In Cina c`è una cascata chiamata il Cancello del Drago. Le sue
Transcript
In Cina c`è una cascata chiamata il Cancello del Drago. Le sue
SCRITTI DI NICHIREN DAISHONIN VOLUME 4 IL CANCELLO DEL DRAGO In Cina c'è una cascata chiamata il Cancello del Drago. Le sue acque precipitano da un'altezza di cento piedi, più rapide di una freccia scagliata da un forte arciere. Si dice che migliaia di carpe si raccolgano nel bacino sottostante sperando di risalire la cascata e che quella che riuscirà nell'impresa si tramuterà in un drago. Tuttavia, non una sola carpa su cento, su mille o anche su diecimila riesce a risalire la cascata, nemmeno dopo dieci o venti anni. Alcune sono trascinate via dalle forti correnti, altre cadono preda di aquile, falchi, nibbi e civette, e altre ancora vengono catturate, pescate o perfino colpite con frecce dai pescatori che si allineano su entrambe le rive della larga cascata. Tale è la difficoltà per una carpa di diventare un drago. C'erano due maggiori clan guerrieri in Giappone, i Minamoto e i Taira1. Erano come due fedeli cani da guardia ai cancelli del palazzo imperiale. Erano così appassionati nel fare la guardia all'imperatore, come lo è un taglialegna nell'ammirare la luna di settembre che sorge da dietro le montagne. Guardavano con meraviglia le eleganti feste dei nobili di corte === 1. Clan dei Taira: Sadamori (X sec.), Masamori (XI sec.), Tadamori (1096-1153), Kiyomori (1118-1181). 275 e delle loro signore, proprio come le scimmie sugli alberi sono incantate alla vista della luna e delle stelle che brillano nel cielo. Benché di basso rango, desideravano ardentemente trovare un modo per unirsi ai circoli di corte. Tuttavia anche se Sadamori del clan dei Taira schiacciò la ribellione di Masakado2, non fu ugualmente ammesso a corte. Né vi fu ammesso alcuno dei suoi discendenti, incluso il famoso Masamori. Solo a Tadamori, figlio di Masamori, fu permesso per la prima volta di accedere a corte. Il successivo discendente Kiyomori e suo figlio Shigemori, non solo vissero fra i nobili di corte, ma diventarono direttamente imparentati con il trono quando la figlia di Kiyomori sposò l'imperatore e gli dette un figlio. Raggiungere la Buddità non è affatto più facile che per gli uomini di basso rango accedere ai circoli di corte o per una carpa risalire il Cancello del Drago. Shariputra, per esempio, praticò le austerità del bodhisattva per sessanta eoni allo scopo di raggiungere la Buddità, ma alla fine si arrese davanti agli ostacoli e cadde di nuovo nei sentieri dei due veicoli. Perfino alcuni dei discepoli diretti di Shakyamuni, ai tempi in cui era il sedicesimo figlio del Budda Daitsu, sprofondarono nel mondo delle sofferenze per la durata di sanzen-jintengo. Altri discepoli di Shakyamuni in un passato ancora più lontano, quando egli raggiunse l'illuminazione per la prima volta, soffrirono per la durata di gohyaku-jintengo. Tutte queste persone praticarono il Sutra del Loto, ma quando furono perseguitati dal Demone del Sesto cielo nella forma dei sovrani o delle autorità, abbandonarono la loro fede e così vagarono per i sei sentieri, per innumerevoli eoni. === 2. Masakado (m. 940): valoroso guerriero del clan dei Taira che deteneva il potere nel Giappone orientale. Nel 939, si ribellò contro la corte imperiale proclamandosi come nuovo imperatore, tuttavia suo cugino, Taira no Sadamori, annientò il suo esercito e lo uccise. 276 Fino a ora sembrava che questi eventi non ci riguardassero, ma adesso ci troviamo di fronte allo stesso tipo di persecuzioni. Qualunque cosa accada, tutti i miei discepoli devono serbare in cuore il grande desiderio di raggiungere l'illuminazione. Siamo molto fortunati a essere sopravvissuti alla diffusa epidemia dello scorso anno e dell'anno precedente. Adesso, tuttavia, con l'incombente invasione mongola, può darsi che saranno in pochi a sopravvivere Alla fine, nessuno può sfuggire alla morte le sofferenze al tempo dell'invasione non saranno peggiori di quelle che stiamo affrontando oggi. Poiché la morte è la stessa in ogni caso dovresti desiderare di offrire la tua vita per il Sutra del Loto. Pensa a questa offerta come a una goccia di rugiada che si unisce di nuovo all'oceano, o come a un granello di polvere che ritorna alla terra. Un brano dal settimo capitolo del Sutra del Loto dice: «Il nostro desiderio è quello di condividere questo beneficio in ugual modo con tutte le persone e così, insieme a loro, raggiungeremo la Buddità». Con mio profondo rispetto, Nichiren 6 novembre Poscritto: scrivo questa lettera con profonda gratitudine per l'incoraggiamento che stai dando a coloro che sono coinvolti nella persecuzione di Atsuhara. 277 Ueno dono Gohenji (Ryumon Gosho) Gosho Zenshu, pag. 1560 Scritto il 6 novembre 1279, a 58 anni, da Minobu Destinato a Nanjo Tokimitsu CENNI STORICI - Nichiren Daishonin scrisse Il cancello del drago il 6 novembre 1279 all'età di cinquantotto anni, durante la sua permanenza sul monte Minobu. Il destinatario era Nanjo Tokimitsu, il signore del villaggio di Ueno, nell'area del Fuji, che aveva allora soltanto vent’anni ma già si trovava a sostenere il peso di amministrare quella zona a causa della morte prematura del padre e del fratello maggiore. I successi ottenuti da Nikko Shonin negli anni precedenti nella propagazione del Buddismo del Daishonin, avevano iniziato ad allarmare le autorità locali e fin dal 1278 erano avvenuti diversi incidenti poco chiari a danno dei credenti del vicino villaggio di Atsuhara. Tutti questi incidenti sono noti come la "persecuzione di Atsuhara" che culminò con l'arresto illegale di venti credenti laici il 12 settembre 1279 e con l'esecuzione di tre di loro il 15 ottobre, circa tre settimane prima che venisse scritta questa lettera. In quel periodo di tensione il giovane Tokimitsu stava facendo ogni sforzo possibile per proteggere i credenti, nascondendoli a casa sua e cercando di far liberare quelli che già erano stati imprigionati. Il poscritto di questo Gosho elogia chiaramente la posizione coraggiosa assunta allora da Nanjo Tokimitsu. Quelli erano giorni oscuri per il Giappone: nei due anni precedenti le epidemie avevano falciato la popolazione provocando migliaia di morti e inoltre la gente era terrorizzata dalle voci che davano per imminente un secondo attacco dei Mongoli. Oltre al timore dell'invasione condiviso da tutti, i seguaci del Daishonin avevano anche delle ragioni ben precise per aver paura. 278 La persecuzione di Atsuhara era il primo esempio di un attacco rivolto direttamente ai seguaci del Daishonin da parte del governo, piuttosto che una persecuzione rivolta al Daishonin stesso. L'esecuzione dei tre martiri di Atsuhara assieme alle voci preoccupanti di un terzo esilio del Daishonin, facevano temere una nuova ondata di persecuzioni e i dubbi e la paura attanagliavano molti credenti. 279