Realtà aumentata

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Realtà aumentata
Chiesa Avventista di Firenze
Sabato 6.8.2016
Predicazione nr.7, Pastore Luca Faedda
Realtà aumentata
Testo biblico: Prima Corinzi 13,13: “Ora dunque tre cose durano: fede, speranza e amore, ma la più grande
di tute è l’amore”.
La meditazione di oggi è un po’ un incrocio tra un gioco e un esperimento. Un esperimento perché voglio
provare a rileggere il versetto di Prima Corinzi 13 a partire da tre foto di cronaca recentissima. Non so se la
mia lettura sarà giusta. E’ solo che mi son detto che se è vero quello che dice Paolo che tre cose DURANO,
non è detto che restino sempre uguali a sé stesse, così la domanda da cui è iniziato il mio esperimento è:
quali fede, speranza e amore per oggi? Il gioco è un fatto di cronaca che ora vi racconto: alle 23 e 50 del 13
Luglio stavo cenando con due amici quando poco prima di mezzanotte scocca una specie di conto alla
rovescia, Daniel e Cristoforo fissano il cellulare e cominciano a parlare a monosillabi tipo: scaricata,
installata, nooooo! Io sono completamente fuori dal discorso, Cristoforo se ne accorge e spiega: “Vecchio, è
uscita l’app dei pockemon, noi ci siamo cresciuti. C’erano cartoni animati, magliette, zainetti, le carte, i
giochi e i videogiochi …che gioco? Lo scopo del gioco è catturare sti mostriciattoli, allenarli e poi quando li
fai combattere se vinci, l’animaletto dell’avversario è tuo! E ora grazie al cellulare i pokemon sono ovunque
nel mondo reale: anche qui in questa cucina! Anzi fermo hai un PIKACIU sulla spalla, non muoverti che lo
prendo! Così scopro che PIKACIU è la mascotte dei mostriciattoli e Questa qua si chiama realtà aumentata!
Voi guardate attraverso il cellulare e le strade, l’ufficio, i posti quotidiani, si trasformano in una giungla
colorata piena di mostriciattoli amichevoli e anche noi, non siamo più solo studenti, figli, lavoratori o cosa,
noi siamo esploratori del fantastico!
Il fenomeno Pokemon mi dice che oltre settanta milioni di persone al mondo sognano una realtà che gli offra
qualcosa di più, desiderano qualcosa che sia “OLTRE” quello che si può toccare o avere, e questo OLTRE è
l’avventura di vivere in un mondo incantato.
Il bello è che così tante persone cercano questo incanto proprio oggi, nel secolo in cui grazie alla nostra
conoscenza enorme abbiamo spiegato tutto e affermato che non c’è proprio niente “OLTRE”.
Il sociologo Max Weber ha detto che noi viviamo il disincanto del mondo. Lui credeva che sarebbe stato una
grandissima liberazione dalle presenze spirituali che erano troppo ingombranti per la vita. Io credo che la
realtà aumentata dei pokemon stia li a dimostrare che sbagliava: non aveva capito che la “ragione” con cui
abbiamo scoperto il mondo alla fine l’ha lasciato nudo e freddo, e che noi non possiamo vivere in bianco e
nero senza incanto e senza mistero, perché ci troviamo nel cuore un desiderio d’eternità e sembra che la
nostra energia più profonda stia proprio in questa apertura sull’incanto che avvolge la vita.
Chiedendo a Tiziano Terzani se avesse fede, un giornalista si è sentito rispondere: No direi di no! Certo che
no! Ma ho un disperato bisogno di scommettere con l’aldilà! Una leggenda vuole che nel XV sec. Francois
Rebelais, un poeta e scrittore umanista, dopo aver passato la vita da ateo in punto di morte abbia detto questa
frase bellissima: je m’en vays chercher le grand peut etré: io me ne vado a cercare il grande può essere/il
grande forse. Mi piace tantissimo questo nome per Dio. Nelle sue confessioni Agostino afferma: ci hai fatto
per te e inquieto è il nostro cuore finchè non riposa in te. La faccio breve a questo mondo che vive la
certezza dell’assenza di Dio e che cerca l’incanto nei pokemon sul cellulare, noi dovremmo regalare il
dubbio della fede, non sarà bello come vedere mostriciattoli ovunque ma il forse della fede l’inquietezza di
questo grande FORSE è la più bella possibilità che abbiamo di aprire una breccia per guardare OLTRE
l’apparenza: parlare di FEDE oggi è proprio questo; regalare al mondo il dubbio che forse “oltre” questa
storia che sembra tutta senza senso c’è davvero un piano, un progetto, un disegno preciso, che forse Oltre la
mia vita, la mia scelta la mia azione, il dolore e la violenza c’è davvero quella guerra eterna tra bene e male
che chiamiamo gran conflitto, che forse ho un potere in questo scontro, ho un mio ruolo! E sarebbe
bellissimo tentare l’avventura di guardare “oltre” il cielo solcato dai nostri mille razzi per cercare la mano di
Dio che mi indica la strada! Questo è incanto.
La seconda ragione dell’enorme successo dei Pokemon è che è un gioco per adulti, pensato per i trentenni.
Uno specialista di marketing ha detto: “chiamatela sindrome di Peter Pan o reazione alle responsabilità della
vita: lavoro, famiglia, tasse da pagare, la crisi e un futuro duro da costruire…spingono i trentenni a rifugiarsi
nel primo amore degli eroi dell’infanzia!”
Questa descrizione dei giovani adulti benestanti che siamo noi, che sono io, mi ha colpito tantissimo:
non mi è piaciuto sentirmi dire che ci siamo rifugiati nei giochini del cellulare e nelle evasioni digitali,
eppure forse è vero che siamo rimasti impauriti o disillusi o forse semplicemente svogliati rispetto a un
futuro di cui non ci fidiamo più e probabilmente è vero che non abbiamo nemmeno troppa voglia di scoprire
e costruire un domani così difficile. E allora la speranza, solo per oggi, io vi propongo di riimpararla da
qualcun altro: il servizio news siriano ha diffuso delle foto che s’intitolano: I’m from Kafer-Nabodah come
and save me!! Sono di Kafer-Nabodah, vivo nella città di Hama, bombardata da questi arei mostruosi e
incastrata tra l’esercito di un dittatore e i mitra dei rivoltosi: Vieni a salvarmi!!
I veri professionisti della speranza sono gli ultimi del mondo, quelli non hanno niente di niente e avrebbero
tutte le ragioni per essere senza speranze e per arrendersi a una realtà che sinceramente è terribile, ed è bello
che quelli li non hanno smesso di sperare: per questo sono maestri della speranza! E allora guardo e imparo,
come diceva mia mamma da bambino: negli ultimi del mondo riscopro che speranza significa restare a testa
alta in mezzo alla tempesta perché vivo l’attesa fiduciosa di qualcosa che non c’è, e che non posso trovare in
me, e anche se tutto rema contro ho un braccio proteso nel futuro ad aspettare che una mano afferri la mia.
Speranza è desiderio di ritorno, di presenza, di un ALTRO che si farà carico del mio dolore, e perché
dovrebbe? Senza ragione, perché è grazia, grazie, dono! E’ fiducia che il futuro possa cambiare e forse anche
che chi sta dall’altra parte del mondo riesca ad alzare lo sguardo dal suo cellulare, che si lasci toccare da
questa preghiera di una vita migliore, questo è quello che significa sperare! Veniteci a salvare!
Concludo. La terza fotografia ve la dovete immaginare, non ve la posso far vedere, è una donna bambina
poco più che ventenne, bella e magrissima, forse è anche lei una cacciatrice di pokemon,
forse il prossimo tatoo sarà proprio pikaciu, è una di quelle ragazzine d’oggi, fiera che non ha bisogno di
niente, coi piercing dappertutto e i tatuaggi un po’ tristi, di quelle che quando ti capita la sua ultima bravata
sul cellulare te l’aspetti, ci ridi e magari pensi “ha poca testa”, poi all’improvviso un post su facebok: “la
prima visita per capire quei chili che continuano a diminuire…stasera appuntamento dalla dottoressa, vado,
entro in sala d’attesa, c’è mio papà seduto che aspetta, Che ci fai qui? Sono qui per te. Tutto quello che
volevo!”
Ecco qua, l’amore che dura è una domanda a doppio taglio che non potremo mai soddisfare. Vive finchè lo
domandiamo ed è ciò che il mondo ci domanda. E’ una figlia, un padre, l’altro che lo troviamo proprio li
dove siamo.
L’amore è “che ci fai qui? Sono qui soltanto per te! Firmato Dio mica Picaciu!
Amen