l`osservatore romano
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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO POLITICO RELIGIOSO GIORNALE QUOTIDIANO Non praevalebunt Unicuique suum Anno CLIII n. 123 (46.367) Città del Vaticano giovedì 30 maggio 2013 . Più di un miliardo di persone non hanno accesso all’elettricità Pianeta senza luce Sotto la pioggia battente il Papa saluta centomila pellegrini e inaugura un nuovo ciclo di catechesi La famiglia di Dio Appuntamento con i romani per celebrare insieme il Corpus Domini La Chiesa «non è un’organizzazione nata da un accordo di alcune persone», ma «è opera di Dio», perché nasce proprio dal suo disegno di amore «che si realizza progressivamente nella storia». Questa mattina, mercoledì 29 maggio, Papa Francesco ha citato Benedetto XVI per riaffermare l’identità propria della Chiesa «famiglia di Dio». E iniziando una serie di catechesi sul mistero della Chiesa — come lui stesso ha spiegato ai fedeli presenti all’udienza generale — ha stigmatizzato il comportamento di quanti ancora oggi dicono «Cristo sì, Chiesa no» o «io credo in Dio, ma non nei preti». È proprio la Chiesa, ha ricordato il Papa, che «ci porta Cristo e che ci porta a Dio». È una grande famiglia che naturalmente «ha anche aspetti umani» e dunque nei suoi com- ponenti, siano essi pastori o fedeli, ci sono difetti, imperfezioni, peccati». Nessuno ne è esente «anche il Papa li ha» non ha esitato a riconoscere. Ma il bello è che nel momento stesso in cui «ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona». E se, come «dicono alcuni», il peccato «è un’offesa a Dio», è anche vero che esso è «anche un’opportunità di umiliazione — ha puntualizzato il Santo Padre — per accorgersi che c’è un’altra cosa più bella: la misericordia di Dio». Piuttosto, ha aggiunto, è necessario che ciascuno si chieda oggi: «Quanto amo io la Chiesa? Prego per lei? Mi sento parte della famiglia della Chiesa? Che cosa faccio perché sia una comunità in cui ognuno si senta accolto e compreso, senta la misericordia e PAGINA 7 cienza energetica, rileva nel documento la Banca mondiale. Più dell’80 per cento delle popolazioni che non hanno ancora accesso all’elettricità vive in zone rurali e due terzi si concentrano in una ventina di Paesi di Africa e Asia: fra questi, Nigeria, Etiopia, India e Bangladesh. Garantendo l’accesso a moderne forme di energia, sostiene il rapporto, si eviterebbe poi l’uso di legna, sterco e carbone per cucinare, materiali molto contaminanti in spazi chiusi e che ogni anno sono fra le cause della morte di tre milioni e mezzo di persone. L’altro obiettivo fissato dalle Nazioni Unite è quello di raddoppiare entro il 2030 la quota delle energie rinnovabili al livello globale, portandola dal 18 per cento del 2010 al 36 per cento, ma anche questo traguardo, secondo quanto suggerito del rapporto, sembra tutt’altro che a portata di mano. A dare l’esempio dovrebbero essere i venti Paesi che consumano circa l’80 per cento dell’energia mondiale. Solo Stati Uniti e Cina ne assorbono quasi il 40 per cento, ma la Repubblica popolare cinese risulta essere anche il Paese nel mondo che più ha progredito dal 1990 a oggi in efficienza energetica e uso di fonti alternative. Notevoli anche i progressi dell’India, che ha portato l’elettricità a una media di ventiquattro milioni di persone l’anno fra il 1990 e il 2010, ma che ha ancora molto da fare per garantire il servizio ad altri 306 milioni di cittadini. Sgombero per l’imminente eruzione del Copahue Difficoltà per la preparazione della Conferenza internazionale In fuga dal vulcano Russia e Unione europea divise sulla rimozione dell’embargo ai ribelli siriani Volute di fumo si levano dal Copahue (Afp) y(7HA3J1*QSSKKM( +@!"!\!%!" l’amore di Dio che rinnova la vita?». La fede «è un dono e un atto che ci riguarda personalmente, ma Dio ci chiama a vivere insieme la nostra fede, come famiglia, come Chiesa», ha risposto. Anche questa mattina piazza San Pietro era gremita da circa centomila fedeli, nessuno dei quali ha fatto un passo indietro per l’improvviso acquazzone che si è abbattuto sulla città. Tanto meno il Pontefice ha rinunciato al suo consueto giro tra la folla sulla jeep scoperta e senza ripararsi neppure con un ombrello. Alla fine dell’udienza ha dato appuntamento ai romani per la solennità del Corpus Domini. GINEVRA, 29. Circa un miliardo e 200.000 persone nel mondo non hanno ancora accesso all’elettricità, mentre più di due miliardi e 800 milioni dipendono dal legname o da altre biomasse per cucinare e riscaldare le proprie abitazioni. E i consumi di energie rinnovabili sono solo aumentati lievemente negli ultimi vent’anni. Lo evidenzia un rapporto elaborato dagli esperti di una quindicina di organismi internazionali, fra cui Nazioni Unite, Agenzia internazionale dell’energia e Banca mondiale. Si tratta del primo rapporto della campagna «Energia sostenibile per tutti» lanciata nel 2011 dal segretario generale dell’Onu, Ban Kimoon, con l’obiettivo di arrivare entro il 2030 all’accesso universale alle forme moderne di energia. Il rapporto sottolinea che sebbene fra il 1990 e il 2010 un miliardo e 700 milioni di persone abbiano avuto per la prima volta accesso all’energia elettrica, si tratta di un numero che supera appena l’aumento della popolazione planetaria nello stesso arco di tempo (un miliardo e 600 milioni). Di conseguenza, negli ultimi vent’anni si è prodotto solo un modesto miglioramento. Per centrare l’obiettivo del 100 per cento della popolazione mondiale fornita di elettricità nel 2030, è necessario raddoppiare gli interventi. Dal 1990 si sono registrati progressi modesti sull’accesso all’energia, sull’aumento della quota di consumi delle energie rinnovabili e sul miglioramento dell’effi- SANTIAGO, 29. Dopo l’allarme rosso dichiarato ieri dalle autorità di Santiago per l’imminente eruzione del vulcano Copahue, sulla frontiera andina tra il Cile e l’Argentina, sono state fatte sgomberare più di 2.800 persone. Alle operazioni in territorio cileno hanno preso parte le forze di sicurezza della regione di Bío-Bío, precisano i media locali, sottolineando che finora la popolazione ha risposto con calma all’ordine di sgombero ordinato per i circa 2.200 abitanti nel raggio di venticinque chilometri dal vulcano. Le autorità locali hanno inoltre sottolineato che nella regione di In occasione della solennità del Corpus Domini il nostro giornale non uscirà. La pubblicazione riprenderà con la data 31 maggio - 1 giugno 2013. Araucaní — dove vivono soprattutto comunità indigene — sono in pericolo circa 21.000 capi di bestiame, fondamentale per la sussistenza della popolazione locale. Lo stato di allerta è in vigore anche nelle aree argentine a ridosso della frontiera con il Cile, nella provincia di Neuquén, dove oltre 600 persone hanno dovuto allontanarsi dalle proprie abitazioni. Secondo gli esperti dell’Observatorio volcanológico de los Andes del sur, l’eruzione del Copahue è imminente dopo che l’Ufficio nazionale per le emergenze del ministero degli Interni ha registrato da domenica scorsa circa 500 tremori nell’area. L’ultima attività significativa del Copahue, che si trova circa 500 chilometri a sud della capitale, Santiago, risale al 1600, anche se — precisano gli esperti — il vulcano si attiva all’incirca ogni 400 anni. DAMASCO, 29. La pace in Siria si fa più difficile e c’è il rischio di uno sconfinamento del conflitto. La giornata di ieri da un lato ha visto sorgere nuovi ostacoli alla preparazione della conferenza di pace di Ginevra che dovrebbe svolgersi a metà giugno. Dall’altro ha visto alzarsi la tensione tra i ribelli ed Hezbollah, con i primi che hanno lanciato un ultimatum al partito sciita libanese. Inoltre sono emerse nuove divergenze tra Unione europea e Russia sulla fornitura di armi. Come è noto i ministri degli Esteri dell’Ue non hanno prorogato l’embargo sulle armi ai ribelli, rendendo di fatto possibili le forniture di armamenti all’opposizione. I Ventisette si sono però impegnati a non inviare armi prima di agosto per dare una possibilità alla conferenza di Ginevra. La scelta non è stata condivisa da Mosca: la fine dell’embargo è «benzina sul fuoco», ha dichiarato ieri sera l’ambasciatore russo presso la Nato, Alexander Grushko. L’Occidente pone ostacoli all’organizzazione della conferenza di pace, ha dichiarato dal canto suo il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov. La scelta dell’Ue è «una minaccia» ha aggiunto, riferendosi anche alla risoluzione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite in cui, a detta di Mosca, veniva elogiata l’opposizione siriana e condannato il presidente Bashir Al Assad. La Russia insiste inoltre sulla necessità, non condivisa dal blocco occidentale, di invitare a Ginevra anche l’Iran. «La presenza dell’Iran è un elemento chiave per noi», ha detto Lavrov, aggiungendo che «l’Iran è senza dubbio una delle Nazioni più importanti». Teheran, insieme alle milizie libanesi di Hezbollah, è sostenitore di Assad. Ma soprattutto, in queste stesse ore, Mosca ha confermato la volontà di fornire al regime di Damasco dei sofisticati missili terra-aria S-300. La fornitura è stata descritta come una «misura di deterrenza» contro un possibile intervento straniero sul suolo siriano. Sulla questione è intervenuto il premier israeliano, Benyamin Neta- nyahu, che ha chiesto ai ministri del suo Governo di non rilasciare più dichiarazioni sulla Siria e sul passaggio dei missili russi a Damasco. Lo sostiene la radio pubblica, secondo la quale l’intervento del premier segue le affermazioni di ieri del ministro della Difesa, Moshe Yaalon, sul fatto che Israele saprebbe «cosa fare» se i missili arrivassero in Siria. Yaalon tuttavia ieri ha anche aggiunto di potere affermare che «non c’è accelerazione nella trattativa» tra Russia e Siria: «con buona speranza — ha poi precisato — i missili non arriveranno mai a destinazione». Ora quindi la preparazione della conferenza di Ginevra appare in salita, come ha osservato il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino. «Non è affatto scontato» che si tenga o che abbia comunque un esito positivo. «Credo che la strada sia ancora molto lunga», ha aggiunto. Il Governo siriano ha intanto bollato la decisione dei Ventisette come un «ostacolo» alla pace. In un comunicato il ministero degli Esteri ha affermato che «la decisione rappresenta un ostacolo agli sforzi internazionali per raggiungere un accordo politico e porre fine alla crisi». Pieno sostegno invece è arrivato dagli Stati Uniti. «Benché da ultimo sia una decisione dell’Ue noi sosteniamo l’alleggerimento dell’embargo sulle armi come parte degli sforzi della comunità internazionale per dimostrare il suo pieno appoggio all’opposizione siriana» ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato americano, Patrick Ventrell. Sul terreno, intanto, proseguono senza sosta i combattimenti, che non risparmiano nemmeno le strutture di soccorso alla popolazione civile. Un ospedale da campo a Idlib, nel nord-ovest del Paese, è stato colpito nei giorni scorsi da un ordigno esplosivo che ha ucciso tre persone e ne ha ferite gravemente altre due. Tra le vittime figura anche un giovane medico britannico, Isa Abdur Rahman, di 26 anni, che da circa un anno è in Siria come volontario di una ong del suo Paese. Davanti all’universo simbolico della liturgia La bellezza disarma e parla di Dio GODFRIED DANNEELS A PAGINA 4 Il ruolo della Chiesa nella società La verità si propone non si impone Ribelli siriani ad Aleppo (Afp) LLUÍS MARTÍNEZ SISTACH A PAGINA 4 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 2 giovedì 30 maggio 2013 Per i dazi sulle importazioni di pannelli solari dalla Cina Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy suona la carica Tra Bruxelles e Pechino si rischia una guerra commerciale Mobilitazione contro la disoccupazione BRUXELLES, 29. La Commissione europea «non si farà intimidire da eventuali minacce di rappresaglia provenienti da Pechino»: è netta la presa di posizione di John Clancy, portavoce del commissario al Commercio, Karel De Gucht, all’indomani delle dichiarazioni del portavoce del ministro del Commercio cinese che ha paventato la possibilità di una «guerra commerciale» in seguito alla proposta di Bruxelles di porre dazi sull’importazioni di pannelli solari dalla Cina. Il commissario Ue al Commercio non ha dunque intenzione di «piegarsi» in merito a un contenzioso che rischia di assumere toni sempre più alti e dimensioni ancor più critiche. L’idea dunque di adottare dazi commerciali sui pannelli solari cinesi sta diventando per l’Europa un nuovo rompicapo. Infatti alcuni Paesi si oppongono all’iniziativa della Commissione. Sarebbero infatti quattordici le Nazioni contrarie ai dazi commerciali proposti dalla Commissione. Tra queste figura la Germania. «Dal nostro punto di vista, le sanzioni non sono più necessarie» ha dichiarato il ministro dell’Economia, Philipp Rösler, prima di un pranzo con il primo ministro cinese Li Keqiang, in visita nella capitale tedesca. La Cina è accusata di vendere a prezzi più bassi di quelli di produzione. «La Commissione prenderà la sua decisione il 5 giugno» ha spiegato John Clancy, il quale ha tenuto a evidenziare che l’Esecutivo comunitario «deve avere una visione ampia e prendere la propria decisione sulla base di prove». Sempre secondo Clancy, sarebbero trentamila i posti di lavoro minacciati dalla concorrenza cinese. All’inizio di giugno quindi l’Esecutivo comunitario prenderà una decisione su dazi temporanei, per una durata di sei mesi. In questo caso, non ha bisogno dell’accordo dei Governi. Una scelta su sanzioni definitive, della durata di cinque anni, richiederà il necessario benestare formale dei Paesi membri e verrà presa solo in dicembre, quando l’indagine della Commissione verrà completata. Lunedì De Gucht ha incontrato il vice ministro del Commercio cinese, Zhong Shan. Durante il col- BRUXELLES, 29. Serve «una mobilitazione generale contro la disoccupazione»: suona la carica Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, che ieri ha sottolineato come questa mobilitazione debba includere, oltre alle proposte dei Governi, anche i partner sociali chiamati a formulare «suggerimenti produttivi». Parlando davanti al Parlamento europeo, Van Rompuy ha tra l’altro rivendicato il fatto — di fronte alle critiche di scarsa incisività dell’azione del Consiglio e dei Governi — che rispetto a un anno fa «nessuno parla più di fine della zona euro». Ora dunque si tratta di «combattere la disoccupazione in generale, e quella giovanile in particolare». Intanto prima del vertice di giugno la Commissione Ue presenterà una proposta per aiutare i Governi ad applicare il prima possibile la «garanzia» per i giovani, che impone a ogni Stato di trovare un impiego o di dare formazione specializzata entro quattro mesi dal termine degli studi. Per consentire alla cosiddetta «garanzia» per i giovani di funzionare, dovranno essere migliorati i centri di collocamento e di formazione. Ne deriva l’esigenza di investimenti che potrebbero essere trovati nei sei miliardi stanziati dal bilancio Ue per combattere la disoccupazione giovanile. loquio, ha riferito un comunicato, De Gucht ha cercato di negoziare una soluzione del caso ma, nello stesso tempo, si è lamentato con Zhong Shan per la scelta di Pechino di fare pressioni sui Ventisette perché si oppongano ai dazi. La Cina, dal canto suo, rilevano gli osservatori, ha gioco facile in questo contesto nel ricordare ai suoi partner l’importanza che il suo gigantesco mercato riveste per l’export europeo. Ecco allora che un’eventuale «guerra commerciale» viene preceduta da un’intensa campagna diplomatica, così da evitare il peggio. La Germania, come pure la Gran Bretagna e i Paesi Bassi, sono preoccupati per le ripercussioni sui propri legami di affari con la Cina e intendono mediare per evitare scontri frontali. «Ci impegneremo nelle trattative e faremo in modo di non arrivare a dazi permanenti» ha detto domenica scorsa il cancelliere tedesco, Angela Merkel. Affermazione fatta con a fianco il primo ministro cinese, il quale, a sua volta, ha dichiarato: «Spero che attraverso sforzi appropriati e tramite il dialogo si riesca a mettere fine a questo conflitto commerciale. E spero che l’Ue non ricorra a misure protezionistiche per un motivo così marginale». L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt 00120 Città del Vaticano [email protected] http://www.osservatoreromano.va MADRID, 29. Per attirare capitali dall’estero il Governo di Madrid ha deciso di concedere la residenza spagnola a chi investe almeno due milioni di euro in bonos o acquista nel Paese una casa che costi più di 500.000 euro. Fonti dell’Esecutivo hanno spiegato che si tratta di misure a costo zero che «non toccano gli equilibri del bilancio pubblico» e che possono avere effetti positivi nel rivitalizzare l’economia nazionale. Inoltre, sottolineano le stesse fonti, sono misure con un certo valore simbolico, perché dimostrano che «la Spagna sta ritrovando la fiducia degli investitori internazionali, proponendosi come un Paese pronto ad accogliere con favore chi sostiene il debito pubblico, così come chi crea impresa e lavoro». Il certificato di residenza viene di fatto scambiato con risorse fresche da mettere in circolo: l’obiettivo finale è sostenere la domanda di titoli di Stato e aiutare la ripresa del mercato immobiliare crollato dopo dieci anni di bolla speculativa. Si stima che in Spagna vi siano quasi 3,2 milioni di abitazioni vuote, il 13 per cento su un totale di 25,2 milioni di case presenti sul territorio nazionale. Negli ultimi cinque anni il prezzo delle abitazioni è sceso del 30 per cento e, secondo le ultime stime di Fitch, gli immobili sono ancora sopravvalutati di un buon 20 per cento. Un ufficio di collocamento chiuso per sciopero ad Atene (Afp) L’aumento della produzione agricola favorito dalle migliori condizioni meteorologiche Raccomandazioni dell’Unione europea Annunciato in Argentina il secondo raccolto più copioso della storia L’Italia promossa con riserva BUENOS AIRES, 29. In Argentina l’anno agricolo nazionale 2012-2013 si concluderà con un raccolto pari a 102,6 milioni di tonnellate (oltre 11 milioni in più del precedente), ovvero il secondo più copioso della storia. Lo ha reso noto il Governo. A causa di una grave siccità, il raccolto 2011-2012 era sceso a 90,4 milioni di tonnellate, dopo il record del ciclo 2010-2011, pari a 104,6 milioni. «L’aumento della produzione ottenuto nell’attuale ciclo è conse- guenza dei raccolti record di mais, arachidi e orzo, nonché del migliore raccolto di sorgo degli ultimi 30 anni e di una progressione attorno al 26 per cento per la soia» riferisce il ministero dell’Agricoltura. Per il sorgo è stata confermata una produzione record di 5,16 milioni di tonnellate, mentre quella definitiva stimata per il mais è di 25,7 milioni (la precedente era stata di 21,2 milioni). Per le arachidi, le 900.000 tonnellate ottenute a fronte delle 686.000 del ciclo precedente segnano un aumento del 31,2 per cento. Per finire, la produzione complessiva della soia — principale coltura dell’Argentina — è stimata in 50,6 milioni di tonnellate: una crescita pari al 26 per cento. Chiuderà invece con il segno meno il raccolto del grano, ma già sono pronti gli investimenti per aumentare la superficie da destinare alla coltivazione, che passerà da 3,160 a 4 milioni di ettari di terreno. Amazzonia custode delle lingue indigene LIMA, 29. In Perú sopravvivono 47 lingue indigene parlate da circa quattro milioni di abitanti (su un totale di 29 milioni), residenti per la quasi totalità nella foresta amazzonica. Secondo l’Istituto nazionale di statistica e informatica (Inei), appena quattro idiomi nativi sono originari della Sierra — la regione che occupa oltre la metà dell’intero territorio nazionale costituita dalla sezione peruviana della Cordigliera delle Ande — e ben 43 sono amazzoniche. Alcuni idiomi sono parlati da comunità ormai ridottissime, come il Resigaro dell’area di Loreto (37 individui). Nessuna lingua originaria è invece parlata nella Costa — la zona bagnata dall’oceano Pacifico che insieme alla Sierra e all’Amazzonia è la terza regione in cui è usualmente diviso il Perú — dove vive la maggior parte della popolazione nazionale. Dei nativi, l’83 per cento parla il quechua come lingua materna e l’11 per cento l’aymara; i restanti parlano diverse lingue amazzoniche. Nel 2001, lo Stato ha promulgato una legge per preservare le lingue originarie in un Paese in cui gli studiosi ritengono che ne sono andate perdute almeno 37, mentre 27 di quelle sopravvissute rischiano di scomparire. Madrid lancia un piano per attrarre capitali esteri Un campo coltivato a grano nei pressi di Bragado Via libera a Cuba a più di cento internet point L’AVANA, 29. Nuovo spiraglio di apertura del Governo cubano con il via libera a 118 internet point in varie città dell’isola, che dal 4 giugno andranno ad aggiungersi ai 200 già operativi negli hotel. Resta ancora esclusa comunque la possibilità di collegarsi alla rete da abitazioni private, anche se si promette di avvicinare sempre più il servizio alle necessità della popolazione. Le limitazioni all’uso di internet sono sempre state attribuite dalle autorità cubane all’embargo statunitense sulle tecnologie, che avrebbe costretto ad accedere alla rete attraverso il satellite, limitando la sua diffusione. Mentre per l’opposizione le limitazioni sono frutto di una decisione politica per limitare il flusso informativo “sconveniente” per il regime. Il ministero delle Comunicazioni ha ventilato la possibilità di allargare il servizio al cavo sottomarino in fibra ottica tra Cuba e Venezuela, portato a termine durante il Governo del defunto presidente Chávez. Quanto ai costi, nei locali di prossima apertura si pagheranno l’equivalente di 4,5 dollari l’ora, rispetto ai circa 6 dollari che si pagano attualmente negli hotel. GIOVANNI MARIA VIAN direttore responsabile TIPO GRAFIA VATICANA EDITRICE L’OSSERVATORE ROMANO Carlo Di Cicco don Sergio Pellini S.D.B. vicedirettore Piero Di Domenicantonio caporedattore Gaetano Vallini segretario di redazione direttore generale C’è poi la parte che richiama l’importanza della lotta contro l’evasione fiscale e che fa riferimento all’economia sommersa. La Commissione ripropone l’esigenza di spostare la tassazione dal lavoro e dal capitale ai consumi e alla proprietà. Infine, la richiesta di favorire una riforma del mercato dei servizi pubblici e privati. I tablet mettono al palo i pc e si apprestano al sorpasso NEW YORK, 29. La corsa dei tablet non si ferma. E il grande sorpasso sui pc si avvicina. Nel 2013 le vendite di tablet — secondo le stime della società di ricerca International Data Corp — saliranno del 58,7 per cento, volando a quota 229,3 milioni di unità contro i 14,5 milioni del 2012. Un balzo che consentirà alle “tavolette” di superare i computer portatili e di allungare il passo verso il 2015, quando è atteso il sorpasso sui pc, le cui vendite, tra l’altro, continuano a rallentare: si stima che nell’arco del 2013 esse scenderanno del 7,8 per cento. Nel 2014 si prevede che la flessione sarà più contenu- Servizio vaticano: [email protected] Servizio internazionale: [email protected] Servizio culturale: [email protected] Servizio religioso: [email protected] Segreteria di redazione telefono 06 698 83461, 06 698 84442 fax 06 698 83675 [email protected] BRUXELLES, 29. Con l’uscita dalla procedura di infrazione Ue per deficit eccessivo, comunicata oggi, per l’Italia arrivano anche le raccomandazioni di Bruxelles. A partire dai tagli di spesa, dalla riduzione della burocrazia e delle tasse che gravano sul lavoro. Per il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, alla luce di tali indicazioni, occorre valorizzare questa opportunità puntando anzitutto sugli investimenti. E in questo quadro s’inserisce la stima della Corte dei conti in merito all’impatto della crisi sui conti pubblici: in cinque anni sono stati persi 230 miliardi di pil. Una raccomandazione di Bruxelles riguarda la finanza pubblica. L’Esecutivo comunitario chiede al’Italia di rispettare gli obiettivi di medio termine. Una seconda raccomandazione verte sulla pubblica amministrazione che deve diventare più efficiente e meno costosa. L’attenzione si sposta poi sul settore bancario: l’Esecutivo comunitario chiede un miglioramento della gestione anche nella selezione degli attivi bancari e la promozione di alternativi mercati del capitale. Un’altra raccomandazione mette poi l’accento sul mercato del lavoro e sulla necessità di promuovere la partecipazione delle donne e dei giovani, di migliorare la formazione, di modernizzare i servizi di sostegno all’impiego, di rafforzare la contrattazione di secondo livello. Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998 [email protected] www.photo.va ta e pari all’1,2 per cento. «I tablet supereranno i portatili nel 2013 e i pc nel 2015, indicando un significativo cambio nell’atteggiamento dei consumatori nei confronti dei dispositivi computerizzati e delle loro applicazioni» ha affermato Ryan Reith, dell’International Data Corp, sottolineando come la società di ricerca continui a ritenere che i pc continueranno comunque a giocare un ruolo importante anche in questa nuova era. Apple è sempre la protagonista della rivoluzione tablet, ma l’attuale crescita del mercato è legata soprattutto ai dispositivi a basso costo Android. Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198 Europa: € 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665 America Nord, Oceania: € 500; $ 740 Ufficio diffusione: telefono 06 698 99470, fax 06 698 82818, [email protected] Ufficio abbonamenti (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480, fax 06 698 85164, [email protected] Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675 La Camera approva la Convenzione contro la violenza sulle donne ROMA, 29. Un lungo applauso ha accompagnato ieri alla Camera dei deputati italiana l’approvazione unanime, con 545 voti favorevoli, della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. E mentre in Calabria si celebravano i fumerali di Fabiana Luzzi, la sedicenne barbaramente uccisa nei gironi scorsi dal fidanzato, l’Italia ha compiuto un primo passo per dotarsi di uno strumento internazionale, giuridicamente vincolante, che crea un quadro completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. La convenzione passa ora all’esame del Senato, dove tutti auspicano un iter altrettanto rapido. La Convenzione, approvata dal Comitato dei ministri dell’Ue il 7 aprile 2011 e firmata per l’Italia nel settembre scorso a Strasburgo dall’allora ministro Elsa Fornero, prevede il contrasto a ogni forma di violenza, fisica e psicologica sulle donne: dallo stupro allo stalking, dai matrimoni forzati alle mutilazioni genitali. Viene inoltre richiesto impegno a tutti i livelli sulla prevenzione, eliminando al contempo ogni forma di discriminazione e promuovendo «la concreta parità tra i sessi, rafforzando l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne». Concessionaria di pubblicità Il Sole 24 Ore S.p.A System Comunicazione Pubblicitaria Aziende promotrici della diffusione de «L’Osservatore Romano» Intesa San Paolo Alfonso Dell’Erario, direttore generale Romano Ruosi, vicedirettore generale Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Sede legale Via Monte Rosa 91, 20149 Milano telefono 02 30221/3003, fax 02 30223214 Società Cattolica di Assicurazione [email protected] Banca Carige Credito Valtellinese L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 30 maggio 2013 Preoccupazione della Santa Sede per le persecuzioni dei cristiani GINEVRA, 29. La Santa Sede esprime profonda preoccupazione per le violazioni della libertà religiosa e per i sistematici attacchi inferti alle comunità cristiane in alcune aree del pianeta come Africa, Asia e Medio Oriente. È quanto sottolineato ieri dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite ed Istituzioni specializzate a Ginevra. Il presule ha affermato che indagini credibili sono arrivate alla scioccante conclusione che oltre centomila cristiani vengono uccisi ogni anno, per motivi che hanno una qualche relazione con la loro fede. Altri cristiani — ha proseguito — sono soggetti a uno sradicamento forzato, subiscono la distruzione dei loro luoghi di culto e il rapimento dei propri leader, come accaduto recentemente a due vescovi ad Aleppo, in Siria. Molti di questi atti, ha aggiunto, «sono il frutto del fanatismo, dell’intolleranza, del terrorismo e di leggi discriminatorie». Inoltre, ha aggiunto Tomasi, in alcuni Paesi occidentali, «dove la presenza cristiana è stata storicamente parte integrante della società», si rafforza la tendenza a «marginalizzare il cristianesimo nella vita pubblica», ignorando il suo contributo sociale e storico e arrivando addirittura a «restringere la capacità delle comunità di fede di portare avanti i loro servizi caritatevoli». Monsignor Tomasi ha quindi rammentato che il Consiglio dei diritti umani dell’Onu ha riconosciuto che la religione e la spiritualità sono al servizio della promozione della dignità umana e che il cristianesimo è al servizio del vero bene dell’umanità. A tale riguardo, l’Osservatore Permanente della Santa Sede ha indicato alcuni servizi — dall’educazione alla sanità fino all’assistenza dei rifugiati — che vedono la Chiesa cattolica impegnata a favore dell’uomo, senza alcuna discriminazione di razza o religione. Quest’ultimo punto è stato rilanciato oggi da un tweet della Segreteria di Stato (@TerzaLoggia). Il presule ha concluso il suo intervento riprendendo le parole di Papa Francesco nel messaggio per il diciassettesimo centenario dell’Editto di Milano: «Sia ovunque rispettato il diritto all’espressione pubblica della propria fede e sia accolto senza pregiudizi il contributo che il cristianesimo continua ad offrire alla cultura e alla società del nostro tempo». Costretto a dimettersi il presidente del Congresso nazionale Mohammed Magarief La Libia in balia dei gruppi armati Una stazione di polizia distrutta a Bengasi (Reuters) TRIPOLI, 29. Una vittoria delle milizie armate che in Libia, a quasi due anni dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi, continuano a fare il bello e il cattivo tempo. È questo il senso delle dimissioni presentate da Mohammed Magarief, il presidente del Congresso nazionale libico, il primo Parlamento eletto del dopo-Gheddafi. Magarief si è dimesso in base alla nuova legge sull’isolamento politico, una normativa approvata sotto la pressione e le minacce dei gruppi armati. Si tratta della norma che vieta a chiunque abbia ricoperto incarichi durante il regime del colonnello — dal colpo di Stato del 1969 fino alla caduta del 2011 — di svolgere ruoli politici. La legge è stata approvata il 5 maggio scorso mentre le milizie assediavano con le armi i ministeri degli Esteri e dell’Interno. Poco importa che Magarief sia stato ambasciatore della Libia di Gheddafi prima del 1980, e che poi sia diventato uno dei leader dell’opposizione in esilio: le milizie pretendevano la sua testa, così come quella del premier Ali Zeidan, anche lui per un periodo, anche se lontano nel tempo, ambasciatore del rais. La nuova legge entrerà in vigore il 5 giugno, ma Magarief ha voluto dare un esempio di legalità. «Vi lascio a testa alta e con la coscienza pulita», ha detto visibilmente commosso in un intervento tenuto davanti all’Assemblea e accolto da lunghi applausi. «Tutti sono soggetti alla legge, nel rispetto della legalità e della democrazia. Io sarò il primo a farlo» ha spiegato, sottolineando di aver speso «tutte le sue energie al servizio della Nazione». Prima di lasciare, il presidente del Parlamento — al momento la più alta carica del nuovo Stato libico — ha voluto però condannare l’uso della forza dei gruppi armati e ha invitato il Governo a sconfiggere ogni tipo di corruzione. Le dimissioni di Magarief dovranno essere convalidate dal Congresso e un nuovo presidente dovrebbe essere eletto nei prossimi giorni. I gruppi armati e gli jihadisti continuano intanto a destabilizzare il Paese con episodi di violenza sempre più sanguinosi, a Tripoli come a Bengasi dove ieri un soldato è stato ucciso e altri tre feriti in un attacco contro una pattuglia dell’esercito. Cinquecento morti nel sanguinoso maggio iracheno BAGHDAD, 29. Le violenze in Iraq hanno provocato più di cinquecento morti nel solo mese di maggio, il più sanguinoso dell’ultimo anno. Le stime sono riportate dalla France Presse che cita fonti mediche e della sicurezza irachene. Fino al 28 maggio, 507 persone, precisa l’agenzia di stampa, sono morte e 1.287 sono rimaste ferite nei diversi attacchi. In aprile il bilancio aveva superato i quattrocento morti. E ora, alla luce degli ultimi sviluppi della situazione, caratterizzata dal riacutizzarsi del conflitto interconfessionale, si teme che anche giugno possa risultare un mese cruento. Sono state tante le città irachene, in quest’ultimo periodo, a essere investite dalle violenze: ma Baghdad è stata certamente la più colpita. Basti pensare a quanto accaduto ieri: in varie zone della capitale sono esplose dieci autobombe. E ciò a testimoniare che i miliziani stanno cercando di destabilizzare una già precaria situazione attraverso attacchi coordinati e su vasta scala. Anche nei giorni scorsi a Baghdad si è registrata la quasi simultanea deflagrazione di vetture cariche di esplosivo, con conseguente pesante bilancio di vittime. La recrudescenza delle violenze s’inquadra nel ridestarsi delle mai sopite rivalità tra le comunità sciita e sunnita: attacchi reciproci e mutue rappresaglie. Un circolo vizioso che, sottolineano gli analisi, rischia di far precipitare il Paese in una situazione assai critica, dopo un periodo di relativa calma. Intanto il premier Nouri Al Maliki continua a esortare le parti a impegnarsi per favorire un costruttivo dialogo a beneficio dell’intera Nazione. Vertice tra Russia, Kazakhstan e Bielorussia Nonostante la dichiarata disponibilità a riprendere il dialogo Putin ad Astana per l’Unione euroasiatica Pyongyang decisa a conservare il suo arsenale nucleare KIEV, 29. Nella capitale del Kazakhstan, Astana, oggi si discute di Unione euroasiatica, il mercato comune economico tra i Paesi dell’ex Urss che il presidente russo, Vladimir Putin, punta a costituire entro il primo gennaio del 2015. Oltre al leader del Cremlino saranno presenti il presidenti bielo- Assaltato l’ufficio del governatore del Panjshir I talebani contro le istituzioni afghane KABUL, 29. Ancore violenze nel territorio afghano. Ieri i talebani hanno attaccato l’ufficio del governatore del Panjshir, nel nord del Paese: sei miliziani e un agente di polizia sono morti. Ne ha dato notizia Abdul Kabir Waseq, portavoce del governatore, riferendo che gli assalitori si sono introdotti nell’edificio con indosso le uniformi della polizia. Uno di loro si è fatto saltare in aria, mentre gli altri sono stati uccisi dagli agenti. Un poliziotto è morto nell’esplosione provocata dal primo attentatore. I talebani hanno subito rivendicato l’attacco. Da rilevare, al riguardo, che in quest’ultimo periodo nel mirino dei miliziani sono finite in particolari le istituzioni, a diverso livello e dalle varie competenze: si pensi, per esempio, al sanguinoso attacco contro la sede, nel cuore della capitale, dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni. E ciò sta a testimoniare la chiara volontà dei talebani di colpire obiettivi mirati, nel quadro di un’azione destabilizzante che vede proprio nelle istituzioni «elementi privilegiati». E della situazione in Afghanistan si parlerà nel dettaglio venerdì 31 alla Casa Bianca: il presidente Barack Obama riceverà il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. Fonti diplomatiche hanno indicato che durante il colloquio verrano discussi temi «globali e regionali», con particolare attenzione al conflitto in Afghanistan e al pianificato ritiro del pagina 3 contingente internazionale, previsto entro la fine del 2014. Nel frattempo, in Pakistan, continuano i raid dei droni statunitensi. Ieri, nel Nord Waziristan, area tribale al confine con l’Afghanistan, quattro talebani sono rimasti uccisi. russo, Alexandr Lukashenko, e qukazako, Nursultan Nazarbajiev. I tre arteciperanno al Consiglio economico supremo euroasiatico, l’organismo isituito per rafforzare e integrare la cooperazione trilaterale. Saranno presenti nella capitale Kazakha anche il presidente del Kyrgyzstan, Almazbek Atambayev, e il presidente ucraino, Viktor Ianukovich, il quale potrebbe discutere con Putin di un possibile ingresso di Kiev nell’Unione doganale come osservatore. L’Ucraina punta a un abbassamento del prezzo del gas pagato a Mosca, ma il Cremlino in cambio chiede l’ingresso nel sistema ucraino di trasporto del gas — da cui buona parte del metano russo arriva in Europa — e la piena adesione di Kiev all’organismo di libero scambio tra Mosca, Minsk e Astana. Quest’ultima opzione è però considerata da Bruxelles inconciliabile con l’accordo di associazione tra Ucraina e Unione europea da tempo congelato. PYONGYANG, 29. La Corea del Nord ha proclamato oggi la ferma decisione di conservare il suo arsenale nucleare, cosa che sembra smentire la volontà di riallacciare il dialogo sul suo programma atomico riferita la scorsa settimana dai media cinesi. In un lungo editoriale, il quotidiano ufficiale del partito comunista, «Rodong Sinmun» afferma che solo la dissuasione nucleare garantisce la «vittoria finale» contro le forze imperialiste. La Corea del Nord ha però annunciato l’intenzione di consentire ai manager sudcoreani di visitare il complesso industriale di Kaesong, gestito congiuntamente dai due Paesi. Pyongyang si è detta disposta a discutere le modalità per ripristinare le normali attività industriali, sospese ad aprile dopo le tensioni sorte a seguito del test nucleare nordcoreano di febbraio. Seoul all’inizio della settimana ha domandato a Pyongyang di dimostrare nei fatti quanto realmente intenda riaprirsi al dialogo con la comunità internazionale. Il ministro Uccisi cinque agenti delle forze di sicurezza nell’estremo sud Attacchi dei separatisti in Thailandia BANGKOK, 29. Cinque agenti delle forze di sicurezza thailandesi sono stati uccisi nelle ultime ore in una serie di attacchi nell’estremo sud della Thailandia, zona dove dal 2004 la guerriglia separatista della minoranza musulmana ha provocato oltre 5.500 morti. Gli attacchi si sono verificati nella provincia di Pattani, che insieme a quelle di Yala e Narathiwat rientrano nell’ex territorio di un sultanato indipendente annesso dalla Thailandia all’inizio del secolo scorso. Nonostante l’inizio di negoziati tra Bangkok e uno dei gruppi separatisti, nelle ultime settimane gli attacchi dei ribelli si sono intensificati. Allo stesso tempo, le trattative sembrano arenate anche a causa di richieste inconciliabili; la minoranza musulmana di lingua ed etnia malay vorrebbe una maggiore autonomia, in una Thailandia al 97 per cento buddista e dalla burocrazia fortemente centralizzata. Il luogo di un attentato attribuito ai ribelli musulmani (LaPresse/Ap) degli Esteri sudcoreano, Yun Byung Se, ha chiesto alla Corea del Nord di dare prova della propria sincerità con le azioni. «La Corea del Nord deve dimostrare la propria sincerità alla comunità internazionale rispettando gli impegni assunti in passato in materia di denuclearizzazione» ha affermato Yun. Dichiarazioni che erano giunte pochi giorni dopo l’incontro tra l’inviato nordcoreano, Choe Ryong Hae, e il presidente cinese, Xi Jinping. Quest’ultimo aveva esortato Pyongyang a tornare a prendere parte ai colloqui sul suo programma nucleare. L’inviato di Pyongyang aveva consegnato una lettera del leader nordcoreano Kim Jong Un a Xi, contenente, secondo i media cinesi, l’annuncio dell’intenzione della Corea del Nord di tornare a sedere al tavolo dei colloqui a sei (Corea del Nord, Corea del Sud, Stati Uniti, Giappone, Russia e Cina). La Casa Bianca ha intanto insistito ieri sull’importanza delle relazioni personali tra Barack Obama e Xi Jinping, all’indomani della visita a Scontri in Myanmar tra buddisti e musulmani NAYPYIDAW, 29. Violenze sono esplose ieri sera a Lashio, nel nord est del Myanmar, Paese scosso lo scorso anno da forti tensioni religiose, dopo che un musulmano ha dato fuoco ad una donna buddista che vendeva benzina. Lo ha reso noto una fonte di polizia, precisando che l’aggressore è stato arrestato. Nella zona è stato subito inviato l’esercito. Un responsabile locale ha aggiunto che è stato imposto il coprifuoco. La donna è ricoverata in ospedale in gravi condizioni. Lo scorso anno, il Myanmar è stato attraversato da violenti scontri tra le due comunità, con almeno 200 morti. Gli scontri nella sola città di Meikhtila hanno provocato 44 vittime, per lo più musulmane. Nelle violenze, 12.000 persone hanno perso la casa. Il Myanmar è un Paese a maggioranza buddista, mentre solo il 4 per cento della popolazione è musulmano. Pechino del consigliere americano per la Sicurezza nazionale, Tom Donilon, che ha avuto una serie di colloqui in preparazione dell’incontro tra i due presidenti in programma in California il 7 e l’8 giugno, nel mezzo di un momento di forte tensione tra le due superpotenze. «L’incontro tra Obama e Xi — ha affermato Donilon — sarà una buona occasione per discutere a fondo le relazioni tra Cina e Stati Uniti, così come una lista di questioni regionali e globali su cui i due Paesi devono confrontarsi». Revocata l’ultima zona di esclusione a Fukushima TOKYO, 29. A più di due anni dalla crisi nucleare della centrale di Fukushima, provocata dal terremoto e dal successivo tsunami dell’11 marzo del 2011, è stata revocata l’ultima no entry zone nel distretto di Futaba. Lo ha deciso ieri il Governo nipponico, che ha riorganizzato le aree di sgombero in funzione dei livelli di contaminazione misurata. L’ingresso dei residenti resta però sostanzialmente vietato, visto che le radiazioni interessano ancora il 96 per cento dell’abitato che ospitava 6.520 persone, secondo il censimento pre-catastrofe, ora tutte rilocate a Kazo, nella prefettura di Saitama, alle porte di Tokyo. Le autorità hanno confermato che tutto il distretto di Futaba è stato riclassificato come zona in cui le dosi annuali di radiazioni supera i 50 millisievert. La no entry zone era stata designata un mese dopo la tragedia, nel raggio di 20 chilometri dalla disastrata centrale nucleare, che ha poi anche inglobato una fascia più esterna, coinvolgendo in tutto nove comuni. E in base al rapporto della commissione scientifica nipponica sugli effetti delle radiazioni nucleari, l’incidente di marzo 2001 non ha portato nessun aumento del rischio di cancro tra la popolazione giapponese. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 4 Il ruolo della Chiesa nella società La liturgia degli angeli in un particolare degli affreschi (XVI secolo) del monastero di Philanthropinon nell’isola di Giannina (Grecia) Cristo è raffigurato nella veste di celebrante e di Eucaristia La verità si propone non si impone di GODFRIED DANNEELS di LLUÍS MARTÍNEZ SISTACH ella Lettera ai Romani (1, 19) Paolo afferma che l’uomo è capace di conoscere Dio mediante la ragione naturale. Lo afferma de iure e non necessariamente de facto, poiché la ragione umana è offuscata dal peccato. Ma resta vero che Dio può essere conosciuto attraverso il ragionamento. Ci sono tre vie che conducono a Dio: quella della verità, quella della bontà e quella della bellezza. Sono i tre universali e anche i tre nomi di D io. Dio è infatti la verità suprema: l’al-di-là di ogni verità conoscibile. Ogni pensiero aspira alla propria trascendenza, a un al-di-là del pensiero. Dio è inoltre la bontà-perfezione suprema ed è, infine, anche la bellezza suprema. Sono le tre porte che si aprono su Dio. Ma per l’uomo contemporaneo queste porte sono difficili da aprire. La porta della verità suscita lo scetticismo: «Che cos’è la verità?» (Giovanni, 18, 38), diceva già Pilato, seguito da tanti nostri contemporanei. La porta della bontà-perfezione è a sua volta difficile da aprire, perché tale bontà sembra troppo perfetta per l’uomo e dunque irraggiungibile. La porta della bellezza, invece, si apre più facilmente per i nostri contemporanei. La verità suscita il dubbio, la bontà lo scoraggiamento, la bellezza disarma. Forse altre epoche hanno conosciuto di meno questi ostacoli. Ma attualmente la porta della bellezza è pressoché la sola ad aprirsi per trovare Dio e Cristo. È la via regale per il nostro tempo, nella sua ricer- uando noi cristiani parliamo dello sviluppo dobbiamo intenderlo così come proposto dalla Populorum progressio, vale a dire come lo sviluppo di tutti gli uomini e dell’uomo integrale. L’autentico sviluppo dell’uomo concerne, in modo unitario, la totalità della persona in tutte le sue dimensioni. Paolo VI, afferma nella sua enciclica, che il progresso — nella sua fonte e nella sua essenza — è una vocazione: «nel disegno di Dio, ogni uomo è chiamato a uno sviluppo, perché ogni vita è vocazione». Questo è proprio ciò che legittima l’intervento della Chiesa nella problematica dello sviluppo. Se ciò riguardasse solamente gli aspetti tecnici della vita dell’uomo e non il senso del suo camminare nella storia, la Chiesa non avrebbe nulla di cui parlare. La dimensione pubblica della religione, o se si vuole della Chiesa, è di somma importanza. Dato che la convivenza delle persone nella società è qualcosa di innato alla persona umana e prendendo in considerazione che la presenza della religione è anche una realtà che non può essere vissuta al di fuori della società, è normale che la religione abbia una presenza pubblica nella convivenza sociale. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani fornisce un elenco di diritti fondamentali, tra i quali vi è il diritto alla libertà religiosa, nei termini espressi dall’art. 18 della suddetta Dichiarazione. Questo diritto non si riferisce solamente al culto e alle credenze personali in pubblico o in privato, da soli o associati. Esso comprende anche l’esercizio creativo della fede e della vita religiosa, la sua manifestazione pubblica e la sua diffusione mediante l’esercizio del diritto alla libera riunione, d’espressione ed associazione sancito negli articoli 19 e 20. Un diritto pertanto che lo Stato deve tutelare e che non può ignorare. Ancora una volta, una pretesa separazione di campi di competenza tra Chiesa e Stato, frutto della reciproca ignoranza tra i due organismi, non è né giuridica né politicamente accettabile. È necessario distinguere tra ciò che è “laicità dello Stato” e ciò che è una “società laica”. Non si può ignorare che la laicità dello Stato è al servizio di una società pluralistica nella sfera religiosa. Una società laica, invece, comporterebbe la negazione sociale del fenomeno religioso o, almeno, del diritto di vivere la fede nella sua dimensione pubblica. Cosa che sarebbe contraria alla laicità dello Stato. La Chiesa, lungi dal chiudersi in se stessa rinunciando all’azione, deve mantenersi viva e incrementare il suo dinamismo. I cristiani devono dare risposte positive e convincenti alle attese e agli interrogativi delle gente. Se sapremo farlo, la Chiesa renderà un grande servizio ai nostri Paesi. La società pluralista in cui viviamo vuole cercare il “posto” proprio dei cristiani e della Chiesa in questa nuova situazione socio-culturale, senza che ciò supponga la perdita della propria identità. La Chiesa non può pretendere di imporre ad altri la propria verità. L’importanza sociale e pubbli- N Q Davanti all’universo simbolico della liturgia Bellezza disarmante to. Mediante la fede tutta la creazione ci rinvia a un Creatore: a partire dall’incarnazione del Figlio di Dio il mondo ha il suo mistero “soprannaturale” in senso lato. Esso possiede una densità, uno spessore: Dio è apparso nella materia. Tutto questo ci viene dal mistero dell’incarnazione. E Cristo, il Figlio di Dio incarnato, è il grande “sacramento”, il mistero. In lui la realtà creata è divenuta luminosa e la natura è ontologicamente fondata in Dio e lo rivela. I sacramenti propriamente detti ne sono una condensazione particolare. San Leone dice che tutto ciò che Cristo ha fatto durante il suo passare tra noi sulla terra è ora passato nei sacramenti della Chiesa. La liturgia diventa allora il giardino degli angeli: il giardino del nuovo Eden e della sua bellezza. La liturgia è un immenso universo di simboli che fanno riferimento al mistero della salvezza e lo rendono presente. Concetto e simbolo Il 30 maggio e il 1° giugno si terrà presso il sono entrambi dei refemonastero di Bose l’undicesimo Convegno renti verso un al-di-là. liturgico internazionale, intitolato «Il concilio Ma a un grado diffeVaticano II. Liturgia, architettura, arte». rente. Il concetto rinvia L’incontro è promosso dal monastero in collaborazione con l’Ufficio nazionale a un al-di-là che si chiaper i Beni culturali ecclesiastici della ma significato. Si muoConferenza episcopale italiana e la redazione ve dal visibile verso l’indi «Rivista Liturgica». Anticipiamo stralci visibile. Ma il concetto dell’intervento del cardinale arcivescovo è preciso, breve, chiaro, emerito di Mechelen-Brussel. ben delimitato. Un simbolo, invece, rivela e suggerisce piuttosto un ca di Dio. Del resto la bellezza è al-di-là. Il simbolo suscita immagianche vera. Già Aristotele diceva: nazione, emozione. Non si limita a pulchritudo est splendor veri. La bel- significare: rivela, suggerisce, desta, lezza è l’alone luminoso attorno alla tocca. Non informa anzitutto, tocca verità. E il bello è detto anche buo- i sensi e il cuore. La liturgia è no (kaloskagathòs): il bello è nel quell’insieme di simboli che si velacontempo buono. no e realizzano la glorificazione di La creazione è diafana: è il sub- Dio e la santificazione dell’uomo strato portatore di significati che la sulla terra. oltrepassano. Ogni realtà visibile è La bellezza viene spesso identifi“sacramentale”. Possiede il suo “mi- cata con la bellezza delle forme. È stero”: è significante di un significa- la bellezza “estetica”. Ma il bello è ben più della bellezza delle forme. È un “universale”, un nome di Dio. (...) “bello” è un termine complesso, come lo è la parola ebraica shalom, Seminario a Urbino che non significa semplicemente l’assenza di guerra e di violenza, ma uno stato di benessere completo, il compendio di tutto ciò che fa la felicità dell’uomo. Anche il pulchrum significa uno stato integrale e completo di tutto ciò che piace all’uomo. Questa bellezza possiede una «Italo Mancini vent’anni dosua forza, ma è mite e non schiacpo»: così l’università di Urbicia, non scoraggia, scaccia il dubno ricorda il teologo (1925bio. Così è anche la bellezza 1993) che, dopo aver insegnato dell’universo liturgico: è disarmante. per un decennio alla Cattolica La celebrazione liturgica si svolge di Milano, dal 1965 alla morte non secondo il gusto del celebrante insegnò nell’ateneo marchigiao dell’assemblea, ma secondo un orno, fondandovi — primo esemdine stabilito nei libri liturgici. Ciò pio di facoltà teologica in una non significa che la creatività non abbia alcun diritto, ma che sono le università laica — il noto Istiregole del cerimoniale a strutturare tuto superiore di scienze relilo svolgimento della celebrazione giose. Tra gli intervenuti al sesecondo un ordine prestabilito. Il minario, l’arcivescovo di Chieruolo degli attori liturgici è fissato. ti-Vasto Bruno Forte che — nel Un cerimoniale ha una sua bellezza corso della sua relazione antispecifica, la bellezza del rito. I riti cipata in parte su «Avvenire» si ritrovano in tutte le religioni. del 29 maggio — ha in particoSimboleggiano il fatto che l’azione lare ricordato la «doppia teoliturgica è obbedienza a un’istanza logia» di don Italo. «In una che trascende il gusto degli “attori”. sorta di bilancio critico della Uno svolgimento che mutasse ogni propria vicenda di pensiero, volta, significherebbe invece che scritto pochi anni prima della l’azione liturgica trae la sua legittimorte don Italo presentava il mità dagli attori e non è un’azione suo contributo speculativo cosanta, legittimata da Dio e da Cristo me una “teologia dei doppi nei suoi misteri. Certo, la variazione pensieri”: questa formula — in missae può produrre dell’ordo cui è dichiarato il debito nei un’emozione più forte nell’assemconfronti di Dostoevskij — teblea. Ma in liturgia l’emozione non stimonia dell’insonne ricerca, è prioritaria. Ciò che ha il primato è caratteristica della sua riflessioil celebrare il memoriale del mistero ne» scrive tra l’altro monsidella Pasqua di Cristo e la bellezza gnor Forte. delle azioni di Dio. Due giorni a Bose Don Italo e la mediazione fra irriducibili giovedì 30 maggio 2013 La fonte dell’azione liturgica è in alto. La festa liturgica è l’inverso della festa umana. Quest’ultima trova la sua fonte negli uomini: si festeggia l’uomo e il mondo dell’uomo. In liturgia, invece, si festeggia Dio e il suo regno, ed è in lui la fonte. L’azione liturgica è stata definita una “ergoterapia” data da Dio agli uomini, per elevarli a un mondo superiore, per renderli docili e ricettivi ai modi di agire di Dio: vivere la festa come la vive Dio. Ora, si deve forse adattare la liturgia ai cambiamenti e alla diversificazione delle culture che mutano? Indubbiamente tale mutamento impone le sue esigenze: mantenere un’intelligibilità dei misteri celebrati. Tutte le culture hanno il loro valore. La loro sensibilità si evolve. Ma l’azione liturgica non si conforma mai interamente alla cultura circostante. Il culto non coincide con le culture. La domenica non sarà mai il lunedì. Così la liturgia non può mai essere immersa semplice- La fonte dell’azione liturgica non è l’uomo ma sta in alto Qui il bello conduce alla soglia del paradiso Solo la preghiera vi entrerà mente nella dimensione culturale e imprigionata. Essa è il memoriale dei misteri di Cristo, che sono fatti storici inscritti per sempre in un dato momento della storia, che supera tutte le vicissitudini delle culture. Prendiamo l’abito liturgico del celebrante. Nulla impedisce che la forma di una casula cambi con il tempo. Ma ciò che non cambia è che quest’abito rimanga il mezzo per “disindividualizzare” l’uomo concreto che resta il celebrante. L’originalità della liturgia cristiana consiste nel fatto di essere il memoriale dei misteri di Cristo. Tutta l’emozione viene da queste fonti. Il sacro divino produce un’armonia pacificante, piena, un’azione di grazie, un’atmosfera di fiducia e di pace: l’atmosfera di una relazione personale e amorosa tra Dio e l’uomo. Il bello divino suscita una nuova nascita, accompagnata da una conversione morale. Si tratta di un bello che purifica e che guarisce. La chiave della bellezza, dice Gregorio di Nazianzo, è la natura umana in movimento nello spazio di una relazione nuova di amore verso Dio. Il bello liturgico conduce alla soglia del paradiso. Solo la preghiera vi entrerà. ca della fede cristiana deve evitare tenzione agli anziani e ai malati, una pretesa di egemonia culturale dell’educazione e insegnamento, che si avrebbe se non si ricono- della cultura. Sarebbero delle città scesse che la verità si propone, ma povere, molto povere, disumaniznon si impone. Ma questo non si- zate, con gravi problemi sociali. gnifica che la Chiesa non debba La presenza della Chiesa nella offrirla alla società, con tutto società e le relazioni tra gerarchia quello che significa realizzare e autorità civili devono essere di l’«annuncio del Vangelo». È ne- dialogo leale e di collaborazione cessario offrire ogni genere di ric- costruttiva a partire dalla propria chezza contenuta nell’umanesimo identità. La Chiesa deve contricristiano, di grande interesse per buire al discernimento di alcuni molte persone — soprattutto i gio- valori che sono in gioco nella sovani — e di volerlo vivere con illu- cietà e che incidono sull’autentica sione e gioia. La presentazione del realizzazione della persona umana messaggio di Gesù, in modo chia- e della convivenza sociale. ro e fedele, è il compito prioritario In tal modo, a nessuno dovrebdella Chiesa nella nostra società. be dar fastidio la voce profetica Certamente il pieno riconoscimen- della Chiesa sulla vita familiare, to del vero ambito del religioso è sociale e politica, anche quando vitale per un’adeguata e feconda va controcorrente rispetto a opipresenza pubblica della Chiesa nioni ampiamente diffuse. Il nonella società. Il religioso va oltre stro conformismo priverebbe la gli atti tipici della predicazione e società di un’antica saggezza che del culto; si ripercuote e si espri- abbiamo ricevuto dall’alto e che è me per sua stessa natura sul vissuto morale e umano che diventa effettivo nei campi dell’educazione, del servizio Il 29 maggio a Roma, presso l’Istituto sociale, della vita, patristico Augustinianum, viene presentato il del matrimonio e volume Cristiani nella società del dialogo e della famiglia e deldella convivenza (Città del Vaticano, Libreria la cultura. Editrice Vaticana, 2013, pagine 235, euro 18) La Chiesa presta che raccoglie — con una prefazione del alla società un servicardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone zio molto importan— una serie di discorsi tenuti dal cardinale te e di grande imarcivescovo di Barcellona Lluís Martínez portanza nell’ordine Sistach tra il 1986 e il 2012. All’incontro prepolitico delle idee e dei valori intervengono il cardinale Agostino Vallini, morali, delle immavicario di Roma, lo storico Vicente Cárcel gini globali dell’uoOrtí, il corrispondente dell’emittente mo e della vita. Il spagnola Antenna 3 Tv, Antonio Pelayo, cardinale Narciso e il direttore dell’Istituto Cervantes di Roma, Jubany parlò delSergio Rodríguez. Coordina i lavori Marta l’importante funzioLago, incaricata dell’edizione spagnola ne «nutritiva» della del nostro giornale. Chiesa nella società. La società democratica necessita di gruppi sociali, religiosi e culturali stata presente e attiva nelle radici che si occupino di un’irrigazione della nostra antropologia e della spirituale ed etica dei cittadini, af- nostra storia. finché dopo essi, nel libero eserciLo Stato non può ignorare l’esizio dei loro diritti e della loro par- stenza del fenomeno religioso neltecipazione politica, trasmettano la società. Pretendere che lo Stato allo Stato il riflesso di queste sen- laico debba agire come se questo sibilità morali ed esigano il rispet- fatto religioso, anche come corpo to, la tutela e la protezione di sociale organizzato, non esistesse, questo vigore spirituale senza il equivale a situarsi ai margini della quale non può esistere una società realtà. Il problema fondamentale libera né una cittadinanza respon- del laicismo che esclude dall’amsabile. bito pubblico la dimensione reliPer rendersi conto del servizio giosa consiste nel fatto che si tratche la Chiesa presta, basti pensare ta di una concezione della vita soa ciò che sarebbe di una città, per ciale che pensa e vuole organizzaesempio Santiago de los Caballe- re una società che non è la società ros o Barcellona, senza la presen- reale. La fede o la non credenza za e l’azione delle parrocchie, del- sono oggetto di una scelta che i le comunità religiose, delle asso- cittadini devono compiere nella ciazioni e delle istituzioni ecclesia- società, soprattutto in una società li nel campo della spiritualità, dei culturalmente pluralista in rapporrapporti interpersonali, della po- to al fatto religioso. Lo Stato è vertà e dell’emarginazione, dell’at- laico, ma la società non lo è. Cristiani in dialogo La Pontificia Università Lateranense a Belgrado Cooperazione accademica Rinnovare la convenzione tra la facoltà ortodossa di teologia dell’università di Belgrado e la Pontificia Università Lateranense: questo lo scopo principale della visita ufficiale che ha visto il rettore, il vescovo Enrico dal Covolo, e il vice-decano della facoltà di Sacra teologia, Lubomir Zak nella città serba, accolti dal nunzio apostolico, l’arcivescovo Orlando Antonini. L’occasione per il rinnovamento della convenzione, firmata ad Assisi il 29 giugno 2004, è stata fornita dal convegno internazionale su «La Chiesa nell’età del Santo Imperatore Costantino il Grande», promossa dall’università di Belgrado. La conservazione delle vetrate storiche al centro del terzo convegno internazionale delle cattedrali europee a Pisa Custodi della luce e dei colori Una vetrata della chiesa di Saint-Denis Il 30 maggio si riuniscono a Pisa, nell’auditorium Toniolo, i rappresentanti di alcune delle più importanti cattedrali europee. È la terza edizione del convegno internazionale organizzato dall’O pera della Primaziale Pisana per garantire un confronto tra le esperienze più significative di tutela e conservazione dei grandi complessi monumentali d’Europa. L’incontro di quest’anno è dedicato alla «Conservazione delle vetrate storiche». A partire dalla costruzione di Saint-Denis in Francia, spiega Pierfrancesco Pacini, presidente dell’Opera della Primaziale Pisana, «la catechesi nelle cattedrali gotiche oltre alla predicazione, venne affidata all’apparato scultoreo e, soprattutto, all’arte della vetrata istoriata. Le vetrate divennero quindi uno strumento ideale per la pastorale, per trasmettere ai fedeli i temi principali della rivelazione cristiana e dei suoi principi attraverso il fascino dell’illuminazione e dei colori, divenendo dunque una vera e propria Biblia pauperum. L’arte vetraria si sviluppò così nei secoli successivi fino ai magnifici trionfi di Chartres e di Notre-Dame, e, diffondendosi lungo il Reno attraverso la Germania e la Svizzera, giunse anche in Italia nel XIII secolo». Nel corso della giornata di studi si avrà l’opportunità di ascoltare come il tema della conservazione delle vetrate viene affrontato in vari Paesi europei attraverso le esperienze di sette grandi complessi monumentali: in Italia, la cattedrale di Siena e la basilica di Assisi, dove si sta per concludere l’imponente restauro della quadrifora della Cappella della Maddalena; in Francia, le cattedrali di Strasburgo e di Chartes; in Gran Bretagna, la cattedrale di York Minster e, infine, in Germania, le cattedrali di Colonia e di Herfurt. A queste si aggiungono interventi dell’Associazione europea dei capi delle maestranze, del Corpus vitrearum medii aevi, e dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma. L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 30 maggio 2013 pagina 5 Messa del Papa a Santa Marta La fede della Chiesa nel Corpo e nel Sangue di Cristo Il trionfalismo dei cristiani Non solo un simbolo Il trionfalismo che appartiene ai cristiani è quello che passa attraverso il fallimento umano, il fallimento della croce. Lasciarsi tentare da altri trionfalismi, da trionfalismi mondani, significa cedere alla tentazione di concepire un «cristianesimo senza croce», un «cristianesimo a metà». È stata l’umiltà il centro della riflessione di Papa Francesco durante la messa celebrata questa mattina, mercoledì 29 maggio, nella cappella della Domus Sanctae Marthae. Nel vangelo di oggi (Marco, 10, 32-45) è descritto il cammino verso Gerusalemme di Gesù, seguito dai discepoli. «Erano sulla strada che saliva a Gerusalemme — ha spiegato il Papa — e Gesù camminava davanti. Deciso. Possiamo anche pensare, in fretta». Soffermandosi sui sentimenti che si agitavano in quel momento nel cuore dei discepoli «sgomenti» e «impauriti», il Santo Padre ha voluto mettere in evidenza il comportamento del Signore che svela loro la verità: «Ecco noi saliamo a Gerusalemme, il Figlio dell’Uomo sarà consegnato» ai capi dei sacer- Il cardinale Ricard a San Pietro Festa dei francesi di Roma per santa Petronilla «Noi viviamo oggi in un’epoca, in cui un certo numero di nostri contemporanei dubita che la fedeltà sia possibile. In un universo relativista, si può restare per lunghi anni fedeli, a una persona nella coppia, a una causa, a delle idee?». Con queste parole il cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux, ha iniziato l’omelia durante la messa per la Francia celebrata stamattina, mercoledì 29 maggio, nella festa di santa Petronilla, all’altare a lei dedicato nella basilica di San Pietro. Nel momento in cui alcuni pensano che la fedeltà interferisca con la libertà, il porporato ha affermato che la fedeltà «è possibile», perché «è un dono di Dio». Si tratta, infatti, di «un’opera creatrice», la quale «lungi dall’essere una nostalgia paralizzante che ci renderebbe prigionieri del passato», vive nel presente e ci fa rivolgere verso l’avvenire. Con il cardinale hanno concelebrato l’arcivescovo Brugùes, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, e il vescovo Laffitte, segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, con la comunità dei preti francesi che svolgono il loro servizio a Roma. Tra i presenti, l’ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, Bruno Joubert, con numerosi diplomatici. doti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà. Gesù «dice la verità» e mostra loro il cammino che finisce «al terzo giorno». Nonostante le parole di Cristo, i discepoli pensano che sia meglio fermarsi. E nello stesso tempo, ha fatto notare il Pontefice, cominciano a discutere tra loro «come sistemare la Chiesa». Anzi Giacomo e Giovanni «sono andati da Gesù a chiedergli l’ufficio di capo del governo». Ma anche gli altri «discutevano e si domandavano chi tra loro fosse il più importante» in quella Chiesa che volevano sistemare. Cristo, ha osservato il Papa, era davanti al compiersi della sua missione, mentre i suoi discepoli si erano fermati a discutere su «un altro progetto, un altro punto di vista della Chiesa». In questo modo essi subivano la stessa tentazione di Gesù nel deserto, «quando il diavolo era andato per proporgli un altro cammino» e lo aveva sfidato a compiere «un miracolo — ha ricordato ancora il Pontefice — qualcosa che tutti chiedevano». Come gettarsi dal tempio e salvarsi, in modo tale che tutti potessero vedere il miracolo e redimersi. Gesù, ha aggiunto, subì la stessa tentazione da parte di Pietro. Quando parlò della croce, ha ricordato il vescovo di Roma, l’apostolo, che pure lo aveva riconosciuto come il Figlio di Dio, lo implorò di rinunciare. «E Gesù gli disse: satana! E rinunciò alla tentazione». Oggi, ha sottolineato il Pontefice, il pericolo è quello di soccombere alla «tentazione di un cristianesimo senza croce. Un cristianesimo a me- tà cammino. Questa è una tentazione». Ma ce n’è un’altra, ha aggiunto il Pontefice, «quella di un cristianesimo con la croce senza Gesù» della quale, come ha detto, forse parlerà in un’altra occasione. E riprendendo il tema dell’omelia, il Papa ha spiegato che si tratta della tentazione del trionfalismo. «Noi vogliamo il trionfo adesso — ha detto — senza andare sulla croce. Un trionfo mondano, un trionfo ragionevole». Per fare un esempio ha citato l’episodio evangelico delle tentazioni di Cristo: «tu mi adori e io ti do tutto». E «questo — ha fatto notare il Papa — purché non arrivasse a fare quello che il Padre voleva che Gesù facesse». «Il trionfalismo nella Chiesa — ha proseguito il Papa — ferma la Chiesa. Il trionfalismo di noi cristiani ferma i cristiani. Una Chiesa trionfalista è una Chiesa a metà cammino». Una Chiesa che si accontentasse di essere «ben sistemata, con tutti gli uffici, tutto a posto, tutto bello, efficiente», ma che rinnegasse i martiri sarebbe «una Chiesa che soltanto pensa ai trionfi, ai successi; che non ha quella regola di Gesù: la regola del trionfo tramite il fallimento. Il fallimento umano, il fallimento della croce. E questa è una tentazione che tutti noi abbiamo». E in proposito il Papa ha ricordato un episodio della sua vita: «Una volta, ero in un momento buio della mia vita spirituale, e chiedevo una grazia dal Signore. Sono andato a predicare gli esercizi dalle suore e l’ultimo giorno si sono confessate. È venuta a confessarsi una suora anziana, più di ottant’anni, ma con gli occhi chiari, proprio luminosi. Era una donna di Dio. Poi alla fine l’ho vista tanto donna di Dio che le ho detto: “Suora, come penitenza preghi per me, perché ho bisogno di una grazia, eh? Se lei la chiede al Signore, me la darà sicuro”. Lei si è fermata un attimo, come se pregasse, e mi ha detto questo: “Sicuro che il Signore le darà la grazia ma, non si sbagli: con il suo modo divino”. Questo mi ha fatto tanto bene: sentire che il Signore ci dà sempre quello che chiediamo ma lo fa con il suo modo divino». Questo modo, ha spiegato il Papa, «coinvolge la croce. Non per masochismo, no no: per amore, per amore fino alla fine». Concludendo l’omelia il Santo Padre ha invitato tutti a chiedere al Signore «la grazia di non essere una Chiesa a metà cammino, una Chiesa trionfalista, dei grandi successi». «Se la Chiesa è umile — ha detto — cammina con decisione come Gesù, va avanti, avanti, avanti!». Con il Santo Padre hanno concelebrato i monsignori Valério Breda, vescovo di Penedo, in Brasile, e José Manuel Garcia Cordero, vescovo di Bragança-Miranda, in Portogallo. Alla messa hanno partecipato, tra gli altri, i dipendenti del servizio laboratori e impianti del Governatorato, don Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro Televisivo Vaticano, e monsignor Francesco Ceriotti, per decenni impegnato nell’ambito della comunicazione della Conferenza episcopale italiana, che proprio oggi festeggia il settantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Inizio della missione del nunzio apostolico in Australia Il 1° marzo scorso, monsignor Paul Richard Gallagher, arcivescovo titolare di Hodelm, è arrivato all’aeroporto internazionale di Canberra, dove è stato ricevuto dal vescovo Max Leroy Davis, ordinario militare per l’Australia, da monsignor John Woods, amministratore arcidiocesano di Canberra and Goulburn e da alcuni sacerdoti e religiosi locali, nonché dal consigliere di nunziatura, monsignor Luis Miguel Muñoz Cárdaba. La presentazione delle copie delle lettere credenziali ha avuto luogo il 13 marzo al ministero degli Affari esteri e del commercio, nelle mani della signora Sally Mansfield, capo del Protocollo. Dopo la cerimonia, il rappresentante pontificio è stato ricevuto dal signor Jeremy Newman, assistente principale del segretario per l’Europa dello stesso dicastero. Il 30 aprile si è svolta, alla State House, la solenne cerimonia di presentazione delle lettere credenziali a Sua Eccellenza la signora Quentin Bryce, governatore generale. Il nunzio è stato accolto dal capo del Protocollo, signora Mansfield, e dall’addetto militare del governatore generale. La signora Bryce ha manifestato il suo vivo interesse per l’elezione di Papa Francesco, ha espresso la sua convinzione che la Chiesa dovrebbe sempre rinnovare il suo impegno nel combattere la povertà e la violenza contro le donne. Da parte sua, il rappresentante pontificio ha ricordato l’udienza concessagli da Benedetto XVI il 4 febbraio 2013, durante la quale egli aveva ricordato con gratitudine e affetto la propria visita in Australia in occasione della Giornata mondiale della gioventù di Sydney nel 2008. Circa l’elezione di Papa Francesco, il nunzio ha fatto riferimento ai primi gesti e parole del Papa come segno di speranza e di vicinanza. In precedenza, monsignor Denis Hart, arcivescovo di Melbourne, e monsignor Philip Wilson, Arcivescovo di Adelaide, rispettivamente presidente e vice-presidente della Conferenza episcopale australiana, avevano voluto recarsi appositamente a Canberra per riunirsi con il nuovo rappresentante pontificio. Durante il cordiale incontro i due presuli, a nome di tutti i vescovi, hanno dato il benvenuto al nuovo nunzio, rinnovando il proprio impegno a collaborare sempre più strettamente con la nunziatura per il bene della Chiesa in Australia. Il 3 maggio, è stata inaugurata a Sydney l’assemblea plenaria semestrale della Conferenza episcopale australiana, durante la quale il nuovo nunzio apostolico ha avuto modo di pronunciare un discorso e presentare a monsignor Hart la lettera commendatizia del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. Nel fine settimana in Francia il primo congresso nazionale degli istituti C’è bisogno della scuola cattolica PARIGI, 29. Novemila istituti, centotrentaquattromila insegnanti, più di due milioni di studenti: Enseignement catholique, l’organizzazione che in Francia raggruppa la stragrande maggioranza delle scuole private sotto contratto d’associazione con lo Stato, terrà nel fine settimana (1° e 2 giugno) il suo primo congresso nazionale. «Abbiamo bisogno della scuola cattolica?» la domanda che dà il titolo all’incontro che avrà luogo al Parc floral di Vincennes, alle porte di Parigi. Una domanda — spiegano gli organizzatori — che si inquadra e si chiarisce nell’attualità e nella storia: essa «conduce a una volontà di dialogo, la più ampia possibile, tanto con i differenti attori delle comunità educative che con la società nella diversità delle sue componenti», per trovare, lungo il cammino di riflessione intrapreso, risposte adeguate a tanti interrogativi. Il congresso è stato preceduto da un lungo lavoro preparatorio effettuato nelle diocesi dal quale sono emersi sei temi che verranno approfonditi nell’assemblea di Vincennes: concentrarsi sulla diversità sociale; contribuire alla nuova evangelizzazione; avere successo nell’inserimento professionale; promuovere l’impegno civico; partecipare all’animazione dei territori; sviluppare la creatività pedagogica. A Nantes, per esempio, nei mesi scorsi, su invito della direzione diocesana, si sono radunati in assemblea i capi istituto delle scuole di primo e secondo grado. La principale richiesta è stata quella di costruire una scuola più rivolta verso l’esterno, una scuola dalla condivisione più spiccata: da qui la volontà di sviluppare progetti educativi innovativi e di riunire su questi temi consigli di classe e di istituto coinvolgendo rappresentanti comunali e reti associative. Dai presidi anche la proposta di sperimentare mescolanze di livelli, di studiare progetti pastorali che vadano incontro alle attese delle famiglie e orari scolastici appropriati. Hanno inoltre insistito sull’utilità di aumen- tare i contributi statali. Le risorse pubbliche sono cresciute del 2,1 per cento dal 2010 al 2011 ma tale aumento — osserva Enseignement catholique — non copre le spese legate al contratto che dovrebbero essere prese in carico dallo Stato. Contemporaneamente, dal 2010 al 2011 sono salite del 6,9 per cento le spese sostenute dalle famiglie relativamente all’iscrizione, alla mensa e all’alloggio. Anche dalla diocesi di Angers è venuta la richiesta di un maggiore inserimento della scuola cattolica nell’ambiente locale, in particolar modo nella vita associativa e socioeconomica del territorio. Per Enseignement catholique è momento di grandi novità e cambiamenti. Il 18 aprile scorso i vescovi francesi riuniti in assemblea plenaria hanno approvato il nuovo statuto dell’insegnamento cattolico e nominato Pascal Balmand segretario generale dell’organizzazione. Dal 1° settembre prenderà il posto di Eric de Labarre che ha guidato Enseignement catholique negli ultimi sei anni. Il nuovo statuto, che sarà pubblicato il 1° giugno, tiene conto delle esperienze e dei cambiamenti di Chiesa e società: garantirà «un miglior riconoscimento del contributo di docenti, educatori, presidi, genitori, allievi, volontari, all’opera e all’istituzione educativa cattolica», e affronterà la diversità delle situazioni locali proponendo «soluzioni pragmatiche e modulabili». La scuola cattolica — spiega de Labarre — è innanzitutto «uno stato d’animo condiviso» ma questo senso di appartenenza trova realizzazione solo nel servizio reso ai giovani, alle famiglie, alla società, poiché, aggiunge citando il padre gesuita Pierre Ceyrac, «tutto ciò che non è dato è perso». Ma la sfida principale per l’insegnamento cattolico, mentre il Parlamento sta esaminando il disegno di legge di riforma della scuola, è oggi quella di ribadire la sua importanza, la sua necessità, nel panorama educativo francese. di INOS BIFFI Ogni messa è la festa del Corpo e del Sangue del Signore; ne è la presenza reale e necessaria, poiché la Chiesa non può fare a meno del Corpo di Cristo, ossia della sua passione e dell’amore che in quel Corpo ritrova e assume. Oggi viene esaltata soprattutto la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia: la solennità è nata per proclamarla e farne oggetto di adorazione, quando sorse il rischio che nella coscienza cristiana tale presenza si obnubilasse. La vigilia della sua passione Gesù non ha lasciato un semplice simbolo di se stesso, o una sua memoria affidata solo al desiderio o all’intensità del loro affetto: egli ha lasciato la sua persona nella forma del suo sacrificio; ha consegnato la sua vita (il suo sangue) non trattenuta per sé, ma offerta per la liberazione dell’uomo. Il simbolo religioso, commemorativo, non è la novità cristiana: questa novità consiste nel fatto sorprendente che nel modo e nell’indicazione del segno del pane e del vino e quindi di una convivialità umana, Cristo ha dato se stesso; così, il segno eucaristico non è indice di lontananza, rimando a un’assenza, ma tramite di vera presenza. Del resto con il Signore Gesù i simboli non contano più; alla loro ombra si è sostituita la Sua verità; alla loro attesa la Sua venuta, nell’Eucaristia Gesù ha reso disponibile se stesso, poiché l’uomo non ha bisogno di altri che di lui e dello Spirito che viene da lui. Professare la presenza di Gesù nell’Eucaristia, nella verità del suo Corpo e del suo Sangue, vuol dire riconoscere che da lui viene la nostra salvezza: dalla comunione personale e insostituibile che con lui si stabilisce. Il segno eucaristico è il convito: Gesù offre il suo Corpo e il suo Sangue perché siano cibo e bevanda dei suoi discepoli, creando una condivisione di vita e di destino. La teologia e la poesia cristiana lo proclamano dal tempo della festa del Corpus Domini: «O sacro convito, dove Cristo è ricevuto come cibo». Non è certamente la Chiesa con la sua fede a trasformare il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo: nella fede della Chiesa agisce la volontà e la forza di Gesù Cristo, mediante il dono dello Spirito. Noi non possiamo disporre del Corpo del Signore: soltanto lo possiamo ricevere come dono, che viene dall’intervento di Gesù Cristo che trasforma il pane e il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue. Come per virtù dello Spirito Santo Gesù è stato concepito nel grembo di Maria, così per lo stesso Spirito è presente nella Chiesa — nel sacramento dell’Eucaristia — il Corpo del Signore. Cristo stesso, con il suo Spirito, è l’autore della “transustanziazione”, di quella trasformazione, per cui tutta l’identità del pane e del vino è mutata nell’identità del Corpo e del Sangue del Signore, permanendo unicamente l’apparenza o meglio il segno. Come spiega sant’Ambrogio: «Quando si viene a compiere il venerabile sacramento, il sacerdote usa le parole di Cristo. È dunque la parola di Cristo a compiere questo sacramento. Il pane, prima di essere consacrato, è pane; quando sono pronunziate le parole di Cristo, è corpo di Cristo; prima delle parole di Cristo il calice è un calice pieno di vino e di acqua; quando le parole di Cristo hanno operato, nel calice si forma il sangue che ha redento il popolo. La parola di Cristo ha il potere di trasformare tutte le cose» (De sacramentis, IV, 4, 14; 5, 23). Il ministero sacerdotale è un servizio alla signoria di Gesù. Per parte loro, le nuove preghiere di consacrazione hanno perspicuamente messo in luce l’azione transustanziante dello Spirito: «Manda il tuo Spirito — prega il celebrante — a santificare i doni che ti offriamo, perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore, che ci ha comandato di celebrare questi misteri». Ancora sant’Ambrogio esclamerà: «Da te il nostro ministero riceve il valore di sacramento. Non è della potenza umana comunicare i beni divini, ma è dono tuo, o Signore» (cfr. De Spiritu Sancto, 1, Prol., 17). Ossia: sei tu a conferire ai nostri gesti esteriori un intimo valore sacramentale, efficace di grazia. E questa è la ragione profonda dell’umiltà del servizio sacerdotale. Da secoli la Chiesa, per indicare la mutazione eucaristica, usa il termine “transustanziazione”; se la sua origine è filosofica, esso è ritenuto dalla Chiesa termine prezioso e particolarmente adatto per dire che il pane e il vino non ricevono nell’Eucaristia soltanto un significato e una finalità nuova, ma sono radicalmente trasformati, per coincidere «veramente, realmente, sostanzialmente» (come dice il concilio di Trento, Decretum de Sanctissimo Eucharistiae Sacramento, can. 1; Denz. 1651) col Corpo e col Sangue del Signore. Se c’è un tempo in cui ci appare soprattutto necessaria la conservazione di questo linguaggio è il nostro, segnato dalla tentazione di una pura simbolicità eucaristica. Anche dopo la celebrazione Cristo rimane presente nell’Eucaristia con il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua persona; per questo continua il suo culto di adorazione da parte della Chiesa: il culto che la festa del Corpo e del Sangue del Signore intende specialmente esaltare. L’Eucaristia nel tabernacolo è come lo spazio della presenza del Signore nella nostra storia. Il sacramento non distanzia e non separa, ma inclina e dispone all’incontro, in prosieguo con la comunione. La centralità della messa non deve mettere in ombra quella Presenza eucaristica fuori di essa, che così felicemente e intensamente suscita la preghiera come relazione viva con la persona di Cristo, “abitualmente” incontrabile nel segno della sua stabile dimora sacramentale con la sua Chiesa. L’adorazione eucaristica è stata uno dei più forti stimoli alla diffusione e all’approfondimento dello spirito di orazione. Sarebbe un deplorevole impoverimento se dovesse declinare per una male intesa riforma liturgica. E va detto al riguardo che l’aver talora rarefatto e immiserito, se non contestato, i segni della presenza reale di Cristo nell’Eucaristia non è stata una pastorale avveduta, se pur addirittura un occultarsi dei segni non sia stato in qualche caso persino l’indice di un affievolirsi della fede nella stessa Presenza reale. «O Gesù che ora cerco di contemplare velato nel segno — pregava appassionatamente il teologo dell’Eucaristia, san Tommaso — appaga il mio bruciante desiderio di poter un giorno ammirare il tuo volto e di essere beato nella visione della tua gloria» (Adoro te, devote): l’adorazione eucaristica sollecita e nutre il desiderio di un incontro con Cristo, oltre la fede, in un appuntamento e in un incontro faccia a faccia, che duri per l’eternità. Celebrazione per gli spagnoli nella basilica liberiana L’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede comunica che domenica 2 giugno, alle ore 10, in occasione della festività di san Ferdinando, si celebrerà nella basilica papale di Santa Maria Maggiore la tradizionale messa per le intenzioni del re di Spagna e il popolo spagnolo. L’atto sarà presieduto dal cardinale arciprete Santos Abril y Castelló. Lutto nell’episcopato Monsignor Silvério Jarbas Paulo de Albuquerque, vescovo emerito di Feira de Santana, in Brasile, è morto nelle primissime ore di martedì 28 maggio, a novantasei anni, in un ospedale locale. Il compianto presule era nato a Olinda l’11 marzo 1917 e aveva emesso la professione religiosa nei frati minori nel 1937. Ordinato sacerdote francescano il 30 maggio 1942, era stato eletto alla sede residenziale di Caetité il 17 marzo 1970 e aveva ricevuto l’ordinazione il successivo 10 maggio. Il 18 gennaio 1973 era stato trasferito alla diocesi di Feira de Santana, elevata a sede metropolitana nel 2002. Aveva rinunciato al governo pastorale il 22 febbraio 1995. Le esequie sono state celebrate alle 15 di martedì 29 maggio nella cattedrale Senhora Sant’Ana dove è stato sepolto. L’OSSERVATORE ROMANO pagina 6 giovedì 30 maggio 2013 Gruppi di fedeli all’udienza generale All’udienza generale di mercoledì 29 maggio, in piazza San Pietro, erano presenti i seguenti gruppi: Da diversi Paesi: Partecipanti al Meeting internazionale promosso dalla Fondazione «Comunità di Gesù»; Carmelitani di Sant’Elia. Dall’Italia: Pellegrinaggio della Diocesi di Vallo della Lucania, con il Vescovo Ciro Miniero; Pellegrinaggio della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, con il Vescovo Luigi Martella; Pellegrinaggio dall’Arcidiocesi de L’Aquila, con l’Arcivescovo Giuseppe Molinari e l’Ausiliare Giovanni D’Ercole; Partecipanti al Corso promosso dalla Caritas Italiana, con il Vescovo Giuseppe Merisi; Seminaristi del Seminario Arcivescovile di Napoli, e Studenti della Pontificia Facoltà dell’Italia meridionale; Giuseppini del Murialdo; Diaconi dell’Arcidiocesi di Milano; Suore Apostole del Sacro Cuore; Piccole Sorelle dell’Agnello; Figlie di Maria Ausiliatrice; Povere Figlie di Maria Santissima Incoronata. Gruppi di fedeli dalle Parrocchie: Parrocchia San Francesco, in Giano dell’Umbria; Parrocchia Santissimo Nome di Gesù, in Calcata; San Zenone, in Borsea di Rovigo; Sant’Apollinare, in Sant’Apollinare di Rovigo; Sant’Anna, in Chioggia; San Biagio, in Callalta di Treviso; Santa Margherita, in Vigonza; Santa Maria Assunta, in Montagnana; Santa Maria Maddalena, in Verona; Santa Maria e San Zenone, in Zugliano; Santa Maria Nascente, in Coccaglio; San Lorenzo, in Ghisalba; San Bernardo, in Bollate; San Giovanni Battista, in Busto Arsizio; San Vittore, in Villa Cortese; Cristo Re, in Mantegazza-Rogorotto; Santi Vito Modesto e Crescenzia, in Torino; San Vincenzo e Santa Rita, in Rodano; Santi Martino e Siro, in San Salvatore Monferrato; San Siro, in Struppa; Sant’Antonio Abate, in Diano Marina; Santa Croce, in Riccò del Golfo Cristo Re, in Imperia; San Francesco, in Sarzana; Sacro Cuore di Gesù e San Giovanni Battista, in Castel Guelfo di Bologna; San Pietro, in Castello d’Argile; San Giacomo, in Cesenatico; San Dionigi, in Premana; San Pietro, in Cento; Santi Biagio e Simeone; Santi Pietro e Paolo, in Montescudo; San Giovanni Battista, in Pieve Fosciana; Sant’Apollinare, in Barbaricina; San Pietro, in San Piero a Grado; San Luca alle Querce, in Prato; Santa Teresa del Bambino Gesù, in Mastromarco di Lamporecchio; San Domenichino, in Massa; San Michele, in Fornoli; San Giovanni Evangelista, in Ponsacco; Sant’Antonio a Bellariva, in Firenze; San Michele a Ronta, in Borgo San Lorenzo; Santa Croce, in Vinci; Santo Stefano, in Lamporecchio; Santa Maria all’Ambrogiana e San Giovanni Evangelista, in Firenze; San Martino, in Apecchio; Santi Giovanni Battista e Nicolò, in Montegiorgio; San Marone, in Civitanova Marche; San Flaviano, in Recanati; San Biagio, in Vacri; Santi Pietro e Andrea, in Notaresco; San Donato, in Castiglione Messer Raimondo; San Giovanni Battista, in Civitatomassa di Scoppito; Santa Maria di Capodacqua, in Ortucchio; San Giorgio, in Pereto; Santa Maria, in Morra; Sant’Eutizio, in Preci; Santa Maria delle Grazie, in Palazzo di Assisi; San Lorenzo, in Volterrano; Sacro Cuore Eucaristico di Gesù, in Terni; Cuore Immacolato di Maria e San Lorenzo, in Civita Castellana; Sant’Antonio di Padova, in Tre Croci; San Donato, in Vetriolo; San Girolamo, in Castel Cellesi; Santa Maria Assunta, in Canepina; Santa Maria Assunta, in Bassano Romano; Sant’Agapito e Maria Santissima Annunziata, in Villa Fontane di Valentano; San Liborio, in Civitavecchia; Santa Maria Maddalena, in Colli sul Velino; San Michele, in Rivodutri; Santa Rufina, in Cittaducale; Santissimo Salvatore, in Selci Sabino; San Giuseppe all’Aurelio, San Bartolomeo, Sant’Alfonso Maria de’ † Il Cardinale Edwin F. O’Brien, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il Governatore Generale e i Membri del Gran Magistero profondamente addolorati per la scomparsa del Luogotenente Generale d’O nore S.E. Conte PETER WOLFF-METTERNICH ZUR GRACHT nel ricordarne lo spirito di dedizione e l’assiduo impegno per l’Ordine e la Terra Santa, esprimono il loro cordoglio unendosi alla preghiera della famiglia e invocando il Padre affinché lo accolga nella Casa Celeste. Liguori, in Roma; Nome Santissimo della Beata Vergine Maria, in Fontana di Papa - Ariccia; Madonna della Fiducia, in San Cesareo; Sant’Anna, in Nettuno; Sacratissimo Cuore di Gesù, in Frosinone; San Bonifacio, in Pomezia; San Pietro, in Castelmassimo di Veroli; Santa Maria Imperatrice, in Anagni; San Paolo della Croce, in Badia di Ceccano; Santi Giovanni Battista ed Evangelista, in Casalvieri; Santa Maria Assunta, in Atina; Madonna di Fatima, in Molella di Sabaudia; Santa Maria Goretti, in Latina; San Giovanni Battista, Santi Cosma e Damiano, in Castelforte; Sant’Andrea, in Trivio di Formia; San Carlo Borromeo, in Gaeta; Sant’Antonio di Padova, in Santa Croce di Magliano; Gesù Crocifisso, in Termoli; Purificazione della Beata Vergine Maria, Sant’Andrea, in Candela; Beata Vergine Maria Addolorata, in Orta Nova; San Michele Arcangelo, in Monte Sant’Angelo; Santi Guglielmo e Pellegrino, in Foggia; San Giovanni Battista, in Foggia; San Trifone, in Cerignola; Santa Maria delle Grazie, in Sannicandro Garganico; Santissimo Crocifisso, in Cerignola; San Giacomo Maggiore, in Barletta; Santissima Trinità, in Barletta; San Lorenzo, in Bisceglie; Maria Santissima Addolorata, in Margherita di Savoia; San Silvestro, in Bisceglie; San Giuseppe Artigiano, in Andria; Santa Maria Assunta, in Cassano delle Murge; San Domenico, in Rutigliano; Santi Medici Cosma e Damiano, in Polignano a Mare; Santa Teresa, in Canosa di Puglia; Maria L’Aquila, Verona, Rodano, Borgo Piave di Latina, Pieve Fosciana, Rutigliano, Rezzato, Virle Treponti, Meduna, Acquanegra sul Chiese, Fermo; Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale; Caritas della Diocesi di Rieti; Cenacolo di preghiera per i sacerdoti e le vocazioni, di Verona; Comunità «Gesù», di Campobasso: Accademia culturale europea; Confraternita Santa Maria delle Grazie, in Marcianise; Confraternita della Beata Vergine Assunta, in Morbegno; Congrega dell’Immacolata e del glorioso San Rocco, di Palmi; Congrega Sant’Anna, di Lacco Ameno d’Ischia; Pia Unione primaria di Santa Rita da Cascia, di Avellino; Confraternite della Misericordia, di Pieve a Nievole, Isola di Capo Rizzuto; Istituto per Ispettori della Polizia di Stato, di Nettuno; Polizia Penitenziaria, di Bellizzi Irpino; Polizia Penitenziaria, di Foggia; Polizia di Stato della Questura di Lucca; Vigili del Fuoco, di Teramo; Comando Regionale della Guardia di Finanza dalla Calabria; Associazione nazionale Carabinieri di Foggia, Avetrana, Viterbo, Capua, Pescara; Associazione Ufficiali in congedo di Ascoli Piceno; Associazione nazionale Polizia di Stato, di Benevento; Associazione nazionale Marinai d’Italia, di Avellino; Associazione Arma Aeronautica, di Bitonto; Associazione di volontariato per diversamente abili, di San Giorgio a Cremano; Associazione Adel, di Marigliano; Associazione San Nicola, di Carbonara di Bari; Associazione Ali verdi, di Rutigliano; Asso- riana pellegrinaggi, di Salerno; Gruppo Scout, di Guidonia; gruppo giovanile di Sant’Angelo Romano; Banca Suasa, di San Michele al Fiume; Gruppo dell’Unitalsi, di Castellaneta, Mantova, Camerino, San Severino Marche, Teramo; Gruppo Avis, di Isola d’Asti; Gruppo ArcaEnel, dalla Toscana e da Napoli; Gruppo della Federazione italiana pallavolo; Gruppo sportivo cicloturistico, da Verona; Polisportiva dilettantistica Olimpica Skaters, di Rovigo; Luparense calcio a cinque, di San Martino di Lupari; Scafatese calcio 1922; Gruppo Acli, di Milano; Delegazioni di vari Comuni della Provincia di Benevento; Ragazzi Sindaci della Provincia di Catania; Gruppo Assicurazioni Generali, di Roma; Scuola di ballo Star dance, di Chivasso; Scuola di ballo Antonello Band, di Fano; Circolo Tulliano, di Arpino; Università della terza età, di Bari; Fondazione Liberal-popolare Calabria, di Paola; Fondazione Istituto dramma popolare, di San Miniato; Fondazione Madonna del soccorso, di Fauglia; Gruppo Amici del Casentino; Coro polifonico Cantores Ecclesiae, di Napoli; Corale Ruah, di Ostia; Associazione filarmonica Giuseppe Verdi, di Reggello; Concerto bandistico Venagrande, di Ascoli Piceno; Gruppo del WWF del Lazio. Gruppi di studenti: Licei musicali di Salerno; Liceo Bethancourt, di Andria; Liceo Marone, di Avellino; Liceo Fermi, di Sulmona; Liceo Archita, di Taranto; Liceo Nevio, di Santa Maria Capua Vetere; Delegazione di intellettuali dalla Turchia, no; Scuola Rousseau, di Bari; Scuola De Corato, di Andria; Scuola Bimbi lieti, di Ercolano; Scuola San Tarcisio, di Ercolano; Scuola Birbe e marmocchi, di Villaricca; Scuola Cocchia, di Mercogliano; Scuola Giacosa, di Torino; Scuola dell’infanzia, di Lentini; Scuola Leopardi, di Napoli; Scuola San Vincenzo de’ Paoli, di Isola del Liri; Scuola Sacro Cuore, di Matera; Scuola Siciliani, di Cirò Marina; Scuola Giovanni XXIII, di Roma; Scuola Archimede, di Barletta; Scuola Cafiero, di Barletta; Scuola Sacri Cuori, di Roma; Scuola San Benedetto, di Barletta; Scuola San Giovanni, di Viterbo; Scuola San Lorenzo - Le rose, di Tavernuzze; Scuola elementare, di Lodi; Scuola Tittarelli, di Gualdo Tadino; Asilo Il mondo di Winnie, di Andria. Gruppi di fedeli da Putignano, Casaleone, Roseto degli Abruzzi, Trevignano, Napoli, Genova, Castellalto, Città di Castello, Tradate, Piedimonte Matese, Policoro, Oreno di Vimercate, Cerignola, Villa Minozzo, Chiaravalle, Ischia, San Bartolo a Cintoia, Salerno, Avola, Torre del Greco, Manfredonia, Taranto, Lido Adriano, Bagheria, Eboli, Portici, Teramo, San Benedetto del Tronto, Suvereto, Sant’Antonio Abate, Sant’Agata di Puglia, Montesilvano, Angri, Somma Vesuviana, Ceccano, Manduria, Chiavari, Bari, Benevento, Arezzo, Maddaloni, Avigliano, Polla, Monte di Procida, Fiesso d’Artico, San Giuseppe Vesuviano, Cantalupo nel Sannio, Vecchiazzano, Amantea, Pompei, Monteprandone, Acri, Antrodoco, Acerra, Parete, Lido di Camaiore, Mezzolombardo, Bussolengo, La Spezia, San Martino in Pensilis Palagiano, Fabriano, Capranica, Castel San Giorgio, Lauria, Pollena Trocchia, Siderno, Negrar, Termoli. Coppie di sposi novelli. Gruppi di fedeli da: Slovacchia; Ungheria; Pellegrini di diverse Diocesi dell’Albania, con i rispettivi Vescovi; Pellegrini dal Kosovo, con il Vescovo di Prizren, Dode Gjergji; Pellegrinaggio dei Militari dall’Ucraina; Croazia. Santissima Assunta, in Canosa di Puglia; Santissimo Rosario di Pompei, in Altamura; San Michele, in San Michele Salentino; Tutti i Santi, in Mesagne; Sacro Cuore, in Statte; San Giuseppe Moscati, in Taranto; Santa Maria di Costantinopoli, in Taranto; San Giovanni Elemosiniere, in Morciano di Leuca; Santa Maria Madre della Chiesa, in Maddaloni; Santa Agnese, in San Felice a Cancello; San Paolino, in Santa Maria Capua Vetere; Sant’Alfonso, in Crisci; San Matteo, in Tredici; San Marco Evangelista, in San Marco dei Cavoti; Nostra Signora di Fatima, in San Giorgio La Molara; Santa Maria Assunta, San Giuseppe Operaio, in Sant’Agata de’ Goti; San Lorenzo, in San Lorenzo Maggiore; San Michele Arcangelo, in Arpaia; Sant’Erasmo, in Torrecuso; Madonna delle Grazie, in Avellino; San Nicola, in Piagine; San Pietro, in Ariano Irpino; San Michele Arcangelo, in Taurano; San Castrese, in Quarto; San Biagio, in Mugnano di Napoli; Sacro Cuore, in Pontecitra di Marigliano; Santa Maria a Pugliano, in Ercolano; Maria Santissima del Suffragio, in Acerra; Maria Santissima Annunziata, Santa Cristina e Santa Giuliana, in Bacoli; Santa Lucia a Mare, Santissima Annunziata a Fonseca, in Napoli; Maria Santissima del Carmine, Addolorata, in Secondigliano; Carmine del Petraro, in Pimonte; Santa Maria di Loreto, in Ercolano; San Marco, in Castellammare di Stabia; Maria Santissima Immacolata, in Pomigliano d’Arco; Immacolata Concezione, in Cercola; Santissimo Crocifisso e Santa Rita, in Napoli; San Giuseppe, in San Giuseppe Vesuviano; Sant’Antonio di Padova, in Pontecagnano; Santa Maria delle Grazie, in Giffoni Valle Piana; Santa Teresa del Bambino Gesù, in Battipaglia; San Giovanni Battista, in Rocca Piemonte; Santa Maria delle Grazie, in Eboli; Santi Pietro e Paolo, in Oppido Lucano; Maria Santissima Immacolata, in Venosa; Santa Maria Maggiore, in Pignola; Santa Maria Assunta, Sant’Antonio di Padova, in Nova Siri; Sacro Cuore di Gesù e Madonna di Loreto, in Cosenza; Santa Maria del Gamio e delle Armi, in Saracena; Maria Santissima dell’Assunta, in Rende; Santo Stefano, in Tortora; Santa Caterina, San Michele, in Motta San Giovanni; Maria Santissima Addolorata, San Gioacchino, in Palermo; Beato Giacinto Giordano Ansalone, in Raffadali; San Giuseppe, in Tortolì; Nostra Signora di Monserrato, in Girasole. Gruppi di fedeli dalle Parrocchie di Pimonte, Baschi, Potenza, ciazione Afis, di Latina; Associazione Isola felice, di Comunanza; Associazione Gulliver, di Pierantonio; Associazione europea familiari e vittime della strada; Associazione L’Isola, di Chiaravalle; Associazione Amami, di Napoli; Associazione pro emigranti, di Flùmeri; Associazione Maria Regina della pace, di Arzignano; Associazione Anteas, di Sant’Anna; Associazione sordi italiani, di Teramo; Associazione Il laboratorio, di Siena; Associazione Il senso della vita, di Nettuno; Associazione Fratres, di Brindisi; Associazione Afas, di Monte San Giovanni Campano; Associazione San Mattia, di Roma; Associazione Avulss, di Jesi; Associazione Tempo futuro, di Itri; Associazione Anffas, di Cento; Associazione Ciancio, di Catanzaro; Associazione Il pane quotidiano, di Nocelleto di Carinola; Associazione Andromeda, di Orvieto; Associazione Adiconsum, di Matera; Associazione San Vincenzo de’ Paoli, di Sessa Aurunca; Associazione Vicaria di Val di Lima, di Bagni di Lucca; Associazione nazionale volontari lotta contro i tumori; Associazione Trapiantati organi, dalla Puglia; Associazione Auser, di Molfetta, di Torre Annunziata, e Taranto; Associazione Terza età, di Lecce; Associazione La stanza accanto, di Firenze; Unione italiana ciechi, ipovedenti e accompagnatori, di Napoli, Salerno, Venezia-Mestre; Ente nazionale Sordi, di Sondrio; Gruppo Acli, di Lucca; Soci dei Lions Club, di Pisa; Centro di riabilitazione psicosociale, di Ceccano; Centro studi Campanella, di Vittoria; Centro Campano di riabilitazione neuromotoria, di Mondragone; Centro sociale anziani di Marcellina, di Rocca Priora, di Magliano Sabina; International Police Association, dell’Aquila; Università degli studi, di Salerno; Movimento per la tutela e la salvaguardia degli ulivi secolari di Puglia; Cooperativa La locanda di Arianna, di Scafati; Gruppo Federcasalinghe, di Brusciano, e di Salerno; Gruppo Confacit; Gruppo Club delle Mamme, di Canicattì; Casa Ariete, di Ruffano; Casa Carità Madre Speranza, di Forlì; Lega navale Italia, di Manfredonia; Amici della musica Rotundo, di Casorate Primo; Gruppo «Premio San Donnico d’O ro», di Fidenza; Gruppo Fraternitas, di Avellino; Casa di riposo «Incontri», di Gambassi Terme; Oratorio Anspi, di Galliano Mugello; Operatori Sanitari degli Ospedali di Salerno, Gallipoli, Napoli, Battipaglia, Fermo, San Giovanni Rotondo; Croce Rossa, di Lanciano e di Castrovillari; Croce Blu, di Mirandola; Oasi ma- ospiti dell’Istituto Tevere di Roma; Istituto delle Suore dell’Immacolata, di Genova; Istituto Corso Dante, di Casal di Principe; Istituto Bosco-Lucarelli, di Benevento; Istituto Magarotto, di Roma; Istituto Cesario, di Aversa; Istituto Giovanni Paolo II De Marinis, di Carbonara; Istituto Petrocchi, di Palombara Sabina; Istituto Mattei, di Rosignano Solvay Livorno; Istituto Castorani, di Giulianova; Istituto comprensivo, di Gonnesa; Istituto Volta, di Latina; Istituto Pietro da Eboli, di Eboli; Istituto Maria Ausiliatrice, di Soverato; Istituto Cor Jesu, di Roma; Istituto 25 Aprile, di Cuorgnè; Istituto Rossello, di Roma; Istituto Ovidio, di Roma; Istituto Leonardo Da Vinci, di Monteiasi; Istituto Ferrari, di Castellammare di Stabia; Istituto Leonardo da Vinci, di Sessa Aurunca; Istituto Livatino, di San Marco dei Cavoti; Istituto Europa unita, di Afragola; Istituto VaccinaCotugno, di Canosa di Puglia; Istituto Via Palombini, di Roma; Istituto Avogadro, di Abbadia San Salvatore; Istituto Europa - Dalla Chiesa, di Roma; Istituto de La Salle, di Benevento; Istituto Don Orione, di Pescara; Istituto Telesia, di Solopaca; Istituto Rossello, di Roma; Istituto Immacolata, di Bergamo; Scuola Boccea 590, di Pantan Monastero e Castel di Guido; Scuola Villa Nazareth, di San Cipriano d’Aversa; Scuola Carrieri, di Taranto; Scuola Nel paese delle meraviglie, di Avelli- I polacchi: Ogólnopolska Pielgrzymka Osób Niewidomych i Niedowidzących; dzieci pierwszokomunijne z rodzinami z parafii św. Mikołaja z Bari w Ostii we Włoszech; pielgrzymi z parafii: Matki Bożej Szkaplerznej z Dąbrowy Tarnowskiej; Duszpasterstwo Polaków z Londynu w Anglii; szkoła podstawowa, gimnazjum i liceum Stowarzyszenia Przyjaciół Szkół Katolickich z Łodzi; I Liceum Ogólnokształcące z Limanowej; Gimnazjum nr 1 z Wolbromia; nauczyciele z Zespołu Szkół nr 4 ze Szczecina; pracownicy Zakładów Farmaceutycznych Polpharma ze Starogardu Gdańskiego i oddziału Nestle w Kaliszu; grupa turystyczna z Bielska-Białej; pielgrzymi indywidualni. De France: Pèlerinage du diocèse de Chartres, avec S.Exc. Mgr Michel Pansard; groupe de pèlerins du diocèse de Saint-Brieuc; groupe de la paroisse de Chauffailles; groupe de l’Ecole Jeunesse Lumière, de Vabre; Collège épiscopal Saint-André, de Colmar. From Ireland: Pilgrims from Holy Family parish, Waterford; Students and staff from Coláiste Íosagáin, Booterstown, Dublin. From Norway: Students and staff from St Sunniva Catholic School, O slo. From Sweden: Students and staff from Saint Erik’s Catholic School, Stockholm. From Canada: Students and professors from the University of New Brunswick. From the United States of America: Pilgrims from: Archdiocese of Miami, Florida; Archdiocese of New Orleans, Louisiana; Diocese of Sioux Falls, South Dakota; Pilgrims from the following parishes: Blessed Sacrament, Scottsdale, Arizona; Cathedral of Christ the King, Lexington, Kentucky; St Paul, Jacksonville, Florida; Divine Mercy, Beaver Falls, Pennsylvania; St Philomena, Beaver falls, Pennsylvania; St Juan Diego, Pasadena, Texas; Bolton High School Chamber Choir, Tennessee; Seminarians and faculty from Sacred Heart Seminary, Detroit, Michigan; Students and faculty from: Catholic University of America, Washington, D C; Loyola University, Chicago, Illinois, Rome Campus; John Carroll University, Cleveland Heights, Ohio; University of Dayton, Ohio; Augustana College, Rock Island, Illinois; Regis College, Weston, Massachusetts; St Norbert College, De Pere, Wisconsin. Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden Mariä Hilf, Bamberg; St. Johannes der Täufer, Eichstätt; St. Martin, Gundelfingen; Hl. Herz Jesu, Haus im Wald/Grafenau; St. Konrad, Landshut; St. Stephanus, Leiwen; St. Nikolaus, Mannheim; St. Bernhard, München; St. Johannes Baptist, München; St. Georg, Oberappersdorf; St. Michael, Poppenricht; St. Alexander, Wallenhorst; St. Albanus, Weyersfeld; St. Marien, Zahna; Pilgergruppe aus dem Bistum Passau; Pilgergruppen aus Düsseldorf; Karlsruhe; Kaufbeuren; Konstanz; Nottuln; Apostolatskreis UAC, Hofstetten; EvangelischLutherische Gemeinde, Kolbermoor; Schülerinnen, Schüler und Lehrer folgender Schulen: Volkshochschule Donauwörth; Willi Graf Schule, Saarbrücken. Aus der Schweizerischen Eidgenossenschaft: Pilger der Albanischen Mission, Schweiz; Pilger aus der Evangelisch Reformierten Kirche, Muttenz. De España: grupo de peregrinos de la Diócesis de Solsona, con el Obispo emérito S.E. Mons. Jaume Traserra Cunillera; Asociación Mensajeros de La Paz; Alumnos de la Universidad Pontificia Comillas, Madrid; grupo de peregrinos de la Diócesis de Zamora. De El Salvador: grupo de peregrinos. De Ecuador: grupo de peregrinos. De Honduras: grupo de peregrinos. From England: Pilgrims from the following parishes: Our Lady and All Saints, Basildon, Essex; Sacred Heart Parish, Ruislip, Middlesex; Our Lady of Lourdes and St Joseph, Leigh-on-Sea, Essex St Philip Neri Singers, Manchester; Altar Servers from St Augustine’s Parish, Milton Keynes, Buckinghamshire; St Anne’s High School for Girls, Enfield, London. De Perú: grupo de peregrinos de Lima. From Scotland: An Ecumenical Group of pilgrims, Edinburgh. Do Brasil: grupo da Diocese de Franca. De Argentina: Coro «Alberto Ginastera» del Conservatorio de Morón; Parroquia San Roque, de Buenos Aires; Parroquia Don Bosco, de Santa Rosa. De Portugal: Paróquia de Santo António do Estoril; grupo de Ciclistas militares, de Lisboa. L’OSSERVATORE ROMANO giovedì 30 maggio 2013 pagina 7 All’udienza generale il Papa inizia una nuova serie di riflessioni sulla Chiesa La famiglia di Dio Papa Francesco ha inaugurato all’udienza generale di stamane, mercoledì 29 maggio, una serie di riflessioni dedicate al mistero della Chiesa. Ai numerosissimi fedeli presenti in piazza San Pietro il Pontefice ha spiegato in particolare che la Chiesa non è un’organizzazione nata da un accordo tra persone, ma famiglia di Dio, anche se fatta da uomini con «difetti, imperfezioni e peccati». Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Mercoledì scorso ho sottolineato il legame profondo tra lo Spirito Santo e la Chiesa. Oggi vorrei iniziare alcune catechesi sul mistero della Festa argentina sotto la pioggia Neppure la pioggia battente ha impedito a Papa Francesco di completare il lungo giro sulla jeep scoperta, per salutare più da vicino possibile i circa centomila fedeli presenti in piazza San Pietro la mattina di mercoledì 29 maggio, per l’udienza generale. Il Papa non ha voluto né l’ombrello né un copricapo per ripararsi dalla pioggia, proprio per condividere con la gente anche il disagio. «Complimenti per il vostro coraggio sotto la pioggia, bravi eh!» ha detto rivolto ai pellegrini appena raggiunta la cattedra. Un particolare, questo, che ha certamente contribuito ad accrescere la commozione dei tanti argentini venuti anche dalla Patagonia, per vivere una giornata insieme a Papa Francesco. E commozione ha suscitato, al termine dell’udienza, il bacio del Papa alla reliquia di don Giuseppe Puglisi, beatificato sabato scorso, che gli è stata presentata dal cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo. In prima fila, dunque, i connazionali del Pontefice. Tra loro qualcuno lo chiama ancora «eminenza» o «cardinale Bergoglio»: segno dell’emozione ma anche di una confidenza e di una consuetudine di anni. E «commozione» è l’espressione più usata da sindaci e amministratori della zona di Córdoba, per descrivere i loro sentimenti. Li guida il responsabile per il culto Américo Javier Romero Caamaño. «Siamo venuti insieme — dice — a testimoniare la nostra fede e ad abbracciare il cardinale arcivescovo di Buenos Aires divenuto Papa. La sua elezione ha responsabilizzato noi argentini che sentiamo sempre più il dovere di essere primi testimoni del suo stile pastorale di verità, di umiltà, di servizio ai poveri». Gli fa eco Armando Pérez, sindaco di La Paz: «La nostra grande speranza è che il suo insegnamento concreto, centrato sui fatti ancor prima che sulle parole, riesca ad arrivare a tutti e contribuisca a quel rinnovamento spirituale che dal 13 marzo, giorno della sua elezione, stiamo vivendo in Argentina». E c’è commozione anche nelle parole di tanti cristiani di Buenos Aires, alcuni amici personali del Papa, che con con lui hanno direttamente e a lungo collaborato soprattutto nella pastorale universitaria e sociale. Se ne fa portavoce Jorge Ferronato, direttore dell’università della capitale argentina, sottolineando come «oggi Papa Francesco rappresenti la comunione di tutti gli argentini». Accanto a lui Óscar Mangone — «condividiamo con il Papa il tifo per il San Lorenzo de Almagro» dicono mostrando la sciarpa del club — che stamani ha accompagnato una squadra di calcio composta da giovani disagiati. E da Buenos Aires è arrivato anche il prestigioso coro Alberto Ginastera del conservatorio musicale di Morón, in tournée in Europa per i venticinque anni di attività e gemellato con il coro romano Nova Armonia. Ci sono anche le suore dell’Immacolata, la congregazione che da oltre novant’anni presta servizio nella curia di Buenos Aires. In Italia le religiose hanno diverse scuole e hanno portato all’udienza alunni, genitori e insegnanti. Presente anche una rappresentanza della Adnkronos, per i cinquant’anni di fondazione dell’agenzia di stampa, guidata dal presidente Giuseppe Marra. Chiesa, mistero che tutti noi viviamo e di cui siamo parte. Lo vorrei fare con espressioni ben presenti nei testi del Concilio Ecumenico Vaticano II. Oggi la prima: la Chiesa come famiglia di Dio. In questi mesi, più di una volta ho fatto riferimento alla parabola del figlio prodigo, o meglio del padre misericordioso (cfr. Lc 15, 11-32). Il figlio minore lascia la casa del padre, sperpera tutto e decide di tornare perché si rende conto di avere sbagliato, ma non si ritiene più degno di essere figlio e pensa di poter esLa sere riaccolto come servo. Il padre invece gli corre incontro, lo abbraccia, gli restituisce la dignità di figlio e fa festa. Questa parabola, come altre nel Vangelo, indica bene il disegno di Dio sull’umanità. Qual è questo progetto di Dio? È fare di tutti noi un’unica famiglia dei suoi figli, in cui ciascuno lo senta vicino e si senta amato da Lui, come nella parabola evangelica, senta il calore di essere famiglia di Dio. In questo grande disegno trova la sua radice la Chiesa, che non è un’organizzazione nata da un accordo di alcune persone, ma — come ci ha ricordato tante volte il Papa Benedetto XVI — è opera di Dio, nasce proprio da questo disegno di amore che si realizza progressivamente nella storia. La Chiesa nasce dal desiderio di Dio di chiamare tutti gli uomini alla comunione con Lui, alla sua amicizia, anzi a partecipare come suoi figli della sua stessa vita divina. La stessa parola “Chiesa”, dal greco ekklesia, significa “convocazione”: Dio ci convoca, ci spinge ad uscire Chiesa nasce dal gesto supremo di amore della Croce, dal costato aperto di Gesù. La Chiesa è una famiglia in cui si ama e si è amati (@Pontifex_it) dall’individualismo, dalla tendenza a chiudersi in se stessi e ci chiama a far parte della sua famiglia. E questa chiamata ha la sua origine nella stessa creazione. Dio ci ha creati perché viviamo in una relazione di profonda amicizia con Lui, e anche quando il peccato ha rotto questa relazione con Lui, con gli altri e con il creato, Dio non ci ha abbandonati. Tutta la storia della salvezza è la storia di Dio che cerca l’uomo, gli offre il suo amore, lo accoglie. Ha chiamato Abramo ad essere padre di una moltitudine, ha scelto il popolo di Israele per stringere un’alleanza che abbracci tutte le genti, e ha inviato, nella pienezza dei tempi, il suo Figlio perché il suo disegno di amore e di salvezza si realizzi in una nuova ed eterna alleanza con l’umanità intera. Quando leggiamo i Vangeli, vediamo che Gesù raduna intorno a sé una piccola comunità che accoglie la sua parola, lo segue, condivide il suo cammino, diventa la sua famiglia, e con questa comunità Egli prepara e costruisce la sua Chiesa. Da dove nasce allora la Chiesa? Nasce dal gesto supremo di amore della Croce, dal costato aperto di Gesù da cui escono sangue ed acqua, simbolo dei Sacramenti dell’Eucaristia e del Battesimo. Nella famiglia di Dio, nella Chiesa, la linfa vitale è l’amore di Dio che si concretizza nell’amare Lui e gli altri, tutti, senza distinzioni e misura. La Chiesa è famiglia in cui si ama e si è amati. Quando si manifesta la Chiesa? L’abbiamo celebrato due domeniche fa; si manifesta quando il dono dello Spirito Santo riempie il cuore degli Apostoli e li spinge ad uscire e ini- ziare il cammino per annunciare il Vangelo, diffondere l’amore di Dio. Ancora oggi qualcuno dice: «Cristo sì, la Chiesa no». Come quelli che dicono «io credo in Dio ma non nei preti». Ma è proprio la Chiesa che ci porta Cristo e che ci porta a Dio; la Chiesa è la grande famiglia dei figli di Dio. Certo ha anche aspetti umani; in coloro che la compongono, Pastori e fedeli, ci sono difetti, imperfezioni, peccati, anche il Papa li ha e ne ha tanti, ma il bello è che quando noi ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona. Non dimenticatelo: Dio sempre perdona e ci riceve nel suo amore di perdono e di misericordia. Alcuni dicono che il peccato è un’offesa a Dio, ma anche un’opportunità di umiliazione per accorgersi che c’è un’altra cosa più bella: la misericordia di Dio. Pensiamo a questo. Domandiamoci oggi: quanto amo io la Chiesa? Prego per lei? Mi sento parte della famiglia della Chiesa? Che cosa faccio perché sia una comunità in cui ognuno si senta accolto e compreso, senta la misericordia e l’amore di Dio che rinnova la vita? La fede è un dono e un atto che ci riguarda personalmente, ma Dio ci chiama a vivere insieme la nostra fede, come famiglia, come Chiesa. Chiediamo al Signore, in modo del tutto particolare in quest’Anno della fede, che le nostre comunità, tutta la Chiesa, siano sempre più vere famiglie che vivono e portano il calore di Dio. Salutando i gruppi presenti il Pontefice ha invitato i fedeli francesi a difendere la Chiesa Appuntamento ai romani per celebrare il Corpus Domini Un invito ai fedeli di Roma a unirsi alla festa del Corpus Domini, è stato rivolto dal Papa al momento di salutare i gruppi presenti all’udienza generale di questa mattina. Ai francesi il Pontefice ha raccomandato in particolare di difendere la Chiesa, di spendersi per essa, di renderla più fraterna e accogliente. Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare i fedeli provenienti da diverse Diocesi della Francia, come pure i numerosi giovani qui presenti. Amate la Chiesa cari fratelli e sorelle: essa è l’opera di Dio. Amate la Chiesa come l’ha amata Gesù che ha donato ad essa la sua vita e le ha comunicato tutto il suo amore. Non esitate a difenderla, a spendervi per essa, a mettervi al suo servizio, a renderla più fraterna e più accogliente. Gesù Cristo e la Chiesa sono una cosa sola! Buon pellegrinaggio a ciascuno di voi! Saluto cordialmente i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Norvegia, Svezia, Canada e Stati Uniti. Vi esorto tutti a crescere sempre nell’amore per Cristo e per la famiglia di Dio che è la sua Chiesa. Dio vi benedica! Saluto con affetto tutti i fratelli e le sorelle di lingua tedesca. Dio ci invita a vivere insieme la nostra fede come famiglia, nella comunità della Chiesa. Pertanto domandiamoci oggi se amiamo la Chiesa così come amiamo le nostre famiglie, e se preghiamo per la Chiesa. Lo Spirito Santo vi doni la forza di compiere sempre il bene. Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, El Salvador, Ecuador, Honduras, Perú, Argentina, México y los demás países latinoamericanos. Invito a todos a vivir la fe, no sólo como un don y un acto personal, sino como respuesta a la llamada de Dios de vivir juntos, siendo la gran familia de los convocados por Él. Muchas gracias. Cari pellegrini lusofoni dell’Estoril e di Lisbona, in Portogallo, e del Brasile: benvenuti! Vi saluto come membri di questa famiglia che è la Chiesa, chiedendovi di rinnovare il vostro impegno, affinché le vostre comunità diventino luoghi sempre più accoglienti, dove si fa esperienza della misericordia e dell’amore di Dio. Il Signore vi benedica tutti! Cari fratelli e sorelle di lingua araba. La Chiesa è famiglia di Dio in cui si ama e si è amati. Essere Chiesa significa: portare e annunciare la salvezza di Dio a tutti gli uomini e fino ai confini della terra. Amate la Chiesa, e pregate per essa, affinché sia nel Mondo il segno visibile della misericordia, della comunione e dell’amore di Dio e dei fratelli. A tutti voi imparto la Benedizione Apostolica! Saluto cordialmente i Polacchi giunti a questa udienza. Rivolgo fin d’ora il mio pensiero ai giovani che si incontreranno il 1° giugno nei Campi di Lednica. Cari giovani amici! Mi unisco con voi nella veglia orante. Riflettendo sul tema della paternità toccherete il grande mistero dell’amore di Dio. Ricordate che Dio è Padre di ciascuno di noi. È stato Lui a crearci, a elargire a ciascuno di noi i talenti, a guidarci nel cammino della vita; Egli è con noi, nonostante la nostra debolezza, il nostro peccato, le nostre omissioni. Vuole salvarci! È modello di ogni paternità, anche di quella terrena. Ciascuno di noi deve tanto al padre terreno, che ci ha trasmesso la vita, che ha avuto cura di noi e che continua a provvedere alla nostra esistenza quotidiana e alla nostra crescita. Non dimenticate di rendere grazie a Dio per il vostro genitore! Ricordatelo nella preghiera anche se le vostre relazioni dovessero forse essere non buone. La paternità è un dono di Dio e una grande responsabilità per dare una nuova vita, la quale è un’irripetibile immagine di Dio. Non abbiate paura di essere genitori. Molti di voi certamente diventeranno padri! Siate anche aperti alla paternità spirituale, un grande tesoro della nostra fede. Dio vi doni la ricchezza e la irradiazione della sua paternità e vi colmi della sua gioia. Saluto di cuore e benedico tutti pellegrini ai campi di Lednica, le sorgenti battesimali della Polonia. Estendo questa benedizione anche ai partecipanti all’odierna udienza, alle vostre famiglie e ai vostri cari. Auguro che tutti possano trarre abbondanti grazie dalla Solennità del Corpus Domini. Prima di salutare i fedeli di lingua italiana, vorrei rivolgere un cordiale saluto ai pellegrini provenienti dall’Albania, con i rispettivi Vescovi; a quelli provenienti dal Kosovo, con il loro Pastore; e al pellegrinaggio dei Militari dell’Ucraina. Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per la vostra presenza a questo incontro ed auspico che la vostra visita alle tombe degli apostoli vi rafforzi nella fede, consolidi la vostra speranza e animi in voi l’amore sempre pronto a servire l’uomo. Benedico di cuore voi, le vostre famiglie e i vostri connazionali. Saluto ora i numerosi pellegrini di lingua italiana: parrocchie, associazioni, enti e scuole. In particolare, rivolgo un cordiale pensiero ai fedeli delle Comunità diocesane de L’Aquila, Vallo della Lucania, Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, accompagnati dai rispettivi Pastori. Il vostro pellegrinaggio in questo Anno della fede aiuti ciascuno di voi ad aderire più pienamente a Cristo e a testimoniarlo con gioia e con coraggio. Saluto i partecipanti all’incontro promosso dalla Caritas Italiana, con il Vescovo Presidente Mons. Giuseppe Merisi; come pure quanti prendono parte all’incontro della fondazione «Comunità di Gesù»; i seminaristi e gli studenti della Pontificia Facoltà dell’Italia meridionale e il pellegrinaggio promosso dalle Suore dell’Immacolata di Genova. Mi rivolgo, infine, a voi, cari giovani, ammalati e sposi novelli. In quest’ultima Udienza del mese di maggio il pensiero va spontaneamente a Maria Santissima, stella luminosa del nostro cammino cristiano. Facciamo costante riferimento a Lei per trovare nella sua intercessione e nei suoi esempi ispirazione e guida sicura nel nostro quotidiano pellegrinaggio di fede. Il Papa bacia la reliquia del beato Giuseppe Puglisi Domani, festa del Corpus Domini, come ogni anno celebreremo alle ore 19 la Santa Messa a San Giovanni in Laterano. Al termine, seguirà la solenne processione che si concluderà a Santa Maria Maggiore. Invito i fedeli di Roma e i pellegrini ad unirsi in questo atto di profonda fede verso l’Eucaristia, che costituisce il più prezioso tesoro della Chiesa e dell’umanità.