Report Conclusivo
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Print Different - Report Conclusivo Concept e grafica a cura di: P.R. Consulting s.r.l. (Giampietro Vecchiato – Eleonora Marampon) Scuola Grafica San Marco (Matteo Dittadi) 2 Print Different - Report Conclusivo Sommario 1. Premessa ....................................................................................................................................................... 4 2. Il contesto ...................................................................................................................................................... 5 2.1 Motivazioni esogene: la crisi economica ................................................................................................. 5 2.2 Motivazioni endogene: la rivoluzione digitale ........................................................................................ 7 3. Breve panoramica sul progetto Print Different ........................................................................................... 10 4. L’indagine..................................................................................................................................................... 11 4.1 Composizione delle aziende rispondenti............................................................................................... 11 4.2 Situazione occupazionale ...................................................................................................................... 12 4.3 Fatturato ................................................................................................................................................ 12 4.4 New business ......................................................................................................................................... 14 4.5 Innovazione di prodotto e strumentazioni utilizzate ............................................................................ 14 4.6 Cultura digitale e cultura della comunicazione ..................................................................................... 15 4.7 Previsioni sul biennio 2012-2013 .......................................................................................................... 16 4.8 Aggregazione di rete.............................................................................................................................. 17 4.9 Conclusioni ............................................................................................................................................ 19 5. Gli spunti emersi dal convegno ................................................................................................................... 20 3 Print Different - Report Conclusivo 1. Premessa Il presente documento contiene la relazione conclusiva del progetto PRINT DIFFERENT, iniziativa di sensibilizzazione alla cultura digitale promossa dal Comitato EBAV di Categoria per il settore grafico, in collaborazione con Confartigianato, CNA e Casartigiani e le organizzazioni sindacali del settore (CGIL-CISL), e dedicata alle imprese del settore grafico , tipografico e fotografico del Veneto. Obiettivo della relazione è di offrire un supporto a EBAV, alle Associazioni di Categoria e alla Regione Veneto al fine di valutare l’individuazione di strumenti a sostegno di un comparto i cui problemi strutturali, legati all’impetuoso avanzare del digitale, sono aggravati dalla crisi economica e finanziaria che ha spinto il Paese in recessione. 4 Print Different - Report Conclusivo 2. Il contesto Il mondo della stampa tipografica e dell’artigianato sta subendo, oggi, una radicale trasformazione strutturale che, se da un lato è il fisiologico adattamento all’attuale congiuntura socio-economica, dall’altro è il risultato di un macro-fenomeno trasversale rispetto al mercato: la rivoluzione digitale. La progressiva estensione della digitalizzazione sta, infatti, rendendo sempre più necessario ripensare i mestieri, i profili professionali, i percorsi formativi, i linguaggi e le tecniche, in direzione di una nuova alfabetizzazione che coinvolge tutta la filiera. La transizione ai nuovi paradigmi, tuttavia, viaggia ad una velocità ben diversa rispetto allo sviluppo delle tecnologie: la consapevolezza di non poter deviare ancora per molto dalla traiettoria del digitale fa da contraltare alla resistenza al cambiamento che spinge molti artigiani ad assumere – nella gestione del business – un atteggiamento piuttosto conservatore. I fattori di criticità del settore, dunque, trovano la loro causa in motivazioni sia di natura esogena (la crisi economica) che endogena (cambiamenti nella professione a seguito dell’avvento del digitale). 2.1 Motivazioni esogene: la crisi economica I settori della tipografia, della grafica e della fotografia, sono fra i più esposti all’evoluzione congiunturale economica negativa, e stanno fronteggiando una persistente debolezza dei flussi di domanda e di fatturato. La recessione macroeconomica ha infatti determinato minori investimenti in pubblicità e comunicazione da parte delle aziende, andando a ridisegnare pesantemente l’intera filiera, in particolare l’area stampa. I dati della Federazione della Filiera della Carta e della Grafica sul primo trimestre del 2012 confermano la tendenza al ribasso: le aziende che segnalano una flessione del fatturato e degli ordini prevalgono nettamente su quelle che evidenziano un aumento (41% contro 21% e 45% contro 24%, rispetto all’ultimo trimestre del 2011), con una pesante ricaduta anche in termini di occupazione. Già a fine 2011 il fatturato del comparto grafico era calato di 0,5% rispetto all’inizio del 2010, confermando il trend calante che registra il quinto anno consecutivo di discesa. Contestualmente, la produzione è calata del 5,8%, con una particolare flessione nei segmenti delle riviste, stampati pubblicitari e commerciali, e collaterali legati a 5 Print Different - Report Conclusivo periodici. Quanto alle vendite, oltre l’80% si è realizzato su mercati esteri (USA, Germani, Francia in particolare), mentre in Italia le vendite continuano a diminuire, confermando una certa “debolezza” commerciale del comparto. Per chiarire ulteriormente il fenomeno basta pensare all’incidenza che la crisi ha avuto su un settore di riferimento per il comparto tipografico quale l’editoria giornalistica. L’andamento declinante della domanda interna – che secondo i dati OCSE dovrebbe continuare fino al 2013 – genera un forte allarme, a causa della marginalità che ricoprono i giornali nei budget di spesa delle famiglie. Nei momenti di crisi economica, gli acquisti di prodotti stampati sono i primi a subire dei tagli. Sono spunti sufficienti, questi, a immaginare i problemi che tutti i soggetti della filiera si trovano ad affrontare. Le previsioni sul biennio 2012-13 non sono certo più rosee: i fattori di criticità dei comparti in esame (riduzione dei margini di redditività delle imprese, squilibri crescenti fra costi e ricavi, forte riduzione del fatturato) si aggraveranno nell’ultimo semestre 2012. Rimane l’osservazione, ormai strutturale, che la crescita attesa si basa in misura maggiore sui mercati esteri, mentre il mercato interno continua a mostrare un “gap” negativo di crescita. Al di là di questo, tuttavia, permangono, le aspettative impostate sul pessimismo. Questo stato di cose ha avuto, naturalmente, un’incidenza profondamente negativa sul ciclo di vita delle aziende. Con riferimento al Veneto, dati Confartigianato dichiarano che su 229 aziende nate tra il 2009 ed il primo trimestre 2012, solo il 58,5% è sopravvissuto: ciò significa che ogni due imprese nate, una fallisce nei primi tre anni. Un tasso di mortalità molto alto che solo in parte può essere spiegato dalla poca preparazione - soprattutto gestionale - dei neo imprenditori. Più verosimilmente, il settore è oggetto di dinamiche complesse alle quali non tutti riescono a far fronte efficacemente. Imprese artigiane Venete della grafica per anno e provincia di appartenenza Tabella 1: Imprese artigiane Venete della grafica per anno e provincia di appartenenza 2009 2010 2011 1 trim 2012 Registrate Registrate Registrate Registrate nate nel cessate periodo nel periodo Belluno 39 36 38 37 7 8 Padova 247 246 248 246 44 51 Rovigo 49 48 46 46 8 14 Treviso 223 222 225 223 31 38 Venezia 170 166 158 155 42 62 Verona 257 262 257 256 55 70 Vicenza 217 218 212 207 42 51 Veneto 1.202 1.198 1.184 1.170 229 294 Elaborazioni Ufficio Comunicazion&Studi Confartigianato Imprese Veneto su dati Infocamere 6 Print Different - Report Conclusivo Nel merito delle varie province, Verona (256 imprese attive) e Padova (248) sono quelle con il maggior numero di attività, seguite da Treviso e Vicenza. Per quanto riguarda i vari mestieri invece la frequenza maggiore spetta alle attività di “altra stampa”: 796 le ditte iscritte in CCIAA con questo codice. Seguono le 218 imprese dedite alle lavorazioni preliminari alla stampa e le 125 legatorie. Imprese artigiane Venete della grafica per anno, provincia e settore di appartenenza Tabella 2: Imprese artigiane Venete della grafica per anno, provincia, e settore di appartenenza 2009 2010 2011 1 trim 2012 Registrate Registrate Registrate Registrate nate nel cessate periodo nel periodo 1 1 Belluno 181 Stampa e servizi connessi 2 1 0 1 24 25 1812 altra stampa 26 26 7 6 6 6 1813 lavorazioni preliminari alla stampa 6 6 0 1 5 5 1814 legatoria e servizi connessi 5 5 0 0 4 4 Padova 181 Stampa e servizi connessi 4 4 0 0 168 167 1812 altra stampa 170 169 23 28 41 43 1813 lavorazioni preliminari alla stampa 41 42 11 11 32 31 1814 legatoria e servizi connessi 31 32 10 12 1 1 182 riproduzione di supporti registrati 1 1 0 0 1 1 Rovigo 181 Stampa e servizi connessi 1 1 0 0 34 33 1812 altra stampa 35 33 6 9 5 5 1813 lavorazioni preliminari alla stampa 5 5 2 2 8 7 1814 legatoria e servizi connessi 8 7 0 3 7 7 Treviso 181 Stampa e servizi connessi 8 7 0 0 154 156 1812 altra stampa 154 157 21 26 39 37 1813 lavorazioni preliminari alla stampa 38 38 4 7 21 21 1814 legatoria e servizi connessi 22 21 4 4 1 2 182 riproduzione di supporti registrati 1 2 2 1 3 3 Venezia 181 Stampa e servizi connessi 4 3 2 3 109 103 1812 altra stampa 112 103 27 42 36 30 1813 lavorazioni preliminari alla stampa 35 33 9 14 18 19 1814 legatoria e servizi connessi 19 19 4 3 5 5 Verona 181 Stampa e servizi connessi 5 5 0 1 157 159 1812 altra stampa 156 158 32 35 74 65 1813 lavorazioni preliminari alla stampa 70 67 18 29 24 25 1814 legatoria e servizi connessi 24 25 5 4 2 2 182 riproduzione di supporti registrati 2 2 0 1 5 4 Vicenza 181 Stampa e servizi connessi 5 4 0 0 154 153 1812 altra stampa 154 155 25 31 38 32 1813 lavorazioni preliminari alla stampa 37 34 13 13 19 17 1814 legatoria e servizi connessi 19 17 4 5 2 1 182 riproduzione di supporti registrati 2 2 0 2 Veneto 1184 229 293 1.202 1.198 1.170 Elaborazioni Ufficio Comunicazion&Studi Confartigianato Imprese Veneto su dati Infocamere 2.2 Motivazioni endogene: la rivoluzione digitale Il mondo della stampa sta vivendo un periodo di enormi cambiamenti e di sollecitazioni di ogni tipo. La crisi che imperversa sui mercati negli ultimi anni è servita da catalizzatore ed 7 Print Different - Report Conclusivo acceleratore di processi e fenomeni altrettanto strutturali, i cui significati e risvolti non erano ancora stati messi sufficientemente a fuoco dagli attori della filiera. In questo scenario, il web e il digitale hanno fatto ingresso prepotentemente sulla scena, interessando tutti i processi dei sistemi di impresa del settore delle arti grafiche e tipografiche e innescando una rivoluzione che ha colto impreparati gli addetti ai lavori. Se molte imprese artigiane hanno perso in competitività, infatti, le ragioni non vanno identificate esclusivamente con la crisi economica: mancata comprensione dei nuovi scenari aperti dal digitale, nessun investimento in ricerca e sviluppo, scarsa professionalità sulle nuove tecnologie e scarso aggiornamento professionale, sono solo alcune delle motivazioni che è possibile avanzare. Il cambio di paradigma imposto dalla rivoluzione digitale ha assunto dimensioni epocali, imponendo un netto ripensamento dell’intera filiera i cui tradizionali modelli di business sono divenuti rapidamente obsoleti. Le trasformazioni che stanno avvenendo nel mondo della comunicazione – tradizionalmente il settore chiave per i comparti in esame – stanno generando ricadute tali da modificare definitivamente l’assetto di stampa e tipografia. Le tecnologie multimediali hanno reso la comunicazione sempre più “liquida”: l’informazione si è progressivamente de-materializzata, il software ha preso il sopravvento sull’hardware, il led sull’inchiostro, la luce sul colore. Parallelamente, i confini fra le professioni si sono fatte più sfumate, la convergenza tra media e web ha fatto emergere nuove sensibilità: i consumatori sono, oggi, multimediali e multicanali, nonché avvezzi alle nuove abitudini mediatiche generate dal web. Le pagine si dilatano sugli schermi dei tablet, l’informazione si ottimizza per essere di agevole lettura sullo schermo di un telefonino: progressivamente, le nuove tecnologie digitali stanno dirottando le esigenze di informazione verso mezzi diversi da quelli della stampa. Come ha reagito il comparto grafico e tipografico di fronte a tale cambiamento? In molti casi, con disinteresse e superficialità, confidando in “tempi migliori”. La naturale conseguenza è stata l’ennesima scudisciata per un comparto già provato dalla crisi. Il volume di vendita di stampati è infatti in discesa dal 2007, anche se già dal 1995 si iniziava a registrare una contrazione nella richiesta degli stessi: tirature più brevi, paginazione ridotta, dimensioni degli ordinativi in calo anno dopo anno. Le previsioni a medio termine, purtroppo, 8 Print Different - Report Conclusivo non sono certo più rosee: la quota del mercato globale della stampa offset si ridurrà di un altro 25%. Crescerà, però, del 50% la quota del mercato globale della stampa digitale. Da circa una quindicina d’anni, dunque, il digitale condiziona le regole di mercato: eppure la sua declinazione nei circuiti dell’artigianato è ancora rarefatta, generando uno squilibrio fra ciò che la domanda si aspetta e ciò che l’offerta mette a disposizione. Sebbene, infatti, il cambiamento in atto sia stato percepito, gli addetti ai lavori faticano enormemente a tradurlo in termini strategici e, di conseguenza, operativi. Chi tenta di avventurarsi nel digitale, spesso la fa in maniera non sistematica, disorganizzata, frequentemente intuitiva. È il caso, ad esempio, di quegli stampatori che tendono a identificare il digitale solo con il web to print settore che conta già numeri e nomi importanti - e che hanno tentato di cavalcare quell’onda, con risultati non all’altezza delle aspettative. Alla base della difficoltà di assorbire le dinamiche del digitale non vi è solo un problema di evoluzione tecnologica degli strumenti, che pure vanno incontro ad una obsolescenza sempre più rapida. Vi è soprattutto un problema di mancata sensibilità nei confronti di tali tematiche, non adeguatamente comprese o percepite ancora come costo inutile anziché come opportunità. I segnali che provengono dal mercato, invece, sono molto chiari: le innovazioni di sviluppo stanno spostando l’asse delle competenze di imprenditori, tecnici e operatori, che vanno rinfrescate alla luce delle nuove soluzioni. È necessario fare propria la mentalità del cambiamento, uscire dalla cultura del monoprodotto “stampato” per trasformarsi in fornitori di contenuti. È importante iniziare a formare e a raccontare in maniera diversa l’uomo artigiano del XXI secolo. Quello che affronta la globalizzazione, che familiarizza con le nuove tecnologie, che sa essere creativo anche grazie all’intelligenza delle mani, che sa che “crisi economica” non significa per forza “crisi delle idee”, e che integra il “saper fare manuale” con le nuove tecnologie e sensibilità. Non è una sfida semplice, ma è necessaria, pena l’espulsione dal mercato. In questo contesto si inserisce Print Different, un progetto che nasce entro un contesto geografico ben preciso – il Veneto – con l’obiettivo di gettare le basi per un avvicinamento del mondo dell’artigianato alle potenzialità espresse dal digitale. 9 Print Different - Report Conclusivo 3. Breve panoramica sul progetto Print Different PRINT DIFFERENT è un’importante iniziativa di sensibilizzazione alla cultura digitale promossa dal Comitato EBAV di Categoria per il settore grafico, in collaborazione con Confartigianato, CNA e Casartigiani e le organizzazioni sindacali del settore. Lo spirito del progetto è quello di riuscire a connettere due mondi – l’artigianato e il digitale – distanti fra loro, soprattutto in termini culturali, secondo una finalità strategica “di sistema”, volta a valorizzare l’intero comparto. Da un punto di vista organizzativo, il progetto ha previsto due fasi: un questionario on-line per fotografare la situazione dell’intero comparto, e un convegno conclusivo per presentare i risultati della ricerca e alcune strategie di risposta alla crisi che ha investito il settore. Il questionario, disponibile sul sito www.printdifferent.info, è stato indirizzato a tutti i soci Confartigianato, CNA e Casartigiani del settore grafico veneto, nonché a tutti gli imprenditori artigiani di settore. Il convegno conclusivo del progetto – Print Different: voltare pagina nell’era digitale – svoltosi in data 29 settembre 2012 presso l’Istituto Salesiano San Marco, ha costituito l’occasione per conoscere gli esiti dell’indagine e per dar vita ad un’arena di discussione sul tema, in cui far emergere alcune linee di intervento a sostegno delle imprese da proporre al decisore politico. 10 Print Different - Report Conclusivo 4. L’indagine Alla base del progetto Print Different si colloca l’indagine un’indagine rivolta alle imprese artigiane del settore grafico e tipografico del Veneto, un comparto che conserva un rilevante peso culturale e che è oggetto di profonde trasformazioni rispetto al passato. Lo scopo dell’iniziativa è di fotografare questa realtà, raccogliendo una serie di dati in grado di restituire uno spaccato della situazione delle imprese. In particolare, il questionario è stato tarato per rilevare il grado di penetrazione del digitale all’interno delle imprese artigiane del territorio regionale. Trattandosi di un’indagine rivolta a tutti i soci EBAV e delle associazioni di categoria coinvolte nel progetto, il campione non è da considerarsi statisticamente significativo. Pertanto, i dati raccolti non intendono assumere carattere di ufficialità o di assoluta rispondenza alla realtà. Il questionario era compilabile on-line al sito www.printdifferent.info Le risposte pervenute sono state 167. 4.1 Composizione delle aziende rispondenti Il campione costituito dalle 167 aziende rispondenti risulta così composto: Le aziende esaminate assumono prevalentemente la forma giuridica di società in nome collettivo (61) e in secondo luogo di ditta individuale (57), in piena linea con la tradizione artigiana italiana, che fonda la propria storia su aziende di piccole dimensioni. Tale condizione di nanismo, se da un lato rende indubbiamente le aziende più flessibili, dall’altro le espone a 11 Print Different - Report Conclusivo grandi difficoltà quando si tratta di competere a livello globale, in cui vengono privilegiati i grandi numeri. 4.2 Situazione occupazionale La situazione occupazionale delle imprese interessate non deroga a tale condizione: prevalgono nettamente le aziende con pochi (o nessuno) dipendenti. Tra le 167 società rispondenti, ben 119 (il 72%) hanno meno di 5 addetti: di queste, circa il 23% non ne ha nessuno. La numerosità delle imprese appartenenti a ciascuna fascia dimensionale (in termini di numero di dipendenti), cala al crescere della dimensione aziendale: solo un’unica impresa dichiara più di 40 dipendenti. Interessante è il dato sull’età anagrafica dei dipendenti: sul totale dei dipendenti in forze presso le aziende considerate, ben il 68% è al di sotto dei 40 anni (di cui il 33% è al di sotto dei 30 anni), e solo il 10% è al di sopra dei 50 anni. Se, tuttavia, restringiamo il focus solo alle aziende con meno di 5 addetti, la situazione presenta equilibri diversi: aumenta, infatti, la quota dei dipendenti con più di 50 anni (35%). Tale situazione si spiega, probabilmente, con la minore capacità attrattiva delle aziende di piccolissime dimensioni nei confronti di giovani, che tendono a preferire imprese più grandi. Accade infatti che le nuove leve interpretino le imprese a scala dimensionale ridotta come “palestra” per fare esperienza, cercando di orientarsi poi verso aziende di dimensione più ragguardevole. Negli ultimi due anni (2010-2011), la maggioranza delle aziende (77%) non ha assunto nuovi dipendenti. 4.3 Fatturato Il fatturato del comparto grafico veneto analizzato deriva prevalentemente da servizi forniti alle PMI (86%): 12 Print Different - Report Conclusivo Il 72% di queste aziende si rivolge ad un mercato locale e regionale, dunque molto circoscritto, e ben il 46% ha un respiro esclusivamente locale. 28 aziende si confrontano con il Triveneto, e 26 con il territorio nazionale. Non sorprende che solo 5 imprese sul totale considerato si rivolgano ad un mercato globale: il mondo dell’artigianato, per sua natura, costituito da aziende di piccolissime dimensioni, ha infatti legami limitati con i mercati internazionali. Nel 2011, il 47% delle aziende rispondenti ha riscontrato un calo di fatturato, mentre solo per il 25% è aumentato. Il restante 28% ha riscontrato una certa stabilità. In riferimento ai servizi dai quali deriva la maggior parte del fatturato, prevalgono la progettazione grafica (88 imprese), stampa commerciale (86), stampa digitale di piccolo formato (79) e solo a distanza da fotografia (44), stampa digitale di grande formato (35), stampa editoriale (31), legatoria e cartotecnica (25), packaging e web design (24 imprese per entrambe le categorie). Come si evince dal grafico sottostante, i servizi più innovativi – legati alle recenti evoluzioni del digitale – non contribuiscono in maniera sensibile alla costruzione di fatturato: tale situazione si spiega, come si mostrerà più avanti, con i ridotti investimenti che vengono destinati a questo tipo di servizi. 13 Print Different - Report Conclusivo 4.4 New business I settori che le aziende rispondenti ritengono più “attrattivi” al fine dell’acquisizione di nuovi contatti commerciali consistono principalmente in progettazione grafica (88), stampa commerciale (86) e stampa digitale di piccolo formato (79). Editoria digitale (10), web marketing (9), social media marketing (9), mobile design (8), video multimedia (6) e 3D (1) sono assolutamente residuali. All’interno della sezione del questionario dedicata al new business, a colpire maggiormente è il dato relativo agli strumenti impiegati per acquisire nuovi contatti commerciali: ben l’83% delle aziende considerate utilizza esclusivamente telefono, mail e fax. Basso è anche il numero (7) di aziende che dichiarano di ricorrere, tra gli altri strumenti, alle riunioni per scopi commerciali o per tenere viva la relazione con i clienti. Stessa situazione si riscontra per l’utilizzo dei social network a fini di business (6%). 4.5 Innovazione di prodotto e strumentazioni utilizzate L’innovazione tecnologica è uno dei fattori fondamentali nella strategia competitiva delle imprese; a maggior ragione in tempi di crisi, l’innovazione di prodotto permette di presentarsi al mercato con beni superiori (in termini di qualità) alla concorrenza. Ciononostante, i dati 14 Print Different - Report Conclusivo rilevati in merito presso le aziende coinvolte dall’indagine non sono positivi: negli ultimi due anni, ben 140 aziende – l’84% - non hanno offerto ai propri clienti servizi/prodotti innovativi. Tra le 27 che invece l’hanno fatto, sono stati proposti il web to print e il book on demand, che a prescindere non possono certo considerarsi l’ultimo ritrovato in campo di tecnologie digitali. I dati denotano, dunque, un atteggiamento non particolarmente attivo nei confronti dell’innovazione, che sembra essere perseguita solo quando il deterioramento della propria competitività mette a rischio la propria sopravvivenza. Apparentemente più incoraggianti i dati relativi all’acquisto – nell’ultimo biennio – di nuove attrezzature o software: la quasi totalità delle aziende interessate (143) sostiene di aver effettuato un investimento in tale direzione. Tuttavia, se si analizzano le tipologie di attrezzature acquistate, si evince che l’acquisto riguarda ancora prevalentemente strumentazioni tradizionali: Interessante il dato sui mobile devices (14), numericamente quasi equivalente a quello delle macchine da stampa tradizionali (12). Il raffronto è interessante in termini puramente economici: l’investimento per un mobile device è di poche centinaia di euro, mentre per una macchina tradizionale l’investimento è di centinaia di migliaia di euro. 4.6 Cultura digitale e cultura della comunicazione Nel contesto delle aziende indagate, il legame con la tecnologia è piuttosto debole. Il 79% delle aziende dispone di un proprio sito web, tuttavia l’utilizzo dei social media è pressoché residuale; la maggior parte delle aziende dichiara, infatti, di non ricorrere ai circuiti social: solo 47 usano Facebook, solo 24 Twitter, e 27 Linkedin. Questi numeri non vanno intesi 15 Print Different - Report Conclusivo come somma: è verosimile che chi ha aperto una pagina fan su Facebook abbia deciso di aprire profili in altri social e così via. Anche la cultura della comunicazione sembra essere piuttosto basica: se è vero che 104 aziende hanno investito in campagne pubblicitarie, l’analisi degli strumenti impiegati per promuovere la propria attività denota una concezione piuttosto “tradizionale” nel computo dei mezzi potenzialmente a disposizione: 74 aziende ricorrono al merchandising, 50 alle inserzioni pubblicitarie, 55 alle sponsorizzazioni. Le potenzialità offerte dal web per la promozione dei propri servizi/prodotti non sembrano essere sfruttate: solo 63 aziende sono ricorse a campagne di web marketing (23 su Google Adwords, 7 in social media marketing e 7 in banner). Positivo invece il dato sulla formazione: 4.7 Previsioni sul biennio 2012-2013 Dinamiche occupazionali Dai dati raccolti emerge una previsione di sostanziale stazionarietà occupazionale. La maggior parte delle aziende interessate dall’indagine (134) prospetta organici numericamente invariati. Solo 33 imprese ne prospettano un rafforzamento. 16 Print Different - Report Conclusivo Investimenti in pubblicità e comunicazione Nel 2012, la stragrande maggioranza delle aziende considerate (123) non intende investire in pubblicità. Molto verosimilmente l’investimento in pubblicità viene visto esclusivamente come costo e non come opportunità di rilancio del business. Quasi opposto è il dato relativo alla comunicazione: 112 aziende dichiarano di voler investire in questa direzione. Fatturato Nonostante il rallentamento dell’economia internazionale e la recessione che dalla seconda metà del 2011 ha investito il nostro Paese, si respira un clima di positività in riferimento alle previsioni sul fatturato. Per 64 aziende, nel prossimo biennio, il fatturato crescerà, per 61 rimarrà stabile, mentre per 42 diminuirà. Tale positività sorprende se si considera che la maggioranza delle aziende ha dichiarato che non intende procedere in innovazione e nel digitale nei prossimi due anni. 4.8 Aggregazione di rete L’indagine contiene inoltre un focus sulla propensione delle imprese all’aggregazione curato dal CRACA, il Centro Regionale per la Cooperazione e l’Assistenza alle imprese. Il dato che emerge indica che 78 imprese negli ultimi 3-5 anni hanno strutturato accordi - sia formali attraverso scrittura privata o pubblica, sia informali attraverso accordi verbali di mutua collaborazione - con altre imprese per fornire servizi nuovi o più completi, a fronte delle 89 che non l’hanno fatto. Il dato non è negativo in termini assoluti, a maggior ragione considerando la riluttanza delle imprese a cooperare, dovuta sia alla crisi (che rende la concorrenza sempre più spinta ed agguerrita) che ad una mancanza di cultura cooperativa, tratto distintivo dell’artigianato del nostro Paese. La “rete ideale” per 80 imprese dovrebbe essere composta da massimo 5 operatori tra clienti, fornitori, aziende della filiera e dovrebbe portare come vantaggio: la possibilità di fare attività commerciale, di marketing e pubblicità (95), economie per abbattere i costi fissi di produzione (89), miglioramento del processo produttivo condividendo nuove tecnologie (73) e subito dopo accesso a finanziamenti e contributi pubblici (55) e accesso al credito (51). La rete dovrebbe investire sulle nuove tecnologie digitali (83), autofinanziarsi attraverso le commesse acquisite (72), promuovere sul mercato l’aggregazione stessa e non i singoli 17 Print Different - Report Conclusivo componenti (46) ed essere formalizzata attraverso un Consorzio, Contratto di rete, ecc. (40). Il dato è interessante soprattutto se si considera il basso investimento in tecnologie e innovazione finora dichiarato. 18 Print Different - Report Conclusivo 4.9 Conclusioni I dati restituiscono lo spaccato di una realtà complessa per quanti sono chiamati ad operare in un ambiente competitivo e in continua trasformazione. Il combinato disposto dalla crisi e dall’intensificarsi dei processi di digitalizzazione ha, infatti, spinto le aziende in direzione di una pesantissima crisi strutturale, andatasi ad innestare su di un sostrato già di per sé problematico: un mercato di riferimento prevalentemente locale e molto circoscritto, con fatturato per la maggior pare stabile o in calo, scarsa propensione a investimenti in comunicazione e promozione e della propria attività (il 62% dipende ancora sul passaparola), scarso utilizzo del web e dei social network e bassa propensione all'innovazione sono i principali elementi emersi dall’indagine Print Different. Un quadro a bassissima informatizzazione e innovazione, dunque, che conferma come l’impresa artigiana abbia oramai raggiunto uno stato di maturità con poche prospettive di crescita. Le occasioni per sbloccare questa stasi ci sono da tempo: la tradizione artigiana italiana ha tutte le potenzialità per trasformarsi in uno straordinario fattore di crescita economica, a patto però che si apra alle nuove tecnologie digitali. Solo immergendosi in un ambiente produttivo sempre più multimediale ed in ottica delle diversificazione delle attività, si potrà competere in un mercato che diventa sempre più globale. Anche la cultura della cooperazione deve essere sostenuta e incentivata: mettere a valore comune le risorse, favorire economie di scala e creare sinergie per la realizzazione di investimenti in innovazione sono alcune direttrici di sviluppo da seguire. Parallelamente serviranno nuovi approcci imprenditoriali, nuove sensibilità e nuove capacità, in grado di portare una ventata d’aria nuova nell’ormai polveroso settore dell’artigianato grafico e tipografico, guardando non solo a tali imprese così come sono, ma soprattutto a come potrebbero essere in futuro. 19 Print Different - Report Conclusivo 5. Gli spunti emersi dal convegno Il settore dell’artigianato rappresenta un grande serbatoio di potenzialità inespresse: un patrimonio che va valorizzato con proposte innovative, tali da restituirgli quella dignità e quello spessore che gli sono propri. Nel corso del convegno Print Different: voltare pagina nell’era digitale, i relatori intervenuti hanno messo a disposizione il proprio sapere e le proprie competenze per individuare i punti di debolezza del settore e tracciare alcune linee di tendenza e orientamento a beneficio del comparto. Non si tratta di “ricette pronte all’uso”, bensì di spunti di riflessione utili a cogliere e a individuare la direzione che il mercato chiede sia presa. Nanismo imprenditoriale, incapacità di operare nei mercati internazionali, nessun investimento in ricerca e sviluppo, scarsa apertura all’innovazione, mancanza di cultura della comunicazione e scarso aggiornamento professionale sono alcune delle motivazioni alla base della bassa competitività delle imprese artigiane. Eppure, l’artigianato e la “manifattura della qualità” sono una cifra distintiva dell’economia italiana: tornare a scommettere su di esso e contaminarlo con le nuove sensibilità digitali e di business sono sfide che non possono più essere rimandate. Innovazione e digitale L'economia attraversa una fase di stasi e i modelli su cui essa si è finora fondata si stanno rivelando rapidamente obsoleti. L’artigianato ha accusato il colpo inferto dalla globalizzazione e dalla crisi senza reagire, nella convinzione che tale congiuntura sfavorevole avrebbe fatto il suo corso e il mercato sarebbe presto tornato ai livelli del recente passato. A distanza di pochi anni, è divenuto evidente che occorre attrezzarsi di nuovi strumenti e nuovi modi per condurre la propria attività. I temi dell’innovazione e del digitale definiscono, oggi, una traiettoria dalla quale non è più possibile deviare, nonostante nel nostro Paese i ritardi per lo sviluppo della banda larga frenino molte iniziative, impedendo ad una buona percentuale di italiani di accedere al web. Nei paesi anglosassoni si sta facendo sempre più strada la consapevolezza che il futuro dell’economia sarà guidato da una nuova generazione di piccole imprese manifatturiere, fisiologicamente simili alle PMI italiane: piccole aziende di una cinquantina di addetti, agili nella gestione, focalizzate su nicchie di mercato e capaci di interconnettersi con le catene del valore a livello internazionale. Non a caso Chris Anderson, direttore di Wired, si è così recentemente espresso: “la prossima rivoluzione industriale sarà guidata da una nuova generazione di piccole imprese a cavallo tra l’alta tecnologia e l’artigianato, capaci di fornire 20 Print Different - Report Conclusivo prodotti innovativi, altamente personalizzati, su scala limitata”. Se guardiamo in questa prospettiva la rivoluzione industriale di cui la stampa anglosassone discute a più riprese, scopriamo che il nostro Paese potrebbe essere l’avanguardia di un mondo che cambia ad una velocità sorprendente. Ma per andare a questa velocità, è necessario traghettare l’artigianato verso nuovi mercati e nuove frontiere di produzione, aiutandolo a rivendicare una nuova identità al passo con i tempi. Osmosi tecnica e tecnologica, contaminazione della cultura artigiana con i “nuovi saperi” dell’era digitale sono alcuni dei driver da implementare per dar corpo a questo passaggio, che tuttavia è ancora rallentato da un problema di natura culturale: artigianato e digitale sono due mondi distanti, che faticano a dialogare. Per la maggior parte delle imprese, il legame tra tecnologia e competitività è ancora piuttosto debole, e l’innovazione è vissuta quasi ancora troppo spesso come un costo gravoso più che come investimento. Nel settore in esame, poi, l’innovazione tecnologica passa ancora prevalentemente attraverso i produttori di materiali e macchinari, nei confronti dei quali le aziende tendono ad adottare un atteggiamento sostanzialmente passivo. Tuttavia, se l’innovazione viene perseguita solo dai soggetti fornitori, le tecnologie non potranno che essere standardizzate e le imprese ne usciranno indebolite, in quanto incapaci di gestire le improvvise accelerazioni delle tecnologie rilevanti per il loro processo produttivo. Fondamentale appare, quindi, approcciare l’innovazione in ogni sua forma, generando nuove idee, sviluppando nuovi prodotti più in linea con le richieste del mercato, individuando nuove soluzioni per valorizzare una tradizione e dei prodotti che hanno a lungo costituito un vanto per il made in Italy. Revisione dei modelli di business “Credo che le arti grafiche e la stampa continueranno a esistere per sempre. L’unica differenza è che non saranno più quello che sono oggi”. Così si esprimeva Frank Romano, professore emerito alla School of Print Media del Rochester Institute of Technology, a commento dell’edizione 2012 di Drupa. Nel mondo è andato perso metà del volume di stampa, sostituito dalla comunicazione elettronica e da Internet: ciò rende necessario un riposizionamento imprenditoriale delle aziende, un confronto con i nuovi temi della globalizzazione e del digitale ed un ancor più radicale cambiamento di sensibilità. Il mercato pone le aziende di fronte ad un aut-aut: o si cambia, o si muore. Nei confronti della riduzione del volume degli stampati, infatti, il mercato si sta riallineando: non c’è più bisogno di tanti stampatori, né di tanti produttori di macchine, né di tante aziende produttrici di carta. Appare sempre più necessario sostituire parte della stampa tradizionale 21 Print Different - Report Conclusivo con nuovi servizi quali distribuzione, logistica, progettazione, supporto, servizi web ecc. Molte aziende, poi, stanno compiendo un decisivo viraggio verso la comunicazione, smarcandosi in parte dalla stasi delle stamperie tradizionali. Chi avrà il coraggio di compiere questo passaggio, godrà di un vantaggio competitivo importante, in quanto riuscirà meglio di altri a far fronte all’imperversare della crisi e avrà l’opportunità di riposizionarsi in un mercato in cui molta concorrenza sarà caduta. Non solo: la necessaria revisione del proprio business deve affiancarsi anche al nuovo imperativo della collaborazione e del networking, valori che i nuovi artigiani devono interiorizzare e mettere in pratica nel lavoro quotidiano. Contro la “solitudine” di fronte alla crisi e alla vastità del mercato mondiale da molti artigiani denunciata, imparare a “fare rete” per raggiungere obiettivi che non si è in grado di ottenere da soli, diventa quanto mai strategico. Certo, è difficile far comprendere al singolo che ha costruito con la fatica di una vita la “propria azienda” la necessità di trovare forme di collaborazione competitiva, ma è qui che esplicano il loro ruolo le Associazioni di Categoria, le quali devono configurarsi come “agenti di semplificazione” di processi di innovazione e aggregazione per ridare all’artigianato un nuovo ruolo nel contesto socio-economico contemporaneo. Il ruolo strategico della comunicazione Nella partita in gioco per il futuro artigiano, un ruolo decisivo è svolto dalla comunicazione. “Fare, fare bene e farlo sapere” attraverso la comunicazione diventa sempre più prioritario per ri-posizionarsi in un mercato caratterizzato da nuovi equilibri e nuovi profili professionali. Eppure, la comunicazione non è ancora entrata nel DNA delle imprese: troppo spesso si aspetta che il mercato chiami, e non si è invece pronti ad aggredirlo, in particolare quello estero. Le imprese si muovono ancora in modo troppo intuitivo e primitivo, facendo intervenire la comunicazione solo a valle delle proprie scelte strategiche, unicamente come strumento di promozione di ciò che era già stato pensato e prodotto. La comunicazione, al contrario, può agire per ridare dignità, valore e un giusto riconoscimento ad un mondo economico che conserva un rilevante peso sociale, politico e culturale. Chi comprende il ruolo di un tale investimento e impara a fare buon uso di un grande serbatoio di risorse non ancora valorizzato, avrà in mano carte nuove per rivitalizzare idee e sensibilità appannate e statiche. È questo lo scopo di iniziative quali il progetto Print Different: tracciare la via alla riflessione per la nascita di una nuova figura di artigiano, un artigiano “digitale” capace di coniugare il 22 Print Different - Report Conclusivo “saper fare” delle mani con quel “far sapere” che può aiutare le piccole imprese artigiane a comunicare bene e meglio la propria identità. 23