Guida acquisto fotocamera usata

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Guida acquisto fotocamera usata
Scegliere il nuovo o l’usato?
La scelta della nostra “nuova” fotocamera potrebbe essere anche una macchina non nuova di fiamma.
Scegliere l’usato è un’alternativa che ha un lato positivo: il prezzo. Ovviamente, una fotocamera usata ha
un prezzo inferiore alla stessa da nuova. Ma c’è il rovescio della medaglia.
Le fotocamere non hanno una vita infinita o quasi, come accadeva ai tempi della pellicola: sono progettate
per garantire un certo numero di scatti, superato il quale si incappa nei vari fenomeni di usura che possono
creare problemi più o meno gravi. I componenti elettronici hanno una storia simile: non durano all’infinito.
L’acquisto di una camera usata quindi può rappresentare una spesa relativamente bassa, ma a rischio di
una relativamente breve durata.
Perché scegliere l’usato? Qui dipende da cosa scegliamo.
Non sapremo mai come sono state usate, se sono state trattate più o meno bene, ecc. Certo, bottarelle e
graffi si vedono, ma vi sono altre cose che sono celate ad uno sguardo superficiale.
Se la nostra scelta è caduta sulle compatte, l’usato potrebbe non essere la scelta migliore. Il relativamente
basso prezzo d’acquisto le ha rese diffusissime. Quasi tutte le persone che vanno in vacanza ne hanno una
in tasca. La scelta iniziale di una piuttosto che un’altra va spesso a simpatia, senza meditarle più di tanto.
Tenerle in tasca in spiaggia, per esempio, non fa bene alle fotocamere. La sabbia, la polvere trasportata dal
vento, ecc… sono grandi nemiche delle parti meccaniche delle fotocamere. Tutte le compatte hanno
obbiettivi telescopici più o meno lunghi, e la sabbia è il primo responsabile dell’usura degli ingranaggi
interni ( sono raggiungibili dall’esterno).
Le compattine hanno anche una sorta di “tappo” elettromeccanico: due tendine che si chiudono sulla lente
allo spegnimento della macchina. Anche questa è sensibilissima a sabbie/polveri, come a ditate maldestre…
La compattina usata ha senso solo se il prezzo è decisamente basso.
Se la nostra scelta è caduta su una bridge, siamo un pochino più protetti: essendo macchine mediamente
un po’ più costose delle precedenti, vengono generalmente tenute meglio. Il più grosso problema delle
bridge medie è… il tappo! Solitamente l’obbiettivo è protetto nella sua sede e chiuso da un tappo, a
macchina spenta. All’accensione, fuoriesce ponendosi alla minima focale. Se il tappo non viene tolto, o se la
macchina viene accidentalmente accesa, l’obbiettivo preme su questo. Se è montato a semplice pressione,
allora il tappo si scalza, ma se è montato con presa su un filetto della sua sede, allora sono guai. Due o tre
accensioni a tappo chiuso, e la dentatura del movimento obbiettivo è danneggiata irreparabilmente.
Se la scelta cade su una reflex, le cose migliorano. A fronte di una spesa superiore, abbiamo una
fotocamera progettata comunque per una durata superiore ( 100000 e più scatti garantiti), progettata
meglio e con componenti più pregiate. Progettata insomma per, mediamente, durare di più.
CARATTERI GENERALI:
L’acquisto dell’usato, quindi, ci dà la possibilità di avere mezzi superiori ad un prezzo più abbordabile, col
rovescio della medaglia che non sappiamo come sono stati trattati.
Se prima dell’acquisto possiamo vedere l’oggetto, macchina, obbiettivo o accessorio che sia, possiamo
valutarlo ed eventualmente concludere l’affare.
COSA GUARDARE:
Primo: l’aspetto generale. Un’osservazione esterna ben compiuta è già un buon passo. La presenza di
bottarelle, graffi, piccole ammaccature o parti sverniciate di per se non sono una spia di malfunzionamento,
ma sono sicuramente segno di incuria da parte del precedente possessore.
Una carrozzeria integra della fotocamera di per sé è segno che almeno grossi impatti non ne ha subiti,
allontanando la possibilità di scoprire guasti che sono celati da una pulizia del giorno dell’acquisto.
Secondo: osservare l’obbiettivo. Nel caso delle compatte, l’obbiettivo deve assolutamente essere privo di
tracce di impatti. Ogni botta presa dall’obbiettivo mina il funzionamento della macchina. Vale anche per le
bridge, special modo quelle che hanno l’obbiettivo motorizzato come le compatte. La polvere
sull’obbiettivo non crea problemi; degli aloni irregolari colorati al suo interno invece si…
Terzo: Osservare lo sportello del vano batterie. E’ soggetto ad un notevole numero di aperture/chiusure,
senza contare che spesso, nei modelli con batterie stilo ( le “AA”), lo sportello deve garantire la continuità
elettrica al circuito, quindi deve fare una certa forza contro le batterie. Se, da chiuso, sporge un po’ dalla
sua sede, significa che stanno arrivando a fine vita utile le guide; Se la chiusura non è salda la stessa si sta
consumando, e tra non molto lo sportellino tenderà ad aprirsi da solo.
NEL CASO DELLE REFLEX:
Se è la fotocamera l’oggetto del nostro acquisto, ovviamente ci siamo informati e sappiamo tutto su di
essa. Un’entry-level è sempre venduta con un obbiettivo di base, o al massimo due ( tipicamente un 1855mm, o una coppia 18-55 e 70-200mm…), mentre una più avanzata è, molto probabilmente, venduta
come solo corpo.
Che marca? E’ una domanda molto frequente. Sentire altri fotoamatori è, mediamente, poco utile: si
dividono in grandi famiglie di faziosi per la propria marca, e sono generalmente irremovibili.
Una marca famosa è garanzia di trovare più accessori, anche nell’usato, rispetto ad una marca meno
blasonata. Se già si possiedono obbiettivi di precedenti camere a pellicola, bisogna vedere se sono
utilizzabili sulla digitale. SE lo sono, è relativamente naturale restare alla precedente marca. Naturalmente
tenendo conto delle limitazioni del caso ( come campo inquadrato inferiore, automatismi probabilmente
persi…).
Se non si possiede un corredo obbiettivi, allora tanto vale. Informiamoci sulle caratteristiche nelle schede
tecniche ( non le brochure pubblicitarie…) e teniamo d’occhio i prezzi.
Oltre a controllare un aspetto generale ( graffi, vernice…), bisogna avere le mani pulite, e controllare:
- Lo specchio reflex. Disinnestare l’obbiettivo ( possibilmente recarsi in luogo chiuso…). Lo
specchietto reflex è ora lì che ci guarda. Dev’essere pulito, deve NON aver tracce di gomma ai
bordi.
Per attutire i colpi che prende, c’è una cornicetta di spugna sopra lo specchio, sul pentaprisma /
pentaspecchio. Invecchiando, questa spugnetta tende a sbriciolarsi o diventare appiccicaticcia.
Pericolosa per le lamelle dell’otturatore. Se si sbriciola, rinunciate all’affare!
- Osservare lo stato della baionetta ed i suoi pin dei contatti elettrici. E’ di un bel color cromato
brillante; non deve avere graffi in vista, non dev’esserci polvere;
- Osservate le lamelle. Sollevate delicatamente lo specchietto con un’unghia, e le lamelle saranno lì a
guardarvi. NON TOCCATELE! Non devono avere aloni di olio o altro lubrificante ( accadeva, ai tempi
della pellicola…); Non fate scattare mentre le guardate. Funziona, ma è inutile.
- Innestate l’obbiettivo. Provate la messa a fuoco. Scattate in rapida successione delle foto, e
verificate che non vi siano rumori strani o fastidiosi. Al primo utilizzo, un neofita può essere tratto
in inganno dal rumore del motore autofocus. Quello è normale. Verificate che però la posizione di
fuoco perfetto venga raggiunta molto rapidamente. Se la macchina+obbiettivo esitano, allora
potrebbero esserci problemi. Naturalmente, i problemi tendono ad aumentare al buio…
- Verifichiamo lo stato del vano batterie: sono quasi sempre alimentate da batterie proprietarie al
litio, ma mantengono un ardiglione per bloccare in sede la batteria. Controlliamo che, tolta la
batteria, i contatti elettrici siano puliti. Se la batteria è rimasta in macchina per 6 mesi inutilizzata
perché il venditore è passato ad altra macchina, ed ha perso liquido, rinunciate all’acquisto!
Se é l’obbiettivo l’oggetto del nostro acquisto, verificare la lente frontale, che non deve essere graffiata.
Come sempre, un graffio leggero non pregiudica il funzionamento dell’obbiettivo, ma è segno di possibile
incuria.
Verificare la corsa della messa a fuoco manuale. Deve ruotare e raggiungere gli estremi della sua corsa
senza diventare troppo dura o troppo lasca. Idem per la ghiera dello zoom, se ne è dotato: deve
raggiungere la massima lunghezza e tornare alla minima senza diventare troppo dura o troppo ballerina. Se
accade, allora l’obbiettivo con tutta probabilità è caduto. Scuotendo delicatamente l’obbiettivo alla
massima lunghezza, deve risultare come un blocco unico; se la parte anteriore e quella posteriore non sono
rigide l’una rispetto all’altra, allora nella migliore delle ipotesi ci sarà uno scadimento della qualità
d’immagine, e col tempo questo moto aumenta...
Se c’è una ghiera dei diaframmi, bisogna controllare che ruoti completamente, e che le lamelle interne si
chiudano ed aprano di conseguenza.
Per verificare l’autofocus, bisogna montarlo sulla fotocamera e provare varie messe a fuoco a varie focali e
varie distanze.
Nel caso generale, dunque, è meglio incontrarsi col venditore. Osserviamo bene la macchina, della quale è
buona norma aversi scaricato il manuale ed averlo letto prima dell’affare. Possiamo provare a cambiare
delle impostazioni e vedere se tutto funziona. Proviamo a passare al manuale, se la macchina lo consente;
verifichiamo il funzionamento di un eventuale stabilizzatore; proviamo a scattare col flash.
Osserviamo poi le immagini scattate a monitor, ingrandendole al possibile. Qui verifichiamo se l’immagine
scattata è tutta nitida, fino ai bordi, e soprattutto simmetrica. Un angolo visibilmente sfumato è indice di
una scollimazione dell’ottica, probabilmente dovuta ad un impatto sull’obbiettivo.
Per la trattativa… ciascuno ragiona per se. E’ però più corretto accordarsi precedentemente, piuttosto che
fare il mercatino di strada col venditore.