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Conosciamo le Meduse Introduzione Le meduse soffrono di cattiva fama. La paura di essere urticati dai tentacoli ci rende feroci e determinati nemici di questi animali. Eppure non tutte le meduse sono urticanti. Alcune specie sono innocue per l’uomo anche se è opportuno evitare di toccarle. Presentiamo una guida, non esaustiva per conoscere e riconoscere le principali specie di meduse e le specie del cosiddetto plancton gelatinoso più diffuse nei nostri mari. Le Meduse Le meduse appartengono al phylum zoologico forse più noto ai subacquei: i Celenterati o Cnidari. In questo gruppo, che mostra una grande varietà di forme (pensate al Corallo, o agli anemoni di mare), vengono comprese tre Classi; quella delle meduse è denominata Scifozoi (lett. = animali a forma di tazza). Il nome Cnidari proviene da particolari cellule, gli cnidoblasti che contengono al loro interno una struttura urticante, la nematocisti. Essa comprende un filamento avvolto su se stesso che viene espulso sotto stimolo meccanico o chimico. Alcuni Celenterati hanno queste cellule sparse lungo tutto il corpo, così, appena l'animale viene sfiorato, le nematocisti scaricano il filamento che va a "conficcarsi" nella pelle. La sensazione di bruciore è immediata e molto forte, paragonabile ad una ustione. Il corpo di una medusa è costituito da una forma a campana, detta ombrella, e da una struttura allungata al di sotto, detta manubrio, che spesso si divide in più braccia e tentatcoli. Le nematocisti sono collocate soprattutto sui tentacoli, per catturare le prede. Per questo toccandole sull'ombrella, alcune meduse, non sono urticanti. Questi particolari animali sono costituiti dal 98% di acqua, per questo, tolti dall'elemento liquido si afflosciano e perdono ogni forma. Nell'ombrella c'è una struttura gelatinosa detta mesoglea che consente alla medusa un migliore galleggiamento. Lo spostamento in acqua infine è dato da fasci muscolari disposti lungo il margine interno dell'ombrella. Quando le contrazioni terminano, l'animale affonda lentamente. Le meduse più comuni del Mediterraneo sono 3: la Pelagia noctiluca, la Cotylorhiza tuberculata e la Rhizostoma pulmo. La Rhizostoma pulmo è la medusa di cui parlavamo all'inizio, può superare i 50‐60 cm. di diametro e le sue braccia sono corte e tozze. La colorazione è bianco latte‐azzurrognola. mentre il margine dell'ombrella è violetto. La superficie esterna dell'ombrella non è urticante, mentre possono esserlo i tentacoli (ma, come al solito, dipende dalla sensibilità individuale). La medusa viene anche chiamata volgarmente "polmone di mare" a causa del tessuto frastagliato, simile a quello polmonare, che è presente nella parte centrale delle braccia. La Pelagia noctiluga detta medusa luminosa perché di notte è fosforescente, è la più pericolosa. Le sue dimensioni sono molto ridotte (circa 10 cm. di diametro) e il colore è rosa‐marroncino. Spesso se ne vedono interi banchi che ricoprono alcuni tratti della superficie marina. Possiede tentacoli esili e lunghissimi, tanto a volte da riuscire a "colpire" senza essere vista. La Cotylorhizav tuberculata è molto particolare, ha un'ombrella a forma di disco ed una serie di tentacoli terminanti anche essi con dei dischetti. L'aspetto è quello di un cespuglio fiorito.....sottosopra! Sotto l'ombrella spesso si nota un gruppo di pesciolini al ....pascolo che aspettano gli avanzi del pasto della medusa. Non è comunque una specie pericolosa e può raggiungere i 30 cm. di diametro. Tutte le meduse fanno parte del plancton, cioè di quegli organismi che non riescono ad opporsi in modo determinante alle onde o alle correnti marine. Più precisamente, le meduse, rientrano nella categoria del "megaplancton", cioè specie di grandi dinensioni. Infatti, è bene ricordare che esiste tutta un'altra parte di plancton, invisibile, che è la più numerosa. Gli organismi del plancton hanno perciò sviluppato una serie di adattamenti tali da permettere loro la massima galleggiabilità. Le meduse, ad esempio, hanno la caratteristica "ombrella" a forma di paracadute! Mentre gli altri organismi sono più piccoli, invisibili ad occhio nudo, e restano "fluttuanti" più facilmente. La riproduzione delle meduse è piuttosto complicata, consistendo di due fasi: una sessuale ed una asessuale. Nel primo tipo, la riproduzione sessuale, la medusa femmina emette le uova che vengono poi fecondate dal maschio. Comincia così una nuova vita sotto forma di una piccola larva ciliata, la planula, che nuota per un po' di tempo nel mare. La planula poi scende sul fondo marino e vi si fissa; successivamente assume un'altra forma: il polipo. Questo polipo viene chiamato scifostoma ed è simile ad una piccola attinia o ad una medusa capovolta. A questo punto inizia la riproduzione asessuale, cioè il polipo comincia a sezionarsi trasversalmente prendendo l'aspetto di una pila di piattini. Ogni "piattino", detto efira, si stacca dall'organismo centrale, si capovolge e diventa piano piano una medusa adulta. Testo di : Lia Contessini GRUPPO DEL LEONE MARINO – Roma ‐ tratto da internet dal sito http://www.diveitaly.com/a_biblioteca/files/meduse.htm MEDUSE URTICANTI Precisazione: Le meduse urticanti sono pericolose per l’uomo. Avvicinarsi può essere pericoloso. Molta attenzione deve esser posta anche in fase di osservazione. Elenco delle meduse urticanti: Carybdea marsupialis Cassiopea andromeda Catostylus tagi Chrysaora hysoscella Drymonema dalmatinum Rhopilema nomadica Olindias phosphorica Pelagia noctiluca Physalia physalis Catostylus tagi Urticante Non punge molto, ma è meglio comunque non toccarla. Habitat È comune lungo le coste del Portogallo e in genre in tutt l'Atlantico, ma in Mediterraneo non era mai stata avvistata. Avvistata nelle acque di Pantelleria nel 2010. Come riconoscerla Simile alla Rhyzostoma pulmo ma non ha il tipico bordo violetto. È molto bella e, in alcuni paesi, viene usata per scopi alimentari. Drymonema dalmatinum Molto urticante Fortemente urticante e pericolosa dato le sue grandi dimensioni. Habitat Heckel, un grande naturalista tedesco, la descrisse per la prima volta nel 1880: una grande medusa nelle coste della Dalmazia, in Adriatico, e la chiamò Drymonema dalmatinum. Per molti anni quella descrizione fu l'unica testimonianza della esistenza di questa specie, ma nel 1940 un altro ricercatore (Stiasny) la ritrovò, sempre sulle coste orientali dell'Adriatico. Poi più nulla, per decenni. Fino a quando Drymonema non diventò un flagello, per qualche tempo, lungo le coste di Puerto Rico. E’ riapparsa lungo le coste croate e quindi potrebbe facilmente arrivare in acque italiane. Come riconoscerla: Drymonema è una specie molto rara, molto simile alla medusa più grande del mondo, la Cyanea capillata dei mari nordici che raggiunge anche i 2 metri. Anche Drymonema è di notevoli dimensioni: può arrivare fino a 1 metro di diametro ed è la più grande medusa del Mediterraneo. Come è possibile che un animale così grande possa passare inosservato per decenni? Probabilmente trascorre questi lunghi periodi sul fondo del mare, in forma di piccoli polipi attaccati alle rocce. I polipi possono vivere (come piccoli coralli) per decenni e poi, all'improvviso, produrre meduse. A volte poche, quel tanto che basta per formare nuovi polipi con i processi riproduttivi. Ma se le condizioni diventano favorevoli, le meduse possono diventare miliardi. Physalia physalis Urticante Chi viene colpito raramente vede l’animale, sente solo una fortissima scarica. In alcuni casi, l’incontro con Physalia può essere fatale. L’estate scorsa, alcuni bagnanti colpiti da Physalia sulle nostre coste sono stati ricoverati in ospedale. Habitat Physalia, pur essendo stata segnalata anche in passato, non si incontra di frequente. Nel 2009, però, ha colpito diverse volte nel Mediterraneo Occidentale, in Corsica, in Liguria e lungo le coste della Toscana. Gli esemplari di Physalia (detta anche Caravella portoghese) non vivono in sospensione nell’acqua, ma galleggiano sulla superficie del mare. Inoltre non sono individui singoli, come le meduse, ma sono colonie. Come riconoscerla Physalia non è propriamente una medusa, ma una colonia di forme polipoidi e medusoidi che coesistono. Una grande vescica piena di gas, detta pneumatofora, fa galleggiare la colonia composta da polipi dotati di bocca, che ingeriscono le prede, e polipi armati di cnidocisti dotate di un potentissimo veleno, molto efficace anche nei nostri confronti. La pneumatofora di Physalia può misurare 15 centimetri, ma i tentacoli possono raggiungere anche i 20 o 30 metri, se completamente estesi. Chrysaora hysoscella Urticante Simile alla Pelagia ma molto meno urticante. Habitat Vive in Atlantico e si spinge molto a Nord, per esempio nei fiordi norvegesi, dove può raggiungere grandissime densità. In Mediterraneo non è abbondante ma frequente. Come riconoscerla L’ombrello può raggiungere i 30 cm di diametro, il manubrio (la parte centrale dove c'è la bocca della medusa) presenta quattro braccia orali che possono raggiungere anche un metro di lunghezza. La faccia superiore dell’ombrello è decorata con 16 bande a forma di V che partono dal centro dell’ombrello e raggiungono il margine, dove sono presenti 24 tentacoli, in gruppi di tre. Si tratta di un animale molto elegante, un soggetto perfetto per la fotografia subacquea. Cassiopea andromeda Urticante Non è pericolosissima, ma è meglio non toccarla perché produce muco nel quale sono presenti le cellule urticanti, e se si entra in contatto con quest'ultimo, si possono avere irritazioni. Habitat Entrata in Mediterraneo dal Canale di Suez, sta risalendo lungo le coste turche. All’inizio del 2010 è stata segnalata a Malta, e quindi è arrivata alle porte di casa nostra. Di solito si trova su fondi sabbiosi, ma può essere presente anche su quelli rocciosi. Come riconoscerla Piccola, massimo 30 cm, sta posata sul fondo marino. L'ombrello è rivolto verso il basso, mentre bocca e tentacoli verso l’alto: per questo Cassiopea viene chiamata in inglese "medusa al contrario". Sta rivolta verso l’alto perché possiede alghe unicellulari come quelle dei coralli delle formazioni coralline che vivono in simbiosi con la medusa e che quest'ultima deve esporre alla luce che filtra nell'acqua. Pelagia noctiluca Urticante Habitat Nei primi anni Ottanta Pelagia è stata molto abbondante nel Mediterraneo, poi è scomparsa e riapparsa a intervalli più o meno decennali, ma dal caldissimo 2003 la sua presenza è quasi costante nel Mediterraneo occidentale. Pelagia, in piena estate, può formare dei banchi estesi che flagellano le coste anche per mesi. La stragrande maggioranza delle punture di meduse sono ascrivibili a questa specie. Come riconoscerla L’ombrello misura circa 10 cm, è armato di otto lunghi tentacoli che, estesi, possono raggiungere anche i dieci metri. La bocca è dotata di otto lunghe braccia orali, il colore del corpo è violetto. I banchi sono molto fitti e se arrivano a un impianto di maricoltura, i pesci in allevamento possono essere uccisi. Dato che le meduse mangiano anche uova e larve di pesci, l’impatto sugli stock ittici e sulla pesca può essere devastante. Rhopilema nomadica Urticante Fortemente urticante, può essere confusa con Rhizostoma (che è innocua) ma si riconosce perché non ha il caratteristico bordo blu dell’ombrello. Habitat Il genere Rhopilema è tipico dell'oceano Indiano e Pacifico e non ha rappresentanti atlantici né mediterranei. Non è mai arrivata nei mari italiani, forse perché le temperature non sono abbastanza alte per questa specie tropicale. Negli anni '80 una specie di Rhopilema è diventata improvvisamente molto abbondante lungo le coste israeliane del Mediterraneo: si ipotizza che sia migrata all’interno del Mediterraneo a partire dal Mar Rosso, attraverso il Canale di Suez (da qui il nome di nomadica). Nel Mar Rosso ha causato molti danni alla pesca e al turismo. Come riconoscerla Le dimensioni non la fanno passare inosservata: può raggiungere gli 80 cm di diametro dell’ombrello e di solito forma sciami estesi. Come detto, Rhopilema non sopravvive a temperature simili a quelle del Mediterraneo occidentale anche se il riscaldamento globale potrebbe spianare la strada all’espansione di questa medusa. Olindias phosphorica Urticante Leggermente urticante, quel tanto che basta per rovinare una giornata. Habitat Negli anni scorsi è stata molto abbondante lungo le coste della Tunisia e ha causato problemi all’industria del turismo. Nel 2009 la presenza di queste meduse lungo le nostre coste è stata sporadica. Non formano mai banchi estesi, ma possono essere localmente abbondanti. Come riconoscerla Come Aequorea forskalea è un’idromedusa ma a differenza di quest'ultima è urticante e più piccola: arriva a 6 cm. Gemma lateralmente da forme polipoidi che vivono fissate al fondo. Dopo un periodo di riposo, batte vigorosamente l’ombrello e sale verso la superficie, per poi lasciarsi cadere di nuovo verso il fondo con i tentacoli espansi. Durante la discesa la medusa pesca e cattura il plancton di cui si nutre. Vedendole salire dal fondo. si ha l’impressione che queste meduse ci stiano attaccando ma non è così Carybdea marsupialis Urticante Carybdea marsupialis è un cubozoo, come le meduse mortali per l’uomo che abitano lungo le coste australiane. Fortunatamente il suo non è un veleno mortale: le sue punture sono molto dolorose, ma gli intensi effetti sono brevi. Habitat Presente nelle aree più settentrionali dei mari italiani, sempre più frequente lungo le nostre coste. Carybdea è attratta dalla luce e si avvicina alla costa durante la notte Come riconoscerla Molto piccola, trasparente, con l’ombrello cubico che misura dai 4 ai 5 cm circa, è armata da 4 lunghi tentacoli. Nuota in modo molto vigoroso e si sposta facilmente. Come Pelagia è tipicamente mediterranea e tra le meduse più urticanti dei nostri mari. MEDUSE NON URTICANTI PRECISAZIONE: Le meduse non urticanti sono innocue per l’uomo. Ciò significa che potrebbero non produrre lesioni e infiammazioni su un soggetto normale. Se si è particolarmente sensibili anche tali meduse potrebbero essere urticanti. Anche per tale motivo, in ogni caso, è sempre opportuno non toccare una medusa intenzionalmente. ELENCO DELLE MEDUSE NON URTICANTI: Aurelia aurita Velella velella Phyllorhiza punctata Cotylorhiza tubercolata Salpa democratica Aequorea forskalea Aurelia aurita Non urticante Il veleno di Aurelia è innocuo per l’uomo e questa medusa può essere toccata (in Cina è persino un piatto molto popolare ) anche se come tutte le meduse è molto delicata e i contatti possono danneggiarla. Habitat Aurelia vive in tutti gli oceani dell’emisfero settentrionale, dove può essere molto abbondante. Come riconoscerla L’ombrello misura 30‐40 cm, ha tentacoli sul margine, il corpo è discoidale, biancastro, con gonadi disposte in quattro cerchi visibili in trasparenza. Il manubrio ha quattro lunghe braccia orali. Molti canali radiali collegano il centro e la periferia dell’ombrello. A differenza di altre specie, molto più delicate, questa medusa vive bene in acquario e quindi può essere osservata negli acquari marini di tutto il mondo. Velella velella Non urticante Assolutamente innocua per l’uomo, anche se è bene non toccarla. Habitat Comune in Mediterraneo, non vive in sospensione nell’acqua, ma galleggia sulla superficie del mare. Può essere presente in sciami enormi e lunghi anche diversi chilometri. Inevitabilmente trovano una costa, e spiaggiano, ma questo di solito avviene alla fine del ciclo, quando le meduse si sono staccate dalle colonie. Come riconoscerla Detta anche “barchetta di San Pietro”, non è una medusa ma una colonia galleggiante di polipi. La colonia è di circa 3‐7 cm, e i polipi blu sono attaccati a un galleggiante chitinoso munito di una "vela" che porta la colonia a spasso con l’aiuto del vento. La colonia, verso la fine della sua vita che dura pochi mesi, produce meduse di pochi millimetri, gli adulti sessuati, che con la fecondazione produrranno altre colonie galleggianti di polipi. Aequorea forskalea Non urticante Piccola e innocua perché priva di cnidocisti pericolose per noi. Habitat Mai molto abbondante lungo le nostre coste, anche se localmente può presentarsi in grosse concentrazioni. Come riconoscerla E' un’idromedusa che gemma da forme polipoidi che vivono sul fondo marino. Non ha grandi dimensioni: raggiunge al massimo 10 cm di diametro. Si distingue facilmente dalle altre meduse per i tantissimi canali radiali che congiungono il centro e il margine dell’ombrello appiattito. La bocca e il manubrio sono inseriti in un bulbo gelatinoso che parte dal centro dell’ombrello e si proietta verso il basso. Ha permesso l’isolamento della proteina verde fluorescente (GFP), una sostanza alla base della fluorescenza di molte meduse. La scoperta di questa proteina ha permesso di sviluppare nuove tecniche per la diagnosi di malattie e la ricerca nel campo della biologia molecolare. Questa scoperta ha portato ad applicazioni in campo diagnostico, permettendo di marcare specifiche linee cellulari. La scoperta della GFP è valsa ai ricercatori americani Osamu Shimomura, Martin Chalfie e Roger Tsien il premio Nobel per la chimica nel 2008. Phyllorhiza punctata Non urticante Come Rhizostoma, non infligge punture dolorose e quindi non costituisce una minaccia per i bagnanti. Habitat Originaria dell’Australia. Nel 2009 un esemplare è stato visto per la prima volta lungo le coste italiane, precisamente all’isola di Tavolara, in Sardegna Come riconoscerla Biancastra e coperta di macchie bianche, da cui il nome: una medusa a pois. Appartiene alla stessa famiglia di Rhizostoma, in comune con la quale ha le dimensioni (anche più di 50 cm) e la struttura generale. Si nutre di plancton di crostacei e, probabilmente, di uova e di larve di pesci: è dunque sia un predatore che un competitore dei pesci e può causare l'impoverimento dei mari. Qualche anno fa ha invaso le coste della Florida, causando un improvviso crollo della fauna marina. Come Rhizostoma, è commestibile. Cotylorhiza tuberculata Non urticante Innocua per l’uomo, anche se è bene non toccarla, e per le sue caratteristiche probabilmente innocua alla maggior parte dei pesci. Come Rhizostoma, è spesso associata a pesci più o meno grandi che la adottano come rifugio. Habitat Molto abbondante nel Mediterraneo, specie nelle baie. Nel 2009 è stata frequente nei mari italiani più meridionali, quasi a mostrare una preferenza per le acque più calde. Come riconoscerla Una delle più belle meduse del Mediterraneo: l’ombrello può misurare anche 30 cm, è molto rigido e tondeggiante al centro, dove ha colorazione rossastra o gialla. La parte più esterna è mobile e la fa procedere con le sue vigorose pulsazioni. Sotto l’ombrello, il manubrio assomiglia a un bouquet di fiori di campo, con bottoni blu‐viola, inseriti su tozze braccia. Alcuni tentacoli, anch’essi terminanti con bottoni blu, fuoriescono dal manubrio. Cotylorhiza può presentare microalghe che vivono in simbiosi sui propri tessuti, proprio come i coralli delle formazioni coralline tropicali. Funzionalmente, quindi, si può definire una "pianta" anche se si può nutrire di zooplankton. Salpa democratica Non urticante Come tutti i taliacei (forme erbivore che filtrano l’acqua marina attraverso le loro branchie coperte di muco che intrappola il fitoplancton e i batteri), le salpe non hanno né cnidocisti né colloblasti. Sono quindi innocue per noi ma ci danneggiano perché la loro presenza impoverisce il mare. Habitat Le salpe democratiche formano banchi molto estesi che si sviluppano lontano dalla costa. Come riconoscerla Salpa democratica si chiama così perché può formare lunghe catene di zooidi a forma di barilotto, con una evidente macchia arancione ben visibile in trasparenza. Le catene (o colonie) possono essere lunghe anche 6 metri. Le esplosioni demografiche di questi animali sono improvvise e durano solo pochi giorni. Mnemiopsis leidyi Non urticante Gelatinosa come gli cnidari, ma non ha cnidocisti e quindi non è velenosa. Innocua per l’uomo, ma molto dannosa per per l’ecosistema marino. Habitat Arrivata nel Mar Nero negli anni ‘80 trasportata dalle acque di zavorra delle petroliere americane, è rimasta confinata in quel bacino per decenni. Nel 2009, però, è entrata in grandi quantità in tutto il Mediterraneo. Come riconoscerla Mnemiopsis leidy è uno ctenoforo, un organismo gelatinoso lungo poco più di 10 cm e con il corpo lobato di forma ovale. Non nuota con le pulsazioni del corpo (come fanno le meduse), ma è dotato di otto bande ciliate che, battendo, fanno da propulsori. Nel Mar Nero, dove l’ecosistema era già indebolito da inquinamento e sovrappesca, Mnemiopsis leidyi ha depauperato le risorse ittiche mangiando le uova e le larve dei pesci (e anche le prede planctoniche delle larve stesse). Non si sa se il suo impatto nel Mediterraneo sarà come quello subito dal Mar Nero ma gli effetti sono subdoli, perché questi predatori non fanno scomparire i pesci con la loro presenza bensì i futuri pesci. Aequorea forskalea Non urticante Piccola e innocua perché priva di cnidocisti pericolose per noi. Habitat Mai molto abbondante lungo le nostre coste, anche se localmente può presentarsi in grosse concentrazioni. Come riconoscerla E' un’idromedusa che gemma da forme polipoidi che vivono sul fondo marino. Non ha grandi dimensioni: raggiunge al massimo 10 cm di diametro. Si distingue facilmente dalle altre meduse per i tantissimi canali radiali che congiungono il centro e il margine dell’ombrello appiattito. La bocca e il manubrio sono inseriti in un bulbo gelatinoso che parte dal centro dell’ombrello e si proietta verso il basso. Ha permesso l’isolamento della proteina verde fluorescente (GFP), una sostanza alla base della fluorescenza di molte meduse. La scoperta di questa proteina ha permesso di sviluppare nuove tecniche per la diagnosi di malattie e la ricerca nel campo della biologia molecolare. Questa scoperta ha portato ad applicazioni in campo diagnostico, permettendo di marcare specifiche linee cellulari. La scoperta della GFP è valsa ai ricercatori americani Osamu Shimomura, Martin Chalfie e Roger Tsien il premio Nobel per la chimica nel 2008. Rhizostoma pulmo Non urticante I tentacoli sono corti e non sono armati di cnidocisti pericolose per noi. Non ci può far male, e guardarla nel suo ambiente è uno spettacolo. Habitat Vive in abbondanza lungo le nostre coste. Queste grandi meduse, spesso presenti in grandissima quantità, diventano dei microcosmi utilizzati da altri organismi e quindi riparo per pesci che vengono trasportati dalle correnti. tra le sue braccia orali si possono trovare anche piccoli granchi che vivono comodamente. Come riconoscerla La medusa più grande del Mediterraneo (dopo Drymonema): il diametro del suo ombrello può arrivare a 60 cm e può pesare fino a 10 chili. Il colore è bianco, con un orlo blu lungo il margine dell’ombrello. Il manubrio è grande: assomiglia a un cavolfiore bianco. Non ha una sola grande bocca, ma tante piccole bocche. Il portamento di Rhizostoma è maestoso, le pulsazioni sono lente e possenti. Per molti popoli del sud est asiatico, soprattutto i cinesi, è un piatto prelibato. Cosa fare in caso di contatto con la medusa: Sciacquare la zona colpita con acqua di mare tiepida o, meglio, passarci sopra aceto ed acqua al 50% o ammoniaca molto diluita (una blanda alternativa è il succo di limone) senza strofinare stendendo appena possibile una crema al cortisone. E' importante non strofinare la parte sia per evitare che le cellule urticanti dell'animale rimaste sulla cute non emettano altro veleno, sia per non aumentare la velocità di messa in circolo dello stesso. Nell'eventualità siano rimasti attaccati alla pelle dei pezzi di tentacolo rimuoverli con delle pinzette oppure con una card plastica tipo bancomat. MAI usare acqua dolce, ghiaccio, alcool o sostanze alcaline in quanto per attenuare l'azione del veleno bisogna cercare di acidificare la pelle. Può essere utile anche riscaldare molto (> 40 gradi) la parte ad esempio tramite acqua o sabbia molto calda; quest'ultimo consiglio è valido anche in caso di punture di Tracina (un pesce che vive sotto la sabbia e punge quando viene calpestato). Prodotto in proprio da: LIBERACQUA ONLUS Tutte le foto e le informazioni sono state tratte da internet! SOLO PER USO INTERNO ALL’ASSOCIAZIONE! Note legali: TUTTE LE FOTO SONO TRATTE DA INTERNET . I PROPRIETARI DELLE FOTO POSSONO INOLTRARE EMAIL A [email protected] E SARANNO CITATI QUALI PROPRIETARI E AUTORI DELLE IMMAGINI. LA PRESENTE BROCHURE NON HA SCOPO COMMERCIALE NE DI LUCRO MA SOLO INFORMATIVO\CONOSCITIVO IN FAVORE DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE, DEL MARE E DELLE MEDUSE Potrebbe contenere delle inesattezze che invitiamo a segnalarci all’indirizzo email:[email protected] 

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