Il mio Tuscany Trail 2015

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Il mio Tuscany Trail 2015
Il mio Tuscany Trail 2015
Giorno -∞
Danno numero 1: il negozio Milano Cycling mi fa un prezzo troppo basso per poter rifiutare una BMC front che viene
prontamente acquistata nel lontano Ottobre 2014.
Danno numero 2: intravedo per errore sul computer di mio fratello una bici in assetto bikepacking (scoprirò dopo che si
chiama così) che a sua volta ha trovato per errore siccome lui guarda solo bici gravity.
Danno numero 2b: insisto notevolmente affinché mi giri il link, e alla fine lo fa in pieno stile Moro89 scrivendomi “ecco il
tuo portapacchi della merda”.
Danno numero 3: non sapendo cosa sia quella bellezza, inizio le ricerche con parole chiave del tutto generali, tipo
portapacchi – portapacchi bici – portapacchi sottosella (della merda) – ecc… e infine scopro il bikepacking
Danno numero 4: mi iscrivo al Tuscany Trail.
Giorno 0
Casteggio – Marina di Massa
Mi prendo un giorno di ferie e tranquillamente mi porto a Massa in auto e mi godo un po’ il mare rilassandomi e
dormendo in albergo a Marina di Massa, evitando la palestra offerta. Le previsioni davano pioggia la notte e non volevo
passare la notte chiuso in una palestra con 100 persone e 1000 rumori.
Fattore di stress: ho riorganizzato la disposizione degli oggetti nelle borse almeno 4 volte nelle ultime 6 ore prima di
dormire.
Fattore di relax: ho visto un viaggiatore in bici passare per strada con almeno 3 volte il mio bagaglio e andava (non
fortissimo, ma andava).
Giorno 1
Alla partenza in piazza Aranci (bellissima!!!) ci sono 200 bikers e non c’è una bici caricata in modo uguale a un’altra.
Ognuno ha un mezzo unico. Non ho mai visto così tante fat insieme. Ma non manca nessun tipo di bici, rigida, front o full
che sia, e perfino bici da cicloturismo con tanto di portapacchi e sacche.
Fattore di preoccupazione: secondo me ho portato troppo peso. Le borse reggeranno? Ho troppa roba? Ho troppa poca
roba? Andrò troppo piano? Queste le domande che intasano la mia mente.
Fattore di serenità: c’è chi ha già problemi tecnici alla bici prima di partire e c’è chi mi chiede come si usa il gps. Ok,
allora i miei problemi a confronto non sono nulla.
Si parte e si pedala in gruppo fino alla prima salita, poi si incontra lo sterrato finalmente e pedalando e parlando non ci si
accorge di quanti kilometri scorrono sotto le ruote.
Cito direttamente dai miei appunti: valli, boschi, verde! Fiumi, vento, si sale e si scende. Tante fontanelle, no pioggia.
Estasiato dalla bellezza di questo modo di viaggiare in bici mi fermo al km 110 circa in compagnia di due tedeschi
estremamente simpatici e del siciliano Daniele (organizzatore del trinacria bike trail).
Dopo una cena davanti al fuoco, io e i tedeschi dormiamo bivaccati sotto un castello-gioco per bambini mentre Daniele
nella tenda. In tanti hanno proseguito e in tanti si sono fermati al paese prima (km 90?) per dormire in B&B. Ma il nostro
posto, rinominato Tuscany Hilton, si è rivelato perfetto e ci ha protetto dalla pioggia scesa nella notte.
Spaventa il peso dello zaino…
I primi scorci di Toscana
Sterrato in mezzo al bosco sopra Prato
Ora di cena!
Giorno 2
Riparto al mattino nella nebbia e visibilità limitatissima. Uso le luci di segnalazione per non rischiare nulla. Si scende
immersi nel fango, tra asfalto e sterrato, in un bosco bellissimo e infinito, con un guado che mi ghiaccia i piedi. Poco
male, mi asciugo nella lunga pianura prima di Firenze, dove il sole inizia farsi intravedere. Ma soprattutto mi rifocillo di
pizza e brioches, perché la fame è tanta e le sole barrette mi hanno sostenuto dalla prima colazione.
Attraverso Firenze a mezzogiorno. Troppi turisti, procedo a piedi immerso nel flusso. Forse aveva ragione chi diceva che
era meglio attraversarla di notte, ma io mi diverto perché i lorsignori benvestiti vedono questo scappato di casa
ricoperto di fango al loro fianco che spinge una bici carica di bagagli. E soprattutto, ho l’occasione di mangiare il mitico e
delizioso panino con il lampredotto. Non si può passare da Firenze e non mangiarlo, sarebbe fondamentalmente
sbagliato.
Poi riparto e pedalo fino a sera. Devo dire che ho sofferto un poco il caldo e che nelle salite più ripide spingevo la bici.
Trovo che invece di avere l’orgoglio di fare uno strappetto di 50-100m pedalando e bruciarsi i muscoli sia meglio farlo a
piedi e cogliere così l’occasione di “rilassarsi”.
I paesaggi sono bellissimi. Trovo un posto perfetto per la notte al km240 circa ma è troppo presto e riparto. Arrivo a San
Gimignano per le 9 di sera e seguo altri partecipanti fino al campeggio dove piazzo il mio sacco da bivacco in un angolo e
dormo.
Scusi, ha un po’ di fango?
Il panino con il lampredotto vale il viaggio
Giorno 3
Dopo una colazione nella splendida piazza di S. Gimignano, riparto pieno di entusiasmo. Entusiasmo che cresce sempre
più perché le colline che attraverso sono sempre più belle. Si attraversa Siena e le strade bianche dell’eroica. Si
attraversano piccoli borghi fuori dal tempo, come San Quirico d’Orcia, dove si può approfittare di una sosta per
mangiare e bere qualcosa.
Proseguo su terreni sempre facili su cui si pedala che è un piacere. Devo fermarmi a dormicchiare un poco all’ombra
quando il sole è alto e picchia tanto, ma poi pedalo fino alle 8 di sera quando, sperduto tra le colline, mi fermo a dormire
nel giardino di un agriturismo. Altri partecipanti al tuscany hanno approfittato delle ben più comode stanze, ma io mi
attengo al mio proposito di dormire sotto le stelle.
San Gimignano
Non è lo sfondo di windows, è reale davanti ai miei occhi
Colline attorno a S. Gimignano
Strada bianca
Giorno 4
Oggi è il giorno più difficile, perché il vento si fa sentire. Le salite sono morbide ma il vento le trasforma, e si avanza
molto lentamente. Poi il vento cala, ma la bellezza dei paesi incontrati rimane ad altissimi livelli, e Pitigliano mi entra nel
cuore. La gente è gentile e c’è chi mi offre il caffè nel suo negozio perché affascinato da quello che sto facendo e ascolta
le mie parole come fossero storie incredibili.
Alla fine della giornata arrivo al mare e mi fermo a bivaccare in una pineta, incredulo di aver fatto 139 km in giornata.
Potrei affrontare l’Argentario e chiudere il TT come fanno molti altri, ma non l’ho mai visto e preferisco godermelo
all’alba.
Per le strade di Pitigliano…
… e vista dal basso
Giorno 5
L’Argentario non è facile. Un po’ per il vento che soffia forte fino a spostarti, un po’ per alcuni strappi ripidissimi dove è
necessario spingere a mano e un po’ perché si hanno 500 km nelle gambe. Ma il paesaggio è bellissimo, vegetazione
brulla e vista mare. E le discese a bomba!
Infine attraverso la magnifica pineta che mi riporta sulla terraferma e conto i km all’arrivo.
-10---- -5…. -3 -2 -1 Finito!
È stata un’esperienza magnifica, che mi ha portato a conoscere maggiormente me stesso dal punto di vista fisico,
capendo quali sono i miei limiti e capendo meglio i segnali del mio corpo.
Ho conosciuto un sacco di gente nuova con la passione della bici.
Ho visto posti straordinari.
Grazie Andrea Borchi per avere organizzato questo splendido trail.
E qui posso dire che inizia la parte più dura: il rientro in treno verso Massa.
Vista dall’Argentario
L’agognato traguardo
Alcune considerazioni
Tecnica:
Il trail non presenta alcun tratto “tecnico”, si pedala quasi sempre su terreno scorrevole. Le uniche difficoltà derivano da
alcuni strappi ripidi, dove si riposano un po’ i muscoli spingendo a mano, e un tratto iniziale dove si spinge la bici per 45
minuti circa. Ma a tutti gli effetti queste non vanno viste come difficoltà perché fanno parte dell’avventura.
Pernottamenti:
Sempre in sacco a pelo e sacco da bivacco, nonostante lungo il percorso ci sono infinite possibilità di pernottare in B&B,
agriturismo o albergo.
Cibo:
Praticamente basta qualche barretta per quando ci si sveglia al mattino in luoghi isolati o per i momenti di crisi,
altrimenti lungo il percorso si trova sempre qualcosa, anche di domenica.
Equipaggiamento:
Ho visto gente con assetto da cicloturismo (portapacchi con borse) che ha chiuso in 6-8 giorni, e gente totalmente
scarica che ha chiuso in meno di 2 giorni. Consiglio: le borse da bikepacking sono la cosa migliore. Richiedono un piccolo
investimento, ma sono fantastiche. Io mi trovo bene con Apidura e Alpkit, ma credo che l’italiana Miss Grape sia
altrettanto valida.
Ci sono due scelte fondamentali da fare: (1) voglio dormire all’aria aperta o appoggiarmi alle strutture? (2) voglio avere
ogni comfort (fornelletto, tenda, materassino…) o viaggiare leggero?
Non ci sono risposte sbagliate. È solo una scelta da fare.
Io ho portato troppe cose; nel 2016 porterò quanto scritto sotto, ma soprattutto niente zaino!!
Oltre all’abbigliamento indossato, 2 paia di calze di ricambio, 1 paio di mutande (si pedala senza), 1 maglia termica a
manica lunga, 1 felpa termica con cappuccio, 1 o 2 maglie tecniche sintetiche, 1 buff, 1 calzamaglia tecnica, 1 paio di
calzoni corti di ricambio, 1 antivento, 1 kway (solo se prevista pioggia).
GPS, pile AA di ricambio, iphone (in modalità aereo, così dura tutto il tempo), luci di segnalazione, torcia frontale, luce
bici, power bank per ricaricare torce o telefono, crema solare (!!!), spazzolino, dentifricio, coltellino, farmacia (aspirina,
oki, cerotti, imodium, moment), taccuino e matita, zaino piccolo ripiegabile decathlon in caso di acquisto cibo per
campeggio serale, 2 borracce, kit riparazione bici (camere d’aria, nastro riparazione, fascette elettricista, leve, pompetta,
multitool, pezze camera d’aria, falsamaglia, cavo cambio), fazzoletti di carta, qualche barretta energetica, qualche
compressa di amminoacidi.
Se decido di dormire all’aperto: sacco a pelo leggero, sacco da bivacco, materassino gonfiabile, cuscino gonfiabile.
Se decido di dormire in strutture: infradito, sacco da bivacco (se per emergenza sono costretto a dormire all’aperto)
Opzionali: GoPro, macchina fotografica, olio per catena.
Per forza di cose: portafoglio, chiavi della macchina.
NON PORTARE: lucchetto e catena bici (nei boschi non c’è nessuno e le strutture mettono sempre a disposizione locali
chiusi), pantaloni antipioggia (fanno sudare più dell’acqua che si prenderebbe).
C’è comunque chi direbbe che ho troppa roba ;)
Bici:
La bici che si ha va bene. C’erano veramente bici di tutti i tipi. L’importante è che sia affidabile e revisionata. Evitate di
arrivare a metà strada e di scoprire che le pastiglie dei freni sono finite!
Personalmente nel 2016 parteciperò con una XC front, che a mio parere è la bici con cui ci si diverte maggiormente su
questo tipo di percorso.