Alfabeto imperfetto del candidato,Si fa presto a dire
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Alfabeto imperfetto del candidato,Si fa presto a dire
Alfabeto candidato imperfetto del Il rinnovo (?) dei consigli degli Ordini Regionali Alfabeto imperfetto del candidato Notizie, intenti, errori, amenità e strafalcioni da ansia elettorale Elezioni… che siano degli Ordini o dell’ENPAP, diventano il terreno di battaglie più o meno accese fra i vari candidati, che finiscono spesso per perdere il loro aplomb e ruzzolare in scivoloni di ogni tipo. Dall’insulto come strumento elettorale, molto gettonato in queste elezioni e usato anche da personaggi di spicco, agli errori di grammatica e sintassi, fino alle alte rappresentanze istituzionali dell’ENPAP ridotte a fare da uomo-sandwich per le squadre regionali, ecco tutto quello che non avreste voluto vedere dai colleghi! A come AUPI. Il sindacato storico degli psicologi si è sciolto, sembra per la mancanza degli iscritti necessari per superare la soglia minima imposta dal ministro Brunetta. Vinto dall’incedere della storia, che ha trasformato gli psicologi da elite di dipendenti pubblici sanitari a esercito di liberi professionisti nei più svariati settori. L’ex segretario generale del sindacato, in un ultimo amaro canto del cigno, manda lettere a destra e a manca contro i presidenti degli ordini che non gli vanno a genio, come se il sindacato esistesse ancora. In queste lettere fa i conti in tasca alle gestioni altrui. Ci chiediamo quanto gli siano costati tutti quegli invii postali, almeno 15.000 euro? Forse sarebbe stato meglio investirli in una lunga vacanza… Ma anche… A come Altrapsicologia. Fedeli alla politica della qualità, abbiamo evitato di reclutare bande armate di colleghi inesperti da mandare al macello: pensiamo che chi lavora seriamente e con costanza per la categoria possa candidarsi con cognizione di causa, mentre chi si ricorda che esistono dei colleghi ed una categoria da tutelare solo quando c’è in palio qualche poltrona, dovrebbe scegliere per coerenza di non candidarsi. Ma è una scelta etica largamente disattesa dai fatti… centinaia di candidati sorti dal nulla, reclutati dalle varie listarelle, torneranno nell’oblio fra pochi giorni, e ci resteranno per altri quattro anni. Mentre noi, come sempre, ci saremo anche dopo… B come Bilanci. Se ne vedono di tutti i colori, sui bilanci usati per fare campagna elettorale. C’è chi accusa che non sono trasparenti, chi dice che certe voci siano eccessive ed altre troppo basse, insomma: c’è tutto quel vago interpretare che ci prende quando vediamo un paio di colonne di numeri. Andiamo con ordine, appunto: 1) i bilanci degli Ordini sono pubblici e revisionati da controllori esterni, quindi è molto difficile che non siano veritieri; 2) un bilancio occorre saperlo leggere, prima di citarlo; 3) l’aumento delle spese non è necessariamente un male: la gestione economica implica investimenti, e un aumento delle spese può anche significare che prima di aumentarle non si combinava nulla… C come Candidati. In Veneto ce ne sono oltre 50, e circa 30 sono persone mai viste prima nella politica professionale: mai un articolo, mai una iniziativa. Gente candidata per l’occasione, per riempire liste altrimenti mezze vuote, alla faccia della serietà e dell’impegno di AltraPsicologia per la professione. Alcuni sono consiglieri ricandidati, per cui questa volta non è saltata fuori la solita argomentazione propagandistica che Tizio o Caio si ricandidano ad ogni giro per stare attaccati alla poltrona. Però certe faccende i consiglieri uscenti le tirano fuori adesso: critiche alle gestioni a cui hanno partecipato per quattro anni, proposte rivoluzionarie che cambieranno il corso della psicologia… ma ci viene da chiedergli: “e dove siete stati in questi quattro anni?” Ma anche C come Costruire Professione. All’ENPAP era Costruire Previdenza. Ma è sempre l’AUPI, che si presenta sotto falso nome perché ai sindacati non è consentito presentare liste di candidati in elezioni come quelle dell’Ordine o dell’ENPAP. Ma in Italia si può fare tutto, basta cambiare nome! D come demagogia. Un fiume di demagogia: dalla consigliera ricandidata che sostiene di voler modificare la “Legge Basaglia” (immaginiamo si riferisca alla L.180/78) e di voler controllare l’ENPAP attraverso gli ordini, fino allo squadrone veneto che sostiene che sette ordini provinciali costerebbero meno di un solo ordine regionale… una cosa del genere l’abbiamo vista l’ultima volta 2000 anni fa, quando un tale poi divenuto famoso si produsse nel noto miracolo dei pani e dei pesci… E come ENPAP. Mentre c’è un grave problema di collaborazione fra minoranza e maggioranza all’interno del Consiglio di Indirizzo Generale, che ha già portato per due volte all’interruzione delle sedute, il nostro presidentissimo non trova di meglio da fare che unirsi al carrozzone elettorale degli Ordini per fare l’uomo-sandwich. Il 9 Gennaio lo troveremo (vestito da Babbo Natale?) a razzolare in Veneto per fare pubblicità alla lista dell’ex sindacato AUPI. Ci sono cose che vanno oltre il senso del comune decoro: un sindacato (sciolto) di pubblici dipendenti che governa la cassa previdenziale dei liberi professionisti è già imbarazzante. Una maggioranza che rimanda le trattative con i consiglieri della minoranza ad una persona esterna, nemmeno iscritta all’ENPAP, è ancora più imbarazzante. Che il presidente ENPAP, che dovrebbe stare sopra le parti, arrivi ad usare la sua funzione per sostenere una lista locale è la ciliegina sulla torta… come a dire: siamo alla frutta! F come Fantastici 4: quattro consiglieri uscenti del Veneto, in omaggio alla più schietta anima autonomista, hanno fondato ciascuno una propria lista privata. Così i candidati risultanti, necessariamente improvvisati e reclutati all’ultimo minuto (come hanno ingenuamente dichiarato in pubblico), si sono moltiplicati fino a 36. Nasce il sospetto che in quattro anni i rapporti di collaborazione fra i fantastici 4 e il resto del consiglio non siano stati molto proficui; ma come si usava una volta nelle cucine dei ristoranti, qualche crema e abbondanza d’aromi coprono gli odori della materia prima di cattiva qualità. In questo caso, per coprire gli evidenti difetti delle proprie liste, alcuni sparano a zero sull’unica lista che candida insieme cinque consiglieri uscenti, una dimostrazione di salute nei rapporti di collaborazione. Il fatto che questo gruppo di consiglieri abbia saggiamente costruito un’alleanza con AltraPsicologia, è la prova provata che la Lista dell’Ordine per la Professione è il meglio sulla piazza! Ma anche F come FIPASS. La Federazione Italiana delle Professioni Aree Socio Sanitarie è una vera promessa, fin dal titolo: quella di non considerare che la nostra professione non è fatta soltanto di socio-sanitari… e mai come oggi, gli psicologi che lavorano nelle aziende, nel commercio, nel marketing, nella finanza e nel settore forense stanno riscuotendo il successo che meritano. AltraPsicologia intanto prosegue a occuparsi di tutti gli psicologi, anche quelli che lavorano nel settore aziendale, insieme a realtà di prestigio come Federmanager. G come Giovani. Stanno sulla bocca di tutti, questi giovani. Disoccupati, sfruttati, sottopagati, pochissimo tutelati dai vecchi e nuovi sindacati, ritornano improvvisamente di moda durante le elezioni, quando tutti gli attori della scena politica ricordano improvvisamente che la nostra professione è formata soprattutto da giovani professionisti, spesso con difficoltà concrete di lavoro. Tutti promettono grandi cose, dalla riduzione della tassa di iscrizione (perché 30 euro in meno all’anno cambiano la vita del giovane psicologo disoccupato, garantendogli un futuro migliore…), alle iniziative che un giorno intraprenderanno se dovessero essere eletti. AltraPsicologia intanto ha già cominciato: risponde tutto l’anno alle necessità dei giovani informando, organizzando incontri per sviluppare il self-marketing, offrendo gratuitamente un manuale di autopromozione. Se saremo eletti faremo meglio e di più, grazie alle risorse economiche e organizzative degli Ordini. Ma anche G come Giustizia. Almeno qualche decina di pareri richiesti agli avvocati dei vari Ordini, in queste elezioni. Il tutto per cercare di organizzare metodologie di voto rispettose della normativa (e quindi evitare ricorsi), e di renderle allo stesso tempo fruibili. Tutto inutile: la procedura è stata necessariamente complicata, troppo complicata per favorire il voto, senza che i vari consigli regionali degli ordini potessero farci nulla. Una legge con molti punti da rivedere, perché gli Ordini stanno crescendo di numero e di questo passo si rischia di fallire molti quorum anche in seconda convocazione. H come Hacker. Da tutte le parti, spuntano candidati che scrivono sulle aree commenti libere di AltraPsicologia per promuovere il loro nome e i loro programmi, sfruttando la popolarità del nostro sito, in assoluto il più visitato fra quelli di tutte le associazioni di categoria. Sarà che siamo simpatici, sarà che aggiorniamo il sito un paio di volte la settimana invece che un paio di volte l’anno, ma i colleghi ci cliccano spesso, e qualche furbo va a rimorchio per raccattare voti. Succederà probabilmente anche per questo articolo, per cui preavvisiamo i lettori e preferiamo non cancellare i messaggi, seppure sgraditi: la nostra politica è di lasciare che ognuno si danneggi con le proprie mani! I come Italiano. Mai come in queste elezioni la nostra bella lingua è stata bersagliata a colpi di tastiera dalle dita rabbiose degli psicologi. La prima cosa che faremo, se saremo eletti, saranno le ripetizioni di lingua e letteratura italiana ad uso degli ex candidati… sperando che i non eletti non spariscano nel nulla per altri quattro anni. Il premio per la creatività spetta però all’ex-sindacato AUPI: la rabbiosa comunicazione recapitata a casa di tutti gli iscritti veneti è un inno alla manipolazione della lingua, con quel “politici politicanti” che suona come uno scioglilingua dal sapore vetero-proletario… fantastico! L come Lista dell’Ordine per la Professione. La nostra lista in Veneto, formata da AltraPsicologia e dal gruppo del presidente Marco Nicolussi. Tanto per ripetere un concettochiave: la scheda elettorale è vuota, occorre trascrivere tutti i nomi sulla scheda… prendete nota sull’agenda o sul telefonino! Marco Nicolussi Pierluigi Policastro Stefania Vecchia (Altrapsicologia) Federico Zanon (Altrapsicologia) Elena Bravi Tiziana De Ruggieri Carmen Muraro Andrea Petromilli Anna Galiazzo (Altrapsicologia) M come Mailing. Una volta c’era solo AltraPsicologia, e per tutto l’anno siamo gli unici a importunarvi con le nostre mail di aggiornamento e informazione. Poi, improvvisamente, tutto si risveglia e le nostre caselle si ingolfano di messaggi elettorali da parte di perfetti sconosciuti. Parte anche la caccia agli indirizzari, che diventano preziosi come l’oro: orde di candidati che impazziscono per una decina di indirizzi di persone a cui spedire la solita paccottiglia elettorale. AltraPsicologia, che non ha di questi problemi perché ha accumulato un indirizzario completo degli psicologi italiani grazie al passaparola e alle iscrizioni al sito da parte dei colleghi, viene invidiata e accusata di aver ricevuto indirizzi da chissà quali fonti… incredibile ma vero, la gente ci fornisce volontariamente il proprio recapito perché gli scriviamo per informare, senza chiedere nulla in cambio: in questa correttezza nel rapporto con i lettori sta la nostra forza e la debolezza di chi si fa sentire solo in campagna elettorale. N come Numeri. Sarà che con la nostra professione proprio non ci azzeccano, ma i numeri sono il tormentone di queste fredde giornate: sparati a casaccio, invocati negli inni alla trasparenza dei bilanci, ipotizzati, sommati (male) e calcolati (peggio), i numeri più importanti per valutare l’operato di un Ordine sono in realtà disponibilissimi, perché i bilanci sono pubblici. Ma pubblico non significa accessibile: solo pochi ordini regionali superano la nostra prova di accessibilità al bilancio tramite il sito web… O come Orizzonti. La famosa mailing list che ospita le discussioni fra molti degli psicologi impegnati nella politica professionale e nell’ex sindacato AUPI stavolta ha mantenuto toni contenuti. L’owner Dino Angelini, padrone di casa ospitale e presente, è stato coscienza imparziale ma non silenziosa. In questi giorni, il tentativo di convincere quelli dell’AUPI che gli hanno sciolto il sindacato, perché nessuno glielo ha detto e tutti fanno finta di niente! P come Programmi. Leggendoli ti viene da pensare che alcuni siano stati scritti da un troll informatico, totalmente digiuno di psicologia professionale, che si è divertito a inventare proposte attraverso selvaggi copia/incolla dal mondo fatato di internet. Il nostro programma, che non è altro che la trasposizione in una ventina di pagine di quanto abbiamo fatto finora e di come vorremmo sviluppare un lavoro già avviato, forse appare modesto se confrontato con le visioni di un mondo fantastico in cui tutti i problemi degli psicologi andranno a risolversi in un caleidoscopio di gioia. Ma a noi piace così: modestamente e con quattro spiccioli, tirati fuori di tasca nostra, abbiamo scritto un paio di libri di successo, pubblicato centinaia di articoli, creato una rivista on-line e l’Osservatorio della Psicologia nei Media, formulato una proposta di Carta Etica per le scuole di psicoterapia, siglato un accordo con Federmanager, regalato un manuale scaricabile sull’autoimprenditorialità per gli psicologi, raccontato agli psicologi quel che succede all’ENPAP… ecco: non ci serve la fantasia per riempire il programma: ci bastano i fatti. Q come Quota di iscrizione. Tutti vogliono abbassarla di 15, 20, 30 euro l’anno. Il perché non ci è chiaro: sembra di assistere alla vendita di pentolame al ribasso negli week-end tutto compreso. Abbassare le tasse è la solita manovra demagogica, ormai abusata in ogni contesto; potremmo dirlo anche noi, non ci costerebbe nulla. Ma preferiamo ragionare diversamente: i soldi servono, e devono essere usati per la categoria, per promuoversi e funzionare al meglio, in modo che tutti gli psicologi ne abbiano un ritorno, economico e professionale. Ma anche Q come Quorum. Pare sempre più difficile raggiungerlo, segno che agli psicologi non importa molto delle elezioni. Fortunatamente non siamo soli, tutte le professioni hanno il nostro stesso problema, per cui ci conviene tornare con i piedi per terra: non siamo peggiori degli altri! R come Rinnovamento. Un’altra delle formule abusate in queste elezioni. Tutti promettono che rinnoveranno le cose, una volta ri-eletti, e ci si chiede perché non le abbiano rinnovate intanto che stavano in carica. Per alcune liste e per l’exsindacato AUPI, la faccenda si complica: come è possibile sostenere che si vuole rinnovare, quando da vent’anni si occupano con totale immobilità le poltrone degli Ordini e oggi si è prossimi alla pensione? Facciamo finta per un attimo che il candidato ideale per il rinnovamento sia una/un giovane professionista con trent’anni di vita produttiva davanti a sé, libera/o da appartenenze sindacali e svincolata/o da ordini di scuderia, che ha dimostrato sul campo con costanza ed intraprendenza di avere idee ed energie da investire per rinnovare la gestione della professione… ops! Sembra il ritratto dei candidati di AltraPsicologia! S come Servizi agli Iscritti. Nessuno esplicita questa direttrice come fondamentale per il rapporto con gli iscritti, mentre AltraPsicologia e le liste in cui è presente l’hanno esplicitato all’ENPAP e agli ordini come un punto centrale. La verità, nuda e cruda, è che siamo ancora lontani anni luce da una gestione sul modello anglosassone, in cui l’iscrizione alle associazioni di categoria non è obbligatoria, e quindi le iscrizioni avvengono soltanto sulla base dei vantaggi, del prestigio e dei servizi offerti (con quote di iscrizione molto simili alle nostre, o superiori). Un esempio fra tutti, la sezione benefit dell’American Psychological Association. E soprattutto, siamo ancora lontani dal recepire un modello di offerta di servizi ispirato a metodologie attuali e innovative: appena parli di servizi, i vari consiglieri più o meno sindacali ti obiettano che “offrire servizi costa”. Vai a spiegargli che il commercio segue regole particolari, che possiamo sfruttare grazie al fatto che siamo in tanti. Vai a spiegargli che il sindaco di Fontaniva, paesino nel profondo nord della provincia di Padova, ha offerto ai suoi cittadini crociere a metà prezzo (risparmio netto: 300.00 euro a persona) senza spendere un euro delle casse comunali, solo perché con un migliaio di clienti ha potuto trattare con la società che ha venduto i viaggi. Vagli a spiegare che AltraPsicologia offre ai suoi iscritti una convenzione con una rete di commercialisti che offrono la gestione amministrativa e fiscale piena a 600,00 euro l’anno (300 euro di risparmio), solo perché garantisce una quota fissa di clienti. Lo ripetiamo: il nostro scopo è restituire in servizi quanto spendiamo ogni anno per la quota di iscrizione, il tutto senza aggravio di spesa per l’Ordine. T come Trolley. Non l’abbiamo inventata noi, questa notizia che riportiamo dalla discussione pubblica in una mailing list: un candidato per l’Ordine Sicilia avrebbe assistito all’arrivo di candidati con un trolley pieno di schede elettorali votate e autenticate, poi consegnate al seggio come “voti postali con raccomandata a mano consegnata da terzi”. Inutile dire che l’idea del trolley ha riscosso molto successo, e i candidati si sono aggiudicati come premio la poltrona di consiglieri. Qualche buontempone sostiene che la procedura sia irregolare… irregolare? Ma non vorrete davvero paragonare l’eleganza del trolley alle squallide urne elettorali imposte dalla tradizione? U come Ufficio Stampa. Uno dei punti nodali del nostro programma, orientato a comunicare la nostra professione alla gente. Qualche tradizionalista sostiene che dovrebbe essere la gente a comunicare con noi, come si usava ai tempi di Freud, quando i pazienti lo chiamavano Signor Professore e lo cercavano da tutta l’Europa. Un vero peccato che nel frattempo le cose siano un po’ cambiate, e oggi la professione richieda attenzione all’immagine pubblica, promozione e informazione corretta sulla psicologia e sugli psicologi, vigilanza sulle notizie scorrette nei media e un’attenzione a spiegarci meglio con la gente… V come Voto Postale: mai come questa volta la legge è un’opinione. Si va dalle regioni in cui i candidati hanno portato a mano i propri voti e quelli dei loro 800 sostenitori, a quelle in cui il voto postale è ammesso solo dopo l’esame del DNA. Il tutto sotto l’egida interpretativa degli avvocati dei vari Ordini, ciascuno con un parere diverso, e un CNOP che sceglie la soluzione salomonica di permettere di tutto e di più, lasciando ai singoli ordini la scelta se avvalersi o meno dei metodi più disinvolti. Inutile dire che tutto ha un prezzo: in Veneto, il rigore della metodologia ha garantito la regolarità del voto, ma le schede arrivate regolarmente per posta sono state pochissime, circa 300. Z come Zanon Federico, Vecchia Stefania, Galiazzo Anna. I candidati di AltraPsicologia per l’Ordine Veneto. La lista completa con cui ci presentiamo alle elezioni per il rinnovo del consiglio dell’Ordine Veneto, il programma e tutte le informazioni su: www.psicologiveneto.it Si fa presto trasparenza... a dire Gli Ordini e la comunicazione agli iscritti Si fa presto a dire trasparenza… prove di accessibilità al bilancio sui siti web degli Ordini In questi giorni tutti parlano di bilanci, di trasparenza, di comunicazione. Il bilancio degli Ordini Regionali, questo sconosciuto (ma quanti colleghi lo leggono?) generalmente viene inviato con i vari bollettini informativi cartacei. Il bilancio di un ente pubblico è anch’esso pubblico. Non per gli iscritti, ma per tutti: significa che qualunque cittadino inteerssato deve potervi accedere facilmente. Ma per noi comunicazione e trasparenza significa una cosa sola: reperire l’informazione cercata nel più breve tempo possibile, possibilmente in meno di un minuto. Abbiamo fatto questa prova per voi: sito per sito, abbiamo passato in rassegna gli Ordini Regionali alla ricerca del loro bilancio, utilizzando la funzione “cerca nel sito”, e abbiamo stilato questa super-classifica di qualità della comunicazione. PROMOSSI: BILANCIO PRESENTE, AGGIORNATO E FACILMENTE RAGGIUNGIBILE Ordine Psicologi di Trento: in testa alla nostra hit parade! link al bilancio preventivo 2010 visibilissimo in alto nella home page, esemplare trasparenza e dieci secondi netti per trovarlo e accedere! Ordine Psicologi Emilia Romagna: in trenta secondi circa, accediamo attraverso la funzione “cerca” a tutti i bilanci, ordinati per anno fino al preventivo 2009. Nella stessa pagina, diverse delibere pubblicate. Un esempio di trasparenza e comunicazione virtuosa. Ordine Psicologi Toscana: Bilancio preventivo 2009 trovato in circa trenta secondi attraverso la funzione “cerca”, anche se la grafica non è molto chiara. Ordine Psicologi Molise: grafica essenziale, quasi scarna, e tre voci al link del consiglio, una delle quali è il bilancio. Entrando, l’elenco dei bilanci aggiornato fino al consuntivo 2008. Ottima l’accessibilità, un po’ meno l’aggiornamento. RIMANDATI: BILANCI PRESENTI MA DIFFICILI DA CONSULTARE/TROVARE Ordine Psicologi Veneto: mi preme particolarmente, perché è l’Ordine in cui sono iscritto. Ma i bilanci non sono visibili attraverso la funzione “cerca”, si trovano pubblicati nei bollettini scaricabili dalla home page. Un meccanismo complicato per accedere ad informazioni essenziali per gli iscritti… e per fortuna c’è una commissione internet! Ordine Psicologi Piemonte: non abbiamo trovato la funzione “cerca”, ma i bilanci sono accessibili con una ricerca di circa un minuto fra i link del sito. Il problema è che sono stati pubblicati soltanto fino al 2007, e saremmo nel 2010… rimandato, ma meriterebbe una sonora bocciatura! Ordine Psicologi delle Marche: bilancio aggiornato al preventivo 2008 accessibile in modo agevole. Manca lo storico dei bilanci e l’aggiornamento è insufficiente, ma almeno ci hanno provato… BOCCIATI: NESSUNA TRACCIA DEI BILANCI Ordine Psicologi Lombardia: molte informazioni interessanti, fra cui l’area per i cittadini, ma nessuna traccia del bilancio. Ordine Psicologi Sicilia: bilanci impossibili da trovare con una ricerca rapida fra le pagine (manca la funzione “cerca”). Probabilmente scorrendo i bollettini (pubblicati in formato .pdf) qualcosa si sarebbe trovato, ma a nostro parere il bilancio richiede una pubblicazione a parte. Una considerazione sull’aspetto del sito, che ricorda certi videogame degli anni ’80: la grafica web ha fatto passi da gigante, oggi con qualche programmino gratuito si ottengono risultati certamente migliori di quello che abbiamo visto, perché non provare? Ordine Psicologi Lazio: Sito di ottima qualità, aggiornato e ricco di informazioni normative e istituzionali. Ma dell’attività del consiglio rimane pubblico soltanto l’ordine del giorno delle sedute, e i bilanci sono introvabili. Ordine Psicologi Liguria: grafica scarna, sito lento, nessuna traccia del bilancio o delle delibere. Ordine Psicologi Friuli Venezia Giulia: bilancio introvabile con la funzione “Cerca” e con la ricerca fra le pagine del sito. Sarà per la prossima volta… Ordine Psicologi Sardegna: un bel sito, aggiornato e rinnovato. Peccato per il bilancio, non disponibile in area pubblica, forse presente in area riservata (dove rimanda la funzione “cerca”). Ordine Psicologi Puglia: il sito è piacevole ma poco curato, con molte sezioni vuote. La funzione “cerca” non trova nulla alla voce bilanci. Per curiosità spulciamo fra i tre bollettini notiziari pubblicati in .pdf nel 2009, alla ricerca dei bilanci: non troviamo nulla. Ordine Psicologi Umbria: non abbiamo trovato i bilanci, ma c’è una sezione accessibile dalla home page in cui sono pubblicate le consulenze e i compensi versati dall’Ordine, in ottemperanza alla normativa per gli enti pubblici largamente disattesa. Ma non basta, l’informazione economica non si esaurisce così. sulla gestione Per il resto, grafica molto migliorabile ma contenuti interessanti e una sezione dedicata al cittadino. Ordine Psicologi Abruzzo: bella grafica, carino il pensiero di pubblicare gli enunciati di accessibilità, peccato che poi nella pratica non si riesca a trovare traccia dei bilanci… Ordine Psicologi Bolzano: interamente in tedesco, manca la versione in italiano… che sia un messaggio subliminale all’Italia? BOCCIATI CON NOTA DI DEMERITO: il vizietto dell’ex-sindacato… Ordine Psicologi Valle d’Aosta: del bilancio nessuna traccia, delle delibere neppure, nonostante il link in bella vista. In compenso, una sezione ENPAP che riporta una comunicazione che racconta dei successi del gruppo di maggioranza, vantando provvedimenti che non sono ancora stati approvati. A questo si aggiunge, nella sezione “link utili”, il link al sito dell’AUPI, ex-sindacato degli psicologi in maggioranza all’Ordine Valle d’Aosta, e nessun’altro ai siti delle associazioni di categoria. Pessimo esempio di uso improprio dello spazio pubblico e istituzionale dell’Ordine: dobbiamo essere noi a ricordare che il sito web pagato dagli iscritti deve riportare informazioni imparziali e dare voce a tutti? Ordine Psicologi Basilicata: il sito ha un aspetto molto gradevole, ma i bilanci sono irreperibili. Peccato per i link utili: figurano l’ENPAP, il Ministero della Salute, l’APA, l’Ordine nazionale e infine… l’AUPI. Certo che paragonare APA e AUPI… Ordine Psicologi della Calabria: nessuna traccia del bilancio, e un uso scorretto dello spazio web pubblico degli iscritti. Infatti, nella sezione link campeggia in formato gigante il logo dell’ex-sindacato AUPI, e nessun’altro link alle associazioni di categoria. Pessimo esempio di pluralità: l’ordine non è una proprietà privata. Ordine Psicologi Campania: niente di niente… cerca, linka, ricerca, ma dei bilanci nessuna traccia. E nemmeno delle delibere, e delle news. In compenso, molte notizie elettorali, segno che al rinnovo del contratto ci si rivitalizza! Nell’area link, il banner dell’AUPI è presente addirittura due volte… pessima iscritti. gestione dello spazio web pagato dagli Conclusioni… Quattro promossi a pieni voti, con una nota di merito per l’Ordine Emilia Romagna. Tre rimandati, ma di fatto solo in Veneto il bilancio è pubblicato in area non riservata, sebbene sia raggiungibile con difficoltà. Quattordici bocciature, ben quattro con nota di demerito per uso improprio dell’area link, ma potrebbero esserci sfuggiti altri abusi. Il segno che la comunicazione e la trasparenza sono optional ancora poco quotati fra gli ordini regionali… e che permane in alcuni casi una certa mentalità feudale, per cui se sono in maggioranza all’Ordine posso fare pubblicità gratuita alla mia associazione, escludendo tutte le altre. Altro che cultura, scienza, comunicazione, respiro internazionale… in quattro regioni stiamo ancora fermi al medioevo, con le insegne del signorotto locale sulle carrozze e sulle case dei contadini! Federico Zanon Meglio l’Ordine custode l’Ordine libraio? o Meglio l’Ordine custode o l’Ordine libraio? Un dilemma con una soluzione. Albi ed ordini (def. Wikipedia): il concetto di albo è in qualche modo legato al concetto di Ordine (…). Per “Ordine professionale” si intende l’istituzione, ovvero un ente organizzato e istituito per legge, a cui lo Stato ha affidato il compito di tenere aggiornato l’albo e di tutelare la categoria professionale e il codice deontologico. E’ piuttosto evidente che la funzione dell’Ordine sia quindi legata ad una funzione prioritaria di tutela della professione, dall’interno e dall’esterno. Se nel primo caso lo espleta attraverso il codice deontologico, sanzionando le violazioni dello stesso fino alla possibilità di essere “radiati”, nel secondo caso, ovvero le relazioni tra il “dentro” e il “fuori” rappresentano forse la funzione primaria dell’Ordine stesso. Nessuno si domanda, nessuno eccepisce suo fatto che al principio di ogni seduta del Consiglio di un Ordine si approvi con un voto pro-forma l’ingresso di coloro i quali abbiano dimostrato di avere i requisiti per essere a tutti gli effetti, psicologi. La ragione è che questo è il compito essenziale dell’ordine: verificare i requisiti, e decidere chi è dentro o fuori dalla categoria. Il che ha profonde implicazioni, consentendo di eseguire degli “atti tipici” che non sono stati ben specificati nella legge 56/89 che ormai ha compiuto venti anni ma che esistono eccome. E. va da sé, di escludere dall’esercizio di tali atti coloro i quali non hanno potuto iscriversi all’Albo degli Psicologi perché ritenuti in difetto dei requisiti richiesti (laurea, tirocinio, esame di Stato). Si badi bene, perché la cosa è importante. Essere abilitati ad esercitare non c’entra con la bravura o capacità del professionista. Si pensi ad uno Zelig di Woody Allen, ovvero ad un soggetto che si sveglia ogni mattina con una diversa identità e pretenda di operare qualcuno, di redigere un atto notarile o di difendere un imputato. La questione non sarà mai se questo soggetto sia più o meno bravo di un chirurgo, un notaio, un avvocato: semplicemente, non lo potrà fare. Gli Ordini sono accusati di protezionismo proprio perché costituiscono un limite al libero mercato. Ecco che, se posso permettermi presenta innanzi a tutto come una una magica porta, di una linea di chi è, nello specifico, psicologo chi non lo è. una metafora, l’Ordine si sorta di potente custode di confine ideale che sancisce -e fa cosa da psicologo-, e La difficoltà di tutelare l’iscritto da tutti coloro che abusivamente fanno cose “da psic” viene spesso addotta a giustificazione del non-agire verso tutti i coach, pedagogisti clinici, counsellor, maghi e quant’altro possa permettere una vicinanza alla professione psicologica e dunque una sostituzione dello psicologo con figura analoga. Ora, direi che chi trova difficile, troppo difficile e quindi non se la sente di esercitare questo ruolo di tutela, o chi ne ha avuta la possibilità e il dovere di fare tutela ed è venuto meno a questo dovere può senza ombra di dubbio dedicarsi a fare altro nella vita. A meno di rimettere in discussione una funzione centrale, “core”, dell’Ordine. Io trovo che l’iscritto abbia il diritto sacrosanto di pretendere la certezza che il proprio Ordine regionale faccia tutto il possibile per evitare che il proprio ruolo sia soppiantato da un soggetto privo di titolo. Gli strumenti per la tutela infatti, ci sono eccome. Vi è ad esempio la legge, la 348 c.p. che punisce l’esercizio abusivo di professione. E’ certo difficile -ma non impossibile- da applicare. E poi, facendo un passo indietro, non si diceva che per chi gestisce un Ordine rinunciare alla tutela non può essere un’opzione, ma un atto dovuto? Mi pare del tutto apprezzabile apprendere che l’Ordine si è ritenuto danneggiato, e si è dunque costituito parte civile nel procedimento contro tale Dr. Abela, naturopata condannato per esercizio abusivo della professione di psicologo. Purtroppo tutto questo avviene in una regione diversa dalla nostra, l’Emilia-Romagna. Quante volte l’Ordine lombardo si è costituito parte civile in procedimenti analoghi? Non mi risulta sia avvenuto. Mai. Vi è inoltre la possibilità di campagne mirate di informazione e promozione che diventano immediatamente anche tutela della nostra professione. Personalmente, lavorando in area scolastica, mi è capitato di scoprire che lo sportello di ascolto psicologico fosse gestito da un counsellor, o da un religioso, o da un volontario privo di qualifica. Cosa accadrebbe se i dirigenti delle scuole superiori lombarde ricevessero un’informativa sulla prerogativa psicologica della cura del disagio presso gli adolescenti? Che non troppo casualmente faccia riferimento al fatto che qualunque soggetto non titolato che esegua interventi psicologici sui ragazzi costituisce un reato… commesso tra le mura scolastiche? Altro esempio. Cosa dire delle scuole di psicoterapia che formano counsellor non laureati in psicologia, realtà rispetto alla quale l’Ordine lombardo non agisce? Qui si tratterebbe di colleghi psicologi che creano un danno alla categoria, configurando anche la possibilità di sanzioni interne. Invece, tutto tace sulla tutela della professione in Lombardia. L’Ordine Lombardia che conosco somiglia più ad una fabbrica di convegni e congressini, spesso poco interessanti. Con cadute di stile che lasciano intravedere una interpretazione del mandato dell’Ordine molto lontana dalla sua mission. Si è visto in un passato neppure troppo lontano un Ordine che costruiva fondazioni interne per offrire formazione. Peggio: si è visto anche l’Ordine editore, ovvero l’Ordine che pubblica libri. Il che potrebbe avere anche una funzione culturale, salvo che tale funzione è già ampiamente assolta dalle… case editrici! Tutti sanno che se un libro viene pubblicato o no questo dipende dall’interesse che si ritiene possa suscitare. Se ad esempio, spinto da un’insana e solipsistica passione per la botanica scrivo una storia dei muschi e dei licheni è probabile che dovrò pagarmi la pubblicazione per poi costringere qualche amico a leggerlo, o se ne ho la possibilità, una povera classe di studenti universitari a studiarlo in quanto programma d’esame. Ma l’Ordine Psicologi della Lombardia non può più confondersi con un editore o con un’agenzia di formazione, e dimenticarsi del suo ruolo primario. Di custode di un libro su cui ci sono i nostri nomi e il sudore di una formazione lunga e difficile. La voce degli psicologi? Un disturbo per gli Ordini La democrazia si basa sul fondamentale assunto della rappresentanza, secondo il quale i rappresentanti eletti portano avanti, attraverso il lavoro istituzionale, le istanze dei cittadini che rappresentano. Uno dei più gravi rischi per la democrazia è lo scollamento tra i governanti e i cittadini che li hanno votati. Chi ricopre ruoli di potere, con un preciso mandato, può dimenticare che parla ed agisce in nome e per conto di chi l’ha eletto proprio portavoce. Succede, nei casi più eclatanti, che i cittadini manifestino a gran voce la loro volontà, chiedendo ai politici, cui sono legati dal patto democratico, di veicolarle attraverso il loro ruolo ai decisori, e che i rappresentanti invece perseguano altri obiettivi, ignorando le istanze della base. L’esito paradossale può essere addirittura che i governanti non solo non tengano conto della voce della base, ma la svalutino, la denigrino e la disprezzino. Si realizza così il rovesciamento della democrazia, la rottura del patto. Inoltre, non sempre questo gravissimo sovvertimento delle regole democratriche è così palese. I rappresentanti contano infatti su un’arma segreta, da loro custodita con cura: l’ignoranza dei cittadini che rappresentano. Se le persone non conoscono, non capiscono, non possono valutare, non hanno gli strumenti per esprimere la loro opinione ed opporsi. Così i politici possono agire indisturbati, nei palazzi del potere, senza doversi confrontare con l’indignazione dei cittadini. E’ quanto è successo con la proposta di legge sulla psicoterapia convenzionata e il famigerato emendamento sulla diagnosi psicologica. Altra Psicologia e la mailing list orizzonti psy hanno promosso una petizione che ha raccolto più di 13000 firme. Attraverso la petizione gli psicologi hanno voluto far sentire la loro voce e chiedere ai loro rappresentanti (gli ordini regionali e il CNOP) di portare avanti le loro richieste. L’adesione straordinaria alla petizione, sia in termini del numero assoluto dei firmatari, sia rispetto alla presenza di colleghi che vantano un profilo professionale di eccellenza, dimostra quanto fosse forte per gli psicologi la necessità di trovare espressione. Ebbene, i rappresentanti degli psicologi, tranne rare e tardive eccezioni, non hanno ritenuto la petizione, ovvero l’espressione della volontà dei cittadini che rappresentano, degna di nessuna attenzione. Non l’hanno pubblicizzata, non hanno informato in merito, nonostante le numerose sollecitazioni a loro giunte. La motivazione addotta è stata che la petizione ha disturbato la commissione parlamentare che si occupa della proposta di legge e il loro stesso lavoro istituzionale. La voce degli psicologi che rappresentano e che li hanno votati è per questi signori un disturbo. Le figure istituzionali degli ordini hanno addirittura chiesto scusa ai componenti della commissione parlamentare che discute sulla proposta di legge per il fastidio arrecato dalla petizione e dalle comunicazioni inviate dagli psicologi. L’opinione di 13000 colleghi è stata ritenuta una puerile intemperanza, un’inopportuna interferenza, un intervento fuori luogo. Ma molti colleghi non si sono accorti di nulla. Altra Psicologia ha ricevuto diverse mail che testimoniano la supposizione da parte dei colleghi che la petizione fosse stata appoggiata o addirittura promossa dagli ordini! I politici della professione si sono infatti guardati bene dall’offrire informazioni complete e tempestive. In questo modo si è ingenerato un equivoco: mentre alcuni psicologi pensavano di essere stati supportati dai loro ordini, erano invece stati ignorati, svalutati e trattati paternalisticamente da rappresentanti che chiedevano scusa per le loro azioni impudenti! L’agire delle figure istituzionali è motivato da un’opinione spesso espressa dal presidente di uno degli ordini regionali: l’opportunità di non dare informazioni agli iscritti per non correre il rischio di allarmarli (!). La logica sottesa è che solo chi guida gli ordini sappia cosa è bene per gli psicologi, addirittura meglio di loro stessi. In questa asserzione si unisce una visione della comunicazione di tipo antidemocratico e demagogico (meglio che il popolo poco sappia, per portarlo dove vuole il regime) ad una visione delle persone paternalistica e autoritaria (le persone non sono in grado di valutare e decidere responsabilmente, ma hanno bisogno di un potere forte che sa quale è il loro bene e le guida). Riteniamo invece doveroso informare con continuità e tempestività i colleghi, perché attraverso le informazioni cui hanno accesso possano sviluppare una propria idea sulle questioni di politica professionale, che li riguardano direttamente, e possano manifestare liberamente le proprie posizioni. Regolamento interno per il funzionamento dell'Ordine degli Psicologi ORDINE DEGLI PSICOLOGI Consiglio Nazionale REGOLAMENTO INTERNO PER IL FUNZIONAMENTO DELL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI Deliberazione CNOP 5 aprile 2003 ——– Modificato a seguito dell’approvazione del Regolamento di Contabilità (approvato dalla Ragioneria dello Stato) del 5 marzo 2005 art. 28, comma 6, lettera a) della Legge 18 febbraio 1989, n. 56 Art. 1 Definizioni 3 Art.2 Della elezione delle cariche. 3 Art. 3 – Del Consiglio. 4 Art. 4 – Convocazione su richiesta dei consiglieri 4 Art. 5 – Formalità della convocazione. 4 Art. 6 – Delle sedute. 4 Art.7 – Delle deliberazioni 5 Art.8 – Organizzazione interna. 5 Art.9 – Commissioni 6 Art.10 – Gruppi di lavoro. 6 Art.11 – Il Presidente. 7 Art.12 – Vice Presidente. 7 Art.13 – Segretario. 7 Art.14 – Tesoriere. 7 Art.15 – Indennità per i consiglieri 8 Art.16 – Trattamento economico di missione. 8 Art.17 – Documentazione. 9 Art.18 – Anticipazioni 9 Art. 19 – Contratti – Norme generali*. 9 Art. 20 – Deliberazione a contrattare*. 10 Art. 21 – Commissione per i contratti 10 Art. 22 – Asta pubblica*. 10 Art. 23 – Licitazione privata*. 10 Art. 24 – Svolgimento delle gare*. 11 Art. 25 – Criteri di aggiudicazione dell’asta pubblica e della licitazione privata*. 11 Art. 26 – Appalto-concorso*. 11 Art. 27 – Trattativa privata*. 12 Art. 28 – Stipulazione ed approvazione dei contratti*. 12 Art. 29 – Collaudo dei lavori e delle forniture*. 13 Art. 30 – Cauzione*. 13 Art. 31 – Penalità*. 13 Art. 32 – Lavori e spese in economia*. 13 Art. 33 – Esecuzione dei lavori in economia*. 14 Art. 34 – Provviste in economia*. 14 * Articoli abrogati il 5/03/05 a seguito dell’approvazione del nuovo Regolamento di Contabilità. FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO NAZIONALE Art. 1 Definizioni Ai fini del presente regolamento, si intende per: a) b) Legge, la legge 18 febbraio 1989, n.56; Consiglio, il Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi; c) Presidente, il Presidente del Consiglio; d) Consigliere, il componente del Consiglio; e) Segretario, il Segretario del Consiglio; f) Segreteria, gli uffici amministrativi del Consiglio; g) Seduta, l’adunanza dei consiglieri convocata ai sensi della Legge e del presente regolamento per l’esercizio delle funzioni di cui all’art.28, comma 6, della Legge; h) O.d.g., ordine del giorno; Art.2 Della elezione delle cariche Il Consiglio, nella sua seduta di insediamento, provvede alla elezione del Presidente, del Vice Presidente, del Segretario e del Tesoriere. La seduta è valida se Consiglieri in carica ed anziano di età. Svolge le il Consigliere più giovane è presente la maggioranza dei è presieduta dal Consigliere più funzioni di Segretario della seduta per età. Per l’elezione delle cariche si procede a votazioni separate. Il Segretario provvede a predisporre e consegnare, unitamente ad una penna di identico colore, le schede di voto con i nominativi dei Consiglieri. Sul frontespizio della scheda, che reca il timbro dell’Ordine con la sigla del Presidente della seduta, sono in ragione delle cariche da eleggere riportate le seguenti diciture: “Elezione del Presidente”, “Elezione del Vicepresidente”, “Elezione del Segretario” e “Elezione del Tesoriere”. La prima elezione è quella del Presidente e successivamente, nell’ordine, si svolgono quella del Vicepresidente, quella del Segretario e quella del Tesoriere. Per procedere alla votazione successiva è necessaria la proclamazione dell’eletto di quella precedente. Le operazioni di spoglio sono effettuate dal Presidente e dal Segretario della seduta. Per le elezioni, nelle prime tre votazioni è necessario il voto favorevole della metà più uno dei Consiglieri in carica; per le altre votazioni è richiesta la maggioranza dei voti validi dei Consiglieri in carica. In tali ultime votazioni ai fini del computo del quorum deliberativo non si calcolano le schede bianche, i voti nulli e le astensioni. Qualora la prima seduta sia dichiarata deserta per la mancanza del numero legale, spetta al Consigliere più anziano per età tra i presenti darne immediata comunicazione al Ministro della Giustizia. Art. 3 – Del Consiglio Il Consiglio è convocato dal Presidente almeno una volta ogni sei mesi e, comunque, ogni volta che se ne presenti la necessità o quando sia chiesto da almeno un terzo dei consiglieri. Il Consiglio è regolarmente costituito se sono presenti la maggioranza dei consiglieri in carica e il quorum deve essere raggiunto non oltre sessanta minuti dall’ora di convocazione. I singoli consiglieri, nella loro qualità di Presidenti di Consigli Regionali, possono essere sostituiti a tutti gli effetti, in caso di impedimento, dal rispettivo Vice Presidente. Il quorum deve essere mantenuto nel corso della seduta. In caso almeno due Consiglieri ne chiedano la verifica, il Presidente ove ne constati la carenza può sospendere la seduta per non oltre trenta minuti. Ove il quorum non venga raggiunto, la seduta è conclusa. Art. 4 – Convocazione su richiesta dei consiglieri La richiesta di convocazione indica gli argomenti da porre all’Ordine del giorno. Il Presidente fissa la seduta, che in ogni caso deve essere tenuta entro quarantacinque giorni dalla data di ricezione della richiesta medesima. Art. 5 – Formalità della convocazione Il Consiglio è convocato dal Presidente mediante avviso trasmesso al domicilio, che i Consiglieri hanno a tal fine eletto in occasione dell’insediamento, almeno 10 giorni prima di quello fissato per la seduta. L’avviso contiene l’indicazione del giorno e dell’orario della seduta nonché la sede e l’O.d.G. E’ spedito a norma mediante e-mail, ovvero raccomandata con ricevuta di ritorno, ovvero altro mezzo documentabile. Il fascicolo con quanto di utilità ai fini della discussione dell’O.d.G. è depositato presso la Segreteria almeno sei giorni prima della data di seduta ed è trasmesso ai Consiglieri entro le quarantotto ore immediatamente precedenti la seduta. L’O.d.G. può essere modificato entro 7 giorni prima del Consiglio, oppure, all’unanimità dei Consiglieri in carica all’inizio della seduta. Tuttavia in tale ultima ipotesi ciascuno dei Consiglieri può opporsi alla discussione degli argomenti sui quali non si ritenga sufficientemente informato. Art. 6 – Delle sedute Le sedute sono presiedute, nell’ordine, dal Presidente, dal Vice Presidente ovvero dal Consigliere più anziano per età. Su proposta di un terzo dei Consiglieri presenti ovvero del Presidente, il Consiglio può modificare la successione dei punti in discussione dell’O.d.G. Prima di procedere alla votazione, il Presidente concede la parola a uno dei Consiglieri che si dichiara contrario. Il Presidente, o un suo delegato, introduce gli argomenti all’O.d.G. I Consiglieri comunicano al Segretario, che ne prende nota in ordine cronologico, l’intenzione di intervenire nella discussione nonché presentano gli emendamenti alla proposta di deliberazione. Il Presidente dà la parola a ciascun Consigliere per non più di cinque minuti e per non più di due volte sullo stesso punto all’O.d.G. Ciascun Consigliere può chiedere al Presidente la parola per richiamo al Regolamento. Al termine della discussione, il Presidente pone ai voti la proposta di deliberazione, che è formulata in modo chiaro e preciso, nonché gli eventuali emendamenti. Prima della votazione, il Tesoriere si esprime sulla copertura e conformità al bilancio delle proposte di deliberazione. Il Consigliere che ha, per sé o per conto di terzi, un interesse in conflitto con quello del Consiglio deve dichiararlo e astenersi all’esercitare il voto. Le deliberazioni sono assunte a maggioranza dei dei consiglieri presenti. Il Presidente vota per caso di parità prevale il suo voto. Ai fini del quorum deliberativo non si calcolano le schede voti nulli. voti validi ultimo e in computo del bianche e i Il verbale è sottoscritto dal Segretario e dal Presidente ed è trasmesso in copia ai Consiglieri con la convocazione della seduta immediatamente successiva. L’approvazione del verbale è posta al primo punto dell’O.d.G. Il verbale è redatto in forma sintetica e contiene: a) Il nominativo dei presenti e degli assenti; b) il luogo, la data, l’ora d’inizio e la convocazione; c) in la sintesi della discussione e l’esito della votazione ordine alle deliberazioni, con l’indicazione degli assenzienti, dissenzienti ed astenuti; d) le dichiarazioni richieste dai Consiglieri in sintesi. Art.7 – Delle deliberazioni Le deliberazioni, con la firma del Presidente e del Segretario, sono immediatamente esecutive, sono numerate progressivamente per ogni anno e conservate in apposito Libro delle deliberazioni. Art.8 – Organizzazione interna Al fine di assicurare un più efficace ed efficiente esercizio delle funzioni stabilite all’art.28, comma 6, della Legge il Consiglio può costituire: a) commissioni istruttori; composte da Consiglieri, con compiti b) gruppi di lavoro composti da Consiglieri e/o esperti, con compiti di studio. Art.9 – Commissioni 1. La Commissione è composta da tre a cinque Consiglieri e viene nominata dal Consiglio che ne individua anche il Coordinatore. Il Consiglio può altresì delegare la Commissione a provvedere alla nomina del Coordinatore nella prima seduta della Commissione stessa. 2. In sede di prima applicazione, sono costituite le seguenti Commissioni, che in ogni caso possono essere modificate con deliberazione dal Consiglio: a) Commissione cultura, aggiornamento, formazione ed accreditamento; b) Commissione deontologica e tutela della professione; c) Commissione giuridico-istituzionale; d) Commissione per il tariffario e lo sviluppo della professione; e) Commissione per i contratti; f) Osservatorio sul Codice Deontologico, che in deroga a quanto previsto al comma 1 del presente articolo, può anche prevedere tra i propri componenti, oltre ai Consiglieri chiamati a farne parte, sino ad altri 4 esperti di tale materia. 3. Il Consiglio dà le direttive e approva il programma delle sedute delle Commissioni; può delegare il Presidente alla loro convocazione in funzione dell’o.d.g. del Consiglio medesimo. 4. La Commissione è convocata dal Presidente, sentito il Coordinatore, mediante avviso trasmesso al domicilio dei Consiglieri almeno 10 giorni prima di quello fissato per la seduta. L’avviso contiene l’indicazione del giorno e dell’orario della seduta nonché la sede e l’O.d.G. E’ spedito a norma mediante e-mail, ovvero raccomandata con ricevuta di ritorno, ovvero altro mezzo documentabile. 5. Alla seduta della Commissione possono intervenire, senza diritto di voto, il Presidente, il Vice-Presidente, il Segretario e il Tesoriere. Per tale partecipazione sono riconosciuti alle 4 cariche i relativi gettoni di presenza. Della seduta è redatto verbale in forma sintetica. La Commissione si determina a maggioranza dei voti validi. 6. La Commissione trasmette alla Segreteria le risultanze dei lavori e nomina il relatore che riferisce al Consiglio, dando anche conto delle valutazioni dei Consiglieri dissenzienti. Art.10 – Gruppi di lavoro Il Gruppo di lavoro è coordinato da un Consigliere individuato di norma dal Consiglio, ed è costituito da Consiglieri e/o Esperti incaricati, a seguito della stipula di contratto d’opera intellettuale, dal Consiglio stesso. Si applicano al riguardo i commi 1, 3, 4, 5 e 6 dell’art.9 del presente Regolamento. Art.11 – Il Presidente Al Presidente spetta la rappresentanza dell’Ordine. Il Presidente esercita le attribuzioni conferitegli dalla Legge nonché da altre norme e dal Consiglio nel rispetto delle disposizioni del presente Regolamento. Il Presidente, con l’ausilio del Segretario, cura la predisposizione degli atti necessari per l’esame degli argomenti posti all’o.d.g.; provvede all’esecuzione delle deliberazioni del Consiglio e dirige l’attività degli uffici, anche avvalendosi dei Consiglieri. Il Presidente può, in caso di urgenza e necessità, adottare atti di spesa, da sottoporre a ratifica del Consiglio, purché di importo non superiore a quello stabilito annualmente dal Consiglio medesimo in sede di approvazione del bilancio. In sede di prima applicazione, l’importo è stabilito in 10.000 euro. Art.12 – Vice Presidente Spetta al Vice Presidente sostituire il Presidente in caso di assenza o impedimento ovvero su delega di quest’ultimo. Art.13 – Segretario Spetta al Segretario coadiuvare il Presidente nell’esercizio delle attribuzioni di cui all’art.11 e in particolare la tenuta dei verbali e dei libri delle deliberazioni nonché degli archivi del Consiglio. E’ il responsabile del trattamento dei dati personali del Consiglio, fatto salvo quanto previsto all’articolo successivo. Art.14 – Tesoriere Spetta al Tesoriere l’esecuzione delle deliberazioni del Consiglio in materia di spese ed entrate, la tenuta delle scritture nonché la predisposizione dei bilanci e delle relative relazioni. Unitamente al Segretario presiede alla rilevazione dei costi e alla attuazione del sistema di contabilità. AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ Art.15 – Indennità per i consiglieri 1. Per la partecipazione alle sedute ai Consiglieri spetta l’indennità di cui alla unita tabella A. 2. Per l’espletamento di incarichi di rappresentanza ovvero nell’interesse del Consiglio Nazionale, svolti su mandato del Consiglio medesimo ovvero del Presidente, ai consiglieri spetta l’indennità di cui alla unita tabella B. 3. Per l’espletamento degli incarichi di Presidente, VicePresidente, Segretario e Tesoriere spetta l’indennità di cui alla unita tabella C. 4. L’adeguamento delle indennità di cui alla unite tabelle A, B e C sono deliberate dal Consiglio e sottoposte a parere del Ministero della Giustizia. 5. Non è consentito il cumulo delle indennità di cui al comma 1 e 2 nella stessa giornata. In ogni caso, per ogni giornata di espletamento del mandato ai consiglieri non possono essere erogate, per le indennità di cui ai commi 1, 2, e 3 somme di denaro per un importo complessivo superiore a quello dell’indennità maggiore, nel rispetto dei trattamenti economici delle rispettive cariche. Art.16 – Trattamento economico di missione. 1. Ai consiglieri domiciliati in località diversa da quella nella quale è stata convocata la seduta ovvero si svolge il mandato di cui all’art.15, commi 1, 2 e 3 compete il rimborso a piè di lista delle seguenti spese: a) di viaggio; b) di trasporto; c) di vitto e alloggio; d) di uso del mezzo proprio ove consentito ai sensi del comma quarto del presente articolo. 2. Ai consiglieri domiciliati in località diversa da quella nella quale è stata convocata la seduta ovvero si svolge il mandato di cui all’art. 15, commi 1, 2 e 3 compete l’indennità di viaggio di cui alla unita tabella D. L’indennità sarà erogata sulla base di quanto dichiarato dal consigliere. 3. Lo stesso rimborso di cui al comma primo spetta ai delegati del Consiglio nonché alle personalità che partecipano ai convegni, congressi e manifestazioni promosse dal Consiglio nazionale. 4. Le missioni dei consiglieri devono avvenire facendo uso dei mezzi di trasporto pubblico, salvo quanto previsto dai commi 5 e 6 del presente articolo. 5. a) L’uso del mezzo proprio è consentito: sulla base di preventiva autorizzazione del Consiglio ovvero del Presidente nei limiti della delega; b) per il raggiungimento delle stazioni ferroviarie, aereomobili e marittime dal domicilio del consigliere. 6. limiti: Le spese di trasporto sono rimborsate nei seguenti a) aereo: costo del biglietto; b) ferrovia: costo del biglietto di 1^ classe, supplemento rapido e/o treno speciale, cabina letto singola di 1^ classe; c) nave: costo del biglietto di 1^ classe, cabina singola 1^ classe; d) taxi: spesa sostenuta; e) auto di proprietà: tariffa A.C.I. 7. Le prestazioni alberghiere sono rimborsate nei limiti della categoria a quattro stelle normale ovvero di altra categoria purché per una spesa effettiva non superiore a quella massima propria della categoria quattro stelle. Il rimborso spetta nella misura corrispondente al costo della stanza singola. La categoria di lusso è concessa in caso di accertata indisponibilità della categoria inferiore. Le spese accessorie sono ammesse nei limiti del dieci per cento del costo della prestazione alberghiera. 8. giorno e Il vitto è rimborsato nei limiti di due pasti al della prima colazione. Non sono ammesse compensazioni. 9. Ai consiglieri domiciliati nella località nella quale è convocata la seduta ovvero si svolge il mandato, di cui all’art. 15, commi 1, 2 e 3, compete il rimborso a piè di lista delle spese di cui al comma primo in quanto compatibili. 10. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche per le spese di viaggio, vitto, alloggio e trasporto sostenute dai consiglieri in occasione di missioni in Italia e all’estero dalle località nelle quali svolgono le sedute ovvero i mandati di cui all’art. 15, commi 1, 2 e 3. Ai consiglieri compete, altresì, l’indennità di cui al comma secondo. Art.17 – Documentazione 1. Il rimborso delle spese documentabili sostenute è richiesto mediante appositi moduli, cui sono allegati i titoli giustificativi in originale o in copia resa conforme dalla segretaria. 2. In caso di impossibilità di allegazione dei documenti originali, deve essere presentata fatturazione per l’ammontare corrispondente dalla quale risultano gli estremi del viaggio. Art.18 – Anticipazioni Per le missioni di cui all’art.16 il Consiglio può anticipare, oltre al biglietto di viaggio, una somma nei limiti della spesa presunta per trasporto, vitto e alloggio. Art. 19 – Contratti – Norme generali Ai lavori, agli acquisti, alle forniture, alle vendite, alle permute, alle locazioni ed ai servizi in genere che non sono oggetto di specifiche disposizioni di legge, si provvede con contratti di diritto privato preceduti da apposite gare aventi, di norma, la forma dell’asta pubblica o della licitazione privata ai sensi del presente regolamento. Il Consiglio delibera i limiti e le condizioni all’attività contrattuale, disponendo, in determinati casi, il ricorso all’appalto-concorso, alla trattativa privata o al sistema in economia. Art. 20 – Deliberazione a contrattare La deliberazione di addivenire alla stipulazione del contratto, la determinazione delle modalità essenziali di esso, la scelta della forma di contrattazione e l’approvazione del contratto stesso, nonché ogni altra determinazione in ordine alle attività precedenti, inerenti e susseguenti il contratto, sono di competenza del Consiglio. Art. 21 – Commissione per i contratti La Commissione per i contratti ha competenza istruttoria nello svolgimento delle procedure di evidenza pubblica. Essa è composta di diritto dal Tesoriere, che svolge le funzioni di coordinatore, nonché da due Consiglieri. Art. 22 – Asta pubblica L’asta pubblica è preceduta da avviso affisso presso la sede del Consiglio. Ad esso è data pubblicità secondo le procedure previste dalla normativa vigente, eventualmente integrate, ove opportuno, dal Consiglio. L’avviso è altresì pubblicato per estratto in due giornali quotidiani, di cui almeno uno a diffusione locale, almeno venti giorni prima di quello fissato per la gara. L’avviso deve contenere, oltre all’oggetto del contratto, le condizioni e prescrizioni per l’ammissione alla gara e per l’esecuzione del aggiudicazione. contratto, nonché i criteri di Art. 23 – Licitazione privata La licitazione privata ha luogo mediante l’invio alle ditte o persone ritenute idonee di un invito a presentare offerta firmata entro il giorno stabilito. La lettera d’invito contiene una sommaria descrizione dell’oggetto e delle condizioni generali e particolari del contratto nonché le modalità delle gare ed il criterio scelto in base al quale si procederà all’aggiudicazione. L’individuazione delle ditte spetta al Consiglio, che può a tal fine avvalersi di apposita commissione o gruppo di lavoro. Non possono essere invitati meno di tre soggetti. Art. 24 – Svolgimento delle gare Le gare per asta pubblica e per licitazione privata si svolgono a cura della Commissione di cui all’art.83 nel luogo, nel giorno e nell’ora stabilito dall’avviso d’asta o dalla lettera di invito. L’aggiudicazione è deliberata dal Consiglio, su conforme parere della Commissione. Il Consiglio ha tuttavia facoltà di deliberare motivatamente la non aggiudicazione. L’aggiudicazione può aver luogo anche in costanza di una sola offerta. Art. 25 – Criteri di aggiudicazione dell’asta pubblica e della licitazione privata Le aggiudicazioni avvengono, nei casi di asta pubblica e di licitazione privata, in base ai seguenti criteri: a) b) al prezzo più basso; a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa, valutabile in base ad elementi diversi, variabili a seconda della natura della prestazione, quali il prezzo, il termine di esecuzione o di consegna, il costo di utilizzazione, il rendimento, la qualità, il carattere estetico funzionale, il valore tecnico, il servizio successivo alla vendita e l’assistenza tecnica. In questo caso, i criteri che saranno applicati per l’aggiudicazione della gara devono essere menzionati nella lettera di invito, con precisazione dei coefficienti attribuiti a ciascun elemento. Art. 26 – Appalto-concorso E’ ammessa la forma dell’appalto-concorso quando il Consiglio ritenga conveniente avvalersi della collaborazione e dell’apporto di particolare competenza tecnica e di esperienza specifica da parte dell’offerente per l’elaborazione del progetto definitivo di opere, dei lavori o delle forniture. Le persone o ditte prescelte sono invitate a presentare nei termini, nelle forme e nei modi stabiliti dall’invito, il progetto dell’opera o del lavoro, corredato dei relativi prezzi, con l’avvertimento che nessun compenso o rimborso spese può essere comunque preteso dagli interessati per l’elaborazione del progetto o del piano. La decisione motivata, da parte della Commissione per i contratti, ha luogo in base all’esame comparativo dei diversi progetti, all’analisi dei relativi prezzi, tenuto conto degli elementi tecnici ed economici delle singole offerte. Qualora i progetti presentati non risultino rispondenti alle esigenze del Consiglio, la Commissione può proporre al Consiglio medesimo che venga indetto un nuovo appalto-concorso con l’eventuale adozione di nuove prescrizioni. Art. 27 – Trattativa privata Il ricorso alla trattativa privata è ammesso: a) quando, per qualsiasi motivo, l’asta pubblica o la licitazione privata sia andata deserta; b) quando l’urgenza degli acquisti, dei lavori e delle forniture di beni e servizi –dovuta a circostanze imprevedibili oppure alla necessità di fare eseguire lavori e prestazioni a spese e rischio di imprenditori inadempientinon consenta l’indugio derivante dall’esperimento di una gara pubblica; c) quando trattasi di contratto il cui importo rientra nei limiti massimi stabiliti dal Consiglio; d) negli altri casi previsti dai successivi articoli. Nella trattativa privata, devono di norma essere interpellate almeno tre ditte al fine di assicurare un confronto concorrenziale. A tal fine, il Consiglio adotta quanto necessario per assicurare la parità di condizioni fra i concorrenti, la segretezza delle offerte, l’affidabilità e l’adeguata capacità tecnica delle ditte da interpellare, l’eventuale pubblicità della gara. Qualora la natura dei lavori, delle forniture, delle prestazioni in genere o l’entità della spesa non consentano o non rendano conveniente il confronto concorrenziale, ovvero sussistano sufficienti ragioni per ritenerlo inutile, può procedersi alla trattativa privata singola, nei limiti stabiliti dal Consiglio. Non si fa luogo a trattativa privata multipla, qualunque sia l’importo: a) per l’affidamento di incarichi di collaborazione e/o professionali e simili, ove la scelta del prestatore d’opera è basata sull’intuito personale o su un rapporto fiduciario; b) per l’andamento di studi e ricerche, quando sia richiesta alta competenza tecnica o scientifica; c) per lavori o forniture integrativi e/o complementari e/o conseguenti a lavori e forniture già appaltati o attribuiti ad una ditta; d) per l’acquisto o la locazione di immobili; e) nell’acquisto di materiale librario e bibliografico, ove sussistono ragioni di correntezza nell’approvvigionamento. Nel caso di acquisto o locazione di immobile è richiesto il preventivo parere di congruità dell’ufficio tecnico erariale, entro il termine concordato con lo stesso. Ove tale parere non pervenga entro il termine concordato, il Consiglio può individuare o costituire un altro organismo tecnico per la stima, determinandone il compenso. Art. 28 – Stipulazione ed approvazione dei contratti Il Presidente dà comunicazione dell’aggiudicazione alla ditta o persona interessata entro il termine stabilito dall’avviso d’asta o dalla lettera d’invito e comunque non oltre dieci giorni dalla data della deliberazione di aggiudicazione fissando il giorno in cui dovrà procedersi alla stipulazione del contratto, ove previsto dal relativo bando. Qualora la ditta aggiudicataria non acceda, nel termine stabilito alla stipulazione del contratto, decade dalla aggiudicazione. In tal caso il Consiglio, in base ai verbali della Commissione di cui all’art.83, potrà aggiudicare la gara ad altro concorrente che abbia formulato l’offerta valida più vantaggiosa. I contratti sono stipulati dal Presidente, in forma pubblica o privata, secondo le disposizioni di legge, anche mediante scambio di corrispondenza secondo l’uso del commercio. Art. 29 – Collaudo dei lavori e delle forniture Tutti i lavori e le forniture sono soggetti a collaudo, anche parziale, secondo le norme stabilite dal contratto, ove presenti, ovvero secondo l’uso. Il collaudo è eseguito da persona incaricata dal Consiglio. Art. 30 – Cauzione A garanzia dell’esecuzione dei contratti i soggetti prestano idonee cauzioni. Si può prescindere dalla cauzione qualora la ditta contraente sia di notoria solidità e subordinatamente al miglioramento del prezzo. Non sono soggetti a cauzione i contratti di importo inferiore a 15.000,00 euro. Art. 31 – Penalità Nei contratti stipulati in forma scritta, di importo superiore a 30 milioni, purché non si tratti di contratti per adesione, devono essere previste le penalità per inadempienze o ritardo nell’esecuzione. Art. 32 – Lavori e spese in economia Possono essere effettuate in economia dal Consiglio, nei limiti degli stanziamenti in bilancio, le seguenti spese: a) manutenzione e riparazione di locali e relativi impianti; b) noleggio di autoveicoli; c) acquisto, manutenzione e riparazione di mobili, utensili, strumenti e materiale scientifico, didattico e di sperimentazione, e macchine d’ufficio; d) e) piccoli impianti tecnici e logistici; provviste di generi di cancelleria, stampati, modelli, materiale per disegno e per fotografie, nonché stampe di tabulati, circolari e simili; f) spese correnti per servizi postali, telegrafici, telefonici e per illuminazione, riscaldamento, forza motrice ed acqua; g) trasporti, spedizione e facchinaggi; h) opere urgenti di pulizia, derattizzazione di locali; disinfestazioni e i) locazione di immobili a breve termine e noleggio di mobili e strumenti in occasione di espletamento dei concorsi ed esami quando non sia possibile utilizzare o non siano sufficienti le attrezzature normalmente disponibili; j) spese relative a convegni, conferenze e seminari organizzati dal Consiglio; k) spese di rappresentanza; l) lavori di modesta entità, servizi e provviste di carattere urgente che per loro natura non possono essere eseguiti, o utilmente e convenientemente realizzati con le procedure contrattuali; m) lavori di traduzione e compensi per interpreti; n) pubblicità ai bandi di concorso ed alle iniziative culturali e scientifiche. Il Consiglio, con apposita deliberazione, stabilisce il limite di ciascuna spesa, che non potrà eccedere 10.000 euro. Le spese in economia sono effettuate previa acquisizione di apposito preventivo della ditta o persona interpellata. Art. 33 – Esecuzione dei lavori in economia I lavori in economia possono essere eseguiti: a) in amministrazione diretta con materiali, utensili e mezzi propri o appositamente noleggiati e con personale del Consiglio; b) a cottimo fiduciario, mediante affidamento dei lavori ad imprese o a persone di nota capacità ed idoneità, previa acquisizione di preventivi o progetti contenenti le condizioni di esecuzione dei lavori, i relativi prezzi, le modalità di pagamento, le penalità da applicare in caso di mancata esecuzione o ritardata consegna ed ogni altra condizione ritenuta utile. Art. 34 – Provviste in economia Le provviste in economia possono essere eseguite previa acquisizione di almeno tre preventivi ed offerte contenenti le condizioni di esecuzione, i relativi prezzi, le modalità di pagamento, le penalità da applicare in caso di ritardo o di mancata esecuzione e di ogni altra condizione ritenuta utile e nell’interesse del Consiglio. Quando si tratti di acquisti di materiale di consumo di immediato impiego e di importo non superiore a 1.000 euro, si può prescindere dalle formalità di cui al precedente comma. Pubblicazione dei Verbali dell'Ordine Nazionale e partecipazione come uditori: il CNOP risponde Il presidente dell’Ordine Nazionale, Palma, risponde alla richiesta di chiarimento sia circa la negata partecipazione della Dr.ssa Biondi al Consiglio Nazionale del 13-14 aprile, sia in relazione alla mancanza di pubblicazione dei verbali degli stessi Consigli. Come ricorderete (vedi antefatto), avevamo chiesto chiarimenti circa questa mancanza di trasparenza del nostro massimo istituto. Ora, come potete vedere qui in calce, il presidente ci risponde (e lo ringraziamo per questo) rimandando però la questione alla “Autorità Garante”, alla quale egli s’impegna di porre un quesito in merito. Confidiamo che questo impegno sia mantenuto e non sia un modo come un altro per rimandare sine die una questione così importante come questa. Attendiamo dunque che l’Autorità Garante ci risponda e attendiamo anche che il presidente ci informi della stessa. La Redazione ORDINE PSICOLOGI Prot. 07000197 DEGLI Consiglio Nazionale Roma, 08 giugno 2007 Ordine degli Psicologi Regione Lazio Alla cortese attenzione della Dott.ssa Marialori Zaccaria E p.c. Alla cortese attenzione della Dott.ssa Paola Biondi Oggetto: richiesta di partecipazione alla seduta del Consiglio Nazionale da parte della dott.ssa Paola Biondi. Gentile Collega, riscontro la pregiata Tua di cui all’oggetto e rilevo che i temi posti da te e da alcuni Ordini Territoriali, nonché alcuni iscritti al Ns. Ordine, siano di notevole rilevanza ai fini del corretto funzionamento del Consiglio e dei corretti rapporti nei confronti degli Ordini territoriali e dei ns. iscritti. Per queste considerazioni ritengo utile ed opportuno porre uno specifico quesito alla Autorità Garante preposta, perché valuti la fondatezza delle richieste fatte. Tale quesito riguarderà la possibilità di rendere pubblici i verbali del Consiglio o di far partecipare terzi non qualificati alle riunioni del Consiglio stesso. Cordiali saluti Il Presidente Giuseppe Luigi Palma Cronache dall'inaccessibile Consiglio Nazionale Venerdì 25 maggio la riunione del CNOP si è tenuta a Milano, presso la sede dell’OPL, in occasione della conferenza stampa sulla sentenza Platè. A noi consiglieri di Altra Psicologia all’OPL è sembrata un’ottima occasione per vedere finalmente dal vivo il CNOP, supportati anche dall’invito rivolto a tutti i consiglieri lombardi dal presidente Molinari durante l’ultimo consiglio regionale. Come i nostri più assidui lettori ricorderanno, Altra Psicologia ha tentato tutte le strade per comunicare con il CNOP: richiesta di visione dei verbali, dei bilanci, richiesta di partecipazione di una nostra collega ad una delle riunioni romane. . . Tutti tentativi falliti. Sul CNOP continua a permanere una fitta coltre di mistero anche se qualche movimento, tra le nebbie, sembra esserci. È infatti stata distribuita ai Consiglieri dell’Ordine Lombardia copia del verbale della riunione del Consiglio Nazionale del 13 e 14 aprile scorso (ricordate? Proprio quella a cui non ha potuto partecipare la collega che aveva chiesto di poterlo fare perché, secondo il CNOP, quando si tratta di assistere al Consiglio Nazionale gli Psicologi iscritti all’ordine sono “terzi non qualificati”). Bel gesto, comunque, la diffusione del verbale… anche se accompagnato da reiterati richiami alla responsabilità personale in caso di diffusione di documenti riservati e da criptiche citazioni della legge sulla Privacy e di quella sulla Trasparenza. Il verbale distribuito, però, è stato poi approvato nella seduta successiva – quella di cui vi parliamo in questo articolo – con alcune modifiche che però non ci è dato sapere perché adottate “privatamente” dal Consiglio e non diffuse. Non possiamo quindi pubblicare il verbale visto che, nella forma in cui ci è stato dato, costituisce un atto incompleto ed “endoprocedurale”. Non ci arrendiamo, però, ed insistiamo nella richiesta di avere comportamenti trasparenti da parte di chi rappresenta la nostra professione. In verità abbiamo anche pensato che la diffusione ai nostri consiglieri del verbale CNOP in una forma non utilizzabile per la diffusione fosse un gesto di alta strategia politica per cui, contemporaneamente, ci veniva fornito l’anelato “oggetto del desiderio” (il verbale) ma ci si impediva di renderlo pubblico a pena di sanzioni e di pubblica testimonianza di inaffidabilità, ma poi abbiamo realizzato che un così sinuoso intendimento non è proprio dell’attuale CNOP. Una sola, irrinunciabile, chicca: ad Aprile, il CNOP ha approvato i suoi Bilanci confermando di non sapere cosa fare dei nostri soldi, non riuscendo a spenderli neanche aumentando i costi interni. Consigliamo al CNOP la lettura dei nostri articoli, in cui proponiamo l’attivazione di borse di studio; azioni mirate di lobbing; campagne di orientamento ed informazione sulla professionalità degli Psicologi per medici, giornalisti, avvocati, ecc.; campagne di orientamento per l’opinione pubblica attraverso i mass-media; studi seri per orientare le competenze professionali verso le aree a maggiore richiesta di mercato, eccetera, eccetera. Certo, se la maggior parte di noi avesse dei soldi da far fruttare a favore della categoria non li farebbe certo avanzare anno dopo anno! I nostri Presidenti, invece, sono evidentemente a corto di idee. C’è qualcuno che è in grado di proporre al CNOP un corso di “Politica Creativa”? Veniamo alla riunione milanese del Consiglio Nazionale. L’inizio della riunione del CNOP all’Ordine Lombardia era previsto per le 15. A quell’ora i Consiglieri di AltraPsicologia arrivano per seguire i lavori. Sono presenti anche molti altri consiglieri OPL di tutte le appartenenze (AUPI, SIPAP). Il Presidente Molinari ci dice che deve verificare se possiamo assistere. Ricordiamo che lui stesso ci aveva invitato esplicitamente durante l’ultimo consiglio OPL. Lui nega. Ci barrichiamo nello studio del Presidente dell’Ordine Lombardo per un’ora. Presenti, oltre a noi di AltraPsicologia: Molinari, Gambardella (Vicepresidente OPL), Palma (Presidente CNOP), Barcucci (presidente dell’Ordine del Piemonte) e, alla fine, Giardina (segretario CNOP e presidente dell’Ordine della Sicilia). Molinari si dichiara favorevole al fatto che assistiamo,. Palma incomincia a produrre una serie di motivazioni per cui non potremmo partecipare, di tipo legale ma fumose e vaghe. Parla del fatto che le riunioni del CNOP non sono pubbliche, del parere in tal senso del loro avvocato (quello utilizzato per negare la partecipazione alla nostra collega). Iniziano poi a fiorire una serie di paragoni, a nostro parere poco centrati, con, in crescendo, il consiglio comunale, il senato accademico e il governo italiano. Ci perdiamo in una discussione infinita sulle modalità di partecipazione e sulla scarsa trasparenza del CNOP. Emerge che la carenza di comunicazione del CNOP nei confronti degli iscritti è del tutto intenzionale. Non si vuole infatti che gli iscritti conoscano determinati retroscena politici discussi nelle riunioni. Ad esempio, i componenti del CNOP sarebbero estremamente attivi nell’azione di lobbying presso gli organi che si occupano a livello legislativo della nostra professione ma questo non si può certo andare a raccontare agli iscritti (?). A quel punto noi consiglieri di Altrapsicologia siamo ormai trasecolati: chiariamo che vogliamo sapere con precisione quale sia la norma che ci impedisce di partecipare. Aggiungiamo che non ce ne andremo se non avremo un pezzo di carta in mano con su scritta la motivazione. Arriva Giardina e dice – parole testuali – che “il CNOP è un CLUB PRIVATO”(ci viene subito alla mente, per associazione, chissà perché, Groucho Marx: “Non vorrei mai far parte di un club che accettasse, fra i suoi membri, uno come me”). Inizia un lungo discorso in cui sostiene che non possiamo entrare ma la motivazione continua a non essere affatto chiara. Siccome chiediamo più precise delucidazioni, dice che la nostra presenza influenzerebbe la riunione, in particolare le dinamiche relazionali (!!!) ad esempio in caso di conflitto (!!!). Al che gli rispondiamo: “Lei ci sta dicendo che non possiamo assistere perchè non dobbiamo vedervi litigare?” e rivolgiamo lo sguardo a Molinari, a cui indirizziamo un semplice: “Siamo basiti!”. A quel punto si ritirano per decidere se possiamo partecipare o meno e decidono che . . . è possibile. La riunione si apre con una serie di comunicazioni da parte del Presidente Palma e di queste vi riferiamo. Una delle comunicazioni, a nostro parere particolarmente interessante, riguarda la richiesta posta al Ministero della Salute da colleghi con interessi specifici nella fornitura di corsi ECM riguardo l’obbligatorietà degli ECM anche per gli Psicologi liberi professionisti. Mentre la Commissione ECM ha sostenuto, in linea con la lettera delle norme vigenti, l’obbligatorietà solo per gli Psicologi che collaborano con il SSN, pare che la Segreteria del Ministero sia di opposto parere ed ha pubblicato da tempo sul proprio sito la dichiarazione dell’obbligatorietà per tutti i professionisti dell’ECM. Si può ipotizzare quindi che il Ministero risponda alla richiesta dei colleghi confermando l’obbligatorietà per tutti gli Psicologi. La notizia potrebbe essere diffusa negli ultimi mesi dell’anno, gettando nel panico i colleghi, che correranno ad accumulare crediti. Sul tema ECM AltraPsicologia si è espressa con una dettagliata disamina dei vincoli normativi e giurisprudenziali (DL 502, sentenza TAR del Lazio n. 14062/2004) che attualmente, senza ombra di dubbio, limitano l’obbligo agli Psicologi che hanno rapporto di convenzione, diretto o indiretto, con strutture del Servizio Sanitario pubbliche o private convenzionate. Il culmine di paradosso dell’attuale sistema ECM risiede comunque nella mancanza di un registro ufficiale dei punti accumulati da ciascuno, così che nessuno ancora sa con che modalità, su quali basi e da parte di chi potrebbero avvenire i controlli, né quali sarebbero le reali ricadute in caso di non adeguamento alle norme. Preme inoltre ricordare al CNOP che, a tutt’oggi, uno strumento formativo fondamentale come la supervisione non rientra fra gli “eventi” accreditabili. Sarebbe dunque opportuno indirizzare l’impegno del massimo organo di rappresentanza della professione per integrare specificatamente la supervisione dell’attività psicologica/psicoterapeutica tra gli eventi automaticamente riconosciuti ai fini dell’ECM. Un altro tema a lungo trattato è stato la modifica del regolamento concernente la pubblicità. In sintesi, per l’ennesima volta in barba al recente Refendum “taroccato” propinatoci dal CNOP (cercheremo di capire quanto ci è costato il pasticcio referendario dello scorso anno) non sarà più necessario per gli Psicologi richiedere il nulla osta al proprio ordine regionale per la pubblicità, ma sarà sufficiente un’autocertificazione. Il regolamento imposto dal CNOP, come già abbiamo avuto occasione di segnalare, viola i principi della legge Bersani in materia di pubblicità. Come è più logico, piuttosto che imporre una preventiva censura della pubblicità, si perseguiranno per violazioni deontologiche quei colleghi che dovessero usere pubblicità ingannevoli o lesive della professione. Una interessante discussione si è poi attivata sul tema delle scuole di specializzazione universitarie la cui durata, in base al decreto “Riassetto delle Scuole di Specializzazione di Area Psicologica”, del 24.07.2006 – G.U. n.246 del 21.10.2006”, sarà prolungata a 5 anni. Su tale decreto esiste un parere positivo del CNOP, espresso nel febbraio 2006 da Sardi, che aveva concluso il suo mandato, nel periodo di passaggio tra le elezioni dei consigli regionali e l’insediamento del nuovo consiglio nazionale, avvenuto nel marzo 2006. Le posizioni sul decreto divergevano: alcuni sostenevano che tale modifica fosse negativa e pericolosa per la categoria, in quanto, per adeguarsi, anche le scuole di specializzazione private riconosciute dovranno portare la durata a 5 anni con la conseguente lievitazione dei costi, già oggi difficilmente sostenibili. Inoltre, mentre i medici specializzandi ricevono retribuzione dallo Stato, gli psicologi non solo non ricevono retribuzione ma si trovano a dover pagare cifre molto elevate per la propria formazione specialistica; altri affermavano che il passaggio del decreto costituisse un aspetto positivo per la comunità professionale, perché l’alternativa sarebbe stata la chiusura delle scuole di specializzazione dell’area psicologica e perché il fatto di avere delle scuole di specializzazione di durata pari a quelle di tutti gli altri ambiti significa prestigio per la professione. Come Altra Psicologia riteniamo che il prolungamento delle scuole di specializzazione universitarie a 5 anni sia un rischio per la comunità professionale. Le scuole di specializzazione private riconosciute si adegueranno, proponendo un’offerta formativa con costi assolutamente insostenibili. Le scuole di specializzazione universitarie sono oggi nella maggior parte dei casi una ripetizione del programma del corso di laurea in psicologia: non si vede il senso di aumentarne la durata senza una seria revisione del contenuto formativo. L’offerta privata è, d’altra parte, ridondante e incontrollata, e il prolungamento della durata senza una chiara ristrutturazione e un monitoraggio di tale offerta ci sembra l’ennesimo passaggio forzato a danno della categoria. Sulla questione specifica della Specializzazione in Counselling, la posizione del CNOP è quella di vederla come una valorizzazione della professione in quanto il fatto che il counselling diventi una specializzazione per psicologia dovrebbe sottolineare l’appartenenza di tale competenza in modo esclusivo agli psicologi. Inoltre, l’argomento portato a sostegno di tale tesi è che come il medico generico può diagnosticare un problema cardiaco senza essere cardiologo, così lo psicologo può esercitare il counselling senza avere la specializzazione specifica. A nostro parere, dato che il counselling costituisce una delle competenze di base dello psicologo, risulta difficile giustificare la necessità di una specializzazione in tal senso. Anche il ragionamento portato avanti all’interno del CNOP ci convince poco. Infatti, tale ragionamento si basa sul fatto che anche chi non ha una specializzazione specifica possa, con le competenze di base, operare un primo intervento. Questo è vero anche nel caso degli psicologi: anche chi non è specializzato in psicoterapia familiare può effettuare una consultazione riguardante temi familiari. Altro è dire che ha senso istituire una specializzazione su una competenza di base della professione. Ci troviamo quindi nella condizione paradossale in cui da una parte chiunque, con qualsiasi titolo di studio, può esercitare il counselling, dall’altra ci si aspetta che psicologi laureati e abilitati alla professione intraprendano una formazione quinquennale in counselling. Potremmo avere sullo stesso pianerottolo un counsellor con licenza di scuola media (ebbene sì, nessuno lo può impedire, dato che il counselling non è professione regolamentata!) e un altro counsellor psicologo specializzato con alle spalle 10 (5+5) anni di studi universitari! In sintesi dalla lettura del verbale e dalla nostra partecipazione diretta alla riunione milanese si trae l’idea che i nostri più alti rappresentanti si sentano completamente immedesimati in una sorta di “epopea di Fort Alamo”, accerchiati e costantemente esposti al tradimento. Quasi facessero qualcosa di poco pulito o pubblicamente esecrabile, non osano rendere pubblico il frutto del loro lavoro perché “qualcuno potrebbe approfittare di questa conoscenza per sgambettare loro e gli Psicologi tutti”. A noi pare che soprattutto non vogliano che si sappia quanto sono litigiosi all’interno del CNOP e quanto poco riescano a produrre, finanche in termini di spesa, per il costante reciproco boicottaggio e per seguire bizantinismi e legalismi procedurali che hanno il solo risultato di farli sentire accerchiati anche dai colleghi che dovrebbero difendere e che non vogliono null’altro che il buon funzionamento dei loro organi di rappresentanza. Ultim’ora: L’ORDINE NAZIONALE È STATO PRIVATIZZATO! Il prossimo venerdì 13 aprile ed il giorno successivo ci sarà l’adunanza del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (che, ricordiamo, è formato da tutti i Presidenti degli Ordini Regionali e delle Province Autonome) con all’Ordine del Giorno punti cruciali tra cui questioni inerenti la pubblicazione dei verbali del CNOP, la validazione dell’articolo 21 del nostro Codice Deontologico, la definizione delle attività caratterizzanti la professione (importantissima). Vista la rilevanza degli argomenti che si sapeva essere in discussione una nostra collega ha chiesto via fax al Presidente del Consiglio Nazionale di poter assistere alla riunione. Per quanto il regolamento che stabilisce il funzionamento del Consiglio Nazionale sia un oggetto irreperibile, una specie di Santo Graal delle istituzioni della Psicologia italiana – nessuno l’ha mai visto e si ha il dubbio che non esista – e quindi non sia dato sapere quali sono le procedure esatte per poter assistere alle riunioni di quello che dovrebbe essere, per la legge, un organo di rappresentanza democratico, la richiesta di poter essere presente appare pacifica. Questo sia alla luce delle indicazioni della legge 241/90, sia in riferimento alle procedure adottate dalla maggior parte dei Consigli Regionali – che ormai da tantissimo tempo favoriscono la possibilità per gli iscritti di assistere alle loro riunioni – sia in linea con le indicazioni della legge istitutiva della professione sia, soprattutto, per motivi di comune buon senso in un periodo in cui, tra Bilanci bizantini, tariffario anti-Bersani, aumento di gettoni ai Presidenti, ricorsi sbagliati al TAR sulla Psicologia Clinica, Referendum gestiti allegramente, posizioni assurde assunte in relazione all’ aumento di durata delle Scuole di Specializzazione e quant’altro abbiamo già abbondantemente documentato, la disillusione e lo scollamento della categoria dalle sue istituzioni rappresentative sono un serio problema per lo stesso posizionamento sociale della Psicologia. Ciononostante, con la lungimiranza che contraddistingue l’attuale dirigenza istituzionale degli Psicologi, si è preferito non solo rispondere che NON E’ POSSIBILE assistere alle riunioni del Consiglio Nazionale ma si è deciso di motivare questa presa di posizione con argomentazioni speciose e superficiali che proponiamo alla riflessione dei colleghi. Qui sotto riportiamo sia il fax di richiesta della collega che (comprese le licenze) il fax del presidente del CNOP col quale la casta decisionale della nostra categoria si arroga l’esclusiva non solo delle decisioni (legittima) ma anche delle informazioni. Che il nostro Ordine Nazionale fosse un fortino blindato non è una notizia nuova. La totale mancanza di trasparenza e la non pubblicità dei verbali è cosa risaputa, così come è risaputo che questa istituzione, che dovrebbe essere rappresentativa della nostra categoria, combina poco e niente a tutela, promozione e visibilità del nostro lavoro, utilizzando circa 28 euro per ogni quota d’iscrizione delle 150-170 che versiamo ai nostri Ordini Regionali (moltiplicate per 60.000 e fate voi i conti del budget completamente sprecato). Riguardo gli accampati motivi giuridici vorremmo avere una maggiore chiarezza e chiederemo al “nostro” Presidente di fornirci gli estremi di Legge cui allude (senza dircene): sarà forse opportuno far formulare un parere legale per conto nostro. Invitiamo anche tutti i colleghi a fare altrettanto e a comunicarcelo. A noi sembra piuttosto strano che un organo pubblico e rappresentativo quale è un Ordine Professionale non sia tenuto alle più elementari regole di trasparenza, laddove -in uno Stato di Diritto – è possibile partecipare alle sedute del Parlamento, visionare tutti gli atti pubblici, etc, etc. Questo non vale per il nostro Ordine Nazionale? Riguardo i motivi di opportunità, qui davvero ci sembra che il nostro Presidente si arrampichi sugli specchi. Intanto, definire “terzo non qualificato” una collega che paga l’iscrizione e che è la parte rappresentata di questa istituzione la dice lunga di quale idea degli iscritti viga all’interno del “palazzo”, di quale sia la cultura istituzionale ivi prevalente. Non parliamo, poi, della storia dell’afflusso indiscriminato, alquanto risibile dal momento che nessuno prima di oggi ci risulta abbia mai fatto tale richiesta e che si tratta della richiesta di una (1) unità. Di quale problema di capienza si blatera? Mica le riunioni del Consiglio avvengono nella soffitta o nello sgabuzzino? Insomma, cari colleghi, tradotto in termini concreti, il Presidente Palma accampa una serie di scuse anche piuttosto ingenue e maldestre per dirci che non vuole avere occhi e orecchie nel Consiglio che egli evidentemente non considera di tutta la comunità professionale, ma suo privato e dei suoi compari. I colleghi non possono essere presi per i fondelli in questo modo e non si può loro riservare un trattamento di questo tipo. Il futuro professionale ed il denaro versato sono nostri, l’arroganza è tutta loro. La Redazione IL FAX DI RICHIESTA Dr.ssa Paola Biondi Psicologa Via ——– Roma Al Presidente del Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi Dr. Giuseppe Luigi Palma P.le di Porta Pia, 121 00198 – Roma Via Fax al n. 06.44254348 e, p.c., al Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio Dr.ssa Marialori Zaccaria Via Flaminia, 79 Roma Via fax al n. 06. 36002770 Roma, 06.04.2007 Egregio Presidente, La sottoscritta Dr.ssa Paola Biondi, nata il 01/01/1971, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Lazio con il n. 10094, chiede, ai sensi delle normative vigenti, di poter assistere alla prossima adunanza del Consiglio Nazionale da Lei presieduto prevista, a quanto è dato sapere, il prossimo 13 e 14 aprile. Contando sul più sollecito riscontro alla presente istanza, via fax al n. ——- o via e-mail alla casella ——-, si porgono i più distinti saluti. Dr.ssa Paola Biondi LA RISPOSTA DEL CNOP Ordine degli Psicologi Consiglio Nazionale Prot. 07000130 Roma, 11 Aprile 2007 Alla cortese attenzione della dott.ssa Paola Biondi A mezzo Fax ——Gentile Dottoressa, riscontro la pregiata sua del 6 aprile 2007, con la quale chiedeva di poter assistere alla prossima adunanza del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, per comunicarle che non è possibile aderire alla Sua richiesta. Ed infatti le sedute del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi non sono aperte al pubblico, sia per motivi di natura giuridica che di opportunità. Giuridicamente il Consiglio è un organo amministrativo la cui composizione ed il cui funzionamento è strettamente stabilito da norme di rango primario e secondario che non prevedono in alcun modo la partecipazione di terzi rispetto all’organo in questione. Di talchè ogni qual volta è stata prevista l’audizione di terzi durante le sedute del Condiglio, tale audizione è sempre stata autorizzata dallo stesso, solamente in base alle particolari competenze e qualifiche di questi e per motivi strettamente funzionali all’acquisizione delle corrette informazioni per le deliberazioni dello stesso Consiglio. Inoltre, la partecipazione di terzi non qualificati è da escludere anche per ovvi motivi di opportunità. Permettendo l’accesso indiscriminato ai terzi alle sedute con palesi conseguenze in termini di capienza della sala e di richiesta delle prescritte autorizzazioni alle competenti Autorità. Cordiali saluti Il Presidente Giuseppe Luigi Palma Cronache dal CNOP - parte II : la Vendetta dei Cari Dormienti Ci siamo lasciati a dicembre con il tentativo di evocare la presenza del CNOP in questo nostro mondo professionale e, per dare più forma alla invocazione, l’abbiamo sostenuta con un fax. Non senza meraviglia abbiamo constatato che qualcosa, dall’altra parte, c’è! Con un altro fax ci sono state concesse ben due ore per visionare i bilanci che avevamo chiesto anche se, in verità, abbiamo potuto chiacchierare a lungo con Tesoriere, Segretario e finanche Presidente, in uno di questi strani pomeriggi romani di finto inverno. Con l’occasione abbiamo provato a saggiare la consistenza del Consiglio Nazionale su diversi temi cruciali per gli Psicologi e, pur in un situazione di dichiarata disponibilità da parte dei nostri interlocutori, ne abbiamo tratto notizie per certi versi strabilianti e motivo di stupore fra le genti che convien narrare perché non sia di solo nostro il vanto. Si è quindi discusso di tariffario, di quote stornate, di iniziative a sostegno della professione e finanche di Bilanci. Ora, qualcosa abbiamo capito bene altre meno: scusate ma siamo solo apprendisti stregoni. Tre le cose che non abbiamo capito c’è la ragione sostanziale per cui i bilanci del Nazionale, a differenza di quelli degli ordini regionali, non si possano rendere pubblici. Nonostante gli sforzi, su questo punto non riusciamo a liberarci dalle nebbie degli incanti. Eppure prima sembrava chiaro che dipendesse soltanto dalla volontà del Consiglio stesso ma… niente! Davanti agli occhi ci si forma una gelatinosa bruma di parole e non ritroviamo più il nesso tra le cose. Su questo primo punto porteremo pazienza. Quando cominciamo a discutere di Nomenclatore-Tariffario il nostro sospetto diventa certezza: siamo finiti nel Giardino delle Meraviglie! La posizione di AltraPsicologia è sempre stata molto critica verso il CNOP, lamentando il fatto che in ormai quasi 18 anni di vita ordinistica il nostro Consiglio Nazionale non sia riuscito a dare titolo di ufficialità al principale strumento della professione e che l’abbia maldestramente attaccato al carro della Bersani – stravolgendo il senso della legge e delle innovazioni che avrebbe potuto portare a favore dei giovani colleghi – in particolare non abolendo i minimi tariffari ed imponendo, in termini anti-storici, controlli preventivi sulla pubblicità. Sul primo punto, in particolare, sembrava chiara la presa di posizione del CNOP: all’art. 2 del Testo Unico proposto all’approvazione dei colleghi nel referendum si recita “Gli onorari minimi e massimi per le prestazioni professionali sono inderogabili”, affermazione che praticamente annulla gli effetti della Bersani. Sembrava ma non era! Quale mirabilia apprendere che quella frase cruciale – stampata nero su azzurro alla pagina VII dell’allegato centrale del bollettino inviato a tutti gli Psicologi in occasione del Referendum e che riporta in incipit la frase “Testo approvato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine nell’adunanza del 23 settembre 2006” – è un refuso (?), un semplice errore per il quale “si è provveduto a comunicare la variazione agli Ordini Territoriali”, ma non – giammai! – agli stessi colleghi cui la comunicazione sbagliata era stata inviata! Il Nuovo Testo Unico è da qualche giorno comparso sul nuovo sito del CNOP (www.psy.it) ed effettivamente non riporta più la frase incriminata! Praticamente nell’atto comunicato formalmente ai colleghi perché l’approvassero con referendum c’era scritta una cosa che è il contrario di quello che in realtà hanno approvato! In 18 anni hanno dovuto aspettare Bersani per formalizzare il Tariffario e l’hanno pure scritto sbagliando proprio la frase più importante! Incredibile … (Ehm, ci sono finiti i punti esclamativi). Venendo al riparto delle somme derivate dalla nostra tassa d’iscrizione annuale all’Ordine, la quota parte di ogni versamento girata al nazionale è di 28 Euro (il 18,7% su 150 Euro di contributo minimo). Vengono destinati 2 Euro per ogni quota al trasferimento di solidarietà agli ordini più piccoli, che non potrebbero mantenere un minimo di struttura organizzata con i loro soli fondi, per un totale di 117.000 euro previsti nel 2007: poco più del 7% delle entrate. Nel 2007 ci si aspettano disponibilità per 2.021.000 Euro e nuove entrate per 1.638.000, pari ad una previsione di 58.500 iscritti. Ma… la maggiore meraviglia è ancora tutta da venire. Cerchiamo di capire se degli avanzi di gestione, restati nelle casse orfani di idee su come spenderli, si sia deciso di fare proficuo uso e qui non possiamo che inchinarci alla grazia e disinvoltura del Consiglio Nazionale. Con gesto elegante ha risolto più problemi: come abbiamo potuto, noi di AltraPsicologia, imputare al Consiglio Nazionale di non saper spendere i nostri denari? Su questo vi è chiarezza nei numeri propostici: il conguaglio dell’anno scorso riporta avanzi di gestione pari a 383.273,66. Il tesoriere spiega, mentre mostra i tabulati di previsione per il 2007, che alla fine dell’anno avanzeranno solo 60.000 euro e quindi ci convince che li faranno finalmente fruttare a vantaggio della categoria, i nostri denari… Entrati ormai nel clima visionario del giardino incantato in cui siamo caduti, cominciamo già ad immaginare borse di studio, azioni di lobby, pagine sui giornali a pubblicizzare iniziative nazionali, azioni legali per pareri pro veritate ed altre vittorie del bene di categoria sul male dell’abbandono. Quasi gioiamo e cerchiamo, nelle pieghe dei numeri, le direzioni di spesa di questi soldi mentre ci viene raccontato dell’avvio di un “Ufficio Legislativo” – che integrando l’ufficio legale (le cui spese aumentano del 67%) si occuperà, oltre che di perdere i ricorsi al TAR, di dare sostegno e spessore a proposte legislative per la professione – e dell’avvio di un Ufficio Stampa – che darà visibilità sui mass media alle iniziative del Consiglio. Cominciamo a sperare, mentre appuntiamo cifre, confortati anche da una frase netta, a firma del Presidente Palma, letta nel bollettino del Consiglio Nazionale (pag. 3) arrivato in occasione del referendum (sic): “Operativamente ritengo siano queste le nostre priorità: (1) Destinare in modo proritario le risorse economiche disponibili alla promozione della professione e allo sviluppo delle opportunità lavorative”. Quale sussulto, oibò, quando notiamo che non le spese per la promozione della professione ma quelle per gli Organi del CNOP sono tutte enormemente aumentate, quest’anno: – per gli Organi – essenzialmente il Consiglio – ci sono in bilancio 526.000 euro (+ 23% rispetto al 2006), – per le Cariche del CNOP (Presidente, Vicepresidente, Tesoriere e Segretario) 145.000 euro (+ 65%) e – per le Attività Istituzionali del CNOP – Commissioni e simili – 165.000 euro (+ 27%). Il tutto assomma a 836.000 euro, il 41% del bilancio. Chiudendo i conti risulta che, dei 323.000 euro avanzati negli anni scorsi che finalmente verranno spesi “a vantaggio della professione”, ben 211.000 ne saranno utilizzati direttamente per i “cari” membri del CNOP: +120.000 (+ 23%) agli Organi; +56.000 (+ 65%) alle Cariche; +35.000 (+ 27%) alle attività istituzionali. A bocca aperta siamo trasecolati: con questo magico gesto, degno del miglior Harry Potter, si è eliminato il problema della incapacità a gestire i denari rimettendo le giacenze a disposizione della categoria e ripartendo questi soldi a riconoscimento dell’enorme impegno ricercare forme evolute di spesa. Sempre più incredibile, conturbante. sempre più messo dal arcano, CNOP nel sempre più Cosa mai può ancora riservarci il CNOP delle Meraviglie? Abbiamo provato a sorridere di una situazione che è in realtà drammatica: il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi dimostra sempre più la propria incapacità comunicativa, la propria inconcludenza decisionale, la propria esclusiva autoreferenzialità, il proprio sussistere parassitario a spese della categoria. Che fare? Ha poco senso affermare che abbiamo il Consiglio che ci siamo meritati: il meccanismo del voto, che abbiamo ampiamente contestato, è tale per cui non esiste una vera rappresentanza delle minoranze negli organi della professione e l’atteggiamento del Consiglio Nazionale e dei Regionali è stato finora tale da scoraggiare la partecipazione democratica alle consultazioni, come ha dimostrato il recentissimo referendum, cui ha “plebiscitariamente” votato a favore di un Testo Unico scritto sventatamente (e che, quasi certamente, sarà fatto oggetto di ricorsi) ben quasi il 15% degli aventi diritto. Colleghi, mobilitiamoci! Facciamo sentire che non siamo più disposti a farci passare sulla testa decisioni che strumentalizzano posizioni di potere senza tornare utili alla professione. Scriviamo al presidente del nostro Consiglio Regionale per chiedergli spiegazione del suo voto in seno al CNOP per il bilancio di previsione 2007, che aumenta anche i suoi gettoni senza dare nulla alla categoria. Si può usare, volendo, il fac simile qui sotto incollandolo in una e-mail da spedire all’indirizzo dell’Ordine di proprio riferimento (gli indirizzi di tutti gli Ordini Territoriali sono riportati alla fine di questa pagina) dopo aver completato la mail con il proprio nome, cognome e numero di iscrizione all’Ordine Regionale. Lo Staff di AltraPsicologia ************ Al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del …………. Via e-mail all’indirizzo ………………………. Egregio Presidente, apprendo informalmente – datasi la non pubblicità dei bilanci e degli altri atti formali del Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi (CNOP), cosa di cui pure Le chiedo conto – che il bilancio di previsione per il 2007 del CNOP prevede l’aumento consistente delle spese per gli organi, le attività e il consiglio stesso. Trovo questa decisione, cui anche Lei ha partecipato in quanto membro del CNOP, inaccettabile a fronte della inconsistenza delle iniziative assunte a reale sostegno della professione dal Consiglio Nazionale stesso, non ultima la gestione del recente Referendum voluto dalla legge Bersani che ci ha portati a votare un testo diverso da quello poi attivato. Le chiedo pertanto di dare pubblica giustificazione della posizione da Lei assunta a riguardo. In attesa di un Suo riscontro attraverso gli organi formali di informazione dell’Ordine che preside (sito internet notiziario) Le porgo i miei distinti saluti. Cognome, nome e n. di iscrizione Indirizzi e-mail degli Ordini Territoriali: Abruzzo: [email protected] Basilicata: [email protected] Calabria: [email protected] Campania: [email protected]. Emilia Romagna: [email protected] Friuli Venezia Giulia: [email protected] Lazio: [email protected] Liguria: e [email protected] Lombardia: [email protected] Marche: [email protected] Molise: [email protected] Piemonte: [email protected] Provincia di Bolzano: [email protected] Provincia di Trento: [email protected] Puglia: [email protected] Sardegna: [email protected] Sicilia: [email protected] Toscana: [email protected] Umbria: [email protected] Val D’Aosta: [email protected] Veneto: [email protected] A proposito Nazionale, tariffario, di Consiglio referendum, prodotti dell’inconscio vampirizzazione Psicologi e degli Un fantasma si aggira nei retrobottega istituzionali degli Psicologi; un lemure privo di consistenza ma carico di negatività; un pensiero rimosso, di cui non si ha consapevolezza ma che rallenta e rende più complesso l’intero funzionamento psichico e, come il rimosso, a volte riemerge … e fa danni. Il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi (CNOP) esiste nella realtà, cari colleghi, ma non ha consistenza. Ci accorgiamo del suo sussistere solo indirettamente, per i fastidi poco definiti che procura: come certi malesseri invernali, sgradevoli ma vaghi. Non si vede, ma si materializza per spillarci quattrini e confonderci i pensieri: una sorta di vampiro che vive nei sogni e dei sogni degli Psicologi ma si vede poco, si aggira nell’oscurità e ci succhia il sangue senza che ce ne accorgiamo. Eh si, forse non lo sapete ma al CNOP va una percentuale importante (ma ignota, come tutto quello che attiene all’inconscio) delle quote di iscrizione che anche voi versate annualmente all’Ordine Territoriale di appartenenza. Secondo le diverse versioni questa quota viene data tra 20 e il 35%: mica male! Se non facciamo male i calcoli il CNOP dovrebbe avere entrate annue tre 1.650.000 (il 20% di 150 Euro per 50.000 iscritti agli ordini) e i 2.887.500 Euro (valutando il 35%). Cosa cavolo ci fa il CNOP con tutti questi soldi? Gli Ordini Regionali hanno da gestire almeno l’albo e quindi un apparato di segreteria imponente, lettere, bolli, avvocati per le cause, commissioni deontologiche, ecc. ecc. Ma il Nazionale, COSA CAVOLO FA? Sappiamo per certo che come sintomo principale l’attività inconscia del CNOP produce un fastidioso intasamento aperiodico della cassetta delle lettere degli Psicologi attraverso una strana pubblicazione giallognola, illeggibile come la maggior parte dei prodotti dell’inconscio, e che il Consiglio Nazionale ha la sua utilità principale nel contribuire a quasi raddoppiare indennità e gettoni dei Presidenti Regionali, che riscuotono, oltre all’indennità di carica e/o gettone di presenza in quanto presidenti del loro ordine, anche una cospicua indennità/gettone in qualità di consiglieri del CNOP (per inciso, se sono, come la maggioranza dei presidenti degli ordini regionali, dipendenti pubblici – che grande invenzione l’AUPI – incassano di solito anche lo stipendio ASL ponendosi in aspettativa retribuita). Il Consiglio Nazionale dell’Ordine, che sul piano di realtà è istituito dalla “nostra” legge Ossicini, la 56/89, è composto, infatti, dai presidenti dei consigli regionali e delle province autonome. Ha a sua volta un presidente (Giuseppe Luigi Palma), un vice presidente (Claudio Tonzar), un segretario Micozzi). (Fulvio Giardina) ed un tesoriere (Maurizio La legge gli attribuisce diverse ed importanti funzioni (legge 56/89 art. 28, comma 6): Il Consiglio nazionale dell’ordine esercita le seguenti attribuzioni: a) emana il regolamento interno, destinato al funzionamento dell’ordine; b) provvede alla ordinaria e straordinaria amministrazione dell’ordine, cura il patrimonio mobiliare e immobiliare dell’ordine e provvede alla compilazione annuale dei bilanci preventivi e dei conti consuntivi; c) predispone ed aggiorna il codice deontologico, vincolante per tutti gli iscritti, e lo sottopone all’approvazione per referendum agli stessi; d) cura l’osservanza delle leggi e delle disposizioni concernenti la professione relativamente alle questioni di rilevanza nazionale; e) designa, a richiesta, i rappresentanti dell’ordine negli enti e nelle commissioni a livello nazionale, ove sono richiesti; f) esprime pareri, su richiesta degli enti pubblici ovvero di propria iniziativa, anche sulla qualificazione di istituzioni non pubbliche per la formazione professionale; g) propone le tabelle delle tariffe professionali degli onorari minime e massime e delle indennità ed i criteri per il rimborso delle spese, da approvarsi con decreto del Ministro di grazia e giustizia di concerto con il Ministro della sanità; h) determina i contributi annuali da corrispondere dagli iscritti nell’albo, nonché le tasse per il rilascio dei certificati e dei pareri sulla liquidazione degli onorari. I contributi e le tasse debbono essere contenuti nei limiti necessari per coprire le spese per una regolare gestione dell’ordine. Ora: 1. Noi iscritti il “Regolamento Interno” del CNOP non lo conosciamo. Se esiste (e crediamo esista) dovrebbe contenere almeno le norme minime di trasparenza legate alla pubblicazione di conti e bilanci, di cui alla lettera b) del citato articolo della 56/89, che ora sono sconosciuti, nonché la necessità di pubblicazione delle attività svolte, in qualità di membro del CNOP, da tutti i consiglieri che lo compongono; 2. Il “Codice Deontologico” è di fatto inapplicato (forse inapplicabile) in relazione a nodi cruciali quali quelli contenuti nell’art. 21 del Codice stesso (divieto di insegnamento di strumenti della professione a non Psicologi), in barba alle affermazioni di cui al comma d) dell’art. di cui sopra che attribuisce al Consiglio Nazionale la cura dell’osservanza delle disposizioni concernenti la professione; 3. Il “Referendum” gestito dal CNOP di recente mostra quale considerazione abbiano degli iscritti e della democrazia i membri di quell organo; 4. Circa la competenza di cui al punto f) (pareri sulla qualità delle istituzioni formative) il CNOP ha ampiamente dimostrato la sua condiscendenza al sistema di formazione privato, avallando ben 300 scuole e non esercitando nessuna delle azioni di controllo che pure gli spetterebbero, nonché la sua completa sudditanza nei confronti del sistema universitario che offre oggi ben 26 Corsi di Laurea in Psicologia – alcuni dei quali con la qualità che tutti siamo in grado di apprezzare – ma solo pochissimi Corsi di Specializzazione Post-Laurea nonostante l’enorme richiesta; 5. La competenza sul Tariffario è stata clamorosamente lasciata morire: abbandonato a se stesso per tutti questi anni il principale strumento della professione ancora oggi non ha ricevuto i visti dei ministeri competenti e quindi non ha valore legale. Ora viene (con questo presunto “referendum”) riesumato solo per eludere una norma della Bersani che (forse) qualche vantaggio alla massa dei giovani-colleghi-in-cerca-di-occupazione avrebbe potuto darla; 6. D o b b i a m o d a r e a t t o c h e c i r c a l ’ u l t i m o c o m m a dell’articolo riportato sopra il CNOP si è invece mosso bene, torchiando in sovrappiù gli iscritti, e vorremmo che ci si dimostrasse che le quote stornate dai nostri contributi sono state “contenuti nei limiti necessari per coprire le spese per una regolare gestione dell’ordine”. A 17 anni dalle legge istitutiva il CNOP non ci risulta abbia prodotto NULLA di concreto per la professione: non un intervento qualificato sui mass media, non una proposta di legge, non una borsa di studio, non un prestito d’onore, non un contributo all’avviamento professionale, non una pressione sulle Scuole né sull’Università, non un parere interpretativo di norme confuse, NIENTE se non, recentemente, una inutile serie di ricorsi mal fatti (e quindi tutti persi) al TAR del Lazio sulla Psicologia Clinica, più pericolosi che necessari. Abbiamo chiesto al CNOP di conoscere i bilanci recenti della sua attività. Attendiamo con ansia di averli e ci riserviamo di valutare alla luce di questi atti se, come appare, il CNOP – per come ora è organizzato e gestito – sia o meno un organo assolutamente inutile, costoso, parassitario e se, come appare, la sua conduzione sia inconcludente, antiprofessionale, inutilmente dispendiosa e deleteria per la professione o meno. Speriamo che, almeno col rendere noti i suoi bilanci, il CNOP voglia provare ad emergere dall’inconscio professionale ed iniziare a dialogare con gli iscritti. Il nuovo Consiglio Nazionale degli Psicologi si è insediato ufficialmente il 20 Marzo scorso Dopo l’insediamento di febbraio al regionale sono stata contattata da Lori Zaccaria, presidente del Lazio, in quanto di regione limitrofa e, come lei, eletta in uno schieramento indipendente che poteva farsi promotore di un discorso di riflessione sulle future linee programmatiche del Nazionale, senza venire identificato o contrapposto con questo o quello schieramento. 16.02.06- Invio prima lettera a tutti i presidenti Dopo riflessioni verbali e scritte insieme a Lori Zaccaria decidiamo che sia utile avviare una riflessione con tutti i presidenti, visto che non sappiamo quando ci insedieremo, pensando che sia utile iniziare a confrontarci non sulla spartizione delle poltrone ma sulle linee programmatiche per la professione. Inviamo quindi una mail (vai…) a TUTTI i presidenti regionali in cui presentiamo alcuni punti/problemi di politica professionale e su chiediamo di cominciare ad avviare una riflessione comune. “Facciamo appello a tutti i Presidenti ed ai colleghi Consiglieri affinché si inizi a riflettere su possibili fattive convergenze, su punti programmatici e su opzioni di fondo. Ci si ponga insieme la questione cruciale della libertà di scelta secondo le linee che in coscienza riteniamo più interessanti e utili per la professione. Dobbiamo essere noi a decidere al nostro interno, liberi da influenze esterne, come è nello spirito della nostra legge ordinistica.” Cogliamo anche l’occasione dell’elezione del triennalista al nazionale per proporre non un nome, ma dei criteri per la sua scelta, quale buona pratica da attuare anche per altre decisioni. “Pensiamo che debba essere espressione di una piena autonomia, che debba essere eletto al di fuori dei vari cartelli e liste e che non debba essere un triennalista già eletto nelle liste dei regionali perché la tendenza generale delle professioni va verso la separazione delle funzioni del nazionale e dei territoriali. Inoltre sarebbe opportuno scegliere qualcuno che sia già iscritto al quinquennio, vista la necessità del superamento delle lauree triennali.” 17.02.06 – Le nostre sollecitazioni sui criteri vengono accolte in pieno dal presidente Bontempo (Abruzzo) con un atto concreto. L’ invio a noi ed , a TUTTI gli altri presidenti, dell’atto dell’Abruzzo con cui hanno votato ” a maggioranza assoluta la candidatura della dott.ssa Scipioni Alessia iscritta all’Ordine del Lazio. Tale decisione è scaturita previo accertamento fondato sulla indipendenza di tale candidata che da informazioni certe non appartiene ad alcun schieramento elettorale della recente competizione per il rinnovo dei mandati (lista SIPAP Cultura e Professione, AUPI o altra lista). Il nostro Ordine con questa iniziativa intende promuovere la creazione di una vasta area di Consigli territoriali che si riconoscono in un progetto indipendente nella politica ordinistica, le cui linee programmatiche dovranno essere concordate nelle prossime settimane.” 17.02.06 – La triennalista “neutrale” viene votata anche dalla Toscana e da altre regioni che rispondono all’appello di Bontempo. Nessuna di queste regioni appartiene a quelle che hanno una maggioranza Aupi. La triennalista che viene eletta in nazionale è quella che fa già parte del Consiglio della Sicilia, naturalmente Aupi. Questo determinerà la probabilità che un consiglio regionale possa avere 2 voti e non uno al Nazionale. 23.02.06 – Ancora nessuna risposta dai Presidenti Aupi, solo il presidente uscente Sardi risponde con una lunga lettera alla mail mia e di Zaccaria, in cui, da un lato ci tira le orecchie forse avendo interpretato come svalutazioni del suo operato quelli che invece individuavamo come punti critici, dall’altro offre informazioni dettagliate e preziose sulla situazione europea. A questo punto, i presidenti che hanno risposto a favore della definizione di linee programmatiche da sviluppare (Liguria, Trento, Valle D’Aosta, Basilicata, Veneto, Abruzzo, Toscana, Lazio) decidono di formulare un documento più preciso sia su questioni di contenuto che di metodo e inviarlo di nuovo a tutti i presidenti. 18.03.06 – Dopo varie migliorie questo documento [scarica], viene inviato a tutti i Presidenti regionali, con questa mail di accompagnamento ” CARI PRESIDENTI E COLLEGHI, AVVICINANDOSI LA SCADENZA PER L’ELEZIONE DEL NUOVO ESECUTIVO DEL CNOP, ALCUNI DI NOI HANNO PENSATO DI SOTTOPORRE A TUTTI I FUTURI MEMBRI DEL CNOP ALCUNE RIFLESSIONI FATTE, (RIPORTATE IN QUELLO CHE ABBIAMO CHIAMATO DOCUMENTO PROGRAMMATICO) NELLA SPERANZA CHE POSSA ESSERE UTILIZZATO PER SVILUPPARE – IN UN INCONTRO PRELIMINARE TRA TUTTI – UN CONFRONTO UTILE E PROFICUO. CORDIALMENTE. I PRESIDENTI DI: ABRUZZO, BASILICATA, LAZIO, LIGURIA, TOSCANA, TRENTO, UMBRIA, VALLE D’AOSTA,VENETO, Anche su questo non arriva risposta. 19.03.06 – I Presidenti firmatari del documento si incontrano a Roma, in vista dell’insediamento del giorno dopo… gli altri presidenti non è possibile né vederli né incontrarli. Ci arriva voce che sono state già decise tutte le cariche, ma decidiamo comunque di riproporre la questione del metodo. Appare chiaro che la scelta può essere fatta solo nello schieramento Aupi che ha la maggioranza in consiglio, ma l’auspicio è che tale scelta possa avvenire individuando fra questi i colleghi più competenti e rappresentativi per la professione. 20.03.06 – La riunione del Consiglio , di cui ci auguriamo che le cariche vogliano dare visione ai colleghi attraverso la pubblicazione del verbale sul sito per ora “in costruzione”, è stata a dir poco “animata”. La collega Zaccaria ha ripresentato un discorso sul metodo ed i criteri….. silenzio, nessun dibattito. Il collega Palma, invece, nel suo discorso pre-elettorale ha presentato tutti i punti di contenuto salienti delle linee programmatiche che avevamo inviato nel nostro documento….. La cronaca successiva non è facile da sintetizzare. Ci sono stati vari interventi, alcuni anche pesanti. A sostegno della non discussione sui criteri è stato argomentato che l’Aupi ha vinto è giusto che si prenda tutte le cariche come è stato fatto dalle maggioranze di tutti i consigli. Ho tentato di aprire la discussione sulla differenza della rappresentanza tra i regionali e il nazionale. Nei regionali, i consigli sono risultato di una consultazione elettorale diretta che indirizza il governo, la stessa cosa non avviene in Nazionale, dove i Presidenti non sono eletti dagli iscritti, ma vi siedono automaticamente di diritto . Quindi credo non sia sostenibile la tesi che l’Aupi ha vinto al Nazionale, ma piuttosto quella che tutti i Presidenti insieme sono lì a rappresentare i 50000 colleghi italiani. Non ho trovato riscontro né confronto su questa linea politica. Per finire i risultati delle elezioni che forse non necessitano di molti commenti: Presidente – Giuseppe Luigi Palma eletto con 14 voti – nessun altro candidato- (8 voti sono andati a Tonzar nonostante non fosse candidato per la presidenza bensì per la vice) Vicepresidente – Claudio Tonzar con 20 voti – nessun altro candidato-( 1 a Zaccaria e 1 bianca) Segretario- Fulvio Giardina con 12 voti alla seconda convocazioneBontempo 10 voti ( Alla prima votazione :Giardina 11 voti- Bontempo 10- 1 bianca) Tesoriere – Maurizio Micozzi 12 e 10 bianche Poco lungimiranti (gli Aupi) non hanno capito che potevano avere un presidente, scelto fra i loro, ma rappresentativo per tutti, eletto a grandissima maggioranza. Documento tratto dalla pagina http://www.psicologia.toscana.it/vbContent.php?cntId=226 Il disordine dell'Ordine. Viaggio nei meandri della burocrazia ordinistica Si fa molto parlare, ultimamente, dell’informazione – o disinformazione – che gli Ordini concedono ai loro iscritti, soprattutto perché, in vista delle prossime elezioni, risulta importante per i candidati poter presentare il proprio programma elettorale che descriva con chiarezza a tutti i votanti gli scopi che ci si propone di raggiungere una volta eletti (è bene chiarire, a titolo informativo, che qualsiasi psicologo iscritto all’Ordine si può candidare alle imminenti elezioni). D’altro canto, è altrettanto vero che tutti e 50.000 gli psicologi iscritti ai vari Ordini regionali hanno il diritto di poter conoscere i vari candidati ed i loro progetti, dal momento che non stiamo affatto parlando di notizie commerciali, ma di informative elettorali di comune interesse per tutti noi. Fiduciosa nel corretto adempimento del compito istituzionale di ciascun Ordine mi sono quindi attivata – come Altra Psicologia – per avere i vari indirizzari regionali e di seguito desidero esporre la rosea situazione che ho avuto modo di esperire sulla pelle. Indignata, anzi, di fronte a tanta sfiducia nei nostri Ordini, voglio dimostrare come essi siano talmente zelanti nel fornire informazioni che addirittura, di fronte ad una richiesta semplice come quella di inviare via mail l’elenco completo degli iscritti (nota bene: elenco con dati pubblici), non si limitano affatto a dare una sola risposta, bensì molte, sfoggiando tutta una pletora di soluzioni diverse e contrastanti. E pensare che qualcuno si lamenta che in Italia sta sparendo la libertà di espressione… Ma vediamo un po’ nel dettaglio… In molte segreterie mi è stato chiesto per quale motivo volessi tale elenco (chiarisco che mi ero comunque qualificata come psicologa iscritta all’Ordine dell’Emilia-Romagna, non come segretaria dell’assicurazione Tal dei Tali che vuole vendere polizze a professionisti o cose simili). Non sottraendomi al dovere di chiarimenti, specifico che faccio parte di un’associazione che ha esponenti in varie parti d’Italia e che, per le prossime elezioni, desidererebbe presentare candidati; conseguentemente e logicamente, vorrebbe rendere noto ai colleghi il proprio programma elettorale. La motivazione è semplice e chiara. La risposta un po’ meno… A questo punto del nostro breve, ma quanto mai avventuroso viaggio nei piccoli gironi infernali della burocrazia – eppure, qualcuno che di gironi infernali se ne intendeva, aveva già avvertito: “perdete ogni speranza, o Voi ch’entrate”… – qualche gentile segretaria viene colta da confusione temporanea sul ruolo dell’Ordine e mi ribatte, con una lieve inflessione della voce che tradisce una certa agitazione, che c’è un problema di privacy. Un po’ perplessa della risposta, mi permetto di replicare che non capisco il problema, visto che l’Albo, e perciò i nominativi, sono dati pubblici. Sbigottiti dalla prontezza della replica, ma incapaci di controbattere di fronte a cotanto rigore logico, mi viene risposto che è necessario fare una formale richiesta scritta, comprensiva di motivazione, che sarà sottoposta all’attenzione di chi di dovere (il che equivale a dire che le proposte elettorali dei singoli candidati devono passare al vaglio dell’attuale consigliatura in carico. Corretto, non trovate?) Da segnalare, per particolare efficienza, alcuni Ordini, che non si accontentano di ciò, ma pretendono un documento con carta intestata (Bolzano) o la specificazione che i nominativi saranno utilizzati solo per la motivazione esplicitata (e fin qui può essere comprensibile) e per una sola volta -e se volessi fare due invii elettorali? Col sudore alla fronte inizio già ad immaginarmi una scena, stile film di spionaggio, in cui l’incauto agente speciale, una volta scoperto, è costretto ad ingoiare il foglietto con le informazioni segrete, affinché non cadano in mano del nemico. 50000 indirizzi sono decisamente più di un pasto completo…-, come nel caso dell’Abruzzo e della Toscana, fino ad arrivare addirittura a richiedermi la fotocopia di un documento d’identità (Campania). Pur in questo clima di sospetto quasi (quasi) generale, tengo a rimarcare alcune ulteriori differenze che contraddistinguono un Ordine dall’altro (e ci mancherebbe che le procedure fossero unificate su intero territorio nazionale! E dove finisce la creatività e la soggettività che noi psicologi tanto sosteniamo e sollecitiamo?). A fronte, infatti, di Ordini che inviano gratuitamente l’indirizzario, si trovano altri che richiedono un contributo spese. E anche qui ci troviamo innanzi a calcoli decisamente fantasiosi e dalle logiche imponderabili, considerato che si va dai 9,6 Euro dell’Umbria ai 243, 78 (!!!) del Piemonte. Ma si sa, siamo nel paese della finanza creativa… Non solo: mentre alcuni inviano l’albo in formato Excel, altri lo possono inviare solo in formato cartaceo o, addirittura, solo in etichette adesive. Per fortuna che c’è chi, invece, ti dà persino la scelta tra i vari formati! Vorrei porre in particolar modo la vostra gentile attenzione sulla logica perversa dell’Ordine siciliano che, pur inviando a pagamento le etichette adesive, addirittura interpreta (beh, siamo psicologi) la legge sulla privacy e ne deduce che tale legge “ci impedisce di passare gli indirizzi su CD”. A me la spiegazione rimane un po’ sibillina, ma sicuramente sarà perché non ho sufficiente conoscenza della legge. Come dire: la legge sulla privacy non tutela il contenuto dei dati diffusi, quanto la modalità di diffusione. Mah… Giunti a tal punto, alcune domande sorgono spontanee: perché pagare per un file inviato via mail a costo, quindi, zero? e, se necessario pagare, perché allora alcuni Ordini danno questo servizio gratuitamente? perché queste differenze fra un Ordine e l’altro? Forse qualche Ordine ha più bisogno di soldi di un altro? Se è questa la ragione, scusate se mi viene un po’ da ridere di fronte al paradosso che una regione come la Basilicata lo fornisca direttamente su Internet, mentre una ricca come il Piemonte richieda ben 243, 78 Euro!!! Comunque, vorrei mandare un messaggio di speranza: non perdiamo la fiducia, poiché in mezzo a tanta confusione, un po’ di chiarezza ci giunge. Infatti, in preda allo smarrimento per tante diversità (e tanto incomprensibili e ingiustificabili) ho ritrovato un barlume di fiducia di fronte all’atteggiamento assoluto, monolitico e incontestabilmente definito del Friuli Venezia Giulia che mi scrive “lo scrivente Ordine comunica che non fornisce tale servizio ai richiedenti. L’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia può mettere a disposizione l’elenco degli psicologi e degli psicoterapeuti ai richiedenti interessati, presso la propria sede di Piazza Niccolò Tommaseo n. 2 a Trieste, per la relativa consultazione”. Questo sì che è fornire un servizio agli utenti! Piuttosto, se qualcuno di voi va in vacanza nella bella e ventosa città (scusate, ma io soffro di rinite) potrebbe farmi il favore di ricopiare diligentemente tutti gli indirizzi?!? Una brillante soluzione, soprattutto per coloro che, in vista delle elezioni, hanno sicuramente ampio tempo a disposizione per svolgere un certosino lavoro da amanuense. Per dovere di cronaca, ci tengo a chiarire che la formale richiesta scritta è solo il primo passo per ottenere l’accesso (tutt’altro che garantito) a tali pubblici dati. Una volta escluse le regioni che chiedono un contributo economico e quelle di cui già possedevo l’elenco degli iscritti, ho inviato, via posta elettronica, la domanda con relativa spiegazione delle motivazioni a otto regioni il 22/9/05 (Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Molise, Puglia, Toscana, Valle D’Aosta, Veneto), a una il 4/10/05 (Sardegna) e ad un’altra l’11/10/05 (Trento. Non sono riuscita a trovarli prima). Fino ad ora, solo 3 regioni mi hanno risposto: la Puglia, inviandomi subito quanto richiesto, il Friuli Venezia Giulia, negandomelo, come già sopra chiarito e, infine, la Toscana, mandandomi unicamente gli indirizzi degli iscritti che hanno dato l’autorizzazione alla diffusione dei dati personali. Quest’ultima, in pratica, con la scusa dell’assenso o meno che ciascuno dà alla “comunicazione commerciale”, diffonde un indirizzario limitato e ristretto, anche in caso di utilizzo, come chiaramente indicato, a fini elettorali. Chissà se anche gli attuali consiglieri non potranno avere accesso a tali dati… Infine, le altre regioni non hanno ancora risposto. Rimango, ovviamente, in ansiosa e fiduciosa attesa… good night and good luck! Chiara Santi