Lecco:chiacchierata con il ministro Alfano su foreign fighters, `lupi

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Lecco:chiacchierata con il ministro Alfano su foreign fighters, `lupi
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Lecco:chiacchierata con il ministro Alfano su foreign fighters, 'lupi
solitari' e migranti
La formula scelta è stata quella dell'intervista. Ma anche a ruota libera il ministro dell'Interno Angelino Alfano avrebbe saputo
tenere banco. Quest'oggi a Lecco formalmente per presentare il proprio libro "Chi ha paura non è libero" nell'ambito della
rassegna Leggermente promossa da Confcommercio il leader del Nuovo Centro Destra in un'oretta e mezza ha spaziato dal
terrorismo islamico, con un accenno alla famiglia italo-marocchina "sparita" lo scorso anno da Bulciago, alla questione dei
richiedenti asilo, "sponsorizzando" a tal proposito 'accoglienza condivisa, soluzione già varata dal consiglio di rappresentanza
dei sindaci del nostro territorio ma al momento rimasta ancora meramente sulla carta.
Angelino Alfano
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Il ministro con il consigliere regionale Mauro Piazza e il sindaco Virginio Brivio
Nel prendere la parola ha indicato nella manifesta mancanza di consapevolezza dell'effettiva portata di quella che oggi appare
come una "minaccia globale" la ragione che lo ha portato ad improvvisarsi saggista, trattando - con le proprie competenze - un
tema con il quale l'opinione pubblica, anche solo accedendo a un sito internet di informazione, si trova ad avere a che fare. "Mi
sono trovato a fare il ministro dell'Interno in un periodo in cui si sta affrontando il più grande flusso migratorio dai tempi della
seconda guerra mondiale e nel periodo in cui incombe la più grande minaccia alla sicurezza del mondo dalla seconda guerra
mondiale" ha asserito spiegando come dinnanzi a tali fenomeni, "la consapevolezza ci rende più forti".
I foreign fighters e i "lupi solitari" hanno poi catalizzato l'attenzione dell'ospite, chiamato a parlare ad una platea piuttosto
sguarnita, con tutte le poltroncine occupate solo nelle prime due file riservate alle autorità.
I primi - come si presumono essere Alice Brignoli e Mohamed Koraichi, partiti dal casatese con tre figlioletti in tenera età
probabilmente per unirsi alla Jihad - sono stati descritti come combattenti stranieri, non siriani, che lasciano l'Europa per
raggiungere il Califfato, andando a combattere una guerra in nome di un Dio che - come puntualizzato da Alfano - a qualunque
nome risponda, predica di sicuro amore. 90 quelli "tracciati" in Italia, nati lungo lo Stivale o transitati per il nostro Paese, diversi
dei quali potrebbe essere anche già morti. Se dovessero tornare rischierebbero l'imputazione: è stata recentemente applicata su spinta proprio del titolare del Ministero dell'Interno - la legge che prevede "l'arresto per chi vuole andare a combattere
all'estero. La famiglia del vostro territorio - ha puntualizzato Alfano - ora è imputabile". E con Alice e Mohamed anche tutti coloro
che intraprendono - facendo della religione un pretesto - "un folle viaggio per avvicinarsi a Dio uccidendo".
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Se prima dei tragici fatti di sangue di Parigi - con la strage di Charlie Hebdo prima e del Bataclan poi - "il martirio era l'unica
strada della purificazione, ora la scelta è provare a salvarsi: l'anima può raggiungere la salvezza anche con la strategia dei mille
tagli, delle mille ferite da infliggere al nemico per avvicinarsi a Dio".
E se prima si pensava che nel mirino potessero finire solo luoghi sensibili, Salah Abdeslam e compagni ci hanno proiettato in un
incubo costante: la paura di poter diventare vittime anche solo sorseggiando un caffè al bar o andando a un concerto.
"Nelle ore successive ai fatti del Bataclan sono andato in pizzeria, al cinema allo stadio. Erano pieni. La nostra voglia di
difendere il nostro stile di vita è più forte della paura".
Anche se il nemico, chiaramente, non è da sottovalutare. "Le Brigate rosse volevano sovvertire lo Stato ma non pensavano a
sostituirlo. Questi qui hanno in mento il concetto dell'Islamic State" ha ricordato il politico sottolineando la strategia del "pane e
terrore": un minimo di "benessere" garantito per incentivare l'arruolamento pagato però con la privazione delle più banali libertà
e con l'imposizione "di un ordinamento giuridico basato sulla sharia".
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Con le ragazze che gli hanno realizzato un ritratto durante la conferenza
"Abu Bakr al-Baghdadi si è autoproclamato successore del profeta per ricostruire il califfato cancellato dai mongoli e dalle
guerre che si sono susseguite nel secolo scorso e anche prima, cancellando confini che ora vorrebbero essere ritracciati con la
matita. Organizza un vero e proprio reclutamento, promettendo di riportare alle origini del vero Islam. Sarete avvicinati a Dio,
sarete purificati. Ma se non puoi partire per combattere, organizzati a colpire il nemico ovunque tu sia" ha affermato, traducendo
così in soldoni il ragionamento che porta ciascun "invasato" a diventare un potenziale assassino, in Italia come in tutta Europa.
"Immaginate come è difficile la vita delle nostre forze dell'ordine chiamate a prevenire anche le azioni del singolo" ha così
aggiunto evidenziando anche come "fin qui la prevenzione ha però funzionato". Oltre 9.000 i sospettati controllati nel solo 2015,
200 le navi perquisite e 10.000 gli autoveicoli con tanto di 70 esclusioni sottoscritte da Alfano in persona, "l'ultima proprio questa
mattina".
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Ma finché non si riuscirà a stabilizzare la Siria e gli altri scenari di guerra, il vecchio continente dovrà fare al contempo i conti
anche con l'inarrestabile flusso di disperati che sui barconi attraverso il Mediterraneo o seguendo la così detta rotta balcanica
cercano salvezza.
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"Nel 2014 sono stato aggredito violentemente come fossi la causa dell'immigrazione" ha rammentato riaffermando però con
convinzione la validità dell'operazione Mare Nostrum, tornando con la mente ai 300 sacchi pieni di cadaveri visti nell'hangar
dell'aeroporto di Lampedusa, molla preziosa per dire basta. "Intanto io li salvo, poi chiedo loro se sono profughi o irregolari" ha
tuonato Alfano. "Sono convinto sia stata una scelta che ha messo l'Italia dalla parte giusta della Storia, altrimenti saremmo stati
la vergogna d'Europa". Invitati poi tutti gli Enti a fare la propria parte, dinnanzi a un'emergenza ormai cronicizzatasi: "se ciascun
come ne prendesse una quota, i conti sono subito fatti: 110.000 profughi in oltre 8.000 comuni con 60 milioni di abitanti. Non ci
si accorgerebbe nemmeno della loro presenza".
"Roosevelt parlava di quatto libertà fondamentali: di parola, di credo, dal bisogno e dalla paura. Quest'ultima si chiama
sicurezza. Chi ha paura non è libero perché non è sicuro del luogo dove vive. La sfida attuale è mantenerci liberi non avendo
paura". Anche perché "non c'è posto al mondo a rischio zero".
Dal palco della sala conferenze di Confcommercio da ultimo il ministro - sicuramente ben protetto dall'ingente schieramento di
forze dell'ordine presenti nell'area attigua a Palazzo Falck - ha lanciato un secondo appassionato appello: ricordando come egli
stesso, a differenza del proprio padre che ha visto la seconda guerra mondiale e del proprio nonno che ha patito anche la
prima, abbia conosciuto come tutti noi solo la pace, pur non avendo meriti per la conquista della stessa, pagata anche con la
vita da chi poi non l'ha potuta godere, ha invitato salutato tutti affermando, "non l'abbiamo conquistata, almeno difendiamola".
A.M.
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