Salvare il ponte di ferro sul Savio
Transcript
Salvare il ponte di ferro sul Savio
"Salvare il ponte di ferro sul Savio" Riceviamo e pubblichiamo questa lettera: Il Comitato Ricerche Belliche 360?- CRB360? apprende, da fonti ufficiali del Comune di Ravenna poi riportate dai media, di un accordo tra i Comuni di Ravenna e Cervia per la ristrutturazione e il rifacimento di tre ponti. Uno di questi è un ponte in ferro di tipo Bailey esistente sul fiume Savio e risalente al secondo conflitto mondiale. Nell’articolo si parla anche di demolizione del ponte Bailey (non più carrabile ordinanza 498 Comune di Cervia del 20/11/ 2015) che verrà ricostruito in cemento armato. Supponiamo dunque che sia stata valutata ed esclusa la possibilità di restaurarlo e di ripristinarlo all'uso carrabile. Dato che sarà il Comune di Ravenna “ che si farà carico degli oneri relativi al rilevo della struttura, alle prove di omogeneità, alle indagini sperimentali sui materiali, alle caratterizzazione dinamica per ottenere gli elementi necessari per definire gli interventi di recupero e/o consolidamento da attuare”. Dopo i nostri recenti rinvenimenti nella pineta di Milano Marittima (campo di aviazione alleata), si potranno meglio comprendere, spiegare e valorizzare con un focus sul ponte Bailey di Viale Nullo Baldini, che metteva in comunicazione le piste di aviazione con le officine! Con la nostra pulizia ed il disseppellimento dell'estate 2016 di molti manufatti, bunker, denti di drago, nel ravennate, con la successiva organizzazione di visite guidate, documentari, filmati, dibattiti, incontri, si è finalmente reso fruibile alla popolazione, come ai turisti... un percorso culturale nel bel mezzo della pineta. Tanto da essere venuta appositamente a visitare il nuovo Bunker Tour di Punta Marina Terme, la nota giornalista americana Anne L.Sanders, che non conosceva il sito, ma ora ha aggiornato per tutto il mondo anglofono, anche fotograficamente, la sua guida , del percorso della memoria storica della Seconda Guerra Mondiale in Italia! Consigliando il territorio ravennate come da visitare. Prima di distruggere il ponte, ci permettiamo di suggerire che esiste presso l'Istituto Storico della Resistenza di Alfonsine, per eventuali interventi di restauro, un manuale originale tecnico alleato di assemblaggio e manutenzione per tutti i pezzi componenti del ponte (travi in larice, colore della vernice, etc) facilmente consultabile, come afferma il Presidente Prof. Giuseppe Masetti. Pensate che a Villanova di Bagnacavallo, quando fu inaugurato il ponte ponte sul Lamone nel 2001, furono gli abitanti stessi di quella comunità a chiedere la conservazione di un ponte Bailey, ribattezzato "Ponte della Pace", perchè sanciva la fine della Guerra ! E il Comune li accontentò. In qualche modo si cerca quindi di attribuire un valore di vincolo storico-ambientale ad un manufatto ormai raro e che ha compiuto 70 anni ed ha un significato identitario per il territorio ravennate, in quanto simbolo del rapporto guerra-territorio. Chiediamo il recupero in toto del manufatto nelle seguenti modalità alternative: proponiamo di renderlo nuovamente fruibile, ma solo all'uso ciclabile e pedonale, con semplice sostituzione delle parti ammalorate e riverniciatura, in affiancamento al nuovo ponte carrabile in cemento armato previsto nel progetto. In alternativa, ma con costi probabilmente maggiori, una volta predisposte nuove apposite spalle su cui posarlo, il ponte potrebbe essere ricollocato di fianco al nuovo ponte da realizzare nella sede dell'attuale, destinando anche in questo caso il ponte Bailey all'uso pedonale e ciclabile. Ricordiamo infatti, che il ponte è collocato in un contesto ambientale di grande pregio, rilevato anche dal cartello posato per il progetto GAL Delta del Po, Delta2000, che descrive proprio il ponte in questione. Valorizzare il ponte sia per le sue caratteristiche storico-testimoniali, sia per la sua collocazione all'interno del Parco del Delta, potrebbe rivelarsi una ottima occasione per promuovere la storia e le bellezze paesaggistiche di Cervia e di Ravenna, ed al contempo suggerire nuovi percorsi di fruizione "sostenibile" del nostro patrimonio naturale. Nel cartello infatti si legge: "Nel corso del Novecento il territorio di Ferrara compreso nel Parco Delta del Po è stato teatro di eventi decisivi per le comunità residenti e per la specifica identità del paesaggio. La bonifica, le alluvioni, la dispersione degli insediamenti da una parte, la guerra, l’occupazione tedesca, la lotta di liberazione dall’altra, hanno talmente caratterizzato l’ambiente e la vita delle genti che anche il cinema li ha più volte resi protagonisti. L’itinerario qui rappresentato porta a conoscere i segni di un passato conservato in monumenti, architetture militari, cippi, memorie, film, documentari, storie e vicende accadute in questo territorio tra acque e terra, che ha conosciuto e vissuto dall’autunno del 1944 alla primavera del 1945 le operazioni militari della Linea Gotica con lo sfondamento del fronte e la guerra di liberazione". Il ponte risulta dunque uno degli elementi più importanti e significativi di questo percorso, inserito nell'ambito del progetto “Destinazione Parchi del Delta del Po”, istituito ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005, e realizzato con la collaborazione delle Province di Ferrara e Ravenna, Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e Istituto storico della Resistenza di Ravenna, Fondazione Cineteca di Bologna e dei Comuni di Argenta, Codigoro, Comacchio, Mesola, Portomaggiore, Alfonsine, Bagnacavallo, Conselice, Cervia, Ravenna, Russi. Oltre ai bunker, il nostro comitato si occupa di tutti i reperti ancora visibili risalenti alle due Guerre Mondiali, tra cui il ponte militare Bailey posto sul Canale della Cupa. L’aeroporto alleato di Milano Marittima si estendeva coi suoi baraccamenti fino a Lido di Savio, e questo ponte fungeva da collegamento tra le due parti. Questo genere di ponte fu molto utilizzato durante il secondo conflitto perché era composto da moduli che venivano assemblati in maniera piuttosto rapida e poteva reggere il peso dei carri armati. Altri ponti di questo tipo si possono vedere tra Lido di Dante e Lido Adriano (tuttora in uso, ma anche questo dal futuro incerto, poiché da tempo ne è prevista la demolizione); a Villanova di Bagnacavallo davanti al cimitero militare inglese (porzione di ponte con targa); ad Alfonsine presso l’Istituto Storico della Resistenza. I ponti rimasti in funzione e nella loro collocazione originaria sono quindi ormai pochissimi, e riteniamo che Cervia e Ravenna, come già auspicato nel progetto del Parco del Delta, potrebbero giovarsi di questa opportunità per consentire ai cittadini, ai turisti e anche chi verrà dopo di noi, di poter leggere le pagine della nostra storia. Enrico Palazzo Collegamento sorgente: http://www.ravenna24ore.it/0073523-salvare-ponte-ferro-sul-savio