1 Bozza di Strategia Area Interna Pilota Regione Umbria “SUD

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1 Bozza di Strategia Area Interna Pilota Regione Umbria “SUD
Bozza di Strategia Area Interna Pilota Regione Umbria
“SUD OVEST ORVIETANO”
A) Territorio interessato
L’Area Interna interessa 20 comuni: Città della Pieve, Monteleone di Orvieto, Montegabbione, Parrano, San
Venanzo, Ficulle, Fabro, Allerona, Castel Viscardo, Castel Giorgio, Orvieto, Porano, Baschi, Montecchio,
Guardea, Alviano, Lugnano in Teverina, Attigliano, Giove, Penna in Teverina.
B) Principali problemi/ostacoli alla vita nell’area, con riguardo sia ai servizi essenziali per una buona
qualità della vita, sia alle possibilità di lavoro e d’impresa, anche alla luce degli investimenti e delle
strategie fino ad ora adottate
L'area individuata si configura come un sistema complesso caratterizzato da grandi potenzialità, ma anche da
rilevanti criticità e da una frammentazione delle soluzioni fino ad oggi adottate.
Popolazione: allontanamento progressivo dai territori a causa della mancanza di servizi e delle ridotte
opportunità per le fasce più giovani della popolazione.
Vulnerabilità al rischio idrogeologico: progressiva intensificazione a causa dell’abbandono delle attività
agricole e della manutenzione; dello sprawl edilizio in particolare nelle aree di margine urbano.
Mobilità: difficoltà di collegamenti con l’esterno e tra i centri del territorio; scarsità di servizi di mobilità
intermodale.
ICT: basso indice di popolazione raggiunta da banda larga e dai servizi ICT.
Scuola: diminuzione della popolazione scolastica nelle scuole primarie (elevata percentuale di classi con
meno di 15 alunni), bassa offerta formativa legata alle vocazioni del territorio.
Sanità: elevata presenza di popolazione over 65 e di malattie croniche; tasso significativo di ricoveri
evitabili.
Sviluppo locale: difficoltà dei territori nella costruzione di una visione unitaria ed integrata di sviluppo.
C) Idea Guida: Un approccio integrato alla filiera della conoscenza, tra innovazione e tradizione.
I venti comuni sono il cardine di un sistema policentrico di insediamenti, storicamente in equilibrio tra città e
campagna, che oggi rischia di scomparire. Tendere il “filo rosso” tra innovazione e tradizione che unisce
conoscenza, identità locali ed opportunità di sviluppo, è l’innesco del cambiamento.
 Riappropriazione dei saperi e delle identità locali: il patrimonio culturale, ed il patrimonio
naturalistico-ambientale costituiscono il “motore” della potenziale rinascita di questo territorio.
 Valorizzazione e messa in rete delle opportunità: miglioramento dei servizi e dell’offerta formativa.
 Creazione di filiere integrate multisettoriali: agroalimentare, turismo, arte del fare, ricettività, ITC.
 Responsabilità verso la gestione dei beni comuni e la messa in sicurezza del territorio, attraverso
l’uso di una governance territoriale condivisa.
Conoscenza come patrimonio comune di risorse storico culturali che rende unico questo territorio.
La sfida, diventa quella di creare una matrice progettuale collettiva intorno alla filiera della conoscenza ed
una conseguente integrazione di più assi strategici di sviluppo: Capitale naturale, paesaggistico e culturale;
Sapienze locali, arte del fare, innovazione; Servizi socio-sanitari, istruzione e mobilità, energie rinnovabili e
ICT.
D) POSSIBILI SOLUZIONI
Le soluzioni proposte dovranno:
- favorire interdipendenze e sinergie tra gli attori locali, a partire dalle amministrazioni pubbliche,
mettere a disposizione le proprie risorse e capacità per una visione comune di sviluppo locale;
- promuovere un “Brand d’Area” per potenziare le azioni di marketing turistico attraverso un’offerta
integrata;
- orientare le scelte verso un modello di area interna a basse emissioni e l’uso di energie rinnovabili.
1 CAPITALE NATURALE, PAESAGGISTICO E CULTURALE
Il territorio presenta punti di eccellenza che già oggi sono motori di crescita culturale ed economica ma ha a
disposizione ulteriori potenzialità non ancora esplorate per fare sistema e potenziare l’offerta turistica.
Partendo dalle differenze e dalle assonanze si sono delineati quattro ambiti tematici di intervento.
L’ambito tematico Vie dell’Acqua per valorizzare la presenza dell’acqua in questo territorio, ed i principali
fiumi presenti: Tevere, Paglia, Chiani. Il Contratto di Fiume già avviato, appare in questo contesto una
risorsa importante da integrare al quadro strategico dell’area interna, poiché in grado di contribuire alla
governance locale ed al miglioramento della qualità delle acque, la sicurezza idrogeologica e la
conservazione della natura. Valorizzazione della presenza di acque, attraverso appositi circuiti fruitivi.
L’ambito tematico Territori Montani per consolidare e mettere in rete i percorsi naturalistici del territorio al
fine di permetterne diverse forme di fruizione abbinate al miglioramento dell’accoglienza turistica (slow).
L’ambito tematico Ville, Insediamenti Storici e beni sparsi per intervenire sulle presenze storico
architettoniche, valorizzando e recuperando manufatti ed infrastrutture in disuso.
Infine l’ambito tematico Vie di Terra per valorizzare la presenza della via Romea. Nella gestione ed
integrazione degli ambiti tematici si farà tesoro dell’esperienza di gestione del PAAO (Parco Archeologico
Ambientale dell’Orvietano) in termini di uso di nuove tecnologie e miglioramento sinergico dei servizi
offerti.
SAPIENZE LOCALI, ARTE DEL FARE, INNOVAZIONE
Reagire all’abbandono del sistema agricolo e del presidio territoriale è possibile attraverso il miglioramento
delle produzioni, l’avvicinamento dei giovani all’agricoltura, l’integrazione con la filiera turistica ed
enogastronomica.
Mettere in risalto le produzioni di qualità, prodotti DOP e IGP e più in generale le tipicità del territorio: vino,
olio, zafferano, tartufo, castagne, miele, con la reintroduzione di un paniere di prodotti tipici locali, la
creazione di centri di trasformazione, confezionamento e distribuzione a KM 0. Valorizzare l’ingente
patrimonio forestale e la filiera del bosco; creare aree sperimentali agricole al fine di incentivare la
formazione ed il ritorno alla terra, soprattutto dei giovani imprenditori, in sinergia con il progetto regionale
di assegnazione di terreni pubblici a vocazione agricola “Banco della Terra”. Promuovere l’agricoltura
sociale ed il coinvolgimento del Terzo Settore. Incrementare gli scambi ed il trasferimento di innovazione
tecnologica tra operatori, associazioni di categoria, Università, centri di ricerca e scuole tecniche.
Nell’ambito dell’“arte del fare”, la tradizione artigiana ha ampi margini di sviluppo (come ad esempio nella
realizzazione di strumenti musicali).
Un’eccellenza locale è certamente il settore elettronico che possiede le potenzialità per la creazione di un
Cluster o Distretto elettronico che ricomprenda le esperienze presenti e favorisca lo sviluppo di un polo
elettro-meccanico in grado di competere sugli scenari globali.
SERVIZI SOCIO-SANITARI, ISTRUZIONE, MOBILITÀ
Sanità.
Garantire servizi socio-sanitari legati al mantenimento delle comunità locali sul territorio, razionalizzare ed
efficientare l’offerta dei servizi socio-sanitari al fine di ottenere una maggiore specializzazione, ridurre il
ricorso alle strutture ospedaliere, ottimizzare i servizi sulle esigenze della popolazione. Potenziare e
riorganizzare l’ADI aggiungendo nuove figure e competenze professionali per la gestione e il monitoraggio
clinico a distanza del paziente, specie per gli over 65 ed in presenza di malattie croniche. Investire nelle
nuove tecnologie ICT riducendo il numero della visite dei medici di base, visite ambulatoriali e ricoveri
ospedalieri, ricorrendo a tecnologie di uso comune come cellulari, smartphone e inserendo i risultati tramite
il sistema ATLANTE. Potenziare le terapie innovative educativo/riabilitative sul territorio. Potenziare ed
incrementare la presenza di Case della Salute, di primo livello finalizzate a migliorare l’accessibilità ai
servizi, la qualità dell’assistenza in forma integrata e la riorganizzazione dell’offerta dei poli ospedalieri
esistenti.
2 Istruzione
Legare la formazione professionale alle vocazioni del territorio ed all’innovazione tecnologica, attraverso la
creazione di FabLab, Stage scuola–lavoro, in collaborazione con le realtà imprenditoriali presenti sul
territorio, Università, Centri di ricerca, mondo dell’associazionismo e degli Ordini professionali. Favorire il
trasferimento di nuove tecnologie, la cultura imprenditoriale, i percorsi creativi volti ad agevolare gli start up
imprenditoriali. Sviluppare metodologie didattiche tramite interventi infrastrutturali e telematico digitali
(connettività) ed istruzione a distanza.
Avviare nuovi percorsi formativi in continuità con le vocazioni del territorio, come l’attivazione di un Liceo
Musicale legata alla produzione artigianale di strumenti musicali.
Realizzare programmi di mobilità transnazionale per lo sviluppo di esperienze di WBL a favore di giovani
neo-imprenditori, promotori di start-up innovative. Acquisizione di esperienza professionale anche all’estero
per il miglioramento delle competenze necessarie all’allargamento del mercato potenziale.
Mobilità.
Al fine del miglioramento dell’accessibilità e fruizione del territorio (fast and slow) da parte di abitanti e
turisti è necessario puntare al rafforzamento dei collegamenti con gli assi di viabilità principali e con i
principali poli regionali. Potenziare le connessioni con l’alta velocità ferroviaria e con l’aeroporto. Potenziare
nelle connessioni interne minori l’intermodalità e la mobilità slow, piste ciclabili e sentieristica. Riqualificare
i percorsi di viabilità secondaria ed i collegamenti con i centri minori.
Intervenire sull’attivazione di servizi a chiamata per i Comuni più piccoli, il miglioramento della mobilità
scolastica, la promozione del car sharing e car pooling, l’uso di bus, auto e bici elettriche.
E) I PROTAGONISTI
Regione Umbria ed i sindaci dei venti comuni; Università di Perugia e della Tuscia; Gal; Aziende e imprese
locali; Aziende nazionali e internazionali; Centri di ricerca; Azienda Sanitaria; Pro Loco; Associazioni
culturali e sportive; Istituti scolastici dei Comuni del territorio; Società di gestione dei servizi pubblici;
Camere di Commercio e Artigianato, Associazioni di categoria (industria, commercio, agricoltura, ecc.);
Consorzi di bonifica; Comunanze agrarie; Cooperative sociali e Terzo settore; Singoli imprenditori; Forum
del Contratto di Fiume.
F) RISULTATI ATTESI
La filiera della conoscenza sarà il filo rosso per la messa a sistema delle azioni sul territorio, puntando su
linee di sviluppo condivise, promuovendo strumenti di governance ed una visione sinergica ed integrata:
- Consolidamento della popolazione residente, in particolare nei Comuni più lontani rispetto alle vie di
comunicazione nazionali (autostrada e ferrovia), superamento delle difficoltà a raggiungere il posto di lavoro
o studio.
- Incremento delle opportunità occupazionali e dei posti di lavoro per le fasce di popolazione più giovane.
- Incremento delle attività economiche agendo sull’introduzione di nuove tecnologie, sulla diffusione
dell’innovazione, sulla formazione professionale, sulla creazioni di reti tra imprese, scuola e mondo della
ricerca.
- Incremento delle presenze turistiche e delle filiere connesse attraverso un “brand d’area” e la valorizzazione
degli assi strategici del territorio.
- Riduzione del numero dei ricoveri sanitari impropri.
- Riduzione della perifericità di alcuni territori, in termini di servizi offerti e popolazione servita, attraverso a
diffusione delle ICT.
- Riduzione del rischio idrogeologico e miglioramento degli impatti sulla qualità delle acque intervenendo in
sinergia con il Contratto di Fiume per promuovere una corretta gestione e manutenzione dei territori agricoli
e boschivi peri-fluviali e di versante.
- Recupero e riqualificazione del patrimonio pubblico e degli ambiti abbandonati o in degrado.
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