l`osservatore romano

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l`osservatore romano
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L’OSSERVATORE ROMANO
POLITICO RELIGIOSO
GIORNALE QUOTIDIANO
Non praevalebunt
Unicuique suum
Anno CLIII n. 123 (46.367)
Città del Vaticano
giovedì 30 maggio 2013
.
Più di un miliardo di persone non hanno accesso all’elettricità
Pianeta
senza luce
Sotto la pioggia battente il Papa saluta centomila pellegrini e inaugura un nuovo ciclo di catechesi
La famiglia di Dio
Appuntamento con i romani per celebrare insieme il Corpus Domini
La Chiesa «non è un’organizzazione nata da un
accordo di alcune persone», ma «è opera di
Dio», perché nasce proprio dal suo disegno di
amore «che si realizza progressivamente nella storia». Questa mattina, mercoledì 29 maggio, Papa
Francesco ha citato Benedetto XVI per riaffermare
l’identità propria della Chiesa «famiglia di Dio».
E iniziando una serie di catechesi sul mistero della Chiesa — come lui stesso ha spiegato ai fedeli
presenti all’udienza generale — ha stigmatizzato il
comportamento di quanti ancora oggi dicono
«Cristo sì, Chiesa no» o «io credo in Dio, ma
non nei preti». È proprio la Chiesa, ha ricordato
il Papa, che «ci porta Cristo e che ci porta a
Dio». È una grande famiglia che naturalmente
«ha anche aspetti umani» e dunque nei suoi com-
ponenti, siano essi pastori o fedeli, ci sono difetti,
imperfezioni, peccati». Nessuno ne è esente «anche il Papa li ha» non ha esitato a riconoscere.
Ma il bello è che nel momento stesso in cui «ci
accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona». E se, come «dicono alcuni», il peccato «è un’offesa a
Dio», è anche vero che esso è «anche un’opportunità di umiliazione — ha puntualizzato il Santo
Padre — per accorgersi che c’è un’altra cosa più
bella: la misericordia di Dio». Piuttosto, ha aggiunto, è necessario che ciascuno si chieda oggi:
«Quanto amo io la Chiesa? Prego per lei? Mi
sento parte della famiglia della Chiesa? Che cosa
faccio perché sia una comunità in cui ognuno si
senta accolto e compreso, senta la misericordia e
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cienza energetica, rileva nel documento la Banca mondiale.
Più dell’80 per cento delle popolazioni che non hanno ancora accesso all’elettricità vive in zone rurali e due terzi si concentrano in
una ventina di Paesi di Africa e
Asia: fra questi, Nigeria, Etiopia,
India e Bangladesh.
Garantendo l’accesso a moderne
forme di energia, sostiene il rapporto, si eviterebbe poi l’uso di legna, sterco e carbone per cucinare,
materiali molto contaminanti in
spazi chiusi e che ogni anno sono
fra le cause della morte di tre milioni e mezzo di persone.
L’altro obiettivo fissato dalle Nazioni Unite è quello di raddoppiare
entro il 2030 la quota delle energie
rinnovabili al livello globale, portandola dal 18 per cento del 2010
al 36 per cento, ma anche questo
traguardo, secondo quanto suggerito del rapporto, sembra tutt’altro
che a portata di mano.
A dare l’esempio dovrebbero essere i venti Paesi che consumano
circa l’80 per cento dell’energia
mondiale. Solo Stati Uniti e Cina
ne assorbono quasi il 40 per cento,
ma la Repubblica popolare cinese
risulta essere anche il Paese nel
mondo che più ha progredito dal
1990 a oggi in efficienza energetica
e uso di fonti alternative.
Notevoli anche i progressi
dell’India, che ha portato l’elettricità a una media di ventiquattro milioni di persone l’anno fra il 1990 e
il 2010, ma che ha ancora molto da
fare per garantire il servizio ad altri
306 milioni di cittadini.
Sgombero per l’imminente eruzione del Copahue
Difficoltà per la preparazione della Conferenza internazionale
In fuga dal vulcano
Russia e Unione europea divise sulla rimozione
dell’embargo ai ribelli siriani
Volute di fumo si levano dal Copahue (Afp)
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l’amore di Dio che rinnova la vita?». La fede «è
un dono e un atto che ci riguarda personalmente,
ma Dio ci chiama a vivere insieme la nostra fede,
come famiglia, come Chiesa», ha risposto. Anche
questa mattina piazza San Pietro era gremita da
circa centomila fedeli, nessuno dei quali ha fatto
un passo indietro per l’improvviso acquazzone
che si è abbattuto sulla città. Tanto meno il Pontefice ha rinunciato al suo consueto giro tra la folla sulla jeep scoperta e senza ripararsi neppure
con un ombrello. Alla fine dell’udienza ha dato
appuntamento ai romani per la solennità del Corpus Domini.
GINEVRA, 29. Circa un miliardo e
200.000 persone nel mondo non
hanno ancora accesso all’elettricità,
mentre più di due miliardi e 800
milioni dipendono dal legname o
da altre biomasse per cucinare e riscaldare le proprie abitazioni. E i
consumi di energie rinnovabili sono solo aumentati lievemente negli
ultimi vent’anni.
Lo evidenzia un rapporto elaborato dagli esperti di una quindicina
di organismi internazionali, fra cui
Nazioni Unite, Agenzia internazionale dell’energia e Banca mondiale.
Si tratta del primo rapporto della
campagna «Energia sostenibile per
tutti» lanciata nel 2011 dal segretario generale dell’Onu, Ban Kimoon, con l’obiettivo di arrivare
entro il 2030 all’accesso universale
alle forme moderne di energia.
Il rapporto sottolinea che sebbene fra il 1990 e il 2010 un miliardo
e 700 milioni di persone abbiano
avuto per la prima volta accesso
all’energia elettrica, si tratta di un
numero che supera appena l’aumento della popolazione planetaria
nello stesso arco di tempo (un miliardo e 600 milioni). Di conseguenza, negli ultimi vent’anni si è
prodotto solo un modesto miglioramento.
Per centrare l’obiettivo del 100
per cento della popolazione mondiale fornita di elettricità nel 2030,
è necessario raddoppiare gli interventi. Dal 1990 si sono registrati
progressi
modesti
sull’accesso
all’energia, sull’aumento della quota di consumi delle energie rinnovabili e sul miglioramento dell’effi-
SANTIAGO, 29. Dopo l’allarme rosso dichiarato ieri dalle autorità di
Santiago per l’imminente eruzione
del vulcano Copahue, sulla frontiera andina tra il Cile e l’Argentina,
sono state fatte sgomberare più di
2.800 persone. Alle operazioni in
territorio cileno hanno preso parte
le forze di sicurezza della regione
di Bío-Bío, precisano i media locali, sottolineando che finora la popolazione ha risposto con calma
all’ordine di sgombero ordinato
per i circa 2.200 abitanti nel raggio
di venticinque chilometri dal vulcano. Le autorità locali hanno inoltre
sottolineato che nella regione di
In occasione della solennità
del Corpus Domini
il nostro giornale non uscirà.
La pubblicazione riprenderà
con la data 31 maggio - 1 giugno 2013.
Araucaní — dove vivono soprattutto comunità indigene — sono in
pericolo circa 21.000 capi di bestiame, fondamentale per la sussistenza della popolazione locale.
Lo stato di allerta è in vigore anche nelle aree argentine a ridosso
della frontiera con il Cile, nella
provincia di Neuquén, dove oltre
600 persone hanno dovuto allontanarsi dalle proprie abitazioni.
Secondo gli esperti dell’Observatorio volcanológico de los Andes
del sur, l’eruzione del Copahue è
imminente dopo che l’Ufficio nazionale per le emergenze del ministero degli Interni ha registrato da
domenica scorsa circa 500 tremori
nell’area. L’ultima attività significativa del Copahue, che si trova circa
500 chilometri a sud della capitale,
Santiago, risale al 1600, anche se —
precisano gli esperti — il vulcano si
attiva all’incirca ogni 400 anni.
DAMASCO, 29. La pace in Siria si fa
più difficile e c’è il rischio di uno
sconfinamento del conflitto. La giornata di ieri da un lato ha visto sorgere nuovi ostacoli alla preparazione
della conferenza di pace di Ginevra
che dovrebbe svolgersi a metà giugno. Dall’altro ha visto alzarsi la
tensione tra i ribelli ed Hezbollah,
con i primi che hanno lanciato un
ultimatum al partito sciita libanese.
Inoltre sono emerse nuove divergenze tra Unione europea e Russia sulla
fornitura di armi.
Come è noto i ministri degli Esteri dell’Ue non hanno prorogato
l’embargo sulle armi ai ribelli, rendendo di fatto possibili le forniture
di armamenti all’opposizione. I Ventisette si sono però impegnati a non
inviare armi prima di agosto per dare una possibilità alla conferenza di
Ginevra. La scelta non è stata condivisa da Mosca: la fine dell’embargo
è «benzina sul fuoco», ha dichiarato
ieri sera l’ambasciatore russo presso
la Nato, Alexander Grushko.
L’Occidente pone ostacoli all’organizzazione della conferenza di pace, ha dichiarato dal canto suo il ministro degli Esteri russo, Serghiei
Lavrov. La scelta dell’Ue è «una minaccia» ha aggiunto, riferendosi anche alla risoluzione dell’assemblea
generale delle Nazioni Unite in cui,
a detta di Mosca, veniva elogiata
l’opposizione siriana e condannato il
presidente Bashir Al Assad.
La Russia insiste inoltre sulla necessità, non condivisa dal blocco occidentale, di invitare a Ginevra anche l’Iran. «La presenza dell’Iran è
un elemento chiave per noi», ha detto Lavrov, aggiungendo che «l’Iran
è senza dubbio una delle Nazioni
più importanti». Teheran, insieme
alle milizie libanesi di Hezbollah, è
sostenitore di Assad. Ma soprattutto,
in queste stesse ore, Mosca ha confermato la volontà di fornire al regime di Damasco dei sofisticati missili
terra-aria S-300. La fornitura è stata
descritta come una «misura di deterrenza» contro un possibile intervento straniero sul suolo siriano.
Sulla questione è intervenuto il
premier israeliano, Benyamin Neta-
nyahu, che ha chiesto ai ministri del
suo Governo di non rilasciare più
dichiarazioni sulla Siria e sul passaggio dei missili russi a Damasco. Lo
sostiene la radio pubblica, secondo
la quale l’intervento del premier segue le affermazioni di ieri del ministro della Difesa, Moshe Yaalon, sul
fatto che Israele saprebbe «cosa fare» se i missili arrivassero in Siria.
Yaalon tuttavia ieri ha anche aggiunto di potere affermare che «non c’è
accelerazione nella trattativa» tra
Russia e Siria: «con buona speranza
— ha poi precisato — i missili non arriveranno mai a destinazione».
Ora quindi la preparazione della
conferenza di Ginevra appare in salita, come ha osservato il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino.
«Non è affatto scontato» che si tenga o che abbia comunque un esito
positivo. «Credo che la strada sia
ancora molto lunga», ha aggiunto.
Il Governo siriano ha intanto bollato la decisione dei Ventisette come
un «ostacolo» alla pace. In un comunicato il ministero degli Esteri ha
affermato che «la decisione rappresenta un ostacolo agli sforzi internazionali per raggiungere un accordo
politico e porre fine alla crisi». Pieno sostegno invece è arrivato dagli
Stati Uniti. «Benché da ultimo sia
una decisione dell’Ue noi sosteniamo l’alleggerimento dell’embargo
sulle armi come parte degli sforzi
della comunità internazionale per dimostrare il suo pieno appoggio
all’opposizione siriana» ha dichiarato il portavoce del dipartimento di
Stato americano, Patrick Ventrell.
Sul terreno, intanto, proseguono
senza sosta i combattimenti, che non
risparmiano nemmeno le strutture di
soccorso alla popolazione civile. Un
ospedale da campo a Idlib, nel
nord-ovest del Paese, è stato colpito
nei giorni scorsi da un ordigno
esplosivo che ha ucciso tre persone e
ne ha ferite gravemente altre due.
Tra le vittime figura anche un giovane medico britannico, Isa Abdur
Rahman, di 26 anni, che da circa un
anno è in Siria come volontario di
una ong del suo Paese.
Davanti all’universo simbolico
della liturgia
La bellezza disarma
e parla di Dio
GODFRIED DANNEELS
A PAGINA
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Il ruolo della Chiesa nella società
La verità si propone
non si impone
Ribelli siriani ad Aleppo (Afp)
LLUÍS MARTÍNEZ SISTACH
A PAGINA
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L’OSSERVATORE ROMANO
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giovedì 30 maggio 2013
Per i dazi sulle importazioni di pannelli solari dalla Cina
Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy suona la carica
Tra Bruxelles e Pechino
si rischia
una guerra commerciale
Mobilitazione
contro la disoccupazione
BRUXELLES, 29. La Commissione
europea «non si farà intimidire da
eventuali minacce di rappresaglia
provenienti da Pechino»: è netta la
presa di posizione di John Clancy,
portavoce del commissario al Commercio, Karel De Gucht, all’indomani delle dichiarazioni del portavoce del ministro del Commercio
cinese che ha paventato la possibilità di una «guerra commerciale»
in seguito alla proposta di Bruxelles di porre dazi sull’importazioni
di pannelli solari dalla Cina. Il
commissario Ue al Commercio non
ha dunque intenzione di «piegarsi»
in merito a un contenzioso che rischia di assumere toni sempre più
alti e dimensioni ancor più critiche.
L’idea dunque di adottare dazi
commerciali sui pannelli solari cinesi sta diventando per l’Europa
un nuovo rompicapo. Infatti alcuni
Paesi si oppongono all’iniziativa
della Commissione. Sarebbero infatti quattordici le Nazioni contrarie ai dazi commerciali proposti
dalla Commissione. Tra queste figura la Germania. «Dal nostro
punto di vista, le sanzioni non sono più necessarie» ha dichiarato il
ministro dell’Economia, Philipp
Rösler, prima di un pranzo con il
primo ministro cinese Li Keqiang,
in visita nella capitale tedesca.
La Cina è accusata di vendere a
prezzi più bassi di quelli di produzione. «La Commissione prenderà
la sua decisione il 5 giugno» ha
spiegato John Clancy, il quale ha
tenuto a evidenziare che l’Esecutivo comunitario «deve avere una visione ampia e prendere la propria
decisione sulla base di prove».
Sempre secondo Clancy, sarebbero
trentamila i posti di lavoro minacciati dalla concorrenza cinese.
All’inizio di giugno quindi l’Esecutivo comunitario prenderà una
decisione su dazi temporanei, per
una durata di sei mesi. In questo
caso, non ha bisogno dell’accordo
dei Governi. Una scelta su sanzioni
definitive, della durata di cinque
anni, richiederà il necessario benestare formale dei Paesi membri e
verrà presa solo in dicembre, quando l’indagine della Commissione
verrà completata.
Lunedì De Gucht ha incontrato
il vice ministro del Commercio cinese, Zhong Shan. Durante il col-
BRUXELLES, 29. Serve «una mobilitazione generale contro la disoccupazione»: suona la carica Herman
Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, che ieri ha sottolineato
come questa mobilitazione debba includere, oltre alle proposte dei Governi, anche i partner sociali chiamati a formulare «suggerimenti produttivi». Parlando davanti al Parlamento europeo, Van Rompuy ha tra l’altro rivendicato il fatto — di fronte alle critiche di scarsa incisività
dell’azione del Consiglio e dei Governi — che rispetto a un anno fa
«nessuno parla più di fine della zona euro». Ora dunque si tratta di
«combattere la disoccupazione in
generale, e quella giovanile in particolare».
Intanto prima del vertice di giugno la Commissione Ue presenterà
una proposta per aiutare i Governi
ad applicare il prima possibile la
«garanzia» per i giovani, che impone a ogni Stato di trovare un impiego o di dare formazione specializzata entro quattro mesi dal termine degli studi. Per consentire alla cosiddetta «garanzia» per i giovani di
funzionare, dovranno essere migliorati i centri di collocamento e di formazione. Ne deriva l’esigenza di investimenti che potrebbero essere trovati nei sei miliardi stanziati dal bilancio Ue per combattere la disoccupazione giovanile.
loquio, ha riferito un comunicato,
De Gucht ha cercato di negoziare
una soluzione del caso ma, nello
stesso tempo, si è lamentato con
Zhong Shan per la scelta di Pechino di fare pressioni sui Ventisette
perché si oppongano ai dazi. La
Cina, dal canto suo, rilevano gli
osservatori, ha gioco facile in questo contesto nel ricordare ai suoi
partner l’importanza che il suo gigantesco mercato riveste per
l’export europeo.
Ecco allora che un’eventuale
«guerra commerciale» viene preceduta da un’intensa campagna diplomatica, così da evitare il peggio.
La Germania, come pure la Gran
Bretagna e i Paesi Bassi, sono
preoccupati per le ripercussioni sui
propri legami di affari con la Cina
e intendono mediare per evitare
scontri frontali. «Ci impegneremo
nelle trattative e faremo in modo di
non arrivare a dazi permanenti» ha
detto domenica scorsa il cancelliere
tedesco, Angela Merkel. Affermazione fatta con a fianco il primo
ministro cinese, il quale, a sua volta, ha dichiarato: «Spero che attraverso sforzi appropriati e tramite il
dialogo si riesca a mettere fine a
questo conflitto commerciale. E
spero che l’Ue non ricorra a misure
protezionistiche per un motivo così
marginale».
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MADRID, 29. Per attirare capitali
dall’estero il Governo di Madrid
ha deciso di concedere la residenza spagnola a chi investe almeno
due milioni di euro in bonos o
acquista nel Paese una casa che
costi più di 500.000 euro. Fonti
dell’Esecutivo hanno spiegato che
si tratta di misure a costo zero
che «non toccano gli equilibri del
bilancio pubblico» e che possono
avere effetti positivi nel rivitalizzare l’economia nazionale.
Inoltre, sottolineano le stesse
fonti, sono misure con un certo
valore simbolico, perché dimostrano che «la Spagna sta ritrovando la fiducia degli investitori
internazionali, proponendosi come un Paese pronto ad accogliere
con favore chi sostiene il debito
pubblico, così come chi crea impresa e lavoro». Il certificato di
residenza viene di fatto scambiato
con risorse fresche da mettere in
circolo: l’obiettivo finale è sostenere la domanda di titoli di Stato
e aiutare la ripresa del mercato
immobiliare crollato dopo dieci
anni di bolla speculativa.
Si stima che in Spagna vi siano
quasi 3,2 milioni di abitazioni
vuote, il 13 per cento su un totale
di 25,2 milioni di case presenti sul
territorio nazionale. Negli ultimi
cinque anni il prezzo delle abitazioni è sceso del 30 per cento e,
secondo le ultime stime di Fitch,
gli immobili sono ancora sopravvalutati di un buon 20 per cento.
Un ufficio di collocamento chiuso per sciopero ad Atene (Afp)
L’aumento della produzione agricola favorito dalle migliori condizioni meteorologiche
Raccomandazioni dell’Unione europea
Annunciato in Argentina
il secondo raccolto più copioso della storia
L’Italia
promossa con riserva
BUENOS AIRES, 29. In Argentina
l’anno agricolo nazionale 2012-2013
si concluderà con un raccolto pari a
102,6 milioni di tonnellate (oltre 11
milioni in più del precedente), ovvero il secondo più copioso della storia. Lo ha reso noto il Governo.
A causa di una grave siccità, il
raccolto 2011-2012 era sceso a 90,4
milioni di tonnellate, dopo il record
del ciclo 2010-2011, pari a 104,6 milioni. «L’aumento della produzione
ottenuto nell’attuale ciclo è conse-
guenza dei raccolti record di mais,
arachidi e orzo, nonché del migliore
raccolto di sorgo degli ultimi 30 anni e di una progressione attorno al
26 per cento per la soia» riferisce il
ministero dell’Agricoltura.
Per il sorgo è stata confermata
una produzione record di 5,16 milioni di tonnellate, mentre quella definitiva stimata per il mais è di 25,7
milioni (la precedente era stata di
21,2 milioni). Per le arachidi, le
900.000 tonnellate ottenute a fronte
delle 686.000 del ciclo precedente
segnano un aumento del 31,2 per
cento. Per finire, la produzione
complessiva della soia — principale
coltura dell’Argentina — è stimata in
50,6 milioni di tonnellate: una crescita pari al 26 per cento. Chiuderà
invece con il segno meno il raccolto
del grano, ma già sono pronti gli investimenti per aumentare la superficie da destinare alla coltivazione,
che passerà da 3,160 a 4 milioni di
ettari di terreno.
Amazzonia
custode
delle lingue
indigene
LIMA, 29. In Perú sopravvivono 47
lingue indigene parlate da circa
quattro milioni di abitanti (su un
totale di 29 milioni), residenti per
la quasi totalità nella foresta amazzonica. Secondo l’Istituto nazionale di statistica e informatica (Inei),
appena quattro idiomi nativi sono
originari della Sierra — la regione
che occupa oltre la metà dell’intero
territorio nazionale costituita dalla
sezione peruviana della Cordigliera
delle Ande — e ben 43 sono amazzoniche.
Alcuni idiomi sono parlati da comunità ormai ridottissime, come il
Resigaro dell’area di Loreto (37 individui). Nessuna lingua originaria
è invece parlata nella Costa — la
zona bagnata dall’oceano Pacifico
che insieme alla Sierra e all’Amazzonia è la terza regione in cui è
usualmente diviso il Perú — dove
vive la maggior parte della popolazione nazionale.
Dei nativi, l’83 per cento parla il
quechua come lingua materna e l’11
per cento l’aymara; i restanti parlano diverse lingue amazzoniche.
Nel 2001, lo Stato ha promulgato
una legge per preservare le lingue
originarie in un Paese in cui gli
studiosi ritengono che ne sono andate perdute almeno 37, mentre 27
di quelle sopravvissute rischiano di
scomparire.
Madrid
lancia un piano
per attrarre
capitali esteri
Un campo coltivato a grano nei pressi di Bragado
Via libera a Cuba
a più di cento internet point
L’AVANA, 29. Nuovo spiraglio di
apertura del Governo cubano con
il via libera a 118 internet point in
varie città dell’isola, che dal 4 giugno andranno ad aggiungersi ai
200 già operativi negli hotel. Resta
ancora esclusa comunque la possibilità di collegarsi alla rete da abitazioni private, anche se si promette di avvicinare sempre più il servizio alle necessità della popolazione. Le limitazioni all’uso di internet sono sempre state attribuite
dalle autorità cubane all’embargo
statunitense sulle tecnologie, che
avrebbe costretto ad accedere alla
rete attraverso il satellite, limitando
la sua diffusione. Mentre per l’opposizione le limitazioni sono frutto
di una decisione politica per limitare il flusso informativo “sconveniente” per il regime. Il ministero
delle Comunicazioni ha ventilato la
possibilità di allargare il servizio al
cavo sottomarino in fibra ottica tra
Cuba e Venezuela, portato a termine durante il Governo del defunto
presidente Chávez. Quanto ai costi, nei locali di prossima apertura
si pagheranno l’equivalente di 4,5
dollari l’ora, rispetto ai circa 6 dollari che si pagano attualmente negli hotel.
GIOVANNI MARIA VIAN
direttore responsabile
TIPO GRAFIA VATICANA
EDITRICE L’OSSERVATORE ROMANO
Carlo Di Cicco
don Sergio Pellini S.D.B.
vicedirettore
Piero Di Domenicantonio
caporedattore
Gaetano Vallini
segretario di redazione
direttore generale
C’è poi la parte che richiama
l’importanza della lotta contro
l’evasione fiscale e che fa riferimento all’economia sommersa. La
Commissione ripropone l’esigenza
di spostare la tassazione dal lavoro
e dal capitale ai consumi e alla
proprietà. Infine, la richiesta di favorire una riforma del mercato dei
servizi pubblici e privati.
I tablet mettono al palo i pc
e si apprestano al sorpasso
NEW YORK, 29. La corsa dei tablet
non si ferma. E il grande sorpasso
sui pc si avvicina. Nel 2013 le vendite di tablet — secondo le stime della
società di ricerca International Data
Corp — saliranno del 58,7 per cento,
volando a quota 229,3 milioni di
unità contro i 14,5 milioni del 2012.
Un balzo che consentirà alle “tavolette” di superare i computer portatili e di allungare il passo verso il
2015, quando è atteso il sorpasso sui
pc, le cui vendite, tra l’altro, continuano a rallentare: si stima che
nell’arco del 2013 esse scenderanno
del 7,8 per cento. Nel 2014 si prevede che la flessione sarà più contenu-
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BRUXELLES, 29. Con l’uscita dalla
procedura di infrazione Ue per deficit eccessivo, comunicata oggi,
per l’Italia arrivano anche le raccomandazioni di Bruxelles. A partire
dai tagli di spesa, dalla riduzione
della burocrazia e delle tasse che
gravano sul lavoro. Per il ministro
dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, alla luce di tali indicazioni, occorre valorizzare questa opportunità puntando anzitutto sugli investimenti. E in questo quadro s’inserisce la stima della Corte dei conti in
merito all’impatto della crisi sui
conti pubblici: in cinque anni sono
stati persi 230 miliardi di pil.
Una raccomandazione di Bruxelles riguarda la finanza pubblica.
L’Esecutivo comunitario chiede
al’Italia di rispettare gli obiettivi di
medio termine. Una seconda raccomandazione verte sulla pubblica
amministrazione che deve diventare
più efficiente e meno costosa. L’attenzione si sposta poi sul settore
bancario: l’Esecutivo comunitario
chiede un miglioramento della gestione anche nella selezione degli
attivi bancari e la promozione di
alternativi mercati del capitale.
Un’altra raccomandazione mette
poi l’accento sul mercato del lavoro
e sulla necessità di promuovere la
partecipazione delle donne e dei
giovani, di migliorare la formazione, di modernizzare i servizi di sostegno all’impiego, di rafforzare la
contrattazione di secondo livello.
Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998
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ta e pari all’1,2 per cento. «I tablet
supereranno i portatili nel 2013 e i
pc nel 2015, indicando un significativo cambio nell’atteggiamento dei
consumatori nei confronti dei dispositivi computerizzati e delle loro applicazioni» ha affermato Ryan Reith, dell’International Data Corp,
sottolineando come la società di ricerca continui a ritenere che i pc
continueranno comunque a giocare
un ruolo importante anche in questa
nuova era. Apple è sempre la protagonista della rivoluzione tablet, ma
l’attuale crescita del mercato è legata
soprattutto ai dispositivi a basso costo Android.
Tariffe di abbonamento
Vaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198
Europa: € 410; $ 605
Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665
America Nord, Oceania: € 500; $ 740
Ufficio diffusione: telefono 06 698 99470, fax 06 698 82818,
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Ufficio abbonamenti (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480,
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Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675
La Camera
approva
la Convenzione
contro la violenza
sulle donne
ROMA, 29. Un lungo applauso
ha accompagnato ieri alla Camera dei deputati italiana l’approvazione unanime, con 545
voti favorevoli, della Convenzione di Istanbul contro la violenza
sulle donne. E mentre in Calabria si celebravano i fumerali di
Fabiana Luzzi, la sedicenne barbaramente uccisa nei gironi
scorsi dal fidanzato, l’Italia ha
compiuto un primo passo per
dotarsi di uno strumento internazionale, giuridicamente vincolante, che crea un quadro completo per proteggere le donne
contro qualsiasi forma di violenza. La convenzione passa ora
all’esame del Senato, dove tutti
auspicano un iter altrettanto rapido. La Convenzione, approvata dal Comitato dei ministri
dell’Ue il 7 aprile 2011 e firmata
per l’Italia nel settembre scorso
a Strasburgo dall’allora ministro
Elsa Fornero, prevede il contrasto a ogni forma di violenza, fisica e psicologica sulle donne:
dallo stupro allo stalking, dai
matrimoni forzati alle mutilazioni genitali. Viene inoltre richiesto impegno a tutti i livelli sulla
prevenzione, eliminando al contempo ogni forma di discriminazione e promuovendo «la concreta parità tra i sessi, rafforzando l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne».
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Romano Ruosi, vicedirettore generale
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Banca Carige
Credito Valtellinese
L’OSSERVATORE ROMANO
giovedì 30 maggio 2013
Preoccupazione
della Santa Sede
per le persecuzioni
dei cristiani
GINEVRA, 29. La Santa Sede
esprime profonda preoccupazione
per le violazioni della libertà religiosa e per i sistematici attacchi
inferti alle comunità cristiane in
alcune aree del pianeta come
Africa, Asia e Medio Oriente. È
quanto sottolineato ieri dall’arcivescovo Silvano Maria Tomasi,
Osservatore Permanente della
Santa Sede presso l’Ufficio delle
Nazioni Unite ed Istituzioni specializzate a Ginevra. Il presule ha
affermato che indagini credibili
sono arrivate alla scioccante conclusione che oltre centomila cristiani vengono uccisi ogni anno,
per motivi che hanno una qualche relazione con la loro fede. Altri cristiani — ha proseguito — sono soggetti a uno sradicamento
forzato, subiscono la distruzione
dei loro luoghi di culto e il rapimento dei propri leader, come accaduto recentemente a due vescovi ad Aleppo, in Siria. Molti di
questi atti, ha aggiunto, «sono il
frutto del fanatismo, dell’intolleranza, del terrorismo e di leggi
discriminatorie». Inoltre, ha aggiunto Tomasi, in alcuni Paesi occidentali, «dove la presenza cristiana è stata storicamente parte
integrante della società», si rafforza la tendenza a «marginalizzare
il cristianesimo nella vita pubblica», ignorando il suo contributo
sociale e storico e arrivando addirittura a «restringere la capacità
delle comunità di fede di portare
avanti i loro servizi caritatevoli».
Monsignor Tomasi ha quindi
rammentato che il Consiglio dei
diritti umani dell’Onu ha riconosciuto che la religione e la spiritualità sono al servizio della promozione della dignità umana e
che il cristianesimo è al servizio
del vero bene dell’umanità. A tale
riguardo, l’Osservatore Permanente della Santa Sede ha indicato
alcuni servizi — dall’educazione
alla sanità fino all’assistenza dei
rifugiati — che vedono la Chiesa
cattolica impegnata a favore
dell’uomo, senza alcuna discriminazione di razza o religione. Quest’ultimo punto è stato rilanciato
oggi da un tweet della Segreteria
di Stato (@TerzaLoggia). Il presule ha concluso il suo intervento
riprendendo le parole di Papa
Francesco nel messaggio per il diciassettesimo
centenario
dell’Editto di Milano: «Sia ovunque
rispettato il diritto all’espressione
pubblica della propria fede e sia
accolto senza pregiudizi il contributo che il cristianesimo continua
ad offrire alla cultura e alla società del nostro tempo».
Costretto a dimettersi il presidente del Congresso nazionale Mohammed Magarief
La Libia in balia dei gruppi armati
Una stazione di polizia distrutta a Bengasi (Reuters)
TRIPOLI, 29. Una vittoria delle milizie armate che
in Libia, a quasi due anni dalla caduta del regime
di Muammar Gheddafi, continuano a fare il bello
e il cattivo tempo. È questo il senso delle dimissioni presentate da Mohammed Magarief, il presidente del Congresso nazionale libico, il primo
Parlamento eletto del dopo-Gheddafi. Magarief si
è dimesso in base alla nuova legge sull’isolamento
politico, una normativa approvata sotto la pressione e le minacce dei gruppi armati.
Si tratta della norma che vieta a chiunque abbia ricoperto incarichi durante il regime del colonnello — dal colpo di Stato del 1969 fino alla
caduta del 2011 — di svolgere ruoli politici. La
legge è stata approvata il 5 maggio scorso mentre
le milizie assediavano con le armi i ministeri degli
Esteri e dell’Interno. Poco importa che Magarief
sia stato ambasciatore della Libia di Gheddafi prima del 1980, e che poi sia diventato uno dei leader dell’opposizione in esilio: le milizie pretendevano la sua testa, così come quella del premier Ali
Zeidan, anche lui per un periodo, anche se lontano nel tempo, ambasciatore del rais.
La nuova legge entrerà in vigore il 5 giugno,
ma Magarief ha voluto dare un esempio di legalità. «Vi lascio a testa alta e con la coscienza pulita», ha detto visibilmente commosso in un intervento tenuto davanti all’Assemblea e accolto da
lunghi applausi. «Tutti sono soggetti alla legge,
nel rispetto della legalità e della democrazia. Io
sarò il primo a farlo» ha spiegato, sottolineando
di aver speso «tutte le sue energie al servizio della
Nazione». Prima di lasciare, il presidente del Parlamento — al momento la più alta carica del nuovo Stato libico — ha voluto però condannare l’uso
della forza dei gruppi armati e ha invitato il Governo a sconfiggere ogni tipo di corruzione. Le
dimissioni di Magarief dovranno essere convalidate dal Congresso e un nuovo presidente dovrebbe
essere eletto nei prossimi giorni.
I gruppi armati e gli jihadisti continuano intanto a destabilizzare il Paese con episodi di violenza
sempre più sanguinosi, a Tripoli come a Bengasi
dove ieri un soldato è stato ucciso e altri tre feriti
in un attacco contro una pattuglia dell’esercito.
Cinquecento
morti
nel sanguinoso
maggio iracheno
BAGHDAD, 29. Le violenze in Iraq
hanno provocato più di cinquecento morti nel solo mese di maggio, il più sanguinoso dell’ultimo
anno. Le stime sono riportate dalla France Presse che cita fonti
mediche e della sicurezza irachene. Fino al 28 maggio, 507 persone, precisa l’agenzia di stampa,
sono morte e 1.287 sono rimaste
ferite nei diversi attacchi. In aprile il bilancio aveva superato i
quattrocento morti. E ora, alla luce degli ultimi sviluppi della situazione, caratterizzata dal riacutizzarsi del conflitto interconfessionale, si teme che anche giugno
possa risultare un mese cruento.
Sono state tante le città irachene, in quest’ultimo periodo, a essere investite dalle violenze: ma
Baghdad è stata certamente la più
colpita. Basti pensare a quanto
accaduto ieri: in varie zone della
capitale sono esplose dieci autobombe. E ciò a testimoniare che i
miliziani stanno cercando di destabilizzare una già precaria situazione attraverso attacchi coordinati e su vasta scala. Anche nei
giorni scorsi a Baghdad si è registrata la quasi simultanea deflagrazione di vetture cariche di
esplosivo, con conseguente pesante bilancio di vittime.
La recrudescenza delle violenze
s’inquadra nel ridestarsi delle mai
sopite rivalità tra le comunità sciita e sunnita: attacchi reciproci e
mutue rappresaglie. Un circolo
vizioso che, sottolineano gli analisi, rischia di far precipitare il Paese in una situazione assai critica,
dopo un periodo di relativa calma. Intanto il premier Nouri Al
Maliki continua a esortare le parti
a impegnarsi per favorire un costruttivo dialogo a beneficio dell’intera Nazione.
Vertice tra Russia, Kazakhstan e Bielorussia
Nonostante la dichiarata disponibilità a riprendere il dialogo
Putin ad Astana
per l’Unione euroasiatica
Pyongyang decisa a conservare
il suo arsenale nucleare
KIEV, 29. Nella capitale del
Kazakhstan, Astana, oggi si discute
di Unione euroasiatica, il mercato
comune economico tra i Paesi
dell’ex Urss che il presidente russo,
Vladimir Putin, punta a costituire
entro il primo gennaio del 2015.
Oltre al leader del Cremlino saranno presenti il presidenti bielo-
Assaltato l’ufficio del governatore del Panjshir
I talebani contro
le istituzioni afghane
KABUL, 29. Ancore violenze nel
territorio afghano. Ieri i talebani
hanno attaccato l’ufficio del governatore del Panjshir, nel nord del
Paese: sei miliziani e un agente di
polizia sono morti. Ne ha dato
notizia Abdul Kabir Waseq, portavoce del governatore, riferendo
che gli assalitori si sono introdotti
nell’edificio con indosso le uniformi della polizia. Uno di loro si è
fatto saltare in aria, mentre gli altri sono stati uccisi dagli agenti.
Un poliziotto è morto nell’esplosione provocata dal primo attentatore. I talebani hanno subito rivendicato l’attacco.
Da rilevare, al riguardo, che in
quest’ultimo periodo nel mirino
dei miliziani sono finite in particolari le istituzioni, a diverso livello
e dalle varie competenze: si pensi,
per esempio, al sanguinoso attacco
contro la sede, nel cuore della capitale, dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni. E ciò
sta a testimoniare la chiara volontà
dei talebani di colpire obiettivi mirati, nel quadro di un’azione destabilizzante che vede proprio nelle istituzioni «elementi privilegiati». E della situazione in Afghanistan si parlerà nel dettaglio venerdì 31 alla Casa Bianca: il presidente Barack Obama riceverà il segretario generale della Nato, Anders
Fogh Rasmussen. Fonti diplomatiche hanno indicato che durante il
colloquio verrano discussi temi
«globali e regionali», con particolare attenzione al conflitto in Afghanistan e al pianificato ritiro del
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contingente internazionale, previsto entro la fine del 2014.
Nel frattempo, in Pakistan, continuano i raid dei droni statunitensi. Ieri, nel Nord Waziristan, area
tribale al confine con l’Afghanistan, quattro talebani sono rimasti
uccisi.
russo, Alexandr Lukashenko, e qukazako, Nursultan Nazarbajiev. I
tre arteciperanno al Consiglio economico supremo euroasiatico, l’organismo isituito per rafforzare e integrare la cooperazione trilaterale.
Saranno presenti nella capitale Kazakha anche il presidente del
Kyrgyzstan, Almazbek Atambayev,
e il presidente ucraino, Viktor
Ianukovich, il quale potrebbe discutere con Putin di un possibile
ingresso di Kiev nell’Unione doganale come osservatore.
L’Ucraina punta a un abbassamento del prezzo del gas pagato a
Mosca, ma il Cremlino in cambio
chiede l’ingresso nel sistema ucraino di trasporto del gas — da cui
buona parte del metano russo arriva in Europa — e la piena adesione
di Kiev all’organismo di libero
scambio tra Mosca, Minsk e Astana. Quest’ultima opzione è però
considerata da Bruxelles inconciliabile con l’accordo di associazione
tra Ucraina e Unione europea da
tempo congelato.
PYONGYANG, 29. La Corea del Nord
ha proclamato oggi la ferma decisione di conservare il suo arsenale nucleare, cosa che sembra smentire la
volontà di riallacciare il dialogo sul
suo programma atomico riferita la
scorsa settimana dai media cinesi. In
un lungo editoriale, il quotidiano ufficiale del partito comunista, «Rodong Sinmun» afferma che solo la
dissuasione nucleare garantisce la
«vittoria finale» contro le forze imperialiste.
La Corea del Nord ha però annunciato l’intenzione di consentire ai
manager sudcoreani di visitare il
complesso industriale di Kaesong,
gestito congiuntamente dai due Paesi. Pyongyang si è detta disposta a
discutere le modalità per ripristinare
le normali attività industriali, sospese ad aprile dopo le tensioni sorte a
seguito del test nucleare nordcoreano di febbraio.
Seoul all’inizio della settimana ha
domandato a Pyongyang di dimostrare nei fatti quanto realmente intenda riaprirsi al dialogo con la comunità internazionale. Il ministro
Uccisi cinque agenti delle forze di sicurezza nell’estremo sud
Attacchi dei separatisti in Thailandia
BANGKOK, 29. Cinque agenti delle
forze di sicurezza thailandesi sono
stati uccisi nelle ultime ore in una
serie di attacchi nell’estremo sud
della Thailandia, zona dove dal
2004 la guerriglia separatista della
minoranza musulmana ha provocato
oltre 5.500 morti. Gli attacchi si sono verificati nella provincia di
Pattani, che insieme a quelle di Yala
e Narathiwat rientrano nell’ex territorio di un sultanato indipendente
annesso dalla Thailandia all’inizio
del secolo scorso. Nonostante l’inizio di negoziati tra Bangkok e uno
dei gruppi separatisti, nelle ultime
settimane gli attacchi dei ribelli si
sono intensificati. Allo stesso tempo,
le trattative sembrano arenate anche
a causa di richieste inconciliabili; la
minoranza musulmana di lingua ed
etnia malay vorrebbe una maggiore
autonomia, in una Thailandia al 97
per cento buddista e dalla burocrazia fortemente centralizzata.
Il luogo di un attentato attribuito ai ribelli musulmani (LaPresse/Ap)
degli Esteri sudcoreano, Yun Byung
Se, ha chiesto alla Corea del Nord
di dare prova della propria sincerità
con le azioni. «La Corea del Nord
deve dimostrare la propria sincerità
alla comunità internazionale rispettando gli impegni assunti in passato
in materia di denuclearizzazione» ha
affermato Yun. Dichiarazioni che
erano giunte pochi giorni dopo l’incontro tra l’inviato nordcoreano,
Choe Ryong Hae, e il presidente cinese, Xi Jinping. Quest’ultimo aveva
esortato Pyongyang a tornare a
prendere parte ai colloqui sul suo
programma nucleare.
L’inviato di Pyongyang aveva
consegnato una lettera del leader
nordcoreano Kim Jong Un a Xi,
contenente, secondo i media cinesi,
l’annuncio dell’intenzione della Corea del Nord di tornare a sedere al
tavolo dei colloqui a sei (Corea del
Nord, Corea del Sud, Stati Uniti,
Giappone, Russia e Cina).
La Casa Bianca ha intanto insistito ieri sull’importanza delle relazioni
personali tra Barack Obama e Xi
Jinping, all’indomani della visita a
Scontri in Myanmar
tra buddisti
e musulmani
NAYPYIDAW, 29. Violenze sono esplose ieri sera a Lashio, nel nord est del
Myanmar, Paese scosso lo scorso anno da forti tensioni religiose, dopo
che un musulmano ha dato fuoco ad
una donna buddista che vendeva
benzina. Lo ha reso noto una fonte
di polizia, precisando che l’aggressore è stato arrestato. Nella zona è stato subito inviato l’esercito. Un responsabile locale ha aggiunto che è
stato imposto il coprifuoco. La donna è ricoverata in ospedale in gravi
condizioni. Lo scorso anno, il Myanmar è stato attraversato da violenti
scontri tra le due comunità, con almeno 200 morti. Gli scontri nella
sola città di Meikhtila hanno provocato 44 vittime, per lo più musulmane. Nelle violenze, 12.000 persone
hanno perso la casa. Il Myanmar è
un Paese a maggioranza buddista,
mentre solo il 4 per cento della popolazione è musulmano.
Pechino del consigliere americano
per la Sicurezza nazionale, Tom
Donilon, che ha avuto una serie di
colloqui in preparazione dell’incontro tra i due presidenti in programma in California il 7 e l’8 giugno,
nel mezzo di un momento di forte
tensione tra le due superpotenze.
«L’incontro tra Obama e Xi — ha affermato Donilon — sarà una buona
occasione per discutere a fondo le
relazioni tra Cina e Stati Uniti, così
come una lista di questioni regionali
e globali su cui i due Paesi devono
confrontarsi».
Revocata l’ultima
zona di esclusione
a Fukushima
TOKYO, 29. A più di due anni
dalla crisi nucleare della centrale
di Fukushima, provocata dal terremoto e dal successivo tsunami
dell’11 marzo del 2011, è stata revocata l’ultima no entry zone nel
distretto di Futaba. Lo ha deciso
ieri il Governo nipponico, che ha
riorganizzato le aree di sgombero
in funzione dei livelli di contaminazione misurata. L’ingresso dei
residenti resta però sostanzialmente vietato, visto che le radiazioni interessano ancora il 96 per
cento dell’abitato che ospitava
6.520 persone, secondo il censimento pre-catastrofe, ora tutte rilocate a Kazo, nella prefettura di
Saitama, alle porte di Tokyo.
Le autorità hanno confermato
che tutto il distretto di Futaba è
stato riclassificato come zona in
cui le dosi annuali di radiazioni
supera i 50 millisievert. La no
entry zone era stata designata un
mese dopo la tragedia, nel raggio
di 20 chilometri dalla disastrata
centrale nucleare, che ha poi anche inglobato una fascia più
esterna, coinvolgendo in tutto nove comuni. E in base al rapporto
della commissione scientifica nipponica sugli effetti delle radiazioni nucleari, l’incidente di marzo
2001 non ha portato nessun aumento del rischio di cancro tra la
popolazione giapponese.
L’OSSERVATORE ROMANO
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Il ruolo della Chiesa nella società
La liturgia degli angeli in un particolare
degli affreschi (XVI secolo)
del monastero di Philanthropinon
nell’isola di Giannina (Grecia)
Cristo è raffigurato
nella veste di celebrante e di Eucaristia
La verità si propone
non si impone
di GODFRIED DANNEELS
di LLUÍS MARTÍNEZ SISTACH
ella Lettera ai Romani
(1, 19) Paolo afferma
che l’uomo è capace
di conoscere Dio mediante la ragione naturale. Lo afferma de iure e non necessariamente de facto, poiché la ragione umana è offuscata dal peccato.
Ma resta vero che Dio può essere
conosciuto attraverso il ragionamento. Ci sono tre vie che conducono a
Dio: quella della verità, quella della
bontà e quella della bellezza. Sono i
tre universali e anche i tre nomi di
D io.
Dio è infatti la verità suprema:
l’al-di-là di ogni verità conoscibile.
Ogni pensiero aspira alla propria
trascendenza, a un al-di-là del pensiero. Dio è inoltre la bontà-perfezione suprema ed è, infine, anche la
bellezza suprema. Sono le tre porte
che si aprono su Dio. Ma per l’uomo contemporaneo queste porte sono difficili da aprire. La porta della
verità suscita lo scetticismo: «Che
cos’è la verità?» (Giovanni, 18, 38),
diceva già Pilato, seguito da tanti
nostri contemporanei. La porta della bontà-perfezione è a sua volta
difficile da aprire, perché tale bontà
sembra troppo perfetta per l’uomo e
dunque irraggiungibile. La porta
della bellezza, invece, si apre più
facilmente per i nostri contemporanei. La verità suscita il dubbio, la
bontà lo scoraggiamento, la bellezza
disarma.
Forse altre epoche hanno conosciuto di meno questi ostacoli. Ma
attualmente la porta della bellezza è
pressoché la sola ad aprirsi per trovare Dio e Cristo. È la via regale
per il nostro tempo, nella sua ricer-
uando noi cristiani
parliamo dello sviluppo dobbiamo
intenderlo così come proposto dalla
Populorum progressio, vale a dire come lo sviluppo
di tutti gli uomini e dell’uomo integrale.
L’autentico
sviluppo
dell’uomo concerne, in modo unitario, la totalità della persona in
tutte le sue dimensioni. Paolo VI,
afferma nella sua enciclica, che il
progresso — nella sua fonte e nella
sua essenza — è una vocazione:
«nel disegno di Dio, ogni uomo è
chiamato a uno sviluppo, perché
ogni vita è vocazione». Questo è
proprio ciò che legittima l’intervento della Chiesa nella problematica dello sviluppo. Se ciò riguardasse solamente gli aspetti
tecnici della vita dell’uomo e non
il senso del suo camminare nella
storia, la Chiesa non avrebbe nulla di cui parlare.
La dimensione pubblica della
religione, o se si vuole della Chiesa, è di somma importanza. Dato
che la convivenza delle persone
nella società è qualcosa di innato
alla persona umana e prendendo
in considerazione che la presenza
della religione è anche una realtà
che non può essere vissuta al di
fuori della società, è normale che
la religione abbia una presenza
pubblica nella convivenza sociale.
La Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani fornisce un elenco
di diritti fondamentali, tra i quali
vi è il diritto alla libertà religiosa,
nei termini espressi dall’art. 18
della
suddetta
Dichiarazione.
Questo diritto non si riferisce solamente al culto e alle credenze
personali in pubblico o in privato,
da soli o associati. Esso comprende anche l’esercizio creativo della
fede e della vita religiosa, la sua
manifestazione pubblica e la sua
diffusione mediante l’esercizio del
diritto
alla
libera
riunione,
d’espressione ed associazione sancito negli articoli 19 e 20. Un diritto pertanto che lo Stato deve
tutelare e che non può ignorare.
Ancora una volta, una pretesa separazione di campi di competenza
tra Chiesa e Stato, frutto della reciproca ignoranza tra i due organismi, non è né giuridica né politicamente accettabile. È necessario
distinguere tra ciò che è “laicità
dello Stato” e ciò che è una “società laica”. Non si può ignorare
che la laicità dello Stato è al servizio di una società pluralistica nella sfera religiosa. Una società laica, invece, comporterebbe la negazione sociale del fenomeno religioso o, almeno, del diritto di vivere la fede nella sua dimensione
pubblica. Cosa che sarebbe contraria alla laicità dello Stato.
La Chiesa, lungi dal chiudersi
in se stessa rinunciando all’azione,
deve mantenersi viva e incrementare il suo dinamismo. I cristiani
devono dare risposte positive e
convincenti alle attese e agli interrogativi delle gente. Se sapremo
farlo, la Chiesa renderà un grande
servizio ai nostri Paesi. La società
pluralista in cui viviamo vuole cercare il “posto” proprio dei cristiani e della Chiesa in questa nuova
situazione socio-culturale, senza
che ciò supponga la perdita della
propria identità.
La Chiesa non può pretendere
di imporre ad altri la propria verità. L’importanza sociale e pubbli-
N
Q
Davanti all’universo simbolico della liturgia
Bellezza
disarmante
to. Mediante la fede tutta la creazione ci rinvia a un Creatore: a partire dall’incarnazione del Figlio di
Dio il mondo ha il suo mistero “soprannaturale” in senso lato. Esso
possiede una densità, uno spessore:
Dio è apparso nella materia.
Tutto questo ci viene dal mistero
dell’incarnazione. E Cristo, il Figlio
di Dio incarnato, è il grande “sacramento”, il mistero. In lui la realtà
creata è divenuta luminosa e la natura è ontologicamente fondata in
Dio e lo rivela. I sacramenti propriamente detti ne sono una condensazione particolare.
San Leone dice che tutto ciò che
Cristo ha fatto durante il suo passare tra noi sulla terra è ora passato
nei sacramenti della Chiesa. La liturgia diventa allora il giardino degli angeli: il giardino del nuovo
Eden e della sua bellezza. La liturgia è un immenso universo di simboli che
fanno riferimento al mistero della salvezza e lo
rendono presente.
Concetto e simbolo
Il 30 maggio e il 1° giugno si terrà presso il
sono entrambi dei refemonastero di Bose l’undicesimo Convegno
renti verso un al-di-là.
liturgico internazionale, intitolato «Il concilio
Ma a un grado diffeVaticano II. Liturgia, architettura, arte».
rente. Il concetto rinvia
L’incontro è promosso dal monastero
in collaborazione con l’Ufficio nazionale
a un al-di-là che si chiaper i Beni culturali ecclesiastici della
ma significato. Si muoConferenza episcopale italiana e la redazione
ve dal visibile verso l’indi «Rivista Liturgica». Anticipiamo stralci
visibile. Ma il concetto
dell’intervento del cardinale arcivescovo
è preciso, breve, chiaro,
emerito di Mechelen-Brussel.
ben delimitato. Un simbolo, invece, rivela e
suggerisce piuttosto un
ca di Dio. Del resto la bellezza è al-di-là. Il simbolo suscita immagianche vera. Già Aristotele diceva: nazione, emozione. Non si limita a
pulchritudo est splendor veri. La bel- significare: rivela, suggerisce, desta,
lezza è l’alone luminoso attorno alla tocca. Non informa anzitutto, tocca
verità. E il bello è detto anche buo- i sensi e il cuore. La liturgia è
no (kaloskagathòs): il bello è nel quell’insieme di simboli che si velacontempo buono.
no e realizzano la glorificazione di
La creazione è diafana: è il sub- Dio e la santificazione dell’uomo
strato portatore di significati che la sulla terra.
oltrepassano. Ogni realtà visibile è
La bellezza viene spesso identifi“sacramentale”. Possiede il suo “mi- cata con la bellezza delle forme. È
stero”: è significante di un significa- la bellezza “estetica”. Ma il bello è
ben più della bellezza delle forme.
È un “universale”, un nome di Dio.
(...) “bello” è un termine complesso,
come lo è la parola ebraica shalom,
Seminario a Urbino
che non significa semplicemente
l’assenza di guerra e di violenza, ma
uno stato di benessere completo, il
compendio di tutto ciò che fa la felicità dell’uomo. Anche il pulchrum
significa uno stato integrale e completo di tutto ciò che piace all’uomo. Questa bellezza possiede una
«Italo Mancini vent’anni dosua forza, ma è mite e non schiacpo»: così l’università di Urbicia, non scoraggia, scaccia il dubno ricorda il teologo (1925bio. Così è anche la bellezza
1993) che, dopo aver insegnato
dell’universo liturgico: è disarmante.
per un decennio alla Cattolica
La celebrazione liturgica si svolge
di Milano, dal 1965 alla morte
non secondo il gusto del celebrante
insegnò nell’ateneo marchigiao dell’assemblea, ma secondo un orno, fondandovi — primo esemdine stabilito nei libri liturgici. Ciò
pio di facoltà teologica in una
non significa che la creatività non
abbia alcun diritto, ma che sono le
università laica — il noto Istiregole del cerimoniale a strutturare
tuto superiore di scienze relilo svolgimento della celebrazione
giose. Tra gli intervenuti al sesecondo un ordine prestabilito. Il
minario, l’arcivescovo di Chieruolo degli attori liturgici è fissato.
ti-Vasto Bruno Forte che — nel
Un cerimoniale ha una sua bellezza
corso della sua relazione antispecifica, la bellezza del rito. I riti
cipata in parte su «Avvenire»
si ritrovano in tutte le religioni.
del 29 maggio — ha in particoSimboleggiano il fatto che l’azione
lare ricordato la «doppia teoliturgica è obbedienza a un’istanza
logia» di don Italo. «In una
che trascende il gusto degli “attori”.
sorta di bilancio critico della
Uno svolgimento che mutasse ogni
propria vicenda di pensiero,
volta, significherebbe invece che
scritto pochi anni prima della
l’azione liturgica trae la sua legittimorte don Italo presentava il
mità dagli attori e non è un’azione
suo contributo speculativo cosanta, legittimata da Dio e da Cristo
me una “teologia dei doppi
nei suoi misteri. Certo, la variazione
pensieri”: questa formula — in
missae può produrre
dell’ordo
cui è dichiarato il debito nei
un’emozione più forte nell’assemconfronti di Dostoevskij — teblea. Ma in liturgia l’emozione non
stimonia dell’insonne ricerca,
è prioritaria. Ciò che ha il primato è
caratteristica della sua riflessioil celebrare il memoriale del mistero
ne» scrive tra l’altro monsidella Pasqua di Cristo e la bellezza
gnor Forte.
delle azioni di Dio.
Due giorni a Bose
Don Italo
e la mediazione
fra irriducibili
giovedì 30 maggio 2013
La fonte dell’azione liturgica è in
alto. La festa liturgica è l’inverso
della festa umana. Quest’ultima trova la sua fonte negli uomini: si festeggia l’uomo e il mondo dell’uomo. In liturgia, invece, si festeggia
Dio e il suo regno, ed è in lui la
fonte. L’azione liturgica è stata definita una “ergoterapia” data da Dio
agli uomini, per elevarli a un mondo superiore, per renderli docili e
ricettivi ai modi di agire di Dio: vivere la festa come la vive Dio.
Ora, si deve forse adattare la liturgia ai cambiamenti e alla diversificazione delle culture che mutano?
Indubbiamente tale mutamento impone le sue esigenze: mantenere
un’intelligibilità dei misteri celebrati. Tutte le culture hanno il loro valore. La loro sensibilità si evolve.
Ma l’azione liturgica non si conforma mai interamente alla cultura circostante. Il culto non coincide con
le culture. La domenica non sarà
mai il lunedì. Così la liturgia non
può mai essere immersa semplice-
La fonte dell’azione liturgica
non è l’uomo ma sta in alto
Qui il bello conduce
alla soglia del paradiso
Solo la preghiera vi entrerà
mente nella dimensione culturale e
imprigionata. Essa è il memoriale
dei misteri di Cristo, che sono fatti
storici inscritti per sempre in un dato momento della storia, che supera
tutte le vicissitudini delle culture.
Prendiamo l’abito liturgico del celebrante. Nulla impedisce che la forma di una casula cambi con il tempo. Ma ciò che non cambia è che
quest’abito rimanga il mezzo per
“disindividualizzare” l’uomo concreto che resta il celebrante.
L’originalità della liturgia cristiana consiste nel fatto di essere il memoriale dei misteri di Cristo. Tutta
l’emozione viene da queste fonti.
Il sacro divino produce un’armonia pacificante, piena, un’azione di
grazie, un’atmosfera di fiducia e di
pace: l’atmosfera di una relazione
personale e amorosa tra Dio e l’uomo. Il bello divino suscita una nuova nascita, accompagnata da una
conversione morale. Si tratta di un
bello che purifica e che guarisce. La
chiave della bellezza, dice Gregorio
di Nazianzo, è la natura umana in
movimento nello spazio di una relazione nuova di amore verso Dio. Il
bello liturgico conduce alla soglia
del paradiso. Solo la preghiera vi
entrerà.
ca della fede cristiana deve evitare tenzione agli anziani e ai malati,
una pretesa di egemonia culturale dell’educazione e insegnamento,
che si avrebbe se non si ricono- della cultura. Sarebbero delle città
scesse che la verità si propone, ma povere, molto povere, disumaniznon si impone. Ma questo non si- zate, con gravi problemi sociali.
gnifica che la Chiesa non debba
La presenza della Chiesa nella
offrirla alla società, con tutto società e le relazioni tra gerarchia
quello che significa realizzare e autorità civili devono essere di
l’«annuncio del Vangelo». È ne- dialogo leale e di collaborazione
cessario offrire ogni genere di ric- costruttiva a partire dalla propria
chezza contenuta nell’umanesimo identità. La Chiesa deve contricristiano, di grande interesse per buire al discernimento di alcuni
molte persone — soprattutto i gio- valori che sono in gioco nella sovani — e di volerlo vivere con illu- cietà e che incidono sull’autentica
sione e gioia. La presentazione del realizzazione della persona umana
messaggio di Gesù, in modo chia- e della convivenza sociale.
ro e fedele, è il compito prioritario
In tal modo, a nessuno dovrebdella Chiesa nella nostra società. be dar fastidio la voce profetica
Certamente il pieno riconoscimen- della Chiesa sulla vita familiare,
to del vero ambito del religioso è sociale e politica, anche quando
vitale per un’adeguata e feconda va controcorrente rispetto a opipresenza pubblica della Chiesa nioni ampiamente diffuse. Il nonella società. Il religioso va oltre stro conformismo priverebbe la
gli atti tipici della predicazione e società di un’antica saggezza che
del culto; si ripercuote e si espri- abbiamo ricevuto dall’alto e che è
me per sua stessa
natura sul vissuto
morale e umano che
diventa effettivo nei
campi
dell’educazione, del servizio
Il 29 maggio a Roma, presso l’Istituto
sociale, della vita,
patristico Augustinianum, viene presentato il
del matrimonio e
volume Cristiani nella società del dialogo e
della famiglia e deldella convivenza (Città del Vaticano, Libreria
la cultura.
Editrice Vaticana, 2013, pagine 235, euro 18)
La Chiesa presta
che raccoglie — con una prefazione del
alla società un servicardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone
zio molto importan— una serie di discorsi tenuti dal cardinale
te e di grande imarcivescovo di Barcellona Lluís Martínez
portanza nell’ordine
Sistach tra il 1986 e il 2012. All’incontro
prepolitico
delle
idee e dei valori
intervengono il cardinale Agostino Vallini,
morali, delle immavicario di Roma, lo storico Vicente Cárcel
gini globali dell’uoOrtí, il corrispondente dell’emittente
mo e della vita. Il
spagnola Antenna 3 Tv, Antonio Pelayo,
cardinale
Narciso
e il direttore dell’Istituto Cervantes di Roma,
Jubany parlò delSergio Rodríguez. Coordina i lavori Marta
l’importante funzioLago, incaricata dell’edizione spagnola
ne «nutritiva» della
del nostro giornale.
Chiesa nella società.
La società democratica necessita di
gruppi sociali, religiosi e culturali stata presente e attiva nelle radici
che si occupino di un’irrigazione della nostra antropologia e della
spirituale ed etica dei cittadini, af- nostra storia.
finché dopo essi, nel libero eserciLo Stato non può ignorare l’esizio dei loro diritti e della loro par- stenza del fenomeno religioso neltecipazione politica, trasmettano la società. Pretendere che lo Stato
allo Stato il riflesso di queste sen- laico debba agire come se questo
sibilità morali ed esigano il rispet- fatto religioso, anche come corpo
to, la tutela e la protezione di sociale organizzato, non esistesse,
questo vigore spirituale senza il equivale a situarsi ai margini della
quale non può esistere una società realtà. Il problema fondamentale
libera né una cittadinanza respon- del laicismo che esclude dall’amsabile.
bito pubblico la dimensione reliPer rendersi conto del servizio giosa consiste nel fatto che si tratche la Chiesa presta, basti pensare ta di una concezione della vita soa ciò che sarebbe di una città, per ciale che pensa e vuole organizzaesempio Santiago de los Caballe- re una società che non è la società
ros o Barcellona, senza la presen- reale. La fede o la non credenza
za e l’azione delle parrocchie, del- sono oggetto di una scelta che i
le comunità religiose, delle asso- cittadini devono compiere nella
ciazioni e delle istituzioni ecclesia- società, soprattutto in una società
li nel campo della spiritualità, dei culturalmente pluralista in rapporrapporti interpersonali, della po- to al fatto religioso. Lo Stato è
vertà e dell’emarginazione, dell’at- laico, ma la società non lo è.
Cristiani in dialogo
La Pontificia Università Lateranense a Belgrado
Cooperazione accademica
Rinnovare la convenzione tra la facoltà ortodossa di teologia
dell’università di Belgrado e la Pontificia Università Lateranense: questo lo scopo principale della visita ufficiale che ha visto
il rettore, il vescovo Enrico dal Covolo, e il vice-decano della
facoltà di Sacra teologia, Lubomir Zak nella città serba, accolti
dal nunzio apostolico, l’arcivescovo Orlando Antonini. L’occasione per il rinnovamento della convenzione, firmata ad Assisi
il 29 giugno 2004, è stata fornita dal convegno internazionale
su «La Chiesa nell’età del Santo Imperatore Costantino il
Grande», promossa dall’università di Belgrado.
La conservazione delle vetrate storiche al centro del terzo convegno internazionale delle cattedrali europee a Pisa
Custodi della luce e dei colori
Una vetrata della chiesa di Saint-Denis
Il 30 maggio si riuniscono a Pisa, nell’auditorium
Toniolo, i rappresentanti di alcune delle più importanti cattedrali europee. È la terza edizione del
convegno internazionale organizzato dall’O pera
della Primaziale Pisana per garantire un confronto
tra le esperienze più significative di tutela e conservazione dei grandi complessi monumentali
d’Europa. L’incontro di quest’anno è dedicato alla
«Conservazione delle vetrate storiche».
A partire dalla costruzione di Saint-Denis in
Francia, spiega Pierfrancesco Pacini, presidente
dell’Opera della Primaziale Pisana, «la catechesi
nelle cattedrali gotiche oltre alla predicazione,
venne affidata all’apparato scultoreo e, soprattutto, all’arte della vetrata istoriata. Le vetrate divennero quindi uno strumento ideale per la pastorale,
per trasmettere ai fedeli i temi principali della rivelazione cristiana e dei suoi principi attraverso il
fascino dell’illuminazione e dei colori, divenendo
dunque una vera e propria Biblia pauperum. L’arte
vetraria si sviluppò così nei secoli successivi fino
ai magnifici trionfi di Chartres e di Notre-Dame,
e, diffondendosi lungo il Reno attraverso la Germania e la Svizzera, giunse anche in Italia nel XIII
secolo».
Nel corso della giornata di studi si avrà l’opportunità di ascoltare come il tema della conservazione delle vetrate viene affrontato in vari Paesi
europei attraverso le esperienze di sette grandi
complessi monumentali: in Italia, la cattedrale di
Siena e la basilica di Assisi, dove si sta per concludere l’imponente restauro della quadrifora della
Cappella della Maddalena; in Francia, le cattedrali di Strasburgo e di Chartes; in Gran Bretagna, la
cattedrale di York Minster e, infine, in Germania,
le cattedrali di Colonia e di Herfurt. A queste si
aggiungono interventi dell’Associazione europea
dei capi delle maestranze, del Corpus vitrearum
medii aevi, e dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma.
L’OSSERVATORE ROMANO
giovedì 30 maggio 2013
pagina 5
Messa del Papa a Santa Marta
La fede della Chiesa nel Corpo e nel Sangue di Cristo
Il trionfalismo dei cristiani
Non solo
un simbolo
Il trionfalismo che appartiene ai cristiani è quello che passa attraverso il
fallimento umano, il fallimento della
croce. Lasciarsi tentare da altri trionfalismi, da trionfalismi mondani, significa cedere alla tentazione di concepire un «cristianesimo senza croce», un «cristianesimo a metà». È
stata l’umiltà il centro della riflessione di Papa Francesco durante la
messa celebrata questa mattina, mercoledì 29 maggio, nella cappella della Domus Sanctae Marthae.
Nel vangelo di oggi (Marco, 10,
32-45) è descritto il cammino verso
Gerusalemme di Gesù, seguito dai
discepoli. «Erano sulla strada che
saliva a Gerusalemme — ha spiegato
il Papa — e Gesù camminava davanti. Deciso. Possiamo anche pensare,
in fretta». Soffermandosi sui sentimenti che si agitavano in quel momento nel cuore dei discepoli «sgomenti» e «impauriti», il Santo Padre
ha voluto mettere in evidenza il
comportamento del Signore che svela loro la verità: «Ecco noi saliamo a
Gerusalemme, il Figlio dell’Uomo
sarà consegnato» ai capi dei sacer-
Il cardinale Ricard a San Pietro
Festa dei francesi
di Roma
per santa Petronilla
«Noi viviamo oggi in un’epoca,
in cui un certo numero di nostri
contemporanei dubita che la fedeltà sia possibile. In un universo
relativista, si può restare per lunghi anni fedeli, a una persona
nella coppia, a una causa, a delle
idee?». Con queste parole il cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux, ha iniziato
l’omelia durante la messa per la
Francia celebrata stamattina, mercoledì 29 maggio, nella festa di
santa Petronilla, all’altare a lei dedicato nella basilica di San Pietro. Nel momento in cui alcuni
pensano che la fedeltà interferisca
con la libertà, il porporato ha affermato che la fedeltà «è possibile», perché «è un dono di Dio».
Si tratta, infatti, di «un’opera
creatrice», la quale «lungi dall’essere una nostalgia paralizzante
che ci renderebbe prigionieri del
passato», vive nel presente e ci fa
rivolgere verso l’avvenire. Con il
cardinale hanno concelebrato l’arcivescovo Brugùes, archivista e
bibliotecario di Santa Romana
Chiesa, e il vescovo Laffitte, segretario del Pontificio Consiglio
per la Famiglia, con la comunità
dei preti francesi che svolgono il
loro servizio a Roma. Tra i presenti, l’ambasciatore di Francia
presso la Santa Sede, Bruno Joubert, con numerosi diplomatici.
doti e agli scribi; lo condanneranno
a morte e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà. Gesù «dice la
verità» e mostra loro il cammino che
finisce «al terzo giorno».
Nonostante le parole di Cristo, i
discepoli pensano che sia meglio
fermarsi. E nello stesso tempo, ha
fatto notare il Pontefice, cominciano
a discutere tra loro «come sistemare
la Chiesa». Anzi Giacomo e Giovanni «sono andati da Gesù a chiedergli l’ufficio di capo del governo».
Ma anche gli altri «discutevano e si
domandavano chi tra loro fosse il
più importante» in quella Chiesa
che volevano sistemare. Cristo, ha
osservato il Papa, era davanti al
compiersi della sua missione, mentre
i suoi discepoli si erano fermati a discutere su «un altro progetto, un altro punto di vista della Chiesa».
In questo modo essi subivano la
stessa tentazione di Gesù nel deserto, «quando il diavolo era andato
per proporgli un altro cammino» e
lo aveva sfidato a compiere «un miracolo — ha ricordato ancora il Pontefice — qualcosa che tutti chiedevano». Come gettarsi dal tempio e salvarsi, in modo tale che tutti potessero vedere il miracolo e redimersi.
Gesù, ha aggiunto, subì la stessa
tentazione da parte di Pietro. Quando parlò della croce, ha ricordato il
vescovo di Roma, l’apostolo, che
pure lo aveva riconosciuto come il
Figlio di Dio, lo implorò di rinunciare. «E Gesù gli disse: satana! E
rinunciò alla tentazione».
Oggi, ha sottolineato il Pontefice,
il pericolo è quello di soccombere
alla «tentazione di un cristianesimo
senza croce. Un cristianesimo a me-
tà cammino. Questa è una tentazione». Ma ce n’è un’altra, ha aggiunto
il Pontefice, «quella di un cristianesimo con la croce senza Gesù» della
quale, come ha detto, forse parlerà
in un’altra occasione. E riprendendo
il tema dell’omelia, il Papa ha spiegato che si tratta della tentazione
del trionfalismo. «Noi vogliamo il
trionfo adesso — ha detto — senza
andare sulla croce. Un trionfo mondano, un trionfo ragionevole». Per
fare un esempio ha citato l’episodio
evangelico delle tentazioni di Cristo:
«tu mi adori e io ti do tutto». E
«questo — ha fatto notare il Papa —
purché non arrivasse a fare quello
che il Padre voleva che Gesù facesse».
«Il trionfalismo nella Chiesa — ha
proseguito il Papa — ferma la Chiesa. Il trionfalismo di noi cristiani
ferma i cristiani. Una Chiesa trionfalista è una Chiesa a metà cammino». Una Chiesa che si accontentasse di essere «ben sistemata, con tutti
gli uffici, tutto a posto, tutto bello,
efficiente», ma che rinnegasse i martiri sarebbe «una Chiesa che soltanto pensa ai trionfi, ai successi; che
non ha quella regola di Gesù: la regola del trionfo tramite il fallimento.
Il fallimento umano, il fallimento
della croce. E questa è una tentazione che tutti noi abbiamo».
E in proposito il Papa ha ricordato un episodio della sua vita: «Una
volta, ero in un momento buio della
mia vita spirituale, e chiedevo una
grazia dal Signore. Sono andato a
predicare gli esercizi dalle suore e
l’ultimo giorno si sono confessate. È
venuta a confessarsi una suora anziana, più di ottant’anni, ma con gli
occhi chiari, proprio luminosi. Era
una donna di Dio. Poi alla fine l’ho
vista tanto donna di Dio che le ho
detto: “Suora, come penitenza preghi per me, perché ho bisogno di
una grazia, eh? Se lei la chiede al
Signore, me la darà sicuro”. Lei si è
fermata un attimo, come se pregasse, e mi ha detto questo: “Sicuro che
il Signore le darà la grazia ma, non
si sbagli: con il suo modo divino”.
Questo mi ha fatto tanto bene: sentire che il Signore ci dà sempre
quello che chiediamo ma lo fa con il
suo modo divino». Questo modo,
ha spiegato il Papa, «coinvolge la
croce. Non per masochismo, no no:
per amore, per amore fino alla
fine».
Concludendo l’omelia il Santo
Padre ha invitato tutti a chiedere al
Signore «la grazia di non essere una
Chiesa a metà cammino, una Chiesa
trionfalista, dei grandi successi».
«Se la Chiesa è umile — ha detto —
cammina con decisione come Gesù,
va avanti, avanti, avanti!».
Con il Santo Padre hanno concelebrato i monsignori Valério Breda,
vescovo di Penedo, in Brasile, e José
Manuel Garcia Cordero, vescovo di
Bragança-Miranda, in Portogallo.
Alla messa hanno partecipato, tra gli
altri, i dipendenti del servizio laboratori e impianti del Governatorato,
don Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro Televisivo Vaticano, e
monsignor Francesco Ceriotti, per
decenni impegnato nell’ambito della
comunicazione della Conferenza
episcopale italiana, che proprio oggi
festeggia il settantesimo anniversario
di ordinazione sacerdotale.
Inizio della missione
del nunzio apostolico in Australia
Il 1° marzo scorso, monsignor Paul Richard Gallagher,
arcivescovo titolare di Hodelm, è arrivato all’aeroporto
internazionale di Canberra, dove è stato ricevuto dal vescovo Max Leroy Davis, ordinario militare per l’Australia, da monsignor John Woods, amministratore arcidiocesano di Canberra and Goulburn e da alcuni sacerdoti
e religiosi locali, nonché dal consigliere di nunziatura,
monsignor Luis Miguel Muñoz Cárdaba.
La presentazione delle copie delle lettere credenziali
ha avuto luogo il 13 marzo al ministero degli Affari esteri e del commercio, nelle mani della signora Sally Mansfield, capo del Protocollo. Dopo la cerimonia, il rappresentante pontificio è stato ricevuto dal signor Jeremy
Newman, assistente principale del segretario per l’Europa dello stesso dicastero.
Il 30 aprile si è svolta, alla State House, la solenne
cerimonia di presentazione delle lettere credenziali a
Sua Eccellenza la signora Quentin Bryce, governatore
generale. Il nunzio è stato accolto dal capo del Protocollo, signora Mansfield, e dall’addetto militare del governatore generale. La signora Bryce ha manifestato il
suo vivo interesse per l’elezione di Papa Francesco, ha
espresso la sua convinzione che la Chiesa dovrebbe
sempre rinnovare il suo impegno nel combattere la povertà e la violenza contro le donne.
Da parte sua, il rappresentante pontificio ha ricordato
l’udienza concessagli da Benedetto XVI il 4 febbraio
2013, durante la quale egli aveva ricordato con gratitudine e affetto la propria visita in Australia in occasione
della Giornata mondiale della gioventù di Sydney nel
2008. Circa l’elezione di Papa Francesco, il nunzio ha
fatto riferimento ai primi gesti e parole del Papa come
segno di speranza e di vicinanza.
In precedenza, monsignor Denis Hart, arcivescovo di
Melbourne, e monsignor Philip Wilson, Arcivescovo di
Adelaide, rispettivamente presidente e vice-presidente
della Conferenza episcopale australiana, avevano voluto
recarsi appositamente a Canberra per riunirsi con il
nuovo rappresentante pontificio. Durante il cordiale incontro i due presuli, a nome di tutti i vescovi, hanno
dato il benvenuto al nuovo nunzio, rinnovando il proprio impegno a collaborare sempre più strettamente con
la nunziatura per il bene della Chiesa in Australia.
Il 3 maggio, è stata inaugurata a Sydney l’assemblea
plenaria semestrale della Conferenza episcopale australiana, durante la quale il nuovo nunzio apostolico ha
avuto modo di pronunciare un discorso e presentare a
monsignor Hart la lettera commendatizia del cardinale
segretario di Stato Tarcisio Bertone.
Nel fine settimana in Francia il primo congresso nazionale degli istituti
C’è bisogno della scuola cattolica
PARIGI, 29. Novemila istituti, centotrentaquattromila insegnanti, più di
due milioni di studenti: Enseignement catholique, l’organizzazione
che in Francia raggruppa la stragrande maggioranza delle scuole
private sotto contratto d’associazione con lo Stato, terrà nel fine settimana (1° e 2 giugno) il suo primo
congresso nazionale. «Abbiamo bisogno della scuola cattolica?» la domanda che dà il titolo all’incontro
che avrà luogo al Parc floral di Vincennes, alle porte di Parigi. Una domanda — spiegano gli organizzatori
— che si inquadra e si chiarisce
nell’attualità e nella storia: essa
«conduce a una volontà di dialogo,
la più ampia possibile, tanto con i
differenti attori delle comunità educative che con la società nella diversità delle sue componenti», per trovare, lungo il cammino di riflessione
intrapreso, risposte adeguate a tanti
interrogativi.
Il congresso è stato preceduto da
un lungo lavoro preparatorio effettuato nelle diocesi dal quale sono
emersi sei temi che verranno approfonditi nell’assemblea di Vincennes:
concentrarsi sulla diversità sociale;
contribuire alla nuova evangelizzazione; avere successo nell’inserimento professionale; promuovere l’impegno civico; partecipare all’animazione dei territori; sviluppare la creatività pedagogica. A Nantes, per
esempio, nei mesi scorsi, su invito
della direzione diocesana, si sono radunati in assemblea i capi istituto
delle scuole di primo e secondo grado. La principale richiesta è stata
quella di costruire una scuola più rivolta verso l’esterno, una scuola dalla condivisione più spiccata: da qui
la volontà di sviluppare progetti
educativi innovativi e di riunire su
questi temi consigli di classe e di
istituto coinvolgendo rappresentanti
comunali e reti associative. Dai presidi anche la proposta di sperimentare mescolanze di livelli, di studiare
progetti
pastorali
che
vadano
incontro alle attese delle famiglie e
orari scolastici appropriati. Hanno
inoltre insistito sull’utilità di aumen-
tare i contributi statali. Le risorse
pubbliche sono cresciute del 2,1 per
cento dal 2010 al 2011 ma tale aumento — osserva Enseignement catholique — non copre le spese legate
al contratto che dovrebbero essere
prese in carico dallo Stato. Contemporaneamente, dal 2010 al 2011 sono
salite del 6,9 per cento le spese sostenute dalle famiglie relativamente
all’iscrizione, alla mensa e all’alloggio.
Anche dalla diocesi di Angers è
venuta la richiesta di un maggiore
inserimento della scuola cattolica
nell’ambiente locale, in particolar
modo nella vita associativa e socioeconomica del territorio.
Per Enseignement catholique è
momento di grandi novità e cambiamenti. Il 18 aprile scorso i vescovi
francesi riuniti in assemblea plenaria
hanno approvato il nuovo statuto
dell’insegnamento cattolico e nominato Pascal Balmand segretario generale dell’organizzazione. Dal 1°
settembre prenderà il posto di Eric
de Labarre che ha guidato Enseignement catholique negli ultimi sei
anni. Il nuovo statuto, che sarà pubblicato il 1° giugno, tiene conto delle
esperienze e dei cambiamenti di
Chiesa e società: garantirà «un miglior riconoscimento del contributo
di docenti, educatori, presidi, genitori, allievi, volontari, all’opera e
all’istituzione educativa cattolica», e
affronterà la diversità delle situazioni locali proponendo «soluzioni
pragmatiche e modulabili».
La scuola cattolica — spiega de
Labarre — è innanzitutto «uno stato
d’animo condiviso» ma questo senso
di appartenenza trova realizzazione
solo nel servizio reso ai giovani, alle
famiglie, alla società, poiché, aggiunge citando il padre gesuita Pierre Ceyrac, «tutto ciò che non è dato
è perso». Ma la sfida principale per
l’insegnamento cattolico, mentre il
Parlamento sta esaminando il disegno di legge di riforma della scuola,
è oggi quella di ribadire la sua importanza, la sua necessità, nel panorama educativo francese.
di INOS BIFFI
Ogni messa è la festa del Corpo e
del Sangue del Signore; ne è la presenza reale e necessaria, poiché la
Chiesa non può fare a meno del
Corpo di Cristo, ossia della sua
passione e dell’amore che in quel
Corpo ritrova e assume. Oggi viene
esaltata soprattutto la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia: la solennità è nata per proclamarla e farne
oggetto di adorazione, quando sorse il rischio che nella coscienza cristiana tale presenza si obnubilasse.
La vigilia della sua passione Gesù non ha lasciato un semplice simbolo di se stesso, o una sua memoria affidata solo al desiderio o
all’intensità del loro affetto: egli ha
lasciato la sua persona nella forma
del suo sacrificio; ha consegnato la
sua vita (il suo sangue) non trattenuta per sé, ma offerta per la liberazione dell’uomo. Il simbolo religioso, commemorativo, non è la novità cristiana: questa novità consiste
nel fatto sorprendente che nel modo e nell’indicazione del segno del
pane e del vino e quindi di una
convivialità umana, Cristo ha dato
se stesso; così, il segno eucaristico
non è indice di lontananza, rimando a un’assenza, ma tramite di vera
presenza. Del resto con il Signore
Gesù i simboli non contano più; alla loro ombra si è sostituita la Sua
verità; alla loro attesa la Sua venuta, nell’Eucaristia Gesù ha reso disponibile se stesso, poiché l’uomo
non ha bisogno di altri che di lui e
dello Spirito che viene da lui. Professare la presenza di Gesù nell’Eucaristia, nella verità del suo Corpo
e del suo Sangue, vuol dire riconoscere che da lui viene la nostra salvezza: dalla comunione personale e
insostituibile che con lui si stabilisce.
Il segno eucaristico è il convito:
Gesù offre il suo Corpo e il suo
Sangue perché siano cibo e bevanda dei suoi discepoli, creando una
condivisione di vita e di destino. La
teologia e la poesia cristiana lo proclamano dal tempo della festa del
Corpus Domini: «O sacro convito,
dove Cristo è ricevuto come cibo».
Non è certamente la Chiesa con
la sua fede a trasformare il pane e il
vino nel Corpo e nel Sangue di
Cristo: nella fede della Chiesa agisce la volontà e la forza di Gesù
Cristo, mediante il dono dello Spirito. Noi non possiamo disporre del
Corpo del Signore: soltanto lo possiamo ricevere come dono, che viene dall’intervento di Gesù Cristo
che trasforma il pane e il vino nel
suo Corpo e nel suo Sangue. Come
per virtù dello Spirito Santo Gesù è
stato concepito nel grembo di Maria, così per lo stesso Spirito è presente nella Chiesa — nel sacramento
dell’Eucaristia — il Corpo del Signore.
Cristo stesso, con il suo Spirito, è
l’autore della “transustanziazione”,
di quella trasformazione, per cui
tutta l’identità del pane e del vino è
mutata nell’identità del Corpo e del
Sangue del Signore, permanendo
unicamente l’apparenza o meglio il
segno. Come spiega sant’Ambrogio:
«Quando si viene a compiere il venerabile sacramento, il sacerdote
usa le parole di Cristo. È dunque la
parola di Cristo a compiere questo
sacramento. Il pane, prima di essere
consacrato, è pane; quando sono
pronunziate le parole di Cristo, è
corpo di Cristo; prima delle parole
di Cristo il calice è un calice pieno
di vino e di acqua; quando le parole di Cristo hanno operato, nel calice si forma il sangue che ha redento il popolo. La parola di Cristo ha
il potere di trasformare tutte le cose» (De sacramentis, IV, 4, 14; 5, 23).
Il ministero sacerdotale è un servizio alla signoria di Gesù.
Per parte loro, le nuove preghiere
di consacrazione hanno perspicuamente messo in luce l’azione transustanziante dello Spirito: «Manda
il tuo Spirito — prega il celebrante
— a santificare i doni che ti offriamo, perché diventino il corpo e il
sangue di Gesù Cristo tuo Figlio e
nostro Signore, che ci ha comandato di celebrare questi misteri».
Ancora sant’Ambrogio esclamerà:
«Da te il nostro ministero riceve il
valore di sacramento. Non è della
potenza umana comunicare i beni
divini, ma è dono tuo, o Signore»
(cfr. De Spiritu Sancto, 1, Prol., 17).
Ossia: sei tu a conferire ai nostri
gesti esteriori un intimo valore sacramentale, efficace di grazia. E
questa è la ragione profonda
dell’umiltà del servizio sacerdotale.
Da secoli la Chiesa, per indicare la
mutazione eucaristica, usa il termine “transustanziazione”; se la sua
origine è filosofica, esso è ritenuto
dalla Chiesa termine prezioso e particolarmente adatto per dire che il
pane e il vino non ricevono nell’Eucaristia soltanto un significato e
una finalità nuova, ma sono radicalmente trasformati, per coincidere
«veramente, realmente, sostanzialmente» (come dice il concilio di
Trento, Decretum de Sanctissimo Eucharistiae Sacramento, can. 1; Denz.
1651) col Corpo e col Sangue del
Signore.
Se c’è un tempo in cui ci appare
soprattutto necessaria la conservazione di questo linguaggio è il nostro, segnato dalla tentazione di
una pura simbolicità eucaristica.
Anche dopo la celebrazione Cristo
rimane presente nell’Eucaristia con
il suo Corpo e il suo Sangue, con
la sua persona; per questo continua
il suo culto di adorazione da parte
della Chiesa: il culto che la festa
del Corpo e del Sangue del Signore
intende specialmente esaltare. L’Eucaristia nel tabernacolo è come lo
spazio della presenza del Signore
nella nostra storia. Il sacramento
non distanzia e non separa, ma inclina e dispone all’incontro, in prosieguo con la comunione. La centralità della messa non deve mettere
in ombra quella Presenza eucaristica fuori di essa, che così felicemente e intensamente suscita la preghiera come relazione viva con la persona di Cristo, “abitualmente” incontrabile nel segno della sua stabile
dimora sacramentale con la sua
Chiesa. L’adorazione eucaristica è
stata uno dei più forti stimoli alla
diffusione e all’approfondimento
dello spirito di orazione. Sarebbe
un deplorevole impoverimento se
dovesse declinare per una male intesa riforma liturgica. E va detto al
riguardo che l’aver talora rarefatto e
immiserito, se non contestato, i segni della presenza reale di Cristo
nell’Eucaristia non è stata una pastorale avveduta, se pur addirittura
un occultarsi dei segni non sia stato
in qualche caso persino l’indice di
un affievolirsi della fede nella stessa
Presenza reale.
«O Gesù che ora cerco di contemplare velato nel segno — pregava appassionatamente il teologo
dell’Eucaristia, san Tommaso — appaga il mio bruciante desiderio di
poter un giorno ammirare il tuo
volto e di essere beato nella visione
della tua gloria» (Adoro te, devote):
l’adorazione eucaristica sollecita e
nutre il desiderio di un incontro
con Cristo, oltre la fede, in un appuntamento e in un incontro faccia
a faccia, che duri per l’eternità.
Celebrazione
per gli spagnoli
nella basilica
liberiana
L’Ambasciata di Spagna presso
la Santa Sede comunica che domenica 2 giugno, alle ore 10, in
occasione della festività di san
Ferdinando, si celebrerà nella basilica papale di Santa Maria
Maggiore la tradizionale messa
per le intenzioni del re di Spagna e il popolo spagnolo. L’atto
sarà presieduto dal cardinale arciprete Santos Abril y Castelló.
Lutto nell’episcopato
Monsignor Silvério Jarbas Paulo
de Albuquerque, vescovo emerito di Feira de Santana, in Brasile, è morto nelle primissime ore
di martedì 28 maggio, a novantasei anni, in un ospedale locale.
Il compianto presule era nato
a Olinda l’11 marzo 1917 e aveva
emesso la professione religiosa
nei frati minori nel 1937. Ordinato sacerdote francescano il 30
maggio 1942, era stato eletto alla
sede residenziale di Caetité il 17
marzo 1970 e aveva ricevuto l’ordinazione il successivo 10 maggio. Il 18 gennaio 1973 era stato
trasferito alla diocesi di Feira de
Santana, elevata a sede metropolitana nel 2002. Aveva rinunciato
al governo pastorale il 22 febbraio 1995. Le esequie sono state
celebrate alle 15 di martedì 29
maggio nella cattedrale Senhora
Sant’Ana dove è stato sepolto.
L’OSSERVATORE ROMANO
pagina 6
giovedì 30 maggio 2013
Gruppi di fedeli all’udienza generale
All’udienza generale di mercoledì 29
maggio, in piazza San Pietro, erano
presenti i seguenti gruppi:
Da diversi Paesi: Partecipanti al
Meeting internazionale promosso
dalla Fondazione «Comunità di Gesù»; Carmelitani di Sant’Elia.
Dall’Italia: Pellegrinaggio della
Diocesi di Vallo della Lucania, con
il Vescovo Ciro Miniero; Pellegrinaggio della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, con il Vescovo Luigi Martella; Pellegrinaggio
dall’Arcidiocesi de L’Aquila, con
l’Arcivescovo Giuseppe Molinari e
l’Ausiliare Giovanni D’Ercole; Partecipanti al Corso promosso dalla Caritas Italiana, con il Vescovo Giuseppe Merisi; Seminaristi del Seminario
Arcivescovile di Napoli, e Studenti
della Pontificia Facoltà dell’Italia
meridionale; Giuseppini del Murialdo; Diaconi dell’Arcidiocesi di Milano; Suore Apostole del Sacro Cuore;
Piccole Sorelle dell’Agnello; Figlie
di Maria Ausiliatrice; Povere Figlie
di Maria Santissima Incoronata.
Gruppi di fedeli dalle Parrocchie:
Parrocchia San Francesco, in Giano
dell’Umbria; Parrocchia Santissimo
Nome di Gesù, in Calcata; San Zenone, in Borsea di Rovigo;
Sant’Apollinare, in Sant’Apollinare
di Rovigo; Sant’Anna, in Chioggia;
San Biagio, in Callalta di Treviso;
Santa Margherita, in Vigonza; Santa
Maria Assunta, in Montagnana;
Santa Maria Maddalena, in Verona;
Santa Maria e San Zenone, in Zugliano; Santa Maria Nascente, in
Coccaglio; San Lorenzo, in Ghisalba; San Bernardo, in Bollate; San
Giovanni Battista, in Busto Arsizio;
San Vittore, in Villa Cortese; Cristo
Re, in Mantegazza-Rogorotto; Santi
Vito Modesto e Crescenzia, in Torino; San Vincenzo e Santa Rita, in
Rodano; Santi Martino e Siro, in
San Salvatore Monferrato; San Siro,
in Struppa; Sant’Antonio Abate, in
Diano Marina; Santa Croce, in Riccò del Golfo Cristo Re, in Imperia;
San Francesco, in Sarzana; Sacro
Cuore di Gesù e San Giovanni Battista, in Castel Guelfo di Bologna;
San Pietro, in Castello d’Argile; San
Giacomo, in Cesenatico; San Dionigi, in Premana; San Pietro, in Cento; Santi Biagio e Simeone; Santi
Pietro e Paolo, in Montescudo; San
Giovanni Battista, in Pieve Fosciana;
Sant’Apollinare, in Barbaricina; San
Pietro, in San Piero a Grado; San
Luca alle Querce, in Prato; Santa
Teresa del Bambino Gesù, in Mastromarco di Lamporecchio; San
Domenichino, in Massa; San Michele, in Fornoli; San Giovanni Evangelista, in Ponsacco; Sant’Antonio a
Bellariva, in Firenze; San Michele a
Ronta, in Borgo San Lorenzo; Santa
Croce, in Vinci; Santo Stefano, in
Lamporecchio; Santa Maria all’Ambrogiana e San Giovanni Evangelista, in Firenze; San Martino, in
Apecchio; Santi Giovanni Battista e
Nicolò, in Montegiorgio; San Marone, in Civitanova Marche; San Flaviano, in Recanati; San Biagio, in
Vacri; Santi Pietro e Andrea, in Notaresco; San Donato, in Castiglione
Messer Raimondo; San Giovanni
Battista, in Civitatomassa di Scoppito; Santa Maria di Capodacqua, in
Ortucchio; San Giorgio, in Pereto;
Santa Maria, in Morra; Sant’Eutizio,
in Preci; Santa Maria delle Grazie,
in Palazzo di Assisi; San Lorenzo, in
Volterrano; Sacro Cuore Eucaristico
di Gesù, in Terni; Cuore Immacolato di Maria e San Lorenzo, in Civita
Castellana; Sant’Antonio di Padova,
in Tre Croci; San Donato, in Vetriolo; San Girolamo, in Castel Cellesi;
Santa Maria Assunta, in Canepina;
Santa Maria Assunta, in Bassano
Romano; Sant’Agapito e Maria Santissima Annunziata, in Villa Fontane
di Valentano; San Liborio, in Civitavecchia; Santa Maria Maddalena, in
Colli sul Velino; San Michele, in Rivodutri; Santa Rufina, in Cittaducale; Santissimo Salvatore, in Selci Sabino; San Giuseppe all’Aurelio, San
Bartolomeo, Sant’Alfonso Maria de’
†
Il Cardinale Edwin F. O’Brien, Gran
Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il Governatore Generale e i Membri del Gran
Magistero profondamente addolorati
per la scomparsa del
Luogotenente Generale d’O nore
S.E. Conte
PETER
WOLFF-METTERNICH
ZUR GRACHT
nel ricordarne lo spirito di dedizione e
l’assiduo impegno per l’Ordine e la
Terra Santa, esprimono il loro cordoglio unendosi alla preghiera della famiglia e invocando il Padre affinché lo
accolga nella Casa Celeste.
Liguori, in Roma; Nome Santissimo
della Beata Vergine Maria, in Fontana di Papa - Ariccia; Madonna della
Fiducia, in San Cesareo; Sant’Anna,
in Nettuno; Sacratissimo Cuore di
Gesù, in Frosinone; San Bonifacio,
in Pomezia; San Pietro, in Castelmassimo di Veroli; Santa Maria Imperatrice, in Anagni; San Paolo della
Croce, in Badia di Ceccano; Santi
Giovanni Battista ed Evangelista, in
Casalvieri; Santa Maria Assunta, in
Atina; Madonna di Fatima, in Molella di Sabaudia; Santa Maria Goretti, in Latina; San Giovanni Battista, Santi Cosma e Damiano, in Castelforte; Sant’Andrea, in Trivio di
Formia; San Carlo Borromeo, in
Gaeta; Sant’Antonio di Padova, in
Santa Croce di Magliano; Gesù Crocifisso, in Termoli; Purificazione della Beata Vergine Maria, Sant’Andrea, in Candela; Beata Vergine Maria Addolorata, in Orta Nova; San
Michele
Arcangelo,
in
Monte
Sant’Angelo; Santi Guglielmo e Pellegrino, in Foggia; San Giovanni
Battista, in Foggia; San Trifone, in
Cerignola; Santa Maria delle Grazie,
in Sannicandro Garganico; Santissimo Crocifisso, in Cerignola; San
Giacomo Maggiore, in Barletta;
Santissima Trinità, in Barletta; San
Lorenzo, in Bisceglie; Maria Santissima Addolorata, in Margherita di
Savoia; San Silvestro, in Bisceglie;
San Giuseppe Artigiano, in Andria;
Santa Maria Assunta, in Cassano
delle Murge; San Domenico, in Rutigliano; Santi Medici Cosma e Damiano, in Polignano a Mare; Santa
Teresa, in Canosa di Puglia; Maria
L’Aquila, Verona, Rodano, Borgo
Piave di Latina, Pieve Fosciana, Rutigliano, Rezzato, Virle Treponti,
Meduna, Acquanegra sul Chiese,
Fermo; Pontificia Facoltà teologica
dell’Italia meridionale; Caritas della
Diocesi di Rieti; Cenacolo di preghiera per i sacerdoti e le vocazioni,
di Verona; Comunità «Gesù», di
Campobasso: Accademia culturale
europea; Confraternita Santa Maria
delle Grazie, in Marcianise; Confraternita della Beata Vergine Assunta,
in Morbegno; Congrega dell’Immacolata e del glorioso San Rocco, di
Palmi; Congrega Sant’Anna, di Lacco Ameno d’Ischia; Pia Unione primaria di Santa Rita da Cascia, di
Avellino; Confraternite della Misericordia, di Pieve a Nievole, Isola di
Capo Rizzuto; Istituto per Ispettori
della Polizia di Stato, di Nettuno;
Polizia Penitenziaria, di Bellizzi Irpino; Polizia Penitenziaria, di Foggia; Polizia di Stato della Questura
di Lucca; Vigili del Fuoco, di Teramo; Comando Regionale della
Guardia di Finanza dalla Calabria;
Associazione nazionale Carabinieri
di Foggia, Avetrana, Viterbo, Capua,
Pescara; Associazione Ufficiali in
congedo di Ascoli Piceno; Associazione nazionale Polizia di Stato, di
Benevento; Associazione nazionale
Marinai d’Italia, di Avellino; Associazione Arma Aeronautica, di Bitonto; Associazione di volontariato
per diversamente abili, di San Giorgio a Cremano; Associazione Adel,
di Marigliano; Associazione San Nicola, di Carbonara di Bari; Associazione Ali verdi, di Rutigliano; Asso-
riana pellegrinaggi, di Salerno;
Gruppo Scout, di Guidonia; gruppo
giovanile di Sant’Angelo Romano;
Banca Suasa, di San Michele al Fiume; Gruppo dell’Unitalsi, di Castellaneta, Mantova, Camerino, San Severino Marche, Teramo; Gruppo
Avis, di Isola d’Asti; Gruppo ArcaEnel, dalla Toscana e da Napoli;
Gruppo della Federazione italiana
pallavolo; Gruppo sportivo cicloturistico, da Verona; Polisportiva dilettantistica Olimpica Skaters, di Rovigo; Luparense calcio a cinque, di
San Martino di Lupari; Scafatese
calcio 1922; Gruppo Acli, di Milano;
Delegazioni di vari Comuni della
Provincia di Benevento; Ragazzi
Sindaci della Provincia di Catania;
Gruppo Assicurazioni Generali, di
Roma; Scuola di ballo Star dance,
di Chivasso; Scuola di ballo Antonello Band, di Fano; Circolo Tulliano, di Arpino; Università della terza
età, di Bari; Fondazione Liberal-popolare Calabria, di Paola; Fondazione Istituto dramma popolare, di San
Miniato; Fondazione Madonna del
soccorso, di Fauglia; Gruppo Amici
del Casentino; Coro polifonico Cantores Ecclesiae, di Napoli; Corale
Ruah, di Ostia; Associazione filarmonica Giuseppe Verdi, di Reggello;
Concerto bandistico Venagrande, di
Ascoli Piceno; Gruppo del WWF del
Lazio. Gruppi di studenti: Licei musicali di Salerno; Liceo Bethancourt,
di Andria; Liceo Marone, di Avellino; Liceo Fermi, di Sulmona; Liceo
Archita, di Taranto; Liceo Nevio, di
Santa Maria Capua Vetere; Delegazione di intellettuali dalla Turchia,
no; Scuola Rousseau, di Bari; Scuola De Corato, di Andria; Scuola
Bimbi lieti, di Ercolano; Scuola San
Tarcisio, di Ercolano; Scuola Birbe e
marmocchi, di Villaricca; Scuola
Cocchia, di Mercogliano; Scuola
Giacosa, di Torino; Scuola dell’infanzia, di Lentini; Scuola Leopardi,
di Napoli; Scuola San Vincenzo de’
Paoli, di Isola del Liri; Scuola Sacro
Cuore, di Matera; Scuola Siciliani,
di Cirò Marina; Scuola Giovanni
XXIII, di Roma; Scuola Archimede,
di Barletta; Scuola Cafiero, di Barletta; Scuola Sacri Cuori, di Roma;
Scuola San Benedetto, di Barletta;
Scuola San Giovanni, di Viterbo;
Scuola San Lorenzo - Le rose, di Tavernuzze; Scuola elementare, di Lodi; Scuola Tittarelli, di Gualdo Tadino; Asilo Il mondo di Winnie, di
Andria. Gruppi di fedeli da Putignano, Casaleone, Roseto degli Abruzzi,
Trevignano, Napoli, Genova, Castellalto, Città di Castello, Tradate, Piedimonte Matese, Policoro, Oreno di
Vimercate, Cerignola, Villa Minozzo,
Chiaravalle, Ischia, San Bartolo a
Cintoia, Salerno, Avola, Torre del
Greco, Manfredonia, Taranto, Lido
Adriano, Bagheria, Eboli, Portici,
Teramo, San Benedetto del Tronto,
Suvereto,
Sant’Antonio
Abate,
Sant’Agata di Puglia, Montesilvano,
Angri, Somma Vesuviana, Ceccano,
Manduria, Chiavari, Bari, Benevento, Arezzo, Maddaloni, Avigliano,
Polla, Monte di Procida, Fiesso
d’Artico, San Giuseppe Vesuviano,
Cantalupo nel Sannio, Vecchiazzano, Amantea, Pompei, Monteprandone, Acri, Antrodoco, Acerra, Parete, Lido di Camaiore, Mezzolombardo, Bussolengo, La Spezia, San
Martino in Pensilis Palagiano, Fabriano, Capranica, Castel San Giorgio, Lauria, Pollena Trocchia, Siderno, Negrar, Termoli.
Coppie di sposi novelli.
Gruppi di fedeli da: Slovacchia;
Ungheria; Pellegrini di diverse Diocesi dell’Albania, con i rispettivi Vescovi; Pellegrini dal Kosovo, con il
Vescovo di Prizren, Dode Gjergji;
Pellegrinaggio dei Militari dall’Ucraina; Croazia.
Santissima Assunta, in Canosa di
Puglia; Santissimo Rosario di Pompei, in Altamura; San Michele, in
San Michele Salentino; Tutti i Santi,
in Mesagne; Sacro Cuore, in Statte;
San Giuseppe Moscati, in Taranto;
Santa Maria di Costantinopoli, in
Taranto; San Giovanni Elemosiniere,
in Morciano di Leuca; Santa Maria
Madre della Chiesa, in Maddaloni;
Santa Agnese, in San Felice a Cancello; San Paolino, in Santa Maria
Capua Vetere; Sant’Alfonso, in Crisci; San Matteo, in Tredici; San
Marco Evangelista, in San Marco
dei Cavoti; Nostra Signora di Fatima, in San Giorgio La Molara; Santa Maria Assunta, San Giuseppe
Operaio, in Sant’Agata de’ Goti;
San Lorenzo, in San Lorenzo Maggiore; San Michele Arcangelo, in Arpaia; Sant’Erasmo, in Torrecuso;
Madonna delle Grazie, in Avellino;
San Nicola, in Piagine; San Pietro,
in Ariano Irpino; San Michele Arcangelo, in Taurano; San Castrese,
in Quarto; San Biagio, in Mugnano
di Napoli; Sacro Cuore, in Pontecitra di Marigliano; Santa Maria a Pugliano, in Ercolano; Maria Santissima del Suffragio, in Acerra; Maria
Santissima Annunziata, Santa Cristina e Santa Giuliana, in Bacoli; Santa Lucia a Mare, Santissima Annunziata a Fonseca, in Napoli; Maria
Santissima del Carmine, Addolorata,
in Secondigliano; Carmine del Petraro, in Pimonte; Santa Maria di Loreto, in Ercolano; San Marco, in Castellammare di Stabia; Maria Santissima Immacolata, in Pomigliano
d’Arco; Immacolata Concezione, in
Cercola; Santissimo Crocifisso e
Santa Rita, in Napoli; San Giuseppe, in San Giuseppe Vesuviano;
Sant’Antonio di Padova, in Pontecagnano; Santa Maria delle Grazie, in
Giffoni Valle Piana; Santa Teresa del
Bambino Gesù, in Battipaglia; San
Giovanni Battista, in Rocca Piemonte; Santa Maria delle Grazie, in
Eboli; Santi Pietro e Paolo, in Oppido Lucano; Maria Santissima Immacolata, in Venosa; Santa Maria Maggiore, in Pignola; Santa Maria Assunta, Sant’Antonio di Padova, in
Nova Siri; Sacro Cuore di Gesù e
Madonna di Loreto, in Cosenza;
Santa Maria del Gamio e delle Armi, in Saracena; Maria Santissima
dell’Assunta, in Rende; Santo Stefano, in Tortora; Santa Caterina, San
Michele, in Motta San Giovanni;
Maria Santissima Addolorata, San
Gioacchino, in Palermo; Beato Giacinto Giordano Ansalone, in Raffadali; San Giuseppe, in Tortolì; Nostra Signora di Monserrato, in Girasole. Gruppi di fedeli dalle Parrocchie di Pimonte, Baschi, Potenza,
ciazione Afis, di Latina; Associazione Isola felice, di Comunanza; Associazione Gulliver, di Pierantonio;
Associazione europea familiari e vittime della strada; Associazione
L’Isola, di Chiaravalle; Associazione
Amami, di Napoli; Associazione pro
emigranti, di Flùmeri; Associazione
Maria Regina della pace, di Arzignano; Associazione Anteas, di
Sant’Anna; Associazione sordi italiani, di Teramo; Associazione Il laboratorio, di Siena; Associazione Il
senso della vita, di Nettuno; Associazione Fratres, di Brindisi; Associazione Afas, di Monte San Giovanni Campano; Associazione San
Mattia, di Roma; Associazione
Avulss, di Jesi; Associazione Tempo
futuro, di Itri; Associazione Anffas,
di Cento; Associazione Ciancio, di
Catanzaro; Associazione Il pane
quotidiano, di Nocelleto di Carinola; Associazione Andromeda, di Orvieto; Associazione Adiconsum, di
Matera; Associazione San Vincenzo
de’ Paoli, di Sessa Aurunca; Associazione Vicaria di Val di Lima, di Bagni di Lucca; Associazione nazionale
volontari lotta contro i tumori; Associazione Trapiantati organi, dalla
Puglia; Associazione Auser, di Molfetta, di Torre Annunziata, e Taranto; Associazione Terza età, di Lecce;
Associazione La stanza accanto, di
Firenze; Unione italiana ciechi, ipovedenti e accompagnatori, di Napoli, Salerno, Venezia-Mestre; Ente nazionale Sordi, di Sondrio; Gruppo
Acli, di Lucca; Soci dei Lions Club,
di Pisa; Centro di riabilitazione psicosociale, di Ceccano; Centro studi
Campanella, di Vittoria; Centro
Campano di riabilitazione neuromotoria, di Mondragone; Centro sociale anziani di Marcellina, di Rocca
Priora, di Magliano Sabina; International Police Association, dell’Aquila; Università degli studi, di Salerno;
Movimento per la tutela e la salvaguardia degli ulivi secolari di Puglia;
Cooperativa La locanda di Arianna,
di Scafati; Gruppo Federcasalinghe,
di Brusciano, e di Salerno; Gruppo
Confacit; Gruppo Club delle Mamme, di Canicattì; Casa Ariete, di
Ruffano; Casa Carità Madre Speranza, di Forlì; Lega navale Italia, di
Manfredonia; Amici della musica
Rotundo, di Casorate Primo; Gruppo «Premio San Donnico d’O ro»,
di Fidenza; Gruppo Fraternitas, di
Avellino; Casa di riposo «Incontri»,
di Gambassi Terme; Oratorio Anspi,
di Galliano Mugello; Operatori Sanitari degli Ospedali di Salerno,
Gallipoli, Napoli, Battipaglia, Fermo, San Giovanni Rotondo; Croce
Rossa, di Lanciano e di Castrovillari;
Croce Blu, di Mirandola; Oasi ma-
ospiti dell’Istituto Tevere di Roma;
Istituto delle Suore dell’Immacolata,
di Genova; Istituto Corso Dante, di
Casal di Principe; Istituto Bosco-Lucarelli, di Benevento; Istituto Magarotto, di Roma; Istituto Cesario, di
Aversa; Istituto Giovanni Paolo II De Marinis, di Carbonara; Istituto
Petrocchi, di Palombara Sabina; Istituto Mattei, di Rosignano Solvay Livorno; Istituto Castorani, di Giulianova; Istituto comprensivo, di
Gonnesa; Istituto Volta, di Latina;
Istituto Pietro da Eboli, di Eboli;
Istituto Maria Ausiliatrice, di Soverato; Istituto Cor Jesu, di Roma;
Istituto 25 Aprile, di Cuorgnè; Istituto Rossello, di Roma; Istituto
Ovidio, di Roma; Istituto Leonardo
Da Vinci, di Monteiasi; Istituto Ferrari, di Castellammare di Stabia;
Istituto Leonardo da Vinci, di Sessa
Aurunca; Istituto Livatino, di San
Marco dei Cavoti; Istituto Europa
unita, di Afragola; Istituto VaccinaCotugno, di Canosa di Puglia; Istituto Via Palombini, di Roma; Istituto Avogadro, di Abbadia San Salvatore; Istituto Europa - Dalla Chiesa,
di Roma; Istituto de La Salle, di Benevento; Istituto Don Orione, di Pescara; Istituto Telesia, di Solopaca;
Istituto Rossello, di Roma; Istituto
Immacolata, di Bergamo; Scuola
Boccea 590, di Pantan Monastero e
Castel di Guido; Scuola Villa Nazareth, di San Cipriano d’Aversa;
Scuola Carrieri, di Taranto; Scuola
Nel paese delle meraviglie, di Avelli-
I polacchi: Ogólnopolska Pielgrzymka Osób Niewidomych i Niedowidzących; dzieci pierwszokomunijne z rodzinami z parafii św. Mikołaja z Bari w Ostii we Włoszech;
pielgrzymi z parafii: Matki Bożej
Szkaplerznej z Dąbrowy Tarnowskiej; Duszpasterstwo Polaków z
Londynu w Anglii; szkoła podstawowa, gimnazjum i liceum Stowarzyszenia Przyjaciół Szkół Katolickich z
Łodzi; I Liceum Ogólnokształcące z
Limanowej; Gimnazjum nr 1 z Wolbromia; nauczyciele z Zespołu Szkół
nr 4 ze Szczecina; pracownicy
Zakładów Farmaceutycznych Polpharma ze Starogardu Gdańskiego i
oddziału Nestle w Kaliszu; grupa turystyczna z Bielska-Białej; pielgrzymi indywidualni.
De France: Pèlerinage du diocèse
de Chartres, avec S.Exc. Mgr Michel Pansard; groupe de pèlerins du
diocèse de Saint-Brieuc; groupe de
la paroisse de Chauffailles; groupe
de l’Ecole Jeunesse Lumière, de Vabre; Collège épiscopal Saint-André,
de Colmar.
From Ireland: Pilgrims from Holy
Family parish, Waterford; Students
and staff from Coláiste Íosagáin,
Booterstown, Dublin.
From Norway: Students and staff
from St Sunniva Catholic School,
O slo.
From Sweden: Students and staff
from Saint Erik’s Catholic School,
Stockholm.
From Canada: Students and professors from the University of New
Brunswick.
From the United States of America:
Pilgrims from: Archdiocese of
Miami, Florida; Archdiocese of New
Orleans, Louisiana; Diocese of
Sioux Falls, South Dakota; Pilgrims
from the following parishes: Blessed
Sacrament,
Scottsdale,
Arizona;
Cathedral of Christ the King, Lexington, Kentucky; St Paul, Jacksonville, Florida; Divine Mercy, Beaver
Falls, Pennsylvania; St Philomena,
Beaver falls, Pennsylvania; St Juan
Diego, Pasadena, Texas; Bolton
High School Chamber Choir, Tennessee; Seminarians and faculty from
Sacred Heart Seminary, Detroit,
Michigan; Students and faculty
from: Catholic University of America, Washington, D C; Loyola University, Chicago, Illinois, Rome
Campus; John Carroll University,
Cleveland Heights, Ohio; University
of Dayton, Ohio; Augustana College, Rock Island, Illinois; Regis
College, Weston, Massachusetts; St
Norbert College, De Pere, Wisconsin.
Aus der Bundesrepublik Deutschland: Pilgergruppen aus den Pfarrgemeinden Mariä Hilf, Bamberg; St.
Johannes der Täufer, Eichstätt; St.
Martin, Gundelfingen; Hl. Herz Jesu, Haus im Wald/Grafenau; St.
Konrad, Landshut; St. Stephanus,
Leiwen; St. Nikolaus, Mannheim;
St. Bernhard, München; St. Johannes Baptist, München; St. Georg,
Oberappersdorf; St. Michael, Poppenricht; St. Alexander, Wallenhorst; St. Albanus, Weyersfeld; St.
Marien, Zahna; Pilgergruppe aus
dem Bistum Passau; Pilgergruppen
aus Düsseldorf; Karlsruhe; Kaufbeuren; Konstanz; Nottuln; Apostolatskreis UAC, Hofstetten; EvangelischLutherische Gemeinde, Kolbermoor;
Schülerinnen, Schüler und Lehrer
folgender Schulen: Volkshochschule
Donauwörth; Willi Graf Schule,
Saarbrücken.
Aus der Schweizerischen Eidgenossenschaft: Pilger der Albanischen
Mission, Schweiz; Pilger aus der
Evangelisch Reformierten Kirche,
Muttenz.
De España: grupo de peregrinos
de la Diócesis de Solsona, con el
Obispo emérito S.E. Mons. Jaume
Traserra Cunillera; Asociación Mensajeros de La Paz; Alumnos de la
Universidad Pontificia Comillas,
Madrid; grupo de peregrinos de la
Diócesis de Zamora.
De El Salvador: grupo de peregrinos.
De Ecuador: grupo de peregrinos.
De Honduras: grupo de peregrinos.
From England: Pilgrims from the
following parishes: Our Lady and
All Saints, Basildon, Essex; Sacred
Heart Parish, Ruislip, Middlesex;
Our Lady of Lourdes and St
Joseph, Leigh-on-Sea, Essex St
Philip Neri Singers, Manchester; Altar Servers from St Augustine’s Parish, Milton Keynes, Buckinghamshire; St Anne’s High School for
Girls, Enfield, London.
De Perú: grupo de peregrinos de
Lima.
From Scotland: An Ecumenical
Group of pilgrims, Edinburgh.
Do Brasil: grupo da Diocese de
Franca.
De Argentina: Coro «Alberto Ginastera» del Conservatorio de Morón; Parroquia San Roque, de Buenos Aires; Parroquia Don Bosco, de
Santa Rosa.
De Portugal: Paróquia de Santo
António do Estoril; grupo de Ciclistas militares, de Lisboa.
L’OSSERVATORE ROMANO
giovedì 30 maggio 2013
pagina 7
All’udienza generale il Papa inizia una nuova serie di riflessioni sulla Chiesa
La famiglia di Dio
Papa Francesco ha inaugurato
all’udienza generale di stamane,
mercoledì 29 maggio, una serie di
riflessioni dedicate al mistero della
Chiesa. Ai numerosissimi fedeli presenti
in piazza San Pietro il Pontefice ha
spiegato in particolare che la Chiesa
non è un’organizzazione nata da un
accordo tra persone, ma famiglia di
Dio, anche se fatta da uomini con
«difetti, imperfezioni e peccati».
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Mercoledì scorso ho sottolineato il
legame profondo tra lo Spirito Santo e la Chiesa. Oggi vorrei iniziare
alcune catechesi sul mistero della
Festa argentina
sotto la pioggia
Neppure la pioggia battente ha
impedito a Papa Francesco di
completare il lungo giro sulla jeep
scoperta, per salutare più da vicino
possibile i circa centomila fedeli
presenti in piazza San Pietro la
mattina di mercoledì 29 maggio,
per l’udienza generale.
Il Papa non ha voluto né
l’ombrello né un copricapo per
ripararsi dalla pioggia, proprio per
condividere con la gente anche il
disagio. «Complimenti per il
vostro coraggio sotto la pioggia,
bravi eh!» ha detto rivolto ai
pellegrini appena raggiunta la
cattedra.
Un particolare, questo, che ha
certamente contribuito ad
accrescere la commozione dei tanti
argentini venuti anche dalla
Patagonia, per vivere una giornata
insieme a Papa Francesco. E
commozione ha suscitato, al
termine dell’udienza, il bacio del
Papa alla reliquia di don Giuseppe
Puglisi, beatificato sabato scorso,
che gli è stata presentata dal
cardinale Paolo Romeo,
arcivescovo di Palermo.
In prima fila, dunque, i
connazionali del Pontefice. Tra
loro qualcuno lo chiama ancora
«eminenza» o «cardinale
Bergoglio»: segno dell’emozione
ma anche di una confidenza e di
una consuetudine di anni. E
«commozione» è l’espressione più
usata da sindaci e amministratori
della zona di Córdoba, per
descrivere i loro sentimenti. Li
guida il responsabile per il culto
Américo Javier Romero Caamaño.
«Siamo venuti insieme — dice — a
testimoniare la nostra fede e ad
abbracciare il cardinale arcivescovo
di Buenos Aires divenuto Papa. La
sua elezione ha responsabilizzato
noi argentini che sentiamo sempre
più il dovere di essere primi
testimoni del suo stile pastorale di
verità, di umiltà, di servizio ai
poveri». Gli fa eco Armando
Pérez, sindaco di La Paz: «La
nostra grande speranza è che il suo
insegnamento concreto, centrato
sui fatti ancor prima che sulle
parole, riesca ad arrivare a tutti e
contribuisca a quel rinnovamento
spirituale che dal 13 marzo, giorno
della sua elezione, stiamo vivendo
in Argentina». E c’è commozione
anche nelle parole di tanti cristiani
di Buenos Aires, alcuni amici
personali del Papa, che con con lui
hanno direttamente e a lungo
collaborato soprattutto nella
pastorale universitaria e sociale. Se
ne fa portavoce Jorge Ferronato,
direttore dell’università della
capitale argentina, sottolineando
come «oggi Papa Francesco
rappresenti la comunione di tutti
gli argentini». Accanto a lui Óscar
Mangone — «condividiamo con il
Papa il tifo per il San Lorenzo de
Almagro» dicono mostrando la
sciarpa del club — che stamani ha
accompagnato una squadra di
calcio composta da giovani
disagiati. E da Buenos Aires è
arrivato anche il prestigioso coro
Alberto Ginastera del conservatorio
musicale di Morón, in tournée in
Europa per i venticinque anni di
attività e gemellato con il coro
romano Nova Armonia.
Ci sono anche le suore
dell’Immacolata, la congregazione
che da oltre novant’anni presta
servizio nella curia di Buenos
Aires. In Italia le religiose hanno
diverse scuole e hanno portato
all’udienza alunni, genitori e
insegnanti.
Presente anche una rappresentanza
della Adnkronos, per i
cinquant’anni di fondazione
dell’agenzia di stampa, guidata dal
presidente Giuseppe Marra.
Chiesa, mistero che tutti noi viviamo
e di cui siamo parte. Lo vorrei fare
con espressioni ben presenti nei testi
del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Oggi la prima: la Chiesa come famiglia di Dio.
In questi mesi, più di una volta
ho fatto riferimento alla parabola del
figlio prodigo, o meglio del padre
misericordioso (cfr. Lc 15, 11-32). Il
figlio minore lascia la casa del padre,
sperpera tutto e decide di tornare
perché si rende conto di avere sbagliato, ma non si
ritiene più degno
di essere figlio e
pensa di poter esLa
sere riaccolto come
servo. Il padre invece gli corre incontro, lo abbraccia, gli restituisce
la dignità di figlio
e fa festa. Questa
parabola, come altre nel Vangelo, indica bene il disegno di Dio sull’umanità.
Qual è questo progetto di Dio? È
fare di tutti noi un’unica famiglia
dei suoi figli, in cui ciascuno lo senta vicino e si senta amato da Lui, come nella parabola evangelica, senta
il calore di essere famiglia di Dio. In
questo grande disegno trova la sua
radice la Chiesa, che non è un’organizzazione nata da un accordo di alcune persone, ma — come ci ha ricordato tante volte il Papa Benedetto XVI — è opera di Dio, nasce proprio da questo disegno di amore che
si realizza progressivamente nella
storia. La Chiesa nasce dal desiderio
di Dio di chiamare tutti gli uomini
alla comunione con Lui, alla sua
amicizia, anzi a partecipare come
suoi figli della sua stessa vita divina.
La stessa parola “Chiesa”, dal greco
ekklesia, significa “convocazione”:
Dio ci convoca, ci spinge ad uscire
Chiesa nasce dal gesto supremo
di amore della Croce,
dal costato aperto di Gesù.
La Chiesa è una famiglia
in cui si ama e si è amati
(@Pontifex_it)
dall’individualismo, dalla tendenza a
chiudersi in se stessi e ci chiama a
far parte della sua famiglia. E questa
chiamata ha la sua origine nella stessa creazione. Dio ci ha creati perché
viviamo in una relazione di profonda amicizia con Lui, e anche quando
il peccato ha rotto questa relazione
con Lui, con gli altri e con il creato,
Dio non ci ha abbandonati. Tutta la
storia della salvezza è la storia di
Dio che cerca l’uomo, gli offre il suo
amore, lo accoglie. Ha chiamato
Abramo ad essere padre di una moltitudine, ha scelto il popolo di Israele per stringere un’alleanza che abbracci tutte le genti, e ha inviato,
nella pienezza dei tempi, il suo Figlio perché il suo disegno di amore
e di salvezza si realizzi in una nuova
ed eterna alleanza con l’umanità intera. Quando leggiamo i Vangeli, vediamo che Gesù raduna intorno a sé
una piccola comunità che accoglie la
sua parola, lo segue, condivide il suo
cammino, diventa la sua famiglia, e
con questa comunità Egli prepara e
costruisce la sua Chiesa.
Da dove nasce allora la Chiesa?
Nasce dal gesto supremo di amore
della Croce, dal costato aperto di
Gesù da cui escono sangue ed acqua, simbolo dei Sacramenti dell’Eucaristia e del Battesimo. Nella famiglia di Dio, nella Chiesa, la linfa vitale è l’amore di Dio che si concretizza nell’amare Lui e gli altri, tutti,
senza distinzioni e misura. La Chiesa è famiglia in cui si ama e si è
amati.
Quando si manifesta la Chiesa?
L’abbiamo celebrato due domeniche
fa; si manifesta quando il dono dello
Spirito Santo riempie il cuore degli
Apostoli e li spinge ad uscire e ini-
ziare il cammino per annunciare il
Vangelo, diffondere l’amore di Dio.
Ancora oggi qualcuno dice: «Cristo sì, la Chiesa no». Come quelli
che dicono «io credo in Dio ma non
nei preti». Ma è proprio la Chiesa
che ci porta Cristo e che ci porta a
Dio; la Chiesa è la grande famiglia
dei figli di Dio. Certo ha anche
aspetti umani; in coloro che la compongono, Pastori e fedeli, ci sono difetti, imperfezioni, peccati, anche il
Papa li ha e ne ha tanti, ma il bello
è che quando noi ci accorgiamo di
essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona. Non dimenticatelo: Dio sempre perdona e ci riceve nel suo amore di perdono e di misericordia. Alcuni dicono che il peccato è un’offesa a Dio, ma anche un’opportunità
di umiliazione per accorgersi che c’è
un’altra cosa più bella: la misericordia di Dio. Pensiamo a questo.
Domandiamoci oggi: quanto amo
io la Chiesa? Prego per lei? Mi sento parte della famiglia della Chiesa?
Che cosa faccio perché sia una comunità in cui ognuno si senta accolto e compreso, senta la misericordia
e l’amore di Dio che rinnova la vita?
La fede è un dono e un atto che ci
riguarda personalmente, ma Dio ci
chiama a vivere insieme la nostra fede, come famiglia, come Chiesa.
Chiediamo al Signore, in modo
del tutto particolare in quest’Anno
della fede, che le nostre comunità,
tutta la Chiesa, siano sempre più vere famiglie che vivono e portano il
calore di Dio.
Salutando i gruppi presenti il Pontefice ha invitato i fedeli francesi a difendere la Chiesa
Appuntamento ai romani per celebrare il Corpus Domini
Un invito ai fedeli di Roma a unirsi
alla festa del Corpus Domini, è stato
rivolto dal Papa al momento di
salutare i gruppi presenti all’udienza
generale di questa mattina. Ai francesi
il Pontefice ha raccomandato in
particolare di difendere la Chiesa, di
spendersi per essa, di renderla più
fraterna e accogliente.
Saluto cordialmente i pellegrini di
lingua francese, in particolare i fedeli
provenienti da diverse Diocesi della
Francia, come pure i numerosi giovani qui presenti. Amate la Chiesa
cari fratelli e sorelle: essa è l’opera di
Dio. Amate la Chiesa come l’ha
amata Gesù che ha donato ad essa
la sua vita e le ha comunicato tutto
il suo amore. Non esitate a difenderla, a spendervi per essa, a mettervi al
suo servizio, a renderla più fraterna
e più accogliente. Gesù Cristo e la
Chiesa sono una cosa sola! Buon
pellegrinaggio a ciascuno di voi!
Saluto cordialmente i pellegrini di
lingua inglese presenti all’odierna
Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Irlanda, Norvegia, Svezia, Canada e Stati
Uniti. Vi esorto tutti a crescere sempre nell’amore per Cristo e per la famiglia di Dio che è la sua Chiesa.
Dio vi benedica!
Saluto con affetto tutti i fratelli e
le sorelle di lingua tedesca. Dio ci
invita a vivere insieme la nostra fede
come famiglia, nella comunità della
Chiesa. Pertanto domandiamoci oggi
se amiamo la Chiesa così come
amiamo le nostre famiglie, e se preghiamo per la Chiesa. Lo Spirito
Santo vi doni la forza di compiere
sempre il bene.
Saludo a los peregrinos de lengua
española, en particular a los grupos
provenientes de España, El Salvador,
Ecuador, Honduras, Perú, Argentina, México y los demás países latinoamericanos. Invito a todos a vivir
la fe, no sólo como un don y un acto personal, sino como respuesta a la
llamada de Dios de vivir juntos,
siendo la gran familia de los convocados por Él. Muchas gracias.
Cari pellegrini lusofoni dell’Estoril e di Lisbona, in Portogallo, e del
Brasile: benvenuti! Vi saluto come
membri di questa famiglia che è la
Chiesa, chiedendovi di rinnovare il
vostro impegno, affinché le vostre
comunità diventino luoghi sempre
più accoglienti, dove si fa esperienza
della misericordia e dell’amore di
Dio. Il Signore vi benedica tutti!
Cari fratelli e sorelle di lingua araba. La Chiesa è famiglia di Dio in
cui si ama e si è amati. Essere Chiesa significa: portare e annunciare la
salvezza di Dio a tutti gli uomini e
fino ai confini della terra. Amate la
Chiesa, e pregate per essa, affinché
sia nel Mondo il segno visibile della
misericordia, della comunione e
dell’amore di Dio e dei fratelli. A
tutti voi imparto la Benedizione
Apostolica!
Saluto cordialmente i Polacchi
giunti a questa udienza. Rivolgo fin
d’ora il mio pensiero ai giovani che
si incontreranno il 1° giugno nei
Campi di Lednica. Cari giovani amici! Mi unisco con voi nella veglia
orante. Riflettendo sul tema della
paternità toccherete il grande mistero dell’amore di Dio. Ricordate che
Dio è Padre di ciascuno di noi. È
stato Lui a crearci, a elargire a ciascuno di noi i talenti, a guidarci nel
cammino della vita; Egli è con noi,
nonostante la nostra debolezza, il
nostro peccato, le nostre omissioni.
Vuole salvarci! È modello di ogni
paternità, anche di quella terrena.
Ciascuno di noi deve tanto al padre
terreno, che ci ha trasmesso la vita,
che ha avuto cura di noi e che continua a provvedere alla nostra esistenza quotidiana e alla nostra crescita.
Non dimenticate di rendere grazie a
Dio per il vostro genitore! Ricordatelo nella preghiera anche se le vostre relazioni dovessero forse essere
non buone. La paternità è un dono
di Dio e una grande responsabilità
per dare una nuova vita, la quale è
un’irripetibile immagine di Dio.
Non abbiate paura di essere genitori.
Molti di voi certamente diventeranno padri! Siate anche aperti alla paternità spirituale, un grande tesoro
della nostra fede. Dio vi doni la ricchezza e la irradiazione della sua paternità e vi colmi della sua gioia. Saluto di cuore e benedico tutti pellegrini ai campi di Lednica, le sorgenti
battesimali della Polonia. Estendo
questa benedizione anche ai partecipanti all’odierna udienza, alle vostre
famiglie e ai vostri cari. Auguro che
tutti possano trarre abbondanti grazie dalla Solennità del Corpus Domini.
Prima di salutare i fedeli di lingua
italiana, vorrei rivolgere un cordiale
saluto ai pellegrini provenienti
dall’Albania, con i rispettivi Vescovi;
a quelli provenienti dal Kosovo, con
il loro Pastore; e al pellegrinaggio
dei Militari dell’Ucraina. Cari fratelli
e sorelle, vi ringrazio per la vostra
presenza a questo incontro ed auspico che la vostra visita alle tombe degli apostoli vi rafforzi nella fede,
consolidi la vostra speranza e animi
in voi l’amore sempre pronto a servire l’uomo. Benedico di cuore voi,
le vostre famiglie e i vostri connazionali.
Saluto ora i numerosi pellegrini di
lingua italiana: parrocchie, associazioni, enti e scuole. In particolare,
rivolgo un cordiale pensiero ai fedeli
delle
Comunità
diocesane
de
L’Aquila, Vallo della Lucania, Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, accompagnati dai rispettivi Pastori. Il
vostro pellegrinaggio in questo Anno
della fede aiuti ciascuno di voi ad
aderire più pienamente a Cristo e a
testimoniarlo con gioia e con coraggio. Saluto i partecipanti all’incontro
promosso dalla Caritas Italiana, con
il Vescovo Presidente Mons. Giuseppe Merisi; come pure quanti prendono parte all’incontro della fondazione «Comunità di Gesù»; i seminaristi e gli studenti della Pontificia Facoltà dell’Italia meridionale e il pellegrinaggio promosso dalle Suore
dell’Immacolata di Genova.
Mi rivolgo, infine, a voi, cari giovani, ammalati e sposi novelli. In
quest’ultima Udienza del mese di
maggio il pensiero va spontaneamente a Maria Santissima, stella luminosa del nostro cammino cristiano. Facciamo costante riferimento a
Lei per trovare nella sua intercessione e nei suoi esempi ispirazione e
guida sicura nel nostro quotidiano
pellegrinaggio di fede.
Il Papa bacia la reliquia del beato Giuseppe Puglisi
Domani, festa del Corpus Domini,
come ogni anno celebreremo alle ore
19 la Santa Messa a San Giovanni in
Laterano. Al termine, seguirà la solenne processione che si concluderà
a Santa Maria Maggiore. Invito i fedeli di Roma e i pellegrini ad unirsi
in questo atto di profonda fede verso l’Eucaristia, che costituisce il più
prezioso tesoro della Chiesa e
dell’umanità.