- Catechista 2.0

Transcript

- Catechista 2.0
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Venerdì 15 marzo 2013
OPINIONI NUOVE Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
FONDATORE VITTORIO FELTRI
DIRETTORE MAURIZIO BELPIETRO
ANNO XLVIII NUMERO 63 EURO 1,20
TROPPE BUGIE SU FRANCESCO
CHI È DAVVERO
IL NUOVO PAPA
C’è chi lo accusa di complicità coi dittatori e chi lo arruola nella sinistra
Ma quella di Bergoglio è tutta un’altra storia: ve la raccontiamo
Subito il piccone: «Senza Gesù siamo una Ong. Attenti al diavolo»
L’uomo stupito:
il filo che lega
il Pontefice a Cl
di MAURIZIO BELPIETRO
Dalle 20 e 22 di mercoledì è tutta una gara a mettergli un’etichetta, a incasellarlo
nello schedario predefinito della lotta
politica e culturale italiana. Così, dopo
non aver azzeccato il nome del nuovo
papa, editorialisti e vaticanisti sui giornali nazionali non azzeccano neppure
chi sia davvero il nuovo pontefice. Per alcuni è il Papa nero, cioè il cardinale colluso con i militari della giunta golpista argentina dei generali Massera e Videla. E
per questo il Manifesto ieri titolava provocatoriamente che sua Santità “Non è
Francesco”, giocando con il titolo di una
vecchia e nota canzone di Lucio Battisti.
Per il quotidiano comunista (...)
Jorge Mario Bergoglio bacia
i piedi di un bimbo malato
di Aids nel 2001. Sopra, il nuovo
Papa ieri durante la messa
di ANTONIO SOCCI
Come scrisse Enea Silvio Piccolomini, nel 1458 eletto papa
Pio II: «Quand’ero Enea/ nessun mi conoscea; / adesso che
son Pio / tutti mi chiaman
zio».
La storia si ripete anche con
questo pontefice e ora i giornali sono pieni di persone che
sbraitano «io lo conoscevo»
oppure «io l’avevo detto» (...)
segue a pagina 3
MARIA GIOVANNA MAGLIE
a pagina 2
Il primo scoglio:
la banca vaticana
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di GIANLUIGI NUZZI
Per capire l’agenda del nuovo Papa, di
Francesco, bisognerà attendere ancora.
Per capire la misura di questi primi significativi passi: dalla velocità delle votazioni
del Conclave alla scelta del nome, dalle
prime parole del Pontefice alla rinuncia
di certi ornamenti. Bisognerà aspettare la
nomina del segretario di Stato, del collaboratore più vicino che Francesco avrà
affrontando criticità e gioie del pontificato. Che figura sceglierà: un porporato di
raccordo con la Curia, (...)
segue a pagina 7
La maledizione
«comunista»
dei francescani
Una ramazza
veneta
per la Curia
Stile Jorge:
niente scorta
né gioielli
Il festival
dei profeti
di sventura
di FRANCO BECHIS
di CATERINA MANIACI
di MARIO GIORDANO
di MARTINO CERVO
La stima è nota, tanto
che non ne ha fatto mistero lo stesso Jorge Mario Bergoglio ad alcuni
amici italiani ben prima
di essere eletto Papa del
conclave. Il diplomatico
più apprezzato dal nuovo pontefice si chiama
Pietro Parolin, (...)
Una croce di ferro,
non d’oro e ricoperta
di pietre preziose. Una
semplice (...)
«È lui, è lui». Lui chi? «Il
Papa Nero». Ma se è più
bianco di una camicia
lavata con Perlana…«Tu
non capisci nulla». Forse
è vero: non capisco nulla, ma ci vedo bene.
«Non credo, sei cieco».
Di che colore è la neve?
«Bianca, (...)
Doveva prevederlo, chiamandosi Francesco. Jorge Mario
Bergoglio non poteva non sapere che la scelta inaudita di assumere il nome del Santo di Assisi l’avrebbe esposto a una immediata opera di riduzione che
da secoli perseguita il patrono
d’Italia. Più che per altre figure
della cattolicità, il Poverello è
diventato un poster buono (...)
segue a pagina 8
segue a pagina 9
segue a pagina 4
FOSCA BINCHER, ANDREA
MORIGI, CHIARA PELLEGRINI
e MAURIZIO STEFANINI
da pagina 2 a pagina 11
segue a pagina 11
segue a pagina 6
«Pronti a votare Finocchiaro al Senato»
La proposta indecente della Lega spacca Pd e Pdl
di BRUNELLA BOLLOLI
Meglio fare accordi con la Lega, che
con Grillo. La notizia politica del giorno, alla vigilia del voto per eleggere i
presidenti di Camera e Senato, è che
il Partito democratico, incassato
l’ennesimo niet dal Movimento Cinque Stelle potrebbe contare sull’appoggio esterno del Carroccio per un
governo a guida (...)
segue a pagina 13
MARTA GRANDE
GRAZIE A MONTI
Lauree fantasma
Il pasticcio
della Oscar grillina
Mercato della casa
giù del 30%
Ritornati al 1985
di ENRICO PAOLI
di FAUSTO CARIOTI
a pagina 12
a pagina 15
Prezzo all’estero: CH Fr. 3.00 / MC & F € 2.00 / SLO € 2.00.
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PRIMO PIANO
Venerdì 15 marzo 2013
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ON LINE Su alcuni siti web spunta una
frase attribuita a lui: «Donne inadatte a fare
politica». Ma è soltanto l’ultima bufala
habemus papam
il primo fango
Complice della dittatura
socialista, anti-donne
Tutte le balle su Bergoglio
Lo accusano di aver sostenuto la giunta militare argentina
Un avvocato, suo amico e perseguitato dal regime, smentisce
::: MARIA G. MAGLIE
 Per rispondere alle balle
cosmiche comuniste e pacifiste,
sostenute e diffuse soprattutto
sul web, ma anche dall’immancabile Saviano, il prezzemolino
ora avvocato dei desaparecidos,
o dallo scettico New York Times
che sogna un papa abortista, favorevole al sacerdozio femminile, ai matrimoni omosessuali, insomma forse un papa non cattolico, per la bisogna rivolgersi a
don Gallo; per rispondere a il
Manifesto, le comunità di base, i
cattolici adulti e masochisti, quel
pallista di Michael Moore, e tutti
coloro che si sono precipitati ad
accusare di collusione con la dittatura argentina il neo papa
Francesco, che poi sono gli stessi
che diedero del nazista a Ratzinger; per ridere un po’ degli inglesi
che da BBC a Daily Mail si risentono perché dice che le Malvine
sono argentine, ovvero perché fa
l’argentino; per cercare di dire
due parole su quel Paese che sarà
anche alla fine del mondo ma
che è al centro del mondo contemporaneo, solo noi vecchi decadenti europei non ne riconosciamo la cultura, intendo utilizzare la testimonianza dell’avvocato Alicia Oliveira, che conosce
Jorge Bergoglio dal 1973, che è
stata perseguitata durante quella
dittatura.
In sostegno e difesa del papa
dalle calunnie ci sono testimonianze inequivocabili come
quella del Nobel per la Pace Perez de Esquivel, imprigionato e
torturato dai militari, che ha raccontato ieri del ruolo importante
e positivo che il giovane Bergoglio svolse in difesa di due gesuiti
militanti comunisti, e non solo;
c’è la truffa evidente di una foto
famosa con il generale Videla che
nel 1980 prende la comunione
da un sacerdote ripreso di spalle,
vistosamente più anziano dei 54
anni che allora avrebbe avuto
Bergoglio, e che si chiama come
in Argentina è noto, Octavio Derisi, anzi si chiamava, è morto nel
2002 a 95 anni. Non che ci sia
niente di male a comunicare un
grande peccatore che si sia confessato, ricordo a Santiago del Cile un Giovanni Paolo II, marzo
1987, che non solo diede l’ostia
benedetta ad Augusto Pinochet,
ma che si affacciò con lui dal Palazzo de La Moneda. Ci indignammo, lo feci anche io, giovane inviato intriso di ideologia,
quel gesto segnò l’inizio della
transizione alla robusta democrazia che è oggi il Cile. Quante
sciocchezze abbiamo scritto e
continuiamo a sentire sull’America Latina di quegli anni! Non è
questo il punto oggi che si tratta
da difendere, anche da agnostico
quale io sono, papa Bergoglio da
lapidazione preventiva e infame.
Ho conosciuto nel 1984, credo, Alicia Oliveira, dittatura finita
da meno di un anno, Raul Alfonsin presidente eletto, tentativo
faticoso in atto di trovare una
conciliazione nella giustizia possibile sulla tragedia dei desaparecidos. L’ho ritrovata ieri sulle
pagine del Clarin, il principale
quotidiano argentino. Racconta
la verità. Nel 1973 Alicia è nomi-
nata, prima volta per una donna,
giudice del foro penale. Bergoglio l’aveva consultata come avvocato, diventano amici, lo sono
ancora. Tre anni dopo i militari
prendono il potere, la cacciano,
cominciano a perseguitarla. Ricorda ancora il mazzolino di rose
che l’amico prete le portò il giorno del licenziamento per consolarla. Da allora si incontrano due
volte alla settimana, insieme visitano i parroci della periferia e lui
diventa attivo organizzatore di
esili che salvano vite. E ogni volta
che uno deve fuggire perché il
pericolo è imminente, lo salutano con una cena tutti insieme, e
Bergoglio partecipa sempre. Il
quartiere è San Ignacio, non è un
posto qualunque, vicino com’è a
Campo de Mayo.
Alicia Oliveira conosce bene
anche la storia del sequestro dei
due gesuiti, Francisco Jalics y Orlando Yorio, cioè la storia che è
usata in queste ore per accusare
il papa di una passata collaborazione con la dittatura. Vivevano
nel quartiere Rivadavia, avevano
un gruppo di militanti. «Gli disse
di andarsene, li pregò, restare era
troppo rischioso. Rifiutarono. Di
tutto il loro gruppo sono gli unici
sopravvissuti alla detenzione
nella Escuela dell’Armada, e liberati dopo sei mesi». Non per caso,
precisa la Oliveira. Bregoglio non
contava niente, non era vescovo,
non era cardinale, ma usò il ruolo
di gesuita per andare a parlare
con chiunque, riuscì a farsi ricevere anche dall’ammiraglio
Massera e da Videla.
Il Papa ne ha parlato ufficial-
La reazione all’elezione
.
E la Kirchner sbottò:
«Mala suerte!»
::: MAURIZIO STEFANINI
 «¡No podemos tener tanta mala
suerte!», «non è possibile che abbiamo
tutta questa iella!». Sembra che, contrariamente a quanto riferito, questo commento all’elezione del primo Papa argentino
non sia stato pronunciato direttamente
dalla presidentessa Cristina Fernández de
Kirchner, ma da qualcuno del suo entourage. Ma comunque ne riflette perfettamente il sentimento. Alla Quinta Presidencial de Olivos, residenza ufficiale da
non confondere con la sede dell’Esecutivo alla Casa Rosada, secondo testimoni si
sono anche sentiti commenti tipo «no!»,
«non può essere!», mentre alla Direzione
del Cerimoniale chiedevano se la Presidenta, visibilmente furibonda, non avesse
intenzione di disertare la cerimonia di insediamento di Francesco I. Ovvio che non
si sarebbe però potuto creare uno scandalo del genere, nel momento in cui perfino
il nuovo presidente venezuelano Nicolás
Maduro manifestava la propria gioia,
spiegando al popolo chavista che era stato
Chávez a fare il suo primo miracolo, «intercedendo non appena arrivato al cielo
per l’elezione di un sudamericano».
Ci sono volute un paio di ore a Cristina
per trangugiare l’amarissimo boccone,
ma infine ne è uscita una lettera di felicitazioni e auguri per «una fruttifera missione
pastorale», mentre alla Direzione del Cerimoniale a loro volta comunicavano la
presenza della Presidenta a Roma martedì prossimo. «Bergoglio non è più Bergoglio, adesso è il Papa», la si è sentita dire.
«Siamo un governo rivoluzionario e il
nuovo papa ha detto che il matrimonio
gay era parte del piano del diavolo»,
avrebbe detto una giovane funzionaria.
Ma il fatto è che il «cardinale oppositore», come lo chiamava il suo defunto marito Néstor da quando nel 2008 aveva iniziato a criticare il governo per la sua gestione del grande sciopero degli agricoltori, non la criticava solo su un fronte bioetico assimilabile a una posizione di destra,
per ciò che questi termini significano. Le
aveva dette chiare ai governi di entrambi i
coniugi anche da posizioni «sociali» di si-
mente solo una volta, nel libro Il
gesuita, conversazione con il cardinal Bregoglio, ha detto: «Ho
fatto quel che potevo, ero giovane e avevo poche relazioni importanti, ma feci tutto quel che
potevo per aiutare le persone sequestrate».
La pensano così tutti i personaggi autorevoli e stimabili che
hanno gestito la dolorosa transizione argentina alla fine
nell’ignominia di quella dittatura. Non sono d’accordo le madri
di Plaza de Mayo, ed è giustificabile. La loro battaglia, «vivi ce li
hanno presi, vivi li vogliamo», cominciò coraggiosamente tanti
anni fa, continua contro ogni ragionevolezza oggi. A loro non si
può dire quel che pure sanno,
che la dittatura del 1976 fu resa
possibile dalla connivenza e perfino dal sollievo di una parte preponderante della società argentina, che scelse i militari sul terrorismo; che la scomparsa di ventimila militanti fu consentita dal
silenzio di quasi tutti gli altri, da
quel «por algo serà», qualcosa di
male hanno fatto, che dominò
quegli anni orrendi e che coinvolse anche le gerarchie ecclesiastiche. Accusare solo la Chiesa di
complicità è come fingere che il
problema della pedofilia riguardi
solo la Chiesa. È stupido e infame.
LA FOTO DI VIDELA
E LA «PRESIDENTA»
La comunione di Videla (chi
è il prete non si sa) e Cristina
Kirchner Fotogramma
nistra: ad esempio sugli alti indici di povertà. E da posizioni «liberali» di centro:
sulla corruzione, sul clientelismo, sulla
sua intolleranza generale alle critiche.
Perché in effetti il problema è tutto là:
Bergoglio in effetti ha criticato anche il
Capo di Governo della Città di Buenos Aires Mauricio Macri, leader del centro-destra. Ma senza che questi la prendesse così sul personale. Non solo i due l’ultima
volta si erano visti l’ultima volta il 17 marzo 2010, quando era venuta alla Casa Rosada l’intera dirigenza della Conferenza
Episcopale Argentina. Addirittura, Cristina trova ogni anno una scusa diversa pur
di non recarsi al Te Deum di Bergoglio.
D’altra parte è circolata in questi giorni
l’accusa a Bergoglio di aver commentato
nel 2007 la candidatura della Kirchner con
la tesi che «le donne sono naturalmente
inadatte per compiti politici»: «abbiamo
avuto una donna come presidente della
nazione e tutti sappiamo cosa è successo», riferendosi agli anni foschi di Isabelita
Perón. Solo che rimbalza da siti Internet,
senza alcuna conferma su giornali di allo-
ra. Insomma, un taroccamento, che fa il
paio con quello di alcune foto che lo compromettono col regime militare, e che però non coincidono con la sua età.
Manovre di gente vicina all’Amministrazione Kirchner? Va comunque segnalata l’intervista alla Bbc che ha fatto Adolfo
Pérez Esquivel: premio Nobel per la Pace
per il suo impegno in difesa dei diritti
umani durante i regimi militari. Purtroppo, non altrettanta sollecitudine l’ha mai
mostrata per le violazioni dei diritti umani
nella Cuba dei fratelli Castro o nel Venezuela di Chávez, dei quali è un fervente sostenitore.
Proprio per questo è però significativa
la sua dichiarazione: «Bergoglio non è stato complice della dittatura». «Altri vescovi
sì, ma lui no». «Lo hanno messo in mezzo
perché hanno detto che come superiore
della congregazione dei Gesuiti non aveva fatto il necessario per far uscire di prigione due sacerdoti, ma io so per esperienza personale che molti vescovi chiedevano alla giunta militare la liberazione
di sacerdoti e non la ottenevano».
PRIMO PIANO
Venerdì 15 marzo 2013
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CONTINUITÀ Assurdo pensare che non
sia in continuità con Benedetto XVI. Assurdo
farne una via di mezzo tra Renzi e Grillo
habemus papam
il commento
La prima messa di Papa Francesco, ieri,
nella Cappella Sistina Ap
:::
GLI APPUNTAMENTI
OGGI
Oggi alle 11 papa Francesco nella sala Clementina riceverà i cardinali.
DOMANI
Domani alle 11, nell’aula Paolo VI, incontro con la stampa.
DOMENICA
Domenica primo Angelus dalla finestra dello studio.
MARTEDÌ
Il 19 marzo, alle 9.30, a piazza San Pietro, la Messa di inaugurazione del
pontificato. «Non ci sono biglietti», ha precisato padre Lombardi.
MERCOLEDÌ
Il 20 marzo, mercoledì, niente udienza generale: il nuovo Papa incontrerà i delegati fraterni, cioè le diverse delegazioni delle Chiese cristiane.
Il commento
Ecco chi è davvero Papa Francesco
A sinistra c’è chi lo definisce filo-golpista e chi ne fa un Che Guevara in tonaca. Ma questo Pontefice non si spiega con la politica
::: segue dalla prima
MAURIZIO BELPIETRO
.
(...) nella biografia di Bergoglio ci sono sì «le luci di una scelta di povertà»
come tutti hanno descritto, ma anche «le ombre di un passato vicino
alla destra peronista». A parte l’evidente confusione tra giunta militare
e movimento peronista (Isabelita,
che alla morte del marito Juan Domingo Perón gli subentrò alla guida
dell’Argentina, fu destituita dai generali e incarcerata per cinque anni),
il tutto si riduce all’accusa di aver allontanato prima del golpe due preti
che poi vennero arrestati, quasi che il
provvedimento abbia consegnato ai
militari i religiosi rapiti. Non ha importanza che il Papa abbia già spiegato di aver avuto semmai un ruolo
nella scarcerazione dei due, per il
Manifesto è sospetto di aver intrattenuto rapporti con la dittatura e dunque di essere colluso con i generali.
Intendiamoci, il giornale comunista non è il solo a insistere sull’argomento, chiedendo di far luce sui fatti
di trent’anni fa già ampiamente dibattuti e chiariti. Anche Repubblica,
per tramite del suo direttore, si incarica di chiedere piena trasparenza
sugli episodi dell’epoca, salvo poi
pubblicare un’intervista al grande
accusatore di Bergoglio, il quale riconosce di non avere prove schiaccianti, né fotografie del futuro Pontefice con qualche generale, ma solo
qualche testimonianza sulle ambiguità di quel periodo. Par di capire
che Papa Francesco non assecondasse i furori ideologici di alcuni sacerdoti di frontiera. Quelli erano gli
anni della Teologia della liberazione
e qualche missionario oltre a diffondere il Vangelo si preoccupava anche di diffondere le pallottole. Il
Vangelo e il Capitale (di Karl Marx), a
certi preti parevano più o meno la
stessa cosa e dunque insieme con il
crocefisso c’era chi portava la pistola. Il cardinale allontanò i preti rivoluzionari o questi si allontanarono
da soli? Non si sa con certezza, ma
anche se fosse valida la prima ipotesi, ai nostri occhi non sarebbe una
colpa.
Naturalmente non c’è solo chi ha
arruolato il Pontefice tra le brigate
nere degli anni della dittatura. Altri, e
in qualche caso si tratta degli stessi,
lo hanno trasformato in una specie
di Che Guevara in tonaca, caricando
la sua prima uscita pubblica al bal-
cone di piazza San Pietro di mille significati, ma soprattutto tracciando
a sua Santità il percorso cui si dovrà
uniformare il suo pontificato. Il migliore da questo punto di vista è stato
ancora una volta il quotidiano della
sinistra radical chic, per la penna di
Ezio Mauro, il quale si incarica di indicare a Francesco il programma da
attuare fin da subito. Si parte dal rovesciamento geografico e culturale,
dalla rottura con un mondo e un
modello di potere, da un progetto
che fino dal nome scelto dal Pontefice è un vincolo per il pontificato, per
finire ad uno stile «rivoluzionario
nella scelta di stare dalla parte degli
ultimi, dei più poveri, degli sconfitti
e degli “schiavi”».
Per il direttore di Repubblica l’avvento di Sua Santità è un ribaltamento della geopolitica eurocentrica della Chiesa e così si realizza una
profezia di cambiamento, «come se
dopo l’immediata preghiera con la
piazza per Joseph Ratzinger il nuovo
pontefice avesse fretta di voltare pagina». Ovviamente Mauro non dimentica di segnalare che è finito il
mondo che ha preceduto l’ascesa
del cardinal Bergoglio al soglio di
Pietro, quasi che con il nuovo Papa la
Chiesa abbia messo un punto e a capo nella sua storia ultramillenaria,
come se tra l’insegnamento di Benedetto XVI e quello di Francesco ci
fosse un abisso e non ci fosse alcun
contatto né continuità nella dottrina. La sensazione è invece che ci sia
una gran fretta di arruolare Sua Santità nelle truppe progressiste, di trasformarlo in una sorta di rottamatore vaticano, per metà Renzi e per l’altra Grillo, uno che liquidi camerlenghi e cardinali decani come i pierini
della politica liquidano un D’Alema
o un Veltroni. Il rischio di applicare
anche al capo della Chiesa cattolica i
cliché di un semplice capo di partito
è evidente, così come è evidente che
la storia personale e ecumenica di
Jorge Mario Bergoglio è assai meno
banale di quella di un semplice funzionario di partito o di un comico
fattosi politico. Ci vorrebbe insomma un po’ di prudenza nel maneggiare certi argomenti, perché è vero
che con il suo semplice discorso
d’insediamento papa Francesco ha
già conquistato molti cuori, ma questo non significa che il suo cuore batta a sinistra.
[email protected]
@BelpietroTweet
Le idee
Quello che ha sempre detto
su gay, aborto, economia
 Idee chiare, in totale linea con il magistero della Chiesa - com’è ovvio - in materia di
dottrina e di etica, ma con atteggiamento di
«misericordia» e di «accoglienza» verso chi è
peccatore e chi sbaglia. Ecco, a grandi linee, il
profilo del Bergoglio-pensiero. Che tenteremo di condensare, attraverso le sue stesse parole, attorno a grandi temi, cruciali per il nostro tempo e per la Chiesa stessa.
MATRIMONI GAY - Nel 2010 il cardinale
Jorge Mario Bergoglio sfidò il governo argentino quando nel Paese venne approvato il disegno di legge sui matrimoni gay. «Cerchiamo di non essere naive», scrisse Bergoglio in
una lettera alcuni giorni prima che il disegno
di legge venisse approvato dal Congresso.
«Questa non è una semplice lotta politica, è
un tentativo di annientare il piano di Dio».
ABORTO - Una dichiarazione che risale al
settembre 2012: «Si è percepita ancora una
volta la volontà di deliberatamente limitare e
rimuovere il valore supremo della vita e di
ignorare i diritti del nascituro». In un documento della Conferenza Episcopale Argentina, di cui Bergoglio è stato presidente, si legge: «L’aborto non è mai una soluzione». «Parlandi da una madre incinta bisogna parlare di
due vite, entrambe devono essere conservate
e rispettate, poichè la vita è un valore assoluto».
FIGLI DI COPPIE DI FATTO - «Qualche
giorno fa ho battezzato sette figli di una donna sola, una vedova povera, che fa la donna di
servizio e li aveva avuti da due uomini differenti. Lei l’avevo incontrata l’anno scorso alla
festa di San Cayetano. Mi aveva detto: padre,
sono in peccato mortale, ho sette figli e non li
ho mai fatti battezzare. Era successo perché
non aveva i soldi per far venire i padrini da
lontano, o per pagare la festa, perché doveva
sempre lavorare… Le ho proposto di vederci,
per parlare di questa cosa. Ci siamo sentiti per
telefono, è venuta a trovarmi, mi diceva che
non riusciva mai a trovare tutti i padrini e a radunarli insieme… Alla fine le ho detto: facciamo tutto con due padrini soli, in rappresentanza degli altri. Sono venuti tutti qui e dopo
una piccola catechesi li ho battezzati nella
cappella dell’arcivescovado. Dopo la cerimonia abbiamo fatto un piccolo rinfresco. Una
Coca Cola e dei panini. Lei mi ha detto: padre,
non posso crederlo, lei mi fa sentire importante… Le ho risposto: ma signora, che c’entro io?, è Gesù che a lei la fa importante» (Intervista a 30 Giorni, 2009).
TRADIZIONALISTI - «Paradossalmente
(...) proprio se si è fedeli si cambia. Non si rimane fedeli, come i tradizionalisti o i fondamentalisti, alla lettera. La fedeltà è sempre un
cambiamento, un fiorire, una crescita. Il Signore opera un cambiamento in colui che gli è
fedele» (intervista a 30 Giorni, fine 2007).
ECONOMIA E DEBITO - «Quando Mosè
sale al monte per ricevere la legge di Dio, il popolo pecca d’idolatria fabbricando il vitello
d’oro. Anche l’attuale imperialismo del denaro mostra un inequivocabile volto idolatrico.
È curioso come l’idolatria cammina sempre
insieme all’oro. E dove c’è idolatria, si cancella
Dio e la dignità dell’uomo, fatto a immagine di
Dio. Così, il nuovo imperialismo del denaro
toglie di mezzo addirittura il lavoro, che è il
mezzo in cui si esprime la dignità dell’uomo,
la sua creatività, che è l’immagine della creatività di Dio. L’economia speculativa non ha
più bisogno neppure del lavoro, non sa che
farsene del lavoro. Insegue l’idolo del denaro
che si produce da se stesso. Per questo non si
hanno remore a trasformare in disoccupati
milioni di lavoratori». (Intervista a 30 Giorni ,
2002). «Siamo stati molto chiari nel sostenere
che la politica economica del governo non faceva altro che aumentare il debito sociale argentino, molto più grande e molto più grave
del debito estero e abbiamo chiesto un cambiamento». (Intervista alla Stampa, 31 dicembre 2001).
EVANGELIZZAZIONE - È necessaria «una
tensione molto forte tra centro e periferia, tra
la parrocchia e il quartiere. Si deve uscire da se
stessi, andare verso la periferia. Si deve evitare
la malattia spirituale della Chiesa autoreferenziale: quando lo diventa, la Chiesa si ammala. È vero che uscendo per strada, come accade a ogni uomo e a ogni donna, possono capitare degli incidenti. Però se la Chiesa rimane
chiusa in se stessa, autoreferenziale, invecchia. E tra una Chiesa accidentata che esce per
strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima».
GIORNALISTI COPROFAGI- «A volte giungono notizie non buone, spesso amplificate e
talvolta anche manipolate con scandalismo. I
giornalisti a volte corrono il rischio di ammalarsi di coprofilia e così fomentare la coprofagia: che è poi il peccato che segna tutti gli uomini e tutte le donne, cioè quello di guardare
sempre alle cose cattive e non a quelle buone».
(Intervista a Vatican Insider, febbraio 2012)
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PRIMO PIANO
Venerdì 15 marzo 2013
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RINUNCIA Nominato vescovo di Buenos
Aires, ha rifiutato l’alloggio nel vescovado
preferendo condividere un appartamento
habemus papam
normalità
Lo stile Bergoglio
Scorta ridotta, niente oro
e l’hotel pagato da sé
I primi gesti da Papa svelano la realtà dell’uomo: no al pauperismo
di maniera, ma naturale semplicità. La croce di ferro spiega tutto...
::: segue dalla prima
CATERINA MANIACI
.
(...) croce di ferro - quella che portava da vescovo - che spicca sulla veste bianca, sulle
spalle niente mozzetta rossa, la tipica mantellina papale che pure era stata preparata. Così
si è presentato papa Francesco ai fedeli, subito
dopo l’annuncio dell’ «habemus papam». Anche la stola ha fatto la sua comparsa sulle sue
spalle solo per il tempo della benedizione. Poi
papa Francesco l’ha tolta. Ancora quel suo inchinarsi davanti alla folla dei fedeli chiedendo
loro di pregare per lui, si configura come un
segnale di umiltà, di totale disponibilità davanti alla Chiesa e comunque come un gesto
non consueto per un pontefice appena eletto.
Nei primi atti si legge il senso di quel che
verrà. E questi primi gesti di papa Francesco
sono emblematici, certo, ma, dopotutto, in linea con il comportamento di una vita intera.
Oggi appare eclatante quel suo decidere di
andare subito, la mattina alle otto, a pregare la
Madonna a Santa Maria Maggiore, su una
delle auto della gendarmeria vaticana, senza
nessun corteo, il Papa, poi alla Casa del clero
di via della Scrofa dove abitava nei giorni del
pre Conclave, per pagare personalmente il
conto, e dare così il buon esempio. Così come
nella serata della propria elezione, tornando a
Santa Marta, dopo la cena festosa con il collegio cardinalizio, ha detto «no» all’auto di ordinanza dei Pontefici, scegliendo di utilizzare
invece il pullmino con il quale tutti i cardinali
hanno fatto ritorno nel loro albergo. Tanto
che adesso, come ha spiegato padre Federico
Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, «gli uomini della sicurezza cercano di capire cosa vuole effettivamente fare e debbono
adattare il loro servizio a suo stile», come accade anche al tempo di Giovanni Paolo II.
«IMPOLITICO»
Insomma, uno stile fatto così, essenziale,
sobrio, non pauperistico e ostentato, insomma, «non politico», ma connaturale, risultato
di una scelta religiosa assunta in totalità.
La sua austerità, del resto, è diventata leggendaria. Divenuto nel 1998 arcivescovo di
Buenos Aires, non prese in considerazione il
ricco episcopio adiacente alla cattedrale e andò ad abitare in un appartamentino poco distante, assieme a un altro vescovo anziano. La
sera provvedeva lui a cucinare. In automobile
ci andava poco, girava in autobus con la tonaca da semplice prete. Si dice che si preparasse la cena da solo, con pasti molto frugali,
di sera qualche frutto e del tè. Altro episodio
simbolico: quando Giovanni Paolo II lo creò
cardinale, il 21 febbraio 2001, i fedeli avevano
preparato una colletta per accompagnarlo a
Roma e festeggiare tutti insieme l’avvenimento. Bergoglio chiese loro di restare in Argentina e di destinare i soldi ad opere di beneficenza. Una delle immagini più commoventi
e più forti, che oggi troviamo rilanciate dai
media in tutto il mondo, è quella in cui l’allora
cardinal Jorge Mario Bergoglio mentre bacia i
piedi di un bambino malato di Aids. L'immagine è stata scattata nel 2001. Si capisce che si
tratta di un gesto non forzato, naturale: nei
malati traspare il vero volto sofferente del Cristo e per un pastore della Chiesa è naturale la
vicinanza e l’amore verso quel volto.
Questo atteggiamento non si traduce in una
mortificazione continua, in un ascetismo triste. Tutt’altro. Il neopapa ha avuto - e probabilmente coltiverà ancora nel proprio cuore molte passioni. Tra le altre, oltre quella per il
tango, coltivata però prima di diventare sacerdote, c’è sicuramente quella per il calcio.
«Non mi sono perso nemmeno una partita del
campionato del 1946», ha detto più volte l’illustre tifoso del San Lorenzo che da anni possiede la tessera di socio del club. Nel 2008, da
cardinale ha officiato la messa per celebrare il
centenario della squadra. Nella festività di
Maria Ausiliatrice, il 24 maggio, il San Lorenzo
ricorda le origini dei colori sociali, il blu e il
rosso: padre Lorenzo Massa, il salesiano che
contribuì in maniera determinante alla creazione del club, si ispirò alla veste rossa e al
mantello azzurro della Vergine per scegliere i
colori della squadra. «Abbiamo chiesto i colori
alla Vergine, non li abbiamo presi da altre parti», ha detto in passato il nuovo Pontefice. «È
un orgoglio per la società sapere che il primo
Papa sudamericano è socio del San Lorenzo»,
scrive il club sul proprio profilo Twitter. Al
messaggio è abbinata una foto suggestiva: ossia quella che attesta l’esistenza della tessera
del Papa, socio numero 88235N dal 12 marzo
del 2008.
IL SONDAGGIO
Tutto questo, reso concreto in poche ore,
ha già ottenuto un risultato: papa Francesco
riscuote la fiducia del 73% degli italiani. Evidentemente il papa argentino con il suo carattere ha già attirato l’attenzione della maggior parte del popolo italiano, fedeli e non, suscitando attese, speranze e curiosità. Lo ha verificato dal sondaggio Ipr Marketing, Venuto a
sorpresa «dalla fine del mondo» il nuovo Pontefice risulta già ampiamente conosciuto e apprezzato dagli italiani. A 24 ore dall’annuncio
l’86% cita correttamente il nome Francesco:
un dato che certo non meraviglia, essendo un
nome semplice, inedito per un Pontefice e
molto legato alla tradizione italiana.
.
PONTEFICE «DI STRADA»
In una foto da Twitter Bergoglio - già vescovo - in
metro. La tessera del San Lorenzo, squadra di cui il
Papa è tifoso. A lato: la croce di ferro di Francesco, e
quella d’oro del predecessore Benedetto XVI. A sinistra,
beve il «mate». Sotto, l’ex fidanzata Amalia. Ansa
L’ex fidanzatina Amalia
«Quando mi mandava lettere d’amore»
 E ovviamente è spuntata anche la fidanzatina. Nelle
ore che seguono la nomina di
Jorge Mario Bergoglio a Pontefice fioccano storie, dettagli,
aneddoti più o meno veri sul
Santo Padre. L’ultima curiosità riguarda un’ex morosa, oggi
settantenne, di Papa Francesco. «Se non mi sposerò con te,
diventerò prete». Questo disse
il futuro Papa Francesco alla fidanzatina Amalia, quando entrambi avevano 12 anni e frequentavano la stessa scuola
del quartiere Flores di Buenos
Aires. Amalia, oggi con la chioma bionda e cotonata,
ha
raccontato
all’emittente radio argentina
Mitre, di non
avere nulla «da
nascondere.
Era una cosa fra
bambini, molto
pura. Penso che si
propose perchè voleva seguire l’esempio dei genitori e formare una famiglia»,
ha raccontato Amalia. «Amore? a quell’età non conoscevo
ancora l’amore, quello
è venuto dopo», si
schermisce, «giocavamo a lanciarci l’acqua, a
campana, ballavamo. È una
cosa bella da ricordare. Lui poi
giocava a calcio
con gli altri maschi». Il
primo amore...
CH.PEL.
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PADRE GEORG Con lui nella preghiera
mattutina anche l’ex segretario di Benedetto XVI,
oggi prefetto della Casa Pontificia
habemus papam
il programma
Prima picconata: «Senza Dio siamo una Ong»
Nell’omelia (a braccio e in italiano) il Pontefice detta la linea per ricostruire la Chiesa: «Camminare,
edificare, confessare». Poi il monito: «Chi non prega Gesù, prega il diavolo». Slitta l’incontro con Ratzinger
::: ROMA
 «Non siamo una Ong.
Chi non prega Dio, prega il
diavolo». Dall’altare parla a
braccio in italiano come spesso facevano i suoi predecessori
Giovanni Paolo II e Benedetto
XVI. Francesco ha celebrato ieri pomeriggio la messa nella
Cappella Sistina con i cardinali. E lancia molti messaggi, forti
e chiari. Non usa giri di frase,
tira in ballo il diavolo, citando
una frase di Leon Bloy (scrittore cattolico non convenzionale) riferita a quando non si
confessa, non si riconosce Gesù Cristo: «Chi non prega il Signore, prega il diavolo» perchè,
ha spiegato, «quando non si
confessa Gesù Cristo si confessa la mondanità del diavolo, la
mondanità del demonio».
Spiega che la fede è il centro di
tutto, da cui si irradiano la carità e la misericordia, altrimenti tutto è solo solidarismo, buona azione. Spiega che la Chiesa
si costruisce in tre grandi «movimenti», ossia «camminare,
edificare, confessare».
Ha anche dimostrato di voler essere un Papa mariano,
come Wojtyla che consacrò alla Madonna il proprio pontificato («Totus tuus»): dopo essersi affacciato da San Pietro
Francesco ha annunciato il
primo, irrinunciabile appuntamento nel suo nuovo ruolo da
Pontefice: la preghiera alla
Vergine. E dunque ieri, di buon
mattino, poco dopo le otto, è
arrivato nella basilica mariana
di Santa Maria Maggiore. Con
lui c’era, tra gli altri, monsignor
Georg Gaenswein, prefetto
della Casa Pontificia, al fianco
del nuovo pontefice come richiesto dal suo incarico. Quella di papa Bergoglio a Santa
Maria Maggiore è stata una visita privata - ha spiegato in seguito il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - in un
luogo particolarmente significativo per i gesuiti: oltre all’icona di Maria «Salus Populi Romani», custodita nella cappella
Borghese, davanti a cui si è fermato una decina di minuti in
preghiera silenziosa, la Basilica
dell’Esquilino ospita anche
l’altare su cui sant’Ignazio di
Loyola, il fondatore dei gesuiti,
ha celebrato la sua prima messa. Nella basilica Francesco si è
fermato anche brevemente in
preghiera anche davanti all’altar maggiore, dove secondo la
tradizione è custodito un
frammento della mangiatoia
in cui venne deposto il bambino Gesù, e davanti alla tomba
di San Pio V, nella cappella Sistina.
Poi nel pomeriggio davanti
al Giudizio Universale di Michelangelo, papa Bergoglio ha
commentato il Vangelo della
messa, tratto da Matteo e ha
parlato della professione di fede di Pietro: «Tu sei il Cristo, il
Figlio del Dio vivente».
Nell’omelia ha rivolto ai cardinali un severo monito: «Noi
possiamo camminare quanto
vogliamo, possiamo edificare
tante cose, ma se non confessiamo a Gesù Cristo, la cosa
non va». «Diventeremo», ha
avvertito il nuovo Papa, «una
Ong pietosa ma non la Chiesa,
sposa del Signore. Quando
non si cammina, ci si ferma.
Quando non si edifica sulle
pietre cosa succede? Succede
quello che succede ai bambini
sulla spiaggia quando fanno i
castelli di sabbia, tutto viene
giù, è senza consistenza». E
ancora: «Camminare sempre,
alla presenza del Signore, alla
luce del Signore, cercando di
vivere con quella irreprensibilità che chiede Dio». Prossimi
appuntamenti, l’incontro di
domani con i cardinali e sabato con i giornalisti, quindi l’Angelus domenica e martedì - alle 9,30 - la messa di inaugurazione del Pontificato con le delegazioni di tutto il mondo.
Non c’è stata la visita a Benedetto XVI, che qualcuno aveva
già previsto, che sarà fatta - ha
riferito padre Lombardi - prossimamente, ma non nell’immediato.
A proposito di viaggi, magari
un po’ più lunghi di quello fino
a Castel Gandolfo, sempre secondo padre Lombardi «i Papi
.
da quando viaggiano sono
sempre andati nei loro paesi,
lo hanno fatto Giovanni Paolo
II nove volte e Benedetto XVI
tre volte, quindi è presumibile
che il nuovo pontefice si rechi
presto in Argentina, ma quando e come lasciamolo stabilire
a lui».
C.MA.
RITORNO AL VATICANO II
Il Pontefice ha fatto girare l’altare
della Sistina verso il pubblico dei
fedeli, ripristinando l’usanza introdotta da papa Giovanni Paolo II
che era stata interrotta da Benedetto XVI. Ansa
Il retroscena dell’elezione
Votato fin dall’inizio del Conclave
Sul suo nome, spuntato per protesta, si sono via via concentrati i cardinali «apolitici»
::: CHRIS BONFACE
 La sorpresa l’hanno avuta gli
stessi cardinali elettori quando sono
state aperte le urne della prima votazione. Quello che temevano alla vigilia, dopo i lavori delle congregazioni
generali che erano stati assai animati,
nel primo scrutinio nessuno dei candidati che la stampa aveva immaginato ha raccolto un numero consistente
di voti. Secondo voci attendibili – ma
impossibili da accertare vista la segretezza dei conclavi – in prima votazione
sarebbero stati addirittura sei i nomi
emersi dall’urna. E a sorpresa il più
votato di tutti è stato proprio Jorge
Mario Bergoglio, l’outsider di cui nessuno aveva parlato. Nessuno dei candidati avrebbe però superato la soglia
dei 30 voti, svettando con decisione
sugli altri. Il più vicino era appunto
Bergoglio, che nessuno aveva previsto.
Che cosa era accaduto? Che tra i 115
elettori proprio quelli che non erano
organizzati e che non facevano parte
delle cordate e non avevano preso
parte a nessuna riunione «politica»
dopo le dimissioni di Benedetto XVI
hanno compito la scelta che a dire il
vero risultava più semplice di tutte.
Non sapendo chi votare, e avendo più
di un dubbio sulle intese carbonare di
altri gruppi, hanno scelto nell’urna il
candidato che fu più votato nel 2005
piazzandosi alle spalle di Joseph Ratzinger. Una scelta di pura attesa, che
dava anche un segno di protesta rispetto a possibili intese tessute all’interno della Curia da gruppi di grandi
elettori soliti frequentare Roma, mentre i cardinali che venivano da paesi
lontani erano ignari sia di quel che avveniva che dei tormenti che agitavano
il conclave che stava per aprirsi.
L’emergere casuale del nome di
Bergoglio dalle urne fin dalla prima
volta inevitabilmente è diventato un
punto di riferimento anche per le votazioni successive. È apparso chiaro
subito che l’arcivescovo di Milano,
Angelo Scola, aveva assai meno voti di
quelli che gli venivano attribuiti dalla
stampa (a inizio marzo si diceva 38, il
giorno dell’apertura del conclave addirittura 50). In realtà in tutte le votazioni non avrebbe mai superato quota
30, facendo comprendere come non
sarebbe stata possibile la sua elezione
a Papa. Con Bergoglio punto di riferimento degli indecisi, e così forte, è tramontata subito la scelta di un altro sudamericano come il cardinale Odilo
Pedro Scherer, arcivescovo di San
Paolo in Brasile che sembrava scelto
dalla strana unione Angelo SodanoTarcisio Bertone. Già dalla seconda
votazione, e in modo sensibile nella
terza e nella quarta, i cosiddetti voti
“curiali” si sono progressivamente
spostati da Scherer a Bergoglio. A quel
punto il primate dell’Argentina è diventato il candidato convinto anche
del nutrito gruppo di elettori del Nord
America, con la scelta decisa sia del
cardinale di Boston, il cappuccino
Sean Patrick O’Malley che del suo collega di New York, il vulcanico Timothy
Dolan. Nonostante tutto sul nome di
Bergoglio si arrivava di poco al di sopra dei 50 voti di preferenza, e alle
porte a quel punto si rischiava davvero
l’impasse. Fra la quarta e la quinta e
decisiva votazione c’è stata una pausa
tecnica del conclave, quella decisiva in
cui i grandi elettori si sono parlati e
poi tutti insieme in assemblea prima
di mettere il nome prescelto sulla
scheda si sono parlati. Serpeggiava da
un lato la paura di arrivare in panne al
primo stop che il giorno successivo
avrebbe imposto il regolamento - e
quindi di dare l’immagine di una
Chiesa gravemente divisa - e dall’altro
lato il desiderio vero di unità del collegio cardinalizio. «Abbiamo bisogno
di un Santo», si è detto all’unanimità il
conclave, «e chi lo è più di noi?». Risposta: «Bergoglio», venerato in patria
come un vero santo vivente, e forse
l’ultimo dei grandi all’interno del conclave. Appurato per vie dirette che
questa volta non avrebbe rifiutato come accadde nel 2005, nella quinta votazione c’è stato il decisivo plebiscito
che ha eletto Francesco I. Con quanti
voti? Questo al momento è impossibile da sapere, perché sui numeri le vere
indiscrezioni circoleranno solo fra
qualche mese. Ma la stima è quella di
un vero plebiscito, con voti superiori a
quelli che prese Ratzinger nel 2005.
Quel che è accaduto in quel momento
a dire il vero già non è più segreto, visto che qualche cardinale ne ha rivelato i particolari: «Dio vi perdoni», sono state le prime parole di Papa Francesco. Il resto è già stato raccontato
sui profili Twitter di alcuni protagonisti del voto (vedasi articolo Fosca Bincher).
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DON VITO Mancuso non ha dubbi:
«Stavolta i cardinali hanno ascoltato lo
Spirito: applicherà davvero il Concilio II»
habemus papam
il nome
Il destino di Francesco
Essere etichettato
come un comunista
«Repubblica» applica a Papa Bergoglio la vecchia
«riduzione» del Santo di Assisi: un pauperista senza Gesù
::: segue dalla prima
MARTINO CERVO
.
(...) per ogni casa, una specie di santone contundente usato contro la chiesa
da chi della chiesa comunque non condivide nulla: verde ante litteram, folletto comunista con sporgenze anarcheggianti, grillo parlante pauperista comunque ostile al potere e all’istituzione. Tutto, rigorosamente, in assenza
della persona senza cui neppure un gesto della rivoluzionaria esistenza del
Santo è spiegabile: Gesù.
E così è partito il circo anche per Bergoglio, personalità non esattamente
familiare al pubblico italiano, cui dunque è più semplice, almeno nelle prime
ore, affibbiare etichette francescane.
«Forse è la volta buona», pontificava
ieri su Repubblica con imbarazzante
paternalismo Vito Mancuso, il contabile dell’anima imbarazzato dai presunti magheggi fiscali del suo editore
Mondadori. Intendeva, Mancuso, che
stavolta - «forse» - i cardinali «hanno
veramente ascoltato lo Spirito Santo».
Quindi un ritratto in salsa austeromontiana, a spiegare la «scelta civica»
del conclave: «La radicalità evangelica,
la povertà, la mitezza, la lontananza dal
potere, l’amore per ogni uomo e per gli
animali, la cura per tutto il creato». Il
tutto serve alla pencolante tesi finale
secondo cui «certamente» Bergoglio
era grande amico di Martini: «Sa che
può essere veramente papa in fedeltà
al Vangelo e al Vaticano II (che evidentemente hanno pari peso nell’analisi di
Mancuso) solo nella misura in cui non
cesserà di essere vescovo, cioè una guida concreta a contatto con i problemi
reali della gente reale».
Analogo concetto viene espresso,
con toni più politici ma non meno teologici, dal direttore Ezio Mauro che delinea con piglio da sottosegretario il
programma di governo del prossimo
pontificato: «Un punto e a capo [...] che
suona come una promessa agli ultimi e
una minaccia ai potenti. L’indicazione
di un Papa che sa di dover camminare
tra i lupi, che è pronto a spogliare il Vaticano dei suoi ricchi mantelli, che proverà a rinunciare alle ricchezze occulte
dello Ior [...]».
Due esempi forti, perché incidenti e
autorevoli, di una linea di pensiero diffusa nell’approccio immediato all’indubbia dirompente freschezza di Bergoglio, ma è difficile non intravvedere
l’antica distorsione che accompagna la
storia di San Francesco. È una distorsione comprensibile forse alla luce
dell’irripetibile e infiammato carisma
del poverello di Assisi, e che non caso è
iniziata praticamente quando era ancora in vita. È quasi senza precedenti,
del resto, che i seguaci di un Santo siano incappati a breve distanza in una
bolla di scomunica proprio sulla questione della «povertà» e della proprietà.
Il tradizionale schema del conflitto tra
movimento e istituzione, purezza radicale e «curia» (che in fondo è lo stesso
che informa le etichette su Bergoglio)
trascura un aspetto centrale della natura della questione. «Il problema dominante», scrive Gilbert Chesterton in
un aureo libretto dedicato a Francesco
(«San Francesco d’Assisi», Lindau
2008), «fu l’interpretazione del voto di
povertà, o rifiuto di possedere qualsiasi
cosa». Come ogni eresia, anche il francescanesimo contiene il rischio di divenire verità impazzita: così alcuni tra i
fraticelli furono tentati di fare del loro
leader un nuovo Cristo; e così alla povertà come coscienza che Gesù è tutto,
molti hanno sovrapposto una indigenza materiale come puro fine, vagamente masochistico. Per questo Baget Bozzo ha potuto accostare alcune derive
post-francescane all’eresia (dal punto
di vista cattolico) del comunismo. An-
Riunione di francescani ad Assisi Olycom
cora Chesterton fa metaforicamente a
pugni con Mancuso: «L’essenziale riguardo a san Francesco è che non c’è
dubbio che fosse triste [...] In questo
non c’era nulla di negativo: non era un
regime di vita basato su stoica semplicità. Non era abnegazione intesa semplicemente come autocontrollo. Era
tanto positiva quanto una passione;
aveva tutta l’aria di essere positiva
quanto un piacere. Divorava il digiuno
come gli altri divorano il cibo. [...] Ed è
precisamente la caratteristica positiva
e passionale di questo aspetto della sua
personalità a rappresentare una sfida
alla mentalità moderna». Poco oltre,
nuova fucilata: «San Francesco non era
un amante della natura. Tanto per capire meglio, un amante della natura è
proprio ciò che lui non era [...] Come
poeta, era esattamente il contrario di
un panteista. Non ha chiamato madre
Madre d’origine francese
Il vero nome del Poverello? Era Giovanni
::: SERGIO DE BENEDETTI
 Giornali, radio e televisioni vanno ripetendo da ieri
sera come in duemila anni
mai un Papa si fosse chiamato Francesco. È vero ma va
detto che per oltre mille e
duecento anni il «nome»
Francesco non esisteva. La
mamma di Giovanni (questo
era il vero nome di Francesco) era francese ed in tutta
Assisi veniva chiamata «’a
Frangesa».
Poiché madre e figlio stavano spesso insieme, anche
Giovanni veniva apostrofato
come «’o Frangeso». Da qui la
derivazione del nome Francesco. Storia breve ma significativa.
VOLTO IERATICO
Francesco visto da Cimabue (1240 - 1302).
Il maestro fiorentino,
come Giotto, lavorò
per affrescare la basilica di Assisi. Nel
transetto destro affrescò la Madonna col
Bambino in trono,
quattro angeli e san
Francesco. È difficile
avere un'idea degli affreschi assisiati di Cimabue e della sua bottega, perché oggi sono
i più danneggiati della
basilica Superiore.
la natura; ha chiamato fratello un certo
asino e sorella una certa capinera. Un
uccello gli passava accanto: qualcosa
che aveva uno scopo e una storia, ma
uno scopo di vita, non di morte».
Che Bergoglio abbia preso il nome di
questo rivoluzionario della fede, della
lingua e dell’arte provoca un brivido
ulteriore rispetto all’originalità. Perché
il figlio di Pietro di Bernardone sentì
per tre volte la voce di Cristo dirgli:
«Francesco, va’ e ripara la mia casa che,
come vedi, è tutta in rovina». Da lì andò
in giro, scrive sempre Chesterton, «da
solo a raccogliere pietre», diventando
«un mendicante che chiede pietre invece del pane». Chi abbia voglia di giocare su Pietro, è libero di farlo.
Tornando a Bergoglio, c’è un dettaglio che illumina questo tipo di francescanesimo, temprato alla luce del suo
curriculum da gesuita che ha rimandato anche a Francesco Saverio. Il film
preferito del nuovo Papa è un manifesto di realismo cristiano, «Il pranzo di
Babette» (1987, tratto dal racconto di
Karen Blixen). Una sventurata francese
in fuga dalla Comune arriva in Danimarca, dove si mette alle dipendenze
di due grigie sorelle come cuoca e domestica. Quando vince una somma
enorme alla lotteria, anziché tornare in
patria spende tutto per allestire un memorabile pranzo, saporito e ricco come
un grande amore, che spazza il moralismo sparagnino di chi vede il cristianesimo come un’etica della diminuzione
del gusto della vita. Babette ha speso
tutto per condividere un’esperienza di
bellezza. E agli occhi costernati di chi le
dice: «Ma adesso sei povera» risponde:
«Un artista non è mai povero».
Come Francesco, innamorato di Dio
i cui «Frate foco» e «Sora morte» non
sono culto della Natura ma - è il solito
Chesterton - «una Lode del passaggio
dal non-essere all’essere». La fiamma
che l’ha roso fino a bucargli mani e piedi era quella di chi cerca il fondo
dell’essere. E ci trova l’Essere, non il
nulla. E nemmeno la sobrietà.
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SPIRITUALITÀ Il futuro Papa presentò a
Buenos Aires «Il senso religioso», fondamentale
libro del fondatore di Comunione e Liberazione
habemus papam
la storia
::: segue dalla prima
ANTONIO SOCCI
.
(...) (col senno di poi).
Ma se c’è un uomo in Italia
a cui il cardinale Bergoglio è
veramente legato da autentico
affetto e profonda stima è un
sacerdote della Chiesa di Roma, figlio prediletto di don
Luigi Giussani, cioè don Giacomo Tantardini.
Don Giacomo, che s’illuminava quando parlava del suo
amico cardinale e che alla vigilia del Conclave del 2005 lo
portava nell’anima come il
«suo» candidato, non ha potuto vedere l’avverarsi del suo
desiderio su questa terra, perché è morto prematuramente,
per tumore, il 19 aprile
dell’anno scorso (proprio l’anniversario dell’elezione di Benedetto XVI).
Ma gli amici a lui più vicini,
soprattutto della rivista 30
Giorni, di cui don Giacomo
era la mente e il cuore, ricordano
con
commozione
quell’ultimo incontro in redazione durante il quale, col suo
sorriso evangelico, il sacerdote
brianzolo (romano d’adozione), considerando il rapido
avanzare della malattia, disse
più o meno queste parole: «Se
il Signore ha deciso di chiamarmi e non posso fare più
niente, io offro il mio corpo, la
mia vita, per la Santa Chiesa».
Per uno di quei misteri che
sono noti ai cristiani, ma lasciano comunque ammutoliti,
non è passato nemmeno un
anno dall’offerta e dal sacrificio di don Giacomo e il suo
amico cardinale, che lui considerava un meraviglioso pastore per la Chiesa universale,
è stato chiamato da Dio al
pontificato.
LA MALATTIA
Bergoglio aveva seguito con
partecipazione l’evolversi della malattia. Il 18 febbraio
dell’anno scorso don Tantardini gli aveva chiesto di amministrare la cresima ad alcuni
ragazzi, nella chiesa di San Lorenzo fuori le mura e in
quell’occasione il cardinale
aveva esordito così: «Oggi, seguendo l’invito del mio amico
don Giacomo, cui voglio tanto
bene, e noi tutti dobbiamo
pregare per lui, perché è un
pochettino malato… Pregheremo tutti per lui? Sì! L’invito
per oggi è di fare queste cresime a voi che venite a ricevere la forza dello Spirito di Dio:
credete nella forza dello Spirito! È lo Spirito di Gesù».
Poi aggiunse: «Credete in
Gesù che vi invia questo Spirito – a voi e a tutti noi: ci invia
lo Spirito per rinnovare tutto.
Sentite come cristiani, parlate
come cristiani e fate opera di
cristiani. Ma voi soli non potreste farlo. È Gesù che vi darà
questo Spirito, vi darà la forza
di rinnovare tutto: non voi, ma
Bergoglio, all’epoca cardinale, con don Tantardini
Il filo che lega il Papa a Cl
Tantardini, discepolo di don Giussani e assistente degli universitari,
era amico di Bergoglio. Che gli fu vicino nel momento della malattia
:::
CHI ERA
LECCHESE
Don Giacomo Tantardini è
nato a Barzio (Lecco) il 27
marzo 1946. Ha studiato alla Facoltà teologica di Milano del Seminario di Venegono.
ALL’UNIVERSITÀ
Ha svolto la sua attività pastorale soprattutto tra gli
studenti dell’Università di
Roma. Incardinato nella diocesi di Roma, dal 1983 al
1997 è stato parroco di Santa Margherita Maria Alacoque a Tor Vergata e assistente
ecclesiastico
dell’Università di Tor Vergata.
SCRITTORE
Molto legato al fondatore di
Cl, don Luigi Giussani, agli
inizi degli anni Ottanta ha
pubblicato il volumetto
«Chi prega si salva», tradotto nelle principali lingue
(anche in cinese), che è stato
distribuito in centinaia di
migliaia di copie in tutto il
mondo. È stato inoltre l’anima del mensile «30 Giorni»
diretto da Giulio Andreotti. È
morto il 19 aprile 2012.
Lui in voi».
Concluse
sottolineando
«questo pensiero di Gesù che
è l’unica salvezza, l’unico che
ci porta la grazia, che ci dà la
pace, la fraternità, che ci dà la
salvezza».
Don Giacomo è morto esattamente due mesi dopo, il 19
aprile, e il cardinale, il 6 maggio, volle scriverne un ricordo
rivolto ai tantissimi giovani
che a Roma – attraverso don
Giacomo nei decenni scorsi hanno incontrato Gesù Cristo
e si sono convertiti: «“Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi
hanno annunciato la parola di
Dio; considerando attentamente l’esito finale della loro
vita, imitatene la fede” (Eb13,
7). Così, l’autore della Lettera
agli Ebrei ci esorta a tener presenti quelli che ci hanno annunciato il Vangelo e che già
sono partiti. Ci chiede di ricordarli, ma non in quel modo
formale e, a volte, commiserevole (…). Ci chiede, invece, di
ricordarli a partire dalla fecondità della loro semina in mezzo a noi. (…) Così, con questa
memoria, ricordiamo don
Giacomo e ci chiediamo: che
cosa ci ha lasciato? Quali impronte di lui troviamo sul
cammino della nostra vita?
Oso semplicemente dire che
ha lasciato le impronte di un
uomo-bambino che non ha
mai finito di stupirsi».
LA SORPRESA
Poi con affetto il cardinale
aggiunse: «Don Giacomo,
l’uomo dello stupore; l’uomo
che si è lasciato stupire da Dio
e ha saputo dischiudere il
cammino affinché questo stupore nascesse negli altri. Don
Giacomo, un uomo sorpreso
che, mentre guardava il Signore che lo chiamava, continuamente si chiedeva, quasi non
riuscisse a crederci, come il
Matteo del Caravaggio: io, Signore? Un uomo stupito di
fronte a questa indescrivibile
IL COMMENTO DI JULIÁN CARRÓN
«Con la scelta del nome ci indica
che non ha altra ricchezza che Cristo»
«Nella gioia incontenibile di avere una nuova guida per il nostro
popolo di credenti, sono colpito da come sia riuscito a comunicarci, fin dalle prime mosse, con gesti semplici, comprensibili
per chiunque, dove fissa il suo sguardo». Questo il commento di
Julián Carrón, presidente di Comunione e liberazione, sul nuovo Papa. «Con la scelta del nome, Francesco, ci indica che non ha
altra ricchezza che Cristo. Non si affida a nessun’altra modalità
di comunicarlo se non alla nuda e semplice testimonianza di
Cristo», ha detto ancora il leader del movimento ecclesiale.
«Nella preghiera del Papa insieme alla moltitudine di piazza San
Pietro ha preso forma davanti agli occhi del mondo il miracolo
di quella vita che è la Chiesa, il cui cuore è Cristo stesso», ha aggiunto Carrón.
“sovrabbondanza” della grazia che vince sull’abbondanza
meschina del peccato… un
uomo stupito che si è sentito
cercato, atteso e amato dal Signore molto prima che fosse
lui a cercarlo, ad attenderlo e
ad amarlo; un uomo stupito,
come quelli del lago di Tiberiade…. E quest’uomo stupito
si è lasciato, più di una volta,
interrogare: “Mi ami?”, per rispondere con la semplicità ardente dell’amore: “Signore, tu
lo sai che ti amo”…».
Concluse: «Don Giacomo
era così. Non aveva perduto la
capacità di sorprendersi; rifletteva a partire da quello stupore che riceveva e alimentava nella preghiera... L’ultima
immagine che ho di lui mi
commuove: durante la cerimonia delle cresime a San Lorenzo fuori le Mura, con le
mani giunte, gli occhi aperti e
stupiti, sorridente e serio allo
stesso tempo. Lì, pregammo
per la sua salute... e lui ringraziò con un gesto che era di
speranza di guarire e, allo stesso tempo, di affidamento. Così, per grazia, si può perseverare nel cammino, fino alla fine: l’uomo-bambino si abbandona fra le braccia di Gesù
mentre chiede che passi questo calice, e viene preso e portato in braccio, con le mani
giunte e gli occhi aperti. Lasciandosi sorprendere ancora
una volta, per il dono più
grande. Ringrazio Dio nostro
Signore di averlo conosciuto.
È rivolto anche a me quel
“considerate l’esito della sua
vita e imitatene la fede” della
Lettera agli Ebrei».
L’amicizia con don Giacomo aveva come cornice la
grande stima di Bergoglio per
don Giussani, di cui, il 27 aprile del 2001, volle presentare un
libro a Buenos Aires, «L’attrattiva Gesù».
Anche nel 1999 aveva voluto
far conoscere Giussani ai suoi
fedeli presentando un altro
suo libro, «Il senso religioso».
In quella circostanza disse:
«Ho accettato di presentare
questo libro di don Giussani
per due ragioni. La prima, più
personale, è il bene che negli
ultimi dieci anni quest’uomo
ha fatto a me, alla mia vita di
sacerdote, attraverso la lettura
dei suoi libri e dei suoi articoli.
La seconda ragione è che sono
convinto che il suo pensiero è
profondamente umano e
giunge fino al più intimo
dell’anelito dell’uomo».
Don Giussani volle ringraziarlo personalmente e gli
scrisse un telegramma che –
riletto oggi, considerato come
don Giussani pesava le parole
– assume una colorazione
profetica.
Don Giussani sottolineò infatti che la sua presenza faceva
sentire ai suoi figli spirituali «la
vicinanza del Papa e di tutta la
Chiesa, nostra Madre, per la
quale siamo stati voluti all’esistenza e scelti per ingrossare il
flusso del popolo cristiano
dall’attrattiva Gesù, l’uomoDio che ci ha raggiunti e convinti. Tanto che Lo abbiamo
seguito, con tutti i nostri limiti
e con tutti i nostri impeti, tutto
a Lui offrendo lietamente nella
semplicità del cuore».
IL PRESAGIO
Quella
considerazione
sull’affetto del vescovo di Buenos Aires come segno della
«vicinanza del Papa» appare
oggi come un presagio.
Giussani concludeva: «Ci sia
maestro e padre, Eminenza,
come sento raccontare dai
miei amici di Buenos Aires,
grati alla Sua persona e obbedienti come a Gesù».
Adesso papa Francesco è
maestro e padre per tutta la
Chiesa. È il principio di una
grande purificazione e di un
nuovo inizio che porterà la
Buona Novella a tutti. Come
duemila anni fa.
Chi, come me, ha visto, da
amico, il calvario di quel grande sacerdote romano che è
stato don Giacomo Tantardini
negli ultimi decenni, culminato nella malattia e nell’offerta
della vita per la Chiesa, fino
due giorni fa aveva la sensazione triste di una sorta di disfatta personale. Totale e incomprensibile. Che invece, in
un batter d’occhio, il Cielo ha
totalmente rovesciato. Dalla
croce alla resurrezione. Don
Giacomo ha dato la vita per
regalare alla Chiesa e all’umanità questo pontificato, questa
nuova stagione della cristianità.
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8
PRIMO PIANO
Venerdì 15 marzo 2013
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STATI ESTERI Fu lui l’uomo di punta
della Santa Sede soprattutto nei rapporti con
Asia, Africa e poi anche America del Sud
habemus papam
le nomine
Per il ruolo di ramazzatore
il favorito è un veneto
Pietro Parolin, nunzio apostolico in Venezuela e diplomatico di grande
esperienza, dato in pole position per diventare segretario di Stato
::: segue dalla prima
FRANCO BECHIS
:::
LA SCHEDA
.
(...) è veneto ed è l’attuale nunzio a Caracas, in Venezuela. I due si conoscono e si
frequentano da molti anni, e anche per
questo ieri in Vaticano molti davano per
certo il richiamo a Roma di Parolin, che
quasi tutti indicano come possibile nuovo segretario di Stato al posto di Tarcisio
Bertone. L’unica incertezza è nei tempi:
Parolin potrebbe essere chiamato subito
a diventare il numero due, con la conferma temporanea del segretario di Stato
uscente, che garantirebbe un passaggio
morbido delle consegne, oppure essere
scelto subito come segretario di Stato. In
entrambi i casi non si tratterebbe di una
rottura clamorosa con la Curia vaticana,
e peraltro non sembra questa la decisione del nuovo Pontefice. Parolin è diplomatico di lungo corso: prima di essere
promosso nunzio a Caracas nel 2009, per
quasi sette anni è già stato sottosegretario di Stato vaticano con delega ai rapporti con gli Stati esteri: la carica più rilevante di secondo grado che gli fu affidata
da Angelo Sodano e che mantenne anche sotto Bertone. Fu lui l’uomo di punta
della diplomazia vaticana soprattutto
nei rapporti con Asia, Africa e dopo anche America del Sud. Negli ultimi anni
prima di essere mandato in Venezuela si
era occupato in particolare di tre aree del
mondo: Cina, Vietnam e grandi crisi africane, dalla Somalia alla Nigeria. Il suo
nome era circolato anche per la scelta del
patriarca di Venezia, quando Angelo
SACERDOTE A 25 ANNI
Pietro Parolin è nato a Schiavon, in provincia di Vicenza, il 17 gennaio 1955: ha dunque 58 anni. Ha studiato in seminario proprio a Vicenza ed è stato ordinato sacerdote il 27 aprile 1980.
Dopo aver conseguito la laurea in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Gregoriana,
il 1º luglio 1986 è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede, prestando la propria opera
in Nigeria dal 1986 al 1989 e poi in Messico dal 1989 al 1992.
SOTTOSEGRETARIO IN VATICANO
Il 30 novembre 2002 Parolin è stato nominato sottosegretario della sezione della segretaria di
Stato vaticana che si occupa dei rapporti con gli Stati. Sette anni più tardi, il 17 agosto 2009,
viene nominato arcivescovo ad personam di Acquapendente e nunzio apostolico in Venezuela. Il mese successivo, il 12 settembre 2009, riceve l’ordinazione episcopale da Papa Benedetto XVI nella Basilica di San Pietro.
Scola divenne arcivescovo di Milano.
Proprio alla vigilia della elezione del nuovo Papa il nunzio apostolico di Caracas
aveva concesso una lunga intervista a
una giornalista di un quotidiano on line
locale in lingua italiana, per dire che “la
Chiesa deve diventare sempre piú trasparenza di Gesú e del suo Vangelo, in
pratica deve essere Chiesa, vivere senza
paure e con fiducia la sua identità. La
Chiesa è il “corpo” attraverso il quale
continua, nel tempo e nello spazio, la
presenza salvatrice di Gesú risorto, in cui
si trasmette e si testimonia il suo messaggio di vita in abbondanza, messaggio che
solo risponde alle attese più profonde del
cuore degli uomini”. All’ipotesi che fosse
eletto un Papa latino americano, Parolin
aveva giusto due giorni fa quasi esultato:
“L’America Latina”, ha sostenuto, “ha
tutti i titoli per poter esprimere un Papa.
Non dimentichiamoci che è il Continen-
te dove vive la maggioranza relativa dei
cattolici del mondo. Si tratta di una Chiesa viva, presente nella società, cosciente
della sua vocazione di discepola/missionaria. Credo che l’elezione di un Papa latinoamericano potrà imprimere un impulso forte all’evangelizzazione del no-
EDIZIONE STRAORDINARIA
Oggi «Chi»
dedicato al Papa
Un’edizione straordinaria del settimanale «Chi», interamente dedicata a Papa Francesco, sarà disponibile in edicola a partire da oggi: 68
pagine di foto inedite, testimonianze dirette e curiosità sui retroscena
del Conclave al prezzo di 1,80 euro.
Un’immagine di monsignor Pietro Parolin [Ap]
stro tempo e al contributo chela Chiesa è
chiamata a dare alla soluzione dei grandi
problemi attuali, come la povertà, la giustizia sociale e la convivenza pacifica”
Parolin dunque è un uomo di Curia,
inquadrato come “sodaniano” nella
geografia politica interna, ma fedele dopo anche a Bertone. E' soprattutto un diplomatico con i fiocchi, apprezzato non
solo da papa Francesco. Se come si dice
sarà lui a guidare entro breve la politica
estera vaticana, si capisce quale sarà la linea di Bergoglio nella gestione interna
della Chiesa. Anche in questo l’immagine rivoluzionaria che si è dipinta all’indomani della sua elezione non corrisponde pienamente alla verità (come
l’abito progressista che impropriamente
gli è stato cucito addosso). Papa Francesco ha intenzione di riformare radicalmente la Curia, ma non lo farà con lo
scontro frontale verso le gerarchie attua-
li, né con un repulisti assai semplicistico.
Sceglierà in tempi brevi gli uomini in cui
crede per la guida dei dicasteri, e in questo non è affatto digiuno di relazioni o
possibile ostaggio delle varie cordate.
Non andrà muro contro muro, ma sceglierà all’interno di chi c’è, senza guardare le appartenenze, gli uomini che sembreranno culturalmente e professionalmente più adatti agli incarichi offerti. La
riforma che ha in testa riguarderà piuttosto le strutture dello Stato del Vaticano:
dicasteri e prefetture saranno ridotte
all’osso, e le funzioni il più possibile decentrate. La Chiesa- sarà la linea del nuovo Papa- è del popolo di Dio, e non viceversa. Quindi dovrà seguirlo dove il popolo è: ovunque più che a città del Vaticano. Verranno fatte dimagrire tutte le
strutture, e molti vertici verranno spostati con loro nei paesi dove quelle funzioni serviranno.
Educatori ed evangelizzatori
MODERATORE SUPREMO
La rete di potere dei gesuiti,
l’ordine più «militare» della Chiesa
 Amati e odiati, i Gesuiti
costituiscono l’ordine religioso
più «militare» della Chiesa cattolica. Del resto, prima di fondare
la Compagnia di Gesù a cui appartiene Francesco I, il primo
Papa proveniente dai gesuiti,
sant’Ignazio di Loyola (nato nel
1491 e morto nel 1556), aveva
combattuto e solo in seguito alla
convalescenza dovuta a una ferita di guerra aveva deciso di
cambiare vita.
In realtà, la spiritualità della
Compagnia si fonda su un’esperienza mistica, dalla quale nasceranno gli Esercizi spirituali,
nei quali si invita a meditare su
«Cristo nostro Signore, re eterno, e davanti a lui tutto l’intero
universo; al quale e a ciascuno in
particolare rivolge la chiamata
dicendo: “È mia volontà conquistare tutto il mondo e tutti i
nemici, e così entrare nella gloria del Padre mio; pertanto, chi
vorrà venire con me deve faticare con me, perché seguendomi
nella pena mi segua anche nella
gloria”».
Da quel programma scaturi-
ranno non solo la missione di
evangelizzazione nel Nuovo
Mondo, ma anche la formazione delle classi dirigenti, a cui si
ispira anche la strategia
dell’apostolato gerarchico. Diverranno consiglieri dei re e degli imperatori di tutto il mondo,
fino alla Cina. Ma si scontreranno con un’ostilità, esterna e interna alla Chiesa, che porterà allo scioglimento della Compagnia da parte di Papa Clemente
XIV nel 1773. Avevano continuato a operare in Russia, finché
mezzo secolo più tardi, nel 1814,
Papa Pio VII li aveva ricostituiti.
Nel frattempo i gesuiti si sono
specializzati nella comunicazione. È su loro iniziativa che, a
Napoli il 6 aprile 1850, nasce la
rivista quindicinale La Civiltà
Cattolica, le cui pagine testimonieranno tanto un grande impegno culturale e scientifico,
quanto le crisi dottrinali attraversate dalla Compagnia nel post-Concilio Vaticano II, dalle
quali tuttavia era rimasto al riparo l’editoriale, sempre sottoposto all’approvazione del Papa
:::
Adolfo Nicholas Pachon, 77 anni, è
dal 2008 Preposito generale della
Compagnia di Gesù, vale a dire il
«moderatore supremo» dell’ordine
LA SCHEDA
LE ORIGINI
La Compagnia di Gesù è un
istituto religioso maschile di
diritto pontificio: i membri di
questo ordine di chierici regolari sono detti Gesuiti.
L’ordine venne fondato da
Ignazio di Loyola che, con
alcuni compagni, a Parigi nel
1534 fece voto di predicare
in Terra Santa (progetto poi
abbandonato) e di porsi agli
ordini del Papa. I gesuiti osservano il voto di totale obbedienza al papa e sono particolarmente impegnati nelle missioni e nell'educazione.
STUDI GESUITI
Fra le personalità italiane
note che hanno studiato in
istituti della Compagnia di
Gesù ci sono l’ex presidente
del Consiglio Mario Monti,
il presidente della Bce Mario
Draghi, Luigi Abete, Luca di
Montezemolo, e poi l’ex direttore di «Liberazione» Piero Sansonetti, il direttore del
«Fatto Quotidiano», e Francesco Rutelli.
prima della pubblicazione. L’attuale direttore della rivista, Antonio Spadaro, è un esperto di
nuovi media. I gesuiti, dal 1931,
gestiscono anche la Radio Vaticana.
Attualmente, dopo una lunga
e difficile fase di normalizzazione avviata da Papa Giovanni
Paolo II, dal 2008 il loro preposito generale è lo spagnolo Adolfo
Nicolás Pachón.
Si è tornati alla missione principale, il servizio della fede e la
promozione della giustizia, insieme alla proclamazione del
Vangelo. Per questo molti gesuiti hanno fatto della scuola e
dell’educazione dei ragazzi il loro impegno principale, inventando i collegi. Presenti nelle
università, nelle scuole, nei centri di ricerca e di educazione popolare, nelle parrocchie, nei
centri di spiritualità, nelle comunità di vita cristiana i gesuiti
hanno formato le élite di numerose nazioni.
In Italia, presso l’istituto gesuita Leone XIII di Milano, ha
studiato, dalle elementari al liceo, il presidente del Consiglio
Mario Monti. A Roma, invece,
l’istituto Massimiliano Massimo è stato frequentato dal presidente della Bce, Mario Draghi,
dal presidente della Bnl Luigi
Abete, dal sottosegretario agli
Esteri Staffan De Mistura, dal sociologo De Rita, dal prefetto
Gianni De Gennaro e dal presidente della Ferrari Luca di Montezemolo. Fra gli allievi di sinistra si contano invece l’ex direttore di Liberazione Piero Sansonetti, il direttore del Fatto quotidiano, Antonio Padellaro e
Francesco Rutelli.
Accanto alla loro vocazione
principale, i padri della Compagnia svolgono anche il loro servizio nelle prigioni, negli ospedali, nelle missioni, accanto agli
emarginati della società. Nel
passato hanno svolto un ruolo
importante nel contrastare la
diffusione del protestantesimo
e nel diffondere i dettami del
Concilio di Trento. Ma la loro
storia è anche costellata di numerose vite di santi e di martiri.
Ora hanno anche un confratello
Vicario di Cristo.
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POLSO GESUITA Il «polso» politico del
gesuita sarà diverso da quello di Ratzinger,
che lasciò ampi spazi ai suoi collaboratori
habemus papam
gli scandali
Dallo Ior agli appalti, le sacre stanze da ripulire
Il nuovo segretario di Stato sarà decisivo per mettere in pratica l’opera di cambiamento che
Francesco vuol perseguire in Curia. Primo punto: la banca vaticana. Per poi estirpare la corruzione
::: segue dalla prima
GIANLUIGI NUZZI
GRAND COMMIS IN TONACA
.
(...) che raccoglie consensi tra chi ha finora guidato i dicasteri e che vedeva in
Bertone il proprio punto di riferimento?
Oppure andrà a cercare un conoscitore
dei Sacri Palazzi ma capace di imporre
una frattura con gli ultimi anni segnati
dagli scandali? La scelta del segretario di
Stato è un evento assai meno mediatico
della fumata bianca, della Sistina, dei
porporati che convergono sul nuovo
Pontefice. Ma è uno snodo nevralgico
per immaginare se e in che termini il
compromesso vigilerà sui delicati equilibri tra la Chiesa fuori e dentro le mura.
L’altra e ultima carta è quella di un
outsider. Un’ipotesi che però pare difficile. Si sta attraversando una fase troppo
delicata, i tempi di reazione, l’attesa dei
fedeli, i problemi sempre più evidenti riducono le possibilità di un segretario
che non ha esperienze di governance.
L’esclusione poi degli italiani metterebbe in difficoltà la nutrita pattuglia di porporati italiani, che si troverebbe sotto un
giudizio pubblico ancor più palese di
quanto emerso dal passo indietro di Benedetto XVI. Così nella pattuglia degli
italiani, seppur diversi tra loro, emergono diversi nomi. Piacenza su tutti andrebbe a raccogliere una trasversalità
nella comunità italiana: ex bertoniano,
incontra consensi da chi era prima vicino a Bertone ma è anche capace di coagulare forze riformiste vicine a Ruini e
Bagnasco.
Non bisogna nemmeno dimenticare
che il nuovo segretario di Stato dovrà far
patrimonio del dossier sugli scandali
della Curia redatto dai tre cardinali di
Vatileaks e lasciato da Ratzinger al suo
successore. Una sorta di testamento
morale, che pesa sui primi passi del
nuovo pontificato. Trecento pagine che
passano in rassegna limiti, scandali,
scontri, congiure, interessi, devianze
nei Sacri Palazzi. Quale sarà la reazione
del Pontefice alla lettura? Visti i passati e
numerosi richiami di Bergoglio alla
“Méditation sur l’Eglise” di Henri De
::: FOSCA BINCHER
 Non era mai accaduto nella storia della Chiesa. Già un’ora e
mezzo dopo la fumata bianca del
conclave alcuni dei protagonisti
diretti si sono fiondati sui propri
social network non solo per festeggiare papa Francesco, ma anche per rivelare qualche segreto
della sua elezione e soprattutto
dei momenti immediatamente
successivi. È stato l’arcivescovo di
New York, Timothy Dolan a raccontare le prime parole rivolte
agli altri 114 cardinali da Jorge
Mario Bergoglio appena eletto
Papa: «Dio vi perdoni, per avermi
portato qui la casa». È stato il sudafricano Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, a raccontare che subito dopo quelle parole
Papa Francesco si è prima ritirato
in preghiera, poi si è fatto vestire
di bianco ed è tornato nella cappella Sistina: «l’ha attraversata al
centro ed è andato a salutare con
un abbraccio il Cardinale Ivan
Diaz che non può camminare be-
Tarcisio Bertone è stato segretario di Stato
vaticano fino allo scorso 28 febbraio [Lapr.]
Lubac, alla condanna della cosiddetta
“mondanità spirituale” tra vanità e carrierismo di chi vede magari il cardinalato come luce che brilla, vanto e non missione e servizio, è facile annunciare una
imminente e profonda riforma della
Curia. Riducendo i dicasteri come si anticipava nelle congregazioni alla vigilia
del Conclave, riportando la collegialità
al cuore del potere, evitando quei personalismi imputati spesso a Bertone. A
proposito di quest’ultimo, bisognerà
vedere se e come si esprimerà il suo grado di influenza, se durerà l’asse con l’altro ex segretario di Stato, Angelo Sodano, o se si romperà questa fragile e giovane alleanza. In Curia non bisogna
nemmeno dimenticare la presenza discreta ma pesante e ingombrante di
Ratzinger, e quella dell’esigua pattuglia
di tedeschi che Benedetto XVI aveva
portato Oltretevere. Come si muoverà
monsignor Georg? Farà da pontiere tra
Francesco e il Papa emerito per evitare
che l’argentino cada nelle trappole tese
dai gattopardi, da chi annuncia grandi
cambiamenti perché nulla cambi.
Il primo banco di prova sarà così la finanza. Come si comporterà Francesco
rispetto alle filiere di potere che Bertone
è riuscito a incardinare nell’apparato? E,
soprattutto, quale sarà la linea rispetto
al futuro dello Ior, l’Istituto Opere di Religione dove il cardinale vercellese è stato appena riconfermato nella commissione cardinalizia di controllo per altri
cinque anni? Insomma, tante questioni
aperte che, a scendere, arrivano anche
alla gestione quotidiana dell’istituto,
che vede oggi nell’ex Banca di Roma
Paolo Cipriani il direttore generale assai
vicino sempre al segretario di Stato. Le
strade potrebbero essere diverse: la riconversione della banca adottando in
pieno le misure di trasparenza che voleva Benedetto XVI e che erano state come
imposte dagli organi come Moneyval
che ancora chiedono l’adozione dei
protocolli internazionali. Criteri che andrebbero a impattare su tutti gli organi
finanziari della Santa Sede, ridando
centralità, per intendersi, a chi ne ha fatto una propria bandiera sino a essere
messo in minoranza e risentirne nella
salute, come il cardinale Attilio Nicora.
Una linea ancora più radicale sarebbe
quella di chiudere la banca voluta nel
1942 da Pio XII, andando a trattare convenzioni con i più accreditati istituti di
credito europei per tutte le operazioni
necessarie. Sarebbe questa una mossa
mediatica molto forte - del resto San
Francesco non era proprietario di una
banca - e avrebbe ricadute imprevedibili sulla gestione degli investimenti, con
una oggettiva ammissione di colpa per il
passato che diventerebbe insuperabile.
L’altra questione nella governance riguarda certamente l’Apsa, che si occupa
della gestione immobiliare, e il governatorato, che si occupa delle spese, degli
acquisti, tra forniture e appalti che interessano tutto lo stato Città del Vaticano.
Lo scandalo dell’ex segretatario generale monsignor Carlo Maria Viganò diventa un’eredità ingombrante. Anche perché Viganò, lombardo brusco schivo e
scaltro, dopo esser stato mandato nunzio apostolico a Washington, ha informato dettagliatamente la comunità dei
porporati americani per far capire loro
la congiura della quale sarebbe rimasto
vittima. Congiura ordita - a suo dire - dopo aver denunciato casi di sprechi e corruzioni al Papa. Congiura tramata da
Bertone (indicato a Benedetto XVI anche dall’ex direttore dell’Avvenire Dino
Boffo nei suoi scritti al Pontefice di un
paio di anni fa) con l’aiuto di laici come il
giovane dirigente Rai Marco Simeon
(che ha sempre negato). E non è un caso
che proprio dalle Americhe siano venute le richieste più pressanti sui leaks vaticani e sulla questione dello Ior, a iniziare dal capitolo della misteriosa fuoriuscita dell’ex presidente Ettore Gotti
Tedeschi. Più volte il banchiere aveva
chiesto di poter essere sentito, di poter
raccontare quanto accaduto, senza ricevere alcuna risposta da organi di guida che vedono fortemente consiglieri di
assoluta fiducia di Bertone.
C’è infine forse il capitolo più importante: la capacità del segretario di Stato
di dare applicazione alle linee indicate
dal Pontefice. Il “polso” politico del gesuita sarà ben diverso dalla guida dogmatica di Ratzinger, che ha lasciato ampi spazi ai suoi più stretti collaboratori.
Ma Francesco, ricordando di venire
dall’ultimo posto del mondo, promette
di portare la “Chiesa poverella” oltre le
mura leonine.
I social della fede
Cardinali 2.0: tutti a twittare
Subito dopo il Conclave i partecipanti hanno riferito particolari e rivelato segreti via web
“
 Dio vi perdoni
per avermi portato
qui la casa
DOLAN E LE PRIME
PAROLE DEL PAPA
 Ha abbracciato
il CardinaleDiaz che
non può camminare
FOX NAPIER
.
ne». Sempre Dolan ha raccontato
come papa Francesco abbia subito chiesto ai cardinali se andava
loro bene celebrare la messa nella
cappella Sistina giovedì pomeriggio, perché prima avrebbe vo-
luto andare a salutare il suo predecessore e visitare una delle più
antiche basiliche di Roma. L’arcivescovo di New York nel suo blog
ha raccontato senza particolari
piccanti le ultime 48 ore vissute a
il graffio
Messori, ma per favore...
Lo sapeva, Vittorio Messori, ma non l’ha detto a nessuno.
Sapeva, il prestigioso giornalista che ha intervistato due Papi,
che la scelta sarebbe caduta su Jorge Mario Bergoglio. Ma, ha
scritto ieri in prima sul Corriere, ha preferito dirlo solo a Michele Brambilla (che, per inciso, lavora per la Stampa). Messori sa anche chi vincerà la Champions. Lo riferirà solo al triplice fischio.
Santa Marta: «Siamo venuti a St.
Martha dopo la Messa per eleggere il Pontefice nella Basilica di
San Pietro, il martedì mattina.
Ogni pomeriggio, e ogni mattina,
abbiamo preso un autobus per
coprire il quarto di miglio della
distanza dal Cortile di San Damaso. Avrei preferito andare a piedi,
ma è stato sempre piovoso e umido e ho preferito non scendere e
camminare poi nella Cappella Sistina per compiere il nostro dovere di cardinali-elettori. I giardini
dei corridoi del Vaticano erano
misteriosamente vuoti. Dopo
tutto, il papa non era più lì. Ho
sempre sognato di trascorrere alcune ore ininterrotte che cercano
sulle pareti e soffitti della Cappella Sistina. Non pensavo che lo
[email protected]
avrei fatto in questo modo! Uno
dei cardinali più anziani, che ha
vuissuto il conclave del 2005, mi
ha assicurato che avrei sentito la
presenza dello Spirito Santo in
tutto questo. Aveva ragione. Non,
in raggi di luce brillante, o nel
suono del vento, o in lingue di
fuoco, ma nella preghiera comune e privata, nelle prestazioni di
giuramento, nelle parole di ispirazione, nelle informazioni
scambiate, e nell'incoraggiamento, nell'arte e nel canto di lavoro l’ho proprio percepito».
Anche l’ex cardinale di Los Angeles, il discusso Roger Mahony
(le associazioni antipedofilia
avevano chiesto che non partecipasse al conclave per avere coperto troppi preti della sua diocesi che si erano macchiati di quel
delitto), nelle ultime 24 ore ha
cinguettato a ripetizione. Felice
per papa Francesco: «Non sentite
l'energia nuova nella Chiesa, e di
essere uniti l’uno con l'altro? Sperimenteremo una nuova Pentecoste come i primi cristiani».
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Venerdì 15 marzo 2013
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SEGNALI DI FUMO La Cina spera nella
rottura delle relazioni diplomatiche VaticanoTaiwan per favorire il dialogo con Pechino
habemus papam
le reazioni
IL CONCERTO
PERSEGUITATI
Il Gonfalone di Roma
festeggia il Pontefice
a tempo di tango
Migliaia di cristiani pakistani protestano contro i recenti attacchi condotti da fondamentalisti musulmani
contro le loro comunità Epa
::: ANDREA MORIGI
 Dopo la fumata bianca, alla
Santa Sede arrivano segnali di fumo da ogni parte del mondo. La
Cina invita pubblicamente Papa
Francesco a un atteggiamento
«pratico e flessibile», e nel frattempo avanza la consueta pretesa
di una rottura delle relazioni diplomatiche fra il Vaticano e Taiwan per favorire il dialogo con Pechino. E, da subito, fa balenare la
minaccia di persecuzioni verso la
Chiesa non asservita al regime.
Va da sé che i messaggi in codice torneranno al mittente, a testimoniare che i fronti aperti durante gli otto anni del pontificato di
Benedetto XVI necessitano di un
ulteriore sforzo.
Alla diplomazia vaticana non
sfugge l’ostilità espressa sotto forma di congratulazioni per l’elezione. Spesso sono i persecutori
più accaniti a lanciare gli appelli
più accorati alla tolleranza. Il portavoce dei Fratelli Musulman,
Mahmoud Ghozlan ricorda che
«il Papa precedente aveva un approccio a volte conflittuale e le sue
parole potevano suonare come
offensive nei confronti del profeta
dell’islam». Al nuovo Pontefice
chiede di lavorare «per raggiungere la pace nel mondo e per disinnescare l’odio tra le nazioni» e
perfino di impegnarsi a «realizzare i princìpi di Cristo». Infine
esprime l’auspicio che «migliorino i rapporti tra il Vaticano e Al
Azhar», l’Università islamica del
Cairo. Peccato che si fossero interrotti nel 2010, in seguito a un
appello di Papa Benedetto XVI a
proteggere i cristiani d’Egitto.
Quale potrà essere la politica
della Santa Sede, lo anticipa siu
Islamici e cinesi minacciano
«Non ci si metta contro»
I Fratelli Musulmani chiedono di rompere con la linea di Benedetto XVI
Ma il Pontefice guarda anche alla persecuzione dei cattolici in Occidente
Asianews un altro egiziano, il gesuita Samir Khalil Samir, secondo
il quale, poiché il suo confratello
«è stato per anni ordinario delle
Chiese orientali, sarà sensibile ai
problemi di queste terre. Le Chiese d’Oriente ormai hanno più fedeli nel continente americano
che nei loro Paesi d’origine. Queste caratteristiche consentiranno
al Papa di poter parlare a tutta la
Chiesa universale». E non solo, visto che la Chiesa ortodossa russa
e il presidente Vladimir Putin lo
incoraggiano a proseguire sulla linea del predecessore mentre il
primo invito in Medio Oriente arriva dal presidente israeliano Shi-
mon Peres, insieme agli auguri
delle comunità ebraiche.
In effetti, il tema della libertà
religiosa si annuncia da più parti
come il nodo centrale da affrontare. Il sociologo torinese Massimo Introvigne, coordinatore
dell’Osservatorio della Libertà
Religiosa istituito dal Ministero
degli Esteri, ricorda che, oltre al
sostegno ai cristiani perseguitati
nel mondo, nel suo ministero a
Buenos Aires il cardinale Bergoglio abbia denunciato sistematicamente come «la Chiesa sia oggi
perseguitata anche in Occidente»
e si sia battuto perché «sia riconosciuto che la libertà religiosa dei
cristiani è violata quando la Chiesa è pubblicamente insultata e
messa in ridicolo». Il sociologo cita un testo del cardinale Bergoglio
secondo cui «la Chiesa è perseguitata tramite il metodo della
diffamazione e della calunnia che
crescono, contagiano e si giustificano fino al punto di sembrare ragionevoli», e menziona pure gli
interventi del futuro Pontefice sul
tema delicato del conflitto tra libertà di espressione artistica e diritto delle comunità religiose a
non sentirsi offese. Dunque, conclude Introvigne «possiamo attenderci da Papa Francesco una
forte attenzione, nel solco di Be-
nedetto XVI, al tema della libertà
religiosa e alle sue violazioni non
solo in Africa e in Asia, ma anche
in Occidente, dove l’intolleranza
verso i cristiani sempre più spesso
diventa discriminazione e persecuzione».
Chi avrà da dolersi, molto probabilmente, saranno gli attuali
governanti statunitensi, in particolare i «cattolici adulti» come il
vicepresidente Joe Biden e il segretario di Stato John Kerry. Sono
seriamente a rischio scomunica.
Da presidente dei vescovi argentini, non più tardi di cinque anni
fa, l’allora cardinale Bergoglio richiamava i politici alla «coerenza
Ieri sera all’Oratorio del Gonfalone di Roma, come per
una felice premonizione dopo la nomina del papa, s’è tenuto il concerto dal titolo
«italiani in viaggio» eseguito
dal «Duotango», un duo di
chitarre italo-argentino costituito dall’italiano Giorgio
Albiani, docente del Conservatorio di Cesena, e dall’argentino Omar Cyrulnik che è
anche assessore della direzione generale dell’insegnamento artistico del Ministero
della Cultura. «Duotango»
hanno eseguito tutta la musica più rappresentativa della
tradizione argentina da nord
e sud, per arrivare al tango di
Buenos Aires.
Questo progetto, ideato dallo
stesso Giorgio Albiani, raccoglie musica di compositori
italo-argentini che hanno
fatto lo stesso viaggio della famiglia del Santo Padre. Con
questo concerto il Gonfalone
celebra così papa Francesco.
eucaristica», cioè ad astenersi
dalla comunione nel caso in cui si
fossero schierati a favore
dell’aborto, dell’eutanasia o di altri crimini contro la famiglia.
Altri, addirittura, temono la
guerra. Nel Regno Unito, la stampa ricorda che nel 2012, a
trent’anni dal conflitto alle Isole
Malvine, Bergoglio aveva invitato
i fedeli a pregare «per coloro che
sono caduti in difesa della madrepatria» e «a rivendicare» la sovranità sull’arcipelago dell’Atlantico
«usurpato» dai britannici. Ora che
è Papa e a Londra non governa
più Margaret Thatcher, la faccenda si fa terribilmente seria.
I parenti piemontesi
«Noi Bergoglio, gente seria
Jorge è sempre di famiglia»
::: CHIARA PELLEGRINI
PORTACOMARO STAZIONE (ASTI)
 Nel piccolo comune di Portacomaro
Stazione, poco più di 2.000 anime nel cuore
dell’astigiano, Anna, Armando e Delmo
Bergoglio, i tre cugini di terzo grado del
Santo Padre, sono pronti a partire per Roma. Ieri sono stati contattati dalla Santa Sede per organizzare la loro presenza in Vaticano il 19 marzo, in occasione della messa
d’insediamento di Jorge Mario Bergoglio.
Notte insonne per il signor Delmo. Contadino e allevatore, prossimo alla pensione, si concede emozionato all’assalto della
stampa. «Quando ho sentito pronunciare il
mio cognome con orgoglio ho pensato “ecco un Bergoglio Papa”». E a chi gli chiede
come si sente a essere cugino, seppur alla
lontana, del nuovo Pontefice, risponde: «I
Bergoglio sono gente seria e decisa che non
si lasciano comprare con quattro risate».
Il ricordo che il signor Delmo ha di Papa
Francesco risale alla Seconda Guerra Mondiale. «Avremmo avuto cinque o sei anni,
non ricordo bene. Abbiamo vissuto nella
stessa casa, seppur in periodi diversi. Tornò in queste terre quando era cardinale.
Non c’ero ma i parenti mi hanno raccontato che era normale, uno di noi». Fu allora
che Papa Bergoglio volle portare via in un
sacchetto un po’ di terra, per non dimenticare le proprie origini.
Anche il cugino Armando, agricoltore e
allevatore di una decina di mucche e vitelli,
ha voglia di raccontare un po’di storia della
famiglia. «I Bergoglio comprarono questa
casa nel 1864», spiega, «Qui erano tutte vigne, erano tutti contadini. Il bisnonno del
Papa, che si chiamava Francesco viveva
qui, poi il nonno, che aveva un negozio di
alimentari ad Asti emigrò in Argentina».
Oggi nella casa che fu di Papa Francesco
e dei suoi nonni c’è un nuovo proprietario.
Il signor Giorgio, che ha acquistato l’abitato nel 1990, racconta di un rapporto epistolare con l’allora cardinale iniziato nel 2005,
all’epoca del penultimo Conclave, quando
il futuro Papa andò in visita dai suoi parenti
nell’astigiano. «Quella volta io non c’ero»,
racconta il signor Giorgio, «ma poi gli scrissi, gli mandai le foto della casa e lui mi ri-
IL RITRATTO
Da sinistra, dietro: Alberto Horacio (fratello), Jorge
Mario Bergoglio, Oscar Adrian (fratello), Marta
Regina (sorella). Davanti: Maria Elena (sorella),
Regina (madre) e Mario Jose (padre) Ansa
spose». Diverse lettere tra l’Argentina e il
piccolo paese dell’astigiano, l’ultima del 9
gennaio scorso, in tutte, racconta ancora,
«mi ha chiesto di pregare per lui. Forse ho
pregato troppo», sorride.
La cugina Anna continua a ricevere telefonate e visite. «È un momento molto bello», confessa, «non posso dire che ce lo
aspettavamo, ma posso dire che siamo felici. Anna, 67 anni, impiegata in Comune a
Portacomaro fino a pochi anni fa, ora pensionata, vive con la figlia Roberta, 44 anni,
operaia in una fabbrica della zona, e il cugino Armando. La loro cascina è un via vai di
gente del posto e di giornalisti da ogni dove.
C’è anche il sindaco di Portacomaro, Walter Pierini. «Stiamo pensando cosa potremmo organizzare per onorare questo
grande evento», ha detto il primo cittadino,
«forse un pullman per Roma. Invitare il Papa qui ora ci sembra davvero azzardato, ma
magari fra due anni quando ci saranno le
celebrazioni di Don Bosco». Domenica alle
11, nella chiesa della Beta Vergine degli Angeli si celebrerà una messa di ringraziamento per il nuovo Pontefice.
PRIMO PIANO
Venerdì 15 marzo 2013
11
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IL MALE Il 13 è sempre alla fine di un ciclo:
13 i mesi lunari, 13 erano nel Cenacolo, 13 il
numero associato alla sommossa di Lucifero
habemus papam
le profezie
Col Papa «nero» spunta la «fine del mondo»
Il nuovo Pontefice gesuita scatena il millenarista: il pianeta non ha scampo. In effetti, dopo Grillo
in Parlamento e Prodi ricandidato al Quirinale qualche dubbio viene. Ma resta un’enorme baggianata
::: segue dalla prima
MARIO GIORDANO
.
(...) che significa?». È lo stesso colore
dell’incarnato di Bergoglio. «Lo vedi che
sei cieco? Bergoglio è il Papa Nero». Sì, e
io sono Brigitte Bardot da giovane. «E allora stammi a sentire, a’ Brigitte». Sono
tutt’orecchie. «Il Papa non è forse un gesuita?». Lo è. «I gesuiti non hanno forse
un superiore?». Come quasi tutti, purtroppo. «E il superiore dei gesuiti non
viene forse chiamato Papa Nero?». Sì,
viene chiamato così. «Allora vedi che ho
ragione io: Papa Francesco è il Papa Nero. La fine del mondo è vicina».
Avete mai avuto a che fare con un millenarista convinto? Il pianeta non ha
scampo, voi neppure. Il millenarista
non sente ragioni, soprattutto non sente
la ragione: procede per istinto e terzine
di Nostradamus, suggestioni bibliche,
Fatima, Lourdes e profezie simil Maya.
E alla fine riesce sempre a raccontarvi
l’Apocalisse come se fosse l’Almanacco
del giorno dopo. Quando poi anche Sua
Santità il Pontefice ci si mette d’impegno, citando nelle sue primissime parole la «fine del mondo», chi li tiene più i
profeti di sventura? «Era un messaggio
chiaro, non hai capito?». A me sembrava
solo una battuta simpatica... «E te pare
che il Papa sale lassù in alto e poi fa le
battute come al cabaret? Che è il Vaticano o Zelig?». Beh, in effetti… «Credimi:
nessuna parola viene lasciata al caso».
Ne sei così sicuro? «E tu no?». Ho qualche dubbio. «A’ Brigitte, svegliati…».
Ok, d’accordo, mi sveglio. Ma non riesco a credere alla profezia di Malachia,
non mi appassiona Nostradamus, ho
affrontato a pie’fermo il «mille e non più
mille» dell’anno 2000, ho strologato su
black-out mondiali, bachi informatici,
catastrofi nucleari legate al cambio di
millennio, ho fatto finto di tremare persino sull’assai più laica e recente profe-
zia Maya, che andava tanto di moda. Ed
essendo sempre regolarmente sopravvissuto insieme all’umanità intera, ora
mi viene da ridere quando vedo qualcuno che ancora si affanna a cercare segni
dell’incombente catastrofe, come se
non bastassero gli effetti del governo
Monti. «Papa Ratzinger? Aveva nel cantone sinistro del suo simbolo una testa
di moro (Il presagio! Il presagio!). E poi
Malachia non parlava forse di De Gloria
Olivae?». Sì, ma che c’entra? «C’entra,
eccome: Papa Ratzinger è nato nel sabato santo del 1927, dunque sotto il segno
dell’ulivo (Un altro presagio! Un altro
presagio!)». Sì, ma che c’entra? «C’entra,
ascolta: in Segreteria di Stato chi c’è?
Bertone? E sai qual è il nome completo
di Bertone? Tarcisio Pietro. E dove è nato? A Romano Canavese?». Sì, ma che
c’entra? «C’entra, ascolta: qui siamo arrivati al Papa Pietro Romano di cui parla
LA «TRINITÀ»
Uno scatto del 1979 (riproposto su
Twitter) riunisce gli ultimi tre Papi: a
destra Wojtyla (allora in carica), a sinistra Ratzinger, in mezzo Bergoglio.
Malachia, che pascerà il gregge fra mille
tribolazioni». E dunque è la fine del
mondo? «Sicuro».
Sicuro, come no? Siamo alla fine del
mondo. Forse è per questo che mi sento
così confuso. C’è Grillo in Parlamento,
Prodi ricandidato al Quirinale, in Russia
piovono meteoriti, il Torino forse si salva e il Papa si dimette: una serie di congiunture astrali davvero difficili da ritrovare tutte insieme. Il millenarista ci
sguazza felice come un bambino a Gardaland: «Cosa diceva Nostradamus?».
Sinceramente non l’ho mai capito.
«Perché sei un cieco». No, è che preferisco leggere Topolino. «Fai lo spiritoso,
ma intanto adesso si capisce che cosa
voleva dire». Di che stai parlando? «Non
la conosci la sestina dei Gemelli?». No,
preferisco la sestina del Leone, della Bilancia o meglio di tutto quella della Vergine. «Stupido: nella sestina dei Gemelli
si dice che il mondo finirà quando avrà
generato appunto due gemelli». Continuo a non capire. «Lo vedi che sei cieco?
Con Papa Francesco ci sono due gemelli». Che dici? È padre? Di due gemelli? E
nessuno lo sa, a parte il tuo Nostradamus? «Stupido al quadrato. I due gemelli sono i due Papi, no? Come fai a non capire…».
Già, come faccio a non capire? Evidentemente non ho i numeri per queste
profezia. «A proposito di numeri…». No,
per favore fermati... «Ci hai fatto caso?».
A che cosa? «Quando è stato eletto Papa
Francesco?». L’altro ieri. «E che giorno
era?». Il 13. «Di più». Il 13 marzo.
«13/3/2013». Cabala? «Il 13 è sempre alla
fine di un ciclo: 13 sono i mesi lunari, 13
sono i segni nell’astrologia celtica». Tredici era il numero del panchinaro nelle
vecchie squadra di calcio. «Ma perché
dici sempre stupidaggini? 13 erano nel
Cenacolo, 13 sono le lettere che compongono in latino Jesus Christus, 13 è il
numero associato alla sommossa di Lucifero. E poi quel numero ha un significato astrologico: sai quanto fa la somma
dei primi 13 numeri?». Mai stato bravo
in matematica. «Fa 91». Come il tram
che passa dal centro. «Ma va’: 91 è il numero di giorni che c’è in ogni stagione».
E allora? «Allora tutto torna». Allora benissimo: tutto torna, ma io me ne vado,
caro amico millenarista. Perché, diciamoci la verità: può anche darsi che la fine del mondo sia vicina davvero. Ma allora, nel caso, se davvero ci restano poche ore di vita, vorrete mica sprecarle
occupandovi di simili baggianate?
La salute
Azzardo papale
Vive con un polmone solo
La santa cinquina da giocare
Gli è stato asportato per una grave infezione quando aveva 21 anni
Giorno, nome, provenienza, data di nascita: i numeri sono 1-13-28-36-65
 Tante le curiosità su
Papa Francesco che circolano
incessantemente sui media di
tutto il mondo, dalle 19.06 del
13 marzo.
Dall’istante preciso della
sua investitura ufficiale a
nuovo Pontefice, c’è anche
una notizia che riguarderebbe in particolare un suo specifico problema di salute. Jorge Mario Bergoglio, stando a
giornali ed esperti, vivrebbe
infatti con un solo polmone.
Un solo polmone anche se
perfettamente funzionante; e
il motivo che lo ha portato a
questa condizione è un po’
particolare. All’età di 21 anni,
quando ancora non era entrato in seminario e conduceva una vita normale tra studi,
amici e fidanzata, Mario fu
colpito da una grave polmonite, e gli venne asportata la
parte superiore del polmone
destro. A quell’epoca, infatti,
malattie polmonari come infezioni fungine o polmoniti
erano curate soltanto chirurgicamente per la scarsità di
antibiotici.
Ed è proprio per questo
motivo che i vaticanisti lo
avevano escluso dalla lista
dei papabili durante quest’ultimo conclave, nella convinzione che il successore di
Ratzinger dovesse essere giovane ed energico. Ma i cardinali elettori, evidentemente,
hanno poi usato un diverso
metro di giudizio.
Il 76enne Jorge Mario Bergoglio secondo il biografo ufficiale del Papa Sergio Rubin,
«ha rallentato un poco» con
l’età e sente gli effetti
dell’operazione. Ma niente di
grave, ci auguriamo tutti noi,
e nessun impedimento per
essere il Santo Papa di tutti.
LA PROFEZIA SU TWITTER
Il sogno che si avvera
.
«Il mio ragazzo si è svegliato alle 4 del mattino dicendo di aver
sognato un nuovo Papa chiamato “Francesco I” e oggi Benedetto si dimette». La frase fu scritta da Yolanda De Mena, ragazza spagnola su Twitter l’11 febbraio scorso, a mezzanotte.
 L’elezione di Papa Francesco ha attirato l’attenzione
di tutto il mondo, suscitando
grande emozione anche tra i
giocatori del Gioco del Lotto
che non si sono fatti scappare
l’occasione di dar vita ad una
cinquina speciale.
1) Papa Francesco è il primo papa sudamericano in assoluto e il primo nella storia a
scegliere questo nome. 13) come il giorno della sua elezione, avvenuta appunto il 13
marzo. 28) come il Paese natale del nuovo papa, l’Argentina, il cui bisnonno era piemontese. 36) come 1936, anno della sua nascita a Buenos
Aires. 65) secondo la smorfia è
il numero associato al nome
Francesco.
La figura del Papa ha già
portato fortuna anni fa a due
fortunati giocatori pugliesi
premiandoli con vincite pluri-
milionarie. La prima vincita
risale a mercoledì 24 aprile
2005, a pochi giorni dalla
scomparsa di Papa Giovanni
Paolo II: a Surbo, in provincia
di Lecce, un fortunatissimo
giocatore centrò in pieno la
cinquina 2-19-26-78-85 su
tutte le ruote ispirata a Papa
Wojtyla (Giovanni Paolo II),
riuscendo a portarsi a casa
una vincita totale di ben
3.062.250 euro con una giocata da 15 euro.
La seconda vincita milionaria legata alla figura del Papa
risale al 2008: ben 3.031.250
euro a fronte di una giocata da
1,50 euro, con la cinquina 518-20-71-89 sulla ruota di Bari. Il vincitore, un cittadino di
Vernole (LE), prese tre dei cinque numeri giocati (18, 5 e 20)
che corrispondevano al giorno, mese e anno di nascita di
Giovanni Paolo II.
12
ITALIA
Venerdì 15 marzo 2013
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::: GOVERNO CERCASI
Dall’Alabama alla Cina
La grillina che pare Giannino
Giallo sulle lauree all’estero
La neoeletta Marta Grande punta a diventare la nuova Pivetti
ma non c’è traccia di titoli e master che aveva annunciato di avere
::: ENRICO PAOLI
 Due lauree e un master.
Tutto preso all’estero, fra l’Alabama e la Cina. Anzi, no. Una sola
laurea all’Università di Huntsville
e due master. Macché, una laurea
e un master. No, no. Una semi
laurea, una quasi laurea e vari master. Ma no master master, solo
corsi. Ecco, sì corsi. E un solo diploma, non laurea. Di maturità
scientifica, però, preso in Italia.
Almeno questo.
Eccolo qua il gioco dell’oca dei
titoli di studio di Marta Grande,
grillina del grande passato e dal rilucente futuro, osannata dal quotidiano La Repubblica come se
fosse la nuova Irene Pivetti. E lei,
già compresa nella parte racconta
al quotidiano di Ezio Mauro di
avere una Laurea in lingue presa
in Alabama, un master alla Luiss e
un diploma all’università di Pechino. Più accessori vari. Tutte
cose che Repubblica prende per
buone, salvo poi dubitare il giorno dopo, come abbiamo fatto noi
di Libero. Ma siccome questo è il
suo momento meglio esagerare:
«Il mio mito è Nilde Iotti». E invece Marta Grande da Civitavecchia
è solo una ragazza di 25 anni, furba e maldestra al contempo, che
ha saputo prendere al volo il treno
fatto partire da Beppe Grillo, lanciato contro il Parlamento. Solo
che i grillini, una volta arrivati alle
stazioni di Montecitorio e palazzo
Madama, sono scesi con ordine
dai vagoni e si sono accomodati
sui comodi divani di Camera e Senato. Altro che rivoluzione. Altro
che cittadini contro la Casta. Solo
che stare in parlamento comporta qualche costo. Come quello
sulla trasparenza. Marta Grande?
«Sì, sono io». Ma lei è laureata o
no? «Certo che domande... vada a
controllare sul sito». Ma è saltato
fuori che i suoi titoli non sono validi? «Io non ho detto nulla di tutto
questo». Vero parlano gli atti. Anzi, la rete, tanto cara ai grillini.
Procediamo con ordine. Sito
del Movimento 5 Stelle, sezione
dedicata agli eletti alla Camera:
«Sono nata a Civitavecchia dove
ho conseguito il diploma scientifico; mi laureo nel 2009 in lingue e
commercio internazionale presso l’Università dell’Alabama in
Huntsville.
Successivamente,
tornata in Italia, conseguo un Master in Studi Europei. Attualmente mi sto laureando in Relazioni
Internazionali presso l’Università
di Roma Tre». E ancora:
«Nell’estate 2012 seguo un corso
in relazioni internazionali alla Peking University in Cina, in particolare sulla transizione di potere
a livello internazionale, il declino
occidentale e le nuove relazioni
internazionali del ventunesimo
secolo». Roba che ci vogliono due
vite, se si è persone normali.
E allora proviamo a fare un giro
nella rete. In tutte le interviste le
:::
LA VICENDA
LA DONNA
Marta Grande è una giovane
deputata grillina nata a Civitavecchia nel 1987. Sogna di
essere la nuova Nilde Iotti.
LE LAUREE
La neo-deputata grillina in
corsa per la presidenza della
Camera, delle lauree non sa
che farsene, o meglio, non
Italia. Pare, infatti, che i titoli
accademici
conseguiti
all’estero e sfoggiati nell’atto d’iscrizione alla Camera
dei Deputati, non abbiano
nessun valore nel Belpaese.
LA DICHIARAZIONE
Lo scorso 12 marzo, Marta
Grande, uscendo dall’incontro con la delegazione piddina, aveva dichiarato: «Ci
aspettiamo che i candidati
che proporranno siano
all’altezza del ruolo, siano di
specchiata moralità, che abbiano profili di trasparenza
etica e che non abbiano contribuito a portare il Paese
dove siamo arrivati».
IL CASO GIANNINO
Qualche settimana fa erano
venute alla luce le bugie di
Oscar Giannino. Il fondatore
di Fare per fermare il declino
non ha mai conseguito la
laurea, né il master in business administration all’università di Chicago.
rampante grillina spiattella le sue
lauree e i suoi master. Proviamo
anche con Wikipedia, non si sa
mai. La pagina a lei dedicata, alle
13.43 di ieri (l’ultimo aggiornamento è delle delle 10.13 del 14
marzo 2013) afferma che la deputata grillina è in possesso del seguente titolo di studio: «Laurea in
lingue e commercio internazionale». Secondo la nota biografica,
in realtà, si tratta di un «Bachelor
of Art», un diploma universitario e
nulla più. Parliamo con la diretta
interessata che conferma la laurea. Torniamo su Wikipedia, allora. E qui arriva la sorpresa. La pagina, alle 14.59 del 14 marzo 2013,
è stata completamente modificata e la laurea è sparita. Alla voce
«Titolo di studio» c’è solo «Bachelor of Arts in Foreign Languages
and International Trade». Nelle
note qualche dettaglio in più.
«Dal 2007 al 2009, a Huntsville negli Stati Uniti d’America, ha frequentato il Corso Flit - Foreign
Languages and International
Trade (Corso di Lingue straniere e
commercio internazionale)» e
nel nel 2009 consegue il relativo
«Bachelor of Arts, diploma universitario». Che non è una laurea,
ma solo un corso biennale. L’unica certezza è che, dal 2010, sta frequentando il «Corso di laurea
magistrale in Relazioni internazionali presso la Facoltà di Scienze politiche, dell’Università degli
Studi Roma Tre». Beh, per una
che Repubblica aveva già beatificato come la nuova Pivetti, una
bella bocciatura. Con o senza laurea, come insegna Oscar Giannino. Modesto inciso: la pagina di
Wikipedia dedicata a Marta
Grande è stata modificata ieri sera
19.37.
.
IL COMICO E LA DEPUTATA
Marta Grande, 25 anni, è stata eletta alla Camera
nel Lazio. È anche in virtù dei suoi titoli di studio, se
da più parti è stata indicata come la futura possibile
presidentessa della Camera. [Ansa/Fotogramma]
La corsa alle poltrone
Beppe candida un oriundo e un concierge
Il Movimento 5 stelle rifiuta l’accordo coi democratici e lancia gli esordienti Fico e Orellana per Camera e Senato
il graffio
Waldo o Grillo?
Su Sky Cinema torna da martedì Black Mirror.Waldoè animato da un comico che diviene il candidato antipolitica numero uno, grazie a insulti, attacchi ai politici e parole semplicistiche. Che sia brizzolato e genovese?
::: BRUNELLA BOLLOLI
 Sono Roberto Fico e Luis Alberto
Orellana i due candidati del Movimento Cinque Stelle per Camera e Senato.
Decisi dopo ore di assemblea e votazione palese a doppio turno con applauso
finale dei rispettivi gruppi di parlamentari neo-eletti. Fico, 38 anni, è un grillinodellaprima ora.Napoletano,hauna
laurea in Scienze delle Comunicazioni,
un master in Knowledge managment
organizzato dal Politecnico di Milano, e
alle spalle diverseesperienze lavorative
nei campi più disparati: da redattore in
una casa editrice, a direttore della ristorazione in hotel, passando per la gestione dell’ufficio degli studenti stranieri
dell’Università di Helsinki. Nel 2005 ha
creato il Meetup Napoli “Amici di Beppe Grillo”, diventato con i suoi oltre
3.800 iscritti, il più numeroso ma anche
ilpiùseguitofra tuttiiMeetupnel mondo. Si è candidato alla regione Campania e contro De Magistris a sindaco di
Napoli. Già dai primi incontri grillini si è
subito capito che Fico aveva più esperienze di molti altri colleghi neo-eletti (e
anche più sintonia con i due guru Grillo
e Casaleggio), però alla votazione per il
capogruppo della Camera è stato beffato per una manciata di voti da Roberta
Lombardi. Da subito nella rosa dei papabili per la presidenza della Camera,
ieri il ballottaggio gli ha dato ragione sul
siciliano Tommaso Currò.
Orellana, candidato per la presidenza del Senato, è originario di Caracas
ma italiano da quando negli anni Settanta la legge italiana ha consentito anche alla madre di trasmettere la nazionalità ai propri figli. Mia madre», ha
spiegato lui stesso sul blog, «è infatti italiana e quindi pure io». È sposato e padre di due figli. Ha trascorso l’infanzia
in Venezuela ed è arrivato in Italia, a 13
anni, nel 1974. A Pavia si è laureato in
Scienze dell’Informazione. Ha trascorso un anno come cooperante a Nairobi, in Kenya e per lavoro ha sempre
viaggiato molto: Guatemala, Colombia, Brasile e Argentina. Nel 2009 si è
candidato alle Comunali di Pavia con
una lista civica. E’ membro del comitato promotore della legge di iniziativa
popolare “Zero Privilegi” per ridurre i
costi della politica lombarda; referente
pavese dei referendum contro il nucleare acqua pubblica. Orellana vanta
inoltre un impegno personale contro
l’infiltrazione della ’ndrangheta in
Lombardia. Il M5S, che ieri sera ha presentato i due prescelti in streaming,
punta anche alle due vicepresidenze e
ad un questore per ogni Camera, ma
«senza scambi», tuona Grillo dal suo
blog. «È meglio un salto nel buio che un
suicidio intellettualmente assistito», ha
scritto il leader del M5S riprendendo
un articolo di Paolo Becchi, che invita i
neoparlamentari a «non ascoltare le sirene» di giornali e partiti. Un pensiero
condiviso dal comico genovese e dai
suoi che infatti ieri hanno chiuso al Pd e
a qualunque accordo politico.
ITALIA
Venerdì 15 marzo 2013
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::: GOVERNO CERCASI
Inciucio o provocazione?
Pazza idea: Lega e Monti per la Finocchiaro
Calderoli lavora a un patto per dare Senato al Pd e Camera al Pdl in cambio del sì alla macroregione. Ma i numeri ballano
::: segue dalla prima
BRUNELLA BOLLOLI
.
(...) Pier Luigi Bersani. Una pazza idea,
un’intesa impensabile finora che, però,
consentirebbe alla Lega di portarsi a casa
la presidenza della Conferenza Stato-Regioni (e la macroregione tanto cara ai padani), e al Pd di insediare Anna Finocchiaro come proprio candidato per lo
scranno più alto di Palazzo Madama. Roberto Calderoli non ha dubbi: «La Finocchiaro è un candidato eccellente per quel
ruolo». E il Pdl? Per l’alleato numero uno
la Lega ha proposto la presidenza della
Camera. La conferma arriva da un’intervista dello stesso Calderoli alla Padaniadi
oggi. In cui dice chiaro: «Siamo pronti a
discutere di tutto e con chiunque». Anche
con Monti e i montiani? Su questo non ci
sono conferme padane, ma è evidente
che Bersani deve stringere anche con gli
esponenti di Scelta civica se vuole incassare la fiducia al Senato. I numeri, del resto, sono quello che sono. Si balla fino
all’ultimo voto.
Di sicuro, però, dal mancato smacchiatore di giaguari è arrivato l’ordine di
scuderia di votare scheda bianca ai can-
didati del M5S scelti per le Camere. Altro
che accordi con i grillini e ok a dei perfetti
sconosciuti. Dopo fitte riunioni, “conclavi” al Nazareno e Matteo Renzi con i suoi
in un hotel di Roma, alla fine il segretario
ha cambiato strategia e ha deciso di procedere per gradi nel suo cammino verso
la fiducia. Fino a ieri aveva lanciato generosi ami ai Cinque Stelle, aveva offerto loro lo scranno finora occupato da Gianfranco Fini, la terza carica dello Stato. E
invece il dialogo tra Pd e M5S, ieri, ha subìto uno stallo. Una drastico cambio di
rotta. E non solo per le continue bordate
lanciate dal comico sul suo blog. Naufragata anche la richiesta di un incontro per
valutare un possibile accordo per il voto
odierno, ultimo tentativo degli sherpa
democratici per assicurarsi la governabilità. Quelli del M5S, all’inizio, avevano accettato a patto che fosse una cosa rapida
e tutto visibile in streaming, come piace a
Grillo e a Casaleggio. L’incontro, previsto
per ieri sera, è stato però spostato a stamattina alle 8.30, appena prima di entrare in Aula. «Il Pd ci ha chiesto di rinviare la
riunione, ma per noi è troppo tardi e per
questo abbiamo declinato l’invito», hanno spiegato dal Movimento. Insomma,
Roberto Calderoli Fotogr.
un altro stop al Pd. A cui Bersani ha replicato parlando dall’assemblea dei senatori: «La nostra proposta di corresponsabilità non è stata raccolta dalle altre forze.
Propongo dunque di votare scheda bianca alle Camere per continuare a lavorare
ad un accordo».
In verità, il malessere è diffuso all’interno del Pd. Pare che Dario Franceschini, in pole position per il dopo Fini, abbia
sbattuto i pugni sul tavolo: non possiamo
lasciare la terza carica dello Stato ai grillini. Siamo noi il primo partito e quel ruolo
spetta a noi. Cioè a lui. Tanto più che il Pd
avrebbe ceduto solo in cambio di un via
libera dei grillini alla Finocchiaro per la
presidenza di Palazzo Madama. Così non
è stato e non sarà mai e quindi, ciao Camera e ciao Fico: votiamo scheda bianca.
Malumori sulla gestione Bersani anche al
vertice dei renziani, riuniti per oltre tre
ore vicino a Termini. Uscendo Paolo
Gentiloni ha sottolineato le perplessità
della componente: «La nostra linea è
quella di stare alla larga da tutta la trattativa sulle presidenze delle Camere, sul
governo e sul Quirinale. «Non vogliamo
assaltare chi sta conducendo questa trattativa», cioè il segretario, «ma nemmeno
ci si può chiedere di fare proposte e trovare una soluzione», ha concluso il deputato. Particolarmente proficuo, invece, il
lungo incontro tra una delegazione del
Pd con i tre big della Lega: oltre a Calderoli, Giancarlo Giorgetti e Massimo Bitonci.
Summit durato oltre un’ora e concluso
con il via libera del Carroccio al Pd per il
dopo Schifani in cambio di un Pdl alla
presidenza della Camera, ma soprattutto
in cambio della presidenza della conferenza Stato Regioni e di una macroregione del nord, del centro e del sud, antico
progetto di Miglio. Il tutto, ovviamente,
con la benedezione del Cavaliere che ha
incontrato Roberto Maroni due giorni fa.
Oggi, comunque, non ci dovrebbe essere alcuna «fumata bianca» né per Montecitorio né per Palazzo Madama. Al momento prevalgono veti incrociati e manovre ostruzionistiche e si vocifera nel
Pdl che Bersani potrebbe anche cambiare i nomi in ballo per Camera e Senato:
non più Franceschini e Finocchiaro, ma
personalità che potrebbero essere gradite anche ad altri partiti. E pesa l’incognita
Lega la cui priorità, al pari del Pd, non sono le urne ma che la legislatura duri il più
possibile.
Gioco al massacro
L’intrusa
Bersani tira la corda (con Grillo)
E Renzi prepara la scissione
::: DAVIDE GIACALONE
 La scissione del Partito
democratico è già avviata. Può
fermarla solo un interno capovolgimento di linea politica, rendendo possibile il lavoro di Giorgio Napolitano e
realizzabile la nascita di un
governo incaricato di mettere
in sicurezza l’Italia. Sostenuto
dai parlamentari del Pd, del
Pdl e facenti capo a Mario
Monti.
Ove ciò sia interdetto, ove la
linea gotoriana di Pier Luigi
Bersani riesca a bloccare le sinapsi della sinistra, non resterà che la via della separazione
non consensuale. Chiamando
l’arresto di Silvio Berlusconi,
non richiesto da nessuna procura, l’onorevole Maurizio
Migliavacca si segnala quale
squadrista ed esponente
dell’inciviltà politica (capace
di superare in stoltezza la cantata sulla scalinata), ma sbaglia chi crede che egli ce l’abbia con Berlusconi. Allineandosi al mazziere pentastellato,
a quel Vito Crimi che già bazzicò le truppe dipietriste, Migliavacca prova a ricattare i
suoi compagni di partito, preparandosi ad accusarli d’intesa con il capobanda di Arcore.
Una linea disperata, coperta
da un Bersani ancor più disperato. Otterranno una sola
cosa, se non saranno sconfitti:
la fine del loro partito.
Ciò che guida il Pd bersanizzato è la rabbia cieca. È
sufficiente che tale rozzezza
vada a far scopa con la voglia
di rivincita che matura in un
letto del San Raffaele e nulla
più sarà possibile, se non la
corsa alle urne. Con la singolarità che non verrebbero viste quale sciagura, ma come
approdo felice. Alle urne torneremo presto, ma la gran differenza sta nel collocarle dopo la sicurezza dei conti e la
riforma del sistema elettorale
o quale surrogato dell’una e
dell’altra cosa. La seconda che
ho detto, per la pletora d’incapaci che oggi tiene in scacco
chi pur vede l’enormità del
pericolo.
La tattica della rovina è presto riassunta: Bersani continua a corteggiare Beppe Grillo, figurandosi una scena irreale in cui i suoi parlamentari si sentiranno presto parte
del Parlamento, anziché di un
aggregato separato e vincente;
seguendo tale illusione offre
trattative nel corso delle quali
spera di corrompere loro,
mentre invece si svergogna
lui; persevera, pur osservando
la propria umiliazione, perché
sa che ostruire ogni altra via
porta alle elezioni, nel qual
caso mantiene il controllo del
Ex celebrità
e scongiuri
in Parlamento
::: MONICA MACCHIONI
LOTTA INTESTINA
Beneficato e sconfitto
Ieri in Transatlantico il beneficato da Cesa Cera, e il giovane Occhiuto parlavano tra
loro fitto fitto. Nessuno è riuscito a comprendere nulla di
quel dialogo, ma è probabile dal’intensità dei loro sguardi che commentassero oltre alla
fase politica anche le vicende
interne dell’Udc.
Il segreatrio del Partito democratico
Pier Luigi Bersani persiste nella ricerca
di un accordo con Grillo e i suoi fedelissimi invocano le manette per il
Cav. Ma molti democratici ritengono
che sia la strategia errata Fotogramma
partito, assicuratogli da una
direzione composta da gente
che ha perso il senso della
realtà e gli tributa l’unanimismo tipico dei congiurati, la
sera prima delle idi di marzo
(oggi). Se questa tattica, adottata con il ghigno furbesco
che fiorisce sul volto degli ottusi, andrà in porto è ovvio
che Matteo Renzi non avrà le
primarie. E, del resto, se proprio non riusciranno ad evitarle, le perderà nuovamente.
Specie se trovano un kamikaze, per il quale ruolo pensano
a Fabrizio Barca. A quel punto
suppongono che il gioco sia
fatto. Ma che gioco è?
Se si rivotasse in quel modo
la sinistra potrebbe solo perderci, perché è escluso che
conquisti la maggioranza al
il graffio
Lettera di richiamo
Lettera di Napolitano a Giannini di Repubblica, autore di
«una versione arbitraria e falsa dell’incontro con una delegazione del Pdl. È falso che mi siano stati chiesti provvedimenti
punitivi contro la magistratura». E l’invito ad avere «rigore e
zelo nei confronti di tutti i sediziosi, dovunque collocati e comunque manifestatisi». Compresi quelli di Repubblica.
Senato, mentre quella alla Camere ce l’ha di già, mettendola a rischio. Berlusconi porterebbe la campagna sulla persecuzione, consolidando il
suo partito di canterini tremebondi e privi di personalità, e
magari spendendo i soldi che
la volta scorsa ha risparmiato.
Mentre a favore di Grillo
potrebbe prendere la parola
anche l’ambasciatore iraniano, che di cose italiane mostrerebbe di capirne assai più
di quello americano (e lo scrivo da atlantico convinto). Bello scenario, non c’è che dire.
Ma è più probabile che non
ci si arrivi, che Renzi rompa,
facendo in ritardo quel che
avrebbe dovuto già fare, e che
un pezzo del gruppo dirigente
del Pd, quello più carnalmen-
te togliattiano, abbandoni
l’emiliano traumatizzato alla
rovina. Ne risulterebbe un
Parlamento in cui, comunque, sarebbe necessaria una
grande coalizione. Senza
avanguardisti del qualunquismo e avversari dell’euro. Scenario migliore? Mica tanto,
perché il tempo perso si traduce in danno economico per
un Paese in pesante recessione economica e in tragica perdita di peso politico internazionale.
Indigna, profondamente, il
fatto che tutto ciò sarebbe evitabile, se solo chi ha sale in
zucca avesse anche qualche
vertebra. Troppi minuscoli in
circolazione. Con questi si
passa dal declino al degrado.
www.davidegiacalone.it
Quelli eran giorni...
Solo in fondo alla sala lettura ieri si è affacciato in Transatlantico Francesco Pionati.
Lontani i tempi in cui il re
del pastone del Tg1 veniva tirato per la giacchetta, invitato
ovunque, accompagnato da
uno stuolo di persone.
Ma si sa: lo sport preferito
dei palazzi è quello di andare
come le maree dieto al potere.
E la mancata rielezione di Pionati è una buona ragione per
qualche cinico per fargli meno feste.
Tavoli pieni...
In mensa una deputata grillina ha avvicinato sorridendo
un giornalista del Tg3 e ha
confessato: «Certo che non si
trova neppure un posto. Questa mensa è stracolma». In effetti prima in mensa era difficile trovare un onorevole. Ora
i tavoli sono stracolmi di neoparlamenmtari grillini! Il transatlantico pieno di non candidati e di esclusi dal parlamento (i cosiddetti «trombati») che
vanno in giro a dire e sperare
che «tanto si vota presto».
14
ITALIA
Venerdì 15 marzo 2013
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::: GOVERNO CERCASI
La strategia
Pdl tra pm e Camere:
non scappa dall’Aula
ma vota scheda bianca
Gli azzurri scelgono di partecipare alle elezioni dei presidenti,
però vogliono un accordo sul Colle. Anche su D’Alema
::: BARBARA ROMANO
 «Una cosa è certa: domani
noi entreremo in Parlamento, resteremo in aula e voteremo scheda bianca», ha annunciato ieri sera il presidente dei deputati del
Pdl, Fabrizio Cicchitto, reduce dal
vertice di partito con Silvio Berlusconi. La posizione che assumerà
oggi il centrodestra in aula durante l’elezione dei presidenti di Camera e Senato sarà ufficializzata
nella riunione di partito convocata alle 8.30 a Montecitorio. Ma la linea che seppellisce l’Aventino è
stata decisa ieri pomeriggio a Milano, nel summit tenutosi al San
Raffaele, dove l’ex premier è ricoverato da venerdì scorso per
un’uveite. Al capezzale del capo
c’erano Angelino Alfano, il presidente del Senato, Renato Schifani,
i capigruppo Cicchitto e Maurizio
Gasparri, Denis Verdini e Sandro
Bondi. Tutto lo stato maggiore di
via dell’Umiltà a ora di pranzo si è
trasferito nella suite ospedaliera
del capo per pianificare la strategia e stabilire chi guiderà i gruppi
del Pdl di Camera e Senato.
Il summit si è aperto con le peggiori intenzioni di Berlusconi e dei
suoi pasdaran, Verdini in testa,
più che mai orientati a disertare
l’aula oggi durante le prime votazioni a Palazzo Madama e a Montecitorio. Il Cav, infatti, è convinto
che ci sarà un’escalation nell’offensiva giudiziaria contro di lui.
Ma la moral suasion delle colombe pidielline e l’apertura mostrata
da Monti e da alcuni esponenti di
Scelta civica nei confronti del Pdl
ha indotto Berlusconi a più miti
consigli. Se si dovesse realizzare
un asse tra Pdl e montiani, soprattutto al Senato, hanno spiegato al
Cav i suoi colonnelli contrari
all’opzione aventiniana, le chances di condizionare le votazioni
per la presidenza salirebbero. A
quel punto, non è escluso che il
partito di Berlusconi, grazie anche
ai voti di Scelta civica, possa puntare su un proprio candidato per
lo scranno più alto di palazzo Madama: il nome più quotato al momento è quello del presidente
uscente, Schifani. Anche se un big
del Pdl fa notare che «non sono le
presidenze di Camera e Senato
quelle che ci interessano, ma il
Quirinale, perché quella è la sola
alta carica che può tutelare l’incolumità di Berlusconi dal punto di
vista giudiziario». Da giorni, infatti, il Cav ha lo sguardo puntato direttamente sul Colle più alto e ragiona con i suoi su una figura di
garanzia del Pd che potrebbe essere gradita anche al centrodestra.
Uno dei nomi circolati con più insistenza ultimamente è quello di
Giuliano Amato, da sempre gradi-
:::
I PROCESSI
MEDIASET
L’ex premier Silvio Berlusconi è accusato di frode fiscale
nella compravendita dei diritti tv Mediaset. Accusa che
in primo grado gli è costata
quattro anni di carcere, tre
dei quali coperti da indulto.
La nuova sentenza è attesa
per il 23 marzo.
RUBY
L’accusa è di prostituzione
minorile e riguarda la vicenda della allora 17enne marocchina Ruby Rubacuori,
fermata il 27 maggio 2010
perché accusata di furto.
Berlusconi avrebbe telefonato in Questura per chiedere notizie della ragazza spacciata per la nipote di Mubarak. La sentenza è attesa per
il 25 marzo.
UNIPOL
Secondo i giudici, il Cavaliere avrebbe divulgato intercettazioni protette dal segreto d'ufficio effettuate durante le indagini riguardanti
la scalata alla Banca Nazionale del Lavoro tentata nel
2005 dall’Unipol. Lo scorso
7 marzo Berlusconi è stato
condannato a un anno di reclusione e al pagamento in
solido di 80.000 euro.
SOFFERENTE
L’ex premier e leader del Popolo della
Libertà Silvio Berlusconi. Entrato in
Politica nel 1993, non ha mai subìto
condanne definitive. Ricoverato per
un’uveite, potrebbe essere dimesso
oggi dall’ospedale LaPresse
to a Berlusconi, che in questi giorni tiene in particolare pregio la
matrice craxiana del pluri-ex premier, convinto com’è che «i giudici con me vogliono fare Craxi 2».
Ma il vero sogno del cassetto del
Cavaliere per il Quirinale, secondo fonti del Pdl ma anche del Pd, è
Massimo D’Alema. A Berlusconi
non è sfuggito il discorso che ha
fatto “Baffino” all’ultima direzione nazionale a via del Nazareno, il
6 marzo, in cui ha esorato i suoi a
liberarsi dal «complesso dell’inciucio», sottolineando la necessità
di un dialogo con centrodestra.
Sta di fatto che qualcosa si sta
muovendo sia a destra sia a sinistra perché sia D’Alema a incarnare la quadratura del cerchio sulla
più alta carica dello Stato. Che è
poi la poltronissima istituzionale
che sta più a cuore anche alla sinistra. Molto più di quelle di Camera
e Senato. Fonti vicine a Bersani,
infatti, riferiscono che il Pd potrebbe non puntare sulla presi-
denza di Montecitorio e spendere
per Palazzo Madama il nome della
capogruppo uscente Anna Finocchiaro, figura gradita anche al
centrodestra, come confermano
fonti del Pdl. Tutto sta a vedere se
stamane si consoliderà o no l’asse
Pd-M5S sui più alti scranni di Camera e Senato. Prima di salire sulle barricate, il partito di Berlusconi
ha scelto di stare alla finestra a studiare le mosse dei democratici,
ma anche dei montiani e della Lega. Stamattina, infatti, il Pdl annuncerà la linea che terrà in aula
solo dopo che il Pd avrà scoperto
le sue carte. L’assunto di fondo resta la stesso: o c’è un accordo generale che comprenda il prossimo
inquilino del Colle oppure si va al
voto a giugno. Ancora in alto mare
la scelta dei capigruppo. Al Senato
è in pole-position Schifani, alla
Camera c’è un testa a testa tra
Maurizio Lupi e Renato Brunetta,
anche se è spuntato pure il nome
di Mara Carfagna.
SANITÀ LOMBARDA
Uomini di Formigoni nel mirino
Nuove perquisizioni nelle case
Nuove perquisizioni in abitazioni di stretti collaboratori di
Roberto Formigoni. Secondo
una voce che sembra attendibile riportata dal sito voceditalia.it, ma non confermata
dalle fonti ufficiali, all’alba di
ieri sarebbero state eseguite
nuove acquisizioni di atti da
parte degli uomini della Dia
lombarda e fiorentina (di supporto alla prima) nell’ambito
delle numerose inchieste sulla
sanità in Regione Lombardia.
Tra i destinatari dei provvedimenti alcuni collaboratori
della Presidenza. Non è dato
di sapere molto di più ma è
verosimile che si tratti di
un’ulteriore sviluppo dell’indagine che ha visto l’esecuzione di sette arresti, tra i quali
imprenditori del settore medicale fornitori di alcune
aziende ospedaliere della Regione, ma anche l’ex direttore
della Padania Leonardo Boriani in quanto trafficante di
relazioni. Nella stessa inchiesta è stato indagato Carlo Lucchina, ex direttore generale
del settore sanità regionale,
già coinvolto nell’inchiesta
sulla Fondazione Maugieri
che a Milano coinvolge direttamente il presidente uscente.
LAURA MARINARO
Scandalo giudiziario nel Salernitano
Il Pd ha gli atti processuali prima dei pm
Avviso di garanzia a sindaco Pdl: la sinistra aveva già in mano il documento senza la firma del magistrato
::: PEPPE RINALDI
 Sulla capacità degli uffici giudiziari italiani di assicurare il riserbo sui propri atti, ne abbiamo sentite di ogni tipo.
Sulle garanzie personali mortificate dalla pubblicità delle decisioni prima che
raggiungessero i destinatari dei provvedimenti, pure. Sull’utilizzo delle inchieste a fini di lotta politica, non ne parliamo. Ma che un avviso di garanzia finisse
nella mani di oppositori politici dei «futuri indagati» prima ancora che il pm lo
firmasse, nessuno osava neppure pensarlo. Invece è successo. Possibile? E dove? Nella procura di Vallo della Lucania,
nel salernitano, dove un avviso di conclusione indagini e contestuale informazione di garanzia nei confronti di dieci
persone, politici e tecnici di un’amministrazione comunale (San Giovanni a Piro, nel Cilento) per un’ipotesi di turbativa d’asta, circolava e veniva esibito ai destinatari senza la firma del pubblico ministero, senza la necessaria e obbligatoria nomina di un avvocato difensore, per
non dire dei timbri e della data che, si sa, de che dopo qualche tempo cominciano
offrono certezza temporale degli atti. a circolare non solo le voci ma addirittuRoba che a raccontarla si rischia d’esser ra i documenti «grezzi» relativi a un’impresi per invasati berlusconiani. Niente minente bufera giudiziaria pronta a tradi tutto questo,
volgere l’apovviamente,
parato polile carte parlatico-burono da sole.
cratico del
Ma ricapicomune. Il
toliamo.
sindaco inLa giunta
carica qualdi San Giocuno di anvanni a Piro,
dare a fondo
guidata da
per capire se
un sindaco
quelle voci
di centrodesiano fondastra (Maria
te. Siamo verStella Gianso la fine di
nì) affida la
gennaio.
gestione di un
Tempo qualL’avviso di garanzia senza la firma
parcheggio ad
che giorno e si scouna coop sociale.
pre che l’avviso di gaDue consiglieri di opposizione, area Pd, ranzia era stato consegnato brevi manu fanno il solito esposto in procura lamen- e in busta controfirmata - al comandantando i soliti favoritismi. Accade ovun- te della polizia urbana (che ammetterà
que. Ma non altrettanto ovunque acca- tutto) da un avvocato, feroce oppositore
politico della maggioranza e, manco a
dirlo, legale di fiducia dei consiglieri Pd
che avevano denunciato la presunta turbativa. Ma si trattava del documento
senza la firma del pm procedente (il sostituto Renato Martuscelli) e privo di tutto il resto (vedi foto).
I futuri indagati (futuri perché nessuno aveva notificato loro alcunché) vanno in tribunale il 7 febbraio e denunciano tutto al procuratore capo, che si trova
a dover aprire un fascicolo dinanzi a tale
e tanta gravità. Dopo 8 giorni, alla fine,
l’avviso viene formalmente notificato
agli indagati, tra cui il vice sindaco Alberto Astone, membri della maggioranza e
tecnici comunali. È evidente che si tratta
di materia pronta per il Csm, se e quando
ne sarà informato: e col clima che c’è in
queste ore nel Paese nessuno può prevederne l’esito. Resta da capire come mai
la procura abbia poi aperto un fascicolo
a “modello 45” (n.135/2013/45) cioè
contro ignoti. Di ignoto, nei fatti raccontati, c’erano solo i «dettagli» formali della
pubblica accusa. E scusate se è poco.
ITALIA
Venerdì 15 marzo 2013
15
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::: GOVERNO CERCASI
Effetto SuperMario
Imu, Tares e crisi: mercato della casa giù del 30%
Prezzi e compravendite crollano in tutta Italia: siamo tornati ai livelli del 1985, mentre i grillini tifano decrescita
::: FAUSTO CARIOTI
 Mentre le trattative di governo tra Pd e grillini si concentrano sulla «decrescita», Mario Monti
consegna agli italiani il suo ultimo
regalo: la distruzione del valore
dellacasa,bene primarioperlefamiglie del ceto piccolo e medio. Ieri l’Agenzia delle Entrate ha diffuso
i dati del mercato immobiliare
nell’ultimo trimestre del 2012, e
quindi il bilancio dell’intero anno
passato. Un bagno di sangue: il volume complessivo delle compravendite immobiliari è crollato del
24,8% rispetto al 2011, riportando
il mercato ai livelli di trent’anni fa.
La decrescita è già tra noi. Transazioni e prezzi dimuniscono ovunque, in ogni zona d’Italia e per ogni
tipologia d’immobile, anche se gli
acquisti delle abitazioni, nell’ultimo trimestre del 2012, sono crollati (-30,5%) più della media. Trovare i responsabili non è difficile: si
chiamano Imu sulla prima casa e
Tares, e l’autore è il governo dei
professori, quello che doveva rimettere in piedi l’Italia. Il bilancio
finale non è disastroso solo per i
contribuenti, ma anche per lo
stesso Stato gabelliere: meno transazioni e volumi più bassi significano meno entrate fiscali. Tutti
più poveri, tassatore e tassati.
Il mercato degli immobili residenziali lo scorso anno ha riguardato appena 444.018 transazioni:
il 25,8% in meno rispetto al 2011.
Per trovare un livello peggiore bisogna tornare al 1985, quando le
abitazioni vendute furono 430mila. Rispetto al dato migliore, registrato nel 2006 (869.000 operazioni), il numero di compravendite di
case si è addirittura dimezzato.
Va male in tutti i comuni, da Milano (-23,7%) a Roma (-23,6%) sino a Palermo (-26,4%). Unica eccezione è Napoli, dove la flessione
è appena dello 0,8%: ma questo è
dovuto al fatto che il comune partenopeo ha dismesso una quota
ingente del proprio patrimonio
abitativo, facendo così impennare il numero delle transazioni. Assieme ai volumi delle compravendite scende il valore delle case
passate di mano. Come risultato
del crollo del numero dei contratti
e del prezzo degli immobili, il fatturato del mercato delle abitazioni si è ristretto a 74,6 miliardi di euro, in calo di oltre 26 miliardi sul
2011 (-26%).
Non va molto meglio a chi deve
mettere sul mercato altre tipologie di immobili: diminuiscono le
transazioni nel settore del terziario, ovvero per gli immobili destinati a uffici e istituti di credito (26,6%); nel commerciale, vale a
dire per i negozi (-24,7%); nel produttivo, cioè negli immobili accatastati come capannoni e industrie (-19,7%). Tirando le somme,
le unità immobiliari vendute nel
2012 sono state 993.339, quasi
330mila in meno del 2011, con
una discesa del 24,8%. Altro segno
della crisi, il calo dei mutui: il capitale prestato da banche e società
finanziarie per l’acquisto di un
immobile si è ridotto del 42,8% rispetto al 2011, mentre le compravendite di abitazioni con mutuo
sono scese del 38,6%.
Dati che non lasciano molto
spazio alle interpretazioni. Confedilizia denuncia che un calo di
queste dimensioni «fa pensare ad
un’altrettanto pronunciata caduta dei valori, a riprova del fatto che
sulla proprietà diffusa si è abbattuta un’altra patrimoniale, oltre
all’Imu e alla Tares». Alle forze politiche l’associazione dei proprietari di casa chiede «un intervento
che attenui la smodata fiscalità,
specie dell’Imu sperimentale varata dal governo Monti, e che molti non sarebbero comunque in
grado di pagare».
Eppure chi si candida a governare parla di tutto tranne che di
questo. Il Paese è appeso a un
gruppo di improvvisati tra le cui
scarne letture figura Serge Latouche, filosofo francese che predica
la decrescita come soluzione a
tutti i mali. Vito Crimi, capogruppo al Senato dei Cinque Stelle,
spiegava ieri al Corriere della sera
che i grillini puntano a un governo
le cui priorità siano «l’acqua pubblica, la decrescita, la mobilità intelligente». Ma più decrescita di
così si muore: il mercato più importante, quello della casa, è appena tornato ai livelli di trent’anni
fa. Peggio dei grillini c’è solo il disperato che li insegue pietendo un
accordo di governo, ovviamente
alle condizioni imposte da loro.
Un esecutivo che magari porterebbe Pier Luigi Bersani per qualche mese a palazzo Chigi, ma darebbe al ceto medio in ginocchio
la mazzata finale.
A tempo scaduto
Solo ora Monti chiede meno rigore
Il Prof vola a Bruxelles per ammorbidire i vincoli di bilancio. Ma la sua amica Merkel non molla
::: SANDRO IACOMETTI
Il senatore a vita Mario Monti Epa
 Dopo un anno di austerity imposta agli italiani Mario Monti si è presentato ieri al suo ultimo vertice europeo (che proseguirà anche oggi) per
chiedere misure per la crescita. Una
battaglia che oltre ad essere paradossale sembra anche destinata ad ottenere risultati poco più che marginali,
considerato che lo schieramento inetrnazionale in campo a difesa della flessibilità è lo stesso che qualche settimana fa ha duellato, perdendo, sul bilancio europeo.
Il tentativo del premier uscente
(chiesto a gran voce anche dai vertici
del Ppe con cui il Prof si è incontrato
prima del summit) è quello di portare a
casa una sostanziale apertura nei confronti della cosiddetta golden rule, ovvero la possibilità di scorporare dal
conteggio del deficit gli investimenti
pubblici produttivi. Una sfida che potrebbe rivelarsi di basso profilo, se
l’Europa, come sembra per ora, si limiterà ad autorizzare le possibilità già offerte dalle norme di bilancio esistenti.
Puntano più in alto altri Paesi, come la
Francia, la Spagna e il Portogallo, che
vogliono maggiore flessibilità sui piani
di rientro dei conti pubblici per non
strangolare le rispettive economie nazionali che già segnano pesantemente
il passo. Ma il risultato sarà probabilmente l’ennesima frattura con il fronte
rigorista guidato dalla Germania, che
ha già mostrato di non essere intenzionata ad ascoltare le ragioni di chi chiede maggiore flessibilità. Tra i più intransigenti alleati di Berlino spicca la
Finalandia, che non vorrebbe arretrare
di un millimetro neanche sulla golden
rule. «Non sono d'accordo», ha spiegato il primo ministro Jyrki Katainen,
perché «è troppo difficile stabilire quali
sono gli investimenti per il futuro che
sono fuori da questo calcolo».
L’ex presidente dell’Eurogruppo,
Jean-Claude Juncker è convinto che si
debba «trovare una nuova intersezione tra le politiche di crescita e quelle di
consolidamento», altrimenti «corriamo il rischio di una ribellione sociale».
Ma i margini di manovra sono molto
stretti. Il presidente del Consiglio Ue,
Herman Van Rompuy, parla di una
strategia europea a quattro gambe,
che devono muoversi tutte di pari passo, ma poi avverte che «la stabilità finanziaria è una precondizione, senza
la quale sarebbe difficile generare lavoro e crescita».
Quanto all’Italia, Juncker è moderatamente ottimista: «Non credo avrà
presto bisogno di un piano di salvataggio». Mentre Van Rompuy è convinto
che alla fine «il buon senso prevarrà» e
che se l’Italia «se l’Italia continua nella
direzione di questi ultimi mesi, ha tutte le chance per ritornare al suo legittimo posto nella zona euro». In serie B,
verrebbe da dire.
twitter@sandroiacometti
Paura da licenziamento
Rischio privacy
Un lavoratore su due lavora di più
A giorni scatta il grande fratello fiscale
 L’Italia e il lavoro. Binomio controverso e interessante, oggetto di studio nella ricerca Nuovi sogni e
antiche speranze: ritratto dell’Italia che lavora in tempo di crisi, condotta dall’Agenzia per il lavoro Openjobmetis in collaborazione con l’Istituto di ricerche
ISPO fondato da Renato Mannheimer. Quest’ultimo
ha presentato ieri a Milano i risultati: due terzi degli
italiani che lavorano sono soddisfatti del loro impiego. Allo stesso tempo, gli impiegati temono per la sicurezza del proprio lavoro. Ciò che più preoccupa i
lavoratori è il licenziamento. Non hanno paura di
dover ridurre le loro ambizioni, temono solo di essere mandati a casa. L’insicurezza lavorativa - oltre ad
essere un elemento grave perché denuncia la minore
efficienza del Paese - ha un’importante conseguen-
 Il grande fratello fiscale bancario è pronto
ad entrare in funzione. Resta solo da attendere il
via libera dell’Agenzia delle Entrate che potrebbe
arrivare giusto nei prossimi giorni, sempre che
Attilio Befera - ottenuto anche il nulla osta
sull’adeguata riservatezza dei dati del garante per
la Privacy - non opti per un rispettoso rinvio in attesa della formazione del nuovo governo. L’unica
certezza è che mercoledì prossimo, 20 marzo, è
prevista all’Associazione bancaria italiana (Abi)
una riunione tecnica con gli operatori (finanziari
interessati per approfondire «le problematiche di
natura interpretativa e quelle informatiche ancora esistenti».
Dopo tanti stop, remore e frenate, partirà a
za: per mantenere la propria competitività all’interno dell’azienda, gli impiegati sono pronti a lavorare
di più. Anzi, il 53% degli intervistati (un campione di
800 persone) dichiara di averlo già fatto. Secondo gli
addetti ai lavori questo potrebbe penalizzare le donne che essendo il motore dell’«impresa famiglia»,
hanno a disposizione meno tempo degli uomini. E i
giovani? La disoccupazione giovanile è una delle piaghe del nostro Paese. Secondo lo psichiatra Paolo
Crepet - ospite tra gli altri della conferenza - il problema dei ragazzi sono i genitori e la campana di vetro in
cui mettono i figli. Nessuno è infatti capace di inventarsi un lavoro, aspettano che arrivi la manna dal Cielo. Di questi tempi, è molto difficile.
ANT.LUP.
giorni il nuovo sistema di controllo rafforzato su
saldi e movimenti dei conti correnti e degli altri
tipi di strumenti finanziari. Ai cervelloni del fisco,
entro il prossimo 30 ottobre, verranno riversati
milioni di rapporti bancari, postali, anche i ripetuti accessi alle cassette di sicurezza. Le Entrate
hanno previsto che gli operatori comunichino i
dati entro il 31 marzo di ogni anno. Quelli relativi
al 2011 andranno, però, inviati entro il 10 aprile
2013 e quelli di quest’anno entro il 18 luglio 2013
per consentire al sistema di entrare in funzione.
L’intento è di scovare gli evasori, sondando i movimenti bancari del 2011 e adottando il controllo
incrociato tra redditi dichiarati gli e afflussi valutari.
16
ESTERI
Venerdì 15 marzo 2013
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BERLINO FRENA: NON SAPPIAMO CHI AIUTIAMO
ISRAELE
Da Londra e Parigi
armi ai ribelli siriani
.
Netanyahu fa
un governo laico
e di centrodestra
Torna in scena il fronte europeo antiraìs. Francia e Gran Bretagna hanno intenzione di levare l’embargo di armi per
i ribelli siriani, anche se non riusciranno a convincere gli altri Paesi dell’Unione Europea a fare altrettanto: lo ha reso
noto il ministro degli Esteri francese,
Laurant Fabius. In mancanza di unanimità al prossimo Consiglio Affari Esteri,
a Bruxelles - ha spiegato Fabius a France Info - i due Paesi già in prima linea
contro Gheddafi decideranno di rifornire i ribelli. «La posizione che prendiamo con i britannici è che gli europei levino l’embargo perché i ribelli siriani
possano difendersi», ha spiegato il capo
della diplomazia di Hollande. L’Europa
sull'argomento è molto divisa; il ministro tedesco degli Esteri, Guido Westerwelle, si è detto contrario. Berlino teme
che le armi inviate all’opposizione siriana cadano «nelle mani sbagliate».
Oggi guerriglieri, domani terroristi
::: LEONARDO PICCINI
 Molti di loro sono come
Hamza, il «Leone», ragazzi che
non hanno ancora compiuto
trent’anni, e che spesso non sanno nemmeno dove esattamente
saranno portati, ma che comunque sono animati dalla voglia di
combattere contro il regime
dell’«infame Assad»; altri, invece,
sono come Abdel Rahman Ayachi: vogliono tornare nella terra
dei loro padri «per reislamizzare il
nostro popolo e se necessario
combattere e morire per il santo
Profeta». Lui, non ci ha pensato
due volte e ha preferito lasciare in
Italia la giovane sposa Hyam, che
in arabo significa «Amore delirante», affidandola alla cura della
madre e della sorella, e partire per
un amore ancora più forte, quello
per il Jihad. Sono davvero tanti gli
arabi «italiani» partiti per la Siria:
secondo alcune fonti sarebbero
addirittura tra i 50 e gli 80, ragazzi
e giovani uomini che oggi ingrossano le fila dei ribelli anti Assad e
che da mesi combattono una
guerra senza fine, provati dalla carenza di armi e da obiettivi spesso
divergenti. C’è chi parte per vendicare un famigliare o un amico,
chi per reagire alla passività della
comunità internazionale, chi per
fede e chi combatte per «liberarsi
da quarant’anni di dittatura sanguinaria imposta dalla minoranza alauita», odiata dalla maggioranza della popolazione sunnita.
Ayman, un siriano di 45 anni,
ha le idee piuttosto chiare: «posso
assicurarvi che mai, in un lasso di
tempo tanto ristretto sono partiti
Mujaeddin di casa nostra:
quegli «italiani» contro Assad
Sono di origine siriana ma anche egiziana, tunisina e libica. Lasciano
il nostro Paese per abbattere il raìs e «reislamizzare Damasco»
per la Siria così tanti fratelli, e non
sono solo siriani: ci sono anche
egiziani e tunisini. Dall’Italia sono
partiti perfino dei libici. Nemmeno per la Bosnia o per l’Afghanistan ci sono stati tanti volontari».
E non partono solo da qui, dagli
aeroporti di Roma e Milano , ma
anche dalla Francia, dal Portogallo e dalla Spagna: «sono ormai diverse centinaia i “giovani europei” che si battono con coraggio
in Siria al fianco dei fratelli mussulmani».
Un fenomeno che preoccupa
fortemente
la
presidente
dell’agenzia europea Eurojust,
Michèle Cominsx. Secondo la nostra fonte, il fenomeno è tutt’altro
che scontato: «oggi è più facile
partire per la Siria e combattere il
jihad. Ti imbarchi su un volo per
la Turchia e non hai nemmeno bisogno di un visto. Atterri e Istanbul e lì ci pensano i nostri a organizzare l’invio dei ragazzi oltre il
confine. La strada per raggiungere i «campi di smistamento» è facilmente percorribile. Non ti ferma nessuno, nemmeno lungo la
::: ALESSANDRO CARLINI
 Folgorato sulla via per la Mecca,
si potrebbe dire per l’olandese Arnoud
van Doorn. A 46 anni, dopo una carriera
politica nel Partito della libertà (Pvv) di
Geert Wilders, rinomato per le sue posizioni xenofobe e contro l’Europa, si è
convertito all’islam. Una decisione del
genere non poteva che essere accompagnata dalle dimissioni da vicepresidente del Pvv. La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo. Da quando
si è saputo della sua conversione, i suoi
follower su Twitter si stanno moltiplicando e hanno superato quota 10 mila:
in gran parte musulmani che non hanno perso l’occasione per sfruttare questa defezione «eccellente». Le emittenti
:::
JIHAD ALL’EUROPEA
QUANTI SONO
Sarebbero circa 80 i combattenti arabi (siriani ma anche egiziani, tunisini e
libici) che hanno lasciato l’Italia per andare a combattere contro Assad
LE CELLULE
I volontari vengono presi in consegna da miliziani dell’Els appartenenti a
uno dei consigli militari provinciali, che reclutano volontari provenienti dalla Turchia e che si sono costituiti in cellule o in gruppi di ribelli differenti, che
operanoinmodoclandestinoma checomunqueagisconoinmanieracoordinata
frontiera. Non trovi né un poliziotto, né un militare turco. Ci si
infiltra facilmente e da lì si raggiunge il villaggio di Khirbet al Juz,
dove è attivo uno dei tanti campi
profughi allestiti lungo il lato siriano del confine con la Turchia ».
È proprio in quei campi che si incontrano migliaia di siriani sfuggiti alla dura repressione, e tra loro «ci sono quelli disposti a fare il
percorso inverso, per portare in
prima linea i volontari europei».
Gli attivisti italiani vengono reclutati non solo nelle moschee,
ma anche attraverso Facebook,
dove da alcuni mesi opera
«Sham», un gruppo di attivisti
d’opposizione, definiti dal regime
di Assad, «nàshit», cioè «infiltrati»,
ma anche «collaborazionisti degli
americani» e «terroristi», e come
tali sottoposti a una durissima repressione dai mastini del «Mukhabarat Jawiyya», la più temibile
delle quattro agenzie di controllo
e repressione del regime siriano.
E se gli «italiani» che partivano
per combattere in Bosnia, entravano a far parte del «battaglione
di mudjahidin» di Zenica, tappa
obbligata per le giovani reclute
europee, e se in Iraq ci pensava la
branca locale di Al Qaeda a pren-
derli in consegna, oggi in Siria i ribelli europei vengono arruolati
da vari gruppi jihadisti e milizie
«come quelli dell’Esercito libero
siriano (Els)», ci dice Ayman,
«braccio armato della Coalizione
nazionale siriana», l’unico gruppo riconosciuto dall’Occidente e
che oggi controlla alcune aree del
Paese come la regione centrale di
Hama e Homs.
Accanto a Els, guidato da ufficiali disertori dell’esercito governativo, operano i miliziani di Jabhat al Nustra, l’ala più estrema
dei ribelli, vicina ad Al Qaeda e
forte di 10.000 effettivi, tra di loro
molti reduci dell’Iraq: un gruppo
nato nel 2012 e che in poco più di
un anno ha rivendicato almeno
500 attentati. E se gli Stati Uniti
hanno inserito al Nustra, nella
black list dei gruppi terroristici, il
suo contributo alla causa dei ribelli ha fatto sì che i comandanti
dell’Els non abbiano mai preso le
distanze dalla milizia jihadista.
«Un sostegno e un ammirazione», ci assicura Ayman, «riscossi
anche dalla popolazione siriana».
Arnoud van Doorn
L’ex vice di Wilders si converte ad Allah
arabe, compresa Al Jazeera, lo cercano
per intervistarlo, mentre si parla di lui
nei blog delle associazioni islamiche e
perfino su certi siti integralisti.
Della conversione sono responsabili
- secondo quanto Van Doorn ha pubblicato su Twitter - in parte la curiosità
di capire meglio l'Islam attraverso la
lettura del Corano, ma anche l'incontro con un membro della comunità
islamica, che lo ha aiutato ad approfondire i testi sacri. Qualcuno si chiede
se non sia uno scherzo, ma van Doorn
scrive ancora: «Ogni esperienza nella
vita ha uno scopo. Con la conoscenza
Wilders è perplesso Ap
che ho ora, di certo non sarei entrato
nel Pvv». Una vera rivoluzione copernicana, se si considera che uno dei punti
del Pvv - penalizzato alle ultime elezioni di settembre - è la messa al bando del
Corano dall’Olanda perché in conflitto
con le leggi del Paese.
In una intervista allo spagnolo El
Mundo, il «convertito» ha anche riassunto il suo mea culpa in chiave islamica. «Come tutti ho commesso molti errori nella mia vita. Ho anche imparato
molto. E con questa conversione
all’Islam ho la sensazione di aver finalmente intrapreso il mio cammino».
A quasi due mesi dalle elezioni politiche e a pochi
giorni dalla visita storica
che il presidente americano
Barack Obama farà per riportare israeliani e palestinesi al tavolo negoziale, il
primo ministro israeliano
Benjamin Netanyahu è riuscito a ottenere un’allenza
di governo con le altre forze
politiche prima della scadenza istituzionale accordata dal presidente Shimon
Peres per oggi 15 Marzo.
Il governo frutto dell’accordo tra Likud, HaTnuah e le
due novità elettorali di quest’anno – Yesh Atid e HaBayit HaYehudi, rispettivamente i partiti di Yair Lapid
e Naftali Bennett – sarà presentato tra domenica e lunedì.
La difficoltà di formare un
esecutivo con una forte
maggioranza alla Knesset è
dipesa dalla complessità del
quadro politico israeliano
successivo alle elezioni dello scorso 22 gennaio. Impossibilitato dal formare un
governo di destra con i partiti religiosi, Netanyahu si è
rivolto a Lapid e Bennett, i
quali, consapevoli della
propria forza e intenzionati
a realizzare le riforme sociali ed economiche richieste in questi ultimi due anni
dal paese, si sono accordati
in modo tale da entrare insieme nel governo e obbligare Netanyahu a mettere
alla porta i partiti religiosi
rappresentanti del mondo
degli haredim, gli ebrei ultra-ortodossi.
È ancora presto per conoscere i rapporti di forza interni al futuro esecutivo,
ma se a Tzipi Livni è stato
affidato il compito di negoziare con i palestinesi, Lapid e Bennett spingeranno
sul lato interno per la riduzione del costo della vita,
per il trasporto pubblico
durante lo Shabbat, l’azzeramento dei privilegi degli
haredim, l’istituzionalizzazione del matrimonio civile, la riduzione della leva
militare obbligatoria da tre
a due anni e la partecipazione degli arabi-israeliani
al Servizio Civile Nazionale.
ALESSANDRO DI MAIO
Ora Van Doorn ha detto che vuole dedicarsi alla lotta contro i pregiudizi nei
confronti dei musulmani, anche se
questa dovesse andare contro i suoi
vecchi colleghi di partito. Col suo ex
leader Wilders non ci sono stati scontri
particolari, almeno lui dice così. «È una
persona amabile e amichevole», ha
precisato Van Doorn, aggiungendo che
alcune delle sue politiche sono giuste,
come ad esempio le sue critiche all’Europa e al sistema finanziario internazionale. Ma sull’Islam no, non concepisce gli attacchi indiscriminati ai musulmani, ai suoi «fratelli». L’ex vicepresidente ha ora una vita molto impegnata: al posto della politica prega cinque
volte al giorno e spera che Allah lo possa
guidare nei momenti difficili.
ESTERI
Venerdì 15 marzo 2013
17
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Marò, nuove ritorsioni
L’India ci prende in ostaggio l’ambasciatore
Daniele Mancini non può lasciare il Paese; lui si ribella: «Decisione illegittima». Intanto Delhi cerca alleati nella Ue
::: GIANANDREA GAIANI
 L’India alza i toni con Roma per il mancato rientro a
Nuova Delhi di Salvatore Girone
e Massimiliano ma continua a
calpestare il diritto. Il governo
indiano ha avviato la revisione
dei rapporti diplomatici con
l’Italia sospendendo le procedure di insediamento del nuovo
ambasciatore, Basant Kumar
Gupta, che avrebbe dovuto partire domani per Roma. La Corte
Suprema di Nuova Delhi ha invece «ordinato» all’ambasciatore italiano Daniele Mancini di
non lasciare il Paese senza autorizzazione. L’ordinanza, consegnata formalmente a Mancini, è
accompagnata dalla pretesa
che l’ambasciatore presenti entro il 18 marzo un memorandum che riassuma la sua posizione riguardo agli impegni presi di garantire il ritorno dei due
marò in India. Una decisione
che l’ambasciatore ha bollato
come illegittima.
CONTRADDIZIONI
La più alta corte della giustizia indiana, che non aveva riconosciuto ai militari Latorre e Girone di operare per conto dello
Stato italiano, ha violato così
l’articolo 29 della Convenzione
di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche, che garantisce
ai diplomatici libertà di movimento. Il portavoce del ministero degli Esteri indiano, Syed
Akbaruddin, ha però negato la
violazione spiegando che «se un
diplomatico si sottomette volontariamente alla giurisdizione di una corte, quella stessa
giurisdizione è applicabile». La
Corte Suprema, che in un anno
non è riuscita a esprimersi sulla
giurisdizione del caso che vede
imputati i due militari italiani e
in gennaio ha rimandato il verdetto a un fantomatico tribunale speciale a nomina governativa, ha mostrato anche ieri una
scarsa indipendenza dalla politica. L’iniziativa nei confronti
dell’ambasciatore italiano, fir-
:::
LA VICENDA
15 FEBBRAIO 2012
Due pescatori indiani, Valentine Jalstine e Ajesh Binki, vengono uccisi da colpi di arma da
fuoco a bordo della loro barca
al largo delle coste del Kerala.
Della loro morte vengono accusati i due marò in servizio
anti-pirateria sulla petroliera
Enrica Lexie, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che
però sostengono di aver sparato in aria come avvertimento.
Inoltre, il fatto sarebbe avvenuto in acque internazionali a
sud dell’India
25 MAGGIO 2012
Dopo aver passato quasi tre
mesi nel carcere indiano di Trivandrum, capitale dello Stato
federale del Kerala, i due fucilieri di Marina vengono trasferiti in una struttura a Kochi e
viene loro concessa la libertà
su cauzione, con il divieto di lasciare la città
20 DICEMBRE 2012
Viene accolta la richiesta di un
permesso speciale per trascorrere in famiglia le festività natalizie in Italia, con l’obbligo di
tornare in India entro il 10 gennaio. Il 22 dicembre atterrano a
Roma, per ripartire alla volta di
Kochi il 3 gennaio
18 GENNAIO 2013
La Corte Suprema indiana stabilisce che il governo del Kerala non ha giurisdizione sul caso
e dispone che il processo venga affidato a un tribunale speciale da costituire a New Delhi
22 FEBBRAIO 2013
La Corte Suprema indiana concede ai due fucilieri di tornare
in Italia per quattro settimane
per votare
11 MARZO 2013
Il ministro Terzi annuncia che i
due non torneranno in India
mata dal presidente della corte
Altamas Kabir, nasce infatti
dall’esposto giudiziario di Subramanian Swamy, presidente
del Partito Popolare Indiano
(maggiore partito d’opposizione) il quale ha denunciato l’ambasciatore Manini per «oltrag-
BLOCCATO
L’ambasciatore Mancini con Latorre e Girone nella legazione
italiana di Nuova Delhi Ansa
gio alla Corte» per non aver rispettato la dichiarazione giurata da lui firmata il 9 febbraio a
garanzia del ritorno di Girone e
Latorre. È stato però il governo
italiano (non l’ambasciatore
Mancini) ad annunciare l’11
marzo che i marò non torneranno a Delhi accusando l’India di
violazione dei suoi obblighi in
base al diritto internazionale e
proponendo la ricerca di una
soluzione diplomatica del caso.
Il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid ha discusso la questione con il premier,
Manmohan Singh, assicurando
che «l’ordinanza della Corte nei
confronti dell’ambasciatore italiano sarà fatta rispettare».
Khurshid ha inoltre convocato
l’ambasciatore dell’Ue in India,
Joao Cravinho, a conferma del
sospetto che Delhi punti a trovare sostegni in Europa per isolare l’Italia dai partner comunitari, forse facendo leva anche
sulle commesse miliardarie in
ballo con molti Paesi europei.
«Abbiamo una posizione molto
solida, di cui siamo perfettamente convinti non solo noi ma
anche molti importanti partner
della comunità internazionale,
sul fatto che agiamo nel piano
rispetto dell’ordinamento giuridico internazionale e del diritto
internazionale, pattizio e consuetudinario», ha replicato da
Roma il ministro degli Esteri
Giulio Terzi che non ha voluto
commentare la decisione della
Corte suprema indiana: «Non
ritengo di entrare nei dettagli e
nelle cose che stiamo facendo»
ha aggiunto.
PIRATI RESPINTI
Mentre Roma e Nuova Delhi
litigano i pirati somali continuano a minacciare il traffico mer-
cantile nell’Oceano Indiano. Ieri i colleghi di Latorre e Girone
imbarcati su un mercantile italiano di cui non è stato rivelato il
nome hanno respinto l’assalto
di sei barchini. La Marina Militare ha reso noto che l’attacco è
avvenuto alle 11 di mattina nel
Golfo di Aden mentre il cargo
navigava tra Gibuti e Mascate
(Oman) e non ci sono stati danni all’equipaggio e alla nave. Da
quanto appreso da Libero, i barchini (tre all’assalto da poppa e
tre da prua) sono stati messi in
fuga da raffiche d’avvertimento
esplose in acqua dai militari. In
seguito all’attacco il pattugliatore Comandante «Cigala Fulgosi», in navigazione in
quell’area e dotato di un elicottero, ha raggiunto il mercantile
italiano. Pochi i dettagli resi noti
ma ieri in quella zona la flotta
internazionale ha segnalato la
presenza di tre navi-madre con
a bordo 12 «skiff», i barchini veloci utilizzati per gli abbordaggi.
L’ammissione di Maduro
Chavez non sarà imbalsamato
«È trascorso troppo tempo»
 Mercoledì aveva dichiarato che le
autorità di Caracas non avevano nascosto
mai nulla ai venezuelani sulla morte di Hugo Chavez. Ma ieri il presidente ad interim
Nicolas Maduro ha dovuto ammettere che
il defunto presidente non potrà essere imbalsamato (per poi farlo riposare in un’urna di cristallo) come era stato stabilito.
Troppo tempo infatti è trascorso e il defunto líder sarebbe, in pratica, già in decomposizione. «Abbiamo ricevuto tecnici di alto
livello, i migliori al mondo, provenienti dalla Russia e dalla Germania, e secondo le
prime risposte scientifiche sembra che risulti abbastanza difficile imbalsamarlo»,
ha dichiarato Maduro alla Fiera del Libro di
Caracas. La decisione di mummificare Hugo, ha quindi spiegato l’ex conducente di
autobus miracolato dal chavismo, «avrebbe dovuto essere presa molto tempo prima». Una conferma indiretta che il decesso
del presidente potrebbe essere stato ante-
riore anche di molto al 5 marzo.
Il governo voleva esporre per l’eternità il
corpo imbalsamato di Chavez nel Pantheon locale, a fianco dell’eroe nazionale, il
«libertador» Simon Bolivar; ma le difficoltà
incontrate potrebbero «rendere difficile
quello che è stato fatto per Lenin, Ho Chi
Minh o Mao Zedong», ha detto Maduro.
L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare a
giorni.
Così i seguaci di Chavez si devono accontentare: «Più che il suo corpo», ha voluto sottolineare Maduro, «dobbiamo conservare il ricordo eterno del comandante,
soprattutto deve farlo questa generazione
che lo ha ascoltato, lo ha toccato, lo ha visto, dobbiamo mantenere viva la sua immagine, la sua voce, il suo pensiero».
E il culto di Hugo come essere soprannaturale sembra in effetti già iniziato. Sarebbe stato proprio lui, Chavez - prosegue Maduro - a chiedere a Dio che il nuovo Papa
Il dolore dei seguaci di Chavez per la morte del líder Ap
fosse sudamericano (per quanto inviso
all’amica Cristina Kirchner e alla sinistra
argentina). «Noi sappiamo che il nostro comandante è salito in cielo e si trova davanti
a Cristo», ha dichiarato Maduro a margine
della Festa internazionale del libro a Caracas, «questo ha influito perché lui gli ha
detto: bene, è arrivata l’ora del Sudamerica». Per Maduro la scelta di un Papa argentino «è una notizia importante». «Chavez
può convocare una costituente in cielo per
cambiare la Chiesa nel mondo», ha ag-
giunto, «una Chiesa che sia governata dal
puro popolo di Cristo».
Intanto il governo ha proclamato altri
giorni di lutto per la morte del presidente.
Venerdì, la salma del «caudillo rosso» verrà
trasferita al Museo storico militare della capitale, dove resterà finchè le modifiche alla
Costituzione non autorizzeranno lo spostamento delle spoglie presso il Pantheon
nazionale. Uno spot per Maduro in vista
delle elezioni del 14 aprile, ha denunciato
l’opposizione di Capriles.
Critiche a Obama
«Riapri la Casa Bianca»
«Riaprite le porte della Casa
Bianca ai turisti». Lo chiede, in
un editoriale il «Washington
Post», criticando la decisione
dell’amministrazione Obama
di tagliare, di fronte alla necessità di ridurre di 85 miliardi
la spesa pubblica imposta dal
sequester, «servizi che sono
apprezzati dal pubblico».
«Cancellare i popolari tour
della Casa Bianca è un modo
stupido di affrontare i tagli», si
legge ancora nell’editoriale
che ricorda come la misura
abbia rovinato vacanze preparate da mesi da famiglie americane di tutto il Paese.
Presidente cinese:
Xi Jinping in carica
Con un solo voto contrario e
tre astenuti, Xi Jinping è stato
formalmente eletto presidente della Repubblica popolare
cinese e presidente dell’Esercito di liberazione, vale a dire il
leader della Cina per il prossimo decennio. Come molti
esponenti della nuova leadership, Xi è un «principino», come vengono chiamati i discendenti da famiglie dei leader della rivoluzione. È infatti
figlio di Xi Zhongxun artefice
della prima trasformazione
economica del Paese, poi caduto in disgrazia.
Morto il numero 3
dei Khmer rossi
È morto ieri a 87 anni l’ex ministro degli Esteri dei Khmer
Rossi, Ieng Sary, conosciuto
anche come Fratello Numero
3. Accusato di crimini contro
l’umanità, era sotto processo
dal 2011. Tra gli imputati al
processo contro gli ex leader
dei Khmer rossi - durante il cui
regime morirono oltre due
milioni di cambogiani - vi era
anche la moglie di Sary, Ieng
Thirit, non processata perché
affetta da demenza.
18
ATTUALITÀ
Venerdì 15 marzo 2013
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Sempre più vicini ai quattrozampe
L’auto è un diritto animale
Arriva il taxi per cani e gatti
In America c’è da tempo. Ora il servizio sbarca da noi, a Milano e Roma
Con 35 euro una vettura trasporta fido e micio. E fa anche da ambulanza
::: MASSIMO DE ANGELIS
 Fido e micio, arrivano i
rinforzi pronti a risolvere ogni
vostro problema. Non si ha tempo a sufficienza per portare il
proprio cucciolo dal veterinario?
Il medico è troppo lontano? Oppure improvvisi acciacchi rendono complicati gli spostamenti? Ebbene un utile servizio nato
negli Stati Uniti si sta diffondendo ora anche in Italia. Nelle città
di Milano e Roma è attivo da pochi giorni il Pet Taxi, un adeguato parco macchine adibito al trasporto degli animali domestici,
in grado di andare a ritirare i
quadrupedi a domicilio.
L’idea è venuta dopo aver riscontrato in giro per lo Stivale
oggettive problematiche nei trasferimenti degli amici a quattro
zampe, per cui il Gruppo Farmina (azienda di alimenti per bestiole) in collaborazione con la
Scivac (Società culturale italiana
Veterinari per animali da compagnia) ha stilato un progetto
completo.
Grazie al Pet Taxi cani e gatti
vengono prelevati dall’abitazione, portati dal loro sanitario di fiducia, e poi riaccompagnati subito a casa. Il proprietario può
decidere di seguire il quadrupede, oppure attenderlo fiduciosamente al ritorno, qualora fosse impegnato. Il tutto avviene
con l’aiuto di personale specializzato: infatti su ogni vettura sarà presente un educatore, che si
occuperà di gestire al meglio
non solo il lato comportamentale, ma anche le situazioni di
emergenza, fornendo allo stesso
possessore eventuali istruzioni
su come rapportarsi in caso di
elementi piuttosto aggressivi.
Il servizio prevede la massima
coordinazione e sintonia con i
medici e, proprio per questo
motivo, funziona con una doppia prenotazione, sia allo Scivac
che dal veterinario. L’obiettivo
dichiarato è quello di rendere
accessibile a tutti gli animali le
cure di cui hanno bisogno, anche nel caso fossero ripetute, oltre che garantire ai medesimi sanitari delle agende più ordinate
mediante un planning efficiente
delle visite. Tra l’altro il trasporto
può prevedere anche controlli
in cliniche specializzate oppure
in strutture dove ricorrere a particolari esami. Insomma il Pet
taxi desidera porsi come un vero
e proprio servizio su misura per
«quattro zampe», considerando
che il logorìo della vita moderna
può talvolta lasciare poco tempo alle famiglie nella gestione
delle varie questioni extra.
Per venire incontro alle esigenze di bilancio, si è cercato di
limitare al minimo i costi del servizio. Pacchetto completo,
comprendente viaggio andata e
ritorno, più accompagnamento
e attesa vigile dell’autista educatore, con o senza proprietario a
bordo, viene 35 euro. Per preno-
tare vi sono due possibilità. Attraverso il web, visitando il sito
www.farminapetcare.com, oppure contattando telefonicamente il numero verde
800.077315. Tuttavia viene consigliato di consultare sempre il
veterinario di fiducia, perché gli
organizzatori
dell’iniziativa
hanno rapporti continui con
medici e specialisti, garantendo
loro tariffe più basse rispetto a
quelle riservate all’utenza priva-
ta. Una sorta di fidelizzazione
del servizio. L’interesse per il
progetto è notevole, le chiamate
arrivano, ma per adesso il network risulta disponibile solo in
due realtà urbane. Chissà che in
futuro non possa estendersi nel
resto del territorio nazionale.
IMMAGINI OSÉ SUL WEB E UN PASSATO DA FOTOMODELLA
Ornella, la sexy vigilessa
che manda in tilt la Capitale
.
::: CARLO NICOLATO
 L’ultimo regalo di Sandy è arrivato
con qualche mese di ritardo. L’uragano
che il novembre scorso si è abbattuto sulle coste orientali degli Stati Uniti ha spinto i topi in fuga dalle coste verso l’entroterra dove evidentemente hanno ritrovato un ambiente ideale per proliferare. Il
risultato è che a distanza di quattro mesi a
New York, una delle città più colpite, è
emergenza ratti. Si calcola che nei cunicoli della metropolitana e delle fognature
ce ne siano almeno 40 milioni, più o meno cinque volte la popolazione umana
sulla superficie. E siamo solo in inverno,
perché con l’arrivo di temperature miti
sarà ancora peggio. Le società di derattizzazione denunciano un aumento di chiamate per interventi urgenti dell’ordine
del 30%, mentre Timothy Wong, direttore tecnico della M&M, società di controllo
dei parassiti della città, lamenta un centinaio di chiamate al giorno, quando nor-
Un passato da fotomodella e qualche comparsata in tv, e un
presente da vigilessa. E che vigilessa. Le sue curve infiammano le strade di Roma e le sue foto sexy in lingerie sono cliccatissime sul web. Lei si chiama Ornella Roddi e lavora nel XIII
gruppo della polizia municipale capitolina. Una doppia vita,
la sua, in contrasto con il bon ton pubblicato dal comandante
della polizia urbana di Roma, Carlo Buttarelli. Una serie di regole sui comportamenti da adottare e l’abbigliamento da indossare durante i turni di lavoro. Un esempio? Le donne non
possono tenere i capelli sciolti e mettere orecchini troppo vistosi. Probabilmente toccherà al sindaco Gianni Alemanno
intervenire; alle prese questa volta con una grana sexy.
Emergenza in strade e metropolitane
L’uragano Sandy regala a New York 40 milioni di topi
malmente ne riceveva una trentina. Secondo le autorità chi prende la metro ha
almeno una probabilità su dieci di vedere
un topo e le possibilità invece di vederne
in giro sulla superfice, cioè per strada, aumentano considerevolmente nelle ore
notturne quando i condomini depositano per strada i sacchi per la raccolta differenziata. Le zone più colpite sono le stesse più interessate da Sandy, quelle nel sud
est di Greenpoint, Coney Island, Carroll
Gardens e Red Hook, ma se ci limitiamo a
Manhattan ci rientrano anche quelle più
esclusive come Chelsea, Greenwich Village e Soho. Non è raro da queste parti incontrare tra una macchina di lusso e l’altra topi che banchettano beatamente tra
la spazzatura non ancora ritirata.
Qualcuno dà anche la colpa al sindaco
Bloomberg, che ha tagliato 57 posti di la-
Il sindaco Bloomberg Ap
voro al dipartimento sanitario addetto al
controllo dei parassiti, ma va detto che
tutto questo non è certo una novità per
New York e tutti i sindaci eletti negli ultimi anni prima o poi se la sono dovuta vedere con i topi. Ne sa qualcosa Massimo
Donadon, fondatore e titolare dell’azienda di derattizzazione Mayer Braun Deutschland che negli anni ‘90 venne chiamato due volte sia da David Dinkins, primo
sindaco afroamericano della Grande
Mela, che da Rudolph Giuliani come
massimo esperto in materia. All’epoca,
assicura Donadon, ce n’erano molti di
più. Donadon non è nemmeno troppo
d’accordo con le misure che la società
che gestisce la metro della città è in procinto di prendere per debellare il problema. La Metropolitan Transportation Authority vuole infatti agire con una sostan-
BANCARIO ROMANO
Impiccato
alla spalliera
del letto
Un suicidio o forse un gioco
erotico trasformato in tragedia. Potrebbe essere morto
mentre praticava autoerotismo l’uomo di 47 anni . un
funzionario della Banca
d’Italia - che ieri è stato trovato senza vita nel letto della
sua casa in via Andrea Sacchi, a Roma, nel primo pomeriggio. Dai rilievi effettuati finora sembra infatti che
non siano stati trovati segni
di effrazione sulla porta di
casa né sulle finestre e che la
porta fosse chiusa dall’interno. Dalla casa non sembra
siano stati asportati oggetti
né valori. Il 47enne, morto
per soffocamento, è stato
trovato nudo, impiccato con
una corda legata alla spalliera del letto.
Gli investigatori tendono a
escludere si sia trattato di
suicidio volontario, visto che
l’uomo non sembra avesse
problemi né economici né
sentimentali. I rilievi sul posto sono stati effettuati dalla
polizia Scientifica. Ad avvisare i vigili del fuoco sono
stati i genitori della vittima
preoccupati perché da ore
non riuscivano a mettersi in
contatto con il figlio. I pompieri sono stati i primi a entrare
nell’appartamento
passando dalla finestra rimasta aperta. Dopo aver scoperto il cadavere i pompieri
hanno chiamato la polizia.
za che introdotta nelle esche ha il potere
di sterilizzare le femmine, una tecnologia
in fase di sperimentazione in Arizona che
pare abbia dato già qualche risultato. Ma
secondo Donadon non servirà a niente:
«I topi» dice «vanno eliminati, adesso ci
sono molecole come la cumarina che
non lasciano scampo».
Quanto poi al rischio che le carogne in
putrefazione diffondano pericoli infettivi
vari non c’è problema, ci sono altre sostanze efficaci che mummificano i cadaveri. «L’importante» assicura Donadon
«è scegliere l’esca giusta, perché i topi assumono le abitudini alimentari del luogo. Per cui negli Usa l’esca deve essere a
base di grassi vegetali, perché lì usano
quelli». E poi la derattizzazione va fatta
periodicamente, altrimenti si arriva
all’invasione. «Gunter Grass» chiosa
l’esperto «scrisse che la fine del mondo
non arriverà con l’atomica, ma quando i
topi prenderanno il sopravvento sugli
uomini». Uomo avvisato mezzo salvato.
ATTUALITÀ
Venerdì 15 marzo 2013
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Indagati i soci storici e due manager
Evasione dorata: contestati 3 miliardi a Bulgari
Sequestrati 46 milioni tra conti correnti e immobili, compreso il negozio di via Condotti. Il gruppo si difende: tutto legale
::: RITA CAVALLARO
TRIESTE E LA SPEZIA
ROMA
 Circa tre miliardi di euro di ricavi nascosti all’Erario per un’evasione fiscale di
ben 46 milioni. È bufera su Bulgari, la famosa holding del lusso finita nel mirino della
Guardia di Finanza di Roma per una maxievasione che sarebbe stata architettata con
cura.
I sigilli per equivalente sono scattati a
una lunga lista di conti correnti e beni immobili, tra cui lo storico palazzo di via Condotti, nel centro della Capitale, dove ha sede
la sciccosa boutique. Paolo e Nicola Bulgari,
già azionisti e soci storici dell’azienda, sono
stati denunciati per dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici. Accusa per la
quale sono finiti nel registro degli indagati
aperto dalla Procura capitolina anche Maurizio Valentini, attuale rappresentante legale della capogruppo italiana, e Francesco
Trapani, che in passato ricopriva lo stesso
ruolo. L’operazione è scattata ieri mattina,
quando i finanzieri del Nucleo di Polizia
Tributaria di via dell’Olmata, comandati
dal colonnello Cosimo Di Gesù, si sono presentati nella sede della holding, sul Lungotevere Marzio, con gli avvisi di garanzia e il
decreto di sequestro preventivo, emesso
dal gip del Tribunale di Roma Vilma Passamonti, su richiesta del pool di magistrati
coordinati dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani.
I SIGILLI
Un provvedimento attraverso il quale il
giudice ha ordinato di porre i sigilli a beni
per un valore complessivo di 46 milioni di
euro, somma equivalente alla presunta
evasione fiscale perpetrata dall’azienda che
produce gioielli, cadeau in pregiata pelle e
profumi. Tra le proprietà sequestrate a Bulgari ci sono rapporti bancari, partecipazioni societarie, assicurazioni sulla vita e numerosi immobili, tra i quali lo storico palazzo nella centralissima via dei Condotti, la
strada dello shopping di lusso della Capitale. Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle
è emerso che «gli indagati avrebbero omesso di dichiarare in Italia ai fini Ires ricavi per
quasi tre miliardi di euro nel periodo 20062011 attraverso l’interposizione di società
con sede in altri Paesi europei. Così avreb-
Due donne
uccise
dai ladri in casa
Lo storico palazzo di Bulgari nella centralissima via dei Condotti, la strada dello shopping di lusso di Roma Ansa
:::
L’AZIENDA
LA CASA MADRE
Bulgari Spa è la casa madre e proprietaria
del marchio Bvlgari
NEL MONDO
Opera nel mondo attraverso 41 società in
24 Paesi, 3,815 dipendenti (dati dicembre
2010) e una rete di distributori internazionali composta da 295 boutique, 174 delle
quali di proprietà
PROPRIETÀ
Bulgari Spa è quotata dal 1995 alla Borsa
Italiana con un assetto in cui la famiglia
Bulgari deteneva il 51% circa del capitale.
Nel giugno 2011, Paolo e Nicola Bulgari e
Francesco Trapani hanno trasferito a
Lvmh Moët Hennessy Louis Vuitton S.A.
la propria quota di maggioranza
RICAVI PER PRODOTTO
Gioielli, 46%; orologi, 20,1%; accessori,
8%; royalties: 1,4%; divisione gioielli,
orologi e accessori, 74%; divisione profumi e cosmesi: 23%; hotel e altro, 1,5%
bero distribuito dividendi pari a 293 milioni
di euro evadendo 46 milioni di imposte»,
spiegano gli inquirenti. In sostanza, i vertici
dell’azienda avrebbero costruito società e
negozi all’estero con l’obiettivo di mettere
in atto la frode fiscale. E se l’accusa di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici formulata nei loro confronti sarà provata, gli indagati rischiano di finire in carcere,
visto che la pena «edittale» per lo specifico
reato va da un minimo di un anno e 6 mesi a
un massimo 6 anni di reclusione. Bulgari
avrebbe inoltre «dimenticato» di dichiarare
una base imponibile Irap di oltre un miliardo e 900 milioni di euro, ma in questo caso
scatteranno solo sanzioni amministrative.
STRATEGIE DI FUGA
Un modus operandi che i dirigenti della
holding chiamavano «escape strategy» (tradotto «strategia di fuga») e che avevano
tracciato in un documento di nove pagine,
scovato dai finanzieri, al centro del quale
c’erano le «linee guida» per sfuggire al sistema d’imposizione italiano. Escape strategy
che, secondo gli investigatori, era fondata
sulla normativa introdotta il 1° gennaio
2006, che riguarda la tassazione dei dividendi provenienti da Paesi a fiscalità privilegiata, grazie alla quale il gruppo, tramite
controllate estere, sarebbe riuscito a spostare i ricavi prima in Svizzera, poi in Olanda e infine in Irlanda. Proprio in quest’ultimo Paese, dove c’è una pressione fiscale
molto bassa, era stata creata la Bulgari Ireland ltd (Beire), controllata interamente
dall’italiana Bulgari Spa.
Su carta era un centro di stoccaggio, con
il compito di immagazzinare, distribuire e
spedire i prodotti ai negozi di tutto il mondo. In realtà le merci non si muovevano, ma
quello che cambiava, a vantaggio di Bulgari,
era il flusso di fatturazione. In questo modo
la holding pagava le tasse in Irlanda con
un’aliquota del 12,5 per cento e distribuiva i
dividendi alla controllante italiana. Bulgari
si è dichiarata «estremamente sorpresa dalle considerazioni formulate» e ha sottolineato che le società straniere oggetto di indagine sono imprese «reali ed effettive».
Due donne anziane trovate
morte ieri all’interno della
propria casa in due città diverse. Una a Trieste e l’altra a
La Spezia. La prima, Bruna
Cermeli, 76 anni, invalida da
tempo per un incidente stradale, tanto che si muoveva
con un deambulatore, si presume sia stata uccisa dopo un
tentativo di furto. I ladri si sarebbero introdotti nella sua
casetta di Strada per Longera
193 con l’obiettivo di rubare la
cassaforte. Ma sarebbero stati
scoperti dalla proprietaria e
forse anche riconosciuti. Da
qui la reazione dei malviventi,
che avrebbero colpito l’anziana con un colpo contundente
alla testa uccidendola.
A Castelnuovo Magra, nello
spezzino, invece, è giallo sulla
morte di Marisa Morchi, 77
anni. Sul corpo della donna,
che abitava in via Palvotrisia,
sono state trovate ampie ferite alla testa e una mano amputata. A trovarla in un lago di
sangue è stata la figlia, che ha
subito lanciato l’allarme, ma
per la donna non c’è stato nulla da fare. Non si esclude un
omicidio per rapina. Ma si indaga a 360 gradi. L’anziana
sarebbe morta in tarda mattinata perché alcuni testimoni
l’avrebbero vista dopo le 10 al
lavoro nel piccolo giardino
antistante l’abitazione. Il decesso da ricondurre al violento colpo alla testa per mano
dell’assassino, che le ha anche
amputato la mano destra.
Massacrò i genitori per l’eredità
CONDANNATO A TRENT’ANNI
Pietro Maso torna libero il 15 aprile
Grazie all’indulto ha scontato 22 anni
::: ALESSANDRO GONZATO
VERONA
 Pietro Maso torna in libertà. Dopo aver scontato 22
anni di carcere per l’omicidio
dei genitori, l’ex giovane della
«Verona bene» - che compì il
delitto
per
impossessarsi
dell’eredità - uscirà il prossimo
15 aprile dal carcere milanese di
Opera, dove da ottobre 2008 gode del regime di semilibertà:
durante il giorno lavora come
addetto alle pulizie al Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria e alla
sera torna a dormire in cella.
Maso, che a luglio compirà 42
anni, fu condannato dalla Corte
d’Assise di Verona per duplice
omicidio volontario premeditato pluriaggravato a trent’anni
e due mesi di reclusione, pena
che fu poi confermata sia in appello che in Cassazione, salvo
poi essere ridotta di tre anni
grazie all’indulto e di altri 1.800
giorni in virtù della liberazione
anticipata. L’assassinio di Antonio Maso e Mariarosa Tessari,
52 e 48 anni, è tutt’ora uno dei
più cruenti casi di omicidio familiare della cronaca italiana.
Maso, all’epoca ventenne,
massacrò i genitori nella notte
fra il 17 e il 18 aprile 1991 nella
sua villetta di Montechia di Crosara, nell’Est Veronese, a pochi
chilometri dalla provincia di Vicenza. I dettagli del piano omicida furono discussi all’interno
di un bar del paese qualche minuto prima della strage. Maso
era in compagnia di quattro
amici. Uno di loro, dopo aver
accompagnato il gruppetto con
la propria auto sul luogo dove di
lì a poco si sarebbe consumato
il delitto - attorno alle undici di
sera - non se la sentì e si tirò indietro. Giorgio Carbognin, Pao-
lo Cavazza (entrambi diciannovenni) e Damiano Burato (allora ancora diciassettenne) decisero invece di andare fino in
fondo. Maso sapeva che a
quell’ora i genitori dovevano
ancora rientrare a casa.
L’avrebbero fatto solo qualche
minuto più tardi. Una volta parcheggiata la macchina in garage, il padre, accortosi che mancava la luce, salì in cucina per
raggiungere il contatore generale. E lì venne colpito prima dal
figlio con un tubo di ferro e poi
da Burato con una pentola.
Stessa sorte toccò alla signora
Maso. Salita al primo piano della villetta per raggiungere il marito, la donna fu percossa con
un bloccasterzo da Cavazza e
colpita con un’altra pentola da
Carbognin.
I coniugi, nonostante il brutale agguato, non morirono sul
colpo, ma soltanto una cin-
Pietro Maso davanti al tribunale di Milano. Il ragazzo che a 20 anni uccise i
genitori per l’eredità, fu condannato a 30
anni e due mesi di reclusione Olycom
quantina di minuti più tardi,
dopo che il figlio soffocò la madre infilandole in gola del cotone, chiudendole poi la testa in
un sacchetto di plastica, e dopo
che Cavazza schiacciò con un
piede la gola del papà di Pietro. I
quattro agirono indossando
delle maschere e delle tute per
non macchiarsi di sangue i vestiti. Una volta compiuto il du-
plice omicidio, Burato e Cavazza tornarono a casa, mentre
Maso e Carbognin, per costruirsi un alibi, andarono assieme in due discoteche della
zona, dove erano molto conosciuti. Attorno alle 2 di notte,
rientrato nell’abitazione dove
viveva coi genitori, Maso svegliò i vicini di casa fingendosi
impaurito e dicendogli di aver
scorto un’ombra salire dalle
scale della propria villetta. Toccò così a uno di loro fare la macabra scoperta. Gli investigatori, che all’inizio batterono la pista della rapina finita in tragedia, impiegarono poco per capire cos’era realmente successo. Torchiati dalle forze dell’ordine, Maso e i suoi tre amici
confessarono nell’arco di 48
ore.
Durante la carcerazione Maso si è sposato. Lo scorso novembre, senza motivare la sua
decisione, aveva deciso di rinunciare alla precedente richiesta di affidamento ai servizi
sociali. La villetta degli orrori,
teatro del duplice omicidio, è
stata venduta da tempo dai parenti. Il sindaco di Montechia di
Crosara, Edoardo Pallaro, di
Maso oggi non vuole più sentir
parlare: «Non è più un nostro
concittadino».
Borsa Milano-FTSE Mib
Borsa Londra-FTSE 100
16.131,05
Gli indici
+2,45%
grafica a cura di centimetri.it
Borsa Parigi-CAC 40
6.529,41
+0,74%
Petrolio - al barile
3.871,58
Euro/Dollaro
108,69 $
+0,93%
+0,69%
-0,34%
1,2937
Affari e politica
Tre regioni rosse = tre banche in rosso
Non solo Monte Paschi. La Popolare di Spoleto, commissariata da un mese, è sotto la lente
dei pubblici ministeri, mentre BancaMarche è in gravissimo imbarazzo per i suoi conti
::: CARLO CAMBI
Lettera di Bankitalia
 Tre regioni rosse con le
banche in rosso. Non c’è dubbio che alla sinistra di soldo e di
governo piaccia giocare a Monopoli. Peccato che i risultati
sono spesso disastrosi. Cosa
capita, tragicamente, a Siena è
noto. Ma il contagio rosso ha
aggredito altri due istituti dove
politica, potentati locali, crediti
offerti con eccesso di disinvoltura agli amici degli amici, inadeguatezza dei dirigenti ha
provocato sconquassi.
E se la Popolare di Spoleto che interseca la sua vicenda
con quella di Mps - è da un mese commissariata da Banca
d’Italia e sotto la lente dei pubblici ministeri, la BancaMarche
è in gravissimo imbarazzo per i
suoi conti. Già due volte il Consiglio di amministrazione ha
rinviato l’approvazione del bilancio 2012 e a Jesi – dove ha la
sede centrale l’istituto – sono
già volati i coltelli a seguito di
ripetute ispezioni di Bankitalia.
Lo show down è andato in
scena ieri quando per la terza
volta in Cda è arrivato il bilancio 2012. Il consiglio di amministrazione di BancaMarche ha
quindi approvato il bilancio
con una perdita di 518 milioni
a fronte di 18,7 miliardi di raccolta.
Il presidente Lauro Costa nobiluomo e galantuomo maceratese già sedeva nel precedente Cda e rischia di essere
pugnalato alle spalle dalla Fondazione Cassa di Macerata che
annuncia azioni responsabilità
- ha affidato un’operazione verità al neo direttore generale
Luciano Goffi per far emergere
tutte le opacità la cui responsabilità viene addossata al precedente dg Massimo Bianconi
che ha lasciato su forti pressioni di Bankitalia.
La vigilanza ha puntato il dito anche sulle Fondazioni che
detengono la maggioranza del
capitale di BancaMarche e sono le stanze di compensazione
della politica regionale chiedendo la revoca di alcuni consiglieri e di Federico Tardioli, ex
presidente della Fondazione
Cassa di Jesi, da vicepresidente
di Bancamarche per la mancanza del requisito di professionalità. Il governatore marchigiano Gian Mario Spacca si
limita a dire che Bancamarche
deve restare a capitale locale sull’autonomia della banca c’è
stato un durissimo scontro tra
le tre Fondazioni - perché è un
patrimonio della regione. Ma
nulla dice sul fatto che la banca
è esposta su otto costruttori e
con le aziende ex Antonio Mer-
Con i bilanci in perdita
niente cedole e bonus
E il credito va ko
spiega la sferzata sulle dismissioni che
gli azionisti hanno imposto a Franco
Bernabè. Guardando nelle pieghe del
bilancio, si capisce che la macchina
messa in moto da Greco marcia bene,
perché dopo aver varato una governance funzionale alla terza assicurazione europea e neutralizzato la put
miliardaria del finanziere ceco Kellner
nell’Est Europa, la gestione operativa
delle Generali ha dato un risultato di
4,2 miliardi. Il 70% conseguito all’estero. Un risultato che, dopo una raccolta
premi in crescita a 70 miliardi (+3,2%,
già comunicato alla comunità finanziaria), si è giovato del contributo positivo sia del Vita (2,7 miliardi: +9,7%)
nonostante la recessione nei mercati
principali del gruppo sia Danni (1,7
miliardi: +5,6%). Hanno pesato i risarcimenti legati al terremoto in Emilia
ma questo è il lavoro delle assicurazioni. E ora il 2013. Dopo un primo trimestre da cui si aspetta «un buon risultato», l’amministratore delegato delle
Generali ha detto di puntare dritto verso «un utile operativo di 5 miliardi che
il gruppo ha promesso al 2015. Dobbiamo cominciare una traiettoria», ha
continuato Greco, «dai 4,2 miliardi di
quest'anno per salire verso un numero
che inizia con un 5 tra due anni. Pensiamo di poter iniziare quest'anno un
viaggio verso un numero diverso».
Intermonte ha comunque confermato il rating neutral a 13 euro. Banca
Akros 14 euro. Equita 15,5.
 Banca d’Italia non vuole ridurre la pressione sugli istituti di credito. La pulizia dei bilanci e l’introduzione di piani di incentivazione
coerenti con i loro conti, devono essere obiettivi prioritari. In un momento in cui la «redditività bancaria rimane fragile», via Nazionale «si
attende una significativa riduzione della remunerazione variabile». Così palazzo Koch chiede
alle banche che «chiudono l’esercizio 2012 in
perdita» o che hanno un indice patrimoniale
inferiore «al livello obiettivo comunicato dalla
Vigilanza» di non distribuire dividendi. Una
posizione che però fa storcere il naso agli azionisti. Non per niente ieri, in una giornata felice
per Piazza Affari, i titoli legati agli istituti di credito hanno registrato performance spesso negative o ben al di sotto dei massimi di giornata.
Una stretta che non coinvolge soltanto gli
azionisti, ma anche i vertici, messi a dieta sulla
parte variabile dei loro compensi.
«Per le banche che hanno adottato piani di
incentivazione basati su un periodo annuale di
valutazione della performance e che chiudono
l’esercizio 2012 in perdita o con un risultato di
gestione negativo», prosegue l’istituto di via
Nazionale, «una corretta applicazione delle
Disposizioni non consente di riconoscere o
pagare bonus a valere sui risultati dell’esercizio 2012» per i massimi dirigenti, laddove per il
restante personale va contemplata «almeno
una significativa riduzione del bonus anche
nel caso in cui siano stati raggiunti gli obiettivi
di performance individuale e della business
uniti di appartenenza». Bankitalia ricorda poi
che «per quanto ovvio, la contrazione o l’azzeramento dei bonus non dovranno essere aggirati attraverso impropri aumenti della componente fissa o di quella variabile negli anni successivi».
In una lettera inviata agli istituti di credito
mercoledì, Bankitalia ricorda inoltre come il
prolungarsi della recessione economica e l’incertezza sulle prospettive di ripresa della domanda interna «confermano la validità delle
indicazioni fornite lo scorso anno e richiedono
anzi un ulteriore sforzo alle banche, chiamate
ora anche a rafforzare i presidi a fronte del deterioramento della qualità delle attività detenute».
Le sofferenze dei crediti non danno dunque
segnali incoraggianti. È quindi in primo luogo
necessario che «le banche adeguino le rettifiche di valore complessive sui crediti all’evoluzione presente e prospettica del contesto economico». Inoltre, sottolinea Banca d’Italia, gli
istituti «devono proseguire gli sforzi intrapresi
per accrescere la capacità di autofinanziamento: in particolare, in linea con le azioni di
contenimento dei costi operativi e per il personale, le scelte in materia di remunerazione e le
politiche di distribuzione dei dividendi devono contribuire al perseguimento di questo
obiettivo».
Tutto questo sembrerebbe mal conciliarsi
con la riapertura dei rubinetti del credito a famiglie e imprese. L’idea sembra essere: prima
di tutto, conti a posto.
N.SUN.
A.S.
DESTINI INCROCIATI
A Spoleto il destino della sua
Banca popolare è strettamente legato con quello di
Monte Paschi. La sinistra ha
allevato una sorta di dominus del credito che ha portato
la banca a sbattere. (Imagoeconomica)
loni per due terzi delle sue sofferenze incagliate passate da
uno a 4 miliardi in due anni. E
che questi “soggetti economici” sono molto vicini al “modello Marche” che vede Pd,
Udc e ultrasinistra consociati al
potere.
A Spoleto per contro la sinistra ha allevato una sorta di dominus del credito che ha portato la Popolare a sbattere. Tutto ruota attorno alla figura di
Giovannino Antonini presidente della cooperativa Spoleto
Crediti e Servizi che detiene il
51% del capitale della Popolare
di cui Mps deteneva il 26%. Ma
quanto Montepaschi ha deciso
di vendere in base al patto parasociale la CSC non aveva i
soldi per comprare. Si è fatta allora avanti una cordata di imprenditori umbri con il Fondo
Clitumnus capitanato da Francesco Carbonetti col sostegno
del re del cemento Giovanni
Colaiacovo pronta a rilevare
l’intero pacchetto.
La risposta è stata “niet”. Risultato: la Popolare di Spoleto è
commissariata, c’è un’inchiesta penale che parte dai conti
della banca, attraversa quelli
della CSC e arriva chissà dove.
Forse al cuore del sistema. Che
si scrive Umbria ma si legge
Pd.
L’utile netto crolla, dividendo invariato
La Borsa premia (+9%)
la pulizia di Generali
 Vedere un titolo come Generali,
grande e grosso come può esserlo il
forziere della finanza italiana, crescere
del 9% in un colpo solo è uno spettacolo con pochi precedenti. Le pulizie di
primavera imposte dal nuovo amministratore delegato, Mario Greco, hanno fatto il miracolo. Molto felici gli
azionisti: da quando l’ex McKinsey è
alla guida del gruppo il rialzo delle
quotazioni è stato del 50%. Le perdite
sul portafoglio titoli (1,7 miliardi) hanno fatto crollare l’utile da 856 a 90 milioni. Tuttavia il dividendo resta a 20
centesimi.
L’aggiustamento sulle partecipazioni è il segnale più importante del cambiamento imposto dalla nuova gestione. Una rottura con il passato. Con gli
anni in cui Enrico Cuccia e Vincenzo
Maranghi utilizzavano l’immenso potere di Generali come cassa per le alchimie di Mediobanca. Una parte non
trascurabile di quel portafoglio risale
ancora ai tempi in cui alla guida della
banca d’affari c’erano il fondatore e il
suo delfino. Per esempio la presenza in
Rcs e nelle stessa Mediobanca che
adesso Greco ha messo in vendita:
«Non è una questione di principio è
una questione pratica» si è schermito
consapevole dell’altissimo valore simbolico che avrebbe la vendita di quelle
azioni. Ma è da Telco che il nuovo amministratore delegato vuole uscire: è
costata ancora 148 milioni che si aggiungono agli oltre 300 dell’anno precedente. Un vero bagno di sangue che
Venerdì 15 marzo 2013
21
@ commenta su www.liberoquotidiano.it
Fonsai, via all’azione di responsabilità Accordo all’Ilva: 3800 in solidarietà
 L’assemblea dei soci di Fondiaria Sai ha
approvato la delibera sull’azione di responsabilità contro la famiglia Ligresti ed altri ex consiglieri e sindaci della compagnia promossa dal commissario ad acta Matteo Caratozzolo. Alla votazione era rappresentato il 64,4 per cento del capitale sociale. Hanno votato favorevolmente il
99,95 per cento delle azioni messe al voto. E con il
99,97% di voti favorevoli espressi in assemblea a
San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna,
anche gli azionisti di Milano Assicurazioni hanno
dato il loro via libera all’azione sociale di responsabilità nei confronti dei Ligresti e degli ex amministratori del gruppo assicurativo. Alla votazione
era presente il 66,82% del capitale sociale della
Milano Assicurazioni.
 Raggiunto l’accordo fra Ilva e le organizzazioni
sindacali sugli ammortizzatori sociali per la ristrutturazione in applicazione dell’Aia. Secondo l’accordo
«sarà possibile applicare il contratto di solidarietà per
la durata di due anni e per un tetto massimo nel primo anno di 3.749 lavoratori dello stabilimento siderurgico di Taranto». «Siamo soddisfatti dell’accordo
raggiunto che tutela gli interessi dei lavoratori e con-
ferma la volontà dell’azienda di applicare l’Aia, così
come», spiega l’azienda, «sta già puntualmente avvenendo. In tal modo si potrà garantire un futuro positivo allo stabilimento di Taranto, coniugando salute, ambiente e lavoro», ha commentato il presidente
Bruno Ferrante. Sempre ieri il Tribunale di Taranto
ha respinto il ricorso dei difensori dell’ex presidente
Nicola Riva che resta agli arresti domiciliari.
Multiutility: A2A torna in utile
Eni alza il dividendo del 2%
Investimenti a 57 miliardi
Il Cane a sei zampe vende ai cinesi il 28% dell'Area 4 in Mozambico
e presenta un piano di impieghi al 2016 molto aggressivo
::: SANDRO IACOMETTI
 Cinquantasei miliardi di investimenti da qui al 2016, obiettivi di crescita
della produzione ritoccati verso l’alto e
una politica più generosa dei dividendi.
La crisi europea non frena la corsa
dell’Eni, che continua a macinare profitti
e risultati. Il cda ha approvato ieri il bilancio consolidato con un utile netto a quota
7.788 milioni (4.198 milioni escludendo il
contributo ed i proventi della dismissione Snam considerati tra le discontinued
operations). L’utile netto di esercizio ammonta a 9.078 milioni (6.207 milioni
esclusi dividendi e plusvalenze relativi a
Snam).
Tutto in crescita il piano strategico
2013-2016 presentato a Londra agli analisti. Gli investimenti crescono di 1,6 miliardi (a quota 56,8) rispetto al periodo
del piano precedente, il target di crescita
della produzione viene spostato dal 3 al
4% annuo. Stesso discorso per le cedole.
Il dividendo per il 2012 è fissato a 1,08 euro per azione, mentre la stima per il 2013
è di 1,10 euro, in rialzo del 2%. La nuova
politica del dividendo del gruppo, ha
spiegato l’ad Paolo Scaroni, «non sarà
più legato all’inflazione Ocse, ma verrà
deciso anno per anno in base alla crescita, ai profitti e al cash flow». Quanto al buyback, l’Eni non esclude la possibilità di
proseguire il programma a vantaggio degli azionisti anche nel 2013, ma solo nel
caso in cui i prezzi del petrolio saranno
superiori a quelli del piano e se ci saranno «buoni progressi» nell’attività di quest’anno.
Dietro l’accelerazione del Cane a sei
zampe c’è anche l’uscita di Snam dal perimetro del gruppo. «Siamo», ha detto
Scaroni, che non ha escluso un nuovo
mandato, «in una nuova fase, in una
nuova Eni, con un nuovo debito». Ma il
piano ruota principalmente intorno alla
capacità della società di generare un flusso di cassa impressionante, che si aggira
sui 20 miliardi di euro l’anno. Gran parte
di queste risorse arrivano dall’attività di
estrazione e produzione. E qui, ieri, l’Eni
MERCATINO
Mapei cresce in Turchia
Acquista Wellmerk
Mediolanum University arriva 2ª
al premio Best corporate university
MULTINAZIONALI Mapei, la multinazionale di prodotti
chimici per l’edilizia del presidente di Confindustria,
Giorgio Squinzi, ha acquistato la turca Wellmerk di
Polatli, vicino ad Ankara. Nel 2012 ha fatturato oltre 10
milioni, quello di Mapei supera i due miliardi.
BANCHE Mediolanum Corporate University, l’istituto
di Banca Mediolanum realizzato per diffondere la cultura finanziaria e d’impresa, ha vinto a Parigi il secondo
premio come “Best corporate university”. A ritirare
Oscar di Montigny, direttore marketing Mediolanum.
Mediaset scommette
sulle start up innovative
team.
L’accesso al progetto è aperto
anche ad aziende internazionali
non ancora presenti sul mercato
italiano. Tutti i dettagli sul sito
www.Ad4Ventures.com
Commenta Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente Mediaset:
«Dalla recessione che sta colpendo l’Italia si uscirà solo con una
forte spinta all’innovazione: questo vale per tutte le aziende e a
maggior ragione per le imprese
che operano nel mondo dei me-
VENDITE IN EDICOLA
I giornalisti di «A»
contestano i dati Rcs
Il sindacato interno di «A» (nei
giornali si chiama comitato di
redazione) contesta le cifre
sulla diffusione dei settimanali. Sostiene che i conti della testata stanno migliorando e
quindi non si capiscono le ragioni dell’inserimento nella lista dei periodici da dismettere.
In una lettera al capo di Rcs,
Pietro Scott Jovane, il sindacato ricorda che a gennaio «A» ha
registrato un aumento del
6,5% della diffusione.
ha messo a segno un colpo da 4,2 miliardi
di dollari cedendo ai cinesi di Cnpc il
28,57% delle azioni di Eni East Africa, cui
fa capo il 70% della partecipazione Area 4
nell’offshore del Mozambico. Si tratta
del giacimento al largo delle coste africane, dove l’Eni alla fine del 2011 ha fatto
una delle più grandi scoperte della sua
storia, mettendo le mani su un potenziale complessivo di 52 trilioni di metri cubi
di gas. Oltre al 50% del Cane a sei zampe e
all’attuale 20% di Cnpc, le altre quote sono detenute dalla compagnia locale Empresa Nacional de Hidrocarbonetos de
Mocambique (10%), dalla coreana Kogas (10%) e dalla portoghese Galp (10%).
Buone notizie anche per A2a. La multiutility lombarda torna in utile per 260
milioni nel 2012 dopo il rosso di 423 milioni registrato lo scorso anno. I ricavi sono saliti del 5,7% a 6.480 milioni e verrà
distribuito un dividendo di 0,26 euro per
azione, il doppio dell’anno precedente.
twitter@sandroiacometti
Al via «Ad4Ventures»
 Per una start-up non c’è
strada più breve verso il successo
che incrociare il destino con chi
ha già l’esperienza, la possibilità e
la voglia di lanciare una nuova
impresa. Oltre all’Agenda digitale, l’agenzia pubblica fortemente
voluta da Corrado Passera che
dovrebbe dare una spinta al settore dell’innovazione tecnologica, anche diverse aziende private
stanno adottando provvedimenti
per promuovere le buone idee in
erba.
Da lunedì 18 marzo parte
“Ad4Ventures”, iniziativa di venture capital ideata da Mediaset
con l’obiettivo di investire su
nuove aziende italiane ad alto
potenziale di crescita, attive
nell’area tecnologica e digitale.
Mediaset offrirà efficaci piani
di comunicazione e promozione
su tutti i propri canali di distribuzione. In cambio di questo prezioso investimento in pubblicità,
equivalente a iniezioni di capitale, Mediaset acquisirà quote azionarie delle start-up prescelte
puntando sul loro sviluppo a medio-lungo termine. Le nuove imprese che “Ad4Ventures”selezionerà sono attive nell’area consumer e retail, in fase di crescita con
un chiaro modello di business e
con un proprio management
Paolo Scaroni, amministratore delegato Eni (Fotogramma)
dia. Abbiamo quindi deciso di
lanciare il progetto “Ad4Ventures” perché puntiamo all’evoluzione permanente e perché abbiamo fiducia nelle eccellenze
tecnologiche italiane. Eccellenze
che esistono e che oggi rischiano
di non riuscire a svilupparsi per
mancanza di risorse o, peggio, di
finire assorbite da investitori
esteri. È già accaduto troppe volte
in passato. Mediaset, consapevole del contributo che queste nuove realtà possono offrire all’area
editoriale, è pronta a esaminare
opportunità di collaborazione
che per avere successo devono
creare valore e know-how sia per
Mediaset sia per le giovani imprese ad alto potenziale coinvolte».
L’innovazione legata alle nuove realtà imprenditoriali è un motore di sviluppo per tutto il tessuto produttivo. E l’iniziativa di Mediaset rientra a pieno titolo tra
quelle che possono contribuire
alla crescita di tutto Paese, non
solo delle aziende direttamente
interessate. Una via di sviluppo
chiesta a gran voce da quanti seguono da vicino da tanti anni
questo settore e che ne vedono le
opportunità. Il divario con altri
Paesi resta forte, ma strada giusta
per recuperare terreno sembra
intrapresa.
22
Venerdì 15 marzo 2013
Mercato Azionario
AZIONI
A
PREZZO
VAR% PREZZO
CHIUSURA SU PR. RIF. MED. PON.
MINIMO
2011/2012
MASSIMO
2011/2012
VAR% PR.UF.
DAL 28/12/12
ACEA
ACEGAS-APS
ACOTEL GROUP
ACQUE POTABILI
ACSM-AGAM
AEDES
AEDES 09-2014 W
AEFFE
AEGON
AEROPORTO DI FIRENZE
AGEAS
AHOLD KON
AICON
AION RENEWABLES
ALCATEL-LUCENT
ALERION
ALLIANZ
AMBROMOBIL 14 W
AMPLIFON
ANSALDO STS
ANTICHI PELLETTIERI
ARENA
ASCOPIAVE
ASTALDI
ASTM
ATLANTIA
AUTOGRILL
AUTOS MERIDIONALI
AXA
AZIMUT
A2A
4,16
5,575
22,42
0,766
0,65
0,0522
0,004
0,62
5,01
9,815
27,4
11,55
0,122
0,621
1,163
3,904
113,9
4,31
6,74
0,1278
0,0046
1,14
5,325
9,2
12,37
9,385
15,95
14,58
13,09
0,4335
-1,05
1,46
1,86
1,96
1,36
-0,56
2,96
-0,2
0,96
6,75
3,93
0,62
1,88
0,7
0,97
1,35
2,22
-1,04
1,04
-1,18
2,15
2,68
0,19
2,17
0,69
6,25
4,1728
5,5394
22,2338
0,766
0,6458
0,0518
0,004
0,6211
5,0061
9,475
27,3237
11,6231
0,122
0,6221
1,1562
3,8778
113,2762
4,2987
6,7009
0,1268
0,0045
1,1432
5,2189
9,1934
12,3401
9,2823
15,7202
14,5178
13,054
0,4265
4,16
5,235
22,01
0,741
0,621
0,0513
0,0037
0,5635
4,446
9,815
22,98
9,305
0,122
0,525
1,06
3,708
101,5
3,56
6,675
0,1261
0,0045
1,1
5,15
7,795
12,11
8,57
15,4
13,05
11,16
0,39
4,83
5,93
27,61
0,795
0,71
0,0719
0,007
0,705
5,2
10,5
27,4
11,55
0,122
0,804
1,325
4,068
113,9
4,31
7,68
0,1893
0,0059
1,309
5,71
9,675
14,14
9,815
17
14,58
13,5
0,5005
-8,65
5,29
-2,94
0,79
5,78
-9,06
-35,48
11,71
5,03
-2,73
22,81
24,13
18,97
14,47
7,02
9,2
14,81
-4,4
-28,68
-16,36
-10,52
5,24
17,8
-9,51
8,06
-5,23
9,62
20,65
-0,87
20/05/13
09/07/12
26/05/03
02/05/06
21/05/12
07/05/07
07/05/07
18/05/09
25/04/08
07/05/12
30/04/12
19/04/12
B CARIGE
B CARIGE RSP
B DESIO BRIA RNC
B DESIO E BRIANZA
B IFIS
B INTERMOBILIARE
B M.PASCHI SIENA
B P DI SONDRIO
B P EMILIA ROMAGNA
B POP ETRURIA E LAZIO
B POP MILANO
B POP SPOLETO
B PROFILO
B SANTANDER
B SARDEGNA RSP
BANCA GENERALI
BANCO POPOLARE
BASF
BASICNET
BASTOGI
BAYER
BB BIOTECH
B&C SPEAKERS
BCA FINNAT
BE
BEGHELLI
BENI STABILI
BEST UNION COMPANY
BIALETTI INDUSTRIE
BIANCAMANO
BIESSE
BIOERA
BMW
BNP PARIBAS
BOERO
BOLZONI
BON FERRARESI
BORGOSESIA
BORGOSESIA RSP
BPM 09-13 W
BREMBO
BRIOSCHI
BRUNELLO CUCINELLI
BUZZI UNICEM
BUZZI UNICEM RSP
0,6
1,18
2,148
1,947
6,815
2,6
0,2106
4,65
5,44
0,4121
0,4573
1,844
0,2529
5,925
7,63
15,51
1,07
75,3
1,507
0,81
78,5
87,65
3,59
0,2677
0,1918
0,362
0,48
1,12
0,2454
0,542
2,65
0,203
70,7
44,29
21
2,614
37,73
0,906
1,131
0,0175
11,89
0,094
17,51
11,86
5,97
2,13
0,88
0,22
-9,91
2,23
2,65
7,09
-2,7
-0,81
-2,73
2,16
0,39
1,13
1,55
-1,05
1,95
0,52
-0,28
1,02
-0,1
0,5
0,69
1,82
2,25
-3,3
-0,53
-0,49
0,93
-0,62
1,32
-0,68
1,16
0,17
0,21
0,06
4,96
2,4
0,5961
1,2074
2,151
1,9135
6,794
2,722
0,2089
4,6144
5,2999
0,4137
0,4722
1,8909
0,2548
5,9306
7,6235
15,5436
1,0634
75,0122
1,5123
0,81
78,3507
87,77
3,5768
0,2626
0,1876
0,3649
0,4772
1,1085
0,2478
0,5512
2,6663
0,2068
71,2308
44,4323
21
2,6042
37,9952
0,906
1,1303
0,0171
11,8824
0,0934
17,4729
11,5371
5,8705
0,5875
1,18
1,96
1,86
5,635
1,78
0,1985
4,42
5,08
0,4121
0,4573
1,687
0,246
5,68
7,3
12,92
1,058
71
1,385
0,81
69,35
73,5
2,998
0,258
0,1709
0,3602
0,4626
0,87
0,193
0,542
2,49
0,1964
68,8
41,71
18,67
2,024
37
0,7215
0,97
0,0172
9,74
0,0854
13,39
10,21
5,1
0,888
1,398
2,2
2,36
6,94
2,886
0,3
5,485
6,5
0,657
0,583
3,03
0,272
6,74
7,975
15,51
1,563
75,8
1,691
0,927
78,5
87,65
3,746
0,2995
0,2206
0,4305
0,52
1,12
0,267
0,742
2,858
0,28
75,85
47,78
21,13
2,65
39,96
0,92
1,25
0,1216
11,97
0,1021
17,7
12,05
5,99
-22,13
-1,67
12,34
-0,46
23,24
33,26
-6,69
6,16
4,02
-25,41
1,17
8,79
3,1
-1
8,53
20,14
-14,94
5,54
10,97
-3,11
9,79
20,23
17,78
-0,41
17,38
6,69
7,6
28,44
30,67
-18,43
6,68
-27,19
-4,33
4,83
1,99
27,02
3,94
23,35
16,6
-85,32
21,89
10,59
31,06
12,52
15,47
21/05/12
21/05/12
07/05/12
07/05/12
06/05/13
05/05/08
18/05/09
23/04/12
21/05/12
16/04/12
23/05/11
09/05/11
07/05/12
15/01/13
14/05/12
20/05/13
23/05/11
30/04/12
18/06/12
CAD IT
CAIRO COMMUNICATION
CALEFFI
CALTAGIRONE
CALTAGIRONE EDITORE
CAMFIN
CAMPARI
CAPE LIVE
CARRARO
CARREFOUR
CATTOLICA ASSICURAZIONI
CDC
CELL THERAPEUTICS
CEMBRE
CEMENTIR HOLDING
CENTRALE DEL LATTE TO
CHL
CIA
CICCOLELLA
CIR
CLASS EDITORI
COBRA
COFIDE
COGEME SET
CONAFI PRESTITO’
CR BERGAMASCO
CR VALTELLINESE
CREDEM
CREDIT AGRICOLE
CRESPI
CREVAL 2014 W
CSP INTERNATIONAL
4,44
2,724
1,44
1,299
0,8185
0,773
5,92
0,058
2,06
21,98
14,04
0,4401
0,973
6,5
2,1
1,682
0,0571
0,229
0,3627
0,775
0,2174
0,345
0,385
0,048
0,68
11,48
1,011
3,794
7,265
0,0292
0,156
1,09
3,98
0,96
-0,69
1,8
-1,33
1,64
1,46
3,2
1,08
-0,99
11,87
-2,37
1,14
0,08
1,25
-2,49
1,06
3,1
2,65
1,73
-0,66
1,32
-0,66
-0,43
0,6
1,72
0,9
-2,01
4,35
-0,18
4,4039
2,7275
1,44
1,3036
0,8135
0,7719
5,896
0,0582
2,0547
21,98
13,4586
0,4379
0,9704
6,4949
2,0557
1,705
0,0574
0,2275
0,3627
0,7702
0,2143
0,3438
0,3867
0,049
0,68
11,558
1,0074
3,7684
7,2557
0,0292
0,1573
1,0795
4,152
2,484
1,352
1,215
0,8185
0,556
5,635
0,0492
1,99
19,09
12,35
0,381
0,962
6,38
1,67
1,48
0,055
0,226
0,3035
0,7355
0,2113
0,338
0,3669
0,048
0,619
11,48
0,9955
3,55
6,31
0,0255
0,1271
0,96
4,66
2,892
1,519
1,365
0,907
0,8865
6,095
0,076
2,292
22,65
14,1
0,615
1,155
7,28
2,128
1,99
0,0717
0,2588
0,45
0,9285
0,2599
0,428
0,4571
0,048
0,7
14,69
1,355
4,596
7,75
0,041
0,1789
1,14
7,61
10,28
1,05
11,12
-5,54
41,83
2,07
13,95
-4,01
12,43
20,21
18,02
-0,71
2,6
28,28
15,92
-3,22
-6,03
24,13
-2,45
-0,41
3,02
-4,37
9,15
-18,58
-13,29
-8,18
19,79
14,51
9,32
12,37
07/05/12
13/02/13
17/05/10
21/05/12
21/05/12
19/05/08
20/05/13
DADA
DAIMLER
DAMIANI
D’AMICO
DANIELI & C
DANIELI & C RSP
DANONE
DATALOGIC
DEA CAPITAL
DELCLIMA
DE’LONGHI
DEUTSCHE BANK
DEUTSCHE TELEKOM
DIASORIN
DIGITAL BROS
DMAIL GROUP
3,51
45,75
1
0,4312
20,37
13,35
55,65
6,595
1,282
0,805
12,83
34,28
8,565
26,85
1,148
5,14
9,76
0,28
-1,38
-0,02
0,99
1,29
0,54
1,77
-1,54
2,48
3,63
1,39
2,33
-0,81
-0,17
-3,11
3,5858
45,7679
0,9825
0,4335
20,3944
13,2161
55,65
6,549
1,2856
0,7959
12,6391
34,3864
8,5044
26,7458
1,148
5,2341
3,01
42,11
0,9245
0,3286
19,75
12,33
49,2
6,36
1,282
0,6725
10,82
33,14
8,04
26,53
1,136
2,04
3,51
46,81
1,03
0,49
23,65
14,05
55,65
7,085
1,479
0,82
12,98
38,45
9,14
30,58
1,331
5,305
17,79
10,24
8,46
35,17
-6,34
4,79
12,31
-0,15
-4,33
20,15
17,49
3,85
0,18
-11,33
-8,09
143,6
1,23
0,313
2,24
0,97
1,2214
0,3159
0,875
0,31
1,239
0,3772
41,06
-16,98
B
C
D
E
EDISON RSP
EEMS
24/05/10
04/06/07
21/05/12
10/05/12
10/05/12
13/05/13
20/05/13
26/05/08
24/07/00
09/05/11
07/05/12
30/04/12
20/05/13
21/05/12
16/04/12
04/05/12
20/05/13
18/06/12
30/04/12
20/03/13
14/05/12
21/05/12
06/05/02
25/06/12
13/05/13
04/07/11
12/05/08
26/05/08
17/05/12
30/05/12
26/04/10
21/05/12
20/05/13
19/08/81
04/02/08
04/02/08
13/05/13
19/05/03
14/05/12
21/05/12
21/05/12
05/05/08
04/07/12
09/05/11
25/07/11
14/05/12
20/05/13
07/05/12
11/05/09
21/05/01
21/05/12
10/05/10
21/05/12
04/06/12
06/05/13
07/05/12
14/05/12
20/06/11
19/05/03
19/05/03
11/06/12
05/04/12
27/04/09
07/11/11
07/11/11
08/05/12
13/05/13
30/04/12
01/06/12
25/05/12
20/05/13
03/12/12
19/05/08
22/04/13
885,9
306,5
93,5
27,6
49,8
51,7
51,7
66,6
790,7
88,7
64.435,5
1.376,6
13,3
10,8
2.695,3
170,1
51.699,2
51.699,2
963,5
1.078,4
5,8
8,1
267,2
524,1
809,6
8.186,8
2.387,5
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2011/2012
MASSIMO
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200,8
35,1
EI TOWERS
EL EN
ELICA
EMAK
ENEL
ENEL GREEN POWER
ENERVIT
ENGINEERING
ENI
E.ON
ERG
ERGYCAPIT 16 W
ERGYCAPITAL
ESPRESSO
ESPRINET
EUKEDOS
EUROTECH
EXOR
EXOR PRV
EXOR RSP
EXPRIVIA
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8,84
FALCK RENEWABLES
FIAT
FIAT INDUSTRIAL
FIDIA
FIERA MILANO
FINMECCANICA
FIRST CAPITAL 2013 W
FNM
FONDIARIA SAI
FONDIARIA SAI RSP
FONDIARIA SAI RSP B
FRANCE TELECOM SA
FULLSIX
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40
661,8
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259,4
F
G
GABETTI
GABETTI 13 W
GAS PLUS
GDF SUEZ
GEFRAN
GEMINA
GEMINA RSP
GENERALI
GEOX
H
HERA
I
I GRANDI VIAGGI
IGD
IKF 10-14 W
IL SOLE 24 ORE
IMA
IMMSI
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IMPREGILO RSP
INDESIT
INDESIT RSP
INDUSTRIA E INNOVAZIONE
ING GROEP
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INTEK GROUP RSP
INTEK GROUP RSP T
INTERPUMP
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INTESA SANPAOLO RSP
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IVS GROUP
J
23/05/11
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JUVENTUS FC
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KINEXIA
K.R.ENERGY
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21/05/12
27,3
42,1
LA DORIA
LANDI RENZO
LAZIO S.S.
L’OREAL
LOTTOMATICA
LUXOTTICA GROUP
LVENTURE GROUP
LVMH
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1,509
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MARR
M&C
MEDIACONTECH
MEDIASET
MEDIOBANCA
MEDIOLANUM
MERIDIANA FLY
MERIDIE
MID INDUSTRY CAPITAL
MILANO ASS
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MITTEL
MOLMED
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MONTEFIBRE RSP
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18,2
40,5
11,8
4,3
1,6
30.279,4
124,9
OLIDATA
0,2969
4,54
0,2986
0,2668
0,319
10,66
10/05/04
10,1
PANARIAGROUP
PARMALAT
PARMALAT 2015 W
PHILIPS
PIAGGIO
PIERREL
PININFARINA
PIQUADRO
PIRELLI E C.
1,247
1,843
0,8305
23,33
2,09
0,754
2,946
1,45
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-0,54
2,15
-0,1
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-3,4
-1,14
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0,8251
23,1817
2,08
0,7596
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8,3021
1,088
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1,922
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2,96
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-0,81
-8,11
-4,45
11/05/09
18/06/12
18/06/12
02/05/12
20/05/13
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777
12,4
88,9
72,5
3.934,4
P
23/05/05
30/07/12
20/05/13
Titoli di stato
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Titolo
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DIVIDENDO CAPITALIZZAZIONE
DATA
(MLN/EURO)
Rif. in
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ATLANTIA
AUTOGRILL
AZIMUT
A2A
B M.PASCHI SIENA
B P EMILIA ROMAGNA
B POP MILANO
BANCO POPOLARE
BUZZI UNICEM
CAMPARI
DIASORIN
ENEL
ENEL GREEN POWER
ENI
EXOR
FIAT
FIAT INDUSTRIAL
FINMECCANICA
GENERALI
IMPREGILO
INTESA SANPAOLO
LOTTOMATICA
LUXOTTICA GROUP
MEDIASET
MEDIOBANCA
MEDIOLANUM
PARMALAT
PIRELLI E C.
PRYSMIAN
SAIPEM
SALVATORE FERRAGAMO
SNAM
STMICROELECTRONICS
TELECOM ITALIA
TENARIS
TERNA
TOD’S
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UNICREDIT
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Var.% Titolo
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1,01
PREZZO
VAR% PREZZO
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99,985
99,961
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2,33
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2,44
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98,22
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98,59
101,85
109,21
106,36
98,18
Ren. Titolo
2,54
2,64
2,79
2,84
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3,27
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4
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3,98
4,07
4,05
4,27
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4,65
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2,21
4,79
4,75
5,08
5,17
4,94
5,14
5,27
5,3
5,21
Ultima rilev.
BTP 1.2.37 4%
BTP 01.08.2039 5%
BTP 01.09.2040 5% EUR
BTP 15.09.2041 2,55%
CCT
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CCT-EU 15.10.2017
CCT-EU 15.04.2018
CTZ
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CTZ 30.09.2013
CTZ 31.01.2014
CTZ 30.05.2014
CTZ 30.09.2014
CTZ 31.12.2014
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BTP IT 22.10.2016
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BTPI 15.9.2021 2,1%
BTPI 15.9.2026 3,1%
BTPI 15.9.2035 2,35%
MASSIMO
2011/2012
VAR% PR.UF.
DAL 28/12/12
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3,944
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0,0768
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15,1
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6,325
0,2818
1,07
179,4
0,1868
0,094
0,249
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1,49
9,935
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10,05
29,77
-7,58
-1,39
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-1,27
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20/05/13
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6
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22/04/13
07/05/12
09/05/11
19/05/08
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24/04/06
24/04/06
18/05/12
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21/05/12
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21/05/12
18/03/13
09/07/12
27/05/13
215
215
20,3
8.130,6
3.217,9
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1,4
53.919,3
18.617,1
6.351,6
83,7
64,5
73,5
73,5
3.412,9
93.591,5
363,6
46,8
3,212
0,504
3,806
8,385
31
1,879
1,698
0,0014
0,0022
-1,47
1,01
2,07
0,91
9,05
6,79
-6,67
-
3,1682
0,504
3,8051
8,2223
30,8728
1,805
1,6474
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3,212
3,722
8,19
28,46
1,561
1,36
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0,002
4,018
4,796
9,275
31,18
2,19
1,794
0,0041
0,006
-8,39
2,7
-3,06
8,43
23,62
26,81
-66,67
-63,33
27/05/13
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12/05/08
23/05/11
23/05/11
06/02/13
24/05/10
24/05/10
24/05/10
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46,8
2.896,4
80,5
22.025,7
20,3
53.156,6
834,3
464,4
464,4
464,4
3,878
1,045
3,468
6,13
16,42
0,99
0,58
0,81
5,87
3,01
3,8644
1,0151
3,4021
6,0188
16,4588
3,72
0,9745
3,1
4,996
15
3,92
1,1
3,526
6,13
17,26
2,59
4,5
13,56
25,67
-4,7
06/05/13
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21/05/12
20/05/13
04/05/12
40,5
31,5
151,9
413
19.214,8
0,0191
0,0642
0,26
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-
1,1
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0,0191
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-
0,074
0,076
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0,45
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3,55
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-27,62
11,99
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04/05/12
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19.214,8
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-0,2
14,7483
11,85
15,1
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4,8
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0,1999
0,0057
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6,19
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5,21
-
13/05/13
01/08/05
19/05/08
19/05/08
422,4
14,3
0,7
0,7
R
R GINORI 2013 W
RATTI
RCF GROUP
RCS MEDIAGROUP
RCS MEDIAGROUP RSP
RDB
RECORDATI
RENAULT
RENO DE MEDICI
REPLY
RETELIT
RETELIT 08-13 W
RICCHETTI
RICHARD GINORI 1735
RISANAMENTO
ROMA A.S.
ROSSS
RWE
S
SABAF
SADI SERVIZI INDUSTR
SAES GETTERS
SAES GETTERS RSP
SAFILO GROUP
SAIPEM
SAIPEM RCV
SALVATORE FERRAGAMO
SANOFI
SAP
SARAS
SAT
SAVE
SCREEN SERVICE
SEAT PAGINE GIALLE
SEAT PAGINE GIALLE RSP
SERVIZI ITALIA
SIAS
SIEMENS
SINTESI
SNAI
SNAM
SOCIETE GENERALE
SOGEFI
SOL
SOPAF
SORIN
STEFANEL
STEFANEL RSP
STMICROELECTRONICS
T
TAMBURI
TAMBURI 2013 W
TAS
TELECOM ITALIA
TELECOM ITALIA RSP
TELECOM ITALIA MEDIA
TELECOM ITALIA MEDIA RSP
TELEFONICA
TENARIS
TERNA
TERNIENERGIA
TESMEC
TISCALI
TISCALI 14 W
TOD’S
TOTAL
TREVI
TXT E-SOLUTIONS
U
UAI 2011-2015 W
UBI BANCA
UNI LAND
UNICREDIT
UNICREDIT RSP
UNILEVER
UNIPOL
UNIPOL P
UNIPOL P 2013 W
UNIPOL 2013 W
V
VALSOIA
VIANINI INDUSTRIA
VIANINI LAVORI
VITTORIA ASS
VIVENDI
W
W COMPAGNIA DELLA RUOTA 2017
W MER FLY 13
W PRIMI SUI MOTORI 2015
WARR D’AMICO 12-16
WARR IVS GROUP
WARR MC-LINK 2013-2015
WARR NOEMALIFE 12/15
WARR SERV ITA 12/15
WARR SESA
DIVIDENDO CAPITALIZZAZIONE
DATA
(MLN/EURO)
6,1923
4,9545
0,2371
0,9532
179,4
0,169
0,0784
0,1906
0,2159
1,3033
9,8113
17,6271
12/05/08
22/04/13
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20/04/12
08/05/06
08/05/06
18/02/13
Y
YOOX
Z
ZIGNAGO VETRO
ZUCCHI
ZUCCHI RSP
ZUCCHI 11-14 W
113
25,9
104,5
48,9
627,3
10.577,9
3,4
3.518,1
99.716,8
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17,5
28,9
0,8
97,4
1.618,7
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4,7
96,1
12.140,1
17.741,2
251,1
415,4
3,1
913
30,5
0,3
5.408,7
845,9
Euribor
Ren.
Titolo
85,36
96,71
96,38
83,31
5,12
5,29
5,32
3,49
102,2
100,12
100,025
98,916
97,58
96,5
95,29
94
99,22
91,85
91,57
2,39
0,72
1,4
1,95
2,33
2,69
2,81
3
3,42
3,42
3,42
ORO FINO (EURO/GR)
38.35
ARGENTO (EURO/KG)
649.78
LONDRA ($/ONCIA)
1590.8
ARGENTO LONDRA ($/ONCIA)
28.8
STERLINA V.C.
266.97
STERLINA N.C. (ANT.73)
270.53
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270.53
KRUGERRAND
1136.04
MARENGO ITALIANO
216.91
MARENGO SVIZZERO
215.79
MARENGO FRANCESE
215.79
MARENGO BELGA
215.79
MARENGO AUSTRIACO
215.37
20 MARCHI
276.29
99,95
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98,923
98,22
97,34
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100,75
97,46
99,7
94,04
98,73
85,95
0,23
2
2,07
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2,38
2,9
3,23
3,27
su www.liberoquotidiano.it l'aggiornamento delle borse ogni venti minuti
MINIMO
2011/2012
0,24
0,78
1,81
0,39
0,39
7,57
3,29
-2,17
-1,66
3,32
6,185
4,996
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0,957
179,4
0,1868
0,078
0,1947
0,22
1,398
9,77
17,76
PIRELLI E C. RSP
POLIGRAFICA S.FAUSTINO
POLIGRAFICI EDITORIALE
POLTRONA FRAU
PPR
PRAMAC
PRELIOS
PREMAFIN
PREMUDA
PRIMA IND 2013 W
PRIMA INDUSTRIE
PRYSMIAN
Oro e monete
Ultima rilev.
BOT
BOT 28.03.2013 (181)
BOT 12.04.2013 (361)
BOT 30.04.13 (181)
BOT 14.05.2013 (364)
BOT 31.05.2013 (182)
BOT 14.06. 2013 (365)
BOT 28.06.2013 (177)
BOT 12.07.2013 (361)
BOT 31.07.2013 (181)
BOT 14.08.2013 (364)
BOT 27.02.2013 (183)
BOT 13.09.2013 (364)
BOT 14.10.2013 (364)
BOT 14.11.2013 (364)
BOT 13,12,2013 (364)
BOT 14.01.2014 (365)
BOT 13.02.2014 (365)
BOT 14.03.2014 (365)
BTP
BTP 15.04.2013 4,25%
BTP 01.06.2013 2%
BTP 1.8.2013 4,25%
BTP 01.11.2013 2,25%
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BTP 1.2.2015 4,25%
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BTP 15.04.2015 3%
BTP 15.06.2015 3%
BTP 15.07.2015 4,5%
BTP 1.8.2015 3,75%
BTP 01.11.2015 3%
AZIONI
Denaro
Lettera Titolo
42.71
717.87
1591.3
28.87
317.11
325.43
325.43
1276.66
245.85
242.92
242.89
242.89
242.89
318.14
1 SETT.
2 SETT.
3 SETT.
1 MESE
2 MESI
3 MESI
4 MESI
5 MESI
6 MESI
7 MESI
8 MESI
9 MESI
10 MESI
11 MESI
12 MESI
360
365
0.078
0.09
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0.242
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0.12
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0.207
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0.407
0.443
0.482
0.518
0.552
Cross rates
Euro
Euro
Gran
Bretagna Giappone Svizzera Danimarca Canada Norvegia Svezia
USA
1,000
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0,801
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0,134
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0,133
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G. Bretagna 0,866
1,000
0,694
0,701
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0,167
0,940
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96,460
Giappone
124,790 144,148 100,000
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Danimarca
7,458
8,615
5,976
6,040
10,000
5,616
0,990
0,890
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Canada
1,328
1,534
1,064
1,075
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1,000
0,176
0,158
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Norvegia
7,532
8,700
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1,010
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10,000
0,899
5,822
Svezia
8,378
9,678
6,714
6,786
1,123
6,310
1,112
10,000
6,476
Usa
1,294
1,494
1,037
1,048
0,173
0,974
0,172
0,154
1,000
Venerdì 15 marzo 2013
23
Lavoro
mercato, tendenze e offerte
email: [email protected]
Scolliniamo
Ritorniamo
alla Biagi
L’ex ministro
della Pubblica
amministrazione
Renato Brunetta
Brunetta: «Approvare la riforma Fornero in un periodo
di recessione è stato da masochisti. La vera occupazione
si genera soltanto con la flessibilità e gli accordi in azienda»
::: GIULIA CAZZANIGA
 «Ci siamo fatti inutilmente
del male, siamo stati dei masochisti. E oggi? Oggi regna l’irresponsabilità». Così Renato Brunetta, ordinario di Economia del Lavoro
all’Università di Tor Vergata, ex ministro della Pubblica amministrazione nell’ultimo governo Berlusconi.
Brunetta. Oggi si riuniscono le Camere. Lei ha capito come andrà a finire?
«Non lo so proprio, davvero. Vedo
una grande irresponsabilità da
parte di Bersani che preferisce corteggiare Grillo e beccarsi gli insulti
due volte al giorno piuttosto che
mettersi a discutere su come formare una grande coalizione, eventualmente anche con Monti. Un’irresponsabilità che pagherà cara.
Qualcuno gli sta dando una mano
da Oltralpe, perché non mi spiego
altrimenti come sia possibile che
uno starnuto di Berlusconi ci costasse 100 punti di spread e oggi
che l’economia è a picco, che le
banche sono sotto schiaffo dopo il
caso Mps, che non abbiamo un governo stabile… lo spread diminuisce. Qualcosa non torna. C’è qualcuno, da qualche parte, che compra e sono gli stessi che nell’autunno del 2011 vendevano, non solo
con fini di mercato ma per determinare gli andamenti di governo
del nostro Paese. Ieri per far fuori
Berlusconi, oggi per non infierire
su Bersani. Fino a quando andrà
avanti?».
Gli ultimi dati parlano di una disoccupazione record: a gennaio i senza
lavoro sono cresciuti del 3,8% rispetto a dicembre. Lei dice che in
questo momento l’economia è a
picco. Colpa di quanto è stato fatto biamo ulteriormente rafforzato
questo aspetto. Ma non c’è nessuo di ragioni pregresse?
«Approvare una legge come la For- no strumento giuslavoristico che
nero in tempo di recessione è stato possa funzionare in recessione. Sopuro masochismo. Abbiamo crea- lo se si cresce attorno al 2% si creato confusione sulla flessibilità in no posti di lavoro veri. Altrimenti,
uscita e abbiamo irrigidito quella in se ne distruggono, altro che crearentrata, mentre l’Europa ci chiede- ne. Un antidoto al cocktail micidiava l’esatto opposto. E gli effetti non le di recessione e irrigidimento delpossono che peggiorare, perché le le regole che ci è stato somminivariabili occupazionali hanno an- strato fino ad ora ha come ingreche 9 mesi di ritardo. Verso la fine dienti politiche di sviluppo accomdel 2013 prevedo arriveremo a una pagnate da regole più efficienti per
disoccupazione
l’elasticità occugiovanile oltre il
pazionale».
Il modello è
40%. Tutto quequello disegnato
sto per una reda Biagi o è orcessione causamai superato?
ta dalle politiche
Efficienza e prodemenziali di
duttività passaMario Monti,
 Il salario
no anche attraimposte dalla
verso una conMerkel».
minimo distrugge
L’Europa ha petrattazione di seil mercato. Chi
rò reagito bene...
condo
livello
cerca più un lavoro
«Delle due l’una:
rafforzata?
se ti danno 1000
o sono in stato
«Il modello è
confusionale,
certamente
euro al mese
perché hanno
sempre quello.
per stare a casa?
chiesto delle coAnche attraverse, ne vedono also efficienza e
RENATO BRUNETTA
tre e plaudono
produttività, sa.
alle misure del
lari agganciati
governo tecnico,
alla produttività
oppure pur di far fuori Berlusconi e a una contrattazione decentrata –
sono pronti ad accettare tutto, an- unica ricetta liberale di efficienza –
che il contrario delle proprie pre- si genera occupazione. Il modello
scrizioni?».
Biagi è un modello che rifugge il
Qual è lo strumento per affrontare centralismo in tema di mercato del
la disoccupazione giovanile in pri- lavoro, mentre il governo dei tecnimis? Resta convinto, pur con i dati ci non è riuscito a contrastare il
negativi degli ultimi mesi, che sia centralismo conservatore della
l’apprendistato?
Cgil, una “palla al piede” dal quale
«L’apprendistato resta lo strumen- neanche Bersani riuscirà mai a dito principe, ma evidentemente la stanziarsi. Può farlo Renzi, ma solrecessione ha avuto la meglio. Nel tanto rompendo con il Pd. Il tema
nostro programma di governo ab- delle relazioni sindacali è centrale
“
in ogni riforma che si voglia fare in
questo Paese».
Negli otto punti che Pier Luigi Bersani ha indicato come “irrinunciabili per qualsiasi prospettiva di governo”si parla di salario o compenso minimo per chi non ha copertura contrattuale. Un tema che riecheggia uno dei punti del programma del Movimento 5 Stelle: il salario di cittadinanza. Che cosa ne
pensa di queste due proposte?
«Spero vivamente che Bersani stia
parlando di minimi contrattuali, di
elementi della contrattazione che
stabiliscono quale sia il minimo salario per ogni ora lavorata, e cioè un
fatto di civiltà. Spero insomma che
ne conosca la differenza rispetto a
un reddito di cittadinanza che – lo
spiega una letteratura infinita – là
dove applicato distrugge il mercato. Perché oltre ad avere costi insopportabili per il welfare crea disequilibri rispetto alle retribuzioni
minime. Se posso stare a casa, disoccupato ma con 1000 euro, chi
me lo fa fare di accettare un contratto part timea 800 o anche a 1200
euro full time? Persino la cassa integrazione oggi crea problematiche di questo tipo: difficile accettare un lavoro con certe caratteristiche se so di avere un aiuto garantito. Ma siamo comunque nel campo delle indennità, della mobilità,
di un aiuto a trovare lavoro per chi
l’ha perso. Pensare invece che un
reddito minimo sia da garantire
anche a chi non studia né lavora, o
alle casalinghe – a maggior ragione
– è il frutto di menti che non sanno
quel che dicono».
Lei Brunetta ha forse poca fiducia
negli italiani, chi le dice non lavoreranno più?
«Biblioteche intere di letteratura,
soprattutto anglossassone, spiegano quanto sia delicata una variabile come l’indennità di disoccupazione. Da noi, in Italia, distruggerebbe il mercato del lavoro. Soltanto pensare a cose del genere è pura
demagogia».
di STEFANO COLLI LANZI*
Per rilanciare lo sviluppo
Contrattazione decentrata,
ora serve lo scatto
di sindacati e imprese
 In un Paese come il nostro, con gravi problemi di
crescita e un mercato del lavoro che ancora non funziona
in modo adeguato, diventano sempre più fondamentali
il decentramento della contrattazione a livello locale o
aziendale e lo sviluppo della capacità di sindacati e imprese di raggiungere accordi efficaci per tutti. Si tratta, a
nostro avviso, di fattori irrinunciabili per provare a far ripartire l’economia delle imprese e migliorare le condizioni di occupazione delle persone.
Al fine di recuperare produttività e di contribuire
all’innovazione, infatti, occorre anzitutto responsabilizzare gli attori in gioco, come accade ad esempio in Germania, dove il forte dialogo tra le parti, facilitato dalla
contrattazione decentrata, è fattore essenziale sia della
competitività del sistema che del maggior benessere dei
lavoratori. Da questo punto di vista, l’art. 8 del Dl
13/8/2011 costituisce un’opportunità decisiva anche
per lo stesso Legislatore, che viene messo in condizione
di valutare le sperimentazioni eseguibili con la contrattazione di secondo livello ed, eventualmente, modificare le norme sulla base di valide e già testate esperienze.
Questo articolo, forse proprio perché se ne è colta la preziosa valenza sperimentale, non è stato modificato neppure dalla riforma Fornero: le parti possono perciò, auspicabilmente, considerare con molta attenzione la possibilità di utilizzarlo
sempre di più. Nonostante gli ambiti
nei quali applicare
questo modello di
prossimità e di reale
sussidiarietà siano
numerosi,
raramente sindacati e
imprese approfittano di questa importante opportunità,
rinunciando in tal
modo ad una positiva evoluzione, nei
fatti, del funzionamento del mercato
del lavoro, in una direzione certo più vicina alle necessità delle imprese e agli
interessi dei lavoratori operanti in specifici territori e nelle singole aziende.
Con l’art 8 sarebbe ad esempio possibile per le aziende
affrontare direttamente con le rappresentanze sindacali
aziendali numerose materie, tra cui quelle –spesso decisive per lo sviluppo occupazionale –relative ai contratti a
termine e, soprattutto, ai casi di ricorso alla somministrazione di lavoro; leva, questa, che si rivela sempre più
fondamentale, soprattutto in un periodo di crisi come
l’attuale, per fornire alle imprese tutta la flessibilità di cui
necessitano e, contemporaneamente, garantire alle persone la piena sicurezza dei diritti lavorativi. Il contratto a
tempo determinato stipulato direttamente tra imprese e
lavoratori, come è noto, offre meno tutele alla persona rispetto alla somministrazione. Ma i sindacati, che pure si
dicono d’accordo sul contenuto di questa affermazione
– e la cui funzione è proprio quella di supportare i lavoratori nella maggior continuità e sicurezza professionale
possibili - paradossalmente avversano l’utilizzo dei contratti di somministrazione, per ragioni sostanzialmente
ideologiche e di potere interno. Per meglio comprendere la ragione per cui questo accade, dobbiamo considerare che la rappresentanza sindacale dei lavoratori somministrati è gestita da organizzazioni specifiche. Di per
sé questo è certamente un bene, ma il fatto che esse siano alternative alle organizzazioni di categoria fa sì che, a
livello di governance, queste ultime non prendano quasi
mai in considerazione lo sviluppo lavorativo dei somministrati che operano nelle loro categorie professionali,
proprio perché tendono a percepirli come appartenenti
ad un sindacato concorrente. Questa è la ragione per cui,
ahimè, tutto ciò che riguarda la somministrazione deve
necessariamente essere deciso per legge. In caso contrario, il trattarlo, successivamente, a livello di contrattazione aziendale,diventa estremamente difficile. (...)
segue a pagina 25
24
Lavoro
Venerdì 15 marzo 2013
Mille accordi
Intese aziendali
40mila posti
salvati in Spagna
::: LAVINIA SERRANI*
 Il licenziamento come extrema ratio. È
questo l’obiettivo che in Spagna imprese e lavoratori hanno perseguito con la stipula degli
oltre 1000 accordi in deroga registrati a solo un
anno dall’entrata in vigore della riforma del lavoro (Real Decreto-Ley n. 3/2012 del 10 febbraio, poi convertito in legge il 6 luglio), come
ha reso noto il ministro del Lavoro spagnolo,
Fatima Báñez Secondo i dati forniti dal Ministero, sarebbero ben 40.000 i lavoratori che sono riusciti così a mantenere il posto di lavoro,
sia pure a condizioni diverse rispetto a quelle
pattuite nei contratti collettivi.
L’ultima riforma spagnola portan alle estreme conseguenze il percorso di profonda modifica già intrapreso dal precedente governo
Zapatero con la riforma della contrattazione
collettiva (Real Decreto-Ley n. 7/2011), interviene ulteriormente sull’articolo 82 dello Statuto dei lavoratori (Estatuto de los Trabajadores), ammettendo la possibilità di derogare al
contratto collettivo non più soltanto sulla retribuzione, ma per tutti i principali aspetti di
regolazione: giornata di lavoro, orario e distribuzione del tempo di lavoro, turni, sistema di
remunerazione e ammontare della retribuzione, rendimento, mansioni.
Inoltre, mentre in passato quella deroga ai
livelli retributivi previsti dai contratti collettivi,
il descuelgue salarial, era ammessa nei soli casi
in cui fosse a rischio il mantenimento dei posti
di lavoro, con limitazioni temporali e sulla base di un programma di risanamento dell’impresa, la nuova formulazione giustifica la deroga ai contratti su tutte le materie laddove ricorrano cause economiche, tecniche, organizzative o di produzione, descrivendo peraltro, a maglie piuttosto larghe, cosa debba intendersi per ciascuna di quelle espressioni.
Basterebbe, ad esempio, a giustificare la deroga il fatto che, durante due trimestri consecutivi, i ricavi di un’impresa siano inferiori rispetto agli stessi trimestri dell’anno prima.
Eclatante il recente caso della compagnia
aerea Air Europa, autorizzata dalla Commissione nazionale dei contratti collettivi (organo
cui la riforma ha attribuito rilevanti funzioni di
autorizzazione alle imprese per usufruire degli strumenti di flessibilità interna e le deroghe
ai contratti collettivi), a ridurre lo stipendio dei
piloti del 15% per ragioni economiche. L’impresa aveva in effetti registrato, negli ultimi
due trimestri, entrate molto inferiori rispetto a
quelle dei medesimi trimestri del 2011. Se non
vi fosse stata la possibilità di intervenire sugli
stipendi, sarebbero scattati i licenziamenti.
Si è trattato, in buona sostanza, di una presa
d’atto circa la necessità, a fronte dei devastanti
effetti della crisi economica che in Spagna ha
avuto una delle sue più gravi ripercussioni, di
fornire alle imprese strumenti più incisivi di
flessibilità, indispensabili a salvaguardare la
loro sopravvivenza e, con essa, i posti di lavoro. Siamo di fronte, peraltro, ad accordi in deroga siglati all’esito di un periodo di concertazione tra l’impresa e i rappresentanti dei lavoratori legittimati a negoziare un contratto collettivo statutario (che in Spagna ha forza di
legge), e che dunque rappresenta una sintesi
di entrambi gli interessi in causa: da un lato,
quello dell’impresa di adattare le regole del lavoro alle proprie più impellenti esigenze per
non chiudere e, dall’altro, quello del lavoratore di non perdere il posto.
Da osservatori italiani del fenomeno, la domanda sorge spontanea: perché nel nostro
paese, pur esistendo uno strumento simile –
l’articolo 8 della legge 148/2011, in base al
quale, previa intesa tra impresa e sindacati, si
può addivenire a una deroga persino alla legge
–questo èdel tuttoinutilizzato?Forse perchéi
sindacati non sono altrettanto aperti al dialogo? O forse perché serve una maggiore trasparenza? Non a caso, la legge spagnola prevede
espressamente che questi accordi, quando
vadano a buon fine, debbano essere depositati presso le autorità del lavoro.
*Adapt Research Fellow
NON C’È PIÙ TEMPO
Contrattazione decentrata/1
Gli esempi da seguire
sono Ferrari e Tenaris
Maranello ha distribuito premi che arrivano al 5% degli utili netti,
mentre il colosso dei tubi ha dato 6.500 euro a ogni dipendente
::: SERENA SANTAGATA*
 Nell’Italia della crisi il rapporto
tra meccanismi di contrattazione collettiva nazionale centralizzata e decentrata è un tema assai dibattuto, soprattutto da chi vede nella contrattazione
territoriale o aziendale la chiave di volta
per uscire dal tunnel di tagli e di ammortizzatori sociali. Un tema non nuovo, certo, se si pensa alla stretta interconnessione tra i meccanismi di contrattazione e i sistemi economico sociali di riferimento.
Nell’Italia degli anni Settanta, stretta
nella morsa dell’inflazione e della crisi
petrolifera il sistema di relazioni industriali fu interessato da una forte centralizzazione: dominò la contrattazione collettiva nazionale e risalgono a
questo periodo gli accordi tripartiti tra
governo, sindacati e imprese tesi a realizzare una politica dei redditi centrata
sul rientro dell’inflazione attraverso
minori costi dell’occupazione.
Viceversa, negli anni Ottanta il recupero di competitività del nostro sistema produttivo, assecondato da una
maggiore apertura del mercato favorì
una ripresa economica e l’avvento, pri-
ma della contrattazione territoriale e
poi quella aziendale. È la stagione della
contrattazione di secondo livello: dagli
inizi degli anni Novanta, anche grazie
alla sollecitazione dell’Europa, si avviò
una attività di contrattazione a livello
territoriale, prima con gli accordi di
programma, poi con i patti territoriali e
i contratti d’area, con cui si tentò di
produrre a livello decentrato condizioni adatte a favorire nuovi insediamenti
economici e una crescita dell’occupazione. Decisivo l’accordo interconfederale del 1996 – il cosiddetto «Patto
per il lavoro» – che affidò al livello territoriale il compito di dirigere la concertazione fra le parti sociali verso sviluppo e occupazione. La contrattazione
aziendale trovò invece la propria consacrazione nel protocollo sottoscritto
tra governo e parti sociali nel 1993, che
ha sancito la contrattazione di secondo livello per le piccole imprese. Dal
quel momento in poi le intese a livello
aziendale sono cresciute e ad esse viene demandato il perseguimento di
produttività e welfare, grazie alla flessibilità dell’accordo di prossimità, calibrato sulla realtà aziendale.
Se tuttora assistiamo a trattative na-
zionali e rinnovi lunghi e complicati,
sul secondo livello troviamo un gran
numero di contratti aziendali. Prassi
sollecitata in primo luogo dall’accordo
interconfederale del 2009, che ha ridisegnato l’assetto contrattuale fondato
su due livelli e conferito alla contrattazione di prossimità un ruolo da protagonista. In un sistema di relazioni industriali, è bene chiarirlo, che persegua
competitività e produttività tali da rafforzare lo stesso sistema produttivo. In
un secondo momento, questa finalità
è stata confermata dall’accordo sulla
produttività di fine 2012, in cui si è affermato a chiare lettere l’intenzione di
governo e parti sociali – nonostante il
no della Cgil – di puntare sulla contrattazione come occasione di crescita per
le aziende.
Dichiarazioni supportate, nel gennaio 2013, dall’emanazione del decreto per detassare la produttività, con cui
è stato innalzato a 40.000 euro il limite
di reddito annuo relativo al 2012 oltre il
quale i lavoratori non possono fruire
delle agevolazioni, mentre viene fissato a 2.500 euro l’importo massimo delle somme erogate nell’anno 2013 come retribuzione di produttività, per i
A prescindere da quale possa essere la sorte della legislatura e
dalla capacità di questo Parlamento di approvare provvedimenti incisivi per farci uscire dalla
crisi, restano in attesa di risposta
alcuni interrogativi di fondo sul
mondo del lavoro. Non dare risposte chiare alle dodici domande indicate dall’ad di Gi Group
Stefano Colli Lanzi significa rinunciare in partenza a riportare al
lavoro centinaia di migliaia di disoccupati. E condannare i giovani
alla sottoccupazione.
contratti collettivi di lavoro sottoscritti
a livello aziendale o territoriale, assoggettabili all’imposta separata del 10%.
Nell’Italia del Pil che precipita, della
produzione ai minimi dal 1990, della
disoccupazione giovanile che sfiora il
40%, lo spazio per i premi di produttività, garantiti dalla contrattazione aziendale ancora c’è. Non sono pochi gli
esempi virtuosi, primi fra tutti Ferrari,
con i suoi premi standard che arrivano
al 5% degli utili netti registrati nel 2012.
E ancora, Tenaris Dalmine che nel
2012 ha erogato in media 6.500 euro
per dipendente legati alla redditività
aziendale, alle performance delle aree
produttive e ai risultati individuali.
Ci auguriamo che si apra una nuova
stagione per la concertazione sociale,
in grado di rendere compatibili i meccanismi regolatori centralizzati con i
restanti strumenti di regolazione flessibile che fanno capo alle istituzioni locali, dando coerenza e sostenibilità al
nostro sistema di relazioni industriali.
Obiettivo oggi avvalorato da una crisi
politica che richiede tutto il possibile
per evitare il disastro economico e sociale del Paese.
*www.farecontrattazione.it
Il caso della solidarietà all’Ifoa
In 85 si tagliano lo stipendio per assumere 29 precari
 «La scelta che ci si poneva
d’avanti, era tra ridimensionarci oppure accettare la sfida di uno sguardo positivo sul futuro, provando a mantenere i volumi e il posizionamento che ci
hanno contraddistinto in questi anni».
Spiega così, Umberto Lonardoni, direttore di Ifoa, la firma nella sua azienda di un accordo per la riorganizzazione dei rapporti di lavoro dei collaboratori a progetto. Ifoa è l’Istituto di formazione delle Camere di Commercio e da
più di trent’anni si occupa a livello nazionale di formazione superiore, manageriale e continua, orientamento al
lavoro, intermediazione e sviluppo di
progetti di assistenza tecnica.
L’accordo firmato racconta di come
in aziende come questa, dove la com-
ponente del capitale umano è decisiva,
non sussista indecisione sull’assunzione o la stabilizzazione di professionisti competenti, non fosse che il «costo del lavoro è davvero troppo alto a
fronte di margini che si riducono e di
previsioni di budget sempre più aleatorie», come racconta Lonardoni. Fino
a dicembre all’Ifoa si contavano 84 dipendenti ai quali si aggiungevano altrettanti collaboratori, che «venivano
gestiti con gli strumenti di legge previsti», aggiunge Lonardoni, «quindi anche con contratti a progetto o collaborazioni professionali». Alcuni avevano
con l’istituto un rapporto consolidato,
altri venivano attivati su singoli progetti, dal momento che all’Ifoa si lavora
molto con gare di appalto e commesse
finanziate da fondi pubblici. Dopo assunzioni siano state fatte per colmal’entrata in vigore della riforma Forne- re una sorta di problema precedente,
ro questo tipo di contratti diventa mol- perché non è così: i collaboratori lavoto più complicato e dunque si pone ravano con noi con reciproca soddisfauna scelta difficile: restare con
zione, anche in termini di tutele
i dipendenti assunti con
e retribuzioni, con flessibilicontratto a tempo indetà e autonomia. Sempliterminato o determicemente, è cambiata la
nato oppure stabilizlegge e ci siamo adeguazare queste figure? «È
ti».
stata una scelta di fiCosì, all’Ifoa è stato
ducia sul futuro», dice
firmato un contratto di
Lonardoni, «perché atsolidarietà
espansivo,
traverso assunzioni diche prevede inrette o interinali abbiamo
tegrazioni sulle
Umberto Lonardoni
voluto affermare il principio
pensioni e sul tfr
che guardiamo alla crisi con
ma non un’intepositività, che ci proviamo fino in fon- grazione al reddito, come prevede indo». «Non si pensi», continua, «che le vece il contratto di solidarietà difensi-
Lavoro
Venerdì 15 marzo 2013
Il punto
25
di GIANNI BOCCHIERI
Rapporto Almalaurea
L’autoassoluzione
troppo frettolosa
delle università
Contrattazione decentrata/2
«La Germania è prima in Europa
con le deroghe ai contratti»
Cazzola: «Soltanto gli accordi aziendali fanno crescere la produttività»
::: ALESSANDRO GIORGIUTTI
 Del giuslavorista Marco Biagi,
ucciso dalle Brigate rosse il 19 marzo di
undici anni fa, Giuliano Cazzola è stato
collaboratore e amico. Gli abbiamo
chiesto di ricordare la sua figura.
Gli ultimi articoli di Biagi, nel 2002, riassumono perfettamente l’attuale discussione sul mercato del lavoro: necessità di collegare i salari alla produttività, di coniugare flessibilità e sicurezza
mettendo l’accento sulla formazione, di
riformare gli ammortizzatori sociali...
«È vero. Ciò dimostra che Biagi è stato
un precursore. La sua capacità di innovazione gli derivava dall’esperienza a livello europeo ed internazionale in cui
era impegnato come studioso del diritto del lavoro comparato, e come rappresentante del governo nelle istituzioni Ue. Soprattutto Marco (pensi, ci conoscevamo dal 1974, ho visto crescere i
suoi figli, mi onoro dell’amicizia di Marina, la moglie) aveva intuito la questione centrale riguardante l’unificazione
di un mercato del lavoro condannato
dalla globalizzazione ad essere un caleidoscopio di differenze: era inutile
forzare una realtà frantumata all’interno del contratto a tempo indeterminato; la via era riconoscere dei diritti il più
“
.
 Biagi è stato il primo a
capire che era inutile
forzare la realtà all’interno
del contratto a tempo
indeterminato; la via era
riconoscere dei diritti il più
possibili uniformi
rispettando le specificità
nell’interesse di imprese e lavoratori
GIULIANO CAZZOLA
possibili uniformi alle differenti tipologie lavorative, rispettando le specificità
nell’interesse di imprese e lavoratori».
Oggiil partitopiùvotato, M5S,propone
l’abolizione della legge Biagi.
«La vicenda italiana di queste settimane dimostra che dalle crisi non si esce
solo in avanti, ma anche all’indietro. È
successo così anche dopo lo shock del
1929. Negli Usa ci furono Roosevelt e il
New Deal, in Europa Hiltler e il nazismo. È significativo che Grillo attacchi
le legge Biagi, come se fosse la causa
della precarietà del lavoro. È una valutazione rozza e primitiva».
Forse per lanciare un messaggio a Gril-
lo, Bersani, tra gli otto punti del suo possibile governo, vuole rendere il lavoro a
tempo determinato più costoso.
«Stendiamo un velo pietoso. Quegli otto punti sono confusi, generici e talvolta ripropongono questioni già affrontate e risolte. Come il salario minimo
che per i cocopro è già previsto dalla
legge Fornero».
Il Pdl propone il ripristino della Legge
Biagi, cancellando le modifiche introdotte dalla Fornero. Che ne pensa?
«Ho criticato a suo tempo la legge Fornero e la critico ancora per certi aspetti
che portano confusione e rendono più
rigido il mercato del lavoro. Da deputa-
Per rilanciare lo sviluppo
vo. In pratica, i lavoratori lavoreranno
due ore in meno a settimana, con conseguente diminuzione della retribuzione, ma in cambio saranno assunte
29 persone che prima lavoravano con
contratti parasubordinati. «Un’operazione, questa», conclude Lonardoni,
«che è stata resa possibile dalla buona
volontà dei dipendenti già in organico,
dalla contrattazione aziendale, e quindi dall’accordo con il sindacato. Con
un accordo che prevede anche un sistema di banca-ore per recuperare gli
straordinari in momenti di tranquillità
lavorativa. Da noi c’è infatti una gestione autonoma del tempo. E qui conta la
qualità, oltre che la quantità delle ore
lavorate. Ci aspetta ora la sfida di diventare più efficienti. Quando poi arriverà la ripresa saremo pronti a coglierne le opportunità ritornando anche al
normale orario di lavoro».
(...) Per superare questo impasse torniamo allora a riproporre quanto
suggerito, proprio su queste colonne, già nell’autunno dello scorso anno,
quando abbiamo invitato le forze sindacali a considerare una revisione di
funzionamento in grado di portare, ad esempio, alla realizzazione di
un’organizzazione a matrice, grazie alla quale i lavoratori somministrati
da un lato facciano parte della specifica categoria della somministrazione,
dall’altra appartengano, come tutti i lavoratori, ai sindacati di categoria in
ragione del contenuto della loro missione.
La domanda, in questo clima di incertezza e confusione politica, sorge
spontanea: il prossimo governo sarà in grado di interessarsi a questa tematica di assoluto rilievo per migliaia di lavoratori e di indurre le forze sindacali a prendere in seria considerazione questa, importante, revisione
strategica delle relazioni industriali?
*Amministratore delegato Gi Group
e presidente Gi Group Academy
G.C.
www.scolliniamo.it - twitter@collilanzi
Si muovano sindacati e imprese
continua da pagina 23
::: STEFANO COLLI LANZI
to ho lavorato per cambiarla e su alcuni
punti, insieme ad altri, ci sono riuscito.
Ai miei ex colleghi dico: non rispondiamo alle trombe del pregiudizio ideologico suonando le nostre campane. Non
vorrei che un giorno fossimo costretti a
rimpiangere la legge Fornero».
In un articolo del 2001 Biagi indicò come modello la Germania di Schroeder,
che appoggiava le deroghe aziendali ai
contratti nazionali...
«Quello è stato un passaggio cruciale
per la Germania, allora il grande malato
d’Europa. Un grande contributo venne
dalle parti sociali che diedero corso ad
una vera e propria contrattazione al ribasso. In quell’occasione fu sperimentata quella contrattazione decentrata
in deroga che da noi è ancora vista dalla
Cgil come un tradimento. Pensi al caso
Fiat. Si sarebbe mai pensato in Germania di considerare come diritti fondamentali le pause ? Lei lo vede un sindacalista come Landini in Germania?».
Ma la contrattazione decentrata serve
più a favorire la produttività o a tenere
sotto controllo i salari?
«Serve a favorire la produttività e a migliorare le retribuzioni per due ordini di
motivi. Innanzitutto per effetto della
tassazione di vantaggio al 10%. In secondo luogo perché il datore di lavoro,
se ha risorse da distribuire, preferisce
darle ai suoi dipendenti in cambio di
migliori prestazioni. E considera le risorse da conferire nella contrattazione
nazionale un peso pressoché inutile».
Oggi la situazione politica, economica e
sociale è molto più critica di undici anni
fa e si va rapidamente deteriorando. C’è
rischio di un ritorno ad atti terroristici?
«Le rispondo con franchezza e preoccupazione anche perché ho letto il recente rapporto dei Servizi. Se non ci sono morti accoppati per le strade, ciò
non dipende dalla situazione sociale
che è matura per il peggio, ma dalla debolezza del terrorismo. In poche parole, se non sparano per le strade è perché
i nuclei eversivi non ne hanno la forza.
Altrimenti il clima sarebbe dei più favorevoli. Si respira un clima di odio che
non ha precedenti. Glielo assicura uno
che ne ha viste tante. Il grillismo è intrinsecamente un movimento fascista.
Contro il terrorismo le istituzioni democratiche seppero reagire. Oggi sarebbero disarmate».
 Secondo l’ultimo rapporto Almalaurea
sulla condizione occupazionale dei laureati,
nell’ultimo anno, è aumentata sia la disoccupazione dei laureati triennali, sia la disoccupazione dei laureati specialistici. Aumenta
pure la disoccupazione degli specialistici a ciclo unico, come i laureati in medicina, architettura, veterinaria e giurisprudenza. Questa
tendenza negativa riguarda tutte le aree geografiche e anche i laureati tradizionalmente
caratterizzati da un più favorevole posizionamento sul mercato del lavoro, come gli ingegneri. Tuttavia, nonostante la crisi, a cinque
anni dalla laurea il tasso di disoccupazione si
riduce a valori fisiologici e il tasso di occupazione è prossimo al 90%, indipendentemente
dal tipo di laurea. Con il passare del tempo,
migliorano anche la stabilità del lavoro e il livello medio delle retribuzioni, seppure con
forti differenze territoriali, per percorsi di studio e di genere.
In sintesi, il rapporto Almalaurea conferma
che i giovani laureati italiani hanno maggiori
difficoltà dei loro colleghi europei ad entrare
nel mercato del lavoro. Però, allo stesso tempo, sostiene che la laurea continua a rappresentare un forte investimento contro la disoccupazione. Infatti, negli ultimi cinque anni, la disoccupazione dei laureati è aumentata del 50% rispetto al 60% della disoccupazione totale dei giovani tra i 25 e i 34 anni ed anche rispetto ai diplomati, i laureati godono di
un tasso di occupazione più elevato di circa
dodici punti percentuali.
L’analisi ambivalente del rapporto insiste
sulla riduzione della quota di occupati nelle
professioni ad alta specializzazione, in controtendenza rispetto al complesso dei paesi
dell’Unione europea. Il rapporto rileva che il
ritardo italiano nei livelli di scolarizzazione
degli occupati nel settore privato e in quello
pubblico si riflette significativamente sui livelli di istruzione della classe dirigente italiana, con il 37% degli occupati italiani classificati come manager ad aver conseguito solo il
titolo della cosiddetta scuola dell’obbligo.
Infine, il rapporto ricorda che ancora nel
2010 l’Italia si trovava agli ultimi posti per la
quota di laureati sia nella fascia d’età 55-64
anni sia in quella 25-34 anni.
Se i dati del rapporto sono condivisibili, lo è
meno l’analisi delle motivazioni che determinano questa situazione. Sostiene Almalaurea
che il ridotto assorbimento di laureati e la ridotta valorizzazione della conoscenza abbia
più a che vedere con le caratteristiche dimensionali delle imprese italiane piuttosto che
con l’efficacia del sistema universitario. E che
la mancata corrispondenza tra le caratteristiche del capitale umano offerto e quello richiesto dalle imprese, il cosiddetto «disallineamento formativo», sia dovuto alle dinamiche del nostro mercato del lavoro. Così la
difficoltà delle imprese a trovare alcune figure professionali sarebbe più un problema legato alle scarse informazioni disponibili, agli
elevati costi della mobilità geografica, a canali e strumenti di reclutamento poco efficienti,
piuttosto che a un deficit strutturale dell’offerta formativa. Le tesi di Almalaurea paiono
eccessivamente assolutorie del sistema universitario e rischiano di giustificare l’eccessiva offerta di percorsi universitari generalisti,
sganciati dalle esigenze del mondo delle imprese e non finalizzati all’occupabilità.
Invece, come previsto nell’ultimo piano
triennale, le università devono continuare a
rivedere la loro offerta formativa, eliminando
i corsi di laurea con minori iscritti e con più
deludenti risultati occupazionali. Inoltre gli
atenei devono continuare a potenziare i loro
uffici di placement con la pubblicazione dei
curricula dei loro laureati. Infine, deve essere
sostenuto l’avvio del sistema degli istituti tecnici superiori come formazione terziaria aggiuntiva rispetto a quella universitaria.
twitter@gbocchieri
26
Venerdì 15 marzo 2013
@ commenta su www.liberoquotidiano.it
A tu per tu
di MATTIAS MAINIERO
::: le lettere
[email protected]
Le lettere via e-mail vanno inviate sottolineando nell’oggetto: “lettere”. Via posta vanno indirizzate a: Libero - viale L. Majno 42 - 20129 Milano; via fax al n. 02.999.66.264.
VATICANO/1
Professori
esperti
in improvvisazione
Illustrissimo Dottor Mainiero, mi riferisco alla decisione di non rinviare in
India i due marò. Si tratta di una decisione di un governo imbelle e senza
dignità. Ritengo che non si possa non
tenere fede alla parola data dal nostro
ambasciatore secondo il quale i due
militari sarebbero tornati. Sin dal primo
momento si dovevano prendere delle
ritorsioni contro il governo indiano del
tipo ritiro dell’ambasciatore, ricorso al
tribunale dell'Aja, blocco degli scambi
commerciali. Questo doveva fare uno
Stato degno di questo nome. Vorrei sapere da lei, che stimo come giornalista,
il suo parere.
Giorgio Basile
e.mail
Perfettamente d’accordo con lei e
credo con milioni di altri italiani.
Ma noi siamo noi, i nostri governanti tecnici sono i nostri governanti tecnici. Noi siamo gente comune. Se uno commette un errore, per noi ha commesso un errore. Se dice una bugia, ha detto
una bugia, non una menzogna che
è anche una verità e forse non è né
l’una né l’altra. Se due nostri militari sparano, cerchiamo di capire per quale motivo hanno sparato. E se pensiamo che hanno
sparato, per giunta in acque internazionali, perché di fronte avevano pirati pronti ad abbordare la
loro nave, li difendiamo senza tanti giri di parole. Loro no, i tecnici la pensano diversamente.
Pensano, tanto per
fare qualche esempio, che si possa prima mettere l’Imu, dire che l’imposta è giusta e poi presentarsi agli
italiani e raccontare che la
tassa è una fetenzia. Pensano, i
nostri governanti tecnici, che sia
possibile ridurre in miseria il Paese a colpi di austerità e tasse e poi
di nuovo presentarsi ai cittadini e
spiegare che non si può campare
di sola austerità e che bisogna tagliare le tasse. Analogamente,
pensano che si possano prima calare le brache, abbandonare i marò nelle mani degli indiani, fare
una figuraccia internazionale e
poi, improvvisamente, rialzare le
brache e salvare la faccia. Gente
particolarissima, questi professori ed esperti tuttologi, mica come
noi italiani fessacchiotti. Ci faccia
caso: erano tecnici, hanno cambiato idea e sono scesi in politica.
Salendo, però. E pretendendo anche di essere credibili. Tutto sommato, direi che sono degli incompetenti esperti solo nel cambiare
bandiera e nel barcamenarsi alla
men peggio. Però molto presuntuosi. Miscela esplosiva, come la
pessima gestione del caso dei due
marò ha ampiamente dimostrato.
P.S. Spero di non averla sconfortata troppo.
[email protected]
segui la rubrica anche su
www.
ha fatto emergere opinioni
contrastanti sull'opportunità e
sulle motivazioni del suo gesto,
fra cui la salute, e appunto sulla
salute dei Papi. Con le parole di
Indro Montanelli vorrei portare a conoscenza di qualche
lettore i guai fisici di Bonifacio
VIII, che causarono un modo
diciamo curioso, per un successore di Pietro, di lasciare
questo mondo. Nel suo “L’Italia dei secoli d'oro” Montanelli
dedicò a Papa Caetani - questo
era il nome del suo casato - un
intero capitolo e, dopo aver
ricordato la sua turbolenta vita
(e il fatto che obbligò letteralmente Pietro da Morrone a
divenire Celestino V, ben sapendo che il mite fraticello non
avrebbe resistito a tanta responsabilità)
descrivendolo
come miscredente e blasfemo,
ne ha riferito l’agonia, nella
quale egli «seguitò a lanciare
maledizioni e minacce a tutto e
a tutti, e morì come visse: bestemmiando».
Gabriele Barabino
Tortona (Alessandria)
Francesco,
Papa della continuità
Il nuovo Pontefice ha voluto
chiamarsi Francesco. All’indomani della sua elezione, coloro
che hanno scambiato la chiesa
per un’agenzia etica filantropica concorrenziale all’Onu
hanno cantato vittoria. Una
buona fetta di cattolici è convinta che la teologia “francescana” prediliga le questioni
umane a quelle spirituali.
L’equivoco nasce da certa bibliografia che ha dipinto San
Francesco d’Assisi come un
sempliciotto pacifista che nel
tempo libero parlava con gli
animali. In realtà, i suoi sermoni
erano più simili alle scudisciate
di Savonarola che ai “volemose
ben” del Papa buono, della luna
e delle carezze ai bambini.
«Considerate e vedete che il
giorno della morte si avvicina.
Vi supplico perciò di non dimenticare il Signore, assorbiti
come siete dalle cure e dalle
preoccupazioni di questo mondo, poiché tutti coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai Comandamenti
di lui sono maledetti e saranno
dimenticati da lui», disse San
Francesco ai reggitori dei popoli
del suo tempo. Altro che rottura
con i vecchi schemi ratzingeriani, la continuità teologica
con l’ex pastore tedesco è dunque assicurata.
Gianni Toffali
Verona
Per il vicario di Cristo
un nome impegnativo
Papa Francesco. Aver preso
quel nome è stato un impegno
che nessun Papa precedente
aveva mai osato assumere.
Francesco è il più grande santo
della Chiesa. Egli nella sua immensa fede è stato Colui che
più si è avvicinato a Gesù Cri-
LOTTO
GIUSTIZIA/1
Estrazione del 14/3/2013
Evviva
il nuovo Pontefice
Evviva il nuovo Papa, l’italo-argentino Francesco. Il nuovo
Pontefice ha preso, giustamente, tutti gli spazi mediatici. È
passata quindi quasi inosservata l’affermazione del senatore bersaniano Migliavacca, il
quale ha dichiarato che il suo
partito voterà, qualora ci fossero i presupposti, per l’arresto
di Berlusconi. Evidentemente
la congrega di Bersani, fallite le
smacchiature feline, in questo
clima di euforia religiosa, rispolvera i metodi cari alla sua
cultura umana e sociale: quelli
dell’indimenticato compagno
Stalin, cui devotamente rivolgono il pensiero e fanno riferimento nei momenti pregnante necessità. In trepidante
attesa della fumata bianca.
Roberto Brambilla
e.mail
Sul comignolo
della Sistina
VATICANO/3
VATICANO/6
VATICANO/4
VATICANO/2
Alle ore 18,30 accendo l'apparecchio televisivo e mi trovo una
bella inquadratura del comignolo sulla Cappella Sistina: sul
comignolo è appollaiato un bel
gabbiano, almeno così viene
definito dagli inviati della Rai e
di Mediaset. Ma per favore! Possibile che non si siano accorti
che si tratta dello Spirito Santo,
naturalmente sub specie?
Alberto Roatti
e.mail
sto. Le stimmate vere, autentiche, che Egli ricevette furono
l’autografo che Gesù Cristo firmò sulle sue mani. Francesco è
la Chiesa e il nuovo Papa prendendo su di sé questo nome ha
voluto indicare a tutti gli uomini
della Terra che il Padre è con noi
nonostante le avversità, nonostante le cattiverie, nonostante i
corrotti, nonostante i corruttori,
nonostante i cattivi politici, nonostante la miseria, nonostante
la crisi mondiale. Francesco rinunciò a tutti i suoi averi, rinunciò alla vita comoda, rinunciò al benessere per abbracciare
la croce. Nessuno lo obbligò a
farlo. La croce per Lui rappresentava la bellezza della natura;
con quella croce Egli lodava il
Signore, con quella croce Egli
ammirava il cantico delle creature, con quella croce Egli adorava tutti gli esseri della Terra.
Francesco è un nome molto impegnativo e chi lo ha preso ha
ora una responsabilità immensa
caricando su di sé un fardello
pesantissimo.
Biagio Sannicandro
Bari
Damiano e una forza irresistibile lo attirò all’interno.
Mentre era assorto in preghiera
davanti al Crocifisso sentì la
Voce: «Vai, Francesco, ripara la
mia Casa che va in rovina».
L’auspicio è che il Papa Francesco sappia individuare le crepe della Chiesa Cattolica per
poterle riparare e, nel contempo, inizi un’apertura verso la
società civile per riconoscerne i
cambiamenti ormai irreversibili.
Donatella Passeri
e.mail
VATICANO/5
La Chiesa
da riparare
L’incredibile
Caetani
La recente, storica rinuncia di
Joseph Ratzinger al pontificato
BARI
7
23
58
64
24
CAGLIARI
81
70
28
82
80
FIRENZE
64
59
31
35
65
GENOVA
21
19
27
37
4
MILANO
17
25
6
9
62
NAPOLI
48
37
30
72
33
PALERMO
36
25
2
13
12
ROMA
42
54
68
72
53
TORINO
46
28
29
56
65
VENEZIA
25
53
22
7
3
NAZIONALE
35
55
9
81
19
10eLOTTO
7 17 19 21 23 25 28 31 36 37
42 46 48 53 54 58 59 64 70 81
SUPERENALOTTO
La combinazione vincente:
27 35 47 57 85 89
Numero jolly: 68
Numero SuperStar: 35
QUOTE SUPERENALOTTO
• Nessun ”6” (jackpot 52.581.442,43) •
Nessun ”5+1” • Agli 8 ”5” vanno €
35.593,44 • Agli 811 “4” vanno € 354,13 • Ai
30.195 ”3” vanno € 18,94.
QUOTE SUPERSTAR
Francesco aveva nel cuore e
sulle labbra sempre la stessa
domanda: «Signore, cosa vuoi
che io faccia?». Un giorno passò vicino alla chiesetta di San
• Nessun “5 stella” • Ai 2 “4 stella” vanno €
35.413,00 • Ai 150 “3 stella” vanno €
1.894,00 • Ai 2.407 “2 stella” vanno € 100,00
• Ai 14.917 “1 stella” vanno € 10,00 •
Ai 34.424 “0 stella” vanno € 5,00.
• Montepremi: € 1.898.316,62
DISTRIBUTORE PER L’ITALIA E L’ESTERO
DIRETTORE RESPONSABILE
Maurizio Belpietro
VICE DIRETTORI
Massimo de’ Manzoni (vicario) - Franco Bechis
Fausto Carioti - Pietro Senaldi
DIRETTORE GENERALE
Stefano Cecchetti
I piagnistei
dell’Anm
PRESS-DI Distribuzione Stampa e Multimedia Srl
STAMPA
LITOSUD SRL - Via Aldo Moro 2 - Pessano con Bornago (Mi)
CENTRO SERVIZI EDITORIALI Srl - Via del Lavoro, 18 - Grisignano (Vi)
Tutta la mia comprensione a
Berlusconi, ma l’escalation della magistratura politicizzata
c’era da aspettarsela, soprattutto dopo la sua quasi vittoria e la
quasi sconfitta del Pd. In attesa
di calibrare i loro interventi su
chi disturberà il viaggio dei
compagni, il primo obiettivo per
le toghe è spedire ai domiciliari
Berlusconi credendo così che il
centrodestra venga inertizzato,
ma Alfano ha dimostrato di essere un giovane “egiziano”, visto che i “turchi” stanno dall’altra parte, ma ci siamo capiti. La
decisione di Alfano di un’azione
«al limite» dimostra che l’uomo
c’è. I piagnistei dell’Anm sono
ridicoli. Ringrazino questo Paese di fessi che permettono a una
cosa seria come dovrebbe essere la magistratura di avere
correnti e sindacato.
Roberto Zanella
e.mail
GIUSTIZIA/2
Il processo
della storia
La magistratura deve fare il proprio dovere con tutti i cittadini.
EDITORIALE LIBERO S.r.l. - Società Unipersonale
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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
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27
Venerdì 15 marzo 2013
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Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi.
Posta prioritaria
di MARIO GIORDANO
I costi dello Stato sulle spalle delle aziende
Caro Giordano, la prego di chiarirmi una cosa.
Non passa giorno senza che si abbiano notizie
di chiusure di aziende a causa della crisi. Non
poche di queste chiusure parrebbero causate
dal l'impossibilità di incassare crediti vantati nei
confronti della Pubblica Amministrazione. La
giustificazione è che la P.A. non ha soldi. Ma se
queste aziende hanno un credito, dovrebbe essere pacifico che a detto credito delle aziende
corrisponda un debito della P.A. Questo debito
dovrebbe essere ricompreso nello stock del debito pubblico. Se così fosse l’emissione di Bot
per pagare questi debiti non dovrebbe concorrere ad aumentare il debito pubblico. Ho
Non importa il nome né il ruolo.
Spesso e volentieri si parla di
accanimento giudiziario contro
Berlusconi. Secondo lo schieramento del Popolo della Libertà, la sinistra si avvale di
magistrati con le mani in politica per sbaragliarsi del Cavaliere. I processi vengono prorogati, le udienze hanno un calendario ballerino, impedimenti d’ogni genere sono alla base
di continui rinvii. Chi ha ragione? Ci vorrà un processo per
capirci qualcosa. Mi riferisco al
processo della storia. Forse, tra
un po’ di tempo, si capirà davvero come stanno le cose.
Fabio Sìcari
Bergamo
Credo che sia proprio come dice lei: il
debito delle Pubbliche Amministrazioni
nei confronti dei privati non figura nel
calcolo del debito pubblico. Se invece fossero emessi Bot, ecco che, immediatamente, quegli stessi soldi verrebbero conteggiati. Un artificio contabile? Forse. Ma
questa è la situazione. Lei dice convincere
Bruxelles? Con chi? Con Monti che da
BERLUSCONI
PD/2
Spirito Santo
per il Cavaliere
PD/1
Bersani
scenda dal piedistallo
Al Signor Grillo volevo dire che
di dittatori ce ne sono fin troppi. Al Signor Bersani dico di
varsi in siffatto luogo, San Pietro rispose: «Sei qui per la tua
superbia, poiché in vita hai disprezzato gli avversari». Quelli
del Pd se la tirano con la loro
superiorità morale rifiutando di
fare accordi con il Pdl, ma sappiamo che di questo passo finiremo tutti nello stesso luogo.
Aldo Garra
e.mail
NORD: Finalmente il tempo migliora ma farà molto più freddo.
Ampio soleggiamento al Nordovest e presenza di scarse nubi, innocue, sui settori orientali. Venti di bora e temperature in calo.
CENTRO: Ancora piogge su Sardegna con neve a 400 metri. Altrove
ultimi fiocchi a quote collinari sui settori adriatici ma migliora dal
pomeriggio. Temperature in netto calo ovunque.
SUD: Aria fredda sull'Italia. Maltempo in Calabria e nord Sicilia con
neve a 3/500 m, abbondante in collina sul Cosentino. Piogge più
deboli altrove con locali nevicate a 2/400 m.
NORD: Circolazione settentrionale asciutta con tempo generalmente poco nuvoloso e tanto sole. Una nuova perturbazione si affaccia ad ovest dalla serata con primi piovaschi.
CENTRO: Torna il tempo asciutto e stabile su tutte le regioni salvo
addensamenti e qualche residuo piovasco sull'Abruzzo al mattino
ma migliora. Freddo al mattino con gelate sulle aree interne.
SUD: Tempo più asciutto e soleggiato. Ultimi addensamenti con
isolati piovaschi sul basso Tirreno ma poi migliora. Temperature in
locale ma lieve diminuzione le minime e massime stazionarie.
MUSSOLINI
Gli insulti
di Alessandra
Un partito
ricco di superbia
Lo Spirito Santo, che viene sulla
Terra, chiamato dai Cardinali,
nella Cappella Sistina, per dare
l’ispirazione all'elezione del Papa, potrà intervenire sulla persecuzione a Silvio? Dice il Vangelo: beati i perseguitati perché
per loro sarà il regno dei Cieli.
Gianfranco Pesci
Urbisaglia (Macerata)
Il tartassator
cortese
Bruxelles al massimo prende ordini? Con
Grillo che vuole uscire dall’euro? Ci hanno venduto la favola del risanamento durante il periodo del governo tecnico. Ma
non ci vuole il master a Chicago per capire
che per fare il risanamento vero bisogna
tagliare le spese. Ora: lei ha visto qualche
spesa davvero tagliata? Enrico Bondi, chi
era costui? È passato dalla spending review al coordinamento della campagna
elettorale di Monti, un successo dopo l’altro, evidentemente. Ed è sparito nel nulla.
E i costi della politica? Si è fatto qualcosa?
Nemmeno il finanziamento pubblico ai
partiti è stato abolito, che pure sarebbe
assai semplice… E allora di che risanamento si parla? Semplice: hanno trasferito l’intero peso della crisi sulle famiglie
attraverso un carico fiscale insopportabile e l’odiosa pratica attuata dalla Pubblica Amministrazione che non paga più
le aziende private. Una specie di finto maquillage che stiamo pagando caro. Anche
con il sacrificio di molte vite umane.
scendere dal piedistallo. È ora
di finirla di blaterare per prendere il potere, avete il dovere di
governare un Paese, aziende
che vengono massacrate di tasse e che di conseguenza chiudono creando milioni di disoccupati e a causa di tutto ciò
famiglie che non ce la fanno più
ad andare avanti.
Anna Maria Bettarello
e.mail
l'evasione fiscale, che intenderebbe recuperare nell'inventare nuove trappole fiscali, la cui
introduzione
alimenterebbe
pericolosamente l'odio dei
contribuenti, mentre essa è in
realtà conseguenza di aliquote
troppo elevate, la cui entità dovrebbe essere ridotta di assai
più di un punto e rimodulata.
Giovanni Bertei
La Spezia
MONTI
Unico vero colpevole della grave recessione che ha colpito
l’Italia e promosso il dilagare
della povertà è Monti, cinico
tartassator cortese che non ha
esitato a penalizzare pesantemente le famiglie italiane, riducendone il potere di acquisto, i consumi, annullando la
produzione industriale. Un irresponsabile con il pallino del-
letto da qualche parte che, per convenzione, i
debiti correnti (quali, appunto, quelli verso le
aziende) non concorrono a formare il totale del
debito pubblico. Se le cose stanno così, non
dovrebbe essere difficile convincere Bruxelles
che i Bot da emettere per il pagamento delle
aziende non sono da conteggiare nel totale del
debito pubblico, così come non vengono conteggiati i debiti correnti. Mi pare assurdo che,
per una convenzione, si facciano fallire centinaia di aziende. Mi può dire come stanno le
cose?
Gian Franco Sommazzi
via mail
C’era una volta un pensionato
di nome Filemone che aveva
condotto una vita di lavoro e
onestà. Egli viveva tranquillamente: al mattino una partita a
bocce con i compagni di sezione, a cena un piatto di ceci, a
sera gli svaghi televisivi consentiti. Egli pensava: «Io sono
una brava persona, non come
quell'altro che disprezzo perché conduce una vita scellerata
dissipando con le prostitute i
proventi del suo impero finanziario». Filemone morì e San
Pietro lo condusse diritto all'inferno ove trovò pure Silvio
Berlusconi. Alle rimostranze di
Filemone che era stupito di tro-
In una trasmissione televisiva
Alessandra Mussolini aveva insultato un giornalista dandogli
del “testa di c....” dopo che questi aveva dichiarato di non avere rispetto per il nonno dell'esponente del Pdl; poi si è
alzata e ha abbandonato gli studi. Se un politico fosse serio,
queste scene dovrebbe farle in
Parlamento quando si votano
provvedimenti come l’Imu: se
quando ci sono state queste
votazioni i deputati, Mussolini
in testa, fossero usciti dall'Aula
gridando ai banchi del governo:
“teste di c...”, a quest'ora gli
italiani starebbero meglio.
Roberto Colombo
Milano
NORD: Molte nubi e piogge diffuse e soprattutto nevicate in collina
ma anche a bassa quota o fino al piano sul Piemonte e alta Lombardia, Prealpi tutte. Possibile neve forte sul Piemonte.
CENTRO: Molte nubi ovunque con piogge forti su alta Toscana in
estensione, ma più debolmente, al resto dei settori. Neve sopra i
700/1000 metri. Venti forti di scirocco. Temperature stabili.
SUD: Molte nubi su tutte le regioni con assenza di fenomeni. Più
sole su Sicilia meridionale. Ancora un po' freddo al mattino, temperature massime più miti, fino a 17˚ in Sicilia.
Temperature previste oggi
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MIN MAX
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AOSTA
BARI
BOLOGNA
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Orario: 10.00-12.30 (dal lunedì al venerdì)
Arretrati del solo quotidiano: disponibili, salvo esaurimento scorte, le
copie dell’ultimo anno. € 3,00 cad. con richiesta scritta, accompagnata
dall’importo in valori bollati, indirizzata a Libero - Uff. Arretrati Viale L. Majno, 42 20129 Milano
CAGLIARI
CAMPOBASSO
FIRENZE
GENOVA
L'AQUILA
MILANO
4 7
-6 4
5 7
2 8
7 10
-1 2
3 10
3 9
-2 3
-1 8
MIN MAX
NAPOLI
PALERMO
PERUGIA
POTENZA
PRATO
ROMA FIUMICINO
TORINO
TRENTO
TRIESTE
VENEZIA
5
8
-1
-2
3
4
-4
0
2
-1
Dati meteo a cura de iLMeteo.it,elaborazione grafica centimetri.it
10
10
6
1
10
11
7
8
8
8
28
Venerdì 15 marzo 2013
Cesare Esposito in esposizione a Roma
I volumi più venduti della settimana
Cesare per Roma - Roma per Cesareè la mostra dedicata all’arte e all’architettura, dell’artista Cesare Esposito
allestita presso la galleria espositiva in via Baccina 66 e che sarà inaugurata oggi alle 18,30. Si tratta di oltre
venti acquarelli di progettazioni futuristiche su Roma, duemila stampe litografiche, tele pittoriche, visioni
urbanistiche legate a grandi progetti architettonici. La mostra rimarrà aperta fino al 30 marzo.
Il libro più venduto in Italia nell’ultima settimana è La rivoluzione della luna (Sellerio) di Andrea
Camilleri, storia romanzata di un governo effimero ma coraggioso, quello dell’unica donna che fu regina
della Sicilia, nel 1677. Al secondo posto si piazza Educazione siberiana (Einaudi) di Nicolai Lilin. In terza
posizione un’altra Sicilia, quella di Il veleno dell’oleandro (Feltrinelli) di Simonetta Agnello Hornby.
A Milano da oggi fino a domenica
La Mostra dei libri antichi «rottama» Dell’Utri
Il presidente dell’Associazione librai antiquari spiega l’esclusione: «I processi per mafia sono un conto,
ma l’affare della biblioteca Girolamini ci ha dissuaso». Lo staff dell’ex senatore: un pretesto
::: MICHELA RAVALICO
 Per la prima volta in ventitré anni non ci sarà Marcello
Dell’Utri a camminare in tarda
serata tra gli stand della «Mostra del Libro Antico», a caccia
di preziosi e costosissimi volumi da aggiungere alla sua già
ricca collezione. Così un’epoca
si chiude, non solo per l’arrivo
dei grillini in Parlamento e del
primo «Francesco» nella storia
dei Papi e della Chiesa cattolica. Per Dell’Utri però non si
tratta di un ritrovato «pauperismo», ma di una precisa scelta
degli organizzatori. La Mostra
internazionale dei libri antichi
e di pregioha tagliato i ponti col
passato e si svolgerà in una location nuova, il Palazzo dei
Giureconsulti a Piazza Mercanti (oggi l’inaugurazione alle
18.30, ingresso libero, fino a
domenica), con ospite d’onore
il maggior rivale dell’ex senatore nel campo dei libri antichi,
Umberto Eco. Finita l’epoca
della Permanente in via Turati.
Finiti i tempi di Dell’Utri come
referente italiano dei bibliofili
di tutto il mondo.
La macchia che pesa sull’ex
Senatore è l’indagine sui furti
alla biblioteca Girolamini di
Napoli. Come ha dichiarato
senza peli sulla lingua il presidente dell’Associazione librai
antiquari d’Italia (Alai), Fabrizio Govi, «finché l’ex senatore
era discusso per mafia, esulava
dal nostro mondo, noi non facciamo politica. Ma il coinvolgimento di Dell’Utri nella vicenda della biblioteca Girolamini
di Napoli, teatro di un presunto furto di libri, hanno convinto i nostri associati a non iscriversi più alla sua fiera». Govi che a Dell’Utri e alla sua bibliotecaria di via Senato ha mandato comunque un invito personale per la fiera - precisa che
lui non vuole dare l’idea di una
contrapposizione tra questa
Mostra internazionale dei libri
antico e di pregio e quella targata Dell’Utri. «Non c’è nessuna contrapposizione, né alcun
boicottaggio della fiera precedente - dice Govi - noi dell’Alai
abbiamo solo aspettato di vedere come evolvevano le cose
e dopo l’annuncio ufficiale che
non ci sarebbe stata la fiera di
Dell’Utri, ho sentito i miei soci,
ho cercato di capire se valeva la
pena organizzare comunque
la Fiera. Hanno accettato e ora
siamo qui». Secondo quanto si
legge anche sul sito Internet
FUORI DAI GIOCHI
Marcello Dell'Utri in un'immagine
d'archivio del 12 marzo 2009 in
uno stand della mostra del libro
antico a Milano. [Ansa]
:::
LA VICENDA
L’INDAGINE
L’ex senatore Pdl Marcello Dell'Utri è indagato
per concorso in peculato
nell'inchiesta sulla spoliazione della storica Biblioteca dei Girolamini a
Napoli.
L’ACCUSA
Il senatore Dell’Utri
avrebbe ricevuto dieci o
undici volumi, oltre a
una preziosa legatura, e
li avrebbe restituiti.
Mancherebbe
però
all’appello una copia
dell’«Utopia» di Tommaso Moro.
della Fondazione della Biblioteca di via Senato, è stata la crisi a costringere la Fondazione
a dare forfait e a sospendere la
manifestazione dopo 23 anni.
Una versione che confermano anche negli ambienti
più prossimi all’ex senatore. Ex
perché dopo la richiesta del
procuratore generale di Palermo di una condanna a sette
anni di carcere nell’ambito del
processo per la trattativa Stato
Mafia, Dell’Utri a sorpresa ha
annunciato di non volersi più
candidare in Parlamento dopo
diciassette anni di carriera tra
Camera, Parlamento europeo
e Senato. «A ottobre, quando
abbiano iniziato a guardarci
attorno per organizzare la manifestazione, ci siamo resi conto che la crisi internazionale
aveva messo ko anche un mercato di nicchia come quello del
libro antico. Mancavano i fondi, basti vedere che nemmeno
la biblioteca di via Senato è più
aperta al pubblico. I privati
non ci aiutano. Nessuna
azienda concede più le generose elargizioni degli anni passati. Siamo in crisi, abbiamo
considerato di spostare tutti i
120 mila volumi della biblioteca di via Senato in alcuni spazi
“
 Non c’è alcun
boicottaggio della
fiera precedente. Ho
sentito i soci e ho
capito che valeva la
pena organizzare
comunque la fiera
. FABRIZIO GOVI
Come la coda del maiale
di PAOLO NORI
 L’altro giorno, tornavo da correre, mi ero fermato a far stretching all’angolo di casa mia, poco prima della fermata dell’autobus che c’è tra l’ospizio e
la scuola media, quella fermata dove c’è
una pubblicità di un’agenzia funebre
con scritto: «Onoranze funebri Plutone
- assistenza funeraria 24 ore su 24», che
a me ha fatto venire in mente una pubblicità che ho visto sabato scorso nella
metropolitana di Milano, linea verde,
che c’era scritto «Stanchi della solita
agenzia funebre? Finalmente c’è l’outlet del funerale, funerali completi da
1.499,00 euro, prezzo valido per Milano
e provincia, riferito a sepoltura classica
che include: cassa funebre accessoriata
a norma di legge, trasporti con autofunebre Mercedes, 4 assistenti al servizio,
coccarda, tavolino e registro firme, cuscino fiori misti, assistente di conforto,
disbrigo pratiche amministrative, call
center diurno e notturno», ero lì che
avevo finito di correre che stavo cominciando a far stretching, ho visto un ragazzino, lo zaino sulle spalle, che ha gridato, rivolto verso il paese: «Cagnolati!».
Che io son rimasto un po’ stupito per il
fatto che Cagnolati è un cognome che io
l’ho sentito solo dentro un romanzo,
che è un romanzo che si intitola Silenzio
in Emilia, e l’ha scritto Daniele Benati, e
ha un epigrafe che dice «Signore, se ci
siete, fate che la mia anima, se ce l’ho,
vada in paradiso, se c’è», e che in mezzo
c’è un capitolo che si intitola Cagnolati
che comincia così: «Cosa ci faceva Cagnolati alla stazione di Park Street? Ho
proprio visto la sua faccia in mezzo alla
gente che aspettava il treno e ho detto:
Veh Cagnolati! Ma subito ho pensato:
Perdio, cosa ci fa qui? Sarà mica venuto
a tirarmi due rivoltellate?». E dopo niente. Il ragazzino è andato in giù, verso il
paese, io ho finito di fare stretching, son
salito in casa, ho fatto la doccia e poi basta, volevo dir quello, mi sembrava interessante, in un periodo che tutti parlan
del Papa, o del Governo, o del presidente della Repubblica, parlare di Cagnolati. Così, per cambiare.
a Segrate, ma poi anche quel
progetto si è arenato. Anche al
Comune di Segrate mancano
le risorse per risistemare gli
spazi dove i libri andrebbero
ospitati» è la versione di uno
strettissimo collaboratore di
Dell’Utri.
Sulla frecciata di Govi e il fatto che gli operatori italiani e internazionali del libro antico si
siano allontanati da Dell’Utri
per l’onta dello scandalo della
biblioteca Girolamini, invece,
non hanno nulla da commentare. «Sono attacchi che non
meritano la nostra attenzione,
anche considerando i ben più
gravi attacchi che sta subendo
il nostro presidente (Silvio Berlusconi, ndr)». Eppure il caso
Girolamini merita un piccolo
focus, almeno per comprendere come mai a novembre,
nonostante il problema della
crisi - che neppure Govi sottostima - la segretaria di Dell’Utri
fosse riuscita a raccogliere solamente quattro sottoscrizioni
per la Fiera che si sarebbe dovuta svolgere a marzo. Mentre
l’Alai, in pochi mesi, ha convinto a tornare a Milano tutti
quanti i cinquanta espositori
che per anni hanno frequentato il discusso ex senatore.
Il caso è esploso un anno fa,
quando si è scoperto che dalla
biblioteca Girolamini di Napoli, un’istituzione pubblica e in
stato di semi abbandono, erano spariti numerosi volumi
antichi preziosissimi. Il principale indagato è Massimo De
Caro (che attualmente è in prigione ed è in parte reo confesso), ma anche Dell’Utri, dopo
le indagini preliminari, è stato
accusato a fine gennaio 2013 di
concorso in peculato nel saccheggio della Biblioteca. Lui si
è difeso e ha negato: «È una
balla, una bufala assoluta». Ma
la calunnia è un venticello, e alla fine quella che era una sua
creatura, la Fiera del Libro Antico, gli è scappata via. Anche
se in molti, seppur sotto la promessa dell’anonimato, ricordano: senza di lui Milano non
sarebbe mai diventata una
delle capitali mondiali del libro
antico.
30
SPETTACOLI
Venerdì 15 marzo 2013
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Complimenti per la trasmissione di FRANCESCO SPECCHIA
«Arrow», un Robin Hood nella città del peccato
 L’evoluzione della specie. L’originale Green Arrow, Freccia verdealias
Oliver Queen gustoso supereroe liberal della Dc Comics anni ’60, era un
miliardario vaporoso, maturo, pieno
di humour e con baffi e pizzetto alla
Kit Carson. Poi, nel 2000, è apparso in
Smalville come adolescente inquieto
incappucciato e verdevestito. Oggi il
protagonista di Arrow (Italia1 lunedì
prime time) è un misterioso arciere
coi muscoli di Stephen Amell; ha 25%
del corpo avvolto dalle cicatrici della
mafia russa - infatti parla il russo, nonostante un’invincibile riluttanza per
i libri - e vanta cinque anni trascorsi da
naufrago in un’isola misteriosa, probabilmente la stessa di Lost, dove ha
imparato tutte le tecniche di lotta e
l’uso delle frecce, e «ho dovuto trasformare il mio corpo in un’arma» non si
sa né perché né percome. Freccia Ver-
de, per la sua vocazione ad essere fumetto di serie B, era un eroe che mi accendeva d’entusiasmo. Lo fa anche
questo telefilm, nonostante nulla
c’entri con l’originale. Anche se, bisogna tenere conto della sospensione
d’incredulità che deve pervadere lo
spettatore che gli si avvicina. Spettatore che, altrimenti non capirebbe: a)
come ha fatto Oliver a salvarsi nell’isola e a promettere al padre di far fuori
tutti i nemici della sua città infilati in
una black list; b) perché la madre risposata con socio del padre carogna
paga dei sicari per far rapire il figliolo
riapparso; c) come fa l’ex morosa Dinah Lance avvocato (che nel fumetto
era il Canarino Nero, una superoina)
ad accusare Oliver ad esser andato a
letto con la sorella mentre lei ci andava
col suo miglior amico; d) da dove salta
fuori la sorellina tossica soprannomi-
nata Speedy come l’ex partner - uomo
- dell’arciere nei fumetti. Quest’ultima
trovata è, tecnicamente, un inside joke, una citazione nascosta che capiamo solo noi maniaci. Più nello spirito
crepuscolare del Batman di Nolan che
di Robin Hood,e addirittura del Conte
di Montecristo, sostenuto da fotografia e regia perfetti e montaggio adrenalinico, questo Arrow ha delle voragini di sceneggiatura che forse saranno colmate cammin facendo; ma che
lo rendono assai fascinoso…
ALMODOVAR
Il sesso ad alta quota di Pedro
Al cinema il regista racconta uno strano viaggio aereo. A notevole tasso omo
::: ANNAMARIA PIACENTINI
ROMA
 Il 21 marzo esce il nuovo
film del premio Oscar Pedro Almodovar Gli amanti passeggeri,
dove torna alla commedia brillante e scatena tutta la sua fantasia. La storia? Off limit, ma ti
carica di adrenalina. Il volo
2549 della compagnia Penìsula
che decolla da Barajas mette in
pericolo tutti i passeggeri, per
un errore tecnico fatto da due
icone del suo cinema Antonio
Banderas e Penelope Cruz. Dopo un’ora accade di tutto: la
paura della morte, scatena il
sesso. I comandanti fanno drogare con gli ansiolitici le centinaia di passeggeri in Economy,
e narcotizzano quelli del Bussines, usando una vecchia combinazione degli anni ’80: champagne, vodka, succo d’arancia
insieme ad una dose massiccia
di mescaline sintetiche. Subito
dopo, via all’heros. Due novelli
sposi, il finanziere truffaldino,
una veggente, la regina del gossip, due coatti sfiniti dai bagordi
della sera prima, un messicano
killer assoldato per uccidere
una prostituta di lusso, un’aspirante suicida, il pilota bisex e tre
gay a ruota libera, sono pronti a
confessioni sensazionali. E a fare sesso in modo non convenzionale.
Giunto nella Capitale, Almodovar è stato applaudito dalla
stampa, insieme a parte del cast: Miguel Angel Silvestre, Blanca Suarez e Carlos Areces. Il
film ci ha divertito, ma quel
viaggio senza destinazione, ci
auguriamo di non farlo mai.
Almodovar, dopo La pelle che
abito, girato nel 2011, ci aveva
anticipato che sarebbe tornato
alla commedia. Chi l’ha convinta?
«È stata una richiesta da parte
della gente, ma avevo anche
voglia di tornare ai temi dei
miei film degli anni ’80, una vera esplosione della democrazia».
Può accadere davvero quello
che ha raccontato?
«Non ho mai avuto esperienze
estreme in volo, ma mi interessava riunire un gruppo di persone in un luogo dove non potevano uscire e vederli lottare
contro tutte le paure».
Una commedia svitata?
«Ma anche morale, creando
delle relazioni intime, tra equi-
.
AL CINEMA
DAL 21 MARZO
Di fianco, una scena del film
«Gli amanti passeggeri» al
cinema dal 21 marzo. Nel
tondo, il regista Pedro Almodovar. Il nuovo film segna il
ritorno alla commedia brillante di Almodovar. Come
in molti altri film del regista
spagnolo, la protagonista
femminile de «Gli amanti
passeggeri» è l’attrice Penelope Cruz. Nel cast anche:
Antonio Banderas, Paz Vega, Blanca Suárez Ansa
paggio e piloti e il responsabile
di cabina alcolista».
Uno dei tanti personaggi è il
dottor Màs , proprietario di un
aeroporto, che fugge da uno
scandalo. Anche questo è frutto
di fantasia?
«Esistono degli aeroporti costruiti tra la megalomania della
politica e la mancanza di scrupoli del settore finanziario.
Quell’aereo che continua a girare nel film per il blocco dello
spazio aereo, è un po’ la meta-
fora della società spagnola, che
guidata dal suo attuale governo, vive una situazione di rischio galoppante. Oggi la crisi
spagnola è la peggiore dall’inizio della democrazia».
A proposito di governo, il nostro
non si è ancora formato. In
compenso è stato eletto il nuovo
Papa. Lo ha visto?
«Solo al balcone, diamogli la
possibilità di farsi conoscere. Il
futuro non lo sappiamo, ma il
Papa ha un passato da gesuita.
La grande sfida sarebbe quella
di una Chiesa che deve rispettare alcune importanti progetti».
Ha più volte detto che non è cattolico, ma se potesse farlo cosa
chiederebbe al Papa?
«Tre cose: i privilegi degli uomini anche alle donne; scaccomatto al celibato per far scomparire gli abusi sessuali nella
Chiesa - se i sacerdoti e le suore
entrassero in contatto con il
sesso, riuscirebbero a capire
meglio la realtà - matrimoni
misti, tra uomo e uomo e donna con donna».
Il sesso per uscire dalla crisi?
«Non so se effettivamente possa servire, ma il sesso per me è
sempre stato una festa. L’amore non fa mai male. Il governo
innamorato del suo popolo che
aspira di “scoparsi” i suoi elettori sarebbe una metafora intelligente. Al mio Paese c’è stata
solo una grande reazione ai tagli. Risultato? Ingovernabilità».
Il caso «Fisica o chimica»
Freccero sbrana ancora «Libero»: «PornoRai? Vi denuncio»
::: GIANLUCA VENEZIANI
gonovo, cui lo stesso direttore di Rai4 aveva
datodello «stronzofascista», cheil geniodella
 Doveva essere il classico appuntamen- tv si incazza: «Io chiedere scusa a lui? Penso
to culturale, in un ambiente raffinato; ma è fi- che sia peggio di “uno stronzo fascista”».
nito in una gazzarra. Dopo aver presentato il Freccero ne ha anche per il direttore Maurizio
suo nuovo libro, Televisione, Carlo
Belpietro. Durante la conferenza lo
Freccero ci è cascato ancora, attacaccusa di essere un censore, pur
cando Libero. Lo spunto era la
lavorando per un’azienda,
decisione dell’Agcom di riamMediaset, che si batte contro
mettere su Rai4, il canale digiogni censura. Poi rincarerà
tale direttodallo stessoFreccela dose a La zanzara su Raro, la serie Fisica o chimica , già
dio 24, insultandolo ancora.
accusata dal nostro giornale di
Davanti all’impossibilità di
trasmettere immagini pornoammansirlo,
mentre
grafiche in fascia protetta. Al solo
Freccero
continua
a
Carlo Freccero Web
sentir parlare di «PornoRai», Freccero
sbraitare «Mi perseguitasbotta: «Io vi denuncio. La vostra è
te», gli chiediamo se inuna persecuzione meschina, una campagna tende ricandidarsi alla presidenza Rai. E lui (e
mediatica immonda, vergognosa». Neppure questa è forse la sua minaccia peggiore): «No,
si può accennare all’idea che Freccero chieda mi candidoa dirigere Libero!».A quelpunto la
scusa al giornalista di Libero Francesco Bor- situazione sembra placarsi, ma interviene il
pretoriano di Carlo Freccero, il critico cinematografico Gianni Canova, che prima annuncia: «Voi giornalisti di Libero siete dei reperti archeologici, dovete vergognarvi»; quindi, con fine delicatezza da intellettuale, domanda al sottoscritto: «Ma lei scopa?», quasi a
lasciar intendere che i cronisti del nostro giornale sfoghino con domande scomode i loro
istinti repressi. Il simpatico siparietto si chiude con un altro pretoriano, il prof. Severino
Salvemini, che ci mette le mani sulla videocamera, impedendoci di riprendere (e meno
male che durante la conferenza si era parlato
di «no alla censura»). Comunque, per rispondere al prof. Canova, lo ammetto: io scopo.
Guarda e commenta il video su
PARLA VASCO ROSSI
«Ero quasi morto
Adesso
sono risorto»
Vasco imperversa. Non più
su Facebook, social network
che, per sua stessa ammissione, ha abbandonato da
tempo, ma in radio. Mercoledì pomeriggio ha esternato ai microfoni di Radio Italia, ieri a quelli di Rtl. Parlando di sè: «Ho avuto un periodo di pausa in cui sono quasi
morto e mi sono poi risvegliato vivo. Sinceramente
sono arrivato più volte nella
vita a pensare che fosse finita, sì. A settembre sono svenuto, non ho sentito nulla,
mi sono svegliato in clinica.
Adesso sono in promozione
non tanto di un disco che
non c’è, ma del mio nuovo
stato di salute». Di Ligabue:
«Si parla spesso della competizione ma gli artisti non
competono tra loro bensì
con se stessi per fare una
canzone migliore o diversa
da quelle precedenti. A me
non frega un c…o dei dischi
degli altri». Della religione e
del nuovo Papa Francesco.
«Mi piace, io non ho fede, però come Papa per la Chiesa
di adesso mi sembra perfetto con quel Buonasera. È
stato scelto quello adatto per
questo periodo storico; la
Chiesa ha bisogno di tornare
ai valori semplici». E, infine,
del suo futuro: «La mia avventura straordinaria è andata ogni oltre aspettativa e
mi volevo dimettere da rockstar perché dopo tutti questi successi, cosa posso fare
più? Posso solo volare. Ma
non avevo intenzione di ritirarmi, capisco la confusione
della gente, sono un po’ contraddittorio. Ma a giugno mi
rivedrete sul palco».
L.IAN.
SPETTACOLI
Venerdì 15 marzo 2013
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Da lunedì «Detto fatto» su Raidue
ERA DONNA MARTIN
BALIVO IL RITORNO
Caterina di nuovo in tv dopo lo stop
«Ora aiuto la gente a risolvere i problemi»
::: ALESSANDRA MENZANI
 Le difficoltà possono diventare opportunità. Basta sapere aspettare. Mentre al cinema proiettano il film Il lato positivo, iniezioni di ottimismo
concentrato, Caterina Balivo il
lato positivo dell’essere stata
forzatamente lontano dalla televisione l’ha trovato in diversi
modi: è diventata mamma di
Guido Alberto e godersi in pace
i mesi di gravidanza e post-gravidanza e si è anche reiscritta
all’universita, Scienze Orientali
a Napoli, «perchè dopo otto anni senza esami perdi tutto, e mi
sarebbe dispiaciuto».
E poi, dopo un anno e mezzo,
la tv è riapparsa nella sua vita.
Caterina tornerà nella collocazione del pomeriggio di Raidue
con un programma nuovo, «di
servizio», che insegna a cucinare, dimagrire, organizzarsi il
matrimonio e altre attività con
una squadra di esperti, detti
coach. Si chiama Detto fatto e
comincia il 18 marzo, dal lunedì
al venerdì, dalle 14 alle 16.15 fino agli inizi di giugno. Lo realizza Endemol Italia in collaborazione con la Rai di Milano.
Un programma che ha il sapore di rivincita? «È normale
che ci sia rimasta male per lo
stop, ma da buona napoletana
scordo tutto», racconta la conduttrice di Aversa, «mi sono
successe belle cose: la gravidanza, un libro, la radio con Alfonso
Signorini. Era un momento, me
l’hanno dato e me lo sono preso. In questo programma risolviamo i problemi delle persone,
anche i più semplici».
Trasmissioni di cucina esistono già, come quelli sul make up
e sui matrimoni, fanno notare i
giornalisti. Cosa avrà questa di
diverso dalle altre, a parte la
conduttrice? «In tv c’è poco di
inedito», ammette il direttore di
Raidue Angelo Teodoli, «cambia il racconto, sarà un mix di
diversi ingredienti». «Saremo
come in una casa, con tante
storie e tanti spazi», aggiunge
Caterina.
Gli esperti sono il flower designer (giardiniere) Antonio
Scaburri, la nutrizionista Carla
Lertola, la cake designer (pasticcera) Claudia Prati, la wedding
planner (organizzatrice di matrimoni) Giargia Fantin. Partecipano persone comuni che voglioni dimagrire, organizzare
una festa, magari il matrimonio;
oppure, che hanno problemi
con l’educazione degli animali
o con l’economia domestica. Ci
saranno i vip? «Se servono a fare
qualcosa sì», spiega la Balivo,
«non mancheranno le storie
“
Tori Spelling
riappare
dopo «Beverly Hills»
L’ESILIO
 Mi sono successe belle cose: la
gravidanza, un libro, la radio con
Alfonso Signorini. Era un momento
di stop, me l’hanno dato e me lo
sono preso
IL NUOVO FORMAT
 Sarò aiutata da un team di
esperti. In questo programma aiuto
la gente a risolvere problemi
.
che io amo, quelle vere, senza
copione». A chi è rivolto il programma? «Al target di donne tra
i 25 e i 40 anni», risponde la
conduttrice, «non sarà facile
imporsi, attualmente a quell’ora
ci sono i telefilm, che puntano
soprattutto sul pubblico maschile, dobbiamo farci conoscere».
Caterina, le manca la prima
serata? «Le mie prime serate, in
passato, arrivarono dopo gli anni del day time su Raiuno, vedremo».
Detto fatto, insieme a The
Voice, il fortunato talent del gio-
vedì sera, è una delle prime
creature della nuova direzione di Raidue. Teodoli annuncia un programma di
economia in seconda serata
a partire da aprile e il ritorno dell’informazione dopo
la dipartita di Michele Santoro verso altri lidi televisivi. «Ma vorrei tornare ai
contenuti»,
puntualizza
Teodoli, «oggi c’è abbondanza e abuso di talk
show, formule a volte superficiali di informazioni,
mi piacerebbe tornare
all’approfondimento».
SU RAIDUE
Caterina Balivo è nata a Napoli. Da lunedì conduce «Detto
fatto». Torna su Raidue dopo un anno e mezzo di stop. Il suo
ultimo programma è stato «Pomeriggio sul Due» Ansa
Vi ricordate Donna Martin, la bionda e
svampita studentessa diBeverly Hills
90210? La sua storica interprete, Tori
Spelling, non ha avuto una carriera
brillante nel mondo dello spettacolo (nonostante fosse figlia di
Aaron Spelling, ideatore di telefilm americani cult), ma oggi
ha deciso di svoltare debuttando alla conduzione di uno
show. Si tratta di Craft Wars Sfida all’ultima creazione, al
via mercoledì scorso alle
22.55 su Real Time: appassionata di «fai-da-te», Tori
ha deciso di trasformare
questo suo hobby in un format tv, partito nel giugno
2012 sul canale americano
TLC e durato 10 puntate;
una gara tra maniaci del
bricolage, pronti a progettare qualunque cosa con
qualssiasi materiale, dimenticando spesso i
principi base dell’estetica. Ne è passato di tempo (per la precisione 20
anni) da quando, in Beverly Hills 90210, questa
ragazzona scodinzolava
dietro alle due amiche
più sveglie e corteggiate,
Brenda e Kelly, nei corridoi del liceo West Beverly. Donna era la più
ingenua e voleva a tutti
i costi rimanere vergine fino al matrimonio.
Nel 2006 Tori è stata
protagonista del reality
- sitcom So noTORIous,
nel quale faceva dell’autoironia sulla sua immagine pubblica.
GIOVANNI LUCA MONTANINO
Melissa Satta piccante
«Rifaccio l’amica di letto, ma sogno le Iene»
Torna la sitcom sui due coinquilini che flirtano. La showgirl: «Sposerò Boateng, con calma però»
::: LORENZA SEBASTIANI
 Si definisce semplice, ambiziosa e
iperattiva. Sul lavoro anche competitiva
con le colleghe, «ma è umano, anche gli
uomini lo sono». Melissa Satta è la protagonista della seconda edizione di Amici@Letto, su Comedy Central (canale 122
di Sky) dal 18 marzo alle 23, una si- com ad
alto tasso erotico (e di risate). Insieme a
Omar Fantini interpreta due amici che
convivono, ma hanno anche una relazione di sesso. Tante new entry, tra cui Omar
Pedrini, che pur essendo quasi coetaneo
di Fantini, interpreta suo padre, Gianluca
Fubelli (Scintilla de I turbolenti) e Benedetta Parodi. Un esperimento nato sui social network e che passa dal web alla tv.
Come vivi quest’esperienza accanto a
Fantini?
«Ci divertiamo a interpretare due amici
“di letto”, che è un po’ l’approccio di tanti
giovani di oggi alle relazioni. Per molti è
più facile avere “amici di letto” con cui re».
non hai obblighi e doveri. Anche se a me Parliamo del tuo privato. Cosa ti ha colpito di più del tuo compagno, il calciatore
non è mai capitato».
Cosa vorrebbe provare, in tv?
Kevin Prince Boateng?
«Sono stata in Rai, Mediaset e ora Sky. Ho «Dopo relazioni complicate mi sento forfatto fiction e ultimamente teatunata perché ho trovato, nell’età
tro. Ogni rete mi ha dato qualgiusta, una persona “giusta”.È
cosa, in relazione a com’ero
tutto l’insieme che funzioio, in quel periodo. A 18
na. Lui è uno romantico,
anni Striscia La Notizia
porta la donna su un palera il prodotto che più mi
mo di mano, ti tratta da
rispecchiava, quello più
regina. Un uomo raro,
adatto a me».
all’antica».
Cosa le manca?
Come vivete?
«Una conduzione più impor«Non siamo festaioli, stiatante, da showgirl, anche se Melissa Satta U.S.
mo spesso a casa, mancantare non è tanto il mio forgiamo presto, guardiamo
te. Ci sono contenitori divertanti film, ascoltiamo
tenti. Penso a Ilary Blasi e a quanto è di- molta musica. Una vita insospettabile,
ventata brava».
tranquillissima».
Le piacerebbe condurre Le Iene?
Come mai tutte le sue storie durano tan«Assolutamente. Un programma fresco. to?
L’ideale: un passo che mi piacerebbe fa- «Perché sono molto paziente e compren-
siva. Sono molto psicologa. Forse ho preso da mia madre, è una donna molto calma».
Riesce a mantenere un buon rapporto
con i suoi ex?
«Una volta che chiudi una relazione la
chiudi. Però dopo tanto tempo tutto
cambia. Magari dopo dieci anni se lo incontri per strada e gli dici “ti offro un caffè” ci può stare».
Vede un possibile caffè con Vieri?
«Perché no? Alla fine non mi ha fatto nulla
di esagerato. Poi il tempo fa dimenticare
qualsiasi cosa. All’inizio quando risenti
un ex ci sono litigi, un po’di rabbia, un po’
di gelosia. Ma poi si gira pagina. E io ho
voltato pagina già da un po’, sto con Kevin
da un anno».
Ipotesi matrimonio?
«Nel 2013 non credo. Ci vuole tempo per
organizzarlo. Però sicuramente mi sposo.
Quando sei felice con una persona e arriva l’età giusta per fare passi, perché no?».
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Venerdì 15 marzo 2013
PALINSESTI
Venerdì 15 marzo 2013
RAI UNO
RAI DUE
RAI TRE
CANALE 5
ITALIA UNO
RETE QUATTRO
LA 7
6.00
6.40
8.05
7.00
7.30
6.00
7.55
6.40
8.45
6.20
6.50
6.00
6.10
6.30
6.45
10.00
10.25
10.55
11.00
11.05
12.00
13.30
14.00
14.10
15.15
18.50
20.00
20.30
21.10
23.35
0.35
1.05
Euronews - L’Europa
nell’informazione televisiva
Unomattina caffè
TG1 - Previsioni sulla
viabilità CCISS Viaggiare informati
Unomattina. Condotto
da Franco Di Mare,
Elisa Isoardi. Per il TG1
Paolo Di Giannantonio
Unomattina Occhio
alla spesa
Unomattina Rosa.
Condotto da Franco Di
Mare ed Elisa Isoardi
Che tempo fa
TG1
Unomattina Storie Vere
La prova del cuoco
“Caccia al cuoco 8:
prima semifinale”
TG1
TG1 Economia
Verdetto Finale
“Un suocero Stalker”
La vita in diretta. Condotto da Marco Liorni,
Mara Venier
Previsioni sulla viabilità - TG1 - Che
tempo fa (all’interno)
L’eredità
TG1
Affari tuoi
Dal Teatro 18 di Cinecittà in Roma Red or
Black? Tutto o niente
TG1 60 Secondi
TV7 Settimanale del
TG1 “L’elezione del
papa”
L’Appuntamento
TG1 Notte Che tempo fa
8.35
9.55
10.00
11.00
13.00
13.30
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17.45
17.50
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19.35
20.30
21.05
22.55
23.10
1.15
1.55
Cartoon Flakes
TGR - Montagne “K2,
la montagna degli italiani”
Le sorelle McLeod
“Tre semplici parole”
“Offese reciproche”
con Aaron Jeffery
Meteo 2
TG2 Insieme
I Fatti Vostri. Condotto
da Giancarlo Magalli,
Adriana Volpe
TG2 Giorno
TG2 Eat Parade
TG2 Sì, Viaggiare
Senza traccia
“Un vecchio amico”
“Il buio nella mente”
Cold Case
“La famiglia perfetta”
Numb3rs “Rivalità”
Las Vegas “La bara di
Delinda - 2a parte”
TG2 Flash L.I.S. Meteo 2
Rai TG Sport
TG2
Squadra Speciale
Cobra 11 “Un ombra
dal passato”
Il Commissario Rex
“La sua ultima domenica”
TG2 - 20.30
Prima tv Rex “Vendetta” “Profondo blu”
con Ettore Bassi
TG2
L’ultima parola.
Condotto da
Gianluigi Paragone
Flashpoint “Passo
falso” con Hugh Dillon
Meteo 2
8.00
10.00
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15.10
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23.10
0.00
1.00
1.05
TGR Buongiorno Italia
TGR Buongiorno
Regione
Agorà. Condotto da
Gerardo Greco
Rai Parlamento Speciale XVII legislatura
TG3 Minuti
Speciale TG3 “Elezioni
Presidenti Camera e
Senato”
TG3 - Meteo 3
Speciale TG3 “Eelezioni Presidenti Camera e Senato”
Rai Parlamento Speciale XVII legislatura
TG Regione - Meteo
TG3 - Meteo 3
TGR Leonardo
TGR Piazza Affari
Speciale TG3 “Elezioni
Presidenti Camera e
Senato”
Meteo 3 - TG3
TG Regione - Meteo
Blob
Per ridere insieme con
Stanlio e Ollio
Un posto al sole
Speciale Agorà
“Camere aperte”.
Condotto da Gerardo
Greco (Diretta)
Glob Porcellum
del venerdì
“Con Fini (Ubaldo
Pantani) e Grillo
(Claudio Lauretta)”
TG3 Linea notte
TG Regione
(all’interno)
Meteo 3
Appuntamento
al cinema
8.00
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1.10
Prima Pagina
Traffico - Meteo.it Borsa e Monete
TG5 Mattina
La telefonata
di Belpietro
Mattino Cinque.
Condotto da Federica
Panicucci e Paolo Del
Debbio
TG5 - Ore 10
(all’interno)
Forum
TG5 - Meteo.it
Beautiful
CentoVetrine
Uomini e Donne.
Condotto da Maria
De Filippi
Amici
Pomeriggio Cinque.
Condotto da Barbara
D’Urso
The Money Drop.
Condotto da Gerry
Scotti
TG5 - Meteo.it
Striscia la Notizia La voce dell’insolvenza. Condotto da
Enzo Iacchetti ed Ezio
Greggio
Prima tv
Il clan dei camorristi
con Stefano Accorsi
SuperCinema
“Ospite Claudio Bisio”
TG5 Notte - Meteo.it
Striscia la Notizia La voce dell’insolvenza. Condotto da
Enzo Iacchetti ed Ezio
Greggio (Replica)
Uomini e Donne
(Replica)
10.35
12.25
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13.40
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0.45
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Cartoni animati
Una mamma per amica
“Il ballo di Rory”
“La cena di Natale”
con Lauren Graham
E.R. - Medici in prima
linea “Caffé a Parigi”
“Lo spettacolo deve
continuare”
Studio Aperto Meteo.it
Sport Mediaset
I Simpson
Prima tv I Simpson
What’s my destiny
Dragon Ball
Le avventure
di Lupin III
White Collar “Il lancio
della moneta”
Prima tv Mediaset
Chuck “Chuck vs
La maledizione “
La vita secondo Jim
“Yoga per Jim”
Prima tv Life Bites
Studio Aperto Meteo.it
C.S.I. “L’ultima miniatura - prima parte”
“L’ultima miniatura seconda parte”
Duplex - Un
appartamento per tre
(Commedia, 2003)
con Ben Stiller, Justin
Theroux. Regia di
Danny DeVito.
Arrow “Il ritorno”
“Onora il padre” con
Stephen Amell (Repl.)
Sport Mediaset
The Shield “Eroina
sporca” “Senza pietà”
con Michael Chiklis
FILM
SPORT
TELEFILM
Rai 4
Rai 5
19.10 Guida galattica
per autostoppisti
Con Mos Def
SCU
19.20 Com’è bello far
l’amore
Con Fabio De Luigi SC1
19.25 Snow Day
Con Chevy Chase
SCF
19.25 The Medallion
Con Jackie Chan
SCM
19.25 12 volte Natale
Con Amy Smart
SCP
21.00 A Dangerous Method
Con Keira Knightley SCU
21.00 Il mio West
Con L. Pieraccioni
SCC
21.00 I tre moschettieri
Con Logan Lerman
SCF
21.00 Drag Me to Hell
Con Alison Lohman SCM
21.00 Quando la notte
Con Filippo Timi
SCP
21.10 Streetdance
Con Nichola Burley SCH
22.40 Bad Teacher Una cattiva maestra
Con Cameron Diaz SCC
22.45 An Education
Con Carey Mulligan SCU
22.45 Dal tramonto all’alba
SCM
Con Harvey Keitel
22.55 Tuck Everlasting Vivere per sempre
Con Alexis Bledel
SCF
22.55 Limitless
Con Bradley Cooper SCH
23.00 Serendipity - Quando
l’amore è magia
Con John Cusack
SCP
23.05 Tre uomini
e una pecora
Con Xavier Samuel
SC1
0.15 Bagnomaria
Con Giorgio Panariello SCC
12.00 Calcio, Champions Europa League Sorteggio
quarti (Diretta) ES-SP1
16.30 Salto con gli sci, Coppa
del Mondo Trondheim:
HS 140 (Diretta)
ES
18.30 Pattinaggio su ghiaccio,
ISU World Championships
2013 Free program
coppie (Diretta)
ES
18.55 Rugby, Sei Nazioni U20
Italia - Irlanda (Dir.) RS1
20.30 Snooker Players Tour
Championships Finali:
ottavi (Diretta)
ES
20.45 Calcio, UEFA Champions
League Celtic - Juventus (Sintesi)
SP1
21.00 WWE Domestic Smackdown Episodio 38 SP2
21.15 Rubrica sportiva Sky Studio Tennis (Diretta) SP3
21.30 Tennis, Indian Wells:
terzo quarto di finale
(Diretta)
SP3
22.15 Calcio, UEFA Champions
League Barcellona Milan (Sintesi)
SP1
22.45 Goal Deejay
SP1
20.00 La tata
FR
20.05 Cold Case
“Il venditore”
FC
20.05 Castle - Detective
tra le righe
“Di nuovo amici”
FL
20.10 Violetta
DY
20.30 La tata
FR
21.00 Austin & Ally
DY
21.00 Il tenente Colombo FR
21.00 Prima tv Criminal Minds
“Magnifica luce”
FC
21.00 White Collar “Posizioni
compromettenti”
F
21.10 Prima tv Boardwalk Empire “Sunday Best” SC1
21.25 I maghi di Waverly DY
DY
21.50 Austin & Ally
21.50 Prima tv Profiling
FC
“Scomparsi”
21.55 The Good Wife
“Le colpe e il prezzo” FL
21.55 Homeland - Caccia alla
spia “Il chiarimento”
F
22.10 Prima tv Boardwalk Empire “The Pony”
SC1
22.15 The Sleepover Club DY
22.15 ICarly
NCK
22.35 I Jefferson
FR
21.10 Deep Impact (Fantascienza,
1998) con Téa Leoni, Ron
Eldard. Regia di Mimi
Leder.
23.20 Wonderland
19.40
20.40
21.15
22.20
LEGENDA
CN Cartoon Network
D
Discovery Chan. HD
DY Disney Channel
ES
Eurosport HD
F - FR Fox HD - Fox Retro
DOCUMENTARI
RAGAZZI
20.00
20.05
20.05
21.00
20.00 Nuovi episodi Gormiti
Nature Unleashed CN
20.00 Spongebob
NCK
F
20.05 I Simpson
20.30 Spongebob
NCK
20.40 Redakai: L’Ombra di
Lokar
CN
NCK
20.55 Spongebob
21.20 Scooby Doo Mystery
Inc.
CN
21.20 Robot and MonsterNCK
21.45 Le tenebrose avventure
di Billy & Mandy
CN
21.00
21.00
21.05
21.10
21.55
22.00
HD
Canale disponibile anche in alta definizione
FC-FLFox Crime HD - Life HD
NCK Nickelodeon
NGC National Geo.HD
RS1 Raisport 1
SC1 Cinema 1 HD
SCC
SCF
SCH
SCM
SCP
8.40
9.50
10.50
11.30
12.00
12.55
14.00
14.45
15.35
16.05
18.55
19.35
20.30
21.10
0.00
0.05
CANALI FREE DIGITALE TERRESTRE
SATELLITI
Top Gear
D
Tabù
NGC
Affari di famiglia THC
River Monsters Best
Of “Creature bizzarre” D
I signori del futuro THC
Aiuto, stiamo ingrassando!
FL
Paranormal
NGC
Project Runway
SKU
L’inferno
della droga
NGC
Matto da pescare
D
7.45
Mediashopping
T. J. Hooker “Ostaggi”
con William Shatner
Miami Vice “Amici”
con Don Johnson
Hunter “Il milione di
Bogotà” con Fred
Dryer
Carabinieri 4 “Toccare
il fondo” con Ettore
Bassi
Ricette di famiglia
TG4 - Meteo.it
Un detective in corsia
“Promessa di morte”
con Dick Van Dyke
La signora in giallo
“Stazione di servizio”
con Angela Lansbury
TG4 - Meteo.it
Lo sportello di Forum
My Life - Segreti e
passioni
La banda degli angeli
(La frusta e la carne)
(Drammatico, 1957)
con Clark Gable. Regia
di Raoul Walsh.
TG4 - Meteo.it
Tempesta d’amore
Walker Texas Ranger
“Il matrimonio prima parte”
con Chuck Norris
Quarto Grado
“La violenza contro le
donne”. Condotto da
Salvo Sottile con Sabrina Scampini (Dir.)
I bellissimi di R4
La legge del crimine
(Thriller, 2009) con
Jean Reno, Gaspard
Ulliel. Regia di Laurent
Tuel.
Cinema Comedy HD
Cinema Family HD
Cinema Hits HD
Cinema Max HD
Cinema Passion HD
SCU Cinema Cult HD
SF1 Sky Formula 1 HD
SP1-2-3 Sky Sport 1-2-3 HD
SKU Sky Uno
THC The History Channel
Rai Storia
19.35 Soggetto donna
20.30 Res Gestae Fatti
21.00 Dixit Film Buongiorno
notte (Drammatico, 2003)
con Luigi Lo Cascio. Regia
di Marco Bellocchio.
23.05 Why Poverty?
Rai Movie
21.10 Brooklyn’s Finest (Azione,
2009) con Richard Gere.
Regia di Antoine Fuqua.
23.30 La parola ai giurati (Drammatico, 1957) con Martin
Balsam, Henry Fonda.
Regia di Sidney Lumet .
Con i tuoi occhi
Passepartout
Indian Ocean
Lonely planet:
Best in China
22.45 Io volo
Cielo
18.45
19.45
20.15
21.10
23.15
Masterchef Usa
Non lo sapevo!
Affari al buio
Yamamay Fashion Show
Sex Therapy
Iris
21.05 L’ultimo boy scout Missione sopravvivere
(Azione, 1991) con Bruce
Willis. Regia di Tony Scott.
23.00 Codice: Swordfish (Azione,
2001) con John Travolta,
Hugh Jackman. Regia di
Dominic Sena.
7.00
9.50
11.00
12.30
13.30
14.05
14.40
15.30
17.10
18.50
20.00
20.30
21.10
22.20
0.15
33
TGLa7 - Meteo Oroscopo - Traffico Informazione
Omnibus. Condotto
da Andrea Pancani e
Alessandra Sardoni
TG La7 (all’interno)
Coffee Break. Condotto da Tiziana Panella con Enrico Vaime
L’aria che tira
I menù di Benedetta
(Replica)
TG La7
TG La7 Cronache.
Condotto da Bianca
Caterina Bizzarri
Le strade di San Francisco “Vino amaro”
Jane Doe - Memoria
infallibile (Giallo,
2006) con Lea Thompson. Regia di Armand
Mastroianni.
Il Commissario Cordier
“Pulsione mortale”
con Pierre Mondy
I menù di Benedetta
“Ospite l’attore Corrado Fortuna”
TG La7
Otto e mezzo
Crozza nel paese delle
meraviglie. Condotto
da Maurizio Crozza
(Diretta)
Zeta - La Commedia
del Potere “La prima
giornata del nuovo
Parlamento con Mieli,
Minzolini e Mentana”
(Diretta)
Omnibus Notte. Condotto da Edgardo Gulotta e Flavia Fratello
CLASS TV
Class TV Msnbc
(Canale 27 del digitale terrestre)
19.30 Punto e a Capo
20.40 Il TG della Convenienza
21.10 Gli Indimenticabili Wonderland (Drammatico,
1999) con Shirley Henderson, Gina McKee. Regia di
Michael Winterbottom.
23.10 Law & Order “Raptus”
Class Cnbc
(Canale 507 di Sky)
19.00 Rebus Italia: I vostri soldi
dopo il voto
21.00 Linea Mercati Notte
21.30 5 Giorni sui Mercati
Class Horse
(Canale 221 di Sky)
20.55 Parelli Natural Horseman
Ship
21.15 Winter Equestrian Festival
2013 Adequen Grand Prix
CANALI PREMIUM DIGITALE TERRESTRE
Joi
Steel
Mya
19.35 Chuck “Chuck vs
La wedding planner”
“Chuck - L’agente X”
con Bonita Friedericy
21.15 Prima tv Baby Daddy
22.10 2 Broke Girls
22.35 Are you there, Chelsea?
23.00 Undercovers “Senza mia
figlia” con Boris Kodjoe
23.50 Undercovers “Serse”
18.35 Paolo Borsellino
20.25 Smallville “Sussurro”
con Tom Welling
21.15 Alias “Eredità”
“Resurrezione”
con Jennifer Garner
23.00 Rubicon “Non c’è onestà
negli uomini”
“Fiducia in qualcuno”
con James Badge Dale
19.25 E.R. - Medici in prima
linea “Infezione mortale”
“Non arrendersi”
21.15 Brothers and Sisters - Segreti di famiglia “Acque
agitate - prima parte”
“Acque agitate - seconda
parte” con Sally Field
23.00 Nip/Tuck “Hiro Yoshimura” con Dylan Walsh
Premium Cinema
Studio Universal
Premium Calcio
21.15 Prima tv Viaggio nell’isola misteriosa (Avventura, 2012) con Dwayne
Johnson, Michael Caine.
Regia di Brad Peyton.
22.55 Tutti pazzi per l’oro (Avventura, 2008) con Matthew McConaughey, Kate
Hudson. Regia di Andy
Tennant.
20.40 A noi piace corto
21.15 Prima tv Focus
21.20 Wonderland - Massacro a
Hollywood (Giallo, 2003)
con Val Kilmer. Regia di
James Cox.
23.15 Junior (Commedia, 1994)
con Arnold Schwarzenegger, Danny De Vito. Regia
di Ivan Reitman.
18.30 Highlights Uefa Champions League
18.55 Calcio, Serie B
2012/2013 Anticipo 31a
giornata Reggina Cesena (Diretta)
21.00 Calcio, Serie B 2012/2013
Anticipo 31a giornata
Verona - Livorno (Diretta)
23.00 La tribù del calcio
Arbitri, Peruzzo per Milan-Palermo
Lunedì la nuova maglia della nazionale
Bottiglie di Franciacorta speciali per il «Sic»
Gli arbitri per la 29ª di A: Bologna-Juve, Bergonzi; Milan-Palermo,
Schio; Samp.-Inter, Banti; Torino-Lazio, Tagliavento; Napoli-Atalanta,
Valeri; Catania-Udin., De Marco; Fiorentina-Genoa, Rizzoli; Pescara-Chievo, Mazzoleni; Roma-Parma, Russo; Siena-Cagliari, Doveri.
Verrà presentata ufficialmente lunedì 18 marzo alle 13.30 al
Centro Tecnico Federale di Coverciano, il nuovo completo da
gara della Nazionale Italiana di calcio realizzato da Puma per la 9ª
edizione della FIFA Confederations Cup 2013.
Da oggi saranno aperte le prenotazioni sul sito www.cantinaleduequerce.it per la raccolta fondi a favore della Fondazione Marco Simoncelli, che avverrà tramite l’acquisto di una speciale limited edition
di bottiglie di Luis Franciacorta Brut, disegnate in onore del “Sic”.
:::
Mi pare che...
Incolpare Allegri
è un’assurdità
::: LUCIANO MOGGI
 Volevamo scrivere sul come si può far retrocedere una squadra importante come il Palermo, complice la girandola di allenatori, dirigenti e
soprattutto un presidente che, nonostante i tanti
anni di milizia in campo sportivo, sembra non
abbia capito come si tiene un gruppo unito per
evitare il peggio. Rimandiamo alla prossima occasione,dando precedenzaalla Championsvisto
quello che è successo a Barcellona.
Dopo il 2-0 di Milano in una partita che aveva
del mortificante per il calcio spagnolo, attendevamo il Barcellona nel ritorno al Nou Camp, curiosi di sapere se quello di Milano era stato solo un
episodio oppure l’inizio della fine di un ciclo.
Avevamo seguito attentamente anche il Malaga
impegnato ad Oporto dove la sconfitta per 1-0
poteva assumere rilievi ben più devastanti, il Real
Madrid chesul propriocampo nonsapeva andare oltre 1-1 con il Manchester di Ferguson. Attendevamo risposte che puntualmente sono arrivate: tutte «remuntade» che dimostrano come il
calcio spagnolo sia ancora vivissimo. In carrozza
il Barcellona, un giusto 2-0 il Malaga, Real che va
all’Old Trafford dove - grazie anche agli errori
dell’arbitro - riesce a prevalere. Maggioranza relativa quindi del calcio spagnolo, tre squadre su
otto, in questo finale di Champions, dove Barcellona e Real recitano la parte delle grandi favorite.
Spariti completamente i club inglesi nonostante
la buona prova dell’Arsenal: a Monaco i Gunners
hanno fatto tremare la corazzata che presto finirà
nelle mani di Guardiola.
All’Italia è rimasta solo la Juventus, ma è giusto
spendere ancora qualche riga per analizzare la
disfatta dei rossoneri. Piovono polemiche e critiche nei confronti di Allegri per come il Milan si è
presentato al Nou Camp, forte del vantaggio di 2
gol, ma noi italiani dovremmo elogiare il miracolo di S. Siro e non demonizzare la disfatta di Barcellona. Gli spagnoli sono una macchina perfetta
che produce gol, con una difesa forse più fragile
del previsto, alla quale però è difficile avvicinarsi
per effetto di un centrocampo impenetrabile. Venuti a Milano a dilettare il pubblico di S.Siro con il
solito tiquitaca per linee orizzontali, capita la lezione hanno cambiato geometrie verticalizzando a discapito anche del bel gioco: il risultato dice
che hanno fatto bene. La squadra spagnola dà dimostrazione di strapotere contro ogni avversario
e in special modo con il Milan, nettamente inferiore ai blaugrana per uomini e mezzi a disposizione.
Il Borussia Dortmund è l’altra squadra tedesca
ai quarti, seconda nella Bundesliga (ma a distanza siderale dal Bayern). Nelle sue file conta giovani interessantissimi come Lewandowski (già del
Bayern), Gotze, Reus, una squadra veloce e tecnica che non riteniamo però possa avere ambizioni
di vittoria finale. Stesso discorso per gli spagnoli
del Malaga, mentre il Psg merita un discorso a
parte. Gli uomini di Ancelotti possono competere con tutti solo se al completo. Così non sarà
nell’andata dei quarti, quando mancherà Ibrahimovic per squalifica. E si sa benissimo cosa significa dover fare a meno dello svedese. A Valencia,
negli ottavi, con Ibra in campo il Psg vince 1-2. A
Parigi, senza Ibra, arriva un pareggio striminzito.
Sembra comunque una squadra poco equilibrata rispetto a Barcellona, Real, Bayern e anche Juventus. Per ultimo il Galatasaray, composto in
gran parte dagli scarti di grandi squadre: Sneijder,
Drogba, Melo che, quanto a classe, non fanno difetto e nel catino di Istambul sapranno farsi valere. In ogni caso non consideriamo i turchi all’altezza delle grandi.
Oggi il sorteggio di Nyon ci schiarirà le idee.
SORTEGGI DI CHAMPIONS A NYON
Voglia di Malaga
Tabellone dei quarti alle 12: la Juve punta sul gruppo e non teme i fenomeni
degli altri. Ma tutti sperano di pescare gli spagnoli abbandonati dagli arabi
::: FRANCESCO PERUGINI
NYON (SVIZZERA)
 Dopo sette anni la Juve ha di
nuovo la febbre: la febbre da sorteggio
nell’urna di di Nyon. A partire dalle 12
(diretta Sky Sport e Mediaset Premium), la Signora sfoglierà la margherita dei quarti di Champions League.
Tre spagnole, due tedesche, una francese, una turca: ci sarà una di loro tra i
bianconeri e la finale di Wembley del 25
maggio. E tra Conte e la chance di far
meglio di Capello, stoppato dall’Arsenal nelle “last 8”2005/06.
Pochi dubbi invece sul ceppo influenzale: è decisamente febbre spagnola. Barcellona e Real sono infatti i
volti dell’incubo iberico che potrebbe
però trasformarsi in un sogno se l’urna
regalasse alla Juve il Malaga. Pellegrini
ha costruito una squadra organizzata
attorno al talento di Isco e Joaquin, ma
con poca continuità. Nel girone gli andalusi hanno fatto 4 punti con il Milan
ancora traballante, ma Santa Cruz, Saviola e compagni non dovrebbero spaventare la la difesa bianconera. «Barzagli, Bonucci, Chiellini e Buffon sono
quasi inespugnabili», ha scritto ieri il
Mundo Deportivo.
Un reparto così forte da spaventare
anche il Barcellona stesso: «Se c’è una
squadra che il Barça vuole evitare è
proprio la Juve», assicura il quotidiano
iberico. I blaugrana sono rinati con la
“remuntada”sul Diavolo, ma non hanno dimenticato la lezione di contropiede presa a San Siro. Conte ha preso nota e può sperare comunque nell’impresa, a patto che Messi tolga di nuovo i
panni del marziano. Il fenomeno di
Madrid, più che Cristiano Ronaldo, è
invece Josè Mourinho: lo Special One
conosce fin troppo bene il nostro calcio
e ha regalato tanti dispiaceri alla Juve
nel suo biennio all’Inter. La vittoria sul
Manchester United ha rinsaldato lo
spogliatoio delle merengues attorno al
portoghese e lo strapotere madridista
sulle fasce potrebbe infastidire la Signora.
Non meno temibile, ma stimolante
la sfida al calcio tedesco. Il Bayern Monaco è una corazzata che ha bisogno di
Nessun club d’Oltremanica va avanti
Il disastro delle inglesi
manda all’aria il ranking
::: LONDRA
 Da qui a dire che l’Inghilterra è in crisi, ne passa. Ma il segnale
che arriva dalla Champions League è inquietante per il calcio d’Oltremanica. Nonostante la finale del 25 maggio sarà a Wembley, per la prima volta dal 1995/1996 una squadra proveniente dalla Premier League non giocherà i quarti di
La delufinale della massima competizione europea.
sione di
Diciassette anni fa i Blackburn Rovers venneVan Perro subito eliminati, dopo essere arrivati ultimi
sie e Carnel girone di qualificazione. Ed essendoci, a
rick
quel tempo, una sola squadra per nazione, l’In[LaP]
ghilterra salutò subito la Champions. Quest’anno invece erano quattro i club inglesi presenti, e
a poco a poco sono stati eliminati. Addirittura
due sempre durante il girone eliminatorio, cioè
il Manchester City e il Chelsea, due eliminazioni
eccellenti vista al carature delle squadre, soprattutto dei londinesi, che sono i campioni in
carica.
Ultimi invece a salutare la competizione sono stati Manchester United, sconfitto negli ottavi dal Real Madrid di José Mourinho, e l’Arsenal, andato vicino alla rimonta contro il Bayern
Monaco. Una situazione strana, anche perché in questi ultimi anni i
club inglesi hanno dominato in europa, conquistando quattro titoli
europei (2 Manchester United, 1 Chelsea e 1 Liverpool), mentre cinque volte sono stati finalisti perdenti e nel 2007-2008 a Mosca hanno
dato vita a una finale tutta made in England.
poche presentazioni tra Ribery, Robben, Muller, Kroos e il letale Mandzukic. Il Borussia Dortmund esprime forse il miglior gioco d’Europa. Paura? No,
perché i crucchi soffrono gli incroci tinti d’azzurro: la finale 2010 e la semifinale degli Europei sono solo gli ultimi
esempi. E soprattutto perché la Juve ha
poco da invidiare ai tedeschi in quanto
a compattezza.
Affascinantissimo sarebbe l’accoppiamento con il Paris Saint-Germain
degli ex Carlo Ancelotti e Zlatan Ibrahimovic (squalificato per l’andata). Il pericolo non è lo svedese - ancora “bloccato” in Europa - ma Lavezzi: con cinque gol consecutivi, il “Pocho” è sempre più uomo da grandi palcoscenici. E
la Signora era una delle sue vittime preferite già al Napoli. Intanto, dalla Francia arriva un sorriso per i bianconeri
con la convocazione di Pogba nel Bleus. «Per lui il futuro
comincia già adesso», parola
del ct Deschamps (non a caso, uno juventino doc).
Occhio invece a lasciarsi
tentare dal “tifare” Galatasaray: i turchi sono arrivati ai
quarti praticamente solo
grazie a Yilmaz, miglior cannoniere d’Europa con otto
reti come Ronaldo. E se
Drogba e Sneijder troveranno una forma perlomeno accettabile, la squadra di Terim potrebbe addirittura iniziare a sognare. Ma una cosa
è certa: con una difesa impenetrabile - la migliore d’Europa, imbattuta da cinque match (490’)
- un centrocampo fantastico guidato
da Pirlo e un attacco imprevedibile, anche la Juve farà venire la febbre a tanti
oggi a Nyon.
SPORT
35
Venerdì 15 marzo 2013
@ commenta su www.liberoquotidiano.it
Ultimatum scaduto
::: ROMA
Non habemus sceicco:
la Roma chiude la porta
ad Al Qaddumi da Perugia
 Non c'è lieto fine nella favola dello sceicco umbro che voleva comprare la Roma. «Non habemus
sceicco», ha comunicato ieri sera la società giallorossa con qualche ora di anticipo rispetto alla scadenza
fissata a mezzanotte che prevedeva il versamento di
50 milioni di euro da parte di Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi per entrare nel capitale sociale della
squadra. Ma non c'era bisogno di aspettare ancora
per vedere il bluff del petroliere arabo, venuto da uno
straordinario bilocale di un paesino in provincia di
Perugia. Niente soldi né garanzie dal 24 febbraio –data di ufficializzazione del pre-contratto –fino alla deadline di ieri: inutile prorogare i termini, «l’accordo
preliminare con il partner potenziale deve essere
considerato risolto», chiosa il comunicato ufficiale.
Il nome di Al Qaddumi si va ad aggiungere così alla
lunga lista di personaggi che negli ultimi anni hanno
manifestato interesse per la Roma, da George Soros a
Vinicio Fioranelli fino ai russi della Nafta Mosca. Solo
che la storia potrebbe non chiudersi così: la Procura
di Roma potrebbe indagare lo “sceicco”per aggiotaggio dopo le oscillazioni del titolo As Roma. Già noto
per le fallite trattative per l'Acqua Marcia, l’offerta
dello sceicco – che vantava un patrimonio da 2 miliardi di dollari – si era sgonfiata quasi subito dopo la
scoperta dell’umile stile di vita suo e dei suoi famigliari (figlio carabiniere, moglie impiegata comunale) e
del suo stato patrimoniale (dovrebbe 4mila euro a un
istituto bancarioitaliano). Conun bucodi 78milioni,
ora alla Roma serve un conclave d'urgenza.
D.SEC.
EUROPA LEAGUE
L’Inter si deve accontentare
di un miracolo a metà
Nerazzurri col cuore: rimontano il 3-0 dell’andata (Cassano, Palacio, autorete di
Gallas) ma ai supplementari si arrendono ad Adebayor. Inutile il 4-1 di Alvarez
::: MATTEO SPAZIANTE
MILANO
STREMATO
Più che pazza, schizofrenica.
L’Inter arriva ad un passo
dall’impresa con il Tottenham,
che va sotto 3-0 cavandosela
poi ai supplementari. C’è però
da chiedersi perché i nerazzurri non giochino sempre così.
Partendo finalmente bene, subito in attacco: il gol dell’1-0 arriva al 20’ con Cassano, ma già
in precedenza erano andati vicini alla rete. Il vantaggio esalta
gli uomini di Strama, che continuano a spingere. Palacio
centra la traversa, Friedel si supera su Guarin, dall’altra parte
Adebayor spreca da solo davanti Handanovic. L’Inter ci
crede, a inizio ripresa Palacio
fa 2-0, poi ci pensa Gallas, che
regalail terzogol ainerazzurri.
Si va ai supplementari, Adebayor spegne i sogni di Strama,
Alvarez segna il 4-1 che non basta. Ma l’Inter è viva.
Due milioni al Flamengo per il 18enne
Bebeto jr è della Signora
«Protagonista» a Usa ’94
::: RIO DE JANEIRO
 In Brasile sono sicuri: la
Juventus si è assicurata Mattheus Oliveira, 18enne figlio di
Bebeto, grande ex attacante della
nazionale brasiliana.
Secondo la stampa carioca, la società bianconera avrebbe ingaggiato il centrocampista del Flamengo per
circa due milioni di
euro con un contratto
quinquennale. Per ora
la società brasiliana
non ha confermato
l’operazione, ma ultimamente il giocatore
è stato escluso dalle
partite giocate dal
club, e queste esclusioni sembrano un indizio importante.
Un’affare per la Juventus, visto anche che il contratto di Mattheus sarebbe scaduto alla fine
del 2013 e il giocatore non aveva
nessuna intenzione di firmare
un eventuale rinnovo, avendo
già rispedito al mittende numerose offerte da parte del Flamengo per allungare il proprio contratto. Il giocatore, che ha esordito nella prima squadra del Flamengo l’anno scorso e in tutto
ha giocato 12 partite,
di cui 3 partendo titolare e che da anni fa
parte delle varie nazionali giovanili brasiliane, era stato più volte
visionato dagli emissari della Juventus, sorpattutto durante il
campionato sudamericano under-20 dello
scorso gennaio.
Mattheus era stato
già protagonista delle
cronache ben 18 anni
fa. La sua nascita infatti avvenne
durante i Mondiali di Usa ’94, ai
quali partecipava anche il padre
Bebeto. Che per festeggiare la
nascita del figlio, esultò con il gesto della culla, da quella volta
utilizzato sempre più spesso dai
calciatori.
INTER
(4-3-1-2)
::: HANDANOVIC 7: fondamentale. Sempre più protagonista, si supera su Sigurdsson, su
Naughton e su Vertonghen.
::: JONATHAN 6.5: per la prima
volta da quando è all’Inter, dimostra di essere un giocatore di calcio. Serve il pallone che Palacio
mette sulla testa di Cassano, a volte addirittura difende (3’ sts Ranocchia 6).
::: JUAN JESUS 7: rischia solo su
Adebayor in finale di primo tempo, per il resto grande prestazione
del brasiliano.
::: CHIVU 7: attento e concentrato, finalmente una partita senza errori.
::: ZANETTI 6: dalla sua parte
non si passa, anche se ogni tanto
dovrebbe provare a oltrepassare la
metà campo. L’unica volta che lo
fa, prova uno strano esterno che
non sorprende Friedel. In leggero
ritardo su Adebayor.
::: GARGANO 6.5: gara di sacrificio per l’uruguaiano, corre anche
per i compagni a metà campo.
::: KOVACIC 7: come giusto che
sia, il problema di un 18enne è la
poca continuità: alterna grandi
prestazioni ad altre più spente. Ieri
era però in serata e ha dato dimostrazione di essere un giocatore di
sicura prospettiva (dal 24’ st Be-
Antonio Cassano (30 anni) Ap
INTER-TOTTENHAM
4-1
RETI: 20’ pt Cassano, 7’ st Palacio, 30’ st autogol Gallas, 6’
pts Adebayor, 4’sts Alvarez.
INTER (4-3-1-2): Handanovic; Jonathan (3’ sts Ranocchia), Juan Jesus, Chivu, Zanetti; Gargano, Kovacic (24’ st
Benassi), Cambiasso; Guarin
(26’ st Alvarez); Palacio, Cassano. All. Stramaccioni.
TOTTENHAM (4-4-2): Friedel; Walker, Gallas, Vertonghen, Naughton (9’ pts Caulker); Dembélé, Livermore (25’
st Lennon), Parker, Sigurdsson; Defoe (11’ st Holtby),
Adebayor. All. Villas Boas.
ARBITRO: Bebek (Croazia).
NOTE: Ammoniti Livermore,
Friedel, Walker, Adebayor.
Stoccarda ko, biancocelesti avanti
Nel vuoto Olimpico
la Lazio si diverte
::: DOMENICO SECONDI
che manca dal 1999.
LAZIO-STOCCARDA 3-1
RETI: 6' pt, 8' pt e 43' st Ko Ci pensa Libor Kozak a zak, 18' st Hajnal.
rompere il silenzio dell'OlimLAZIO (4-4-1-1): Marchetti
pico vuoto. Uno-due letale in 6.5 (dal 43' pt Bizzarri 6.5); Pe8' per lo Stoccarda che
reirinha 6.5, Biava 6,
perde subito la
Ciani 6, Radu 6.5;
speranza di riCandreva
7,
montare lo 0-2
Onazi 5.5, Herdell'andata.
nanes 6.5 (dal
Prima rete di
29' st Ederson
testa su cross
sv), Lulic 6.5;
di Radu, radMauri 6 (dal
doppio su taglio
21' st Ledesma
brillante di Hersv); Kozak
nanes e pratica Libor Kozak
8.5. All. Petchiusa. Non per il
kovic.
ceco che, dopo il 2STOC1 di Hajnal, all'88' fa tris: 10 reti CARDA (4-2-3-1): Ulreich 5;
(una ogni 54') per il capocan- Sakai 5.5, Tasci 5, Niedermeier
noniere del torneo. Ancora 4.5, Molinaro 5.5; Gentner 5.5,
senza Klose, la Lazio fa fuori Holzhauser 5.5; Okazaki 6.5,
un’altra tedesca dopo il Bo- Hajnal 6 (dal 29' st Harnik sv),
russia e diventa la prima italia- Macheda 5.5 (dal 19' st Traorè
na ad accedere ai quarti di Eu- sv); Ibisevic 4.5. All. Labbadia.
ropa League. In silenzio (anARBITRO: Hagen (Nor).
data ancora a porte chiuse),
NOTE: ammoniti Hajnal,
ma decisa verso una coppa Ibisevic, Biava.
ROMA
nassi 6).
::: CAMBIASSO 7: per una sera
è tornato ad essere quello del triplete. Corre per tre, è sempre al
posto giusto al momento giusto,
come nell’assist per Palacio. Peccato solo per l’errore nel finale.
::: GUARIN 5.5: è forse l’unica
nota negativa della gara. La voglia
c’è, ma sbaglia troppo, anche una
buona occasione in area parata da
Friedel (dal 26’st Alvarez 6: si vede
poco, segna però il 4-1).
::: PALACIO 7.5: bravo da subito a sfruttare la difesa alta del Tottenham. Serve alla grande Cassano sull’1-0, centra una traversa,
ma poi trova il 2-0 che fa sognare i
tifosi nerazzurri.
::: CASSANO 7.5: si capisce subito che è nella serata giusta. In avvio spreca alcune opportunità, poi
prova furbescamente a guadagnarsi un rigore, senza fortuna.
Ma si riscatta, battendo Friedel di
testa com il suo nono gol stagionale e continuando ad inventare per i
compagni. E da una sua punizione arriva il 3-0.
TOTTENHAM
(4-4-2):
Friedel 5.5; Walker 5, Gallas 4.5,
Vertonghen 5.5, Naughton 6 (9’
pts Caulker 6); Dembélé 6.5, Livermore 5.5 (25’ st Lennon 5.5), Parker 6, Sigurdsson 6; Defoe 5.5 (11’
st Holtby 6), Adebayor 6.5.
36
Venerdì 15 marzo 2013
[DOPO I FURTI]
[DELITTO GARLASCO]
I NUMERI DI IERI
Preso il ladro di reliquie
Recuperati 57 oggetti sacri
:::
:::
:::
:::
SALVATORE GARZILLO a pagina 45
16 Furti d’auto
51 Furti a bordo auto
44 Borseggi
19 Rapine
:::
:::
:::
:::
3 Autovetture recuperate
23 Furti appartamenti e negozi
9 Scippi
13 Arresti
Per la pedopornografia
Stasi condannato a un mese
FILIPPO CAVAZZA a pagina 45
Redazione cronaca: viale Majno 42, 20129 Milano; telefono 02.999666; fax 02.99966227; email: [email protected]; Pubblicità: SYSTEM24, via C. Pisacane, 1 - 20016 Pero (MI); Tel. 02.3022 1/3837/3820 - Fax 02.30223214
:::
In ballo un milione di euro
Flop ambientalista
SENZA PARTITO E ASSESSORI
ANCHE GLI AMICI LO MOLLANO
GIULIANO È RIMASTO A PIEDI
Comune e A2A vanno in tribunale
La Milano di Pisapia è allo sbando
La municipalizzata cita l’amministrazione per la tassa sull’occupazione pubblica
::: RENATO BESANA
 Con la sola eccezione di Cormano, tutti
i Comuni dell’hinterland - compreso Sesto
San Giovanni, la Stalingrado d’Italia - hanno
respinto l’invito di Pisapia: caro compagno,
gli hanno risposto, a piedi di domenica vacci
tu, qui non se ne parla. Per una volta, il buon
senso ha prevalso sull’ideologia e sulle logiche
di schieramento. Costringere auto e moto a
fermarsi per una giornata non migliora la
qualità dell’aria, provoca disagi pesanti e costa un sacco di soldi: si pensi al potenziamento dei mezzi pubblici e alle iniziative organizzate a spese dei contribuenti per tenere allegri
i pochi che vanno a passeggio. All’elenco bisognerebbe aggiungere i mancati incassi di
edicole, bar, ristoranti e dei negozi che approfittano dell’apertura domenicale per far quadrare i conti. Un disastro.
Tutto questo, secondo le intenzioni di Palazzo Marino, per educare i milanesi a non
servirsi degli odiati motori a combustione interna: rozzo integralismo ambientalista unito
al pregiudizio giacobino che intende i cittadini come scolaretti testoni, ai quali la lezione
va inculcata con le buone o ancor meglio con
le cattive, in questo caso multe salatissime.
Così, dalle 10 alle 18 di domenica, la Milano
del caro leader somiglierà a Pyongyang, strade desolate e malinconiche nelle quali radi
passanti e famigliole in festa racconteranno ai
cronisti di aver ritrovato una città a misura
d’uomo, o banalità equivalenti. Che costoro
siano davvero contenti è tutto da appurare,
ma convinti come sono che muoversi a piedi
o un bici sia “di sinistra”, non riescono a esimersi dall’obbligo identitario. Lo struscio festivo stravolto in manifestazione militante:
una tristezza e insieme una stupidaggine.
Pisapia, nonostante tutto, tira dritto nella
splendida solitudine in cui s’è rinchiuso. Gli
assessori che ne hanno avuto l’occasione sono scappati, mentre a lui non dispiacerebbe
liberarsi di chi è rimasto, vedi Boeri. Il rimpasto di giunta, tra risse e ripicche, non si riesce
però a chiudere. Il suo partito di riferimento,
cioè Sel, è stato liquidato dagli elettori; gli sono rimasti vicini i salotti, che rappresentano il
suo punto di forza, ma non gli hanno perdonato il bidone Ambrosoli. Approfitti per primo della domenica a piedi: una bella camminata in periferia potrebbe aiutarlo a schiarirsi
le idee.
 Comune di Milano e la sua partecipata A2A ai ferri corti per una vecchia bolletta della Cosap. I due enti
sono pronti a sfidarsi in tribunale per
917 mila euro di canone di occupazione del suolo pubblico. Il problema
riguarda il canone dovuto per legge
sulle occupazioni permanenti, che
A2A Reti gas ha versato a Palazzo Marino tra il 2000 e il 2011 per le condutture sotterranee. Canone che «A2A
non vuole pagare» è la versione di Palazzo Marino. Lo deciderà il giudice.
LA VITTORIA DI «LIBERO»
DINO BONDAVALLI a pagina 39
LA PROTESTA IN PIAZZA
Bimbi allergici
genitori pronti
alla guerra con Asl
di BARBARA ROSSETTI
Hanno scelto la Asl, la sede di via
Statuto, per la prima manifestazione pubblica. Sono i genitori dei
bambini allergici di Milano, che ieri
si sono riuniti in un flash mob e
hanno distribuito mele rosse («la
mela avvelenata»).
.
a pagina 39
C’è la mozione
salva chioschi
 Il chiosco è Libero. Possiamo dirlo ad alta voce. Ieri, in consiglio comunale, è stata presentata una mozione con cui si è chiesta la modifica dell’ordinanza approvata lo scorso 14 febbraio sull’attività dei chioschi in città. Il
documento è stato depositato
immediatamente e il testo è stato
sottoscritto da tutti i gruppi di
maggioranza e opposizione.
SERVIZIO a pag. 38
La squadra di Maroni
Giunta chiusa: confermato Melazzini
 Mario Melazzini farà parte della squadra di Roberto Maroni a Palazzo Lombardia. Il nome del medico pavese si era diffuso nella serata di mercoledì ed
è stato confermato ieri. Il “Mela” come si fa chiamare,
avrà le deleghe alle Attività produttive e alla Ricerca.
Domani Maroni verrà proclamato presidente, lunedì
il cambio della guardia con Formigoni e il giorno stesso o al massimo martedì presenterà la sua squadra di
governo che verrà limata nel vertice odierno col Pdl.
FABIO RUBINI a pagina 41
Scambiato per quello del nuovo Pontefice
Il sito del bar «Papà Francesco» preso d’assalto
::: MARIANNA BAROLI
 Papa e papà. Un errore elementare. Da piccoli sarà capitato
a tutti di confondere le due parole, divise da un solo accento. Un
accento che, tuttavia, può creare
scompiglio. Specialmente quando è la notte della nomina del
nuovo Papa e il tuo ristorante
porta lo stesso nome. E se, ancora
più per caso, il tuo sito web
(www.papafrancesco.it)
viene
scambiato per la homepage ufficiale del nuovo Pontefice. La storia, che potrebbe rientrare perfettamente tra gli episodi di una
commedia dell’assurdo, è invece
successa veramente. Mercoledì
notte, infatti, migliaia di fedeli da
tutto il mondo si sono collegati al
sito dello storico bar Papà Francesco che ha la sua sede a Milano,
in via Marino angolo piazza Scala, a due passi dalla sede del Comune di Milano e meta fissa del
mondo della politica meneghina.
E così, per una notte, Papa e papà
si sono incontrati di nuovo. Complice il sito web del ristorante da
digitare senza alcun accento. E
chissà la faccia dei fedeli da tutto
il mondo inchiodati davanti allo
schermo e che, speranzosi di trovare informazioni e immagini del
nuovo Pontefice, si sono invece
ritrovati davanti a tavole imbandite e a un menù tutto composto
da specialità milanesi.
Fuori dal vaso
«Sepiove cisi metteràla mantellina.Con
l’ombrello o senza, tutte le iniziative
all’aperto si fanno lo stesso”.
CHIARA BISCONTI
Speriamo che domenica prossima l’assessore alla Qualità dimentichi l’ombrello a casa.
38
CRONACA
Venerdì 15 marzo 2013
@ commenta su www.liberoquotidiano.it
La vittoria di «Libero»
Pd e Pdl firmano la mozione «salva-salamelle»
In consiglio comunale maggioranza e opposizione trovano l’accordo per prorogare gli orari notturni dei chioschi
L’appello dei commercianti
«Chiusura alle 21
per evitare Area C»
Un’immagine della «salamellata solidale» di lunedì scorso davanti a Palazzo Marino. [Sicki]
::: MARIANNA BAROLI
 Il chiosco è Libero. Possiamo finalmente dirlo ad alta
voce. Ieri, in consiglio comunale, è stata presentata una mozione bipartisan con cui si è
chiesta la modifica dell’ordinanza - approvata lo scorso 14
febbraio - sull’attività dei chioschi e degli auto-negozi in città.
Primi firmatari, Luca Gibillini di
Sel e Francesco De Lisi del Pd. Il
documento è stato depositato
immediatamente e il testo è stato sottoscritto da tutti i gruppi di
maggioranza e opposizione.
Una vittoria, per noi di Libero,
che avevamo annunciato per
primi la scelta del Comune di
far abbassare le serrande a chioschi e auto-negozi allo scoccare
della mezzanotte. La movida
abbia invece inizio. O meglio,
continui a tentare di sopravvivere. La salamella è salva.
«È una mozione importante»
afferma Pietro Tatarella, consigliere comunale tra le file del
Pdl che tra i primi aveva sostenuto la nostra campagna sul diritto di gustarsi una salamella,
liberamente, in piena notte.
«Attraverso questo documento
rivedremo gli orari di apertura e
chiusura di questo tipo di attività commerciali tutelando da
una parte i proprietari di chioschi e auto-negozi e, dall’altra, i
residenti in città disturbati dal
chiasso della movida». Ma non
solo. Tatarella spiega come «la
mozione presentata in Comune
è importante anche dal punto
di vista della tutela della libertà
di divertirsi. Un segnale fondamentale indirizzato direttamente all’assessore al Commercio, Franco D’Alfonso e che
offre una boccata d’aria a una
città come Milano sempre meno aperta ai giovani e alle loro
:::
IL CASO
L’ORDINANZA
Lo scorso 14 febbraio il Comune di Milano aveva approvato un'ordinanza con
cui imponeva che chioschi e
auto-negozi rimanessero
aperti fino e non oltre la
mezzanotte.
LA PROTESTA
Lunedì davanti a Palazzo
Marino alcuni esponenti del
Pdl hanno organizzato una
salamellata solidale ai lavoratori e chiesto in aula la sospensione dell'ordinanza.
LA MOZIONE
Ieri in consiglio comunale è
stata presentata una mozione bipartisan in cui si è chiesta la modifica dell’ordinanza sui chioschi in città.
esigenze».
Scendere in piazza, a qualcosa è servito. La protesta a colpi
di salamelle davanti a Palazzo
Marino, le magliette «Chiosco
Libero» e la presenza di un vero
e proprio auto-negozio davanti
al Comune, hanno aiutato, forse, a far sentire le nostre ragioni.
Ordinanza da modificare. La richiesta ora è davvero ufficiale.
«Abbiamo bisogno di volgere
lo sguardo verso una direzione
comune per avere e dare vita a
una città che sia davvero aperta», ha spiegato Luca Gibillini di
Sel. «Questo è solo un piccolo
mattoncino per dare un segnale
d’apertura ai cittadini».
A sostegno della richiesta della modifica d’ordinanza, in aula
è stato ricordato come «i chioschi sono attività commerciali e
in quanto tali producono economia, lavoro e offrono un servizio in città». L’ampliamento
della fascia di orari e il prolungamento delle concessioni di
stazionamento e delle aperture
delle postazioni extramercato
servirà dunque a rendere Milano «sempre più eterogenea, più
aperta, più viva, anche attraverso la fruibilità dei vari servizi offerti in città garantendo orari
flessibili e più ampi, tanto da
renderla sempre più attrattiva
anche da un punto di vista turistico, commerciale e culturale».
«Siamo felicissimi di questa
notizia» afferma Gabriella Cadorin, presidente di Uci Monza,
sigla che raccoglie oltre cento
paninari itineranti di Milano e
provincia. «Speriamo che in
questo modo si accorgano
dell’errore commesso e che
provvedano a creare una normativa più adeguata e che aiuti
sia noi commercianti che i cittadini a vivere in una città più
aperta e libera».
 Far slittare l’apertura
dei negozi verso la tarda mattinata. E tenere le saracinesche alzate fin dopo gli orari
di Area C, in modo da riconquistare almeno parte dei
clienti messi in fuga dal superticket e rivitalizzare un
centro storico sempre più
spento.
Questa l’idea a cui sta lavorando il Comitato commercianti contro Area C, che, di
fronte alla linea rigida adottata da Palazzo Marino rispetto
alle regole della congestion
charge, stanno valutando la
possibilità di un drastico
cambio dei propri orari di lavoro per ridurre l’effetto negativo del ticket. Mentre la
giunta Pisapia lavora alla versione definitiva del provvedimento, che dovrebbe venire
adottata entro fine mese e
prevedere la cancellazione
dello spegnimento anticipato
delle telecamere una volta a
settimana (visto il flop dei
Giovedì dello shopping), i negozianti stanno infatti pensando di far slittare i propri
orari in modo da chiudere
non prima delle 21.
«Noi abbiamo già chiesto
all’assessore Maran di modificare l’orario di Area C e di
spegnere le telecamere tutti i
giorni alle 15.30», spiega Eleonora Scaramucci, presidente
del comitato. «Se la giunta ci
venisse incontro, magari anche per evitare di essere ricordata come quella che ha affossato Milano, potremmo
cambiare gli orari e aprire do-
po la mattina per restare
aperti più a lungo la sera».
L’idea, però, potrebbe trovare realizzazione anche se,
come appare assai probabile,
Palazzo Marino ignorerà ancora una volta le richieste dei
commercianti. «Si tratta di
una soluzione che stiamo
considerando seriamente»,
conferma Scaramucci, «anche perché non siamo certo
nelle condizioni di poter stare
fermi e perdere tempo».
Gli effetti combinati della
crisi e di Area C stanno infatti
letteralmente decimando i
negozi all’interno della Cerchia dei Bastioni, anche in
strade e zone tradizionalmente considerate ad altro
valore commerciale. A Brera,
tanto per fare un esempio, sono un decina i negozi che
hanno chiuso negli ultimi due
mesi.
«Qualcuno ha chiuso per
sempre la saracinesca, mentre qualcun altro si è trasferito
in zona commerciali al di fuori di Area C», spiega Scaramucci. «Io stessa, ad esempio,
a fine mese chiudo lo storico
negozio in via dell’Orso e mi
trasferisco in via Manuzio, a
due passi da piazza Repubblica e giusto al di fuori della
Cerchia dei Bastioni. Io, però,
posso permettermi un’operazione del genere perché ho la
forza economica per farla:
molti altri sono costretti a
chiudere e basta, e a dire addio al loro lavoro e quello dei
loro dipendenti».
D. BON.
La manifestazione di protesta
Bimbi allergici: genitori contro la Asl
«Vogliamo un presidio medico fisso»
::: BARBARA ROSSETTI
 Hanno scelto la Asl, la sede di via
Statuto, per la prima manifestazione
pubblica. Sono i genitori dei bambini
allergici di Milano, che ieri si sono riuniti in un flash mob e hanno distribuito
mele rosse («la mela avvelenata», recita
il volantino allegato) ai passanti e ai dipendenti dell’azienda sanitaria lombarda per dimostrare il rischio a cui vanno
incontro tutti i giorni i 290 bambini di
Milano che soffrono di allergie alimenatari. Il problema è balzato agli onori delle cronache per tre casi, di cui due hanno coinvolto la stessa bambina di 6 anni. Tutte e tre le volte - denuncia il presidente dell’associazione Bam (bambini allergici a Milano), l’avvocato Paolo
Scomazzon - chi doveva intervenire ha
sbagliato la procedura. Mettendo a rischio la vita dei bambini. Noi abbiamo
chiesto un incontro a Comune, Milano
Ristorazione e Asl per discutere su
eventuali misure da prendere, Comune
e MiRi ci hanno risposto. Asl no». I genitori hanno una proposta chiara e netta: imporre un presidio ospedaliero
all’interno di quelle scuole che hanno
MAMME AVVELENATE
La protesta dei genitori di bambini allergici
davanti alla Asl di via Statuto.
bambini con il problema delle allergie.
«Vogliamo un infermiere, perché sono
le uniche figure professionali qualificate a somministrare farmaci», spiega
Scomazzon. Gli fa eco una delle mamme del presidio, «a Roma sono undici le
scuole dove la Asl è arrivata ad aprire un
presidio medico per intervenire in tutti
questi casi a rischio - spiega - perché
non farlo anche a Milano?». «Anche fuori Milano, in un piccolo comune
dell’hinterland, è stato concesso un
presidio medico in una scuola - aggiunge un’altra mamma - però i genitori per
ottenerlo hanno dovuto fare causa».
Il problema, naturalmente, è di costi.
Per ora Asl non ha replicato, ma storicamente la decisione di togliere i medici
scolastici dalle scuole (figure mitologiche che ricordano giusto le generazioni
fino agli anni 80) era stata motivata sulla base di un contenimento delle spese
per l’azienda sanitaria locale. Da qual-
che anno gli uffici della Asl predisposti
alla prevenzione hanno scelto una strada più economica, e anche più pratica:
educare attraverso dei corsi il personale
interno della scuola (insegnanti o personale scolastico tipo bidelli o personale amministrativo) alle conoscenze base per intervenire in caso di emergenza.
Vale per i bambini allergici come per altre situazioni altrettanto gravi come i
bambini epilettici, per i quali in caso di
attacco è necessario somministrare un
farmaco. «Il problema è che in molte
scuole non ci sono volontari - aggiunge
Scomazzon - ovvero non c’è un insegnante né altre persone della scuola che
vogliano assumersi la responsabilità di
intervenire». La mamma della bambina
di 6 anni, che era presente al presidio
della mela avvelenata, aggiunge: «Nel
nostro caso, tutte e due le volte - sia
quando Milano Ristorazione ha sbagliato budino dandogliene uno al latte
vaccino, sia quando non è arrivato il pasto speciale perché la bambina risultava assente - gli insegnanti sono intervenuti, ma hanno sbagliato la procedura.
La prima volta perché non hanno chiamato il 118, la seconda perché hanno
subito dato il farmaco salvavita senza
rispettare gli step precedenti». «Noi, come accade a Roma, vorremmo sederci a
un tavolo e valutare con Asl, Comune e
Miri i costi benefici di un presidio medico fisso nelle scuole a rischio», conclude Scomazzon.
CRONACA
Venerdì 15 marzo 2013
39
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Presto in tribunale
CAOS SERRAVALLE
Causa A2A-Comune
In «famiglia» si litiga
per 1 milione di euro
Sgarbo Pdl
contro l’uomo
di Podestà
La municipalizzata cita in giudizio l’Amministrazione:
«Pagate tariffe troppo alte». E Pisapia va in tribunale
::: DINO BONDAVALLI
 Che l’ambiente famigliare sia tra quelli in cui più
facilmente esplodono liti e
faide non è certo una novità.
Basti pensare a quanto spazio
cinema e letteratura hanno
dedicato all’argomento.
Ma che a finire ai ferri corti
possano essere un Comune e
una sua società partecipata, è
tutta un’altra storia. Una storia che non è tanto facile da
riscontrare nella realtà. Tanto
più se i due soggetti, anziché
trovare una mediazione che
consenta di risolvere la questione in maniera bonaria, finiscono per darsi appuntamento in tribunale, avviando
un procedimento destinato
ad assorbire dalle già agonizzanti casse comunali denaro
che si sarebbe potuto destinare a tutt’altri scopi. Magari
all’aiuto del commercio,
strangolato da Area C e domeniche a piedi.
È quanto sta accadendo a
Milano, dove Comune e A2A
sono pronti a sfidarsi in tribu-
nale per 917 mila euro di Cosap, il canone di occupazione
del suolo pubblico che è stato
al centro di numerose controversie nell’ultimo anno. A differenza di quanto accaduto
nelle occasioni precedenti,
però, stavolta oggetto del contendere non sono i pesanti
aumenti adottati dalla giunta
Pisapia, che hanno scatenato
le proteste di tutte le categorie
produttive in città.
Il problema riguarda il canone dovuto per legge sulle
occupazioni permanenti, che
A2A Reti gas ha versato a Palazzo Marino tra il 2000 e il
2011 per le condutture sotterranee. Canone che «A2A non
vuole pagare» è la versione dal
Comune.
Secondo la municipalizzata, invece, la Cosap per le
condutture posate nel periodo in questione non sarebbe
stata dovuta. O, comunque,
ammonterebbe al massimo a
poche migliaia di euro, non
alla cifra richiesta dal Comune.
Sia come sia, l’unica cosa
QUESTIONE DI SOLDI
Palazzo Marino e A2A sono pronti a
sfidarsi in tribunale per 917 mila euro
di Cosap, il canone di occupazione del
suolo pubblico che la municipalizzata
dovrebbe versare al Comune. Nella
foto il sindaco Pisapia. Fotogramma
certa è che una questione che
si sarebbe potuta risolvere
con un accordo tra le parti
improntato al buonsenso, finirà in tribunale. E che, nonostante il rapporto di stretta
“parentela” con il Comune,
A2A si andrà così ad aggiungere alla lunga lista di soggetti
in conflitto con la giunta Pisapia, che con Area C ha battuto
ogni record precedente di ricorsi presentati contro un solo provvedimento.
Al di là delle promesse e dei
proclami, finora dei rapporti
aperti e improntati alla condivisione che avrebbero dovuto
caratterizzare il nuovo corso
della giunta arancione non c’è
infatti alcuna traccia. Anzi.
«Siamo all’evidenza che que-
Sgombero slittato al 15 aprile
Leoncavallo, nuova proroga allo sfratto
::: SALVATORE GARZILLO
 Andando sul sito dello storico centro sociale “Leoncavallo” si legge: «Qui sono e qui resto». La promessa è mantenuta con costanza
ammirevole dal 1975 e, da ieri, continuerà a essere mantenuta. Ieri, infatti, era prevista la visita
dell’ufficiale giudiziario per lo sfratto della struttura in via Watteau, ma ecco cosa scrivono in
home page gli occupanti dello Spazio Pubblico
Autogestito (è così che si fanno chiamare dal
2000): «Giovedì 14 marzo si è presentato alle
porte del Leoncavallo l’ufficiale giudiziario. Lo
sfratto è stato prorogato al prossimo 15 aprile».
Poche parole per segnalare la loro ennesima vittoria.
Lo stesso messaggio era apparso il 7 febbraio
scorso, quando una nuova visita dell’ufficiale
aveva stabilito soltanto la proroga al 14 marzo,
appunto. Ma scorrendo la pagina ci si imbatte
nel medesimo avviso del 9 gennaio e, a ritroso,
del 10 ottobre, 10 settembre, e ancora luglio,
maggio, fino ad arrivare al 2010 (sebbene in
realtà siano decine e decine i rinvii dal ‘75).
Tutte le volte che il popolo del Leonka annuncia l’aggiornamento, aggiunge a corredo la foto
della notifica della Corte d’Appello di Milano, in
cui si fa presente che «le operazioni di esecuzione forzata già fissate per data “X”, sono rinviate
al giorno “Y”».
La storia va avanti da tempo, da anni, e certamente non si concluderà con la prossima scadenza ad aprile. Ormai è talmente metabolizzata dagli appartenenti del centro sociale, che non
si sprecano neppure a scrivere due righe per festeggiare l’evento. È una routine, e viene trattata
come un fastidio tanto ricorrente quanto innocuo.
Navigando ancora in rete, si scopre che nello
spazio da 10mila metri quadri «trovano spazio
una casa editrice-libreria, uno sportello legale
per extracomunitari, le sedi di sei associazioni e
si svolgono trecentocinquanta concerti all’anno,
una fiera internazionale del fumetto, novantasei
rappresentazioni teatrali, cento proiezioni di
film»; inoltre, secondo quanto riportato su Wikipedia, da via Watteau «trasmette per 18 ore al
giorno l’emittente radiofonica Radio Onda d’urto» che avrebbe centomila visitatori annui e udite udite - «un fatturato di oltre 500mila euro,
di cui 80mila di utile reinvestito in attività culturali». Tanti soldi che, però, non hanno alcuna
intenzione di utilizzare per pagare l’affitto.
Nel 2011, poco dopo il suo insediamento, il
sindaco Giuliano Pisapia ha deciso di aprire un
tavolo di mediazione tra il Leonka e la famiglia
Cabassi, i proprietari, nel tentativo di regolarizzare la questione entro il Natale di quell’anno.
Grandi annunci e speranze da parte dei componenti della giunta sembrarono portare alla
soluzione definitiva: il Leoncavallo avrebbe pagato un affitto di mezzo milione di euro all’anno.
Come garante dell’accordo spuntò Don Gino
Rigoldi, il prete meneghino della Comunità
Nuova Onlus, diventato mediatore tra le parti
dopo aver convinto questura, prefetto e comune
a non sgomberare l’area. C’erano tutti i presupposti per concludere l’affare, perfino la benedizione di Don Gino, che senza esitazione disse:
«È stata quasi definita la merce di scambio tra
proprietà e comune. Intanto il Leoncavallo verrà
ridimensionato e pagherà le tasse e l’affitto». Bene, dopo decenni di battaglie sembrava tutto risolto grazie all’intervento del magico vento
arancione di Pisapia.
E invece. Tante promesse dopo, la situazione
non è poi cambiata molto. Anzi, sonnecchia nel
purgatorio burocratico fatto di visite farsa e proroghe reali.
sta giunta non è in grado
nemmeno di trovare una soluzione bonaria con una sua
partecipata» commenta Alessandro Morelli, consigliere del
Carroccio a Palazzo Marino.
«E in questo caso non è che
siamo in presenza di un privato: qui i soldi A2A li deve
oppure no, basta fare due
conti per appurarlo».
D’altra parte, dopo i nuovi
problemi di bilancio già an-
nunciati da Palazzo Marino,
«immagino che il sindaco comincerà a far la guerra a tutti,
cercando di recuperare ogni
euro possibile tra svendite e
tentativi di spillare soldi anche alle partecipate, al di là
dei dividendi» prosegue Morelli. «Così la conflittualità
non potrà fare altro che aumentare», alla faccia della trasparenza e condivisione sventolate dalla giunta.
Colpo di scena in consiglio comunale a Milano. Alla vigilia
dell’assemblea di Serravalle,
che oggi voterà la modifica dello Statuto per l’inserimento
delle quote di genere nel cda e
nel collegio sindacale della società, il consigliere pidiellino
Pietro Tatarella ha messo una
ciliegina sulla torta. In un
emendamento lampo, votato
all’unanimità da maggioranza
e opposizione, ha ottenuto la
proposta di modifica dello statuto di Serravalle per introdurre l’incompatibilità tra la
carica di presidente della società e quella di consigliere di
una delle controllate. Il provvedimento va a colpire direttamente Marzio Agnoloni, presidente di Serrvalle nonché presidente di Tem e ad di Pedemontana. A quanto pare la
presenza di Agnoloni, uomo di
fiducia del presidente della
Provincia Guido Podestà, a
ogni livello della catena delle
autostrade Serravalle stava
iniziando a creare qualche imbarazzo all’interno del popolo
della libertà. La proposta di
emendamento del giovane
consigliere, però, èstata accolta con favore anche dalla maggioranza. Oggi sarà interessante vedere come deciderà
l’assemblea di Serravalle,
all’interno della quale il Comune è solo azionista di minoranza con il 18%. La maggioranza assoluta del capitale è
nelle mani di Asam.
M.RAV.
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Venerdì 15 marzo 2013
CRONACA
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AGRICOLTURA
Quasi 2 milioni
per i rimborsi
dell’alluvione
ARRIVA IL “MELA”
Il nuovo governo della Lombardia
Maroni ha la sua squadra
Melazzini in giunta per Cl
Il medico si occuperà di Ricerca e Attività produttive. Lunedì la proclamazione
::: FABIO RUBINI
 Mario Melazzini farà parte della
squadra di Roberto Maroni a Palazzo
Lombardia. Il nome del medico pavese
si era diffuso nella serata di mercoledì
ed è stato confermato ieri. Il “Mela” come si fa chiamare, avrà le deleghe alle
Attività produttive e alla Ricerca. Nel
nome di Melazzini si è consumata anche la pace tra le due anime di Cl, quella impersonata dall’ex governatore Roberto Formigoni e quella che ha come
faro Maurizio Lupi. In più il medico
che già era nella giunta tecnica di Formigoni incontra da sempre i favori del
neo governatore Roberto Maroni, che
già in campagna elettorale aveva detto
di volere fortemente il medico nella
sua squadra. Certo Maroni non è stato
accontentato sulla delega da affidargli
(la Sanità, che impegna l’80% del bilancio regionale andrà a Mario Mantovani), ma è un dettaglio sul quale il governatore sembra aver sorvolato di
buon grado.
In questo modo Maroni potrebbe
arrivare anche a digerire l’ingresso in
giunta di Paola Ferrari. Lei si è detta
pronta «a servire la mia Lombardia»,
ma sia nel Pdl sia nella Lega i mal di
pancia per la promozione della moglie
di Marco De Benedetti (figlio di Carlo)
non sono certo finiti. A questo punto
nel Pdl la battaglia si sposta sull’assegnazione delle deleghe. Alla Ferrari,
seppur non laureata, dovrebbe andare
la cultura, mentre Aprea e Cavalli si
stanno giocando la delega all’Istruzione. L’Aprea parte favorita anche per la
sua storia politica, ma Cavalli, forte
dell’appoggio dell’ex ministro all’Istruzione Mariastella Gelmini, sarebbe
pronto alla zampata.
Per il resto nomi e numeri che dovrebbero comporre la squadra di Maroni sono quelli che girano da giorni,
ovvero sei assessori al Pdl, sei alla Lega
e uno a testa per Fratelli d’Italia e Lista
Maroni. La Lega schiererà il poker di
donne formato da Maria Cristina Cantù, Simona Bordonali, Francesca
Brianza e Claudia Terzi. A queste si affiancheranno Gianni Fava che si occuperà dell’Agricoltura (da sempre settore strategico per il Carroccio), Massimo
Garavaglia al Bilancio e l’ex canoista
:::
TUTTI I NOMI
I SEI DEL PDL
Mario Mantovani Valentina Aprea, Alberto Cavalli, Maurizio Del Tenno,
Paola Ferrari e Mario Melazzini
I SEI DEL CARROCCIO
Maria Cristina Cantù, Simona Bordonali, Francesca Brianza, Claudia Terzi,
Gianni Fava, Massimo Garavaglia
GLI ALTRI
Viviana Beccalossi per Fratelli d’Italia e
Antonio Rossi per la Lista Maroni
LE DATE
Sabato dovrebbe esserci la proclamazione di Maroni e dei consiglieri. Lunedì il passaggio di consegne e la presentazione della giunta
olimpionico Antonio Rossi che si occuperà di Sport in quota Lista Maroni, la
quale lista avrà anche un membro
nell’ufficio di presidenza (probabilmente l’ex An Luca Ferrazzi). Nel Pdl,
invece, gli ultimi dubbi verranno risolti
nel vertice a tre Maroni-MantovaniBerlusconi che dovrebbe esserci domani o al più tardi domenica. Detto di
Mario Melazzini, gli altri nomi dovrebbero essere quelli di Mario Mantovani
alla Sanità, Valentina Aprea all’Istruzione, il gelminiano Alberto Cavalli al
Commercio e Turismo, Maurizio Del
Tenno (l’assessore “romano” voluto da
Denis Verdini) alle Infrastrutture, Paola Ferrari alla Cultura e Viviana Beccalossi (in quota per Fratelli d’Italia) che
si occuperà di Expo e Territorio.
Infine buone nuove per la proclama-
Confermata la presenza di
Mario Melazzini nella squadra regionale del neopresidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Il
nome del medico pavese era
stato diffuso nella serata di
mercoledì scorso, ma soltanto ieri è arrivato il sì definitivo. Il “Mela” così si fa
chiamare, avrà le deleghe alle Attività produttive e alla
Ricerca. [Fotogramma]
zione del presidente e del consiglio che
dovrebbe arrivare in contemporanea
nella giornata di sabato. A questo punto pare probabile che Maroni si presenti per il cambio della guardia lunedì
(dovrebbe esserci anche Formigoni per
il “passaggio del campanello”) e che
presenti la giunta già in quell’occasione o al più tardi il giorno successivo,
martedì. Fatta la proclamazione scatteranno i dieci giorni per la convocazione del Consiglio Regionale: il primo
utile però sarebbe il giovedì Santo. Facile dunque che la prima riunione
dell’era Maroni venga convocata subito dopo Pasqua. Da lì in poi inizierà
per la Lega la madre di tutte le battaglie, che dovrebbe condurre alla formazione della Macroregione del
Nord.
Ci hanno messo quasi tre
anni, ma alla fine sono arrivati. Parliamo dei soldi
per il risarcimento dei
danni causati dalle alluvioni che hanno colpito la
Lombardia nel 2010.
A ricevere il contributo del
Fondo di solidarietà nazionale sono i Comuni di
Val di Nizza e Montecalvo
Versiggia, in provincia di
Pavia; i Comuni di Curiglia Monteviasco e Dumenza, in provincia di Varese; i Consorzi di Bonifica
Dugali Naviglio Adda Serio
e Naviglio della Città, per
la provincia di Cremona; i
Consorzi di bonifica Terre
dei Gonzaga in Destra Po e
Territori del Mincio, per la
provincia di Mantova; il
Consorzio di Bonifica
Muzza Bassa Lodigiana
per le province di Milano e
Lodi.
«In totale - ha spiegato
l’assessore
regionale
all’Agricoltura Giuseppe
Elias - si tratta di 1.770.000
euro che la Regione erogherà come indennizzo alle infrastrutture viarie a
servizio dell’agricoltura e
alle opere di bonifica e irrigazione che sono state
danneggiate dalle intense
e prolungate precipitazioni che hanno interessato
la nostra regione nell’anno 2010. Rispetto alle numerose segnalazioni di
danni pervenute alle province, questi fondi ci permettono tuttavia di intervenire solo sui casi in cui
sussistono condizioni di
urgenza». Ossigeno puro
per una Regione che sta risentendo della crisi mondiale, come dimostrano
tutti gli indicatori economici.
Castellano capogruppo Lista Civica
Ambrosoli stuzzica Bobo: pensare subito a chi è senza lavoro
 Umberto Ambrosoli fa capolino su Facebook e lancia l’agenda per
la Lombardia, prima dell’insediamento della giunta Maroni. «Ci sono
delle urgenze che non possono
aspettare i tempi della formazione
della giunta Maroni. Sono le urgenze
che patiscono i cittadini lombardi:
quelli che hanno perso il lavoro e che
vedono la scadenza di provvedimenti
come la cassa integrazione in deroga
che incombe sulle loro famiglie». Come in campagna elettorale, l’avvocato spinge sul tema della crisi e del lavoro. Ma intanto manda avanti anche
le pratiche burocratiche per dare forza alla sua formazione, la lista Civica
per Ambrosoli. Lucia Castellano, ex
assessore alla Casa della giunta Pisapia e prima eletta in termini di preferenze della lista civica dell’avvocato,
sarà il capogruppo della Lista Ambrosoli in consiglio regionale. Lo hacomunicato lo stesso Ambrosoli, che ieri ha riunito la coalizione di centrosinistra. Castellano, ha spiegato, «è una
delle consigliere che ha avuto il maggior numero di preferenze in Regione, è una donna con una straordinaria esperienza anche come assessore
Umberto Ambrosoli e la nuova capogruppo Castellano Fotogramma
alla Casa e al Demanio nel Comune di
Milano, è molto sensibile verso le tematiche sociali e sarà perfettamente
in grado di guidare il gruppo Con Ambrosoli Presidente per la migliore
azione di opposizione».
Poi Ambrosoli è tornato a parlare
dei temi caldi che gli stanno a cuore:
lavoro, crisi, imprese. «Ci sono anche
le imprese, le quali si trovano in enorme difficoltà. Per questi due mondi
abbiamo presentato delle proposte
concrete e finanziabili. Perciò propo-
niamo di sostenere con il reddito di
autonomia le esigenze dei cittadini
che si trovano senza lavoro; e anche
di ridurre l’IRAP alle imprese, subito
in questo momento di particolare
difficoltà, e in un percorso virtuoso di
contrasto all'evasione fiscale. Ecco
perché vogliamo fare subito delle
proposte concrete a chi si appresta a
governare la nostra regione. Per farlo,
senza perdere neanche un giorno di
tempo, abbiamo convocato la riunione di tutti i consiglieri eletti nella coa-
lizione di centrosinistra e assieme discuteremo come essere particolarmente efficaci e propositivi nella attività di opposizione».
Intanto la lista civica Ambrosoli,
secondo quando ha scritto il Giornale
due giorni fa, rischia di perdere uno
dei 4 seggi seggi per un ricorso dei
compagni di coalizione di Sel. Come
ha spiegato la leader lombarda del
movimento vendoliano, Chiara Cremonesi «per appellarci dobbiamo attendere la proclamazione degli eletti,
che non è ancora avvenuta, ma stiamo valutando, secondo i legali ci sarebbero almeno due elementi per
farlo». Uno più tecnico (sulla ripartizione dei «resti») potrebbe costare un
seggio al Pd. Il secondo: se Ambrosoli
che ha diritto a un seggio come più
votato tra i presidenti sconfitti, la verità è che «potrebbe essere già rappresentato in aula dalla sua lista»,
quindi se lui ha deciso di rimanere a
fare opposizione costruttiva al neogovernatore Roberto Maroni, potrebbe farlo togliendo uno dei 4 seggi assegnati alla sua lista civica (uscirebbe
l’ultimo degli eletti).
M.RAV.
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CRONACA
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Senza auto dalle 9 alle 18
CINQUE IN MANETTE
Domeniche a piedi
Anche Sesto molla
il compagno Giuliano
Sinti travestiti
da poliziotti
truffano anziani
Solo cinque Comuni seguono la giunta arancione
L’assessore Bisconti: «Se piove mettetevi la mantellina»
::: ALVISE LOSI
 Sempre più isolata la giunta
di centrosinistra nella sua battaglia per l’aria pulita a Milano. Alla
prima DomenicAspasso organizzata più di un anno fa erano più di
venti i Comuni dell’hinterland che
avevano aderito. Dopodomani,
oltre al capoluogo, solo Cormano
si accoderà. Persino nella rossa e
amica Sesto San Giovanni le automobili viaggeranno per tutta la
giornata. Un abbandono dettato
da tanti motivi, non ultimo forse la
necessità di un piano regionale
per ridurre lo smog in tutta la pianura, perché Milano da sola non
può farcela. Ma l’amministrazione di Giuliano Pisapia ha deciso di
andare avanti anche da sola.
«Nessuna polemica, ma per il
fine settimana le previsioni del
tempo sono pessime», ha spiegato il sindaco sestese Monica Chittò. Ma il brutto tempo non ha fermato la macchina arancione, che
ha invece confermato tutte le iniziative in programma. Nonostante neve e pioggia rischino di metterne (più che) in dubbio una
buona parte. Come già in passato,
i musei civici, le piscine e il servizio
:::
IL METEO
PIOGGIA E FREDDO
Nemmeno il meteo sta dalla
parte del sindaco. Per la prima “Domenica a spasso”,
infatti, si prevede pioggia e
freddo pungente. In ogni caso sarà vietato alle auto e alle moto di circolare dalla 10
alle 18. Via libera soltanto
per Per le vie della città potranno circolare, oltre ai
mezzi in deroga, soltanto i
veicoli elettrici.
BIKE SHARING
Andare in giro con una bicicletta del Comune di Milano
sarà gratuito, con l’abbonamento giornaliero che viene
rimborsato. Sarà anche possibile pagare un solo biglietto Atm da 1,50 euro e potersi muovere liberamente per
tutto il giorno.
COMUNI
Il divieto di circolazione sarà
valido a Milano e a Cormano. Le altre domeniche a
piedi sono previste per il 7
aprile, il 12 maggio, il 9 giugno, il 14 luglio, l’8 settembre, il 13 ottobre e il 17 novembre.
DIVIETO D’ACCESSO
Domenica la città sarà a misura di
pedone, ma anche a misura di
bambino. Per i più piccoli, infatti,
Palazzo Marino si trasformerà in
Palazzo bambino grazie ai laboratori e alle animazioni previste nel
cortile d’Onore del Comune. Da
qui, sempre per i più piccoli, partiranno anche i percorsi del “Tram
delle sorprese”. Al Museo di storia
naturale, invece, sarà possibile imparare a creare un piccolo orto
urbano da rifare sul balcone o sul
terrazzo. Fotogramma
BikeMi saranno gratuiti. E il biglietto Atm sarà valido per l’intera
giornata anche sulla rete extraurbana, perché i comuni che non
hanno aderito al blocco del traffico, hanno comunque voluto dare
un segno di continuità all’idea nata ormai da un anno e mezzo.
Lo stop ad automobili e motorini sarà in vigore dalle 10 alle 18.
Deroghe previste per auto elettriche, taxi, car sharing e veicoli muniti di contrassegno di disabilità.
Per chi avrà voglia di uscire di casa
nonostante il brutto tempo, molte
le iniziative preparate. La più importante all’Arena civica, dove riaprirà dopo il restauro finanziato
dal Fai la Sala Appiani. «È un altro
regalo alla città e invito tutti a venirla a vedere», il commento
dell’assessora allo Sport Chiara
Bisconti. E se piove? «Ci si metterà
la mantellina».
Per i più piccoli invece spazio
aperto a Palazzo Marino, che per
l’occasione diventerà “Palazzo
Bambino”. Mentre al Museo di
storia naturale sarà possibile imparare a creare un orto urbano da
balcone o terrazzo. Un po’ di
preoccupazione forse per i tifosi
del Milan, che domenica pomeriggio ospita il Palermo a San Siro.
Per loro resteranno aperti i collegamenti stradali tra lo stadio e i
raccordi delle tangenziali esterne
(via Diomede e via Novara). Molte
altre le possibilità, anche se saranno probabilmente funestate dalla
pioggia che cadrà su questa prima
di otto domeniche del 2013.
Venivano in trasferta da Torino a Milano solo per truffare
gli anziani del capoluogo. Una
banda di cinque sinti composta da due uomini e tre donne,
ha messo a segno in meno di
un anno sessanta colpi ai danni di altrettanti pensionati,
tutti tratti in inganno dal fatto
che si presentavano come
agenti di polizia. Gli episodi risalgono al 2011, mentre gli arresti dei cinque – di età compresa tra 27 e 44 anni, tutti imparentati tra loro e provenienti da campi nomadi di Torino –
sono del luglio dello stesso anno. Nell’ottobre del 2012, invece, i giudici del Tribunale di
Milano li hanno condannati in
primo grado per associazione
a delinquere, con pene fra i due
anni e 4 mesi e gli 8 anni e due
mesi di reclusione e provvisionali dai 20mila ai 60mila euro.
Quest’ultimo dato è tutt’altro
che secondario, visto che agli
anziani truffati andranno risarcimenti per circa 150mila
euro.
Il copione era sempre lo stesso.
Si presentavano come poliziotti mostrando finti tesserini
e dopo aver guadagnato la fiducia delle vittime, chiedevano loro di spegnere i cellulari
“per non pregiudicare le loro
presunte indagini”. Poi convincevano i malcapitati a farsi
consegnaredenaro (cheprelevavano con loro presso gli istituti bancari) e preziosi, che poi
rivendevano a un ricettatore di
Torino.
S. GAR.
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MILANO E LOMBARDIA
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Mercati
TuttoMilano
Oggi
■ BENACO - Via Benaco - zona 4
■ BONOLA - Via Cechov - zona 8
■ CANALETTO - Via Canaletto - zona 3
■ CATONE - Via Catone - zona 9
■ CITTADINI-ARSIA - V. Cittadini - zona 8
■ CREMA - Via Crema - zona 5
■ CURIEL - Via Curiel - zona 6
■ DEI GUARNIERI - Via Dei Guarnieri - zona 5
■ FRATELLI DI DIO - Via F. di Dio - zona 7
■ GRATOSOGLIO NORD - Via Baroni - zona 5
■ MARCO AURELIO - Via M. Aurelio - zona 2
■ NEERA - Via Neera - zona 5
■ PAGANO - Largo V Alpini - zona 1
■ PISTOIA - Via Pistoia - zona 7
■ STRESA - Via Stresa - zona 2
Domani
■ ARCANGELI - Via Arcangeli - zona 7
■ ARDISSONE - Via Ardissone - zona 8
■ ASMARA - Via Asmara - zona 9
■ BENEDETTO M. - Via Benedetto M. - zona 3
■ BORDIGHERA - Via Bordighera - zona 5
■ CICCOTTI - Via Ciccotti - zona 9
■ DARSENA - Zona Darsena - zona 1
::: le lettere
■ DELLA RONDINE - Via Rondine - zona 6
■ FALCK - Via Falck - zona 8
■ FAUCHE’ - Via Fauchè - zona 8
■ GARIGLIANO - Piazzale Minniti - zona 9
■ MARTESANA - Piazzale Martesana - zona 2
■ OGLIO - Largo Oglio - zona 4
■ OLMI - Via degli Ulivi - zona 7
■ OSOPPO - Via Osoppo - zona 7
■ PAPINIANO - Piazza S. Agostino - zona 1
■ P. NUOVA - Bastioni di P.ta Nuova - zona 1
■ ROGOREDO - Via Rogoredo - zona 4
■ TABACCHI - Via Tabacchi - zona 5
■ TRASIMENO - Via Trasimeno - zona 2
■ V. PERONI - Via Pascal - zona 3
Chiusura al traffico: Piazzale Lorenzo Lotto: strada
chiusa al traffico causa lavori tra Via Monte Bianco e
Viale Paolo Onorato Vigliani. La durata del provvedimento è correlata all'esito delle indagini del sottosuolo (da 15 a 60 giorni). Via Giovanni Battista
Fauché: senso unico di marcia causa lavori tra Via
Privata Chieti e Via Lodovico Castelvetro in direzione
Via Lodovico Castelvetro. Via Luciano Zuccoli: strada
chiusa al traffico causa lavori di manutenzione tra Via
Ferrante Aporti e Via Giovanni Battista Sammartini Sottopasso - Termine lavori previsto: 8 maggio 2013.
Via Cardinale Federico: strada chiusa al traffico causa
lavori tra Via delle Asole e Piazza Pio XI - pedonalizzazione di piazza Pio XI.
Traffico difficoltoso in: Viale Monte Ceneri: difficoltà
di circolazione tra Via Bartolini e Via Mac Mahon per
Le lettere via e-mail vanno inviate a: [email protected]
sottolineando nell’oggetto: “lettere a LiberoMilano”. Via posta vanno indirizzate a:
LiberoMilano - viale L. Majno 42 - 20129 Milano; via fax al n. 02.999.66.227.
Vi invitiamo a scrivere lettere brevi. La redazione si riserva il diritto di tagliare o sintetizzare i testi.
MEZZI PUBBLICI
Ripareranno le scale mobili
È arrivata finalmente la notizia che tutti noi
fruitori dei mezzi pubblici milanesi aspettavamo. Pare infatti che Atm abbia finalmente varato una sorta di «road map» per le
scale mobili guaste, dopo che sono stati
stanziati 5 milioni di euro e che, soprattutto,
il Tar ha finalmente sbloccato la situazione
rigettando il ricorso di una società che aveva
partecipato alla gara d'appalto per la sostituzione delle scale. Sembrano quindi risolte, incrociando le dita, anche le questioni
di competenza delle riparazioni che si rimpallavano tra Atm e il Comune di Milano
senza mai arrivare a una soluzione. Sugli
ascensori invece, ancora nessuna novità sui
tempi di riparazione.
Marzia Tonelli
e.mail
DECORO URBANO / 1
Il Comune cancelli i graffiti
Bologna cancella tutti i tag dai muri della
città. Questione di decoro urbano, un biglietto da visita essenziale. Sembra invece
che a Milano a nessuno interessi della pulizia della città. A loro basta, ogni tanto,
cancellare gli imbrattamenti dai quattro o
cinque monumenti che abbiamo così loro si
sentono giustificati per avere ripulito la città
per Expo 2015. Per le case private è colpa dei
cittadini che non puliscono, mica loro. Ma i
cittadini nemmeno pensano più a pulire,
semplicemente perché tanto i vandali non
vengono mai fermati, e risporcano immediatamente. Eppure in Comune esiste un
Nucleo Decoro Urbano con ben 20 agenti e
un ufficiale. Ma perché non intervengono?
Carlo Sozzi
e.mail
DECORO URBANO / 2
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@liberomilano
Amsa e la pulizia stradale
Incrocio sempre più spesso i mezzi Amsa
che puliscono le strade con il servizio di
spazzamento globale. Mi domando, tuttavia, quanto dell’acqua spruzzata possa pulire lo sporco a terra.
Silvia Paroni
e.mail
Farmacie
Lavori di manutenzione del cavalcavia. Termine lavori: 15 aprile 2013. Corso XXII Marzo: possibili rallentamenti causa lavori di manutenzione tra L.go
Marinai d'Italia e Piazza V Giornate. Termine lavori:
15 Settembre 2015. Viale Piceno: restringimento di
carreggiata tra P.le Dateo e Piazza Emilia. Via
Cavriana: è stata disposta a senso unico di marcia da
via Tucidide a via Gatto per lavori cantiere Metro 5.
Termine lavori: 30 aprile 2015. Via Adolfo
Consolini: strada chiusa al traffico causa lavori di
manutenzione tra Via Torrazza e Via Bolla Rifacimento fognatura. Termine lavori previsto 26
aprile 2013. Via Bolla: strada chiusa al traffico causa
lavori di manutenzione tra Via Adolfo Consolini e Via
Gallarate - Rifacimento fognatura. Termine lavori
previsto 26 aprile 2013.
Turno diurno
(dalle ore 8,30 alle ore 21,00)
■ CENTRO v. De Amicis, 51; v. Bigli, 28; v. Cordusio, 2; c.so Garibaldi
83/85. NORD p.za Gasparri, 9; v. Arnaldo da Brescia, 1; v. Schiapparelli,
4; v.le Suzzani, 155; v. Lessona, 55. ■ SUD v. Crema, 17; v. Scheiwiller, 2;
v. Boifava, 31/b; v. Rimini, 29.■ EST l.go Murani, 2; c.so Buenos Aires, 55;
v. Petrocchi, 21; v Ampere, 87; v. Castelmorrone,6; p.za della Repubblica, 32;
p.zza Costantino, 1; v. Monte Suello, 1; v. Sulmona, 23; v.le Umbria, 109. ■
OVEST v. dei Fiordalisi, 2; v. delle Forze Armate, 44; v. Altamura, 20; v. Cherubini, 2; p.za Vesuvio, 14; v. delle Ande, 5; v. Serra, 52; v. Lomazzo, 44.
Turno notturno
(dalle ore 21 alle ore 8,30)
v. Boccaccio, 26; p.za Cinque Giornate, 6; c.so Magenta, 96; p.za Clotilde,
1; Ripa di Porta Ticinese, 33; C.so P.ta Ticinese, 50 v.le Zara, 38; v. Stradivari,
1; v.le Lucania, 10; c.so S. Gottardo, 1; v. Buonarroti, 5; v. Canonica, 32; v.le
Ranzoni, 2. p.le Stazione Porta Genova 5/3 ang. via Vigevano 45.
Aperte 24h: p.za Duomo, 21; Stazione Centrale (Gall. Delle partenze);
Stazione Garibaldi (P.za S, Freud); v. R. Di Lauria, 22; v.le Testi, 90;
::: appuntamenti
Scatti di Milano
«Ludica» ritorna
in mostra al Bobino a Rho Fiera
ARTE Se provassimo a
chiedere ad un russo, o ad un
americano o ad un cinese,
quale sia il simbolo della città
di Milano, probabilmente
tutti e tre risponderebbero il
Duomo. Qualche variante sul
tema potrebbe essere il Castello. Magari qualcuno potrebbe spingersi più in là e citare il Cenacolo con Santa
Maria delle Grazie. Tolti questi tre, magnifici ed unici luoghi, il silenzio. Ma è proprio
così? No, nel modo più assoluto. Per questo motivo, Milano da Vedere, organizza
«Milano in mostra»: una serata dedicata a raccontare, tramite fotografie, quale potrebbe essere un altro simbolo
della città. Chiunque lo voglia
può inviare il suo scatto che
verrà messo in mostra presso
il Bobino Club. Una serata in
cui le foto racconteranno
luoghi di Milano che saranno
così meno sconosciuti.
BAMBINI Nintendo, leader mondiale nella creazione
e nello sviluppo di intrattenimento interattivo, è presente
a Ludica Milano festival italiano del gioco e del videogioco, che si svolgerà da oggi al
17 marzo presso Fiera Milano
di Rho. L’area Nintendo sarà
dedicata ad esclusive anteprime per le sue console Wii
U e Nintendo 3DS, oltre che
ai titoli più noti, portando il
meglio del divertimento della
grande N. Tantissime le attività che si svolgeranno all'interno dello stand Nintendo.
All’interno dello stand sarà
presente anche un’area dedicata al “3DS Challenge” torneo nazionale che coinvolgerà i giocatori in divertenti e
stimolanti sfide a Mario Kart
7 e a Pokémon Versione
Bianca e Nera 2. I vincitori
potranno partecipare alla finalissima che si svolgerà a
GamesWeek 2013.
Fiera del Libro
in piazza Portello
INCONTRI Un piacevole
weekend culturale per grandi
e bambini: piazza Portello
ospita la «Fiera del Libro»,
un’opportunità per gli amanti della lettura e del tempo libero. La fiera del libro è un ciclo d’incontri con alcuni autori italiani che trasformeranno il cuore di Piazza Portello in un salotto culturale.
Un ricco calendario di appuntamenti, che spaziano
dalla narrativa per adulti e ragazzi, alle proposte culinarie.
La “Fiera del Libro in Piazza
Portello” termina sabato 16
marzo con l’ultimo degli appuntamenti previsti per il ciclo d’incontri con l’autore:
dopo venti romanzi e tre milioni di copie vendute, finalmente Andrea Vitali presenta
il suo primo racconto autobiografico: «Le Tre Minestre»,
un racconto che rievoca, tra
nostalgia e ironia, i sapori
dell’infanzia.
______________________
______________________
______________________
19 marzo, dalle ore 19, Bobino
Club. Ingresso Gratuito
Fino al 17 marzo, Fiera Milano
Rho. Ingresso 12 euro
16 marzo, dalle ore 17, piazza
Portello. Ingresso Libero
dal lunedì al sabato orario: 9.00 - 13.00 / 14.30 - 19.30
crea la tua parure!!!
la collana - l’anello
il bracciale - la spilla
la bomboniera
e...e...e...
poi parliamone
ti aspettiamo!!!
LOMBARDIA
Venerdì 15 marzo 2013
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Delitto di Garlasco
Pedopornografia
Stasi condannato
a un mese di carcere
::: FILIPPO CAVAZZA
.
SACRI
Tra gli oggetti anche
un frammento del cilicio di San Carlo
Borromeo. Ftg
Recuperati 57 pezzi sacri
Le reliquie tornano in chiesa
In un diario sopralluoghi e furti
Indagati il ladro brianzolo e un antiquario che rivendeva gli oggetti acquistati all’asta
::: SALVATORE GARZILLO
 Il suo mestiere era diventato
rubare reliquie in giro per la Lombardia. In sei mesi di attività, dal luglio
2012 al gennaio di quest’anno, un disoccupato brianzolo di 30 anni è riuscito a raccogliere ben 57 pezzi per un
valore di circa 30mila euro. Pezzi piccoli e facilmente smerciabili come
ostensori, putti, quadretti, ma anche
ex voto e reliquie di grande valore spirituale come quelle appartenenti a
Sant’Agostino e Sant’Ambrogio, o il
frammento del cilicio di San Carlo
Borromeo. I carabinieri del Nucleo
Tutela Patrimonio Culturale di Mon-
za, diretti dal capitano Andrea Ilari,
hanno scoperto che tutto il materiale
era poi rivenduto su eBay a prezzi che
si aggiravano tra i 150 e i 200 euro. Per
questo hanno indagato per furto aggravato il 30enne, M.P., e per ricettazione il suo unico acquirente, un antiquario di 60 anni di Pescia (in provincia di Lucca), che a sua volta rimetteva gli oggetti in vendita sul mercato telematico al triplo del prezzo.
L’indagine, che non a caso è stata
chiamata “Reliquia”, è durata un
paio di mesi ma è iniziata a seguito
dell’aumento dei furti nelle chiese
lombarde registrato a luglio. I militari
del Nucleo hanno quindi iniziato a
monitorare le aste online, riuscendo
a individuare il venditore attraverso
la foto in bianco e nero di un oggetto
trafugato. A quel punto il lavoro è stato in discesa, al punto che a fine gennaio i carabinieri hanno bloccato il
brianzolo nei pressi della Stazione
Centrale mentre si recava – con una
valigia carica di reliquie - a un appuntamento col suo acquirente preferito
che aveva fatto tanti chilometri per
ritirare la merce.
Le chiese dove è stata accertata la
“visita” del 30enne sono tredici –
sparse nelle province di Lecco, Monza e Brianza, Lodi, Cremona, Milano
e Bergamo - ma secondo gli investi-
gatori potrebbero essere almeno il
doppio. Il comandante Ilari ha spiegato che il mercato in questione è
«squisitamente amatoriale, da appassionati, non da investimento, soprattutto perché le reliquie sono inalienabili e tracciabili, registrate dalle
Diocesi, anche per la loro autenticità».
La cosa singolare è che il ladro teneva un diario su cui annotava i colpi
con grande dovizia di particolari, segnando addirittura la data dei sopralluoghi nelle chiese derubate, aggiungendo disegni, note personali e voti
alla sua prestazione alla fine del lavoro: “Benissimo”, “molto bene”, “ok”.
 La corte di appello di Milano ha confermato la condanna a 30 giorni di carcere ad Alberto Stasi per possesso di materiale pedopornografico. Il giovane bocconiano di Garlasco, fidanzato di Chiara Poggi, non finirà tuttavia dietro le sbarre. La pena è stata infatti convertita in
una multa di 2.540 euro. Stasi era già stato riconosciuto colpevole in primo grado dal tribunale
di Vigevano. Assoluzione, invece, per l’accusa di
divulgazione dello stesso materiale hard.
I giudici di primo e secondo grado, dunque,
hanno condannato Alberto Stasi per aver ritrovato sul suo computer portatile 17 frammenti di
un filmino di natura pedopornografica. All’inizio delle indagini, dopo il sequestro e l’esame
del computer da parte delle forze dell’ordine, i
filmati contestati erano 60. Il tribunale milanese
ha anche confermato l'interdizione per Stasi da
qualsiasi incarico in strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori. I
legali del giovane, guidati dal professore Angelo
Giarda, hanno però annunciato che presenteranno ricorso in Cassazione contro la sentenza.
Per Alberto Stasi le prove non finiscono qui. Il
5 aprile prossimo dovrà presentarsi davanti alla
corte di Cassazione per l’ultimo grado di giudizio sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13
agosto 2007. Per l’assassinio di Chiara, Alberto è
già stato assolto in primo e secondo grado, ma
sia la procura generale, rappresentata da Laura
Barbaini, sia i legali di parte civile della famiglia
Poggi, vorrebbero ribaltare il verdetto in Cassazione. Secondo l’accusa, proprio la scoperta di
materiale hard sul pc da parte di Chiara sarebbe
stata la causa scatenata della violenza omicida
di Stasi. Sull’ ultimo grado di giudizio i difensori
di Alberto stanno preparando una lunghissima
memoria (almeno 250 pagine) con la quale
chiedono l'inammissibilità dei ricorsi presentati dalla procura di Milano, sostenendo che in
molti passaggi gli stessi ricorsi non abbiano alcuna attinenza con l’oggetto della sentenza di
secondo grado.
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Venerdì 15 marzo 2013
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Venerdì 15 marzo 2013
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MILANO
14.40-16.35-18.30-20.30-22.30
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15.00-17.30-20.00-22.30
15.00-18.00-21.00
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Pinocchio
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20.15-22.30-00.50
Educazione siberiana
00.40
Gambit
20.05-22.20
Zambezia
15.00-17.35
Buongiorno papa’
00.45
Ci vuole un gran fisico
14.45-17.40-20.10-22.25
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14.30-18.00-21.30
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01.00
Spring Breakers
15.00-17.35-20.10-22.30-00.50
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14.50-17.30-20.05-22.35
Dead Man Down
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Die Hard - Un buon giorno per morire
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Buongiorno papa’
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17.00
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17.10-19.50-22.30
17.10-19.50-22.30
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17.00-19.50-22.40
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20.00
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17.30-20.30-22.30
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17.30-20.30-22.40
18.40-20.40-22.40
17.40-20.15
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15.10-17.40-20.10-22.40
14.30-20.00
17.15-22.40
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16.00-19.00-22.00
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15.15-20.00-22.30
17.35
15.00-17.30-20.00-22.30
15.10-18.45-21.30
THE SPACE CINEMA TORRIBIANCHE
VIA TORRI BIANCHE, 16 - TEL. 892111
Il grande e potente Oz 3D
Il principe abusivo
Anna Karenina
Buongiorno papa’
Argo
Pinocchio
La frode
Upside Down
Dead Man Down
Buongiorno papa’
Educazione siberiana
Spring Breakers
Il lato positivo
Ci vuole un gran fisico
Amiche da morire
Non aprite quella porta 3D
Il grande e potente Oz 3D
Il grande e potente Oz
Sinister
18.35-21.40
18.25-21.00-23.25
17.15
20.10-22.50
19.30-22.15
17.20
16.55-19.20-21.45-0.15
18.45-21.15
16.30-19.15-21.55
18.50-21.30
16.25-18.55-21.20
17.05-17.05-21.25
18.40-21.35
16.25-18.45-21.10-23.30
16.35-19.00-21.25
19.45-22.00
16.50
17.20-20.20-23.15
16.55-19.35-22.10
BERGAMO
EXCELSIOR
21.15
LISSONE
MELZO
VIA PALESTRINA, 7 - TEL. 026702700
ARCADIA
17.35-20.20-22.45
17.45-20.15-22.45
17.10-20.15
17.00-19.50-22.40
18.00-21.00
22.35
17.40-20.25-22.30
17.15-20.00-22.35
20.05
17.20-22.20
17.25-20.05-22.25
17.30-20.10-22.50
Amiche da morire
17.20-19.50-22.20
Die Hard - Un buon giorno per morire
20.30-22.45
Zambezia
17.30
CONCA VERDE
VIA MATTIOLI, 1 - LOC. LONGUELO - TEL. 035251339
Il figlio dell’altra
La cuoca del Presidente
20.30-22.30
20.30-22.30
DEL BORGO
Il lato positivo
15.10-17.40-20.10-22.40
Il grande e potente Oz 3D
16.20-19.00-21.35
Spring Breakers
14.35-16.35-18.35-20.35-22.35
Il grande e potente Oz
14.40-17.20-20.00-22.40
Upside Down
15.00-20.20
Il principe abusivo
17.10-22.35
Pinocchio
14.30
Educazione siberiana
15.00-17.10-20.20-22.30
Buongiorno papa’
15.20-17.40-20.20-22.40
Amiche da morire
15.30-17.40-20.20-22.30
Sinister
15.00-17.15-20.20-22.35
PICCOLO CINEMA PARADISO
VIA FRANCESCO LANA, 15 - TEL. 030280010
E Johnny prese il fucile
Il giardino delle delizie
SOCIALE
VIA CAVALLOTTI, 20 - TEL. 03041140
La frode
Il grande e potente Oz
21.00
MULTISALA SAN MARCO
Bergamo Film Meeting
15.00-17.00-18.00-20.30-21.30-22.30
Buongiorno papa’
20.30
La scelta di Barbara
22.30
STUDIO CAPITOL
VIA TASSO, 41 - TEL. 035248330
Educazione siberiana
Il lato positivo
Anna Karenina
20.15-22.30
20.00-22.30
20.00-22.30
CORTENUOVA CINESTAR MULTIPLEX CORTENUOVA
VIA TRIESTE, 15 - TEL. 0363992244
Ci vuole un gran fisico
Sinister
Buongiorno papa’
Amiche da morire
Educazione siberiana
Dead Man Down
La frode
Il grande e potente Oz
20.25
22.40
20.15-22.35
20.25-22.25
20.20-22.40
20.15-22.35
20.35-22.40
20.10-22.40
CURNO
UCI CINEMAS CURNO
VIA LEGA LOMBARDA, 39 - TEL. 892960
Spring Breakers
Il grande e potente Oz 3D
Educazione siberiana
Sinister
Dead Man Down
Buongiorno papa’
Spring Breakers
Il grande e potente Oz 3D
La frode
Il lato positivo
Il grande e potente Oz
Upside Down
20.05
17.00-22.20
17.10-19.50-22.20
17.30-20.00-22.30
17.30-20.10-22.45
17.15-19.50-22.30
17.00-22.45
19.40
17.40-20.10-22.35
17.10-19.50-22.30
17.10
20.15-22.40
ROMANO DI LOMBARDIA MULTISALA IL BORGO
STRADA STATALE 498 - TEL. 0363688012 - 3928258116
Il grande e potente Oz
Vita di Pi
Spring Breakers
La frode
Buongiorno papa’
Educazione siberiana
Ci vuole un gran fisico
18.30-21.15-23.30
18.30
21.15-23.00
18.30-21.15-23.05
18.30-21.15-23.05
18.30
21.15-23.00
TREVIGLIO
VIALE MONTEGRAPPA - TEL. 0363419503
ARISTON MULTISALA
Viva la liberta’
Educazione siberiana
Il grande e potente Oz
Il grande e potente Oz 3D
Buongiorno papa’
Il lato positivo
Ci vuole un gran fisico
Sinister
BRESCIA
17.50-20.10
22.20
17.30-20.00
18.30-21.40
17.30-20.10-22.30
17.40-20.00-22.20
17.40-20.20-22.30
17.30-22.30
MORETTO
Il grande e potente Oz
Buongiorno papa’
Educazione siberiana
Ci vuole un gran fisico
20.15-22.30
20.15-22.30
20.15
22.30
CORTE FRANCA
MULTIPLEX NEXUS
VIA ROMA 78 - TEL. 030986060
La frode
Dead Man Down
Sinister
Il grande e potente Oz 3D
Il lato positivo
Educazione siberiana
Buongiorno papa’
Ci vuole un gran fisico
21.00
20.40
21.00
20.20
20.30
21.10
20.50
21.20
La cuoca del Presidente
20.30-22.30
MULTISALA WIZ
15.10-17.40-20.10-22.40
17.35-22.35
15.30-20.30
14.40-17.20-20.00-22.40
15.20-17.45-20.10-22.35
14.35-16.35-18.35-20.35-22.35
14.45-17.20-20.00-22.35
MULTIPLEX PORTE FRANCHE
VIA ROVATO 44 - TEL. 0307717644
Buongiorno papa’
La frode
Dead Man Down
Sinister
Il grande e potente Oz 3D
Spring Breakers
Il grande e potente Oz
Ci vuole un gran fisico
Amiche da morire
17.40-20.20-22.40
17.20-22.20
17.00-20.00-22.40
22.50
17.30-20.10
20.20
17.10-19.50-22.30
17.50-22.20
20.00
LONATO
MULTISALA KING
VIA FORNACE DEI GORGHI - TEL. 0309913670
Buongiorno papa’
Ci vuole un gran fisico
Il lato positivo
Upside Down
Educazione siberiana
Il grande e potente Oz 3D
20.20-22.40
20.30-22.40
20.05-22.45
20.10
22.30
20.00-22.45
ORZINUOVI
STARPLEX ORZINUOVI
VIA LOMBARDIA 26/28 - TEL. 030943605
Il grande e potente Oz
La frode
Educazione siberiana
Spring Breakers
Buongiorno papa’
Dead Man Down
Sinister
Amiche da morire
20.10-22.40
20.25-22.35
20.20
22.40
20.15-22.35
20.15-22.35
20.30-22.40
20.35-22.35
COMO
ASTRA
Anna Karenina
21.00
GLORIA
Viva la liberta’
CANTU’
15,30-21,00
CINELANDIA MULT. CANTU’ 2000
CORSO EUROPA 23 - TEL. 031710039
Ci vuole un gran fisico
Buongiorno papa’
Educazione siberiana
20.20-22.30
20.00-22.30
20.15-22.30
CANTU’
LUX
VIA MANZONI, 8 - TEL. 031714759
Il grande e potente Oz 3D
MONTANO LUCINO
VIA VARESINA - TEL. 892960
Noi siamo infinito
17.00-20.40-22.30
VIA PRINCIPE AMEDEO, 20 - TEL. 0376328139
Il figlio dell’altra
La frode
Il lato positivo
17.15-22.40
20.10
20.10-22.30
17.15
17.10-19.50-22.35
17.20-20.00-22.40
17.15-19.50-22.20
17.15
19.30-22.30
17.25-20.00-22.30
17.25-20.00-22.40
18.30-21.30
17.15-19.50-22.25
20.00
17.20-22.30
20.15-22.30
20.15-22.30
20.00-22.30
CINECITY MULTIPLEX
PIAZZALE CESARE BECCARIA 5 - TEL. 0376340740
Dead Man Down
Sinister
Buongiorno papa’
La frode
Il grande e potente Oz 3D
Il grande e potente Oz
Ci vuole un gran fisico
Educazione siberiana
Il principe abusivo
Upside Down
20.00-22.30
20.10-22.30
20.10-22.30
22.40
22.30
20.00
20.30
20.20-22.40
20.20
22.40
VIA BENZONI, 22 - TEL. 0376366233
18.30-20.30-22.30
CURTATONE
STARPLEX CURTATONE
VIA G. MONTANELLI, 31 - TEL. 0376348395
Il grande e potente Oz
La frode
Dead Man Down
Il lato positivo
Educazione siberiana
Buongiorno papa’
Amiche da morire
20.00-22.30
20.05-22.25
20.10-22.35
20.05-22.30
20.20-22.35
20.00-22.20
20.45-22.45
PAVIA
POLITEAMA
C.SO CAVOUR, 18/20 - TEL. 0382530343
Il lato positivo
17.00-21.15
PARONA
MOVIE PLANET
STRADA PROV.LE PER LA CATTANEA, 106 - TEL. 0384296728
Buongiorno papa’
Il grande e potente Oz 3D
Il grande e potente Oz
Amiche da morire
La frode
Ci vuole un gran fisico
Dead Man Down
Il lato positivo
20.10-22.30
19.50-22.30
19.50
22.30
20.10-22.30
20.10-22.30
20.00-22.30
20.00-22.30
MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA
THE SPACE MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA
VIA MIRABELLA, 6 - TEL. 892111
Buongiorno papa’
Spring Breakers
Sinister
Dead Man Down
Amiche da morire
Upside Down
La frode
Educazione siberiana
Il lato positivo
Il grande e potente Oz 3D
Ci vuole un gran fisico
SAN MARTINO SICCOMARIO
19.45-22.25
19.50-22.25
19.45
22.25
19.45-22.25
19.45-22.25
SONDRIO
EXCELSIOR
VIA C. BATTISTI - TEL. 0342215368
La cuoca del Presidente
21.00
STARPLEX SONDRIO
VIA VANONI, ANGOLO VIA TONALE - TEL. 0342214709
Il lato positivo
La frode
Il grande e potente Oz 3D
Buongiorno papa’
20.00-22.25
20.10-22.20
20.00-22.30
20.15-22.30
MORBEGNO
CINEMA TEATRO IRIS
VIALE AMBROSETTI 27 - TEL. 0342611711
Buongiorno papa’
21.15
MORBEGNO
CINEMA TEATRO PEDRETTI
PIAZZA MATTEI 1 - TEL. 0342610161
Il grande e potente Oz 3D
21.15
MORBEGNO
VIALE AMBROSETTI, 25 - TEL. 0342610161
VIA ANTICHE FORNACI 58 - TEL. 0372453005
VARESE
Il figlio dell’altra
21.00
20.00-22.30
17.30
17.30-20.00-22.30
17.50-20.15-22.30
17.30-20.00
22.30
18.30-20.30
22.30
20.40
17.30-22.40
17.50-19.50—22.30
MULTISALA PORTA NOVA
VIA INDIPENDENZA - TEL. 0373218411
Buongiorno papa’
La frode
Sinister
Il grande e potente Oz
Il lato positivo
20.20-22.35
20.25-22.35
20.15-22.30
20.00-22.40
20.10-22.40
LECCO
NUOVO MIGNON
La frode
Buongiorno papa’
20.10-22.30
20.10-22.30
PALLADIUM
VIA FIUMICELLA 12 - TEL. 0341361533
Il grande e potente Oz
21.00
LODI
DEL VIALE
Ci vuole un gran fisico
FANFULLA
V.LE PAVIA, 4 - TEL. 0371/30.740
Dead Man Down
Anna Karenina
NUOVO
Il figlio dell’altra
18.30-21.00
MULTISALA IMPERO
VIA BERNASCONI 13 - TEL. 0332284004
VIA CASTELLEONE, 108 - TEL.
Dead Man Down
Upside Down
Il lato positivo
Buongiorno papa’
La frode
Sinister
Ci vuole un gran fisico
Educazione siberiana
Amiche da morire
Spring Breakers
Il grande e potente Oz 3D
CREMA
21.15
VIA DEI MILLE, 39 - TEL. 0332237325
P.ZZA FILODRAMMATICI, 1 - TEL. 0372411252
SPAZIOCINEMA CREMONA PO
CINEMA 3
Amiche da morire
21.00
La cuoca del Presidente
MOVIE PLANET
Dead Man Down
Ci vuole un gran fisico
Il grande e potente Oz 3D
Amiche da morire
Buongiorno papa’
Il grande e potente Oz
CREMONA
FILO
17.20-19.50-22.20
20.15
17.45-22.25
16.50-19.30-22.10
19.50
17.25-22.15
17.50-20.10-22.30
17.40-20.00-22.20
16.55-19.35-22.15
16.50-19.40-22.30
17.40-19.55-22.10
CENTRO COMMERCIALE BENNET - TEL. 0382556030-0382556870
20.00-22.40
CINEMA CHAPLIN
VIA SORBANELLA 12 - TEL. 0303507911
14.45-17.10-20.10-22.35
MANTOVA
UCI MONTANO LUCINO
Ci vuole un gran fisico
Upside Down
Spring Breakers
Il grande e potente Oz 3D
Il lato positivo
Dead Man Down
Educazione siberiana
Spring Breakers
Il grande e potente Oz 3D
La frode
Il principe abusivo
Il grande e potente Oz
Buongiorno papa’
Amiche da morire
Sinister
20.05-22.40
20.10-22.40
20.00
22.40
20.15-22.40
20.15-22.45
20.20
22.30
ARISTON MULTISALA
La scelta di Barbara
ERBUSCO
CINELANDIA MULTIPLEX PIEVE
S.S. N 235 - TEL. 0371237012
Hungarian Rhapsody - Queen Live in Budapest
21.00
Il grande e potente Oz
20.00-22.30
Buongiorno papa’
20.00-22.30
Il lato positivo
20.00-22.30
VIALE RIMEMBRANZE, 10 - TEL. 0371426028
VIA NINO BIXIO 9 - TEL. 0308379404
PIEVE FISSIRAGA
20.00-22.30
20.10-22.30
Il grande e potente Oz
Buongiorno papa’
Il grande e potente Oz 3D
La frode
Sinister
Dead Man Down
Ci vuole un gran fisico
Spring Breakers
MIGNON
V.LE COSTITUZIONE, 27 - TEL. 0341366331
C. COMM. FRECCIA ROSSA - TEL. 0302889211
CORSO ADDA 97 - TEL. 0371420017
Il grande e potente Oz 3D
Amiche da morire
DARFO BOARIO MULTISALA GARDEN MULTIVISION
PIAZZA MEDAGLIE D`ORO 2 - TEL. 0364529101
VIA S. ALESSANDRO - TEL. 03048383
OZ IL REGNO DEL CINEMA
MULTISALA GEMINI
VIA VARESINA, 72 - TEL. 0314491080
P.LE REPUBBLICA 2 - TEL. 035240416
NUOVO EDEN
20.20-22.35
CAPRIOLO
VIA PALAZZOLO - TEL. 0307460530
V.LE GIULIO CESARE, 3 - TEL. 031261234
PIAZZA S. ANNA 51 - TEL. 035270760
Il lato positivo
Educazione siberiana
Viva la liberta’
Il grande e potente Oz
Argo
Ci vuole un gran fisico
Anna Karenina
20.00
22.00
MODERNO MULTISALA
21,15
21.15
Educazione siberiana
La frode
Il grande e potente Oz 3D
Il lato positivo
Buongiorno papa’
Ci vuole un gran fisico
Spring Breakers
Il principe abusivo
Amiche da morire
Upside Down
Sinister
17.30-20.00-22.30
17.25-20.00-22.20
19.15-22.00
19.15-22.00
17.30-20.00-22.30
20.10
17.50-22.30
17.30-20.00-22.30
20.00
17.30-22.30
17.30-20.00-22.30
SALA FILMSTUDIO 90
VIA DE CRISTOFORIS 5 - TEL. 0332830053
La scelta di Barbara
GALLARATE
21.00
CINELANDIA MULTIPLEX
VIALE LOMBARDIA, 51 - TEL. 0331268017
Educazione siberiana
Dead Man Down
Il grande e potente Oz
Buongiorno papa’
Il grande e potente Oz 3D
Ci vuole un gran fisico
Sinister
Upside Down
Il principe abusivo
Il lato positivo
TRADATE
22.35
20.15-22.45
20.05-22.40
20.10-22.40
20.00
20.20-22.40
20.15-22.40
20.10
22.30
20.10-22.40
STARPLEX TRADATE
VIA DELLA FORNACE CORTELLEZZI - TEL. 0331814241
Educazione siberiana
Il grande e potente Oz
Sinister
Dead Man Down
La frode
Buongiorno papa’
Amiche da morire
Ci vuole un gran fisico
20.20-22.35
20.00-22.30
20.10-22.25
20.10-22.35
20.05-22.25
20.00-22.20
20.45
22.45
Venerdì 15 marzo 2013