Leggermente, il Ministro Alfano: “Difendiamo il nostro stile di vita”

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Leggermente, il Ministro Alfano: “Difendiamo il nostro stile di vita”
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Leggermente, il Ministro Alfano: “Difendiamo il nostro stile di
vita”
Il Ministro Angelino Alfano col presidente di Confcommercio Peppino Ciresa
LECCO – “Siamo una generazione che ha ereditato la pace e la libertà: difendiamole, anche in nome di chi
ha sacrificato la propria vita per conquistarle”. Il Ministro dell’Interno Angelino Alfano ha concluso così il proprio
intervento di venerdì sera nell’ambito del festival Leggermente.
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Primo Ministro a venire a Lecco durante la rassegna culturale letteraria, Alfano è stato intervistato dal giornalista
Giovanni Colombo sul tema del suo libro, “Chi ha paura non è libero. La nostra guerra contro il terrore”, di cui
ha raccontato l’anteprima: “Era una mattina del giugno 2014, dovevo incontrarmi con gli altri ventotto Ministri
dell’Interno Europei. Prima dell’incontro la collega belga si avvicinò e mi chiese un incontro privato. Aveva le lacrime
agli occhi e parlò del terribile attentato terroristico al Museo Ebraico di Bruxelles. Ricordo che disse: ‘Quello che è
successo a noi potrà succedere a voi, concentriamo tutte le nostre energie nella lotta contro il terrore’. Mi
resi conto che la priorità del mio lavoro come Ministro dell’Interno doveva cambiare e da questo nuovo approccio
totalmente umano al tema è nato questo libro. Un problema globale e attualissimo, tant’è che mentre cominciamo a
parlarne se andate sui principali siti dei quotidiani italiani la prima notizia riguarda l’arresto del terrorista considerato
la mente delle stragi di Parigi del novembre 2015, Salah Abdeslam”.
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“La paura è un sentimento umano, ma nonostante i terroristi vogliano costringerci a cambiare il nostro stile di vita
noi dobbiamo difenderlo e lottare. Quello che fa spavento – ha continuato Alfano – è che l’Is o come lo si voglia
chiamare si proclama uno Stato, pretesa che nessuna organizzazione terroristica aveva mai avuto.
Considerandosi Stato, lo stesso dell’antico Califfato, deve trovare delle risorse per finanziarsi: mercificazione delle
opere d’arte ma soprattutto arruolamento di combattenti, ai quali promette il ritorno all’antica origine dell’Islam. Se
questi non possono però fisicamente andare a combattere con il califfato, restano dove sono e combattono il
nemico come possono, con il terrore”.
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L’esempio non poteva non ricadere sulle stragi francesi del 2015, prima a Charlie Hebdo e poi nel cuore della
capitale francese: “Hollande disse ‘E’ crudele, ma sono i francesi ad aver ucciso i francesi’ e non c’è niente di più
vero – ha commentato il Ministro – i personaggi che hanno commesso le stragi avevano passaporti e vestiti
europei, perfettamente integrati con la società francese”.
Per il Ministro insomma la guerra è in atto: ma l’Italia è
veramente conscia di avere un nemico? “Il fatto di non
esserne consci mi ha spinto a scrivere questo libro – ha
risposto Alfano – c’è da dire che come paese fino ad oggi siamo
stati fortunati, le misure di prevenzione hanno funzionato: nel
2015 sono state controllate oltre 90 mila persone, 200 navi,
10mila autoveicoli. Per 70 persone è stato firmato il decreto
di espulsione, perché irregolari o sospettati di avere legami
con i fondamentalisti islamici”. Tra di essi ha fatto sapere il
Ministro anche cinque Imam, perché predicanti odio e violenza
contro la religione cristiana.
Anche rispetto al fenomeno dei “ foreign fighter” l’Italia sembra
essere fuori dalle preoccupazioni: “In tutto ne sono stati calcolati una novantina, alcuni già noti. Abbiamo fatto delle
leggi per cui anche i sospettati di terrorismo siano sottoposti a misure di prevenzione personale: un chiaro
messaggio che l’Italia non tollera estremismi di qualunque tipo”.
Toccato anche il preoccupante fenomeno dell’immigrazione e dei rifugiati: “La strategia è stata pensata,
bisogna realizzarla. Tre sono le questioni: il primo punto è la costruzione di centri per i migranti per stabilire chi di
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loro può avere il diritto di asilo perché in fuga da guerre o persecuzioni e chi no. Quindi il ricollocamento,
esclusivamente per gli aventi diritto. Per chi non ha i requisiti per rimanere in Europa invece sarà necessario il
rimpatrio. Il continente non può accogliere tutti quanti, ma almeno chi scappa da guerre e persecuzioni”. 110 mila i
profughi attualmente presenti in Italia, 1 milione in Germania, 2 milioni in tutta Europa. “Come Ministro
dell’Interno non mi si potrà mai chiedere di lasciare annegare un profugo: prima li salviamo, poi provvederemo ai
controlli per capire se si tratta di aventi diritto d’asilo o se bisognerà rimandarli indietro. Se avessimo trasformato il
Mediterraneo in un mare di morti saremmo stati la vergogna dell’Europa” ha detto Alfano.
Mauro Piazza (in centro) e Filippo Boscagli (a sinistra) con il Ministro dell’Interno e Leader Ncd Angelino Alfano
“Il titolo del mio libro – ha concluso il Ministro – si ispira a una delle quattro libertà elencante dal presidente
Roosvelt: quella di parola, quella di preghiera, quella dal bisogno e quella dalla paura. Avere paura vuol dire
non essere sicuri, né liberi. La sfida che abbiamo davanti è quella di restare liberi, anche se loro vorrebbero
toglierci tutto, facendoci paura. Viaggiamo, andiamo al cinema, al ristorante: nessun posto al mondo è a
rischio zero. Perciò ribadisco l’invito: difendiamo il nostro stile di vita e difendiamo la libertà e la pace che
abbiamo ereditato”.
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