pedalando mi perdo

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pedalando mi perdo
PEDALANDO MI PERDO
Una passione da vegan-ciclista.
Mi chiamo Pierre Cesaratto, ho venticinque anni e vivo nel comune di Prepotto (UD). Sono iscritto
al secondo anno del Corso di Laurea in Scienze Motorie dell’Università di Udine, con sede a Gemona del
Friuli.
Questa esperienza formativa nel campo sportivo mi ha portato a coltivare un notevole interesse per il
mondo della bici. Da sempre a contatto con la natura, elemento molto valorizzato nel mio comune, ho
maturato il desiderio di unire la mia passione per lo sport all’attenzione per l’ambiente e alla dieta vegana
che seguo. Ciò si è concretizzato a partire da settembre 2012 quando, comprata la mia prima bici, decisi di
limitare al minimo l’utilizzo di veicoli motorizzati, preferendo ad essi l’impiego di un mezzo non inquinante,
salutare ed economico.
Mese dopo mese, con l’aumentare delle distanze percorse, compresi le infinite possibilità che la bici
riservava, e concepii per la prima volta l’idea di un viaggio in solitaria su due ruote: è nato così il progetto,
poi realizzato nell’estate 2013, di percorrere il Vecchio Continente in bicicletta.
Parallelamente, spinto dal desiderio di portare personale testimonianza del fatto che una dieta vegana
(dai più mal valutata) non pregiudichi un’ottima performance sportiva, mi sono proposto di documentare la
mia esperienza on the road sia dal punto di vista umano, che da quello scientifico in vista della mia futura
tesi di laurea. Inoltre, data la mia formazione filmico-fotografica, si trattava di una ghiotta occasione per
realizzare un film documentario e valorizzare anche artisticamente quell’esperienza.
Dopo uno specifico allenamento di diversi mesi e una minuziosa pianificazione, arrivò il grande
giorno: 28 luglio 2013, ore 11 del mattino, Gorizia, Casa Rossa: a dieci mesi dall’acquisto della mia prima
bici mi sentivo pronto per questa sfida.
Prima tappa Lubiana, a cui
seguirono
Zagabria,
Budapest,
Bratislava, Vienna, Praga, Berlino,
Amsterdam,
Liegi,
Lussemburgo,
Parigi, Andorra, Barcellona, Marsiglia,
Nizza, Genova, Milano, Verona,
Padova, Udine, e infine il tanto atteso
rientro a Cividale dopo un viaggio di
6000 km durato tre mesi.
È stata un’esperienza per molti
versi difficile ma anche profondamente
formativa. Dal punto di vista tecnico,
nonostante inizialmente mi fossi
munito di quella che pareva essere
un’adeguata attrezzatura, la strada percorsa e le immancabili avversità m’insegnarono i veri significati del
cicloturismo: passione, concentrazione, dedizione, prontezza, manualità, elasticità nell’affrontare i problemi
più impensabili in presenza di risorse limitate. Ma forse, fra tutti, quello che più ha determinato il successo è
stato l’avere una grande motivazione.
Dal punto di vista umano,
invece, il fatto di non poter contare
su presenze affettive stabili ha
caratterizzato tutta l’esperienza di
viaggio. È stata dura riuscire a
godersi le piccole cose e gli affetti
occasionalmente instaurati senza
che essi minassero la determinazione che mi spingeva a
proseguire e non fermarmi troppo a
lungo – ma ciò non significa che
tutte quelle belle persone che mi
hanno aiutato e sostenuto non siano
state importanti per me e determinanti per il raggiungimento
del mio obiettivo.
Portata a termine quest’esperienza,
ho deciso di non fermarmi ma di lanciare
una nuova sfida per l’anno a seguire: l’India,
8000 km da per-correre in quattro mesi. È
per questo che già poco dopo il rientro mi
sono attivato per organizzare al meglio il
nuovo, ambizioso progetto.
Il mio obiettivo è di acquisire
sempre maggiore visibilità al fine di portare
all’attenzione degli altri gli ideali e i pregi di
una vita sana, sportiva ed ecosostenibile.
La mia avventura ha avuto subito grande risalto a livello locale. Sono stato patrocinato, infatti, dalla
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dalla Provincia di Udine e dai comuni di Cividale del Friuli, di
Prepotto e di Faedis, oltre che dalla mia Università che mi ha sostenuto nell’idea fin da subito e con la quale
ho confrontato scientificamente l’influsso della dieta vegana a fronte di una vita all’insegna del movimento.
Regione Autonoma
Friuli Venezia Giulia
Comune di Prepotto
Il risalto della mia avventura
non si è fermato qui. Il “Corriere della
Sera” mi ha contattato per evidenziare
maggiormente
il
mio
lavoro
pubblicando un articolo per far sì che
potessi far conoscere a una più vasta
platea la serietà della mia impresa.
Segno che ciclisti e vegani in Europa e
in Italia sono un numero in aumento
costante ogni anno, basti vedere il
seguito presente sul mio sito e sui social
network (facebook: “Pedalando mi
perdo”). Con questo potente mezzo di
comunicazione la notizia del mio
viaggio ha raggiunto subito l’orecchio
di molte associazioni vegane e
ciclistiche dalle quali sono stato
contattato per una collaborazione e per
aggiornamenti sulla mia nuova ed
imminente impresa.
Università degli Studi
di Udine
Comune di Cividale del Friuli
Comune di Faedis
Sono alla ricerca della sensibilità di persone e aziende disposte ad aiutarmi a diffondere il
messaggio che porto, a sostenere la mia ricerca scientifica, poiché il tutto ha dei costi di
realizzazione, anche se ottimamente minimizzati.
Il mio impegno è dare la massima visibilità a quanti volessero mettersi in luce per essere
stati i sostenitori della ricerca nei settori nei quali opero, ciclismo ed alimentazione vegana.
Desidero inoltre trasformare al più presto la mia ricerca in un'opera audio-visiva da
diffondere nelle nostre scuole e tra la popolazione al più presto ed è anche lì che coloro che mi
sosterranno avranno maggiore visibilità.
Ringrazio fin d’ora quanti vorranno accompagnarmi nel mio viaggio.
Pierre Cesaratto
[email protected]