cap1 04 - Comune di Cividale del Friuli

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cap1 04 - Comune di Cividale del Friuli
Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Friuli - Venezia Giulia
Dipartimento Provinciale di Udine
PROGETTO
PER UN PROGRAMMA DI GESTIONE AMBIENTALE
DELLA ZONA INDUSTRIALE DI
CIVIDALE DEL FRIULI E MOIMACCO
RELAZIONE DI FINE PROGETTO
Aggiornamento Novembre 2006
Progetto per un programma di gestione ambientale della Zona Industriale di Cividale del Friuli e Moimacco
Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Friuli - Venezia Giulia
Dipartimento Provinciale di Udine
La presente Relazione è prevista dal “Progetto per un programma di gestione ambientale della
Zona industriale di Cividale del Friuli e Moimacco” al punto 3.2.3 “Redazione e presentazione
pubblica dei risultati finali”. E’ predisposta da un Gruppo di Lavoro interno all’ARPA,
Dipartimento Provinciale di Udine.
Il Gruppo di Lavoro è composto da Marta Plazzotta, Ettore Salvagni, Maria Grazia Fornasiero,
Flavio Moimas, Cristina Modolo e dagli operatori del Servizio Tematico Analitico e del Servizio
Territoriale.
Le parti della Relazione relative ad “Analisi Ambientale Iniziale” e “Attività produttive” (raccolta,
elaborazione dei dati e stesura della relazione) nonché il coordinamento del Gruppo di Lavoro
sono state garantite dall’ing. Cristina Modolo che ha anche curato i rapporti esterni con le
amministrazioni, le aziende e gli enti.
Per gli aspetti cartografici ha collaborato alla stesura della presente Relazione la dott.ssa Chiara
Bonomi. Si ringraziano inoltre gli uffici tecnici dei Comuni di Cividale del Friuli e Moimacco e
l’Acquedotto Poiana S.p.A. per la collaborazione offerta nella raccolta di dati.
Per informazioni, commenti e per contattare il Gruppo di Lavoro possono essere utilizzati i
seguenti indirizzi mail:
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Per quanto riguarda la normativa di riferimento, si segnala l’entrata in vigore del D. Lgs.152/06
“Norme in materia ambientale”, avvenuta durante lo sviluppo del progetto, che sostituisce gran
parte delle precedenti normative ambientali. In questa Relazione sono stati mantenuti i riferimenti
normativi in vigore al momento dell’impostazione ed avvio dei monitoraggi. Sarà opportuna una
rilettura di verifica della Relazione nel momento in cui il D. Lgs.152/06, che è attualmente in
corso di revisione, avrà raggiunto una stesura ed assetto definitivi.
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1.
1.1.
INTRODUZIONE
Introduzione al progetto
Il progetto per l’organizzazione di un programma di gestione ambientale dell’area industriale nei
comuni di Cividale del Friuli e Moimacco è un’iniziativa nata dalla presentazione, nel luglio 2004,
ai sindaci di Cividale, Moimacco e ai NOE di Udine, di una petizione popolare firmata da circa
900 cittadini dei comuni di Cividale, Moimacco e limitrofe località. In questa petizione si
richiedeva l’accertamento dei livelli di inquinamento ambientale “atmosferico, acustico, del
terreno e dello stoccaggio di materiale di lavorazione” relativo alle attività delle aziende operati
nella Zona industriale compresa tra Cividale e Moimacco.
In particolare venivano evidenziate fuoriuscite di fumi densi e di cattivi odori e la presenza di
attività “che si temono insalubri” sia all’interno che all’esterno degli stabilimenti siti nella Zona
industriale. I cittadini si sono riuniti in un comitato “Comitato per la tutela e la difesa ambientale
di Moimacco e di Cividale”, sostenuto dal Circolo di Legambiente di Udine.
In base alla petizione i sindaci dei comuni interessati si sono attivati organizzando con l’ARPA –
Dipartimento di Udine e con l’A.S.S. n.4 “Medio Friuli” degli incontri per approfondire la
problematica ed in questi incontri hanno trovato definizione:
− il “Progetto per un programma di gestione ambientale della zona industriale di Cividale del
Friuli e Moimacco” (si riporta nell’Allegato 1 l’elenco delle attività previste dal progetto);
− il “Progetto per uno studio epidemiologico sulla popolazione residente nelle vicinanze della
Zona industriale di Cividale del Friuli e Moimacco”.
Nel settembre 2004 sono stati anche raccolti, dall’A.S.S. n.4 “Medio Friuli”, alcuni dati sanitari
preliminari riguardanti la popolazione residenti nei comuni di Cividale del Friuli e Moimacco e, in
particolare, è stata analizzata l’incidenza dei tumori.
Il progetto è stato presentato ufficialmente il 16 dicembre 2004 ed è stato approvato dal comune di
Cividale con Deliberazione n.33 del 19/01/2005 e dal comune di Moimacco con Deliberazione n.
10 del 28/01/2005. Con Decreto del Direttore Generale n.64 del 03/02/2005 è stato approvato il
progetto da parte dell’ARPA.
L’obiettivo centrale del progetto è quello di avviare un programma di gestione ambientale
dell’area industriale e delle aree urbane circostanti che permetta un controllo dell’impatto
ambientale delle attività industriali insediate. A tal fine è stata organizzata una rete di
monitoraggio ambientale e realizzata una campagna iniziale di monitoraggio della durata annuale.
Dal monitoraggio ambientale ma anche da altre fonti, si cercherà di ottenere, per la Zona
industriale e per le zone circostanti, un supporto conoscitivo dello stato dell’ambiente e delle
performance ambientali delle aziende nell’area considerata.
A conclusione della campagna di monitoraggio e tenendo conto anche dei risultati della stessa, si
intende valutare la possibilità di adottare un piano di monitoraggio ambientale “a regime”, che
potrebbe essere accompagnato, come per altre zone industriali monitorate, da un rapporto
ambientale annuale sull’attività svolta e sui risultati ottenuti. Il monitoraggio dovrebbe permettere
di evidenziare le criticità ambientali e proporre misure specifiche di tutela e risanamento.
Inoltre le attività delle diverse fasi del progetto dovrebbero permettere di creare un canale di
comunicazione e confronto con gli attori locali e la popolazione sulle politiche ambientali adottate
dagli enti locali.
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In sintesi, l’adozione di un sistema di gestione ambientale consentirà di:
− monitorare e valutare periodicamente l’impatto ambientale della ZI;
− introdurre un sistema di strumenti conoscitivi su cui basare la pianificazione locale e le
politiche ambientali secondo una visione strategica di tutela e miglioramento per l’intera area;
− istituire un canale di comunicazione con gli stakeholders sulle politiche ambientali adottate
dagli enti locali.
1.2.
Metodologia
La metodologia adottata nell’impostazione del progetto prevede le seguenti attività:
− gestione e coordinamento delle attività di progetto (Task 0 del progetto1): individuazione
dei soggetti coinvolti nel progetto, dei compiti di ciascuno, definizione dei tempi e delle
risorse necessarie;
− raccolta dati
- gestione ambientale (Task 1 del progetto): individuazione dell’area di riferimento in
cartografia, acquisizione dati relativamente allo stato dell’ambiente ed agli strumenti di
pianificazione e tutela paesaggistico-ambientale, raccolta di dati storici di inquinamento e
rilievi precedenti, acquisizioni di dati riguardanti le aziende presenti attraverso la
diffusione di un questionario;
- monitoraggio ambientale (Task 2 del progetto): organizzazione di una rete di
monitoraggio attraverso l’individuazione dei comparti ambientali interessati dai possibili
impatti dell’attività produttiva, definizione della durata e frequenza del monitoraggio;
− elaborazione dati e valutazione: elaborazione delle informazioni e dei dati raccolti al fine di
determinare la significatività degli aspetti ambientali, anche rispetto alla situazione produttiva
dell’area; valutazione delle ricadute ambientali; implementazione del sistema informativo con
i dati risultanti dalle diverse attività e organizzazione di un sistema di indicatori da utilizzare
per il monitoraggio;
− risultati e divulgazione (Task 3 del progetto): elaborazione di un documento di sintesi finale
per la diffusione dei dati raccolti nell’area di interesse; durante tutto il progetto presentazione
dei dati attraverso informative e incontri coi soggetti coinvolti e con la popolazione.
1.3.
Attività di ARPA FVG
Con riferimento al piano di lavoro del progetto, le principali attività di ARPA FVG che sono state
previste riguardano:
− analisi ambientale iniziale per ricostruire il quadro dello stato di fatto dell’ambiente;
− elaborazione di uno stato di fatto aggiornato della realtà produttiva locale;
− realizzazione di campagne di monitoraggio ambientale, elaborazione dei dati e presentazione
di una proposta di monitoraggio ambientale a “regime”;
− organizzazione, per quanto possibile, del sistema informativo territoriale;
− valutazione dei dati raccolti e costruzione di indicatori per seguire nel tempo la situazione
ambientale dell’area;
− comunicazione periodica dei risultati delle attività condotte e divulgazione dati.
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In particolare le attività di monitoraggio ambientale sono state così previste:
ARIA
Obiettivo: valutazione delle caratteristiche di qualità dell'aria nell’ambito di interesse.
Metodologia: censimento delle emissioni in atmosfera ed individuazione delle attività più
significative.
Strumentazione in campo: stazione mobile, campionatori statici (radielli) e campionatori
sequenziali per la determinazione dei metalli pesanti nelle polveri.
Parametri: SO2, NOx, CO, O3, PM10, composti organici volatili, metalli pesanti e arsenico
contenuti nelle polveri e parametri meteorologici.
•
RUMORE
Obiettivo: valutazione delle caratteristiche di qualità dell’ambiente acustico dell'area di interesse.
Metodologia: individuazione dei principali punti di criticità e delle sorgenti di inquinamento
sonoro.
Strumentazione in campo: fonometri integratori statistici di classe I, rispondenti alle
caratteristiche contemplate nell’art. 2 del D.M. 16/03/98 “Tecniche di rilevamento e di
misurazione dell'inquinamento acustico”.
Parametri: livello continuo equivalente di pressione sonora ponderata (A) acquisito secondo le
modalità tecniche riportate nel D.M. 16/03/98 “Tecniche di rilevamento e di misurazione
dell'inquinamento acustico”.
•
QUALITA’ DELLE ACQUE SOTTERRANEE
Obiettivo: valutazione delle caratteristiche delle acque sotterranee.
Metodologia: censimento dei pozzi esistenti, prelievo di campioni e analisi delle acque.
Strumentazione in campo: Parametri: torbidità, pH, conducibilità, anioni (cloruri, nitrati, solfati, fosfati, bicarbonati), cationi
(ione ammonio, sodio, potassio, calcio, magnesio), metalli (arsenico, cadmio, cobalto, cromo
totale, ferro, mercurio, nichel, piombo, rame, manganese), prodotti fitosanitari triazinici (erbicidi),
composti alifatici alogenati (solventi clorurati).
•
SUOLO
Obiettivo: valutazione delle caratteristiche di qualità dei suoli, anche ai sensi del D.M. 471/99.
Metodologia: prelevamento di campioni e analisi dei suoli.
Strumentazione in campo: Parametri: elementi in tracce (arsenico, cadmio, cromo, ferro, manganese, nichel, piombo,
vanadio e zinco), QBS (qualità biologica del suolo).
•
Altre tematiche, come ad esempio quella dell’elettromagnetismo, non sono state oggetto di
monitoraggio dal momento che erano disponibili dati sufficientemente aggiornati che non
mostravano particolari criticità
Per la valutazione della situazione ambientale si è scelto di impostare un Bilancio Ambientale che
prevede la rappresentazione in forma aggregata e sintetica, attraverso indicatori, dei dati rilevati e
che, misurati nel tempo, potranno fornire le performance ambientali e di sostenibilità dell’area del
progetto.
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Il termine indicatore è definito come “un parametro o un valore derivato da parametri in grado di
dare informazioni su un fenomeno “ (Rapporto OCSE, 1994), dove per parametro si intende una
caratteristica tipica del fenomeno che è stato possibile osservare e quantificare. L’indicatore si
riferisce ad un parametro (chimico, fisico o biologico) avente una stretta relazione con un
fenomeno, in grado di fornire informazioni sulle caratteristiche dell’evento nella sua globalità,
nonostante ne rappresenti solo una parte. Quindi il significato dell'indicatore si estende oltre ciò
che esso realmente misura.
È possibile sintetizzare le caratteristiche degli indicatori nei seguenti due punti:
− quantificano l’informazione, in modo tale che il suo significato sia maggiormente
comprensibile ed evidente;
− semplificano le informazioni relative a fenomeni più complessi, favorendo in tal modo la
comunicazione ed il confronto. (Bollini G.)
Gli indicatori possono essere utilizzati come delle istantanee, per fotografare le condizioni attuali
dell’ambiente, oppure nel contesto di un regolare monitoraggio. In questo secondo caso ci
mostrano in quale direzione sta andando il sistema: se sta migliorando, peggiorando o se rimane lo
stesso. Nell’ambito delle scelte di gestione e pianificazione gli indicatori ambientali permettono di
definire il grado di compatibilità di una scelta attraverso il confronto dello stato ottimale
dell’indicatore con le variazioni alle quali esso è sottoposto. Lo stato ottimale può essere
rappresentato ad esempio dal rispetto di limiti di legge o di target di qualità definiti a livello
locale/nazionale/internazionale.
Nella redazione del presente progetto si è optato per utilizzare il modello di organizzazione degli
indicatori PSR (Pressioni Stato Risposta) originariamente proposto dall’OCSE, che è stato
successivamente elaborato fino ad arrivare allo schema più articolato DPSIR (Driving force –
Pressure – State – Impact – Response). Il modello PSR si basa sul concetto di causa/effetto e
prevede lo sviluppo di una serie di indicatori ambientali distinti in:
− indicatori di pressione ambientale: le diverse attività umane che costituiscono fonti di
pressione sui vari comparti ambientali;
− indicatori di stato: la qualità dell’ambiente attuale e le sue alterazioni;
− indicatori di risposta: si riferiscono alle misure prese dalla società per migliorare lo stato
dell’ambiente.
Il modello mette in evidenza l'esistenza di Pressioni sull'ambiente determinate dalle attività
umane, che utilizzando risorse ed interagendo con l'ambiente circostante (scarichi, emissioni,
rifiuti, sfruttamento del suolo, ecc.), producono degli impatti sull'ambiente; lo Stato dell'ambiente
è quindi determinato dal livello di qualità delle diverse matrici (acqua, aria, suolo, ecc.). In base
alle Pressione ed allo Stato si determinano le Risposte dell’Amministrazione (interventi, progetti),
messe in atto per fronteggiare le pressioni e migliorare così la “qualità” dell’ambiente.
Sebbene non sia l'unico possibile, il modello DPSIR è quello più utilizzato, perché si inserisce nel
ciclo delle politiche ambientali: percezione del problema, formulazione della politica ambientale,
monitoraggio e valutazione degli effetti prodotti dall'implementazione della politica stessa.
Il modello PSR è stato raffinato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) con l’elaborazione
nel 1995 del modello DPSIR in cui, al sistema di relazione previste dal modello PSR, sono stati
aggiunti:
− indicatori di cause primarie (driving force): i settori economici e le attività umane che
inducono le pressioni ambientali;
− indicatori di impatto (impact) che descrivono gli effetti sull’ecosistema e sulla salute umana
derivanti dai fattori di pressione ambientale.
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L’utilizzo di indicatori ambientali consente di ottenere un documento ricco di contenuti
garantendo, nello stesso tempo, una lettura semplificata ed immediata dei temi trattati. Gli
indicatori ambientali selezionati rispondono da un lato a precisi requisiti di disponibilità ed
aggiornabilità dei dati, dall’altro sono stati scelti in base alla rappresentatività delle problematiche
ambientali considerate. Inoltre altri requisiti fondamentali nella scelta degli indicatori sono stati: la
sensibilità, ossia la capacità di restituire i mutamenti dei fenomeni monitorati, la rilevanza ai fini
dell’attivazione di politiche ambientali ed l'immediatezza comunicativa. E' opportuno precisare
tuttavia che, avendo privilegiato come criterio di scelta quello della possibilità di uso dei dati
disponibili all’avvio del progetto e la loro aggiornabilità ed in relazione alla scarsità e
incompletezza dei dati di partenza, l'insieme degli indicatori che è stato possibile ottenere non
corrisponde ad un set “ottimale”.
Alla luce dell’analisi della letteratura esistente ed in particolare seguendo l’esempio del progetto
Sigea Udine Sud è stato scelto di utilizzare il metodo di classificazione PSR. In tal modo si potrà
iniziare ad impostare un confronto fra le aree industriali presenti in provincia di Udine ed oggetto
di specifico monitoraggio.
Attraverso l’elenco dei valori assunti annualmente (o di altro periodo di migliore significatività)
dai diversi indicatori è possibile descrivere oltre all’evoluzione della situazione ambientale
rispetto al “punto 0”, che è rappresentato dagli indicatori implementati nel presente progetto,
anche il risultato di eventuali politiche adottate e scelte economiche attuate dagli Amministratori.
Per quanto riguarda l’elaborazione degli indicatori si è individuato un core set di 45 indicatori che
sono stati selezionati in base ai dati disponibili e favorendo la possibilità di confronto con altri
studi in Regione e nazionali. Sono stati tenuti presente in particolare il Rapporto sullo Stato
dell’Ambiente ed il Progetto Sigea Udine Sud, che risulta il più vicino in termini spazio/temporali;
sono inoltre state considerate altre esperienze riguardo a zone industriali in Regione (Sistema di
gestione ambientale nella zona industriale dell'Aussa Corno) e in Italia (Progetto Giada per il
distretto conciario della Valle del Chiampo (VI), Progetto Pioneer per il distretto cartario di Lucca,
Green Metal per il distretto industriale della produzione e lavorazione di forbici e coltelli in
Premana (LE), etc.). Sono risultati anche utili per l’impostazione dello studio i documenti di
strategia ambientale in Italia (Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia
2002-20102) ed in Unione Europea (Sviluppo sostenibile in Europa per un mondo migliore:
strategia dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile3, Valutazione 2005 della strategia
dell’UE per lo sviluppo sostenibile: bilancio iniziale e orientamenti futuri4, etc.).
Rispetto al core set di indicatori utilizzato nel progetto Sigea, che come già detto risulta il più
vicino allo studio in oggetto, sono stati implementati un numero inferiore di indicatori,
principalmente per una minore disponibilità di dati. Non si esclude la possibilità di implementare,
a fronte di nuove disponibilità di dati ed in relazione a futuri possibili sviluppi del progetto, gli
indicatori mancanti ed anche di integrare con nuovi indicatori specifici per l’area in esame il core
set di base (progetto Sigea).
Il core set di base è formato da 45 indicatori , semplici o aggregati, suddivisi in 18 ambiti di
interesse per l’area. I criteri che hanno guidato la scelta degli indicatori da implementare sono
stati:
2
CIPE, 2002
Commissione delle Comunità Europee, 2001
4
Commissione delle Comunità Europee, 2005
3
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− possibilità di confronto col progetto Sigea;
− facilità di reperimento e disponibilità dei dati;
− significatività nell’area in esame;
− conformità con la normativa;
− utilizzabilità a livello programmatico;
− comprensibilità diretta per un vasto pubblico.
Nella tabella seguente vengono riportati, rispetto agli indicatori selezionati nel progetto Sigea, gli
indicatori che è stato possibile implementare (evidenziati in grassetto), suddivisi per tematiche
d’interesse. In rosso sono evidenziati i nuovi indicatori che sono stati implementati.
Ambiti di interesse
Emissioni
Qualità dell'aria
Rumori
Qualità dei suoli
Contaminazione dei
suoli da fonti puntuali
Uso e gestione del
territorio
Paesaggio
Mobilità sostenibile
Produzione dei Rifiuti
Gestione dei Rifiuti
Tessuto Industriale
Rischio industriale
Codice
Indicatore
1
ATMO_2
2
ATMO_2a
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
ATMO_21
ATMO_24
ATMO_25
ATMO_26
ATMO_28
ATMO_29
ATMO_42
ATMO_51
RUM_1
GEO_1
GEO_2
GEO_3
GEO_4
GEO_5
GEO_6
GEO_7
GEO_8
20
GEO_8a
Emissioni in atmosfera
Densità di unità produttive significative ai sensi del
DPR 203/88
Concentrazione di SO2
Concentrazione di NO2
Concentrazione di CO
Concentrazione di O3
Concentrazione di Benzene
Concentrazione di COV
Concentrazione di PM10
Concentrazione di metalli pesanti nelle polveri
Livello di inquinamento acustico
Concentrazione dei metalli pesanti nei suoli
Qualità biologica dei suoli
Serbatoi interrati
Siti inquinati
Utilizzo del territorio
Superficie occupata
Superficie impermeabilizzata
Progetti sottoposti a procedure di VIA
Progetti sottoposti a procedure di Valutazione di
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
BIO_1
TRASP_1
TRASP_2
TRASP_3
TRASP_4
TRASP_5
RIF_1
RIF_2
RIF_3
IND_1
IND_2
IND_3
IND_4
Incidenza
Aree del territorio tutelate
Lunghezza della rete stradale
Lunghezza delle altre infrastrutture di trasporto
Copertura del trasporto pubblico
Estensione delle piste ciclabili
Mezzi pubblici a basso impatto ambientale
Produzione di RSU
Produzione di rifiuti speciali
Rifiuti smaltiti in discarica
Attività produttive
Dimensione delle aziende
Unità produttive allacciate in fognatura
Impianti a rischio di incidente rilevante
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Qualità ambientale
delle imprese
Inquinamento delle
risorse idriche
profonde e
superficiali
Usi sostenibili delle
risorse idriche
Consumi energetici
Campi
elettromagnetici
Informazione
Controlli
34
IND_5
Aziende con certificazione ambientale
35
IDRO_1
Stato chimico delle acque sotterranee
36
IDRO_2
Inquinamento delle acque superficiali
37
IDRO_3
Prelievi della falda per la produzione industriale
38
ENE_1
39
40
41
42
43
44
45
ENE_2
ENE_3
ENE_3a
ELECTRO_1
ELECTRO_2
INFO_1
CONTR_1
Quantità di energia elettrica consumata a livello
industriale
Consumo energetico pro capite
Tipo di riscaldamento
Fonti energetiche utilizzate
Stazioni Radio Base (SRB) presenti sul territorio
Estensione delle linee elettriche
Incontri organizzati dalle Amm. Pubbliche
Attività di monitoraggio
Tabella 1.1: core set di indicatori implementati e da implementare
Nei capitoli riguardanti l’analisi ambientale iniziale, la situazione delle attività produttive e i
risultati dei monitoraggi effettuati, sono riportati i valori assunti dagli indicatori ed alcune
informazioni sugli indicatori stessi. Maggiori dettagli sulle modalità di costruzione e validità degli
indicatori implementati (schede dei metadati) sono disponibili in allegato (Allegato 2).
Per la valutazione della situazione ambientale e territoriale gli indicatori saranno confrontati con
limiti di legge (se esistenti) e con la situazione di altre aree monitorate o per cui sono disponibili
dati. I risultati della valutazione sono riportati nel capitolo 8.
1.4.
Definizione dell’area di riferimento
La definizione dell’area di riferimento, oggetto del presente progetto, risulta fondamentale per
l’impostazione dell’analisi ambientale iniziale e le successive attività di monitoraggio. È stata
individuata di concerto con i rappresentanti delle Amministrazioni Comunali coinvolte e
dell’A.S.S. n.4 – Medio Friuli.
La perimetrazione dell’area di progetto, pur tenendo conto, per evidenti motivi, di alcuni elementi
strutturali presenti nel territorio in esame (collegamenti stradali, corsi d’acqua, centri abitati)
corrisponde alle esigenze di comprendere al suo interno le sorgenti di potenziale inquinamento ed
un loro conveniente intorno.
L’area di progetto ha una superficie di 7,41 km2 divisa fra i Comuni di Cividale del Friuli e
Moimacco, rispettivamente nella misura di 2,61 km2 e 4,8 km2 e comprende al suo interno la Zona
industriale XI, per una superficie di circa 1 km2. Sono state anche individuate delle zone ad
elevata densità di aziende: la zona artigianale e commerciale in comune di Cividale del Friuli,
superficie 0,03 km2, e la zona industriale e commerciale in comune di Moimacco, superficie 0,06
km2.
Si è cercato per quanto possibile di seguire l’andamento di elementi naturali ed antropici per
l’individuazione dei confini dell’area di riferimento. I confini hanno il seguente andamento:
− confine Nord: segue il corso del torrente Chiarò, a partire dalla confluenza col torrente Ellero
e fino alla confluenza con la roggia di Torreano in località Braida Nuova; ha poi un andamento
rettilineo direzione Est-Ovest attraversando località Michelutta;
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− confine Est: segue la direzione Nord-Est fino ai Casali Gallo, incontra verso Sud la S.S. 54 e
la S.P. 14 di Orsaria. Segue il tracciato della S.P. 14 di Orsaria fino alla intersezione con la
S.S. 356;
− confine Sud: segue una direzione Est-Ovest, pressoché rettilinea, attraversando la località
Campo Marzio, intersecando la rotatoria sulla S.S. 54 e la località La Crosada;
− confine Ovest: ha direzione Nord-Sud e va da qualche decina di metri a Sud di via Orzano
alla confluenza del torrente Chiarò col torrente Ellero.
La definizione del perimetro dell’area di riferimento risponde a criteri di significatività e rilevanza
ambientale connessi con:
a) l’estensione della Zona industriale XI;
b) la presenza di insediamenti produttivi esterni e contigui all’area industriale;
c) la localizzazione dei centri abitati adiacenti all’area industriale;
d) eventuali elementi di vulnerabilità ambientale.
È stata discussa la possibilità di comprendere nell’area di riferimento anche la zona di Cividale del
Friuli verso il centro, ma si ritiene che tale zona possa risentire sostanzialmente degli effetti
ambientali caratteristici dei centri urbani piuttosto che delle ricadute della Zona industriale.
L’area di riferimento per le indagini epidemiologiche dell’A.S.S. n.4 – Medio Friuli risulta più
vasta al fine di comprendere un campione significativo di popolazione.
1.5.
Disponibilità di dati ambientali
La ricerca di eventuali dati ambientali rilevati in passato dalle Amministrazioni Comunali
coinvolti nel progetto o da altri enti riguardo alle criticità ambientali dell’area di riferimento non
ha dato esiti rilevanti. In particolare non ci sono dati di monitoraggio pregressi sulle componenti
ambientali aria e rumore. Per le altre componenti ambientali, i dati pregressi si riferiscono a:
− acqua di falda: sono disponibili i dati dei monitoraggio effettuati semestralmente da ARPA in
due pozzi siti in comune di Cividale del Friuli; inoltre alcune indagini sull’acqua di falda sono
state effettuate dall’A.S.S. n.4 – Medio Friuli per verificare la possibilità di inquinamento
determinato dallo stoccaggio non autorizzato di rifiuti nell’area dell’acciaieria;
− acque superficiali: sono disponibili i dati dei monitoraggi effettuati da ARPA per la
valutazione della qualità delle acque del fiume Natisone. I punti di campionamento sono
esterni all’area di progetto;
− qualità dei suoli: sono disponibili i dati prodotti dall’Ente Regionale per lo Sviluppo
dell’Agricoltura (ERSA) nel corso di una campagna svolta nel 1989;
− rifiuti: i dati disponibili si riferiscono alla produzione di rifiuti urbani e speciali e sono
aggiornati all’anno 2004; la fonte dei dati è la Sezione Regionale del Catasto dei Rifiuti e le
dichiarazioni MUD (Modello Unico di Dichiarazione);
− campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici: misure effettuate da ARPA – Dipartimento
Provinciale di Udine – Sezione Fisica Ambientale;
− radioattività da Radon: misure effettuate nelle scuole da ARPA – Dipartimento Provinciale
di Udine – Sezione Fisica Ambientale.
I dati raccolti verranno presentati nel capitolo seguente.
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