programma nuovo, «di servizio», che insegna a cucinare, dimagrire, organizzarsi il matrimonio e altre attività con una squadra di esperti, detti coach. Si chiama Detto fatto e comincia il 18 marzo, dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 16.15 fino agli inizi di giugno. Lo realizza Endemol Italia in collaborazione con la Rai di Milano. Un programma che ha il sapore di rivincita? «È normale che ci sia rimasta male per lo stop, ma da buona napoletana scordo tutto», racconta la conduttrice di Aversa, «mi sono successe belle cose: la gravidanza, un libro, la radio con Alfonso Signorini. Era un momento, me l’hanno dato e me lo sono preso. In questo programma risolviamo i problemi delle persone, anche i più semplici». Trasmissioni di cucina esistono già, come quelli sul make up e sui matrimoni, fanno notare i giornalisti. Cosa avrà questa di diverso dalle altre, a parte la conduttrice? «In tv c’è poco di inedito», ammette il direttore di Raidue Angelo Teodoli, «cambia il racconto, sarà un mix di diversi ingredienti». «Saremo come in una casa, con tante storie e tanti spazi», aggiunge Caterina. Gli esperti sono il flower designer (giardiniere) Antonio Scaburri, la nutrizionista Carla Lertola, la cake designer (pasticcera) Claudia Prati, la wedding planner (organizzatrice di matrimoni) Giargia Fantin. Partecipano persone comuni che voglioni dimagrire, organizzare una festa, magari il matrimonio; oppure, che hanno problemi con l’educazione degli animali o con l’economia domestica. Ci saranno i vip? «Se servono a fare qualcosa sì», spiega la Balivo, «non mancheranno le storie “ Tori Spelling riappare dopo «Beverly Hills» L’ESILIO Mi sono successe belle cose: la gravidanza, un libro, la radio con Alfonso Signorini. Era un momento di stop, me l’hanno dato e me lo sono preso IL NUOVO FORMAT Sarò aiutata da un team di esperti. In questo programma aiuto la gente a risolvere problemi . che io amo, quelle vere, senza copione». A chi è rivolto il programma? «Al target di donne tra i 25 e i 40 anni», risponde la conduttrice, «non sarà facile imporsi, attualmente a quell’ora ci sono i telefilm, che puntano soprattutto sul pubblico maschile, dobbiamo farci conoscere». Caterina, le manca la prima serata? «Le mie prime serate, in passato, arrivarono dopo gli anni del day time su Raiuno, vedremo». Detto fatto, insieme a The Voice, il fortunato talent del gio- vedì sera, è una delle prime creature della nuova direzione di Raidue. Teodoli annuncia un programma di economia in seconda serata a partire da aprile e il ritorno dell’informazione dopo la dipartita di Michele Santoro verso altri lidi televisivi. «Ma vorrei tornare ai contenuti», puntualizza Teodoli, «oggi c’è abbondanza e abuso di talk show, formule a volte superficiali di informazioni, mi piacerebbe tornare all’approfondimento». SU RAIDUE Caterina Balivo è nata a Napoli. Da lunedì conduce «Detto fatto». Torna su Raidue dopo un anno e mezzo di stop. Il suo ultimo programma è stato «Pomeriggio sul Due» Ansa Vi ricordate Donna Martin, la bionda e svampita studentessa diBeverly Hills 90210? La sua storica interprete, Tori Spelling, non ha avuto una carriera brillante nel mondo dello spettacolo (nonostante fosse figlia di Aaron Spelling, ideatore di telefilm americani cult), ma oggi ha deciso di svoltare debuttando alla conduzione di uno show. Si tratta di Craft Wars Sfida all’ultima creazione, al via mercoledì scorso alle 22.55 su Real Time: appassionata di «fai-da-te», Tori ha deciso di trasformare questo suo hobby in un format tv, partito nel giugno 2012 sul canale americano TLC e durato 10 puntate; una gara tra maniaci del bricolage, pronti a progettare qualunque cosa con qualssiasi materiale, dimenticando spesso i principi base dell’estetica. Ne è passato di tempo (per la precisione 20 anni) da quando, in Beverly Hills 90210, questa ragazzona scodinzolava dietro alle due amiche più sveglie e corteggiate, Brenda e Kelly, nei corridoi del liceo West Beverly. Donna era la più ingenua e voleva a tutti i costi rimanere vergine fino al matrimonio. Nel 2006 Tori è stata protagonista del reality - sitcom So noTORIous, nel quale faceva dell’autoironia sulla sua immagine pubblica. GIOVANNI LUCA MONTANINO Melissa Satta piccante «Rifaccio l’amica di letto, ma sogno le Iene» Torna la sitcom sui due coinquilini che flirtano. La showgirl: «Sposerò Boateng, con calma però» ::: LORENZA SEBASTIANI Si definisce semplice, ambiziosa e iperattiva. Sul lavoro anche competitiva con le colleghe, «ma è umano, anche gli uomini lo sono». Melissa Satta è la protagonista della seconda edizione di Amici@Letto, su Comedy Central (canale 122 di Sky) dal 18 marzo alle 23, una si- com ad alto tasso erotico (e di risate). Insieme a Omar Fantini interpreta due amici che convivono, ma hanno anche una relazione di sesso. Tante new entry, tra cui Omar Pedrini, che pur essendo quasi coetaneo di Fantini, interpreta suo padre, Gianluca Fubelli (Scintilla de I turbolenti) e Benedetta Parodi. Un esperimento nato sui social network e che passa dal web alla tv. Come vivi quest’esperienza accanto a Fantini? «Ci divertiamo a interpretare due amici “di letto”, che è un po’ l’approccio di tanti giovani di oggi alle relazioni. Per molti è più facile avere “amici di letto” con cui re». non hai obblighi e doveri. Anche se a me Parliamo del tuo privato. Cosa ti ha colpito di più del tuo compagno, il calciatore non è mai capitato». Cosa vorrebbe provare, in tv? Kevin Prince Boateng? «Sono stata in Rai, Mediaset e ora Sky. Ho «Dopo relazioni complicate mi sento forfatto fiction e ultimamente teatunata perché ho trovato, nell’età tro. Ogni rete mi ha dato qualgiusta, una persona “giusta”.È cosa, in relazione a com’ero tutto l’insieme che funzioio, in quel periodo. A 18 na. Lui è uno romantico, anni Striscia La Notizia porta la donna su un palera il prodotto che più mi mo di mano, ti tratta da rispecchiava, quello più regina. Un uomo raro, adatto a me». all’antica». Cosa le manca? Come vivete? «Una conduzione più impor«Non siamo festaioli, stiatante, da showgirl, anche se Melissa Satta U.S. mo spesso a casa, mancantare non è tanto il mio forgiamo presto, guardiamo te. Ci sono contenitori divertanti film, ascoltiamo tenti. Penso a Ilary Blasi e a quanto è di- molta musica. Una vita insospettabile, ventata brava». tranquillissima». Le piacerebbe condurre Le Iene? Come mai tutte le sue storie durano tan«Assolutamente. Un programma fresco. to? L’ideale: un passo che mi piacerebbe fa- «Perché sono molto paziente e compren- siva. Sono molto psicologa. Forse ho preso da mia madre, è una donna molto calma». Riesce a mantenere un buon rapporto con i suoi ex? «Una volta che chiudi una relazione la chiudi. Però dopo tanto tempo tutto cambia. Magari dopo dieci anni se lo incontri per strada e gli dici “ti offro un caffè” ci può stare». Vede un possibile caffè con Vieri? «Perché no? Alla fine non mi ha fatto nulla di esagerato. Poi il tempo fa dimenticare qualsiasi cosa. All’inizio quando risenti un ex ci sono litigi, un po’di rabbia, un po’ di gelosia. Ma poi si gira pagina. E io ho voltato pagina già da un po’, sto con Kevin da un anno». Ipotesi matrimonio? «Nel 2013 non credo. Ci vuole tempo per organizzarlo. Però sicuramente mi sposo. Quando sei felice con una persona e arriva l’età giusta per fare passi, perché no?». 32 Venerdì 15 marzo 2013 PALINSESTI Venerdì 15 marzo 2013 RAI UNO RAI DUE RAI TRE CANALE 5 ITALIA UNO RETE QUATTRO LA 7 6.00 6.40 8.05 7.00 7.30 6.00 7.55 6.40 8.45 6.20 6.50 6.00 6.10 6.30 6.45 10.00 10.25 10.55 11.00 11.05 12.00 13.30 14.00 14.10 15.15 18.50 20.00 20.30 21.10 23.35 0.35 1.05 Euronews - L’Europa nell’informazione televisiva Unomattina caffè TG1 - Previsioni sulla viabilità CCISS Viaggiare informati Unomattina. Condotto da Franco Di Mare, Elisa Isoardi. Per il TG1 Paolo Di Giannantonio Unomattina Occhio alla spesa Unomattina Rosa. Condotto da Franco Di Mare ed Elisa Isoardi Che tempo fa TG1 Unomattina Storie Vere La prova del cuoco “Caccia al cuoco 8: prima semifinale” TG1 TG1 Economia Verdetto Finale “Un suocero Stalker” La vita in diretta. Condotto da Marco Liorni, Mara Venier Previsioni sulla viabilità - TG1 - Che tempo fa (all’interno) L’eredità TG1 Affari tuoi Dal Teatro 18 di Cinecittà in Roma Red or Black? Tutto o niente TG1 60 Secondi TV7 Settimanale del TG1 “L’elezione del papa” L’Appuntamento TG1 Notte Che tempo fa 8.35 9.55 10.00 11.00 13.00 13.30 13.50 14.00 15.30 16.15 17.00 17.45 17.50 18.15 18.45 19.35 20.30 21.05 22.55 23.10 1.15 1.55 Cartoon Flakes TGR - Montagne “K2, la montagna degli italiani” Le sorelle McLeod “Tre semplici parole” “Offese reciproche” con Aaron Jeffery Meteo 2 TG2 Insieme I Fatti Vostri. Condotto da Giancarlo Magalli, Adriana Volpe TG2 Giorno TG2 Eat Parade TG2 Sì, Viaggiare Senza traccia “Un vecchio amico” “Il buio nella mente” Cold Case “La famiglia perfetta” Numb3rs “Rivalità” Las Vegas “La bara di Delinda - 2a parte” TG2 Flash L.I.S. Meteo 2 Rai TG Sport TG2 Squadra Speciale Cobra 11 “Un ombra dal passato” Il Commissario Rex “La sua ultima domenica” TG2 - 20.30 Prima tv Rex “Vendetta” “Profondo blu” con Ettore Bassi TG2 L’ultima parola. Condotto da Gianluigi Paragone Flashpoint “Passo falso” con Hugh Dillon Meteo 2 8.00 10.00 11.30 11.45 12.00 12.15 12.45 14.00 14.20 14.50 15.05 15.10 18.55 19.30 20.00 20.10 20.35 21.05 23.10 0.00 1.00 1.05 TGR Buongiorno Italia TGR Buongiorno Regione Agorà. Condotto da Gerardo Greco Rai Parlamento Speciale XVII legislatura TG3 Minuti Speciale TG3 “Elezioni Presidenti Camera e Senato” TG3 - Meteo 3 Speciale TG3 “Eelezioni Presidenti Camera e Senato” Rai Parlamento Speciale XVII legislatura TG Regione - Meteo TG3 - Meteo 3 TGR Leonardo TGR Piazza Affari Speciale TG3 “Elezioni Presidenti Camera e Senato” Meteo 3 - TG3 TG Regione - Meteo Blob Per ridere insieme con Stanlio e Ollio Un posto al sole Speciale Agorà “Camere aperte”. Condotto da Gerardo Greco (Diretta) Glob Porcellum del venerdì “Con Fini (Ubaldo Pantani) e Grillo (Claudio Lauretta)” TG3 Linea notte TG Regione (all’interno) Meteo 3 Appuntamento al cinema 8.00 8.40 8.50 11.00 13.00 13.40 14.10 14.45 16.05 16.50 18.50 20.00 20.40 21.10 23.20 23.50 0.20 1.10 Prima Pagina Traffico - Meteo.it Borsa e Monete TG5 Mattina La telefonata di Belpietro Mattino Cinque. Condotto da Federica Panicucci e Paolo Del Debbio TG5 - Ore 10 (all’interno) Forum TG5 - Meteo.it Beautiful CentoVetrine Uomini e Donne. Condotto da Maria De Filippi Amici Pomeriggio Cinque. Condotto da Barbara D’Urso The Money Drop. Condotto da Gerry Scotti TG5 - Meteo.it Striscia la Notizia La voce dell’insolvenza. Condotto da Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio Prima tv Il clan dei camorristi con Stefano Accorsi SuperCinema “Ospite Claudio Bisio” TG5 Notte - Meteo.it Striscia la Notizia La voce dell’insolvenza. Condotto da Enzo Iacchetti ed Ezio Greggio (Replica) Uomini e Donne (Replica) 10.35 12.25 13.00 13.40 14.10 14.35 15.00 15.50 16.45 17.45 18.10 18.30 19.20 21.10 22.55 0.45 1.10 Cartoni animati Una mamma per amica “Il ballo di Rory” “La cena di Natale” con Lauren Graham E.R. - Medici in prima linea “Caffé a Parigi” “Lo spettacolo deve continuare” Studio Aperto Meteo.it Sport Mediaset I Simpson Prima tv I Simpson What’s my destiny Dragon Ball Le avventure di Lupin III White Collar “Il lancio della moneta” Prima tv Mediaset Chuck “Chuck vs La maledizione “ La vita secondo Jim “Yoga per Jim” Prima tv Life Bites Studio Aperto Meteo.it C.S.I. “L’ultima miniatura - prima parte” “L’ultima miniatura seconda parte” Duplex - Un appartamento per tre (Commedia, 2003) con Ben Stiller, Justin Theroux. Regia di Danny DeVito. Arrow “Il ritorno” “Onora il padre” con Stephen Amell (Repl.) Sport Mediaset The Shield “Eroina sporca” “Senza pietà” con Michael Chiklis FILM SPORT TELEFILM Rai 4 Rai 5 19.10 Guida galattica per autostoppisti Con Mos Def SCU 19.20 Com’è bello far l’amore Con Fabio De Luigi SC1 19.25 Snow Day Con Chevy Chase SCF 19.25 The Medallion Con Jackie Chan SCM 19.25 12 volte Natale Con Amy Smart SCP 21.00 A Dangerous Method Con Keira Knightley SCU 21.00 Il mio West Con L. Pieraccioni SCC 21.00 I tre moschettieri Con Logan Lerman SCF 21.00 Drag Me to Hell Con Alison Lohman SCM 21.00 Quando la notte Con Filippo Timi SCP 21.10 Streetdance Con Nichola Burley SCH 22.40 Bad Teacher Una cattiva maestra Con Cameron Diaz SCC 22.45 An Education Con Carey Mulligan SCU 22.45 Dal tramonto all’alba SCM Con Harvey Keitel 22.55 Tuck Everlasting Vivere per sempre Con Alexis Bledel SCF 22.55 Limitless Con Bradley Cooper SCH 23.00 Serendipity - Quando l’amore è magia Con John Cusack SCP 23.05 Tre uomini e una pecora Con Xavier Samuel SC1 0.15 Bagnomaria Con Giorgio Panariello SCC 12.00 Calcio, Champions Europa League Sorteggio quarti (Diretta) ES-SP1 16.30 Salto con gli sci, Coppa del Mondo Trondheim: HS 140 (Diretta) ES 18.30 Pattinaggio su ghiaccio, ISU World Championships 2013 Free program coppie (Diretta) ES 18.55 Rugby, Sei Nazioni U20 Italia - Irlanda (Dir.) RS1 20.30 Snooker Players Tour Championships Finali: ottavi (Diretta) ES 20.45 Calcio, UEFA Champions League Celtic - Juventus (Sintesi) SP1 21.00 WWE Domestic Smackdown Episodio 38 SP2 21.15 Rubrica sportiva Sky Studio Tennis (Diretta) SP3 21.30 Tennis, Indian Wells: terzo quarto di finale (Diretta) SP3 22.15 Calcio, UEFA Champions League Barcellona Milan (Sintesi) SP1 22.45 Goal Deejay SP1 20.00 La tata FR 20.05 Cold Case “Il venditore” FC 20.05 Castle - Detective tra le righe “Di nuovo amici” FL 20.10 Violetta DY 20.30 La tata FR 21.00 Austin & Ally DY 21.00 Il tenente Colombo FR 21.00 Prima tv Criminal Minds “Magnifica luce” FC 21.00 White Collar “Posizioni compromettenti” F 21.10 Prima tv Boardwalk Empire “Sunday Best” SC1 21.25 I maghi di Waverly DY DY 21.50 Austin & Ally 21.50 Prima tv Profiling FC “Scomparsi” 21.55 The Good Wife “Le colpe e il prezzo” FL 21.55 Homeland - Caccia alla spia “Il chiarimento” F 22.10 Prima tv Boardwalk Empire “The Pony” SC1 22.15 The Sleepover Club DY 22.15 ICarly NCK 22.35 I Jefferson FR 21.10 Deep Impact (Fantascienza, 1998) con Téa Leoni, Ron Eldard. Regia di Mimi Leder. 23.20 Wonderland 19.40 20.40 21.15 22.20 LEGENDA CN Cartoon Network D Discovery Chan. HD DY Disney Channel ES Eurosport HD F - FR Fox HD - Fox Retro DOCUMENTARI RAGAZZI 20.00 20.05 20.05 21.00 20.00 Nuovi episodi Gormiti Nature Unleashed CN 20.00 Spongebob NCK F 20.05 I Simpson 20.30 Spongebob NCK 20.40 Redakai: L’Ombra di Lokar CN NCK 20.55 Spongebob 21.20 Scooby Doo Mystery Inc. CN 21.20 Robot and MonsterNCK 21.45 Le tenebrose avventure di Billy & Mandy CN 21.00 21.00 21.05 21.10 21.55 22.00 HD Canale disponibile anche in alta definizione FC-FLFox Crime HD - Life HD NCK Nickelodeon NGC National Geo.HD RS1 Raisport 1 SC1 Cinema 1 HD SCC SCF SCH SCM SCP 8.40 9.50 10.50 11.30 12.00 12.55 14.00 14.45 15.35 16.05 18.55 19.35 20.30 21.10 0.00 0.05 CANALI FREE DIGITALE TERRESTRE SATELLITI Top Gear D Tabù NGC Affari di famiglia THC River Monsters Best Of “Creature bizzarre” D I signori del futuro THC Aiuto, stiamo ingrassando! FL Paranormal NGC Project Runway SKU L’inferno della droga NGC Matto da pescare D 7.45 Mediashopping T. J. Hooker “Ostaggi” con William Shatner Miami Vice “Amici” con Don Johnson Hunter “Il milione di Bogotà” con Fred Dryer Carabinieri 4 “Toccare il fondo” con Ettore Bassi Ricette di famiglia TG4 - Meteo.it Un detective in corsia “Promessa di morte” con Dick Van Dyke La signora in giallo “Stazione di servizio” con Angela Lansbury TG4 - Meteo.it Lo sportello di Forum My Life - Segreti e passioni La banda degli angeli (La frusta e la carne) (Drammatico, 1957) con Clark Gable. Regia di Raoul Walsh. TG4 - Meteo.it Tempesta d’amore Walker Texas Ranger “Il matrimonio prima parte” con Chuck Norris Quarto Grado “La violenza contro le donne”. Condotto da Salvo Sottile con Sabrina Scampini (Dir.) I bellissimi di R4 La legge del crimine (Thriller, 2009) con Jean Reno, Gaspard Ulliel. Regia di Laurent Tuel. Cinema Comedy HD Cinema Family HD Cinema Hits HD Cinema Max HD Cinema Passion HD SCU Cinema Cult HD SF1 Sky Formula 1 HD SP1-2-3 Sky Sport 1-2-3 HD SKU Sky Uno THC The History Channel Rai Storia 19.35 Soggetto donna 20.30 Res Gestae Fatti 21.00 Dixit Film Buongiorno notte (Drammatico, 2003) con Luigi Lo Cascio. Regia di Marco Bellocchio. 23.05 Why Poverty? Rai Movie 21.10 Brooklyn’s Finest (Azione, 2009) con Richard Gere. Regia di Antoine Fuqua. 23.30 La parola ai giurati (Drammatico, 1957) con Martin Balsam, Henry Fonda. Regia di Sidney Lumet . Con i tuoi occhi Passepartout Indian Ocean Lonely planet: Best in China 22.45 Io volo Cielo 18.45 19.45 20.15 21.10 23.15 Masterchef Usa Non lo sapevo! Affari al buio Yamamay Fashion Show Sex Therapy Iris 21.05 L’ultimo boy scout Missione sopravvivere (Azione, 1991) con Bruce Willis. Regia di Tony Scott. 23.00 Codice: Swordfish (Azione, 2001) con John Travolta, Hugh Jackman. Regia di Dominic Sena. 7.00 9.50 11.00 12.30 13.30 14.05 14.40 15.30 17.10 18.50 20.00 20.30 21.10 22.20 0.15 33 TGLa7 - Meteo Oroscopo - Traffico Informazione Omnibus. Condotto da Andrea Pancani e Alessandra Sardoni TG La7 (all’interno) Coffee Break. Condotto da Tiziana Panella con Enrico Vaime L’aria che tira I menù di Benedetta (Replica) TG La7 TG La7 Cronache. Condotto da Bianca Caterina Bizzarri Le strade di San Francisco “Vino amaro” Jane Doe - Memoria infallibile (Giallo, 2006) con Lea Thompson. Regia di Armand Mastroianni. Il Commissario Cordier “Pulsione mortale” con Pierre Mondy I menù di Benedetta “Ospite l’attore Corrado Fortuna” TG La7 Otto e mezzo Crozza nel paese delle meraviglie. Condotto da Maurizio Crozza (Diretta) Zeta - La Commedia del Potere “La prima giornata del nuovo Parlamento con Mieli, Minzolini e Mentana” (Diretta) Omnibus Notte. Condotto da Edgardo Gulotta e Flavia Fratello CLASS TV Class TV Msnbc (Canale 27 del digitale terrestre) 19.30 Punto e a Capo 20.40 Il TG della Convenienza 21.10 Gli Indimenticabili Wonderland (Drammatico, 1999) con Shirley Henderson, Gina McKee. Regia di Michael Winterbottom. 23.10 Law & Order “Raptus” Class Cnbc (Canale 507 di Sky) 19.00 Rebus Italia: I vostri soldi dopo il voto 21.00 Linea Mercati Notte 21.30 5 Giorni sui Mercati Class Horse (Canale 221 di Sky) 20.55 Parelli Natural Horseman Ship 21.15 Winter Equestrian Festival 2013 Adequen Grand Prix CANALI PREMIUM DIGITALE TERRESTRE Joi Steel Mya 19.35 Chuck “Chuck vs La wedding planner” “Chuck - L’agente X” con Bonita Friedericy 21.15 Prima tv Baby Daddy 22.10 2 Broke Girls 22.35 Are you there, Chelsea? 23.00 Undercovers “Senza mia figlia” con Boris Kodjoe 23.50 Undercovers “Serse” 18.35 Paolo Borsellino 20.25 Smallville “Sussurro” con Tom Welling 21.15 Alias “Eredità” “Resurrezione” con Jennifer Garner 23.00 Rubicon “Non c’è onestà negli uomini” “Fiducia in qualcuno” con James Badge Dale 19.25 E.R. - Medici in prima linea “Infezione mortale” “Non arrendersi” 21.15 Brothers and Sisters - Segreti di famiglia “Acque agitate - prima parte” “Acque agitate - seconda parte” con Sally Field 23.00 Nip/Tuck “Hiro Yoshimura” con Dylan Walsh Premium Cinema Studio Universal Premium Calcio 21.15 Prima tv Viaggio nell’isola misteriosa (Avventura, 2012) con Dwayne Johnson, Michael Caine. Regia di Brad Peyton. 22.55 Tutti pazzi per l’oro (Avventura, 2008) con Matthew McConaughey, Kate Hudson. Regia di Andy Tennant. 20.40 A noi piace corto 21.15 Prima tv Focus 21.20 Wonderland - Massacro a Hollywood (Giallo, 2003) con Val Kilmer. Regia di James Cox. 23.15 Junior (Commedia, 1994) con Arnold Schwarzenegger, Danny De Vito. Regia di Ivan Reitman. 18.30 Highlights Uefa Champions League 18.55 Calcio, Serie B 2012/2013 Anticipo 31a giornata Reggina Cesena (Diretta) 21.00 Calcio, Serie B 2012/2013 Anticipo 31a giornata Verona - Livorno (Diretta) 23.00 La tribù del calcio Arbitri, Peruzzo per Milan-Palermo Lunedì la nuova maglia della nazionale Bottiglie di Franciacorta speciali per il «Sic» Gli arbitri per la 29ª di A: Bologna-Juve, Bergonzi; Milan-Palermo, Schio; Samp.-Inter, Banti; Torino-Lazio, Tagliavento; Napoli-Atalanta, Valeri; Catania-Udin., De Marco; Fiorentina-Genoa, Rizzoli; Pescara-Chievo, Mazzoleni; Roma-Parma, Russo; Siena-Cagliari, Doveri. Verrà presentata ufficialmente lunedì 18 marzo alle 13.30 al Centro Tecnico Federale di Coverciano, il nuovo completo da gara della Nazionale Italiana di calcio realizzato da Puma per la 9ª edizione della FIFA Confederations Cup 2013. Da oggi saranno aperte le prenotazioni sul sito www.cantinaleduequerce.it per la raccolta fondi a favore della Fondazione Marco Simoncelli, che avverrà tramite l’acquisto di una speciale limited edition di bottiglie di Luis Franciacorta Brut, disegnate in onore del “Sic”. ::: Mi pare che... Incolpare Allegri è un’assurdità ::: LUCIANO MOGGI Volevamo scrivere sul come si può far retrocedere una squadra importante come il Palermo, complice la girandola di allenatori, dirigenti e soprattutto un presidente che, nonostante i tanti anni di milizia in campo sportivo, sembra non abbia capito come si tiene un gruppo unito per evitare il peggio. Rimandiamo alla prossima occasione,dando precedenzaalla Championsvisto quello che è successo a Barcellona. Dopo il 2-0 di Milano in una partita che aveva del mortificante per il calcio spagnolo, attendevamo il Barcellona nel ritorno al Nou Camp, curiosi di sapere se quello di Milano era stato solo un episodio oppure l’inizio della fine di un ciclo. Avevamo seguito attentamente anche il Malaga impegnato ad Oporto dove la sconfitta per 1-0 poteva assumere rilievi ben più devastanti, il Real Madrid chesul propriocampo nonsapeva andare oltre 1-1 con il Manchester di Ferguson. Attendevamo risposte che puntualmente sono arrivate: tutte «remuntade» che dimostrano come il calcio spagnolo sia ancora vivissimo. In carrozza il Barcellona, un giusto 2-0 il Malaga, Real che va all’Old Trafford dove - grazie anche agli errori dell’arbitro - riesce a prevalere. Maggioranza relativa quindi del calcio spagnolo, tre squadre su otto, in questo finale di Champions, dove Barcellona e Real recitano la parte delle grandi favorite. Spariti completamente i club inglesi nonostante la buona prova dell’Arsenal: a Monaco i Gunners hanno fatto tremare la corazzata che presto finirà nelle mani di Guardiola. All’Italia è rimasta solo la Juventus, ma è giusto spendere ancora qualche riga per analizzare la disfatta dei rossoneri. Piovono polemiche e critiche nei confronti di Allegri per come il Milan si è presentato al Nou Camp, forte del vantaggio di 2 gol, ma noi italiani dovremmo elogiare il miracolo di S. Siro e non demonizzare la disfatta di Barcellona. Gli spagnoli sono una macchina perfetta che produce gol, con una difesa forse più fragile del previsto, alla quale però è difficile avvicinarsi per effetto di un centrocampo impenetrabile. Venuti a Milano a dilettare il pubblico di S.Siro con il solito tiquitaca per linee orizzontali, capita la lezione hanno cambiato geometrie verticalizzando a discapito anche del bel gioco: il risultato dice che hanno fatto bene. La squadra spagnola dà dimostrazione di strapotere contro ogni avversario e in special modo con il Milan, nettamente inferiore ai blaugrana per uomini e mezzi a disposizione. Il Borussia Dortmund è l’altra squadra tedesca ai quarti, seconda nella Bundesliga (ma a distanza siderale dal Bayern). Nelle sue file conta giovani interessantissimi come Lewandowski (già del Bayern), Gotze, Reus, una squadra veloce e tecnica che non riteniamo però possa avere ambizioni di vittoria finale. Stesso discorso per gli spagnoli del Malaga, mentre il Psg merita un discorso a parte. Gli uomini di Ancelotti possono competere con tutti solo se al completo. Così non sarà nell’andata dei quarti, quando mancherà Ibrahimovic per squalifica. E si sa benissimo cosa significa dover fare a meno dello svedese. A Valencia, negli ottavi, con Ibra in campo il Psg vince 1-2. A Parigi, senza Ibra, arriva un pareggio striminzito. Sembra comunque una squadra poco equilibrata rispetto a Barcellona, Real, Bayern e anche Juventus. Per ultimo il Galatasaray, composto in gran parte dagli scarti di grandi squadre: Sneijder, Drogba, Melo che, quanto a classe, non fanno difetto e nel catino di Istambul sapranno farsi valere. In ogni caso non consideriamo i turchi all’altezza delle grandi. Oggi il sorteggio di Nyon ci schiarirà le idee. SORTEGGI DI CHAMPIONS A NYON Voglia di Malaga Tabellone dei quarti alle 12: la Juve punta sul gruppo e non teme i fenomeni degli altri. Ma tutti sperano di pescare gli spagnoli abbandonati dagli arabi ::: FRANCESCO PERUGINI NYON (SVIZZERA) Dopo sette anni la Juve ha di nuovo la febbre: la febbre da sorteggio nell’urna di di Nyon. A partire dalle 12 (diretta Sky Sport e Mediaset Premium), la Signora sfoglierà la margherita dei quarti di Champions League. Tre spagnole, due tedesche, una francese, una turca: ci sarà una di loro tra i bianconeri e la finale di Wembley del 25 maggio. E tra Conte e la chance di far meglio di Capello, stoppato dall’Arsenal nelle “last 8”2005/06. Pochi dubbi invece sul ceppo influenzale: è decisamente febbre spagnola. Barcellona e Real sono infatti i volti dell’incubo iberico che potrebbe però trasformarsi in un sogno se l’urna regalasse alla Juve il Malaga. Pellegrini ha costruito una squadra organizzata attorno al talento di Isco e Joaquin, ma con poca continuità. Nel girone gli andalusi hanno fatto 4 punti con il Milan ancora traballante, ma Santa Cruz, Saviola e compagni non dovrebbero spaventare la la difesa bianconera. «Barzagli, Bonucci, Chiellini e Buffon sono quasi inespugnabili», ha scritto ieri il Mundo Deportivo. Un reparto così forte da spaventare anche il Barcellona stesso: «Se c’è una squadra che il Barça vuole evitare è proprio la Juve», assicura il quotidiano iberico. I blaugrana sono rinati con la “remuntada”sul Diavolo, ma non hanno dimenticato la lezione di contropiede presa a San Siro. Conte ha preso nota e può sperare comunque nell’impresa, a patto che Messi tolga di nuovo i panni del marziano. Il fenomeno di Madrid, più che Cristiano Ronaldo, è invece Josè Mourinho: lo Special One conosce fin troppo bene il nostro calcio e ha regalato tanti dispiaceri alla Juve nel suo biennio all’Inter. La vittoria sul Manchester United ha rinsaldato lo spogliatoio delle merengues attorno al portoghese e lo strapotere madridista sulle fasce potrebbe infastidire la Signora. Non meno temibile, ma stimolante la sfida al calcio tedesco. Il Bayern Monaco è una corazzata che ha bisogno di Nessun club d’Oltremanica va avanti Il disastro delle inglesi manda all’aria il ranking ::: LONDRA Da qui a dire che l’Inghilterra è in crisi, ne passa. Ma il segnale che arriva dalla Champions League è inquietante per il calcio d’Oltremanica. Nonostante la finale del 25 maggio sarà a Wembley, per la prima volta dal 1995/1996 una squadra proveniente dalla Premier League non giocherà i quarti di La delufinale della massima competizione europea. sione di Diciassette anni fa i Blackburn Rovers venneVan Perro subito eliminati, dopo essere arrivati ultimi sie e Carnel girone di qualificazione. Ed essendoci, a rick quel tempo, una sola squadra per nazione, l’In[LaP] ghilterra salutò subito la Champions. Quest’anno invece erano quattro i club inglesi presenti, e a poco a poco sono stati eliminati. Addirittura due sempre durante il girone eliminatorio, cioè il Manchester City e il Chelsea, due eliminazioni eccellenti vista al carature delle squadre, soprattutto dei londinesi, che sono i campioni in carica. Ultimi invece a salutare la competizione sono stati Manchester United, sconfitto negli ottavi dal Real Madrid di José Mourinho, e l’Arsenal, andato vicino alla rimonta contro il Bayern Monaco. Una situazione strana, anche perché in questi ultimi anni i club inglesi hanno dominato in europa, conquistando quattro titoli europei (2 Manchester United, 1 Chelsea e 1 Liverpool), mentre cinque volte sono stati finalisti perdenti e nel 2007-2008 a Mosca hanno dato vita a una finale tutta made in England. poche presentazioni tra Ribery, Robben, Muller, Kroos e il letale Mandzukic. Il Borussia Dortmund esprime forse il miglior gioco d’Europa. Paura? No, perché i crucchi soffrono gli incroci tinti d’azzurro: la finale 2010 e la semifinale degli Europei sono solo gli ultimi esempi. E soprattutto perché la Juve ha poco da invidiare ai tedeschi in quanto a compattezza. Affascinantissimo sarebbe l’accoppiamento con il Paris Saint-Germain degli ex Carlo Ancelotti e Zlatan Ibrahimovic (squalificato per l’andata). Il pericolo non è lo svedese - ancora “bloccato” in Europa - ma Lavezzi: con cinque gol consecutivi, il “Pocho” è sempre più uomo da grandi palcoscenici. E la Signora era una delle sue vittime preferite già al Napoli. Intanto, dalla Francia arriva un sorriso per i bianconeri con la convocazione di Pogba nel Bleus. «Per lui il futuro comincia già adesso», parola del ct Deschamps (non a caso, uno juventino doc). Occhio invece a lasciarsi tentare dal “tifare” Galatasaray: i turchi sono arrivati ai quarti praticamente solo grazie a Yilmaz, miglior cannoniere d’Europa con otto reti come Ronaldo. E se Drogba e Sneijder troveranno una forma perlomeno accettabile, la squadra di Terim potrebbe addirittura iniziare a sognare. Ma una cosa è certa: con una difesa impenetrabile - la migliore d’Europa, imbattuta da cinque match (490’) - un centrocampo fantastico guidato da Pirlo e un attacco imprevedibile, anche la Juve farà venire la febbre a tanti oggi a Nyon. SPORT 35 Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Ultimatum scaduto ::: ROMA Non habemus sceicco: la Roma chiude la porta ad Al Qaddumi da Perugia Non c'è lieto fine nella favola dello sceicco umbro che voleva comprare la Roma. «Non habemus sceicco», ha comunicato ieri sera la società giallorossa con qualche ora di anticipo rispetto alla scadenza fissata a mezzanotte che prevedeva il versamento di 50 milioni di euro da parte di Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi per entrare nel capitale sociale della squadra. Ma non c'era bisogno di aspettare ancora per vedere il bluff del petroliere arabo, venuto da uno straordinario bilocale di un paesino in provincia di Perugia. Niente soldi né garanzie dal 24 febbraio –data di ufficializzazione del pre-contratto –fino alla deadline di ieri: inutile prorogare i termini, «l’accordo preliminare con il partner potenziale deve essere considerato risolto», chiosa il comunicato ufficiale. Il nome di Al Qaddumi si va ad aggiungere così alla lunga lista di personaggi che negli ultimi anni hanno manifestato interesse per la Roma, da George Soros a Vinicio Fioranelli fino ai russi della Nafta Mosca. Solo che la storia potrebbe non chiudersi così: la Procura di Roma potrebbe indagare lo “sceicco”per aggiotaggio dopo le oscillazioni del titolo As Roma. Già noto per le fallite trattative per l'Acqua Marcia, l’offerta dello sceicco – che vantava un patrimonio da 2 miliardi di dollari – si era sgonfiata quasi subito dopo la scoperta dell’umile stile di vita suo e dei suoi famigliari (figlio carabiniere, moglie impiegata comunale) e del suo stato patrimoniale (dovrebbe 4mila euro a un istituto bancarioitaliano). Conun bucodi 78milioni, ora alla Roma serve un conclave d'urgenza. D.SEC. EUROPA LEAGUE L’Inter si deve accontentare di un miracolo a metà Nerazzurri col cuore: rimontano il 3-0 dell’andata (Cassano, Palacio, autorete di Gallas) ma ai supplementari si arrendono ad Adebayor. Inutile il 4-1 di Alvarez ::: MATTEO SPAZIANTE MILANO STREMATO Più che pazza, schizofrenica. L’Inter arriva ad un passo dall’impresa con il Tottenham, che va sotto 3-0 cavandosela poi ai supplementari. C’è però da chiedersi perché i nerazzurri non giochino sempre così. Partendo finalmente bene, subito in attacco: il gol dell’1-0 arriva al 20’ con Cassano, ma già in precedenza erano andati vicini alla rete. Il vantaggio esalta gli uomini di Strama, che continuano a spingere. Palacio centra la traversa, Friedel si supera su Guarin, dall’altra parte Adebayor spreca da solo davanti Handanovic. L’Inter ci crede, a inizio ripresa Palacio fa 2-0, poi ci pensa Gallas, che regalail terzogol ainerazzurri. Si va ai supplementari, Adebayor spegne i sogni di Strama, Alvarez segna il 4-1 che non basta. Ma l’Inter è viva. Due milioni al Flamengo per il 18enne Bebeto jr è della Signora «Protagonista» a Usa ’94 ::: RIO DE JANEIRO In Brasile sono sicuri: la Juventus si è assicurata Mattheus Oliveira, 18enne figlio di Bebeto, grande ex attacante della nazionale brasiliana. Secondo la stampa carioca, la società bianconera avrebbe ingaggiato il centrocampista del Flamengo per circa due milioni di euro con un contratto quinquennale. Per ora la società brasiliana non ha confermato l’operazione, ma ultimamente il giocatore è stato escluso dalle partite giocate dal club, e queste esclusioni sembrano un indizio importante. Un’affare per la Juventus, visto anche che il contratto di Mattheus sarebbe scaduto alla fine del 2013 e il giocatore non aveva nessuna intenzione di firmare un eventuale rinnovo, avendo già rispedito al mittende numerose offerte da parte del Flamengo per allungare il proprio contratto. Il giocatore, che ha esordito nella prima squadra del Flamengo l’anno scorso e in tutto ha giocato 12 partite, di cui 3 partendo titolare e che da anni fa parte delle varie nazionali giovanili brasiliane, era stato più volte visionato dagli emissari della Juventus, sorpattutto durante il campionato sudamericano under-20 dello scorso gennaio. Mattheus era stato già protagonista delle cronache ben 18 anni fa. La sua nascita infatti avvenne durante i Mondiali di Usa ’94, ai quali partecipava anche il padre Bebeto. Che per festeggiare la nascita del figlio, esultò con il gesto della culla, da quella volta utilizzato sempre più spesso dai calciatori. INTER (4-3-1-2) ::: HANDANOVIC 7: fondamentale. Sempre più protagonista, si supera su Sigurdsson, su Naughton e su Vertonghen. ::: JONATHAN 6.5: per la prima volta da quando è all’Inter, dimostra di essere un giocatore di calcio. Serve il pallone che Palacio mette sulla testa di Cassano, a volte addirittura difende (3’ sts Ranocchia 6). ::: JUAN JESUS 7: rischia solo su Adebayor in finale di primo tempo, per il resto grande prestazione del brasiliano. ::: CHIVU 7: attento e concentrato, finalmente una partita senza errori. ::: ZANETTI 6: dalla sua parte non si passa, anche se ogni tanto dovrebbe provare a oltrepassare la metà campo. L’unica volta che lo fa, prova uno strano esterno che non sorprende Friedel. In leggero ritardo su Adebayor. ::: GARGANO 6.5: gara di sacrificio per l’uruguaiano, corre anche per i compagni a metà campo. ::: KOVACIC 7: come giusto che sia, il problema di un 18enne è la poca continuità: alterna grandi prestazioni ad altre più spente. Ieri era però in serata e ha dato dimostrazione di essere un giocatore di sicura prospettiva (dal 24’ st Be- Antonio Cassano (30 anni) Ap INTER-TOTTENHAM 4-1 RETI: 20’ pt Cassano, 7’ st Palacio, 30’ st autogol Gallas, 6’ pts Adebayor, 4’sts Alvarez. INTER (4-3-1-2): Handanovic; Jonathan (3’ sts Ranocchia), Juan Jesus, Chivu, Zanetti; Gargano, Kovacic (24’ st Benassi), Cambiasso; Guarin (26’ st Alvarez); Palacio, Cassano. All. Stramaccioni. TOTTENHAM (4-4-2): Friedel; Walker, Gallas, Vertonghen, Naughton (9’ pts Caulker); Dembélé, Livermore (25’ st Lennon), Parker, Sigurdsson; Defoe (11’ st Holtby), Adebayor. All. Villas Boas. ARBITRO: Bebek (Croazia). NOTE: Ammoniti Livermore, Friedel, Walker, Adebayor. Stoccarda ko, biancocelesti avanti Nel vuoto Olimpico la Lazio si diverte ::: DOMENICO SECONDI che manca dal 1999. LAZIO-STOCCARDA 3-1 RETI: 6' pt, 8' pt e 43' st Ko Ci pensa Libor Kozak a zak, 18' st Hajnal. rompere il silenzio dell'OlimLAZIO (4-4-1-1): Marchetti pico vuoto. Uno-due letale in 6.5 (dal 43' pt Bizzarri 6.5); Pe8' per lo Stoccarda che reirinha 6.5, Biava 6, perde subito la Ciani 6, Radu 6.5; speranza di riCandreva 7, montare lo 0-2 Onazi 5.5, Herdell'andata. nanes 6.5 (dal Prima rete di 29' st Ederson testa su cross sv), Lulic 6.5; di Radu, radMauri 6 (dal doppio su taglio 21' st Ledesma brillante di Hersv); Kozak nanes e pratica Libor Kozak 8.5. All. Petchiusa. Non per il kovic. ceco che, dopo il 2STOC1 di Hajnal, all'88' fa tris: 10 reti CARDA (4-2-3-1): Ulreich 5; (una ogni 54') per il capocan- Sakai 5.5, Tasci 5, Niedermeier noniere del torneo. Ancora 4.5, Molinaro 5.5; Gentner 5.5, senza Klose, la Lazio fa fuori Holzhauser 5.5; Okazaki 6.5, un’altra tedesca dopo il Bo- Hajnal 6 (dal 29' st Harnik sv), russia e diventa la prima italia- Macheda 5.5 (dal 19' st Traorè na ad accedere ai quarti di Eu- sv); Ibisevic 4.5. All. Labbadia. ropa League. In silenzio (anARBITRO: Hagen (Nor). data ancora a porte chiuse), NOTE: ammoniti Hajnal, ma decisa verso una coppa Ibisevic, Biava. ROMA nassi 6). ::: CAMBIASSO 7: per una sera è tornato ad essere quello del triplete. Corre per tre, è sempre al posto giusto al momento giusto, come nell’assist per Palacio. Peccato solo per l’errore nel finale. ::: GUARIN 5.5: è forse l’unica nota negativa della gara. La voglia c’è, ma sbaglia troppo, anche una buona occasione in area parata da Friedel (dal 26’st Alvarez 6: si vede poco, segna però il 4-1). ::: PALACIO 7.5: bravo da subito a sfruttare la difesa alta del Tottenham. Serve alla grande Cassano sull’1-0, centra una traversa, ma poi trova il 2-0 che fa sognare i tifosi nerazzurri. ::: CASSANO 7.5: si capisce subito che è nella serata giusta. In avvio spreca alcune opportunità, poi prova furbescamente a guadagnarsi un rigore, senza fortuna. Ma si riscatta, battendo Friedel di testa com il suo nono gol stagionale e continuando ad inventare per i compagni. E da una sua punizione arriva il 3-0. TOTTENHAM (4-4-2): Friedel 5.5; Walker 5, Gallas 4.5, Vertonghen 5.5, Naughton 6 (9’ pts Caulker 6); Dembélé 6.5, Livermore 5.5 (25’ st Lennon 5.5), Parker 6, Sigurdsson 6; Defoe 5.5 (11’ st Holtby 6), Adebayor 6.5. 36 Venerdì 15 marzo 2013 [DOPO I FURTI] [DELITTO GARLASCO] I NUMERI DI IERI Preso il ladro di reliquie Recuperati 57 oggetti sacri ::: ::: ::: ::: SALVATORE GARZILLO a pagina 45 16 Furti d’auto 51 Furti a bordo auto 44 Borseggi 19 Rapine ::: ::: ::: ::: 3 Autovetture recuperate 23 Furti appartamenti e negozi 9 Scippi 13 Arresti Per la pedopornografia Stasi condannato a un mese FILIPPO CAVAZZA a pagina 45 Redazione cronaca: viale Majno 42, 20129 Milano; telefono 02.999666; fax 02.99966227; email: [email protected]; Pubblicità: SYSTEM24, via C. Pisacane, 1 - 20016 Pero (MI); Tel. 02.3022 1/3837/3820 - Fax 02.30223214 ::: In ballo un milione di euro Flop ambientalista SENZA PARTITO E ASSESSORI ANCHE GLI AMICI LO MOLLANO GIULIANO È RIMASTO A PIEDI Comune e A2A vanno in tribunale La Milano di Pisapia è allo sbando La municipalizzata cita l’amministrazione per la tassa sull’occupazione pubblica ::: RENATO BESANA Con la sola eccezione di Cormano, tutti i Comuni dell’hinterland - compreso Sesto San Giovanni, la Stalingrado d’Italia - hanno respinto l’invito di Pisapia: caro compagno, gli hanno risposto, a piedi di domenica vacci tu, qui non se ne parla. Per una volta, il buon senso ha prevalso sull’ideologia e sulle logiche di schieramento. Costringere auto e moto a fermarsi per una giornata non migliora la qualità dell’aria, provoca disagi pesanti e costa un sacco di soldi: si pensi al potenziamento dei mezzi pubblici e alle iniziative organizzate a spese dei contribuenti per tenere allegri i pochi che vanno a passeggio. All’elenco bisognerebbe aggiungere i mancati incassi di edicole, bar, ristoranti e dei negozi che approfittano dell’apertura domenicale per far quadrare i conti. Un disastro. Tutto questo, secondo le intenzioni di Palazzo Marino, per educare i milanesi a non servirsi degli odiati motori a combustione interna: rozzo integralismo ambientalista unito al pregiudizio giacobino che intende i cittadini come scolaretti testoni, ai quali la lezione va inculcata con le buone o ancor meglio con le cattive, in questo caso multe salatissime. Così, dalle 10 alle 18 di domenica, la Milano del caro leader somiglierà a Pyongyang, strade desolate e malinconiche nelle quali radi passanti e famigliole in festa racconteranno ai cronisti di aver ritrovato una città a misura d’uomo, o banalità equivalenti. Che costoro siano davvero contenti è tutto da appurare, ma convinti come sono che muoversi a piedi o un bici sia “di sinistra”, non riescono a esimersi dall’obbligo identitario. Lo struscio festivo stravolto in manifestazione militante: una tristezza e insieme una stupidaggine. Pisapia, nonostante tutto, tira dritto nella splendida solitudine in cui s’è rinchiuso. Gli assessori che ne hanno avuto l’occasione sono scappati, mentre a lui non dispiacerebbe liberarsi di chi è rimasto, vedi Boeri. Il rimpasto di giunta, tra risse e ripicche, non si riesce però a chiudere. Il suo partito di riferimento, cioè Sel, è stato liquidato dagli elettori; gli sono rimasti vicini i salotti, che rappresentano il suo punto di forza, ma non gli hanno perdonato il bidone Ambrosoli. Approfitti per primo della domenica a piedi: una bella camminata in periferia potrebbe aiutarlo a schiarirsi le idee. Comune di Milano e la sua partecipata A2A ai ferri corti per una vecchia bolletta della Cosap. I due enti sono pronti a sfidarsi in tribunale per 917 mila euro di canone di occupazione del suolo pubblico. Il problema riguarda il canone dovuto per legge sulle occupazioni permanenti, che A2A Reti gas ha versato a Palazzo Marino tra il 2000 e il 2011 per le condutture sotterranee. Canone che «A2A non vuole pagare» è la versione di Palazzo Marino. Lo deciderà il giudice. LA VITTORIA DI «LIBERO» DINO BONDAVALLI a pagina 39 LA PROTESTA IN PIAZZA Bimbi allergici genitori pronti alla guerra con Asl di BARBARA ROSSETTI Hanno scelto la Asl, la sede di via Statuto, per la prima manifestazione pubblica. Sono i genitori dei bambini allergici di Milano, che ieri si sono riuniti in un flash mob e hanno distribuito mele rosse («la mela avvelenata»). . a pagina 39 C’è la mozione salva chioschi Il chiosco è Libero. Possiamo dirlo ad alta voce. Ieri, in consiglio comunale, è stata presentata una mozione con cui si è chiesta la modifica dell’ordinanza approvata lo scorso 14 febbraio sull’attività dei chioschi in città. Il documento è stato depositato immediatamente e il testo è stato sottoscritto da tutti i gruppi di maggioranza e opposizione. SERVIZIO a pag. 38 La squadra di Maroni Giunta chiusa: confermato Melazzini Mario Melazzini farà parte della squadra di Roberto Maroni a Palazzo Lombardia. Il nome del medico pavese si era diffuso nella serata di mercoledì ed è stato confermato ieri. Il “Mela” come si fa chiamare, avrà le deleghe alle Attività produttive e alla Ricerca. Domani Maroni verrà proclamato presidente, lunedì il cambio della guardia con Formigoni e il giorno stesso o al massimo martedì presenterà la sua squadra di governo che verrà limata nel vertice odierno col Pdl. FABIO RUBINI a pagina 41 Scambiato per quello del nuovo Pontefice Il sito del bar «Papà Francesco» preso d’assalto ::: MARIANNA BAROLI Papa e papà. Un errore elementare. Da piccoli sarà capitato a tutti di confondere le due parole, divise da un solo accento. Un accento che, tuttavia, può creare scompiglio. Specialmente quando è la notte della nomina del nuovo Papa e il tuo ristorante porta lo stesso nome. E se, ancora più per caso, il tuo sito web (www.papafrancesco.it) viene scambiato per la homepage ufficiale del nuovo Pontefice. La storia, che potrebbe rientrare perfettamente tra gli episodi di una commedia dell’assurdo, è invece successa veramente. Mercoledì notte, infatti, migliaia di fedeli da tutto il mondo si sono collegati al sito dello storico bar Papà Francesco che ha la sua sede a Milano, in via Marino angolo piazza Scala, a due passi dalla sede del Comune di Milano e meta fissa del mondo della politica meneghina. E così, per una notte, Papa e papà si sono incontrati di nuovo. Complice il sito web del ristorante da digitare senza alcun accento. E chissà la faccia dei fedeli da tutto il mondo inchiodati davanti allo schermo e che, speranzosi di trovare informazioni e immagini del nuovo Pontefice, si sono invece ritrovati davanti a tavole imbandite e a un menù tutto composto da specialità milanesi. Fuori dal vaso «Sepiove cisi metteràla mantellina.Con l’ombrello o senza, tutte le iniziative all’aperto si fanno lo stesso”. CHIARA BISCONTI Speriamo che domenica prossima l’assessore alla Qualità dimentichi l’ombrello a casa. 38 CRONACA Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it La vittoria di «Libero» Pd e Pdl firmano la mozione «salva-salamelle» In consiglio comunale maggioranza e opposizione trovano l’accordo per prorogare gli orari notturni dei chioschi L’appello dei commercianti «Chiusura alle 21 per evitare Area C» Un’immagine della «salamellata solidale» di lunedì scorso davanti a Palazzo Marino. [Sicki] ::: MARIANNA BAROLI Il chiosco è Libero. Possiamo finalmente dirlo ad alta voce. Ieri, in consiglio comunale, è stata presentata una mozione bipartisan con cui si è chiesta la modifica dell’ordinanza - approvata lo scorso 14 febbraio - sull’attività dei chioschi e degli auto-negozi in città. Primi firmatari, Luca Gibillini di Sel e Francesco De Lisi del Pd. Il documento è stato depositato immediatamente e il testo è stato sottoscritto da tutti i gruppi di maggioranza e opposizione. Una vittoria, per noi di Libero, che avevamo annunciato per primi la scelta del Comune di far abbassare le serrande a chioschi e auto-negozi allo scoccare della mezzanotte. La movida abbia invece inizio. O meglio, continui a tentare di sopravvivere. La salamella è salva. «È una mozione importante» afferma Pietro Tatarella, consigliere comunale tra le file del Pdl che tra i primi aveva sostenuto la nostra campagna sul diritto di gustarsi una salamella, liberamente, in piena notte. «Attraverso questo documento rivedremo gli orari di apertura e chiusura di questo tipo di attività commerciali tutelando da una parte i proprietari di chioschi e auto-negozi e, dall’altra, i residenti in città disturbati dal chiasso della movida». Ma non solo. Tatarella spiega come «la mozione presentata in Comune è importante anche dal punto di vista della tutela della libertà di divertirsi. Un segnale fondamentale indirizzato direttamente all’assessore al Commercio, Franco D’Alfonso e che offre una boccata d’aria a una città come Milano sempre meno aperta ai giovani e alle loro ::: IL CASO L’ORDINANZA Lo scorso 14 febbraio il Comune di Milano aveva approvato un'ordinanza con cui imponeva che chioschi e auto-negozi rimanessero aperti fino e non oltre la mezzanotte. LA PROTESTA Lunedì davanti a Palazzo Marino alcuni esponenti del Pdl hanno organizzato una salamellata solidale ai lavoratori e chiesto in aula la sospensione dell'ordinanza. LA MOZIONE Ieri in consiglio comunale è stata presentata una mozione bipartisan in cui si è chiesta la modifica dell’ordinanza sui chioschi in città. esigenze». Scendere in piazza, a qualcosa è servito. La protesta a colpi di salamelle davanti a Palazzo Marino, le magliette «Chiosco Libero» e la presenza di un vero e proprio auto-negozio davanti al Comune, hanno aiutato, forse, a far sentire le nostre ragioni. Ordinanza da modificare. La richiesta ora è davvero ufficiale. «Abbiamo bisogno di volgere lo sguardo verso una direzione comune per avere e dare vita a una città che sia davvero aperta», ha spiegato Luca Gibillini di Sel. «Questo è solo un piccolo mattoncino per dare un segnale d’apertura ai cittadini». A sostegno della richiesta della modifica d’ordinanza, in aula è stato ricordato come «i chioschi sono attività commerciali e in quanto tali producono economia, lavoro e offrono un servizio in città». L’ampliamento della fascia di orari e il prolungamento delle concessioni di stazionamento e delle aperture delle postazioni extramercato servirà dunque a rendere Milano «sempre più eterogenea, più aperta, più viva, anche attraverso la fruibilità dei vari servizi offerti in città garantendo orari flessibili e più ampi, tanto da renderla sempre più attrattiva anche da un punto di vista turistico, commerciale e culturale». «Siamo felicissimi di questa notizia» afferma Gabriella Cadorin, presidente di Uci Monza, sigla che raccoglie oltre cento paninari itineranti di Milano e provincia. «Speriamo che in questo modo si accorgano dell’errore commesso e che provvedano a creare una normativa più adeguata e che aiuti sia noi commercianti che i cittadini a vivere in una città più aperta e libera». Far slittare l’apertura dei negozi verso la tarda mattinata. E tenere le saracinesche alzate fin dopo gli orari di Area C, in modo da riconquistare almeno parte dei clienti messi in fuga dal superticket e rivitalizzare un centro storico sempre più spento. Questa l’idea a cui sta lavorando il Comitato commercianti contro Area C, che, di fronte alla linea rigida adottata da Palazzo Marino rispetto alle regole della congestion charge, stanno valutando la possibilità di un drastico cambio dei propri orari di lavoro per ridurre l’effetto negativo del ticket. Mentre la giunta Pisapia lavora alla versione definitiva del provvedimento, che dovrebbe venire adottata entro fine mese e prevedere la cancellazione dello spegnimento anticipato delle telecamere una volta a settimana (visto il flop dei Giovedì dello shopping), i negozianti stanno infatti pensando di far slittare i propri orari in modo da chiudere non prima delle 21. «Noi abbiamo già chiesto all’assessore Maran di modificare l’orario di Area C e di spegnere le telecamere tutti i giorni alle 15.30», spiega Eleonora Scaramucci, presidente del comitato. «Se la giunta ci venisse incontro, magari anche per evitare di essere ricordata come quella che ha affossato Milano, potremmo cambiare gli orari e aprire do- po la mattina per restare aperti più a lungo la sera». L’idea, però, potrebbe trovare realizzazione anche se, come appare assai probabile, Palazzo Marino ignorerà ancora una volta le richieste dei commercianti. «Si tratta di una soluzione che stiamo considerando seriamente», conferma Scaramucci, «anche perché non siamo certo nelle condizioni di poter stare fermi e perdere tempo». Gli effetti combinati della crisi e di Area C stanno infatti letteralmente decimando i negozi all’interno della Cerchia dei Bastioni, anche in strade e zone tradizionalmente considerate ad altro valore commerciale. A Brera, tanto per fare un esempio, sono un decina i negozi che hanno chiuso negli ultimi due mesi. «Qualcuno ha chiuso per sempre la saracinesca, mentre qualcun altro si è trasferito in zona commerciali al di fuori di Area C», spiega Scaramucci. «Io stessa, ad esempio, a fine mese chiudo lo storico negozio in via dell’Orso e mi trasferisco in via Manuzio, a due passi da piazza Repubblica e giusto al di fuori della Cerchia dei Bastioni. Io, però, posso permettermi un’operazione del genere perché ho la forza economica per farla: molti altri sono costretti a chiudere e basta, e a dire addio al loro lavoro e quello dei loro dipendenti». D. BON. La manifestazione di protesta Bimbi allergici: genitori contro la Asl «Vogliamo un presidio medico fisso» ::: BARBARA ROSSETTI Hanno scelto la Asl, la sede di via Statuto, per la prima manifestazione pubblica. Sono i genitori dei bambini allergici di Milano, che ieri si sono riuniti in un flash mob e hanno distribuito mele rosse («la mela avvelenata», recita il volantino allegato) ai passanti e ai dipendenti dell’azienda sanitaria lombarda per dimostrare il rischio a cui vanno incontro tutti i giorni i 290 bambini di Milano che soffrono di allergie alimenatari. Il problema è balzato agli onori delle cronache per tre casi, di cui due hanno coinvolto la stessa bambina di 6 anni. Tutte e tre le volte - denuncia il presidente dell’associazione Bam (bambini allergici a Milano), l’avvocato Paolo Scomazzon - chi doveva intervenire ha sbagliato la procedura. Mettendo a rischio la vita dei bambini. Noi abbiamo chiesto un incontro a Comune, Milano Ristorazione e Asl per discutere su eventuali misure da prendere, Comune e MiRi ci hanno risposto. Asl no». I genitori hanno una proposta chiara e netta: imporre un presidio ospedaliero all’interno di quelle scuole che hanno MAMME AVVELENATE La protesta dei genitori di bambini allergici davanti alla Asl di via Statuto. bambini con il problema delle allergie. «Vogliamo un infermiere, perché sono le uniche figure professionali qualificate a somministrare farmaci», spiega Scomazzon. Gli fa eco una delle mamme del presidio, «a Roma sono undici le scuole dove la Asl è arrivata ad aprire un presidio medico per intervenire in tutti questi casi a rischio - spiega - perché non farlo anche a Milano?». «Anche fuori Milano, in un piccolo comune dell’hinterland, è stato concesso un presidio medico in una scuola - aggiunge un’altra mamma - però i genitori per ottenerlo hanno dovuto fare causa». Il problema, naturalmente, è di costi. Per ora Asl non ha replicato, ma storicamente la decisione di togliere i medici scolastici dalle scuole (figure mitologiche che ricordano giusto le generazioni fino agli anni 80) era stata motivata sulla base di un contenimento delle spese per l’azienda sanitaria locale. Da qual- che anno gli uffici della Asl predisposti alla prevenzione hanno scelto una strada più economica, e anche più pratica: educare attraverso dei corsi il personale interno della scuola (insegnanti o personale scolastico tipo bidelli o personale amministrativo) alle conoscenze base per intervenire in caso di emergenza. Vale per i bambini allergici come per altre situazioni altrettanto gravi come i bambini epilettici, per i quali in caso di attacco è necessario somministrare un farmaco. «Il problema è che in molte scuole non ci sono volontari - aggiunge Scomazzon - ovvero non c’è un insegnante né altre persone della scuola che vogliano assumersi la responsabilità di intervenire». La mamma della bambina di 6 anni, che era presente al presidio della mela avvelenata, aggiunge: «Nel nostro caso, tutte e due le volte - sia quando Milano Ristorazione ha sbagliato budino dandogliene uno al latte vaccino, sia quando non è arrivato il pasto speciale perché la bambina risultava assente - gli insegnanti sono intervenuti, ma hanno sbagliato la procedura. La prima volta perché non hanno chiamato il 118, la seconda perché hanno subito dato il farmaco salvavita senza rispettare gli step precedenti». «Noi, come accade a Roma, vorremmo sederci a un tavolo e valutare con Asl, Comune e Miri i costi benefici di un presidio medico fisso nelle scuole a rischio», conclude Scomazzon. CRONACA Venerdì 15 marzo 2013 39 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Presto in tribunale CAOS SERRAVALLE Causa A2A-Comune In «famiglia» si litiga per 1 milione di euro Sgarbo Pdl contro l’uomo di Podestà La municipalizzata cita in giudizio l’Amministrazione: «Pagate tariffe troppo alte». E Pisapia va in tribunale ::: DINO BONDAVALLI Che l’ambiente famigliare sia tra quelli in cui più facilmente esplodono liti e faide non è certo una novità. Basti pensare a quanto spazio cinema e letteratura hanno dedicato all’argomento. Ma che a finire ai ferri corti possano essere un Comune e una sua società partecipata, è tutta un’altra storia. Una storia che non è tanto facile da riscontrare nella realtà. Tanto più se i due soggetti, anziché trovare una mediazione che consenta di risolvere la questione in maniera bonaria, finiscono per darsi appuntamento in tribunale, avviando un procedimento destinato ad assorbire dalle già agonizzanti casse comunali denaro che si sarebbe potuto destinare a tutt’altri scopi. Magari all’aiuto del commercio, strangolato da Area C e domeniche a piedi. È quanto sta accadendo a Milano, dove Comune e A2A sono pronti a sfidarsi in tribu- nale per 917 mila euro di Cosap, il canone di occupazione del suolo pubblico che è stato al centro di numerose controversie nell’ultimo anno. A differenza di quanto accaduto nelle occasioni precedenti, però, stavolta oggetto del contendere non sono i pesanti aumenti adottati dalla giunta Pisapia, che hanno scatenato le proteste di tutte le categorie produttive in città. Il problema riguarda il canone dovuto per legge sulle occupazioni permanenti, che A2A Reti gas ha versato a Palazzo Marino tra il 2000 e il 2011 per le condutture sotterranee. Canone che «A2A non vuole pagare» è la versione dal Comune. Secondo la municipalizzata, invece, la Cosap per le condutture posate nel periodo in questione non sarebbe stata dovuta. O, comunque, ammonterebbe al massimo a poche migliaia di euro, non alla cifra richiesta dal Comune. Sia come sia, l’unica cosa QUESTIONE DI SOLDI Palazzo Marino e A2A sono pronti a sfidarsi in tribunale per 917 mila euro di Cosap, il canone di occupazione del suolo pubblico che la municipalizzata dovrebbe versare al Comune. Nella foto il sindaco Pisapia. Fotogramma certa è che una questione che si sarebbe potuta risolvere con un accordo tra le parti improntato al buonsenso, finirà in tribunale. E che, nonostante il rapporto di stretta “parentela” con il Comune, A2A si andrà così ad aggiungere alla lunga lista di soggetti in conflitto con la giunta Pisapia, che con Area C ha battuto ogni record precedente di ricorsi presentati contro un solo provvedimento. Al di là delle promesse e dei proclami, finora dei rapporti aperti e improntati alla condivisione che avrebbero dovuto caratterizzare il nuovo corso della giunta arancione non c’è infatti alcuna traccia. Anzi. «Siamo all’evidenza che que- Sgombero slittato al 15 aprile Leoncavallo, nuova proroga allo sfratto ::: SALVATORE GARZILLO Andando sul sito dello storico centro sociale “Leoncavallo” si legge: «Qui sono e qui resto». La promessa è mantenuta con costanza ammirevole dal 1975 e, da ieri, continuerà a essere mantenuta. Ieri, infatti, era prevista la visita dell’ufficiale giudiziario per lo sfratto della struttura in via Watteau, ma ecco cosa scrivono in home page gli occupanti dello Spazio Pubblico Autogestito (è così che si fanno chiamare dal 2000): «Giovedì 14 marzo si è presentato alle porte del Leoncavallo l’ufficiale giudiziario. Lo sfratto è stato prorogato al prossimo 15 aprile». Poche parole per segnalare la loro ennesima vittoria. Lo stesso messaggio era apparso il 7 febbraio scorso, quando una nuova visita dell’ufficiale aveva stabilito soltanto la proroga al 14 marzo, appunto. Ma scorrendo la pagina ci si imbatte nel medesimo avviso del 9 gennaio e, a ritroso, del 10 ottobre, 10 settembre, e ancora luglio, maggio, fino ad arrivare al 2010 (sebbene in realtà siano decine e decine i rinvii dal ‘75). Tutte le volte che il popolo del Leonka annuncia l’aggiornamento, aggiunge a corredo la foto della notifica della Corte d’Appello di Milano, in cui si fa presente che «le operazioni di esecuzione forzata già fissate per data “X”, sono rinviate al giorno “Y”». La storia va avanti da tempo, da anni, e certamente non si concluderà con la prossima scadenza ad aprile. Ormai è talmente metabolizzata dagli appartenenti del centro sociale, che non si sprecano neppure a scrivere due righe per festeggiare l’evento. È una routine, e viene trattata come un fastidio tanto ricorrente quanto innocuo. Navigando ancora in rete, si scopre che nello spazio da 10mila metri quadri «trovano spazio una casa editrice-libreria, uno sportello legale per extracomunitari, le sedi di sei associazioni e si svolgono trecentocinquanta concerti all’anno, una fiera internazionale del fumetto, novantasei rappresentazioni teatrali, cento proiezioni di film»; inoltre, secondo quanto riportato su Wikipedia, da via Watteau «trasmette per 18 ore al giorno l’emittente radiofonica Radio Onda d’urto» che avrebbe centomila visitatori annui e udite udite - «un fatturato di oltre 500mila euro, di cui 80mila di utile reinvestito in attività culturali». Tanti soldi che, però, non hanno alcuna intenzione di utilizzare per pagare l’affitto. Nel 2011, poco dopo il suo insediamento, il sindaco Giuliano Pisapia ha deciso di aprire un tavolo di mediazione tra il Leonka e la famiglia Cabassi, i proprietari, nel tentativo di regolarizzare la questione entro il Natale di quell’anno. Grandi annunci e speranze da parte dei componenti della giunta sembrarono portare alla soluzione definitiva: il Leoncavallo avrebbe pagato un affitto di mezzo milione di euro all’anno. Come garante dell’accordo spuntò Don Gino Rigoldi, il prete meneghino della Comunità Nuova Onlus, diventato mediatore tra le parti dopo aver convinto questura, prefetto e comune a non sgomberare l’area. C’erano tutti i presupposti per concludere l’affare, perfino la benedizione di Don Gino, che senza esitazione disse: «È stata quasi definita la merce di scambio tra proprietà e comune. Intanto il Leoncavallo verrà ridimensionato e pagherà le tasse e l’affitto». Bene, dopo decenni di battaglie sembrava tutto risolto grazie all’intervento del magico vento arancione di Pisapia. E invece. Tante promesse dopo, la situazione non è poi cambiata molto. Anzi, sonnecchia nel purgatorio burocratico fatto di visite farsa e proroghe reali. sta giunta non è in grado nemmeno di trovare una soluzione bonaria con una sua partecipata» commenta Alessandro Morelli, consigliere del Carroccio a Palazzo Marino. «E in questo caso non è che siamo in presenza di un privato: qui i soldi A2A li deve oppure no, basta fare due conti per appurarlo». D’altra parte, dopo i nuovi problemi di bilancio già an- nunciati da Palazzo Marino, «immagino che il sindaco comincerà a far la guerra a tutti, cercando di recuperare ogni euro possibile tra svendite e tentativi di spillare soldi anche alle partecipate, al di là dei dividendi» prosegue Morelli. «Così la conflittualità non potrà fare altro che aumentare», alla faccia della trasparenza e condivisione sventolate dalla giunta. Colpo di scena in consiglio comunale a Milano. Alla vigilia dell’assemblea di Serravalle, che oggi voterà la modifica dello Statuto per l’inserimento delle quote di genere nel cda e nel collegio sindacale della società, il consigliere pidiellino Pietro Tatarella ha messo una ciliegina sulla torta. In un emendamento lampo, votato all’unanimità da maggioranza e opposizione, ha ottenuto la proposta di modifica dello statuto di Serravalle per introdurre l’incompatibilità tra la carica di presidente della società e quella di consigliere di una delle controllate. Il provvedimento va a colpire direttamente Marzio Agnoloni, presidente di Serrvalle nonché presidente di Tem e ad di Pedemontana. A quanto pare la presenza di Agnoloni, uomo di fiducia del presidente della Provincia Guido Podestà, a ogni livello della catena delle autostrade Serravalle stava iniziando a creare qualche imbarazzo all’interno del popolo della libertà. La proposta di emendamento del giovane consigliere, però, èstata accolta con favore anche dalla maggioranza. Oggi sarà interessante vedere come deciderà l’assemblea di Serravalle, all’interno della quale il Comune è solo azionista di minoranza con il 18%. La maggioranza assoluta del capitale è nelle mani di Asam. M.RAV. 40 Venerdì 15 marzo 2013 CRONACA Venerdì 15 marzo 2013 41 @ commenta su www.liberoquotidiano.it AGRICOLTURA Quasi 2 milioni per i rimborsi dell’alluvione ARRIVA IL “MELA” Il nuovo governo della Lombardia Maroni ha la sua squadra Melazzini in giunta per Cl Il medico si occuperà di Ricerca e Attività produttive. Lunedì la proclamazione ::: FABIO RUBINI Mario Melazzini farà parte della squadra di Roberto Maroni a Palazzo Lombardia. Il nome del medico pavese si era diffuso nella serata di mercoledì ed è stato confermato ieri. Il “Mela” come si fa chiamare, avrà le deleghe alle Attività produttive e alla Ricerca. Nel nome di Melazzini si è consumata anche la pace tra le due anime di Cl, quella impersonata dall’ex governatore Roberto Formigoni e quella che ha come faro Maurizio Lupi. In più il medico che già era nella giunta tecnica di Formigoni incontra da sempre i favori del neo governatore Roberto Maroni, che già in campagna elettorale aveva detto di volere fortemente il medico nella sua squadra. Certo Maroni non è stato accontentato sulla delega da affidargli (la Sanità, che impegna l’80% del bilancio regionale andrà a Mario Mantovani), ma è un dettaglio sul quale il governatore sembra aver sorvolato di buon grado. In questo modo Maroni potrebbe arrivare anche a digerire l’ingresso in giunta di Paola Ferrari. Lei si è detta pronta «a servire la mia Lombardia», ma sia nel Pdl sia nella Lega i mal di pancia per la promozione della moglie di Marco De Benedetti (figlio di Carlo) non sono certo finiti. A questo punto nel Pdl la battaglia si sposta sull’assegnazione delle deleghe. Alla Ferrari, seppur non laureata, dovrebbe andare la cultura, mentre Aprea e Cavalli si stanno giocando la delega all’Istruzione. L’Aprea parte favorita anche per la sua storia politica, ma Cavalli, forte dell’appoggio dell’ex ministro all’Istruzione Mariastella Gelmini, sarebbe pronto alla zampata. Per il resto nomi e numeri che dovrebbero comporre la squadra di Maroni sono quelli che girano da giorni, ovvero sei assessori al Pdl, sei alla Lega e uno a testa per Fratelli d’Italia e Lista Maroni. La Lega schiererà il poker di donne formato da Maria Cristina Cantù, Simona Bordonali, Francesca Brianza e Claudia Terzi. A queste si affiancheranno Gianni Fava che si occuperà dell’Agricoltura (da sempre settore strategico per il Carroccio), Massimo Garavaglia al Bilancio e l’ex canoista ::: TUTTI I NOMI I SEI DEL PDL Mario Mantovani Valentina Aprea, Alberto Cavalli, Maurizio Del Tenno, Paola Ferrari e Mario Melazzini I SEI DEL CARROCCIO Maria Cristina Cantù, Simona Bordonali, Francesca Brianza, Claudia Terzi, Gianni Fava, Massimo Garavaglia GLI ALTRI Viviana Beccalossi per Fratelli d’Italia e Antonio Rossi per la Lista Maroni LE DATE Sabato dovrebbe esserci la proclamazione di Maroni e dei consiglieri. Lunedì il passaggio di consegne e la presentazione della giunta olimpionico Antonio Rossi che si occuperà di Sport in quota Lista Maroni, la quale lista avrà anche un membro nell’ufficio di presidenza (probabilmente l’ex An Luca Ferrazzi). Nel Pdl, invece, gli ultimi dubbi verranno risolti nel vertice a tre Maroni-MantovaniBerlusconi che dovrebbe esserci domani o al più tardi domenica. Detto di Mario Melazzini, gli altri nomi dovrebbero essere quelli di Mario Mantovani alla Sanità, Valentina Aprea all’Istruzione, il gelminiano Alberto Cavalli al Commercio e Turismo, Maurizio Del Tenno (l’assessore “romano” voluto da Denis Verdini) alle Infrastrutture, Paola Ferrari alla Cultura e Viviana Beccalossi (in quota per Fratelli d’Italia) che si occuperà di Expo e Territorio. Infine buone nuove per la proclama- Confermata la presenza di Mario Melazzini nella squadra regionale del neopresidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Il nome del medico pavese era stato diffuso nella serata di mercoledì scorso, ma soltanto ieri è arrivato il sì definitivo. Il “Mela” così si fa chiamare, avrà le deleghe alle Attività produttive e alla Ricerca. [Fotogramma] zione del presidente e del consiglio che dovrebbe arrivare in contemporanea nella giornata di sabato. A questo punto pare probabile che Maroni si presenti per il cambio della guardia lunedì (dovrebbe esserci anche Formigoni per il “passaggio del campanello”) e che presenti la giunta già in quell’occasione o al più tardi il giorno successivo, martedì. Fatta la proclamazione scatteranno i dieci giorni per la convocazione del Consiglio Regionale: il primo utile però sarebbe il giovedì Santo. Facile dunque che la prima riunione dell’era Maroni venga convocata subito dopo Pasqua. Da lì in poi inizierà per la Lega la madre di tutte le battaglie, che dovrebbe condurre alla formazione della Macroregione del Nord. Ci hanno messo quasi tre anni, ma alla fine sono arrivati. Parliamo dei soldi per il risarcimento dei danni causati dalle alluvioni che hanno colpito la Lombardia nel 2010. A ricevere il contributo del Fondo di solidarietà nazionale sono i Comuni di Val di Nizza e Montecalvo Versiggia, in provincia di Pavia; i Comuni di Curiglia Monteviasco e Dumenza, in provincia di Varese; i Consorzi di Bonifica Dugali Naviglio Adda Serio e Naviglio della Città, per la provincia di Cremona; i Consorzi di bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po e Territori del Mincio, per la provincia di Mantova; il Consorzio di Bonifica Muzza Bassa Lodigiana per le province di Milano e Lodi. «In totale - ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Elias - si tratta di 1.770.000 euro che la Regione erogherà come indennizzo alle infrastrutture viarie a servizio dell’agricoltura e alle opere di bonifica e irrigazione che sono state danneggiate dalle intense e prolungate precipitazioni che hanno interessato la nostra regione nell’anno 2010. Rispetto alle numerose segnalazioni di danni pervenute alle province, questi fondi ci permettono tuttavia di intervenire solo sui casi in cui sussistono condizioni di urgenza». Ossigeno puro per una Regione che sta risentendo della crisi mondiale, come dimostrano tutti gli indicatori economici. Castellano capogruppo Lista Civica Ambrosoli stuzzica Bobo: pensare subito a chi è senza lavoro Umberto Ambrosoli fa capolino su Facebook e lancia l’agenda per la Lombardia, prima dell’insediamento della giunta Maroni. «Ci sono delle urgenze che non possono aspettare i tempi della formazione della giunta Maroni. Sono le urgenze che patiscono i cittadini lombardi: quelli che hanno perso il lavoro e che vedono la scadenza di provvedimenti come la cassa integrazione in deroga che incombe sulle loro famiglie». Come in campagna elettorale, l’avvocato spinge sul tema della crisi e del lavoro. Ma intanto manda avanti anche le pratiche burocratiche per dare forza alla sua formazione, la lista Civica per Ambrosoli. Lucia Castellano, ex assessore alla Casa della giunta Pisapia e prima eletta in termini di preferenze della lista civica dell’avvocato, sarà il capogruppo della Lista Ambrosoli in consiglio regionale. Lo hacomunicato lo stesso Ambrosoli, che ieri ha riunito la coalizione di centrosinistra. Castellano, ha spiegato, «è una delle consigliere che ha avuto il maggior numero di preferenze in Regione, è una donna con una straordinaria esperienza anche come assessore Umberto Ambrosoli e la nuova capogruppo Castellano Fotogramma alla Casa e al Demanio nel Comune di Milano, è molto sensibile verso le tematiche sociali e sarà perfettamente in grado di guidare il gruppo Con Ambrosoli Presidente per la migliore azione di opposizione». Poi Ambrosoli è tornato a parlare dei temi caldi che gli stanno a cuore: lavoro, crisi, imprese. «Ci sono anche le imprese, le quali si trovano in enorme difficoltà. Per questi due mondi abbiamo presentato delle proposte concrete e finanziabili. Perciò propo- niamo di sostenere con il reddito di autonomia le esigenze dei cittadini che si trovano senza lavoro; e anche di ridurre l’IRAP alle imprese, subito in questo momento di particolare difficoltà, e in un percorso virtuoso di contrasto all'evasione fiscale. Ecco perché vogliamo fare subito delle proposte concrete a chi si appresta a governare la nostra regione. Per farlo, senza perdere neanche un giorno di tempo, abbiamo convocato la riunione di tutti i consiglieri eletti nella coa- lizione di centrosinistra e assieme discuteremo come essere particolarmente efficaci e propositivi nella attività di opposizione». Intanto la lista civica Ambrosoli, secondo quando ha scritto il Giornale due giorni fa, rischia di perdere uno dei 4 seggi seggi per un ricorso dei compagni di coalizione di Sel. Come ha spiegato la leader lombarda del movimento vendoliano, Chiara Cremonesi «per appellarci dobbiamo attendere la proclamazione degli eletti, che non è ancora avvenuta, ma stiamo valutando, secondo i legali ci sarebbero almeno due elementi per farlo». Uno più tecnico (sulla ripartizione dei «resti») potrebbe costare un seggio al Pd. Il secondo: se Ambrosoli che ha diritto a un seggio come più votato tra i presidenti sconfitti, la verità è che «potrebbe essere già rappresentato in aula dalla sua lista», quindi se lui ha deciso di rimanere a fare opposizione costruttiva al neogovernatore Roberto Maroni, potrebbe farlo togliendo uno dei 4 seggi assegnati alla sua lista civica (uscirebbe l’ultimo degli eletti). M.RAV. 42 Venerdì 15 marzo 2013 CRONACA Venerdì 15 marzo 2013 43 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Senza auto dalle 9 alle 18 CINQUE IN MANETTE Domeniche a piedi Anche Sesto molla il compagno Giuliano Sinti travestiti da poliziotti truffano anziani Solo cinque Comuni seguono la giunta arancione L’assessore Bisconti: «Se piove mettetevi la mantellina» ::: ALVISE LOSI Sempre più isolata la giunta di centrosinistra nella sua battaglia per l’aria pulita a Milano. Alla prima DomenicAspasso organizzata più di un anno fa erano più di venti i Comuni dell’hinterland che avevano aderito. Dopodomani, oltre al capoluogo, solo Cormano si accoderà. Persino nella rossa e amica Sesto San Giovanni le automobili viaggeranno per tutta la giornata. Un abbandono dettato da tanti motivi, non ultimo forse la necessità di un piano regionale per ridurre lo smog in tutta la pianura, perché Milano da sola non può farcela. Ma l’amministrazione di Giuliano Pisapia ha deciso di andare avanti anche da sola. «Nessuna polemica, ma per il fine settimana le previsioni del tempo sono pessime», ha spiegato il sindaco sestese Monica Chittò. Ma il brutto tempo non ha fermato la macchina arancione, che ha invece confermato tutte le iniziative in programma. Nonostante neve e pioggia rischino di metterne (più che) in dubbio una buona parte. Come già in passato, i musei civici, le piscine e il servizio ::: IL METEO PIOGGIA E FREDDO Nemmeno il meteo sta dalla parte del sindaco. Per la prima “Domenica a spasso”, infatti, si prevede pioggia e freddo pungente. In ogni caso sarà vietato alle auto e alle moto di circolare dalla 10 alle 18. Via libera soltanto per Per le vie della città potranno circolare, oltre ai mezzi in deroga, soltanto i veicoli elettrici. BIKE SHARING Andare in giro con una bicicletta del Comune di Milano sarà gratuito, con l’abbonamento giornaliero che viene rimborsato. Sarà anche possibile pagare un solo biglietto Atm da 1,50 euro e potersi muovere liberamente per tutto il giorno. COMUNI Il divieto di circolazione sarà valido a Milano e a Cormano. Le altre domeniche a piedi sono previste per il 7 aprile, il 12 maggio, il 9 giugno, il 14 luglio, l’8 settembre, il 13 ottobre e il 17 novembre. DIVIETO D’ACCESSO Domenica la città sarà a misura di pedone, ma anche a misura di bambino. Per i più piccoli, infatti, Palazzo Marino si trasformerà in Palazzo bambino grazie ai laboratori e alle animazioni previste nel cortile d’Onore del Comune. Da qui, sempre per i più piccoli, partiranno anche i percorsi del “Tram delle sorprese”. Al Museo di storia naturale, invece, sarà possibile imparare a creare un piccolo orto urbano da rifare sul balcone o sul terrazzo. Fotogramma BikeMi saranno gratuiti. E il biglietto Atm sarà valido per l’intera giornata anche sulla rete extraurbana, perché i comuni che non hanno aderito al blocco del traffico, hanno comunque voluto dare un segno di continuità all’idea nata ormai da un anno e mezzo. Lo stop ad automobili e motorini sarà in vigore dalle 10 alle 18. Deroghe previste per auto elettriche, taxi, car sharing e veicoli muniti di contrassegno di disabilità. Per chi avrà voglia di uscire di casa nonostante il brutto tempo, molte le iniziative preparate. La più importante all’Arena civica, dove riaprirà dopo il restauro finanziato dal Fai la Sala Appiani. «È un altro regalo alla città e invito tutti a venirla a vedere», il commento dell’assessora allo Sport Chiara Bisconti. E se piove? «Ci si metterà la mantellina». Per i più piccoli invece spazio aperto a Palazzo Marino, che per l’occasione diventerà “Palazzo Bambino”. Mentre al Museo di storia naturale sarà possibile imparare a creare un orto urbano da balcone o terrazzo. Un po’ di preoccupazione forse per i tifosi del Milan, che domenica pomeriggio ospita il Palermo a San Siro. Per loro resteranno aperti i collegamenti stradali tra lo stadio e i raccordi delle tangenziali esterne (via Diomede e via Novara). Molte altre le possibilità, anche se saranno probabilmente funestate dalla pioggia che cadrà su questa prima di otto domeniche del 2013. Venivano in trasferta da Torino a Milano solo per truffare gli anziani del capoluogo. Una banda di cinque sinti composta da due uomini e tre donne, ha messo a segno in meno di un anno sessanta colpi ai danni di altrettanti pensionati, tutti tratti in inganno dal fatto che si presentavano come agenti di polizia. Gli episodi risalgono al 2011, mentre gli arresti dei cinque – di età compresa tra 27 e 44 anni, tutti imparentati tra loro e provenienti da campi nomadi di Torino – sono del luglio dello stesso anno. Nell’ottobre del 2012, invece, i giudici del Tribunale di Milano li hanno condannati in primo grado per associazione a delinquere, con pene fra i due anni e 4 mesi e gli 8 anni e due mesi di reclusione e provvisionali dai 20mila ai 60mila euro. Quest’ultimo dato è tutt’altro che secondario, visto che agli anziani truffati andranno risarcimenti per circa 150mila euro. Il copione era sempre lo stesso. Si presentavano come poliziotti mostrando finti tesserini e dopo aver guadagnato la fiducia delle vittime, chiedevano loro di spegnere i cellulari “per non pregiudicare le loro presunte indagini”. Poi convincevano i malcapitati a farsi consegnaredenaro (cheprelevavano con loro presso gli istituti bancari) e preziosi, che poi rivendevano a un ricettatore di Torino. S. GAR. 44 MILANO E LOMBARDIA Venerdì 15 marzo 2013 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Mercati TuttoMilano Oggi ■ BENACO - Via Benaco - zona 4 ■ BONOLA - Via Cechov - zona 8 ■ CANALETTO - Via Canaletto - zona 3 ■ CATONE - Via Catone - zona 9 ■ CITTADINI-ARSIA - V. Cittadini - zona 8 ■ CREMA - Via Crema - zona 5 ■ CURIEL - Via Curiel - zona 6 ■ DEI GUARNIERI - Via Dei Guarnieri - zona 5 ■ FRATELLI DI DIO - Via F. di Dio - zona 7 ■ GRATOSOGLIO NORD - Via Baroni - zona 5 ■ MARCO AURELIO - Via M. Aurelio - zona 2 ■ NEERA - Via Neera - zona 5 ■ PAGANO - Largo V Alpini - zona 1 ■ PISTOIA - Via Pistoia - zona 7 ■ STRESA - Via Stresa - zona 2 Domani ■ ARCANGELI - Via Arcangeli - zona 7 ■ ARDISSONE - Via Ardissone - zona 8 ■ ASMARA - Via Asmara - zona 9 ■ BENEDETTO M. - Via Benedetto M. - zona 3 ■ BORDIGHERA - Via Bordighera - zona 5 ■ CICCOTTI - Via Ciccotti - zona 9 ■ DARSENA - Zona Darsena - zona 1 ::: le lettere ■ DELLA RONDINE - Via Rondine - zona 6 ■ FALCK - Via Falck - zona 8 ■ FAUCHE’ - Via Fauchè - zona 8 ■ GARIGLIANO - Piazzale Minniti - zona 9 ■ MARTESANA - Piazzale Martesana - zona 2 ■ OGLIO - Largo Oglio - zona 4 ■ OLMI - Via degli Ulivi - zona 7 ■ OSOPPO - Via Osoppo - zona 7 ■ PAPINIANO - Piazza S. Agostino - zona 1 ■ P. NUOVA - Bastioni di P.ta Nuova - zona 1 ■ ROGOREDO - Via Rogoredo - zona 4 ■ TABACCHI - Via Tabacchi - zona 5 ■ TRASIMENO - Via Trasimeno - zona 2 ■ V. PERONI - Via Pascal - zona 3 Chiusura al traffico: Piazzale Lorenzo Lotto: strada chiusa al traffico causa lavori tra Via Monte Bianco e Viale Paolo Onorato Vigliani. La durata del provvedimento è correlata all'esito delle indagini del sottosuolo (da 15 a 60 giorni). Via Giovanni Battista Fauché: senso unico di marcia causa lavori tra Via Privata Chieti e Via Lodovico Castelvetro in direzione Via Lodovico Castelvetro. Via Luciano Zuccoli: strada chiusa al traffico causa lavori di manutenzione tra Via Ferrante Aporti e Via Giovanni Battista Sammartini Sottopasso - Termine lavori previsto: 8 maggio 2013. Via Cardinale Federico: strada chiusa al traffico causa lavori tra Via delle Asole e Piazza Pio XI - pedonalizzazione di piazza Pio XI. Traffico difficoltoso in: Viale Monte Ceneri: difficoltà di circolazione tra Via Bartolini e Via Mac Mahon per Le lettere via e-mail vanno inviate a: [email protected] sottolineando nell’oggetto: “lettere a LiberoMilano”. Via posta vanno indirizzate a: LiberoMilano - viale L. Majno 42 - 20129 Milano; via fax al n. 02.999.66.227. Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi. MEZZI PUBBLICI Ripareranno le scale mobili È arrivata finalmente la notizia che tutti noi fruitori dei mezzi pubblici milanesi aspettavamo. Pare infatti che Atm abbia finalmente varato una sorta di «road map» per le scale mobili guaste, dopo che sono stati stanziati 5 milioni di euro e che, soprattutto, il Tar ha finalmente sbloccato la situazione rigettando il ricorso di una società che aveva partecipato alla gara d'appalto per la sostituzione delle scale. Sembrano quindi risolte, incrociando le dita, anche le questioni di competenza delle riparazioni che si rimpallavano tra Atm e il Comune di Milano senza mai arrivare a una soluzione. Sugli ascensori invece, ancora nessuna novità sui tempi di riparazione. Marzia Tonelli e.mail DECORO URBANO / 1 Il Comune cancelli i graffiti Bologna cancella tutti i tag dai muri della città. Questione di decoro urbano, un biglietto da visita essenziale. Sembra invece che a Milano a nessuno interessi della pulizia della città. A loro basta, ogni tanto, cancellare gli imbrattamenti dai quattro o cinque monumenti che abbiamo così loro si sentono giustificati per avere ripulito la città per Expo 2015. Per le case private è colpa dei cittadini che non puliscono, mica loro. Ma i cittadini nemmeno pensano più a pulire, semplicemente perché tanto i vandali non vengono mai fermati, e risporcano immediatamente. Eppure in Comune esiste un Nucleo Decoro Urbano con ben 20 agenti e un ufficiale. Ma perché non intervengono? Carlo Sozzi e.mail DECORO URBANO / 2 Commenta anche su Fb e su Twitter @liberomilano Amsa e la pulizia stradale Incrocio sempre più spesso i mezzi Amsa che puliscono le strade con il servizio di spazzamento globale. Mi domando, tuttavia, quanto dell’acqua spruzzata possa pulire lo sporco a terra. Silvia Paroni e.mail Farmacie Lavori di manutenzione del cavalcavia. Termine lavori: 15 aprile 2013. Corso XXII Marzo: possibili rallentamenti causa lavori di manutenzione tra L.go Marinai d'Italia e Piazza V Giornate. Termine lavori: 15 Settembre 2015. Viale Piceno: restringimento di carreggiata tra P.le Dateo e Piazza Emilia. Via Cavriana: è stata disposta a senso unico di marcia da via Tucidide a via Gatto per lavori cantiere Metro 5. Termine lavori: 30 aprile 2015. Via Adolfo Consolini: strada chiusa al traffico causa lavori di manutenzione tra Via Torrazza e Via Bolla Rifacimento fognatura. Termine lavori previsto 26 aprile 2013. Via Bolla: strada chiusa al traffico causa lavori di manutenzione tra Via Adolfo Consolini e Via Gallarate - Rifacimento fognatura. Termine lavori previsto 26 aprile 2013. Turno diurno (dalle ore 8,30 alle ore 21,00) ■ CENTRO v. De Amicis, 51; v. Bigli, 28; v. Cordusio, 2; c.so Garibaldi 83/85. NORD p.za Gasparri, 9; v. Arnaldo da Brescia, 1; v. Schiapparelli, 4; v.le Suzzani, 155; v. Lessona, 55. ■ SUD v. Crema, 17; v. Scheiwiller, 2; v. Boifava, 31/b; v. Rimini, 29.■ EST l.go Murani, 2; c.so Buenos Aires, 55; v. Petrocchi, 21; v Ampere, 87; v. Castelmorrone,6; p.za della Repubblica, 32; p.zza Costantino, 1; v. Monte Suello, 1; v. Sulmona, 23; v.le Umbria, 109. ■ OVEST v. dei Fiordalisi, 2; v. delle Forze Armate, 44; v. Altamura, 20; v. Cherubini, 2; p.za Vesuvio, 14; v. delle Ande, 5; v. Serra, 52; v. Lomazzo, 44. Turno notturno (dalle ore 21 alle ore 8,30) v. Boccaccio, 26; p.za Cinque Giornate, 6; c.so Magenta, 96; p.za Clotilde, 1; Ripa di Porta Ticinese, 33; C.so P.ta Ticinese, 50 v.le Zara, 38; v. Stradivari, 1; v.le Lucania, 10; c.so S. Gottardo, 1; v. Buonarroti, 5; v. Canonica, 32; v.le Ranzoni, 2. p.le Stazione Porta Genova 5/3 ang. via Vigevano 45. Aperte 24h: p.za Duomo, 21; Stazione Centrale (Gall. Delle partenze); Stazione Garibaldi (P.za S, Freud); v. R. Di Lauria, 22; v.le Testi, 90; ::: appuntamenti Scatti di Milano «Ludica» ritorna in mostra al Bobino a Rho Fiera ARTE Se provassimo a chiedere ad un russo, o ad un americano o ad un cinese, quale sia il simbolo della città di Milano, probabilmente tutti e tre risponderebbero il Duomo. Qualche variante sul tema potrebbe essere il Castello. Magari qualcuno potrebbe spingersi più in là e citare il Cenacolo con Santa Maria delle Grazie. Tolti questi tre, magnifici ed unici luoghi, il silenzio. Ma è proprio così? No, nel modo più assoluto. Per questo motivo, Milano da Vedere, organizza «Milano in mostra»: una serata dedicata a raccontare, tramite fotografie, quale potrebbe essere un altro simbolo della città. Chiunque lo voglia può inviare il suo scatto che verrà messo in mostra presso il Bobino Club. Una serata in cui le foto racconteranno luoghi di Milano che saranno così meno sconosciuti. BAMBINI Nintendo, leader mondiale nella creazione e nello sviluppo di intrattenimento interattivo, è presente a Ludica Milano festival italiano del gioco e del videogioco, che si svolgerà da oggi al 17 marzo presso Fiera Milano di Rho. L’area Nintendo sarà dedicata ad esclusive anteprime per le sue console Wii U e Nintendo 3DS, oltre che ai titoli più noti, portando il meglio del divertimento della grande N. Tantissime le attività che si svolgeranno all'interno dello stand Nintendo. All’interno dello stand sarà presente anche un’area dedicata al “3DS Challenge” torneo nazionale che coinvolgerà i giocatori in divertenti e stimolanti sfide a Mario Kart 7 e a Pokémon Versione Bianca e Nera 2. I vincitori potranno partecipare alla finalissima che si svolgerà a GamesWeek 2013. Fiera del Libro in piazza Portello INCONTRI Un piacevole weekend culturale per grandi e bambini: piazza Portello ospita la «Fiera del Libro», un’opportunità per gli amanti della lettura e del tempo libero. La fiera del libro è un ciclo d’incontri con alcuni autori italiani che trasformeranno il cuore di Piazza Portello in un salotto culturale. Un ricco calendario di appuntamenti, che spaziano dalla narrativa per adulti e ragazzi, alle proposte culinarie. La “Fiera del Libro in Piazza Portello” termina sabato 16 marzo con l’ultimo degli appuntamenti previsti per il ciclo d’incontri con l’autore: dopo venti romanzi e tre milioni di copie vendute, finalmente Andrea Vitali presenta il suo primo racconto autobiografico: «Le Tre Minestre», un racconto che rievoca, tra nostalgia e ironia, i sapori dell’infanzia. ______________________ ______________________ ______________________ 19 marzo, dalle ore 19, Bobino Club. Ingresso Gratuito Fino al 17 marzo, Fiera Milano Rho. Ingresso 12 euro 16 marzo, dalle ore 17, piazza Portello. Ingresso Libero dal lunedì al sabato orario: 9.00 - 13.00 / 14.30 - 19.30 crea la tua parure!!! la collana - l’anello il bracciale - la spilla la bomboniera e...e...e... poi parliamone ti aspettiamo!!! LOMBARDIA Venerdì 15 marzo 2013 45 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Delitto di Garlasco Pedopornografia Stasi condannato a un mese di carcere ::: FILIPPO CAVAZZA . SACRI Tra gli oggetti anche un frammento del cilicio di San Carlo Borromeo. Ftg Recuperati 57 pezzi sacri Le reliquie tornano in chiesa In un diario sopralluoghi e furti Indagati il ladro brianzolo e un antiquario che rivendeva gli oggetti acquistati all’asta ::: SALVATORE GARZILLO Il suo mestiere era diventato rubare reliquie in giro per la Lombardia. In sei mesi di attività, dal luglio 2012 al gennaio di quest’anno, un disoccupato brianzolo di 30 anni è riuscito a raccogliere ben 57 pezzi per un valore di circa 30mila euro. Pezzi piccoli e facilmente smerciabili come ostensori, putti, quadretti, ma anche ex voto e reliquie di grande valore spirituale come quelle appartenenti a Sant’Agostino e Sant’Ambrogio, o il frammento del cilicio di San Carlo Borromeo. I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Mon- za, diretti dal capitano Andrea Ilari, hanno scoperto che tutto il materiale era poi rivenduto su eBay a prezzi che si aggiravano tra i 150 e i 200 euro. Per questo hanno indagato per furto aggravato il 30enne, M.P., e per ricettazione il suo unico acquirente, un antiquario di 60 anni di Pescia (in provincia di Lucca), che a sua volta rimetteva gli oggetti in vendita sul mercato telematico al triplo del prezzo. L’indagine, che non a caso è stata chiamata “Reliquia”, è durata un paio di mesi ma è iniziata a seguito dell’aumento dei furti nelle chiese lombarde registrato a luglio. I militari del Nucleo hanno quindi iniziato a monitorare le aste online, riuscendo a individuare il venditore attraverso la foto in bianco e nero di un oggetto trafugato. A quel punto il lavoro è stato in discesa, al punto che a fine gennaio i carabinieri hanno bloccato il brianzolo nei pressi della Stazione Centrale mentre si recava – con una valigia carica di reliquie - a un appuntamento col suo acquirente preferito che aveva fatto tanti chilometri per ritirare la merce. Le chiese dove è stata accertata la “visita” del 30enne sono tredici – sparse nelle province di Lecco, Monza e Brianza, Lodi, Cremona, Milano e Bergamo - ma secondo gli investi- gatori potrebbero essere almeno il doppio. Il comandante Ilari ha spiegato che il mercato in questione è «squisitamente amatoriale, da appassionati, non da investimento, soprattutto perché le reliquie sono inalienabili e tracciabili, registrate dalle Diocesi, anche per la loro autenticità». La cosa singolare è che il ladro teneva un diario su cui annotava i colpi con grande dovizia di particolari, segnando addirittura la data dei sopralluoghi nelle chiese derubate, aggiungendo disegni, note personali e voti alla sua prestazione alla fine del lavoro: “Benissimo”, “molto bene”, “ok”. La corte di appello di Milano ha confermato la condanna a 30 giorni di carcere ad Alberto Stasi per possesso di materiale pedopornografico. Il giovane bocconiano di Garlasco, fidanzato di Chiara Poggi, non finirà tuttavia dietro le sbarre. La pena è stata infatti convertita in una multa di 2.540 euro. Stasi era già stato riconosciuto colpevole in primo grado dal tribunale di Vigevano. Assoluzione, invece, per l’accusa di divulgazione dello stesso materiale hard. I giudici di primo e secondo grado, dunque, hanno condannato Alberto Stasi per aver ritrovato sul suo computer portatile 17 frammenti di un filmino di natura pedopornografica. All’inizio delle indagini, dopo il sequestro e l’esame del computer da parte delle forze dell’ordine, i filmati contestati erano 60. Il tribunale milanese ha anche confermato l'interdizione per Stasi da qualsiasi incarico in strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori. I legali del giovane, guidati dal professore Angelo Giarda, hanno però annunciato che presenteranno ricorso in Cassazione contro la sentenza. Per Alberto Stasi le prove non finiscono qui. Il 5 aprile prossimo dovrà presentarsi davanti alla corte di Cassazione per l’ultimo grado di giudizio sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Per l’assassinio di Chiara, Alberto è già stato assolto in primo e secondo grado, ma sia la procura generale, rappresentata da Laura Barbaini, sia i legali di parte civile della famiglia Poggi, vorrebbero ribaltare il verdetto in Cassazione. Secondo l’accusa, proprio la scoperta di materiale hard sul pc da parte di Chiara sarebbe stata la causa scatenata della violenza omicida di Stasi. Sull’ ultimo grado di giudizio i difensori di Alberto stanno preparando una lunghissima memoria (almeno 250 pagine) con la quale chiedono l'inammissibilità dei ricorsi presentati dalla procura di Milano, sostenendo che in molti passaggi gli stessi ricorsi non abbiano alcuna attinenza con l’oggetto della sentenza di secondo grado. 46 Venerdì 15 marzo 2013 47 Venerdì 15 marzo 2013 :::LOMBARDIA MILANO 14.40-16.35-18.30-20.30-22.30 15.30-17.50-20.15-22.30 15.30-17.50-20.15-22.30 14.50-16.45-18.40-20.35-22.30 GALL. 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PENNATI 10 - TEL. 039324272 Educazione siberiana Amiche da morire Il figlio dell’altra 17.30-20.00 15.30-22.30 15.30-17.50-20.10-22.30 MONZA MULTISALA METROPOL VIA CAVALLOTTI 124 - TEL. 039740128 Il grande e potente Oz 3D Buongiorno papa’ Ci vuole un gran fisico MONZA 15.00-17.30-20.00-22.30 15.30-17.50-20.30-22.30 15.30-17.50-20.30-22.30 MULTISALA TEODOLINDA VIA CORTELONGA 4 - TEL. 039323788 Il lato positivo La scelta di Barbara 15.00-17.30-20.00-22.30 15.30-17.50-20.10-22.30 MONZA TRIANTE VIA DUCA D`AOSTA, 8 - TEL. 039748081 Moonrise Kingdom - Una fuga d’amore PADERNO DUGNANO La cuoca del Presidente Il figlio dell’altra 15.15-21.30 15.00-21.15 PADERNO DUGNANO LE GIRAFFE VIA BRASILE, 4 - TEL. 0291084250 Il grande e potente Oz 3D Amiche da morire Dead Man Down La frode Educazione siberiana Ci vuole un gran fisico Buongiorno papa’ Il principe abusivo Upside Down Spring Breakers Lincoln Il lato positivo Il grande e potente Oz Sinister Il grande e potente Oz PIOLTELLO 21.15 AREA METROPOLIS VIA OSLAVIA, 8 - TEL. 029189181 17.30-20.10-22.45 17.30-20.30-22.40 17.50-20.20-22.50 17.40-20.00-22.15 17.00-19.00-21.00 17.30-20.30-22.30 17.50-20.20-22.40 17.30-20.30-22.40 18.40-20.40-22.40 17.40-20.15 22.15 18.20-21.00 17.00 19.30-21.30 18.30-21.15 UCI CINEMAS PIOLTELLO VIA SAN FRANCESCO, 33 - TEL. 892960 Spring Breakers Educazione siberiana La frode Il grande e potente Oz 3D Buongiorno papa’ Il grande e potente Oz Ci vuole un gran fisico Buongiorno papa’ Il grande e potente Oz Il lato positivo Il principe abusivo Sinister Dead Man Down Upside Down ROZZANO 18.10-20.25-22.40 17.05-19.40-22.15 17.30-20.00-22.30 18.30-21.30 20.00-22.30 17.00 17.30-19.50-22.10 17.00 19.30-22.30 17.00-19.45-22.35 17.10-19.45-22.20 17.15-19.50-22.25 17.10-19.50-22.30 17.15-19.45-22.15 THE SPACE CINEMA ROZZANO C.SO PERTINI, 20 - TEL. 892111 Il grande e potente Oz 3D Dead Man Down Il grande e potente Oz Non aprite quella porta 3D Amiche da morire Educazione siberiana Buongiorno papa’ Ci vuole un gran fisico Sinister Argo Spring Breakers Pinocchio Upside Down Il lato positivo La frode Buongiorno papa’ Il principe abusivo SAN GIULIANO MILANESE 15.30-18.30-21.30 14.30-17.10-19.50-22.30 14.30-17.30 20.30-22.45 14.40-17.35-20.05-22.30 15.10-17.40-20.10-22.40 14.30-20.00 17.15-22.40 14.50-17.30-20.05-22.40 14.50-19.50 17.35-22.35 15.00 17.15-19.50-22.20 16.00-19.00-22.00 15.00-17.35-20.00-22.35 16.00-19.00-22.00 14.45-17.25-20.00-22.30 MOVIE PLANET TEL. 02 98245409 - 899 552578 (PREN.) 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LONGUELO - TEL. 035251339 Il figlio dell’altra La cuoca del Presidente 20.30-22.30 20.30-22.30 DEL BORGO Il lato positivo 15.10-17.40-20.10-22.40 Il grande e potente Oz 3D 16.20-19.00-21.35 Spring Breakers 14.35-16.35-18.35-20.35-22.35 Il grande e potente Oz 14.40-17.20-20.00-22.40 Upside Down 15.00-20.20 Il principe abusivo 17.10-22.35 Pinocchio 14.30 Educazione siberiana 15.00-17.10-20.20-22.30 Buongiorno papa’ 15.20-17.40-20.20-22.40 Amiche da morire 15.30-17.40-20.20-22.30 Sinister 15.00-17.15-20.20-22.35 PICCOLO CINEMA PARADISO VIA FRANCESCO LANA, 15 - TEL. 030280010 E Johnny prese il fucile Il giardino delle delizie SOCIALE VIA CAVALLOTTI, 20 - TEL. 03041140 La frode Il grande e potente Oz 21.00 MULTISALA SAN MARCO Bergamo Film Meeting 15.00-17.00-18.00-20.30-21.30-22.30 Buongiorno papa’ 20.30 La scelta di Barbara 22.30 STUDIO CAPITOL VIA TASSO, 41 - TEL. 035248330 Educazione siberiana Il lato positivo Anna Karenina 20.15-22.30 20.00-22.30 20.00-22.30 CORTENUOVA CINESTAR MULTIPLEX CORTENUOVA VIA TRIESTE, 15 - TEL. 0363992244 Ci vuole un gran fisico Sinister Buongiorno papa’ Amiche da morire Educazione siberiana Dead Man Down La frode Il grande e potente Oz 20.25 22.40 20.15-22.35 20.25-22.25 20.20-22.40 20.15-22.35 20.35-22.40 20.10-22.40 CURNO UCI CINEMAS CURNO VIA LEGA LOMBARDA, 39 - TEL. 892960 Spring Breakers Il grande e potente Oz 3D Educazione siberiana Sinister Dead Man Down Buongiorno papa’ Spring Breakers Il grande e potente Oz 3D La frode Il lato positivo Il grande e potente Oz Upside Down 20.05 17.00-22.20 17.10-19.50-22.20 17.30-20.00-22.30 17.30-20.10-22.45 17.15-19.50-22.30 17.00-22.45 19.40 17.40-20.10-22.35 17.10-19.50-22.30 17.10 20.15-22.40 ROMANO DI LOMBARDIA MULTISALA IL BORGO STRADA STATALE 498 - TEL. 0363688012 - 3928258116 Il grande e potente Oz Vita di Pi Spring Breakers La frode Buongiorno papa’ Educazione siberiana Ci vuole un gran fisico 18.30-21.15-23.30 18.30 21.15-23.00 18.30-21.15-23.05 18.30-21.15-23.05 18.30 21.15-23.00 TREVIGLIO VIALE MONTEGRAPPA - TEL. 0363419503 ARISTON MULTISALA Viva la liberta’ Educazione siberiana Il grande e potente Oz Il grande e potente Oz 3D Buongiorno papa’ Il lato positivo Ci vuole un gran fisico Sinister BRESCIA 17.50-20.10 22.20 17.30-20.00 18.30-21.40 17.30-20.10-22.30 17.40-20.00-22.20 17.40-20.20-22.30 17.30-22.30 MORETTO Il grande e potente Oz Buongiorno papa’ Educazione siberiana Ci vuole un gran fisico 20.15-22.30 20.15-22.30 20.15 22.30 CORTE FRANCA MULTIPLEX NEXUS VIA ROMA 78 - TEL. 030986060 La frode Dead Man Down Sinister Il grande e potente Oz 3D Il lato positivo Educazione siberiana Buongiorno papa’ Ci vuole un gran fisico 21.00 20.40 21.00 20.20 20.30 21.10 20.50 21.20 La cuoca del Presidente 20.30-22.30 MULTISALA WIZ 15.10-17.40-20.10-22.40 17.35-22.35 15.30-20.30 14.40-17.20-20.00-22.40 15.20-17.45-20.10-22.35 14.35-16.35-18.35-20.35-22.35 14.45-17.20-20.00-22.35 MULTIPLEX PORTE FRANCHE VIA ROVATO 44 - TEL. 0307717644 Buongiorno papa’ La frode Dead Man Down Sinister Il grande e potente Oz 3D Spring Breakers Il grande e potente Oz Ci vuole un gran fisico Amiche da morire 17.40-20.20-22.40 17.20-22.20 17.00-20.00-22.40 22.50 17.30-20.10 20.20 17.10-19.50-22.30 17.50-22.20 20.00 LONATO MULTISALA KING VIA FORNACE DEI GORGHI - TEL. 0309913670 Buongiorno papa’ Ci vuole un gran fisico Il lato positivo Upside Down Educazione siberiana Il grande e potente Oz 3D 20.20-22.40 20.30-22.40 20.05-22.45 20.10 22.30 20.00-22.45 ORZINUOVI STARPLEX ORZINUOVI VIA LOMBARDIA 26/28 - TEL. 030943605 Il grande e potente Oz La frode Educazione siberiana Spring Breakers Buongiorno papa’ Dead Man Down Sinister Amiche da morire 20.10-22.40 20.25-22.35 20.20 22.40 20.15-22.35 20.15-22.35 20.30-22.40 20.35-22.35 COMO ASTRA Anna Karenina 21.00 GLORIA Viva la liberta’ CANTU’ 15,30-21,00 CINELANDIA MULT. CANTU’ 2000 CORSO EUROPA 23 - TEL. 031710039 Ci vuole un gran fisico Buongiorno papa’ Educazione siberiana 20.20-22.30 20.00-22.30 20.15-22.30 CANTU’ LUX VIA MANZONI, 8 - TEL. 031714759 Il grande e potente Oz 3D MONTANO LUCINO VIA VARESINA - TEL. 892960 Noi siamo infinito 17.00-20.40-22.30 VIA PRINCIPE AMEDEO, 20 - TEL. 0376328139 Il figlio dell’altra La frode Il lato positivo 17.15-22.40 20.10 20.10-22.30 17.15 17.10-19.50-22.35 17.20-20.00-22.40 17.15-19.50-22.20 17.15 19.30-22.30 17.25-20.00-22.30 17.25-20.00-22.40 18.30-21.30 17.15-19.50-22.25 20.00 17.20-22.30 20.15-22.30 20.15-22.30 20.00-22.30 CINECITY MULTIPLEX PIAZZALE CESARE BECCARIA 5 - TEL. 0376340740 Dead Man Down Sinister Buongiorno papa’ La frode Il grande e potente Oz 3D Il grande e potente Oz Ci vuole un gran fisico Educazione siberiana Il principe abusivo Upside Down 20.00-22.30 20.10-22.30 20.10-22.30 22.40 22.30 20.00 20.30 20.20-22.40 20.20 22.40 VIA BENZONI, 22 - TEL. 0376366233 18.30-20.30-22.30 CURTATONE STARPLEX CURTATONE VIA G. MONTANELLI, 31 - TEL. 0376348395 Il grande e potente Oz La frode Dead Man Down Il lato positivo Educazione siberiana Buongiorno papa’ Amiche da morire 20.00-22.30 20.05-22.25 20.10-22.35 20.05-22.30 20.20-22.35 20.00-22.20 20.45-22.45 PAVIA POLITEAMA C.SO CAVOUR, 18/20 - TEL. 0382530343 Il lato positivo 17.00-21.15 PARONA MOVIE PLANET STRADA PROV.LE PER LA CATTANEA, 106 - TEL. 0384296728 Buongiorno papa’ Il grande e potente Oz 3D Il grande e potente Oz Amiche da morire La frode Ci vuole un gran fisico Dead Man Down Il lato positivo 20.10-22.30 19.50-22.30 19.50 22.30 20.10-22.30 20.10-22.30 20.00-22.30 20.00-22.30 MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA THE SPACE MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA VIA MIRABELLA, 6 - TEL. 892111 Buongiorno papa’ Spring Breakers Sinister Dead Man Down Amiche da morire Upside Down La frode Educazione siberiana Il lato positivo Il grande e potente Oz 3D Ci vuole un gran fisico SAN MARTINO SICCOMARIO 19.45-22.25 19.50-22.25 19.45 22.25 19.45-22.25 19.45-22.25 SONDRIO EXCELSIOR VIA C. BATTISTI - TEL. 0342215368 La cuoca del Presidente 21.00 STARPLEX SONDRIO VIA VANONI, ANGOLO VIA TONALE - TEL. 0342214709 Il lato positivo La frode Il grande e potente Oz 3D Buongiorno papa’ 20.00-22.25 20.10-22.20 20.00-22.30 20.15-22.30 MORBEGNO CINEMA TEATRO IRIS VIALE AMBROSETTI 27 - TEL. 0342611711 Buongiorno papa’ 21.15 MORBEGNO CINEMA TEATRO PEDRETTI PIAZZA MATTEI 1 - TEL. 0342610161 Il grande e potente Oz 3D 21.15 MORBEGNO VIALE AMBROSETTI, 25 - TEL. 0342610161 VIA ANTICHE FORNACI 58 - TEL. 0372453005 VARESE Il figlio dell’altra 21.00 20.00-22.30 17.30 17.30-20.00-22.30 17.50-20.15-22.30 17.30-20.00 22.30 18.30-20.30 22.30 20.40 17.30-22.40 17.50-19.50—22.30 MULTISALA PORTA NOVA VIA INDIPENDENZA - TEL. 0373218411 Buongiorno papa’ La frode Sinister Il grande e potente Oz Il lato positivo 20.20-22.35 20.25-22.35 20.15-22.30 20.00-22.40 20.10-22.40 LECCO NUOVO MIGNON La frode Buongiorno papa’ 20.10-22.30 20.10-22.30 PALLADIUM VIA FIUMICELLA 12 - TEL. 0341361533 Il grande e potente Oz 21.00 LODI DEL VIALE Ci vuole un gran fisico FANFULLA V.LE PAVIA, 4 - TEL. 0371/30.740 Dead Man Down Anna Karenina NUOVO Il figlio dell’altra 18.30-21.00 MULTISALA IMPERO VIA BERNASCONI 13 - TEL. 0332284004 VIA CASTELLEONE, 108 - TEL. Dead Man Down Upside Down Il lato positivo Buongiorno papa’ La frode Sinister Ci vuole un gran fisico Educazione siberiana Amiche da morire Spring Breakers Il grande e potente Oz 3D CREMA 21.15 VIA DEI MILLE, 39 - TEL. 0332237325 P.ZZA FILODRAMMATICI, 1 - TEL. 0372411252 SPAZIOCINEMA CREMONA PO CINEMA 3 Amiche da morire 21.00 La cuoca del Presidente MOVIE PLANET Dead Man Down Ci vuole un gran fisico Il grande e potente Oz 3D Amiche da morire Buongiorno papa’ Il grande e potente Oz CREMONA FILO 17.20-19.50-22.20 20.15 17.45-22.25 16.50-19.30-22.10 19.50 17.25-22.15 17.50-20.10-22.30 17.40-20.00-22.20 16.55-19.35-22.15 16.50-19.40-22.30 17.40-19.55-22.10 CENTRO COMMERCIALE BENNET - TEL. 0382556030-0382556870 20.00-22.40 CINEMA CHAPLIN VIA SORBANELLA 12 - TEL. 0303507911 14.45-17.10-20.10-22.35 MANTOVA UCI MONTANO LUCINO Ci vuole un gran fisico Upside Down Spring Breakers Il grande e potente Oz 3D Il lato positivo Dead Man Down Educazione siberiana Spring Breakers Il grande e potente Oz 3D La frode Il principe abusivo Il grande e potente Oz Buongiorno papa’ Amiche da morire Sinister 20.05-22.40 20.10-22.40 20.00 22.40 20.15-22.40 20.15-22.45 20.20 22.30 ARISTON MULTISALA La scelta di Barbara ERBUSCO CINELANDIA MULTIPLEX PIEVE S.S. N 235 - TEL. 0371237012 Hungarian Rhapsody - Queen Live in Budapest 21.00 Il grande e potente Oz 20.00-22.30 Buongiorno papa’ 20.00-22.30 Il lato positivo 20.00-22.30 VIALE RIMEMBRANZE, 10 - TEL. 0371426028 VIA NINO BIXIO 9 - TEL. 0308379404 PIEVE FISSIRAGA 20.00-22.30 20.10-22.30 Il grande e potente Oz Buongiorno papa’ Il grande e potente Oz 3D La frode Sinister Dead Man Down Ci vuole un gran fisico Spring Breakers MIGNON V.LE COSTITUZIONE, 27 - TEL. 0341366331 C. COMM. FRECCIA ROSSA - TEL. 0302889211 CORSO ADDA 97 - TEL. 0371420017 Il grande e potente Oz 3D Amiche da morire DARFO BOARIO MULTISALA GARDEN MULTIVISION PIAZZA MEDAGLIE D`ORO 2 - TEL. 0364529101 VIA S. ALESSANDRO - TEL. 03048383 OZ IL REGNO DEL CINEMA MULTISALA GEMINI VIA VARESINA, 72 - TEL. 0314491080 P.LE REPUBBLICA 2 - TEL. 035240416 NUOVO EDEN 20.20-22.35 CAPRIOLO VIA PALAZZOLO - TEL. 0307460530 V.LE GIULIO CESARE, 3 - TEL. 031261234 PIAZZA S. ANNA 51 - TEL. 035270760 Il lato positivo Educazione siberiana Viva la liberta’ Il grande e potente Oz Argo Ci vuole un gran fisico Anna Karenina 20.00 22.00 MODERNO MULTISALA 21,15 21.15 Educazione siberiana La frode Il grande e potente Oz 3D Il lato positivo Buongiorno papa’ Ci vuole un gran fisico Spring Breakers Il principe abusivo Amiche da morire Upside Down Sinister 17.30-20.00-22.30 17.25-20.00-22.20 19.15-22.00 19.15-22.00 17.30-20.00-22.30 20.10 17.50-22.30 17.30-20.00-22.30 20.00 17.30-22.30 17.30-20.00-22.30 SALA FILMSTUDIO 90 VIA DE CRISTOFORIS 5 - TEL. 0332830053 La scelta di Barbara GALLARATE 21.00 CINELANDIA MULTIPLEX VIALE LOMBARDIA, 51 - TEL. 0331268017 Educazione siberiana Dead Man Down Il grande e potente Oz Buongiorno papa’ Il grande e potente Oz 3D Ci vuole un gran fisico Sinister Upside Down Il principe abusivo Il lato positivo TRADATE 22.35 20.15-22.45 20.05-22.40 20.10-22.40 20.00 20.20-22.40 20.15-22.40 20.10 22.30 20.10-22.40 STARPLEX TRADATE VIA DELLA FORNACE CORTELLEZZI - TEL. 0331814241 Educazione siberiana Il grande e potente Oz Sinister Dead Man Down La frode Buongiorno papa’ Amiche da morire Ci vuole un gran fisico 20.20-22.35 20.00-22.30 20.10-22.25 20.10-22.35 20.05-22.25 20.00-22.20 20.45 22.45 Venerdì 15 marzo 2013