Pro is moris de is cogas

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Pro is moris de is cogas
ASSOCIAZIONE TURISTICA
PRO LOCO GONNOSCODINA
Gonnoscodina (Or)
Domenica 2 maggio 2010
.
“Pro is moris de is cogas”
(Lungo i sentieri delle streghe)
“ Lungo i sentieri della strega vi sono i segni di una
vitalità ancora prorompente dei cicli naturali,
di una natura sorprendentemente interessante,
ricca e varia che esige di essere meglio
conosciuta e tutelata”
Passeggiata in mezzo al verde alla scoperta
delle erbe officinali con esperti botanici
che vi accompagneranno
lungo i sentieri della strega
PROGRAMMA:
Ore 9.00 - Partenza dalla piazza della chiesa di S. Sebastiano.
Ore 12,30 - sosta e pranzo al sacco in località “ Pala funtana”
Nel pomeriggio, visita alla tomba dei giganti “s’omu e s’orcu”
Per le persone distratte la Pro loco offrirà “ su smurzu “
( pane, formaggio, salsiccia e un bicchiere di vino)
per informazioni: Tel. 078392149 - 078392232
E-mail - [email protected]
“pro is moris de is cogas”
La Pro loco Gonnoscodina, organizza, per il quarto anno
consecutivo, il percorso “pro is moris de is cogas”.Una passeggiata in
mezzo al verde che si svolge lungo i sentieri della strega Maria Zara
di Gonnoscodina.
La ricerca recente si è concentrata sulla stregoneria come fenomeno
culturale con una realtà propria. Ciò ha portato a un rinnovato
interesse sugli episodi di stregoneria come espressione di credenze,
valori e fantasie; a porre l’accento sulla stregoneria come risorsa
culturale e sociale e, soprattutto, a prendere coscienza del grande
potere metaforico e simbolico non solo nella letteratura e nel dramma,
ma più in generale nel mondo della religione e della politica e nella
vita della comunità. P.P.
Relazione per l'illustrissimo signor cardinale di Toledo
inquisitore generale e per i signori del Consiglio di Sua
Maestà della santa generale Inquisizione dell'autodafé che
l'inquisitore dott. Raya celebrò l'11 giugno 1585 nella
piazza di Santa Caterina della città di Sassari nel regno di
Sardegna
MARIA ZARA, abitante e originaria del villaggio di
Gonnoscodina, fu condannata come fattucchiera e come gravemente
sospetta di apostasia formale. Uscì nell'autodafé con coroza e insegne di
fattucchiera. Abiurò de vehementi e, per cautela, le fu tolta la scomunica
in cui era molto sospetta di essere caduta. Le vennero date 100 frustate e
le furono imposte alcune penitenze spirituali.
Questa Maria Zara è una che uscì nell'autodafè passato del 14 di
agosto 1583 . È la nona nell'ordine della relazione del detto autodafé. È
giunto un decreto da parte di Vostra Signoria secondo il quale, non
risultando l'invocazione o il patto con il demonio, il suo processo non
sembrava spettare al Sant'Ufficio.
( SALVATORE LOI – INQUIS IZ IONE, MAGIA E STREGONERIA IN
SARDEGNA –Edi t o r e AM & D EDIZIONI )
IL DIAVOLO
Il
diavolo era il protagonista onnipresente della mitologia
inquisitoriale. Ecco alcuni riferimenti storici di altri imputati/e,
abitanti nella diocesi di Ales.
SEBASTIANA PORRU 1583 - abitante e originaria del villaggio di
Gemussi (Simala) diocesi di Ales, condannata come sortilega e
fattucchiera che aveva stretto un patto con il demonio, credendo in lui,
invocandolo e chiamandolo per tutte le sue faccende per la durata di
tredici anni. Fu riconciliata con la formalità di rito, con la confisca dei
beni, carcere e abito penitenziale per dieci anni precisi, duecento
frustate, cento nel suo villaggio. A carico di questa rea testimoniarono
sei persone che deposero contro di lei, in qualità di testimoni oculari,
circa alcune fattucchiere da lei operate l’avevano vista gettare il piombo
ad alcuni malati, che la superstizione ordinaria in questo regno.
TRUISCO CASULA 1545 - questi era un agiato possidente residente a
Gonnosnò, era stato nominato dal Viceré alguazile e commissario
generale per la Sardegna, incaricato cioè di prendere e perseguire tutti i
ladri e malfattori del regno e di metterli in prigione. fu accusato di
possedere dentro un’ampolla un demonio dal nome di “ Juame Zullano”
e di averlo adorato. Ricorreva a pratiche magiche e al demonio in seguito
ad esperienze avute in famiglia, giacché la madre era fattucchiere e
sortilega. Nell’autodafè celebrato il 7 dicembre 1545 nella piazza della
cattedrale di Cagliari, fu rilasciato al braccio secolare e messo al rogo.
NINA PORTA 1586 - Abitante e originaria del villaggio di Masullas,
fu arrestata dal vicario generale di Ales e consegnata all’inquisizione
perché aveva fama di essere una bruxa. Confessò di aver parlato con il
demonio e rispondendo a un capo d’accusa disse che era vero che si era
trasformata in un gatto nero dopo aver recitato dei brebus al demonio.
In seguito revocò tutto, dicendo che aveva confessato tutto per paura.
Alla fine il tribunale decise di assolverla da tutte le accuse.
MICHELE NAIZENA 1576 - Abitante di Gonnostramatza
fu
condannato perché spacciatosi per alguazile aveva arrestato una donna
che si rifiutava di avere rapporti carnali con lui, giustificò l’arresto
dicendo di aver sentito la donna invocare il demonio.
Opuscolo prodotto dall’ associazione turistica Pro loco Gonnoscodina
A cura di Palmiro Pilloni