Horatii et Curiatii - da israele a rocca di mezzo

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Horatii et Curiatii - da israele a rocca di mezzo
ALBALONGA
ΙΠΣ ΡΙΨ:<<Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e
richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse
all'uomo» (Genesi 2,21-22)
Molto tempo prima della nascita di Roma, il nome dell’intera penisola italiana era Albalonga.
Il toponimo Albalonga significava Longa Arbia cioè Longa Arabia.
Fu coniato dagli scrittori Romani per riferirsi alla Lunga Arabia italiana.
Lo stivale fu equiparato ad una Lunga Arabia, perché le popolazioni italiche che lo abitavano
condividevano con le popolazioni arabe la stessa origine etnica e culturale, ma soprattutto perché
era, all’epoca, la proiezione dell’Egitto Luminoso o Numinoso (Alba).
Erano le stesse popolazioni che avevano colonizzato la Jugoslavia fino a Lubiana e, più ad oriente,
l’Ucraina fino a Mosca.
Si trattava di una grande aggregazione di popolazioni definite arabe non tanto per la comune
origine etnica quanto per il fatto dell’arbën o arbër (Old Albanian), cioè dell’ara ben (pen), dove
veniva praticato il ben che arde (ben/ar, ben/al o ben/el).
Gli arabi dei Balcani erano chiamati arbëreshë, arberesche o arabesche, cioè arabi dell’Est.
Arberesco significa originario dell’albero genetico della Grande Arabia (arbor, arboris), per tale
intendendosi il Nord Africa e il Medioriente, nonché discendente dell’Arbor di Abramo1.
Nella lingua greca erano detti Ἀλβανοί, Albanesi 2, cacciatori di albi, cioè di bianchi, per il ben ben.
Dal punto di vista etnico gli arberesche o albanesi non erano semplicemente arabi bensì una
commistione, una macedonia, di rom, arabi, greci allo stesso modo degli arabi stanziati in
Bessarabia (Besarabya).
Il passaggio da albi in arbi si ha per rotacismo di l in r ed è un accorgimento linguistico che
nasconde il concetto di arabo cacciatore dell’albo, cioè del bianco (f-air).
Molti secoli prima della nascita di Roma gli Arabi potevano essere identificati con i Brutii, abitanti
del Brutium, cioè dell’Italia meridionale.
1
Il termine latino arbor (albero) significa Rab Oro, ma possiede una molteplicità di significati crittati che rinviano alla
tratta schiavistica dei bianchi verso l’Africa e la Cina.
Per individuarli occorre procedere dall’endiadi arbor-albor.
Tra i principali si ha harbor e harbour, sinonimo di albereto di Piramidi e Obelischi (vedi arbëreshë, arabe).
Con l’aggiunta della T iniziale si ha Tabor, cioè Mons Tabor e con l’ulteriore aggiunta della M si ha Mons Tambor,
uno dei nomi della Piramide e del suo Tamburo Drum, cioè τύμπανον δρόμος
Nomi affini con TM erano Templum e Temblor, Timpanum, Tom, Tumulus
2
Nel II secolo a.C., Polibio nelle sue Storie menziona una tribù di nome Arbon nella zone centrali dell'odierna Albania.
Gli abitanti di quelle zone venivano chiamati Albanoí e Arbanitai.
1
Brutii nella forma Abrutii significa “a bey root”, cioè genti discendenti dalla radice di Beyruth,
mentre nella forma Aprutii (Aprutini) significa apri et capri del πῦρ.
Un altro etnonimo equipollente è Pretutii, popolo delle predae, delle pretiae e del pretium dei
Britanni. 
Come testimonia l’espressione avverbiale latina ex abrupto, transitato significativamente nella
lingua inglese nella forma abrupt, le popolazioni del Bey erano stigmatizzate, sotto il profilo etnoantropologico, con gli epiteti “ira et rabia”, allo stesso modo delle popolazioni stanziate in Iran,
Iraq ed Arabia.
Abrupto deriva dalla preposizione ex e dal participio passato del verbo rumpo, rumpis, rupsi,
ruptum, rumpere, assimilabile etimologicamente al verbo rapio, rapis, rapii, raprtum, rapere,
in inglese to rape.
Gli arabi nella mitologia greca erano considerati Arpìe, gente immonda per essere stati al servizio
dell’Ara Pia o dell’Arabia, cioè dell’Egitto, sede del Faraone Rab, The Rapist.
I Russi definiscono gli arabi rupìe, con ciò accomunandoli agli indù.
Stesso significato crittato di Arabia avevano i toponimi Lucania, Locride (Luceride), Licia,
Cilicia etc..
Essi testimoniavano la presenza di insediamenti di popolazioni nordiche tra le popolazioni aduse
alle varie forme di olocausto.
Allo stesso modo i toponimi creati sulla base del termine Gallo si riferivano alle popolazioni
galliche ma erano nati dal termine gaol o  equivalente al greco καλός cioè K–ALO e K-ALI
(ὠραῖος, εὐπρεπής).
In Italia le varie sottoetnìe italiche portavano nomi che rivelavano le loro remote e comuni origini
arabe: i Samnites o Sanniti erano Sunniti, i Sabini, Sabelli o Sabei erano Sabrei di Sabra, i Brutii o
Marsi erano Beruti o Beriti.
L’Italia Albalonga3 poteva essere considerata la Longa Manus dell’Arabia sull’Europa ed il suo
Arbiter Absolutus.
La penisola fu così chiamata perché doveva essere la Fucina4 o il grembo della lunga gestazione
per veder nascere nuovamente il Sole e l’antico splendore della Piramidi d’Oro.
3
Il toponimi dove compare il nome Alba indicano zone più o meno estese dove venivano sacrificati i bianchi.
L’Abruzzo interno morsicano era una zona Alba Fucens, come desumibile dal toponimo ad hoc coniato dai Romani,
acerrimi nemici dei Marsi.
Era una fucina dove si “martellavano”, cioè si martirizzavano, i prigionieri galli.
L’Abruzzo ed il vicino Lazio, in epoca pre-romana, erano zone Anio (Aniene), dove affluivano grandi quantitativi di
agni destinati al macello.
Anche la Toscana era una zona Anio o Arno (ἀρνός) e, più in generale, l’intera Albalonga (Arabia o Albania Longa).
Più in generale si può dire che le varie regioni europee dove si rinvengono toponimi che implicano il concetto di bianco
e di luce erano zone dove sorgevano altari sacrificali (luci).
2
I Romani definirono il sistema della martirizzazione di matrice isiaca Theatrum Marcelli, cioè atrus et atrox mars
macellum della θεά (TH A).
Era l’Ade dislocato in Europa e, per quanto riguarda l’Italia, la regione abruzzese era Teate o Tsade, cioè l’Ade per il
lamb-aid (lambda), schiavo del TH Ramnis (sp. amo dal verbo latino amo, amas, amavi, amatum, amare e dal greco
ἀμνός).
L’Abruzzo era Interamnia cioè “inter amnes ἀμνῶν” provenienti da Alba con un’importante ara per i sacrifici ubicata
sull’Altopiano delle Rocche (Aquila).
I Romani, fieri nemici degli africani, degli arabi e dei mercanti ebrei, fecero dell’Abruzzo, dopo la conquista della
Giudea e delle Numidia africana, una delle zone di concentramento degli amnigeni e degli amnici (amici), cioè delle
popolazioni che si erano riconosciute nel οταμός egizio.
Nella lingua osco-umbro-sabina ὁ ἀμνός era la habina o sabina, cioè la vittima destinata allo stupro e quindi allo
“shave bean”.
Il bean, cioè il ῥήν, sottoposto allo shave era, al tempo stesso, il pene della vittima con i relativi ῥημός, cioè con le due
gonadi, sui quali si infieriva con il pen o punta (presso gli antichi Egizi il ben era la πέντε αλφα o punta elettrica passover che causava il κηρός pasquale).
I Romani crittografarono le gònadi in ova (voce transitata nello spagnolo oveja) e il penis in panis o cibus (transitato
nello spagnolo chivo e nel traslato italiano schifo).
La Festa Punica o Poenorum era coram populo ed era da panico (πάμπαν, παντάπασι, σύμπασι, senso pànico o
panpsichismo).
Lo shave era la σχίσις (σχίζω, σχίζα e σχάζω), per lo sclavus, così definito per la clavis (κλείς) dello  X ἰός (clavus).
 X ἰός
S
M
IO
ten o zen
MAM-YO
SATOR
Chain di Kaino
Cadena di Caina/Caino
Il 4 del quadrato è
τέσσαρες
Rueda del Gallo Pavo per
Galo e Galina (Galli o Polloi)
Il MasXios (masculus) era la maison o mansio per il mansus, cioè per il man-sus o mansus, il recinto sacro con
l’altare (οἰκία) dove il macellarius (lanio o lanius) eseguiva il καινειν sul καινός ayn in chain e in chin, cioè inchinato.
Mansus è:
- il participio passato del verbo mando, mandis, mandi, mansum, mandĕre.
- il participio passato del verbo mănĕo, mănes, mansi, mansum, mănēre.
Il boia dopo aver seviziato l’ano (Ίλιον) della vittima, con il filetto della lama tagliava il THP (τρεῖς o τρία) della
Τροία incatenata o legata, tetragona nel τετρακτύς (τέσσαρες o τέτταρες, ἀκτή e ἀκτίς), poi il gozzo, bevendone il
sangue (sp. gozo), poi gli arti e l’addome (exta), poi il craneus (σχίζειν del φρήν): era la potatura.
Sulle vittime di sesso femminile il “pene” veniva praticato sulla vagina e sulle ovaie (ωα, ova).
Appena il carnefice o aguzzino aveva eseguito l’eviratio e mostrava alla platea i genitali della vittima, ostensio, si
alzava l’ovatio, il plausus o la clamatio.
In Egitto l’esecuzione era invece praticata con la corrente elettromagnetica e per questo era una tetra-agonìa, teta o zeta
agonìa  (vedi verbo τρέω).
L’Egitto era:
- la Tessaglia, l’area della tessitura;
- la Tela di Aracne (ἀράχνη), cioè l’Ara HXN.
- laTela di Penelope (Πηνελόπεια) o del Peloponneso (Πελοπόννησος), cioè di Pelope (Πέλοψ), dove rimanevano
irretiti i pesci (Ke)opes: erano gli schiavi K-Oropes o K-Europes (Orops).
Lo schiavo bianco era chiamato in greco ὄψ, ὀπός (plurale ὄπες), in latino ops, opis (plurale opes), termine da cui
derivò piscis, piscis (plurale pisces): da ὄψ è derivato il latino lupus (sp. lobo), pseudonimo del Lu Purk del lubere e
labere.
Nella crittografia anglosassone il nome Ίλιον ed il suo sinonimo Τροία significano:
- <<I lyon, You lie (Julus, Jutland)>>
- <<Yo leòn, Tu roja (Troia, Troade, Troia in Ade)>>
Lo spagnolo Julio corrisponde al latino Iulus, nome che nella crittografia romana significava I(talicus) (n)ullus,
analogamente all’altro nome Tullus, che significava tollo hostiles, cioè i popoli dei sacrifici dell’Ostia bianca.
3
Come noto, erano presenti anche genti Greche, genti Sardo-Turche (Sardu/Urdu/Turcu) e genti
Siro-Fenicie.
I Messapici o Iapigi stanziati nelle Puglie erano di origine picena o peucetia, così come i Piceni
stanziatisi in Abruzzo e nelle Marche con propaggini settentrionali fino a Piacenza.
Erano considerati popolo del Messia, in quanto in tempi remoti, durante l’Impero Egizio, erano stati
missi dominici, inviati del Signore, per la raccolta della Massa Cerealis (La Messe, The Mess o
The Mass).
Un altro nome dell’Italia era Vitelia5, cioè Terra delle Vittime di Elio e Terra della Vittoria di
Elio6.
Tuttavia Vitelia era non solo l’Italia ma l’intera Europa, somigliante per la sua forma geografica ad
una donna reclinata in avanti, in procinto di essere concupita dal Toro anatolico-africano.
L’Europa era la Vitula (Vitella) e la Turchia con il fallo gigante africano sottostante il Taurus
(Toro), come può essere desunto dal mito di Pasifae e Minotauro.
Per gli ebrei europei il Toro turco era sinonimo non di semplice monta bensì della terrificante Tora,
Mukka o Makka.
I Romani, al pari dei Greci, non appartenevano alle etnie italiche e, contrariamente a quanto si
potrebbe supporre in base al loro nome, non erano nemmeno discendenti dei Medi Romani,
popolazione indiana che dall’Industan, l’antica Romania, per sfuggire alla dominazione cinese, da
loro subita durante il periodo delle Piramidi d’Oro (Xian), era emigrata in India Media, coincidente
con i territori di Iraq, Siria, Asia Minore e, più a nord, con la Romania.
Il nome Medio è una derivazione di Metis, sinonimo di Medinas, uno dei nomi della Piramide
Energetica.
4
Il Lago del Fucino e la regione del Fucino presero il nome da Fucina, l’officina di Vulcano o Efesto (Ἥφαιστος).
Vulcano, il Dio della Luce e del Fuoco, era il Signore di Ἡλίου πόλις o Αιγυπτος, dove si svolse per millenni la EFesta Puerorum Solarium o Ε-ορτή παιδῶν (τό ὈΡΩ ζῷον).
Ἥφαιστος o Ἇφαιστος era Ο παῖς di Vulcanus, Volcanus o Volkanus.
Παῖς significava Πατήρ Ἶσις: gli inglesi ne trassero i verbi to pay e to ray (in base alla regola crittografica Pi Ro),
mentre vulcanus in vv canis.
Un altro nome abruzzese dell’Egitto era Corfinium, anagramma di:
- Cor Fucinum, cioè Cuore della Fucina;
- Fines Cordis, cioè Confini del Cuore o Africa Borders.
Il Cuore, ἡ Kαρδία è l’Africa, chiamata anche Xώρα.
Efesto in greco Ἥφαιστος era il Dio della Luce φῶς, φωτός e del Fasto.
Il Fasto delle Feste era simboleggiato nell’arte dai Festoni.
5
Il vocabolo spagnolo per vitella, ternera, deriva da Terranera, nome italianizzato di Egitto T[er]re, Terno, Eterno, dove
la ternera “terna” subiva il Talio (il J taglio).
Nella crittografia anglosassone I significa Ilio o Elio ed HI era il saluto estremo verso H liopol I, come pure HEI o
HEY.
L’avverbio HERE significava dall’Eire o Aire (ἀήρ) verso la Terra di Era/Eros (THR o TH ρ).
6
Dalla radice VIT deriva anche l’etnonimo INUIT, remota testimonianza di Elio Invitto fino alla Finlandia.
Nelle regioni nordiche la radice VIT/VITH/VIZ era associata al concetto della malvagità, come desumibile dai vocaboli
wit, witch, wick.
4
La Piramide era così chiamata perché era la ME-Dinamo, cioè la Dinamo Elettro-Magnetica
necessaria al Mη o Mα, cioè fondamentale per la praticare la Mecca o Makka7, cioè l’esecuzione
meccanica.
I Medi, quindi, potrebbero essere definiti, con una circonlocuzione, popolo del “Me Dinamo
India“ o “Me Dinamo Induo”.
Dato che il toponimo India significava In Duo, cioè In (nel territorio Chin o Kin), Duas
Piramides, è plausibile ritenere che i Medi erano stati vittime della Mecca o Macca gestita dai
meccanici cinesi.
I Medi furono chiamati anche Curdi per il fatto che provenivano dalla terra a forma di piccolo
Cuore, vale a dire l’India, ed erano stati sottomessi dagli Urdu cinesi, impadronitisi del Curdu o
Cor indiano.
I Cinesi furono per un periodo gli Urali degli Indiani in Industan, cioè i loro “pecurali” ed ultori8,
ma lo furono anche delle popolazioni Urdu, in quanto sia gli uni che gli altri erano appartenuti a Ur
Due o Induo, vale a dire alle Piramidi Cinesi (Chin o Kin Duo).
Gli Indiani erano un popolo di incineratori (la pira indiana), probabilmente perché, dopo essersi
affrancati, erano ancora memori del periodo in cui erano stati vittime della Zombizzazione Cinese9.
I Palestinesi, invece, era un popolo italiano, che aveva fondato alcuni insediamenti nella penisola:
Napoli era stata Nablus palestinese prima di divenire la Nea-Polis greca.
Erano detti anche prenestini o palestrini in quanto braccavano come cani (cananei) gli ebrei.
Erano convinti che gli ebrei dovessero tornare al Nestos, cioè al loro Nido.
Praeneste significava in italico <<pra-ite nesto>>, cioè tornatevene al Nido.
Quindi prae-nestos significava tornare alla situazione prae-nestos ossia al periodo in cui gli ebrei
erano nel Nido delle Aquile (ingl. Nest, lat. Onus, da cui Munus ed Honos).
Il Nestos e la Paleos Trina sono le antiche Piramidi Egizie dove rimasero schiavi per millenni gli
ebrei.
7
Dalla congiunzione greca μὴ è derivato necare, ma prima ancora νικάω, l’inglese need (μὴ Dio), neck (μὴ κάρα), care
(abbreviazione di μὴ κάρα o né care), cioè decapitazione od evirazione.
8
In dialetto italico il pecurale è il pastore padrone del peculium, cioè del gregge di pecore: pecorum grex (pecus,
pecoris).
Ma nel linguaggio biblico il pastore o pecoraio è il padrone del grex hebraeus (peculium), del quale dispone per i
sacrifici cruenti.
La parola latina pecus era sinonimo di οἶνος (oinos), sangue, di specus (speculus), spacu (spago per l’incaprettamento)
e pacu (spago o corda per l’incaprettamento e lo spacco) ed era altresì un crittogramma che significava pesus (in
spagnolo pes, peso), cioè riduzione a colla di pesce (jellyfish) e reificazione: in codice PHS.
9
I Cinesi erano così chiamati dai popoli a loro assoggettati perché si comportavano come cani, κυνόι, alla stessa
maniera degli Egizi, perché erano in possesso dell’energia cinetica o cinesi, perché praticavano le arti magiche capaci
di far risorgere i defunti (vedi Bardo Todol e Nirvana nella religione buddista).
Il fenomeno è definito modernamente zombismo.
La parola zombie si rinviene nei nomi geografici africani Zambia, Zimbabwe, Gambia e Gabon.
La gamba o zampa è l’allegorìa fallica del defunto che si solleva, cioè cambia stato, passando dalla morte apparente alla
vita, cioè alla postura eretta.
5
Palestina, come deducibile dall’attuale toponimo di Preneste, cioè Palestrina, significava anche
piccola palestra o piccolo gymnasium, cioè zona ristretta per l’addestramento militare romano.
Ma il gymnasium era originariamente il luogo dove ci si esercitava alla [G]umma, era cioè la città
di Goma o Gomorra coincidente con l’antico Egitto10.
In altre parole era l’Ara o Area della Guma (Gumara).
In epoca egizia avere in mente il concetto di gymnasio o quello di liceo era la stessa cosa11.
Nel liceo la comunità appartenente a Ru[m]ma, cioè a ROME egizia, era vittima della UMMA.
La umma consisteva nell’uccisione mediante i raggi gumma, cioè gamma, o mediante la
RU[M]MA cioè la reuma (corrente elettrica).
10
Guma e goma, in italiano gomma, significava soprattutto cuma o coma, nonché cima e culmen (columen e columna).
Presso i nordici era cimru o cimbru, dulmen o dolmen al posto di culmen (columna): i menhir erano i men neri o negri
cioè gli homines nigri cui piaceva fare il N-eros (l’amore rosso e nero cioè la carbonizzazione).
11
Liceo deriva dal verbo liceo, lices, licui, licitum licere, verbo che ha lo stesso etimo dei termini latini lac, lactis
(spagnolo leche), lux, lucis e del verbo latino lucere.
Tutti derivano dalla radice leu- o lu- e reu, ru, da cui reo.
Nella lingua latina liceo ha ormai assunto il significato passato poi nella lingua italiana, vale a dire “è lecito, è
consentito”.
Tuttavia in alcuni contesti crittografici licet viene ancora usato in riferimento al lac/licitum.
In un senatusconsultus neroniano si trovano le frasi <<non licet esse Christianos>> e <<collegium illicitum>>.
Il loro significato crittato, al di là del significato manifesto delle norme, è che i Cristiani sono a favore della licitazione o
saponificazione, cioè dell’esecuzione “in-licitum”.
La procedura del licitum può essere definita anche procedura della luteizzazione: i barili ermetici erano riempiti con un
liquido detto nitron, contenente cloro, collegati alla corrente elettrica e portati ad una temperatura non letale.
La vittima si consumava per lungo tempo nel contenitore ermetico, successivamente si aumentava il voltaggio della
corrente elettrica fino a bruciare la vittima, il cui corpo si liquefaceva nella sostanza divenuta acida per effetto
dell’elettricità.
Il liquame prodotto era chiamato limo, tabe o anche luteum (gli elementi etimologici sono sal, saltus, salt (ingl.) cloro, clarus, calor – salir (sp.), luteum, lutum, lutulentus, solveo, solutus, yellowish, jewish, glutin, jelly).
Ad ogni tornata di luteizzazione seguiva il luctus, che non era un lutto funebre, bensì una vera e propria festa, il Lusso o
il Luxor, che i Romani commemoravano nei Lustralia I I I: essa consisteva cioè nella fertilizzazione delle terre
egizie con il luteum, chiamato anche funus o fenus (da limo sono nata le parole latine limes, -itis e limen, liminis, terra
limitanea del Nilo).
Terminata la macerazione, i barili ermetici venivano aperti e si procedeva alle esequie.
Le esequie erano l’ex-equum o ex-quba (cuba), cioè l’estubazione delle reliquie e la loro aspersione sui campi.
Il fumus/sumo/humo/humor, cioè il prodotto del “fumo”, cosparso avrebbe prodotto i futuri frutti (fenus, fenora).
In un passo delle Epistulae (I, 17, 36) di Orazio si legge: <<Non licet omnibus adire Corinthum>>, in un altro si
legge <<Non cuiuis homini contingit adire Corinthum>>, frase diventata un aforisma.
La decifrazione della prima è non licet (inlicet cioè in-licitum) omnibus (omnes-boves) adire (A-Dira/Hades)
Corinthum (Cori/Kora In dù).
La decifrazione della seconda è incivilis homo contigit oppure civis homo non contigit adire χώρα o χώρα Indù.
6
Il sinonimo di ginnasio, palestra, deriva dal fatto che le vittime diventavano pale, cioè pallide, per
effetto delle radiazioni e della somministrazione di corrente elettrica a basso voltaggio nei barili
ermetici, dove venivano fatte macerare ed infine liquefare.
Era la cosiddetta Tabe o Tebe o la cosiddetta Lue, parola derivante dal verbo greco λύω12.
La parola umma era non solo un’abbreviazione di Ruma o Rymam (Rumam), ma anche di Suma,
Sumna (Sunna) e Sumer.
Da Rymam, cioè da Rimam, nacque il titolo ieratico islamico Imam13, una delle figure di spicco o,
forse, la più importante, della persecuzione degli Aryman.
Aryman era l’uomo destinato all’ara o altare sacrificale, e nel momento in cui veniva evirato e
trasformato in eunuco/donna diventava ary-mam, cioè Mamma degli Afro-Egizi (mama, mumie,
moma).
Il linceo, oltre ad essere il luogo del liqueo, era altresì il luogo del linciaggio di Umma.
In questo luogo del deliquio delinque o derelinque chi riesce a sottrarsi alla Umma.
Il Re dell’Energia Gamma (Gumma) era il Ra’IS, cioè il Re dei Rays di Iside.
La Piramide è σος  e Iside è lo stesso Faraone14.
Egli, il Faraone, è semplicemente  o G, cioè God.
Il termine Raʾīs, scritto anche Raïs, Rais, Raìs, Raiss, Raìss o Reis, si ritrova nella lingua araba
moderna.
Rais deriva dal greco ῥίζα, cioè radice o rizoma.
In realtà il termine greco è un crittogramma che si decifra come si spiega di seguito.
Considerando la lettera ῥ come una P maiuscola si ha:
PIZA
trasponendo al greco PIZA si ha
A
prendendo la lettera  (pi) come una sillaba composta da   si ha

e se si aggiunge la N si ha
12
I sacerdoti addetti ai culti misterici erano in grado di resuscitare alcune vittime sottoposte al trattamento “leukos” o
“ànemos” ma decedute prima del successivo stadio “limo”.
Per il loro pallore, ma anche perché zombies parlanti, venivano dette Palladi di Athen o di Athon (vedi Pallante
Evandro).
13
I MAM significa “man evirato” cioè senza I e quindi “mamma”, oppure I5
Y
I
equivalente a IS(ide).
14
I Campani la chiamavano Cuma, gli antichi spagnoli Cumbre, gli antichi sassoni Teuton, gli antichi abruzzesi
Columen Ele (Columella o Colonnella).
7
GIZAN
che letta al contrario dà NAZI–G, dove la lettera G è l’iniziale di Geese o Goat o Gath o Goto
(Goto significa G 8 cioè pastora, legamento, per Goat).
prendendo poi le lettere   di A come III si ha
III ZA
sigla che contiene in sé gli elementi del Tempio-Piramide o del Tempio Greco (Grex):
r
III
- la cremagliera o ghiera III della ruota energetica
- l’at-trezzo peot, cioè il generatore di energia15
Il capo della PIZA () era la Sibilla PIZIA o Sibilla di APOLLO16, cioè il Faraone gestore
dell’A-POLO o A-polarizzatore (Ἄπλουν), un congegno tecnologico stupefacente che consentiva
agli antichi Egizi di avere a disposizione un Calamity Tool o Machine di portata planetaria (Cam e
Camiti).
Attrezzo deriva da A Tre ZA o A Tre SA, sigla che significa  - treccia.
La lettera alfa è detta anche gambero (gamba-rossa, cry-fish, pray-won, cane-cero) o scorpione (alacran, escorpion,
σκορπίος, s-corpse, s-corpus), da cui sgorbio, scarabocchio.
Atrez si può scrivere come  TRE Z ed è la Piramide che produce energia AZA o ASA.
Ma l’attrezzo era anche lo spiedo, stiletto o fioretto per trafiggere sadicamente le vittime prigioniere: esse sono PHS
(res) o PES (pisces).
L’etimo di attrezzo si può far risalire all’avverbio spagnolo atras, derivante dal latino ad trans, il cui significato
originario risiede nell’idea di movimento da dietro in avanti, di trans-passare.
Trans deriva da inter/intra più εἰς, cioè ἐντός O  εἰς, dentro fuori, in tres    es tres, in-traho es-traho.
Dalla preposizione trans derivano i verbi:
- traho (trans ago), tiro o porto oltre
- transfigo (trans figo), trafiggo
- to trespass (trans passo), trapasso
- attraggo (ad traho cioè ad trans ago), tiro dietro, verso di me ed oltre di me
- tractare (trans acto o trans ago), transigo o vado oltre.
L’attrezzo PEOT nell’antico Egitto è la QUBA elettrificata, cioè l’OTRE dove viene calato il PES.
Il PES è il pessimo pesce, cioè l’ebreo del quale gli Egizi sono ebbri.
15
L’O-TRE è la O ripetuta tre volte, cioè la stesso cilindro QUBA
, il tunnel sotterraneo e la
simbolizzazione elementare dell’onda elettromagnetica   
16
Apollo Pythio come Signore di Delphi e dei suoi Adelfi era un Dio oracolare, profetico e giudice circa l’Oracolo
Delfino.
La sua vittima preferita era la Πυθία, cioè la ἀήρ καὶ ἔαρ resa Ptah (putius et putia, puto y puta).
Il Faraone Cinese, ὁ κύων, prediligeva la medesima vittima bianca, chiamata Putra o Budda.
8
La PIZA era propriamente la Ruota Energetica con la sua Radice (ῥίζα) ovvero il suo AlberoPignone nella Piramide
Le Piramide era verosimilmente un Quadripolo Tesla (τεσσαρες o τετταρες), che i Romani
chiamavano Janus Bifrons o Janus Quadrifons.
Nel Nuovo Testamento l’insieme Piramidi e rete di obelischi è definito Vigna del Signore, il
Faraone è paragonato ad un Vignaiolo, non solo perché l’attivazione della Vigna e dei Filari di Vite
(Filadelfia) poteva produrre vino, cioè sangue, ma anche perché il suo funzionamento era spiegato
dall’allegoria degli acini dei grappoli d’uva.
Gli acini del grappolo erano gli ioni (ionizzatore).
9
Y
semen
s
r
acini o pietre
σπόρος
πτύω
PTA
Pater o Petra PTR
sex
69
15
FIGA IMAM o IMAN
teta con amen
teta con Imen
turbo
S πῦρ
teta con Omen
volatus
OO
OO
OO
Q
F

I
pipe seed
stone
O
vertex
vortex
spira
voluta
O
Gamma En.
dD
PIP PIP RIY
Z
funzione d'onda fertile con barriga
penta rei
tettares
treis
duo
eis, mia, en
5
4
3
2
1
Delta
Zed
Zen

G
F
I
La Teta o Tit era in grado di provocare movimenti tettonici e di generare fasci di energia Lampo
(lambda).
Nell’Odissea di Omero il mostro di potenza è paragonato ad un gigante con un solo occhio ed è
chiamato Polifemo (Πολύφαμος Κύκλωψ o Θεοκριτου Κυκλωψ).
10
Il gigante scagliava enormi massi provocando maremoti e terremoti: il suo nome era Polifemo, in
primo luogo perché poteva “parlare” in tutte le direzioni, in secondo luogo perché in Egitto erano
presenti (Na)Babbi o (Na)Batei di tutte le nazionalità, parlanti lingue disparate (cinesi, maya, urdu
etc.).
Un altro nome del gigante era Torre di Babele, nome dovuto al fatto che vi giungevano enormi
masse di schiavi babies ed al fatto che era capace di scagliare pietre, in realtà disruptive waves,
fino alla Gran Bretagna o Ele (Ele è l’energia lambda ).
L’Egitto era una Babilonia e molti erano i verbum, i λόγος e las palabras, cioè le parabole di terra,
enormi dischi o piatti sul suolo capaci di produrre l’energia divina EO17.
Una rappresentazione plastica ancora esistente della “pizza” è la Mole di Adriano o Castel
Sant’Angelo in Roma e, prima di essa, era stato il Mausoleo di Augusto.
La parola pizza in italiano contiene in sé il significato di forma geometrica piana e rotonda o piana
e rettangolare, così come le parole spiazzo e piazza, che rimandano ad un’idea di superficie piana ed
aperta.
Derivano dalle radici pas- e paz-, da cui i vocaboli inglesi path e pattern e quelli italiani sprazzo,
spazzo, spacco, spatola, patente, patta, paterno.
Pater in particolare significa che passa, path, la mat-eria: pa.+ ma. mara o maria, rama o ramo.
In codice la Piramide tecnologica era la PIZA (ῥίζα o al qizah o Λάρισα) o anche:
LA PIZ
LA PIX
LA PAZ
LA PAX
Capitale della Bolivia
RAPAX
RAPAZ
Da A- (Piza-Giza) attraverso una serie di passaggi crittografici si ottiene
RIAD
Capitale della Arabia Saudita
RIZA
17
Erano piatti o dischi energetici di varie dimensioni, dalla più piccola alla più grande.
Erano platones et edones, τάλατα καὶ ηδονές.
Per usare i nomi dei filosofi greci idealisti la parabola di terra poteva essere Plato, Πλάτων oppure Plotino, Πλωτίνος.
Lo scultore greco Mirone lo allegorizzò nella figura del Discobolo: l’Atleta di Atlante sta per lanciare un disco capace
di colpire ad enorme distanza (pseudonimo Talete, Θάλητος=τάλατα καὶ ηδονές).
Lo pseudonimo Mirone lascia presumere che l’energia sparata dal disco – nella scultura il disco stesso – colpirà in
maniera precisa, seguendo la mira balistica – mirone - presa sulla base di calcoli geodetici.
I nomi dei due famosi filosofi greci, teorizzatori del principio delle emanazioni (Enneadi) e degli eoni (ioni), rimandano
anche all’impiego del plutonio presso gli Egizi chimici o alchemici.
11
PIZA
(greco da leggersi RIZA come rizoma)
PIAZ
RYAD
(la y al posto della iota, può leggersi anche alla francese RUAD)
ma anche
DARYS
(da leggersi DARIUS)
Come appena detto PIZZA è sinonimo di
PIAZZA
PLANITIES, PIANETA o PIANEZA
(è il Pianeta su carta geografica piana)
PIANO
PLACE
PALACE
PALATIUM
PA-LATUS
RA-LATUS
ALATUS
Il Ra-Alatus è il dardo-freccia18 o flecha, è il flash (laser) che frigge la flesh
Il Palatium o P-alatum o P-Ala-Aton è GIZA o, meglio, Giza è il Lucus Palatii o Lucis
Palatium.
Da P-alatum, omettendo la lettera a tra la lettera pi e la lettera elle, si ricava:
PALATO
πλάτος
PLATINO
πλάτων
PLOTINO
è il palazzo dove si viene fatti a pezzi e divorati
i piatti (platos) erano i dischi energetici delle Piramidi (latino lanx, lancis)
era l’oro usato per la copertura delle Piramidi
il nome del filosofo Greco che allude ad Atlantide
il nome del filosofo Greco seguace del primo che parla di ioni ed eoni
18
Freccia deriva dal latino frango (fractus, fractio).
Il raggio–freccia in latino è iaculum, sagitta, telum.
Oltre ad essere il raggio che brucia il iaculum è la lama con cui si recide la giugulare durante la giaculatoria ed il telum
è la veste bianca di lino del carnefice.
La sagitta è la saetta ed è lo stesso E-gitto Solare (E o H), che gitta saette (tuoni e fulmini, truenos e relampagos,
thunder e lightenings): S(olaris) Aegyptus o (λoς) Αἴγυπτος.
In greco è il raggio-freccia è βέλος cioè Beam di Elios e solare è ἡλιώτης, da cui Niloti.
Il  era la fonte dell’ o del mare di onde o di salt 
Era al tempo stesso Il Sole e La Sala: i Salii dell’antica Roma erano i sacerdoti epigoni dei sacerdoti Eliopolitani e delle
Sale o Camere della Morte.
In latino La Fonte era detta Tullius (fonte, acqua zampillante) e in indoeuropeo Tuelos.
Da tuelos deriva tuorlo, metafora del Sole, paragonato al tuorlo di un uovo che emana luce bianca, la chiara dell’uovo.
12
Il P Alato  ALATO o Pa Latium
dinosauro
D
εἰς πίνω
espina
espio
dinamo S aurum
Q
LI
LUO
IVI
VTVT
VIT
LIO
P8
PEOT
VIII
III
EQUBA
κρέας, -ατος, τὸ
KS
ρέα
BEA
BEAN
REAN
RENE
BEAM
ARENA
REHEN
13
HORATII e CURATII
Gli Oratii erano nemici dei Curiatii, i primi erano Dorii o, per essere più precisi, reduci della
devoratio (oratio e devotio a Ra), i secondi erano Latini.
I Curiatii o Quirites erano uno dei popoli della cura.
I Dorii erano stati i curati, i Latini, insieme ad altri popoli, erano stati i loro curatores per Troia
d’Egitto.
La capitale del popolo Latino era Cori, toponimo che significa Cuore, derivante dal latino Cor
(cordis) e dal greco Kαρδία, nome dell’Africa durante il millenario Impero egizio.
Gli inglesi lo chiamavano The Heart o The Earth, gli italiani Teate o Teram (TH ARTH,
THATHR), i latini Reate (TH ἔαρ o TH AREA), i musulmani Teran o Tyran (TH RA n E).
Dopo il crollo dell’Impero solare Orazi, Curiazi, Latini, gli altri popoli italici, i criptoebrei ed i
cristiani, diffusi anche al di fuori della penisola italiana, rimasero per secoli in competizione per la
questione della sua rifondazione.
Nel dipinto Il giuramento degli Orazi del pittore Jacques-Louis David, realizzato nel 1784 e
conservato al Musée du Louvre di Parigi, il concetto è espresso nei tre militari romani che prestano
giuramento di fronte al Centurione, formando con le loro braccia tese e le spade una Piramide.
14
La sagoma della Piramide egizia è delineata dalle braccia tese dei tre militari, dalle braccia del
centurione e dalle spade, mentre le sue pietre dal muro a sinistra del dipinto.
I tre commilitoni o camerati del Fascio Romano corrispondono alle tre donne a destra del dipinto.
Quello al centro è di etnia nordica, così come la donna che gli sta di fronte, anche se non è di pura
razza ariana.
Quello in fondo è di etnia araba e corrisponde alla donna inclinata sul bambino, vestita secondo la
foggia musulmana.
Quello in primo piano è italiano e si specchia nella donna italiana.
Il centurione è greco, ma non nel solo senso di ellenico, bensì anche nel senso di pastore del Grex.
Tutti i personaggi del quadro sono disposti su di una carta geografica invisibile che rappresenta
l’Europa, dalla Spagna, alla Gran Bretagna, ai Balcani, con l’Africa e le Piramidi sottostanti.
Essi rappresentano le conquiste successive dell’Europa e della Gran Bretagna a partire dall’età delle
Piramidi egizie.
Il bambino con i capelli biondi che, nella carta geografica crittata, va immaginato sopra i capitelli
delle due colonne retrostanti, rappresenta l’Eire o Aria dispersa nel Globo (G.B.o J.B.) e la donna
con la tunica nera le popolazioni musulmane che, dopo aver conquistato l’Isola, l’avevano
precipitata nel tunnel egizio.
Tra i musulmani conquistatori vi erano anche gli italiani, come lascia intendere la spada romana tra
le due sciabole arabe, che, oltre a rappresentare Roma, rappresenta anche l’Italia pre-romana.
Il bambino con i capelli biondi è al tempo stesso la donna con i capelli biondi e il militare con
l’elmo dorato: rappresenta non solo la Gran Bretagna ma più in generale le popolazioni galliche.
Egli, divenuto militare, forma un fascio con gli altri Orazi ed insieme giurano di “capovolgere
l’Italia”, come può dedursi dal suo sguardo rivolto verso la mano del centurione, che “slancia”
verso la colonna a forma di Italia capovolta.
La mano del centurione dice che l’Italia in quel momento è Cinque o Penta-alfa
, cioè è nelle
mani dei Phrentani di Alif (Frentani, Piceni, Aprutii, Apuli etc.).
Per Orazi devono intendersi non solo i Dorii veri e propri ma anche quelli che, pur avendo origini
doriche, avevano perso le loro caratteristiche razziali.
Costoro erano criptoebrei, da non confondersi con i criptoebrei israeliani, appartenenti o alla razza
romena o alla razza araba.
I primi erano i discendenti degli “ebreizzati” o “vampirizzati”, i secondi erano stati loro mercanti.
Il traffico degli Orazi verso le Piramidi è descritto nella carta geografica crittata.
15
Eire
GB
Pom
Ger
Glo
Bo
Le tre donne a destra coincidono con l’Illiria, mentre il Centurione coincide con l’Italia.
I tre militari coincidono con la Spagna e il punto dove le loro mani tese quasi toccano le mani del
Centurione è il Golfo di Biscaglia o Guascogna (le tre mani distese, le tre lame, le sei gambe dei
militari, le tre gambe del Centurione rappresentano le Piramidi egizie).
La zona è messa in evidenza dal pittore perché l’endiadi biscaglia e guascogna significa che il
serpente basco(ne) si avvinghia con forza (vis o viz) alla caina (cayna) e la vasca a Bisceglie cioè al
Serpente o al Pesce Scaglie del Nilo.
Il Centurione con la mano aperta indica verso la Gran Bretagna, che da quella posizione deve essere
immaginata nella mattonella bianca di destra, dove era Giza.
Le cinque dita della mano aperta stanno a significare che la civiltà delle Piramidi governava i
cinque continenti19.
19
Potrebbero voler dire anche che a parte le Piramidi bosniache, alle spalle del Centurione-Italia, in direzione delle
mani tese dei militari potrebbero esservi altre Piramidi, dello stesso periodo, appartenenti al Pentalfa Sirio  cioè in
definitiva al Serpente (5= S).
Un ulteriore indizio in tal senso è la mezza piramide che si intravvede sul capitello della colonna a destra.
Bisogna immaginare di far cadere l’intersezione su Chioggia (VE) e proseguire lungo la direttrice di Gorizia.
Che il punto di incrocio sia Chioggia è suggerito dall’etimo del toponimo della città veneta, chioccia, corrispondente nel
dipinto alla donna araba curvata a mò di chioccia sul “pulcino biondo”.
16
Le mattonelle bianche simboleggiano gli schiavi bianchi mentre il marrone del pavimento a spina di
pesce simboleggia gli africani ed i meticci20: la mattonella è una metafora della piastra o piastrella,
impiastro o pasticcio di carne, e del mattone, grande mattanza21.
I sandali dei militari rappresentano le navi veloci che collegavano Gibilterra a Tangeri, a Tunisi, a
Tripoli e ad Alessandria, ma i sandali del Centurione rappresentano al tempo stesso la Sicilia e il
Salento, mentre il piede caprino della donna bionda rappresenta la Grecia e il raccapriccio per le
esecuzioni “egizie”.
La lancia dice che si trattava di navi veloci (lanchas), ma a parte ciò, dice che a Giza si usava
l’energia elettromagnetica e lo stiletto elettrico  .
Il bambino, che rappresenta l’Eire, Aire, Aria o l’Europa bianca, è nelle mani della donna araba e
vede sé stesso con la testa calva, disteso e cadavere sulla Tavola del Cuore
Questa è la tavola Surf/Serf (Sufi) cioè la tavola della Serpe a sonagli per navigare il Servo del
Globo.
Nella cartina geografica nascosta è il ponte di Istanbul sui Dardanelli con il bambino-globo che
discende verso l’Anatolia, ma trasponendo il piccolo cuore sul grande cuore il bambino-globo, ora
tra le mani del Centurione, potrà scivolare non solo a destra ma anche sinistra, verso Tangeri.
Le mattonelle bianche agli angoli della rete rappresentano altrettante “Zone Piramidi”, a partire
dalla più nota, quella di Gaza, da immaginarsi sulla mattonella in basso a destra.
La mattonella in basso a sinistra rappresenta le Piramidi d’oltreoceano, precisamente le Piramidi di
Cuba, recentemente scoperte sul fondale marino nordovest dell’isola, mentre la mattonella più in
alto rappresenta un complesso piramidale da localizzarsi, probabilmente, negli Stati Uniti22.
La quarta mattonella angolare coperta dalla donna nera rappresenta le Piramidi di Visoko.
20
La spina di pesce o spiga di grano è il simbolo dell’onda elettromagnetica sui bianchi ariani.
Essa è rappresentata anche dalla mano della donna araba o arbereshe o albana, che, osservando bene, risulta essere la
tela di un ragno, cioè il famigerato lo spider o spiedo elettrico.
21
Matanzas – mattanza - è il nome di una città di Cuba, nome che, come visto altrove, equivale ad Egitto o, per meglio
dire, ad Incubo Egizio.
La cuba è la kaba o casba araba, è la baku azera (bakery), è la cob o il job dello schiavo bianco ariano, è la tuba, barrel
o tonnel elettromagnetica dove quello veniva inserito per essere ucciso lentamente.
Egli era la cyba o chiva (cría hembra de la cabra, abaka) da sacrificare per un sentimento di assoluta superiorità razziale
africana.
Era Santiago de Cuba, il santo bianco da condurre in cuba e uccidere con l’ago, cioè con lo spillone o stiletto, elettrico
o meno che esso fosse (santerìa, vodoo, cumbia, macumba).
Il medesimo sentimento di superiorità razziale provavano gli arabi ma soprattutto i cinesi, paragonati dalle vittime a
cani feroci e spietati:perros.
Cinese è sinonimo di cinico e di nippon, nel senso reso palese dal verbo inglese to nip.
I cinesi peruani essi erano chiamati perros.
La vittima era chiva nella macellazione rituale musulmana, durante la quale il chivo, l’agnello, veniva evirato,
divenendo così chiva prima di morire, ma nell’esecuzione in cuba era chivo, agnello od abbacchio in un altro senso,
perché, in questo caso, veniva trasformato in baco de seta (abaka, baka, baku), cioè orrenda larva nel bòzzolo, che
successivamente veniva evacuato: baku  vacuus.
22
Il gioco dei piedi e dei calzari indica comunque l’esistenza di altri altari minori, come per esempio quelli dello
Yucatàn.
17
Le altre due mattonelle, invisibili sotto le colonne, rappresentano, quella di sinistra le Piramidi
d’oltreoceano americane, quella di destra le probabili Piramidi ucraine.
I capitelli sono le stesse piastrelle, che il susseguirsi degli archi portano ad ovest e ad est.
Il capitello di destra è una nave (zeppa di schiavi), peace of cheese for the chinese o di pedazo de
formaje por el Maya.
La particolarità del quadro risiede nella sua animazione.
Una prima animazione vede il Centurione del popolo di mercante di Maria riceve il bambino-globo
e lo lascia scivolare sulle braccia dei militari, cioè verso la Spagna e Gibilterra, oppure lo prende e
lo depone sotto la donna-chioccia araba.
Una seconda animazione vede il Centurione mettere nella colonna-tubo di sinistra il bambinoglobo, da dove cala fino alla Lusitania e quindi in Marocco, oppure nella colonna-tubo di destra, da
dove scivola sotto la chioccia araba della Bosnia e sotto la gonna tenda-berbera per proseguire la
sua corsa fino a Giza.
Da Gibilterra la lancia del militare indica che esisteva una rotta schiavistica verso i Carabi.
Le due colonne significano che le Piramidi americane e le Piramidi egizie erano Pilastri, cioè
fondamentali nel sistema schiavistico.
Gli archi a tutto tondo rappresentano le onde marine percorse dalla nave posta sul capitello della
colonna di destra.
Le onde simboleggiano anche i Portici di Salomone, cioè l’energia elettromagnetica prodotta dal
popolo delle Piramidi che le vittime definivano porch cioè pork nel senso di P-Orchi o -Orchi
(vedi Isole Orcadi).
Lo stesso concetto si estrapola dalla parola Globo.
Infatti se al posto della G si mette la J, si ottiene J lobo, cioè J più le orecchie del Lupo M
Le due sciabole e la spada al centro sono l’allegoria di un grande pesce famelico, un’orca, uno
squalo.
Era il Tiburòn delle Piramidi che divorava voracemente gli schiavi condotti in Egitto.
Lo spagnolo tiburòn deriva da Tibur, che a sua volta deriva da Tebe o Te Pesc, il luogo in cui con
la Tensione il Pescatore friggeva il Pesce (che durante l’arrostimento e prima della carbonizzazione
rimaneva con la bocca spalancata e a lingua di fuori).
L’itticoltura era praticata anche in Cina, come lasciano intendere le indicazioni crittate fornite dalla
figura della donna dai capelli biondi.
18
Essa rappresenta la Turchia fino al grembo, il Mar Caspio con la blusa e Alma Ata (Almaty) con la
testa.
Da lì sopra vede l’India sottostante, coincidente con il lenzuolo rosso della sedia, da ruotare però
fino alla panca per farlo coincidere con la forma geografica del paese indù.
Stessa rotazione va immaginata per la testa della donna vicina, in modo tale che i suoi occhi cadano
sulla Cina.
Il muro retrostante rappresenta le Piramidi Cinesi.
Le due donne, che sono le stesse vittime, sembrano svenire per l’orrore della visione.
Lo svenimento, in spagnolo desmayo, è dovuto alla crudeltà dell’esecuzione capitale COR,
praticata durante l’era delle Piramidi dai Maya Cinegri (cinesi, cinesi-peruani e africani).
Essa è descritta nel dipinto.
Il bambino gallo deve essere immaginato vittima sacrificale al centro dell’agone, il militare gallo,
con l’elmo dorato al posto del bambino, suo figlio, nella posizione di osservatore.
Al termine del rito il bambino gladiolus risulta evirato, decorato e decapitato per l’uso del gladius.
La plausibile dinamica del quadro suggerisce che, dopo il bambino, muore il militare, reso donna
per evirazione, e quindi la madre del bambino, previamente seviziata alla vagina.
19
La vagina coincide nel dipinto con lo stesso Cor trafitto dalle lame.
La madre veniva successivamente appesa all’ingiù, come desumibile dal movimento rotatorio che
viene impresso alle forme dalla donna araba incurvata
L’esecuzione era detta anche Maria, perchè l’aria, la famiglia ariana, durante l’uccisione, era
sottoposta a sevizie con l’impiego di onde elettromagnetiche  (rappresentate nel dipinto dalle
gambe dei militari e del Centurione)23.
Il rito era officiato dal Triangolo Massonico Egizio o Maya o Sion, che in epoca romana fu
trasposto, mutatis mutandis, nel triangolo Rex Sacrificulus et Duo Consules (Mono S, Duo S, Tre
IS e Tria/Troia).
23
Maria rappresenta il popolo Ira[n] o Rab[ia] in Ireland o E-Ire-Land.
È nell’atto di ghermire l’ ἀήρ καλός.
Questi è la preda brètone o pritana, depredata e destinata al pres, praeses, preside, prete, Petrus o Pater di Petra, il Prieto
Obscuro che la interpreterà.
Nell’antica Roma l’interpretatio del sacerdos con i suoi iurisperiti (pontifex et consules) significava intra aperire
aprum, cioè hiatus, patefactio, non l’ape bensì il caprum o caffero (qui ferèbat ad Africam, cioè al K-afren per la
fertilizzazione).
Da prìtano, in greco πρυτανήιον, deriva puritano, parola di origine inglese, che può essere resa in italiano come “pura
tana”, anche se la sua etimologia va ricondotta a πῦρ Tau Ayn.
I iurisperiti o iurisconsulti (i consules del ius) erano per i Romani i religiosi periti nell’arte del perire.
Discendevano dagli ierofanti ed utilizzavano il πῦρ (perito ha lo stesso etimo di peritoneo, termine medico che deriva
da πῦρ Ἀθῆναι, πῦρ Athen o πῦρ Athon cioè  ).
I Romani consideravano sé stessi:
- ἄ-πυρος, immuni dal πῦρ, rispetto agli schiavi destinati al πῦρ della Casba o Kaba: puri, P-urati o B-urati in Buraq
(è l’equivalente di barrack e deriva da bara).
- ἀ-πειρος, immuni dal πείρω o περάω, rispetto agli schiavi destinati al φόρος (foro, faro, pharaoh o piercing ):
fori o flores (dal verbo flo, flas, flavi, flatum, flāre, corrispondente ai verbi inglesi to flow e to flare).
Da πῦρ derivano il termine italiano sbirro e quello spagnolo perro: il Perro, cioè il Faraone, era il ύων, il Canis
Sinae ed era a capo della civiltà delle Piramidi, che abbracciava America, Europa, Africa ed Asia.
Fu chiamato anche Serpente e sbirri o perros i suoi procuratores.
Dopo il crollo dell’Impero egizio, durante l’egemonia etrusca-greco-romana nel Mediterraneo, essi continuarono ad
operare e vennero chiamati judaei, proceres, patricii, quaestores etc., ma il quaestor, come pure le altre figure
istituzionali della Res Publica Romanorum, furono concepite per essere di contrasto alla questua di schiavi.
Il giudeo era l’uomo della Iunctio Aedes o Iunius (juseph, jussuf o joseph) e durante l’Impero egizio era stato l’uomo
della Iunctio Ades (I uno a ).
20
Il sarcofago rosso, sotto la donna vestita di bianco, rappresenta invece l’esecuzione alchemica nella
Cuba o Kaba.
Gli antichissimi popoli Maya o Maja erano i popoli accomunati dal mactare, principalmente in
MAX
o XAM (spagnolo cama): nella lingua inglese il termine May, equivalente a Faraone, è
addirittura diventato il verbo to may, might, l’aggettivo mighty o major.
La parola latina cor, che significa cuore, era usata nel linguaggio crittato come sinonimo di ρειν,
vale a dire come abbreviazione di corrente elettromagnetica.
Il contrario di Cor è Roc, sigla con cui ci si riferiva alla Roca, cioè alla Piramide ad energia solare.
s
r
Y
GENOS
G eno M
a 

vulva
ICQUS
X
GUNH
G une
L a a
Zeus o Deus
Mono S
Pato/pathos
ziqqurat
mastaba
altar
ara LT
(co)art
(co)ars
Duo Zeus
o Troia
4L
naso
tettares
eno=oinos=vinum
pente
ex
eptà
octo
ennea
deca o zen
6
7
8
9
X
Croce patente o per il patere
Cella d'ape per il mel-ior
Presso i Romani, come d’altronde presso tutti i popoli dell’antichità, l’esecuzione Cor consisteva
nel sacrificare le vittime, prigionieri stranieri o anche criminali, in maniera cruenta con il taglio del
petto e l’estrazione del cuore.
Nel dipinto lo spazio tra i militari ed il Centurione rappresenta il Cuore che viene spaccato dal
gladio romano.
Il Cuore, in questo caso, è quello delle popolazioni musulmane (arabi e negri), come si desume
dalle due sciabole laterali: esse rappresentano il Cuore del popolo della χώρα, aperto dal gladio
romano, oramai incuneatosi in Africa.
Da gladio deriva la parola gladiatore.
21
Gladiatori, nel significato deteriore e poco noto della parola, erano stati i popoli musulmani, primo
tra tutti il popolo egizio, i quali avevano utilizzato il gladius elettromagnetico per lo sterminio di
massa dei Galli.
In inglese l’espressione “I am glad”24 è una reminiscenza del periodo dello schiavismo musulmano,
quando il Gallo era destinato al gladio ed era costretto ad essere grato, cioè ratto sulla graticola di
San Lorenzo (Sanctus Laurentius era il Santo Sacrificatore ad Oro o ad Oriente).
Plinio Il Giovane parla allegoricamente dell’odiosità del gladius nel Liber XXI della Naturalis
Historia descrivendo il gladiolus, il fiore purpureo, scarlatto o carminio, metafora del bambino
insanguinato:
<<…gladiolus comitatus hyacintho. novissima rosa, eademque prima deficit excepta
sativa; e ceteris hyacinthus maxime durat et viola alba et oenanthe, sed haec ita, si devolsa
crebris prohibeatur in semen ire. nascitur locis tepidis; odor idem ei, qui germinantibus
uvis, atque inde nomen>>.
L’esecuzione Cor avveniva coram populo, cioè di fronte ai cittadini riuniti in un luogo pubblico, di
solito in un anfiteatro (nel mondo musulmano è ricordato nella cerimonia della Mecca).
I Romani la chiamavano coram populo, perché odiavano le popolazioni del Cor egizio ed islamico,
come desumibile anche dal contrario di coram, che è maroc e maros, cioè Marocco e Mar Rosso.
Tuttavia, a partire dal momento in cui il dominio di Roma si estese fino al Nordeuropa ed alla Gran
Bretagna, i Romani spesso imitarono lo schiavismo del Cor islamico sulle popolazioni gallicogermaniche25.
24
Nella crittografia anglosassone I am glad significa:
- Italian jam german lads (to lade)
- May(a) God  o May(a) Dog (Almighty)
- Italica Maria genus romanum ladronum
- Iam gravis ladro
- Iam genus lardum (iam generator lardi)
Tuttavia l’espressione equivale, in primo luogo, al latino amen, la parola di ringraziamento che dovevano pronunciare
gli schiavi vittime di Amon (spagnolo jamon, arabo amman) prima di essere uccise.
Amon era A Monos o A DE monos (Il Demonio).
Gli Ammoniti erano i popoli che lavoravano per Ammon (The Jammon o Il Grande Gamma).
Dal greco μόνος derivano i verbi latini moneo e admoneo, minacciare di morte con il μόνος, cioè la corrente

elettromagnetica (energia gamma) con o senza stiletto elettromagnetico
Gli anglosassoni, chiamavano sé stessi anglosaxon people, perché il plebs o popolum di πολλοὶ deportati ai Sassi ad
Angolo, cioè alle Piramidi, dove li attendevano gli assassini dell’Ank.
Definivano il loro popolo μάρτυρος, cioè vittima del martirio o martellamento dell’uro (The Jammon) turanico, cioè
del tour o ègira.
In greco μάρτυρος significa testimone, ma, al di là del significato letterale della parola, il suo significato criptato era

quello di martire del demonio sui testicoli (μόνος ).
Da tale circostanza nacque il concetto arcaico di testimone giudiziario, colui che doveva dire la verità sui fatti sotto
pena di evirazione con sevizie (se dici il falso testerai il testimonio).
25
Occorre precisare che l’Europa gallo-germanica dell’epoca era già stata popolata da popolazioni mediterranee ed
arabe, affluite a Nord nel corso dei lunghi secoli della “pastorizia greca”.
22
Numerosi anfiteatri furono realizzati in ogni parte dell’Impero sia per lo svolgimento dei ludii
gladiatori sia per l’esecuzione coram populo di prigionieri, schiavi e criminali comuni.
Agli albori di Roma si occupavano delle esecuzioni, sotto forma di sacrifici alle divinità, i collegia
sacerdotum, a capo dei quali era il Pontifex Maximus.
Venivano sacrificati, oltre agli schiavi dei popoli ostili a Roma, anche cristiani ed ebrei, i primi
perché appartenenti al popolo della cresta gallica, i secondi perché mercanti di schiavi galli, al pari
dei Romani Daciae, cioè dei Romeni, Curdi ed Indiani.
Questi ultimi appartenevano al popolo mercante del “dac mihi traho Dragoni”26.
Nel quadro è possibile individuare una serie di date e numeri.
Il pittore sembra voler dire che nell’800 a.C. (le 5 dita più le tre else più la C di Centum) l’Italia era
spaccata in due, sotto c’erano i Greci (ELLAS), da Roma in su gli Etruschi provenienti dall’Asia
Minore.
Da Troia a Roma
Spesso a capo dei popoli nordici vi erano criptoebrei e criptoarabi, che riuscivano astutamente a piegare ai loro riposti
interessi le popolazioni galliche.
Per esempio i Druidi, di origine musulmana, costituivano una potente casta sacerdotale presso i Celti
26
Il Drago erano le Piramidi viste come creste di un enorme drago: la Dacia era la Piramide d’Asia (Assia).
I Daci si erano insediati nella Betica spagnola, nella Romania, nell’Illirico, in Turchia, soprattutto nel Curdistan, in
Oman, in Palestina, in Italia e in altre zone dell’Europa.
La loro atavica madrepatria era Madras cioè l’India.
Nei punti chiave in cui si erano stanziati potevano dedicarsi al commercio schiavistico che tormentò per lunghi secoli
l’Europa bianca.
La Betica era così chiamata per essere un punto di passaggio verso lo Shin Bet, cioè la Casa (bet o bàita) del Chino
(κύων, κυνός, ὁ).
Corrispondeva all’attuale España, toponimo che significa expansio dell’Islam.
I Romani contrastarono efficacemente l’expansio islamica conquistando l’intera Spagna ed estendendo il dominio di
Roma sul Nordafrica ed il Medioriente
23
Magna Grecia
Gli Etruschi erano chiamati Lucumones, Luceres o Lucani perché davano la caccia ai Galli Boi per
sacrificarli a Sirio , ma identici agli Etruschi erano i Greci, come desumibile dal Centurione
medesimo, che ha l’aspetto di un greco, vestito di rosso e con la mano destra che evidenzia il
numero 5.
Il numero 5 è situato a metà della gamba del 7 capovolto e insieme al numero 3 (le tre else e le tre
mani) dà la data 753 a.C. il dies natalis di Roma.
Il Centurione, prima ancora che etrusco e greco, è un negro egizio, primo perché è il capo delle
Piramidi, secondo perché i suoi capelli sono quelli di un vecchio negro.
D’altronde la caccia ai Dan era cominciata ben prima del periodo pre-romano, nell’età delle
Piramidi, quando il Mediterraneo e l’Europa erano sotto il dominio di L o EL (mano aperta: E ed
L).
Sommando 7 + 5 + 3 si ottiene il numero 15, numero che sommato ai due zeri di Centum dà 1500.
Il dies natalis della ρώμη d’Egitto27, la Potenza planetaria, definita dai Romani Sol Invictus (anche
nel senso di Sol in Vitto), sarebbe il 15.000 a.C., mentre quello della piccola ρώμη d’Italia,
Romula, risalirebbe al 1500 a.C..
Il numero 15 equivale, dal punto di vista grafico, alle lettere IS.
IS è EL, cioè il Dominus della ELE o Ellade, il nemico belluino della οινή o κοινή d’Europa.
La donna ovina, [b]ovina, [s]ouina o [su]avis, l’orina d’Europa, era Elena, Ἑλένη, utilizzata come
aes, aeris, cioè come danaro, nelle alienazioni.
Alienazione nel senso di compravendita deriva da alius e alienus.
Il Gallus diventava di alius cioè galienus; alius era in greco ἄλλος, colui che per uccidere
lentamente e crudelmente utilizzava l’ἁλς, ἁλός delle onde elettromagnetiche.
Il αλός era venduto ad Aeneus o ννεάς, Enea o Enne-Ade, il compratore del prezioso Aes, che
non era volgare bronzo, bensì Aire dell’Eire.
27
Dies Natalis significa Dies NAZ, sigla che racchiude in sé la svastica Nazi, data dalla congiunzione della N e della
Zeta, e la Piramide, rappresentata dalla A (alfa, aleph o alif).
Il termine latino dies, giorno, ha lo stesso etimo dell’inglese to die e to dye: era la luce in grado di uccidere o di
bruciare, su piccola o su larga scala (devastatio, deriva da , vastus e svastica).
24
Nella crittografia anglosassone The Alloy era il gestore multietnico del Gallo-Way che conduceva
alla Fonderia delle Piramidi.
La Romula italiana delle origini era impropriamente chiamata piccola Roma d’Egitto, perché gli
Etruschi (come d’altra parte gli Ateniesi in Grecia), avevano ereditato dagli Egizi solo una piccola
parte della ρώμη vera e propria, cioè la polvere pirica ed i lanciafiamme, armi che consentirono
loro da un lato di terrorizzare e sbaragliare i Bruti italici, dall’altro di respingere le scorrerie dei
Galli.
In realtà già nel tempo della fondazione di Roma il Pontifex Maximus ed i suoi sodales
conoscevano il know-how necessario per rifondare la Potenza Solare Egizia.
Nel 753 a.C. la ρώμη etrusca passò nelle mani dei Romani.
Gli Etruschi erano Troiani come deducibile dalla data 753 a.C.
Infatti, mutando l’ordine dei tre numeri, si ottengono le date 735, 573, 537, 375, 357, la cui somma
dà 3330.
Il numero 3330 può essere reso come Tres Anus, da cui è derivato, passando per Tre Ano, Traianus
e Troianus.
Potrebbe essere la data dell’insediamento in Italia degli Etruschi o Teucri dall’Asia Minore, periodo
in cui la nazione turca si espanse nell’Europa Ukraina o Teukr Ayn.
Tres Anus significa Ter Agnus e Terra dell’Agnus, cioè Europa, terra delle prede per il Lupo.
Il Tres Anus è lo schema trinitario egizio.
Le 5 dita più le 3 else danno la data del 530 o 503 a.C., periodo in cui Roma si disfece degli
Etruschi.
La data del 357 a.C. è relativa al periodo delle lotte plebee che culminarono nella conquista del
consul plebeus.
La mano aperta del Centurione è slanciata verso England, Ank Land o Enki Land28.
Le tre mani dei legionari formano, al tempo stesso, la lettera E di England e la sagoma geografica
della Gran Bretagna ma rivolta a destra, cioè verso Est: la Estensio o Estonia dei Galli.
Il particolare sta a significare che i popoli mediterranei, tra i quali Greci e d’Etruschi, erano
l’opposto dei Galli e li odiavano visceralmente.
Enki era un Dio della mitologia sumera ed era lo stesso Faraone protettore di Eridu o Eridania o ἤρα dei Δαναοί (la
fertile Terra dei Danesi o Danaidi). Enki il signore di Abzu (Abruzzo) era chiamato E-abzu, cioè colui che abbrucia
l’Eire: to bush[fire] o to brush.
28
25
Occorre immaginare che il Centurione consegni le tre lame ai legionari e che questi ruotino verso
destra sovrapponendosi al Centurione, dopodichè si deve immaginare che le tre braccia, coincidenti
ora con le tre lame, ruotino come le lancette di un orologio, in senso orario, così come suggerisce la
donna araba incurvata, la cui sagoma va immaginata sulle creste degli elmi scuri dei due legionari
esterni nei quali si immedesima.
Le donne arabe-legionari che, in virtù della rotazione, assorbono in sé stesse anche il Centurione, si
trovano a sinistra del cuore grande e del cuore piccolo.
Quello grande è individuabile tra legionari e centurione, quello piccolo è sotto la tavola, tra la donna
araba e la gonna della donna bionda.
L’orologio segreto, invece, è stato collocato dal pittore sulla punta della lancia del legionario di
sinistra.
L’insieme donne arabe-legionari-Centurione rappresentano gli arabi che catturavano il guerriero
gallo e la sua famiglia dapprima per i Faraoni, in seguito per i popoli dell’Islam e della Grecia e
l’Italia pre-romana (etrusca-lìgure, volsco-umbro-sannita, àpula, sarda e siceliota).
Per effetto del giro le tre lame lancette indicheranno il bambino gallo a ore cinque, come
confermato ed evidenziato dall’orologio posto all’estremità della lancia: occorre notare che le
lancette sono state dipinte in modo tale da simboleggiare la fòlgore.
La lancetta svasata e tricuspidata rappresenta il pescecane (orca o tiburòn) e la spada nel mezzo il
gladio sul gladiolo.
L’orologio serve al pittore per spiegare che il traffico schiavistico, sin dai tempi delle Piramidi
egizie, si sviluppava in Europa secondo un andamento geografico circolare (E-gira) e secondo
determinate tempistiche, ma, a parte ciò, la disposizione delle tre lame, con la spata romana che
26
“apre” le sciabole, vuol significare che l’Impero di Roma si era aperto il varco su tutti i territori
rivieraschi del bacino del Mediterraneo.
La lancia è la lancetta di un orologio immaginario che va collocato sull’Altopiano delle Rocche ed
è altresì la lanx cioè la velox navis romana che da Gerusalemme trasferì Yoshua ed i suoi fidati
amici a Roma, perché venissero consegnati nelle mani degli ebrei.
Nel Vangelo la lanx che lascia le coste palestinesi è mascherata nell’episodio di Longino, il
legionario che trafigge Cristo al costato.
Il costato è la costa di Acri e la lancia è la nave veloce romana che trasporta Yoshua “tràditus”da
Akko verso la [R]okka29o 
Sull’Altopiano delle Rocche il costato sono le costole dell’Uomo che si delinea sul territorio con le
braccia e le gambe divaricate, corrisponde cioè al sito dove è ubicata Rocca di Mezzo.
29
Rocca di Mezzo è la Gerusalemme Celeste o Gerusalemme del Cielo o di Celano, cioè dove cèlano Gesù di Nazareth.
Celano è così chiamato per riflesso del Regno dei Cieli cioè Roma.
I Cieli, in realtà, sono i Celleni cioè gli antichi sozzi ebrei della Rupe Tarpea o d’Arpìa o d’Arabia, mercanti di schiavi
(Arpìa così come Arabia significa rupìa o rapina rabbiosa).
Vedi la toponomastica di Aielli, Cellino Attanasio e, soprattutto, Celleno, provincia di Viterbo.
Celleno equivale a Cileno.
27
Per questo motivo la lanx, cioè la lancetta dell’Orologio, rappresentata da Rovere  deve essere
rivolta verso Rocca di Mezzo .
A Rocca di Mezzo, coincidente con il costato dell’Uomo-Altopiano, dovrebbe essere accostato, cioè
addormentato nel sepolcro, Yoshua di Nazareth.
La lancetta di Rovere rivolta verso la Costa Pescarese, antica Ostia Eterna, deve essere immaginata
rivolta anche verso la Costa Romana, Ostia Antica, in modo tale che si formi una croce latina
capovolta nell’Altopiano-Aquila.
La croce latina deve essere capovolta, perché nel rito criptoebreo e massonico con l’Altopiano nella
posizione corretta e il Baphomet nella posizione capovolta Israele vince su Yoshua (su tutti i popoli
nemici degli ebrei che vengono rovesciato).
Il Baphomet capovolto significa nel gergo criptoebraico:
- abbasso i nemici di Israele, abbassa cioè ammassa ed ammazza i nemici di Israele
- abajo los enemigos de Israel, abaja los enemigos de Israel
- below Israel foes, cioè blow Israel phobias, blow Israel enemies, blow the W.
Abbasso il Baphomet, cioè Maria, significa che bisogna capovolgere, rovesciare Maria ed il suo
innumerevole popolo.
Maria capovolta è W, Double W, Doble Uve o Diablo sconfitto30.
L’Altopiano in una ipotetica posizione geografica capovolta, con il Baphomet nella posizione
corretta, significherebbe che vincono i nemici degli ebrei (Maria).
L’inverosimiglianza dell’ipotesi ha nell’ebraismo magico-religioso ed escatologico di Israele il
valore di promessa di vendetta e vittoria definitiva del popolo ebreo.
30
Il rito del capovolgimento del Baphomet fa parte delle cospirazioni rivoluzionarie della giudeo-massoneria.
28
Cristo sull’Altopiano è Χριστός, l’Uomo che resta in X e l’Uomo lancia in resta
Usando la C di Cristo in luogo della Χ di Χριστός, essa congiungerà Rocca di Mezzo a Rovere.
Ma dato che si tratta di Agnus Dei od Ovino, le C sono due e contrapposte e simboleggiano l’Uovo
nell’Utero che si apre e lascia uscire Gesù Bambino.
L’Uovo con l’Ovino è il Centro del Cerchio del Pentalfa Magico.
Χριστός (Cristo) che metteva in croce X è ora zero O in croce X sull’Altopiano delle Rocche 
Le posizioni delle lancette dell’Orologio variate sui centri circonvicini lanciano orationes clausas.
L’Orologio, chiamato nella toponomastica locale Rocca di Mezzo Pozzo dell’Orologio, è anche la
Ruota, il Fiore (Florentia), l’Ottone, Ottonario dove si trova la Reggia di Ottone.
Le numerose orationes estrapolabili dal movimento delle lancette dell’Orologio rinviano sempre
alla perpendicolare Fonte Avignone Santo Iona.
Tale perpendicolare, corrispondente alle ore 6 (2+1=3 cioè  è G) si interpreta come
Fonte A Vigna
S[anto]ion A
La A equivale ad Alfa, Alif od Aleph, cioè Yoshua, origine delle persecuzione di Israele, mentre la
Vigna è il Simbolo del Sangue degli Agnelli o degli Innocenti (Ostie).
Le ore otto e venti, 8 e 20, corrispondenti alla somma 28, lanciano la seguente orazione crittata:
28 = 8 +2 = 10 cioè X e 0 vale a dire
 ma
X e 0 equivale a 10 e 0 cioè Centum cioè Cristo e
Zero: Cristo è Zero in croce 
Le due lancette, che segnano le 8 e 20 indicano verso Sant’Anatolia e Pescina.
I due toponimi combinati danno l’orazione che segue:
<<Cristo il Santo Troiano o il Traianeo (l’Amico dei Troiani) è ora Santa, cioè Donna, in Italia
(Anatolia è ἀνὰ Italia e Pescina è vagina), dove giace Pes in piscina (ΙΧΘΥΣ).
Cristo, il Tione dell’Abrrucio (Tione degli Abruzzi), il Santo del Medioriente (San Lorenzo), il
Santo della Diaspora degli Ebrei (Santa Maria del Ponte) e della loro Beffa (Beffi) orchestrata
29
insieme ai Pretori Romani (Rocca Preturo), il Susiano mercante di sues (Succiano), il Golia del
Vallum (Goriano Valli), il Tagliacuori e Tagliagole delle όρες (vergini ebree), il Gatto d’Ankara o
d’Ancora (Goriano Valli), è ora Maria, Santa Beffata (Beffi), suino (Succiano) e morta gora nella
fossa o sepolcro (Goriano Valli)>>.
12
1
11
2
10
3
9
4
8
6
5
Χριστός
7

j
r
30
ORO oro
Χριστός in
12
PATO
11
PATHOS
Aquae
Sextiae
Ottone
IVY
1
10
11
1
7
5
8
2
9
3
M
Altopiano
4
Aquae
Sextiae
8
VI
16
IVI
IVY
I
VI
N
7
M
5
6
12
10
OROLOGIO

OTTONE
2

8
FIORE

4
RUOTA
6
IVI
Nell'orologio 18 è la lancetta 12 + 6 in X
In greco è la lettera
XI

x
X
Nella Bibbia è XAIN
XIAN
CAIN
ABEL
~
w
~
okto
ὀκτώ

APIS
31
Discendenza dei Re di Roma
Secondo la tradizione storica i Romani discendevano da Priamo, Πρίαμος o Πύραμος, ed Ecuba,
Ἑκάβη.
Essi erano stati tra i cento (ἑκατόν) popoli che avevano partecipato alla Kaba o [E]Cuba, cioè alla
Gabbia d’Egitto.
La Kaba era chiamata anche Elettra o Dardania ed i Faraoni erano personificati in Zeus, Elettra
etc.
Il nome del primo Re di Roma Romulus, in greco Ρωμύλος, significava uomo della piccola ρώμη,
perché al momento della fondazione della città i Romani miravano a ricreare sul suolo italiano la
grande ρώμη, cioè una grande potenza tecnologica come quella egizia.
In realtà Romolo e le sue gentes erano nemici giurati e dell’Egitto Isiaco (Islam) e dei Ρομαιοι in
senso lato, tra i quali facevano parte l’etnia romana o rom, di origine medio-persiana-indiana,
nonché dell’etnia quirita di origine latino-cureta.31.
Queste due etnie avevano contribuito durante il plurimillenario Impero egizio ad alimentare
l’Inferno della ρώμη e della cura, allo stesso modo dell’etnie dei Samnites e degli Apuli,
trafficando per Febo Apollo il Faraone (Φοιβος Απόλλων) ingenti quantità di schiavi europei, οι
Πολλοι, destinati alla Gabbia.
Agli Apuli ma anche ai Sanniti Nablus, cioè N-Apuli, era rimasto il nome degli schiavi deportati,
cioè Πολλοι (Apuli e Napul[i], pronuncia dialettale autoctona di Napoli, cioè di N- Απόλλων).
Nel Regno di Φοιβος Απόλλων gli schiavi οι Πολλοι diventavano “vittime pool” degli οι Ολιγοι,
la famigerata oligarchia ierocratica del λέγειν.
In Grecia, secondo il retaggio egizio, le masse di schiavi, οι Πολλοι, formavano la πολιτεία della
πόλις: erano schiavi “curati” con il sistema della ρώμη egizia.
Curare significava urare, in greco καίειν, dopo un feroce rituale sadico.
Il participio passato ustus deriva dall’aggettivo greco ὕστερος, che significa posteriore, ultimo, in
quanto l’ustione era la conclusione del rituale: ustus iustus.
I giustiziati erano ebrei usti o ius (iustitiati, justiciados, giustiziati o giusti).
Erano detti iloti, cerdos, pigs, porci, scrofe o troie, mentre i loro possessori erano detti troiani,
atriani, adriani, adriatici o porcari.
31
La sigla S.P.Q.R. è una sigla di epoca tarda che può essere interpretata in due modi:
- Societas Populi Quiritium Romanorum cioè società dei Patres e della plebs accettata come populus, nata in seguito
alle lotte secessionistiche dell’Aventino e composta nel IV a.C..
- Senatus Populusque Romanorum cioè unione dei Senatores-Patres e della Plebe Πολλοι, cioè dell’enorme massa
di schiavi, soprattutto italici, condotti in Urbe.
32
I padroni dei porci erano i proceres patricii o proci feaci (in greco μνηστῆρες), cioè patres
procuratores di porci o di ferae feraces per le feriae.
Tuttavia i porci o le fiere erano spesso fairy people.
I proceres in Italia (Itaca) avevano occupato il Regno di Odysseo, cioè del Dio Ode o Ade dopo la
caduta di Troia (per le popolazioni norrene era Wodan, Odin).
Erano stati sotto l’impero egizio Assiri, cioè ad Sirium, raccoglitori del sertum per il sericum e la
bombyx (bachi da seta, larvae o arvae); Μασσαγέται, raccoglitori della messe seges-segale per il
sebo o sego.
La πολιτεία, cioè lo schiavismo, era l’elemento costitutivo e imprescindibile della cittadinanza
greca.
La ρώμη cioè il πῦρ (Piro/Pira –PP- o Kiro XP) era l’arte appannaggio dei [pi]romani (π ρ) del
Pireo.
L’aggettivo inglese polite sinonimo di gentle nell’antica Roma e nell’antica Grecia era sinonimo di
genuino (gendry), cioè di appartenente al γένος, rispetto al polish, appartenente al Pool dei Πολλοι
e proveniente o dalla Grande Pomerania (Poznan o Potnia Mater) o dai vari pomerii europei32.
Anche qui tuttavia il γένος è il la stirpe optima ed opima però è in primo luogo la schiatta degli
schiavi γυναικόι che conferisce nobiltà agli οἱ ἄριστοι.
Γυνή è lo schiavo θῆλυς cioè di θεός Ἥλιος (Ζεύς).
Egli era schiavo di ἥλιος (Elio) e per questo motivo era definito ἧλος, chiodo, nel senso di
inchiodato (nella lingua albanese è lo spiedo per arrostire la carne o un tipo di lancia).
Era definito anche ὀβολός, perchè trafitto con l’ob- ἧλος od obolo elettrico (la Chiesa romana
chiamò obolo di San Pietro il traffico di schiavi destinati all’Obolo di Pietro).
Ηλος e ὀβολός facevano parte del dispositivo per la folgorazione degli schiavi (Fulgor), alimentato
con l’energia ricavata dal sistema Elio, Piramidi e Obelischi.
Ulteriore appellativo era Χίος, crittogramma che significa X chiodo o X chain, per inversione di
chian33.
La Pomerania era la vasta regione del - (Lesbos), cioè della  del BOS, da dove venivano catturati
gli schiavi che, passando per Edirne e Bursa in Turchia, giungevano al KEMBOM o al KEM βωμός (occorre
immaginare di ruotare le lettere di -: la  in M e la  in  ).
Era la Borsa (Bursa) di Prusa (Prussia e Pielorussia) per l’Aedes dell’Eden (Edo, Eedonis, Eden, Adon o Adam).
Bursa, capitale dell’Impero ottomano fra il 1326 e 1365, era la Yeşil Mosque o Yeşil Cami, cioè uno dei punti di
transito, dopo Iaşi in Romania, verso l’Iran e verso l’Egitto (camino camita).
Un’alrta città Yeşil, cioè del Y. esilio, è Yasi in Turkestan, che era collegata a nord con Almaty ed Altay (al mattatoio
e al taglio del God o Dog Almighty), a sud con Taškent, altra città di transito verso il Tax-ken o Tax-kem (Egitto del
Tak o Tag).
33
Da Χίος è derivato il toponimo della città di Schio (Vicenza) e i vocaboli italiani schifo o scifo.
ἱ Χῖοι, The Chians, erano schifosi cioè maiali dello scifo (recipiente di legno dove vengono pelati i maiali, dall'etimo
ebraico scifo = nudo, senza vegetazione).
32
33
Con il χίος o lo skid (la Folgore di Zeus) si trafiggevano le vittime.
Il termine deriva da schidia o scheggia, la punta della lancia necessaria per scheggiare, cioè aprire,
σχίζειν.
L’ἧλος trovava complemento nel K-ἧλος
Da K-ἧλος è derivata la parola chela, la pinza del gambero, metafora della tenaglia del carnefice,
dell’anello metallico per bloccare gli arti e del collare: chain
Con la chain si immobilizzava sul letto elettrificato (cama camita) la vittima per trasformarla in un
gambero rosso.
Chain o Chela (kele-pes)
Chain deriva dal verbo greco χαίνω, che significa καίω/κάω per mezzo dell’energia N (ni)
(electronica) sul καλός per ottenere il χαλος o χάος, la sostanza aqual o qelal (gela, gel, ice).
In latino era il calidum, parola derivante da K-aridus, K-ardus, in spagnolo sarebbe il caldo
(the Greek word χαλος were applied to both copper and the new arsenic-copper alloy)
Il verbo χαίνω anagrammato dà China.
Il Chain, Caino, Cino o Cane era chi operava cinicamente con la chain e la chela (χηλή).
Le chele del crostaceo (pinze o pincers), serrate, simboleggiavano anche la Cipolla o Bulbo
elettrico, la vittima distesa “a cipolla”34 e inserita nel tubo elettromagnetico (Tebe, Tabe, Tibur,
Tunnel, Tonnel, Tuba, Cuba o Tu-Ra).
Lo scifo era la ship (scafo) con le sheeps, vittime dello scippo, diretta all’area Piramidi dove l’heap di sheeps
sarebbero diventate cibo (spagnolo chivo, inglese chip), dopo essere passate per l’hip, cioè l’'ίππος.
Tradotte scarf o bufandas (rope, cuerda, chain), stazionavano, prima di essere sterminate, nella strella, cioè nella
estrella o stalla.
Di qui è nato l’arcinoto proverbio “dalle stelle alle stalle”, equivalente a “vedere la luna nel pozzo”.
34
Si potrebbe dire anche “a maracas”, per dire distesa ed amarrada in casa o casita.
La Maraca e il Maraco erano l’amarradora e l’amarrador degli schiavi, prima trasportati in barca, poi messi in baracca e
quindi in bara (in Messico sono ricordati con il nome di mariachi).
Il verbo spagnolo amarrar porta non distante dalla Spagna, a Marrakesh in Marocco.
Il Marocco, come d’altra parte tutti i paesi islamici, era la nazione della Marra e del Rogo (Marrueco), ma il toponimo
del paese musulmano rimanda all’Egitto: Ma Roca, cioè Roca della Mater Africa e Maros, Mater Ares (ῥέω).
La marrocca del Gran Turco rappresenta la nazione giallo-rossa europea nelle mani dei musulmani, che
l’abbrustoliscono (aros) e ne mangiano i chicchi.
In spagnolo mazurca significa mais ed orca, cioè il mais europeo in balìa dell’ogro o dell’ugro o nel ghetto di Ugo, il
musulmano “juga sangre”.
34
Gli schiavi bruciati con questo sistema vennero detti:
- Caepae o caepulae o cipolle, cioè K-Polloi o K-pool di Kabol (K-bolle, K-bulbi, Kabol);
- Caledones o Caledonii, cioè Galli del Don, proprietà della
ome, sterminati con il metodo K-
ἧλος35 36.
La Cuba o Kaba durante il funzionamento produceva fumo, caliggine o fuliggine (in greco
Νεφέλη).
Egli si spingeva fino alla Polonia, dove la mazurca è sostituita dalla mazurca polish o polite (innocente).
Il mais polacco era pulito (polished) dalla polizia musulmana nel senso di rastrellato e quindi pulito dal torsolo (il paese
d’origine).
Con il nome ugro, sinonimo di ogro o di turco cane, si designava non solo il popolo musulmano nordafricano, ma anche
il popolo unno o ugro-finnico che, passando per Altay (regione uralo-altaica), faceva incetta di schiavi pomerani da
condurre in Khatay.
Essi urgevano da Est (urgo, to urge).
Il Grano Turco, cioè gli schiavi bianchi, per gli schiavisti erano nient’altro che gramigna o zizza o loglio o pula.
Erano destinati a diventare:
- g-rain, g-reen, g-rehenes, g-aren, g-ren (grain)
- g-ray, gay, kay o key in ao (gramo)
35
K-phelo (cappello o cappa), K-philo (filo), K-phalò (falò), K-pharò (faro), da cui si ricavava il caldocold o, per
usare, una terminologia moderna gelo (chelo), gelato (chelato), ice-cream (isa-khrisma, are-khrisna).
Κεφαλή, kapa
36
Il Delta, simbolo massonico, è il simbolo della Piramide ma soprattutto della Trimurti.
La Trimurti cinese è ricordata nel nome dell’isola indonesiana di Timor.
Come dice il toponimo era qualcosa di terribile da temere.
Ma la Trimurti era ben nota anche in Grecia nelle cui vicinanze aveva sede la Trimurti egizia.
35
Al termine del processo di carbonizzazione (bianco/giallorossonero) il contenitore CaBaal
(Kabol) era lavato con un liquido acido chiamato Nitron o Natron (Na+ Natrum), ottenendosi così
la sostanza yellowish detta anas o anatra che veniva fatta defluire nello stagno (invaso
sotterraneo).
I colonizzatori francesi chiamarono Nuova Caledonia un’isola polinesiana in ricordo del Kanak
cinese, analogo al Karnak egizio37, mentre i colonizzatori inglesi chiamarono Calicutta l’odierna
città indiana di Calcutta (bengali: Kolkata), uno dei punti di passaggio per raggiungere la Calì Cut
(Calì Cat o Kalighat) in Cina38.
Tuttavia la sede principale del Kalì Cut era l’Egitto, che qualcuno appellò satiricamente il
Cinghiale Calidonio.
In Italia è rimasta traccia della Calicutta egizia nel toponimo Calcata, una cittadina viterbese non
distante da Roma39.
Calicut significava to cut il καλός, cioè tagliare il Gallo, cominciando dal Three o Cock-balls
(Tree o Kockbar) ovvero ricorrere alla macchina cat, gat, γαθ, gaza, giza (καλὸς καὶ ἀγαθός, καλός
καγαθός o kalòs-gath o kalgat o cagat).
I Galli erano portati schiavi in Egitto ed erano chiamati anche Galati o Gàlati, perché erano Galli
calati, portati giù (jew).
Un punto di raccolta per la calata era Scalea o Scalìa nel cosentino.
Da qui la galea o il galeone trasportava gli schiavi, stipati in sentina, nella galera egizia o casa
sentina.
I Nordmen la chiamarono gaol.
37
Il nome della capitale Noumea ha lo stesso significato di Niamey, capitale del Niger, riconducibile al vocabolo greco
Nέμεσις.
38
I tugboats, cioè le imbarcazioni Tug cariche di schiavi, approdavano a Goa, nel versante occidentale dell’India, da
dove la rotta proseguiva verso Kalì in Cina per il Cut.
Kalì era Kalicut o Calcutta.
Gli schiavi trasportati dall’Africa erano schiavi bianchi prelevati in Europa (drugs  tugs), ma le navi arabe
trasportavano anche grandi quantità di schiavi negri, alternativamente trasferiti in India anche via terra (via della seta).
Come si è verificato in America Latina, in tempi relativamente recenti, così pure in India e, prima ancora in Pakistan, la
popolazione di colore si fuse con la popolazione araba dando origine alle attuali popolazioni indiane e pakistane.
Dall’India i mercanti arabi trasferirono, nel corso di lunghi secoli, una parte della popolazione negra in Indocina, e
passando per Malacca, in Indonesia, dove la fusione razziale avvenne con le popolazioni cinesi, in seguito alla caduta
dell’Impero del Khan Nipponico.
L’Indonesia era la nuova Guinea, cioè la nuova Africa e la Papuasia era l’Asia del Papa Khan
L’Australia anche fu colonizzata con le popolazioni negre, sterminate in gran parte dai coloni inglesi a partire dal XVI
sec.
I discendenti dei negri africani importati in Australia sono i Tasmaniani, antichi uomini del tax (taxare) o taks (Tagiki,
Thayk, Kathay o Kathakali).
39
La Cali Cut delle Piramidi cinesi, in breve Calì, esisteva anche in America Latina, come si può desumere dalla città di
Calì in Colombia, baracca (Barranquilla) dei Cristobal Coloni o Colombi deportati dall’Europa e dagli Stati Uniti,
all’epoca abitati da popolazioni bianche, per il K-ard-ago o Cartago (Cartagena).
La Colombia amerinda era uguale alla Colombia cinese come si desume da Colombo, capitale del K[at]ey Lion o Key
Loan o Key Laon (Laon era la terra del Lao, Laotian, Loto o Latium cinese).
36
Il nome di un’altra cittadina italiana, Praia, non distante da Scalea, rivela che le preyes (prayes)
pervenivano nel piede d’Italia, oltre che dalle regioni galliche, anche da Praga e dall’Est europeo.
Le preyes erano destinate alla priya, parola sanscrita che va interpretata come pirya, cioè pira (πῦρ,
πυρός).
La Pira Pray era una pira particolare, perché in luogo del fuoco, si usavano i rays (πυράΥ o πῦρ
ayn).
Gli schiavi Galli erano per gli Egizi Οι Kαλοί o K-alii, cioè genti percepite come qualcosa d’altro e
di estraneo.
In quanto futuri Kur-alii (curalii) essi andavano rinchiusi nel corral40 e soppressi mediante la
Chela achea o Calix.
Il Calix, calicis, il calice, era anche la Y del Delta del Nilo (in spagnolo Cadiz) nonché i Cali X,
cioè οι καλοί nelle X (Piramidi).
40
<<La palabra corral se refiere a un sitio cercado. Esta palabra viene del latín currale en referencia al circulo de
carros que se formaban como fuerte improvisado. La palabra currale viene de currus, o sea, carro>>.
(http://etimologias.dechile.net)
Per corallo vedi l’etimologia della parola su www.etimo.it
37
Gosen o Goshen o Gosh
Tornando al discorso dell’origine di Roma, non si può fare a meno di riportare un passo del libro
secondo De Viris Illustribus Urbis Romae, opera presunta di Sextus Aurelius Victor (ca. 320 –
ca. 390), in cui è possibile cogliere l’ostilità delle genti di Romolo nei confronti dei Samnites e, più
in generale, dei Brutii italici: [Dio.7.5.12; Ov.Fast.4.52; Ov.Met.14.622; Vir.Aen.6.767]:
1 1 Proca, rex Albanorum, Amulium et Numitorem filios habuit, quibus regnum
annuis vicibus habendum reliquit [ut alternia imperarent]. Sed Amulius fratri
imperium non dedit et ut eum subdole privaret, filiam eius, Rheam Silviam,
Vestae sacerdotem praefecit, ut virginitate perpetua teneretur, quae a Marte
compressa Remum et Romulum edidit. 2 Amulius ipsam in vincula compegit, parvulos
in Tiberim abiecit, quos aqua in sicco reliquit. 3 Ad vagitum lupa accurrit
eosque uberibus suis aluit. Mox Faustulus pastor collectos Accae Laurentiae
coniugi educandos dedit. 4 Qui postea Amulio interfecto Numitori avo regnum
38
restituerunt;
ipsi
pastoribus
adunatis
civitatem
condiderunt,
quam
Romulus
augurio victor, quod ipse XII, Remus VI vultures viderat, Romam vocavit; et ut
eam prius legibus muniret quam moenibus, edixit, ne quis vallum transiret; quod
Remus irridens transilivit et a Celere centurione rastro fertur occisus.
2 1 Romulus asylum convenis patefecit et magno exercitu facto, cum videret
coniugia deesse, per legatos a finitimis civitatibus petiit.
Prima della nascita di Roma, Procas41 era in Italia l’equivalente del Re solare dell’Egitto42.
Era il Ferox Procer o il Procus Albanus, lo spietato procuratore o procacciatore del πυρός χήν.
Il Faraone in Egitto aveva con sé due popoli “consoli” (cum Sole seipso), il popolo Numitore,
[i]Numano o Numantino ed il popolo Amulio.
Quest’ultimo, dopo la fine dell’Impero Solare, divenne il popolo Ra èmulo, Ra aemiliano o
Romiliano nei confronti dei Romuli (romiliare significa rho (ρ) umiliare, cioè rendere humus).
Il popolo di Numitore era il popolo a servizio del NOR Man, Numen o Nοῦς, al quale era tenuto
ad annuire ed obbedire (ad eius nutum et ad eius libitum)43
41
Procas più che un nome di persona era un titolo regale, coniato tra le popolazioni soggette al dominio straniero.
Procas, infatti, deriva dalla radice indoeuropea perk- che ha dato origine al greco πρόξ e ai termini correlati, come
περκνός.
42
<<Aventinus, one of the mythical kings of Alba Longa, who was buried on the Aventine Hill later named after him.
He is said to have reigned thirty-seven years, and to have been succeeded by Procas, the father of Amulius.
Servius, in analysing Virgil's Aeneid, Book vii. 656, speaks of an Aventinus, a king of the aboriginal inhabitants of
Rome, who was killed and buried on the hill afterwards called the Aventine Hill. This king may be conflated with this
one or with a separate figure in the Aeneid:
"The Aventine is a hill in the city of Rome. It is accepted that it derives its name from birds (aves) which, rising from
the Tiber, nested there (as we read in the eighth book of a suitable home for the nests of ill-omened birds). This is
because of a king of the Aboriginal Italians, Aventinus by name, who was both killed and buried there - just as the
Alban king Aventinus was, he who was succeeded by Procas. Varro, however, states that amongst the Roman people,
the Sabines accepted this mountain when it was offered them by Romulus, and called it the Aventine after the Aventus
river in its area. It is therefore accepted that these different opinions came later, for in the beginning it was called
Aventinus after either the birds or the Aboriginal King: from which it is accepted that the son of Hercules mentioned
here took his name from that of the hill, not vice versa.>> da Wikipedia, Aventinus of Alba Longa.
Il nome Alba Longa può essere interpretato anche come Alba Lengua e Alba Link, cioè ponte tra l’Africa Alba, Arba,
Araba e l’Europa.
43
Verbi annŭo, annŭis, annui, annŭĕre e ŏboedĭo, ŏboedis, oboedii, oboeditum, obbedire.
39
Per lui i Nordmen, le popolazioni che abitavano l’Europa, erano N-omen e N-oman, cioè non
uomini, non uguali ad essere umani e pertanto dovevano diventare nemo (omen).
Erano definiti εὐοῖ, Euboi (Beoti), Evoe od Euhoe, da sottoporre al Nor o Nur44.
Erano ignominia da sterminare con l’ignis, il fuoco.
Erano abominìo dell’Abdomen d’Europa, portati ab doma o domna ad Oman, presso il Muscat
d’Egitto, per diventare omen (nemo) e amen (imen).
Il nome della capitale della Costa d’Avorio, Abdijan, significa Abdomen Jani o Iani, cioè Ayn
Abdomen d’Italia45: agnelli sacrificali dall’Abdomen al -home-N, il Domain di Damasco.
44
45
Le loro terre erano chiamate con diversi nomi, tra i quali Noricum, terra per il The Nor.
Da ayn è derivato l’avverbio spagnolo aùn, ancora.
40
Venivano appellati Mi Din (Medina cioè merdina), Mi Don (Mi Dona cioè δῶρα o don-nativi), Mi
Dan (Mi Δαναοί cioè Danari).
Una variante del loro nome era Μυρμιδόνες, cioè μύρμηκες, formiche che arrivavano a migliaia al
formicaio.
Per gli ebrei, vittime, le formiche predatrici e velenose o scarabei erano gli Arabi e gli Egizi, per
questi ultimi lo scarabeo era l’ebreo schiavizzato e quindi carbonizzato.
Il Nordman era:
-
l’O-man, il O-ρ-o-man, il Romano per il Pomo di Adamo.
-
il Jeoman o Geoman (Γῆ ὁμός) da trasformare in Gemma (Γῆ o Geenna) con i Gamma Rays
della G-umma (il progetto genocidiario fu crittografato come Gamala, Gamla, Kamel, Carmelo).
Il popolo di Amulius era il popolo meticcio, nato dalla mescolanza di negri ed arabi.
Dopo la caduta di Prŏcās, tra i due popoli rivali prevale in Italia il popolo latino-mulacho di
Amulio, e quello di Numitore, è sconfitto, sia in Italia sia in Africa da Ares o Marsa Matruh.
Gli schiavi di Numitore, il Numinoso o il Luminoso di NOUS, SUN, SYON, il Castore dei Polloi
(Giocasta), uno degli Dei Oscuri di Roma Origo (Orgia), erano i Romoli o Romi, una Selva di
schiavi, Saeva e Serva di Rhea.
Prima gettati nel fiume Nilo dai Rami, Remi, Rymi e Rumi, dopo il tramonto dell’impero Egizio
erano stati recuperati ed allevati in Italia da Faustulus, piccolo Fausto rispetto a Fasto o Fauno,
detentore dello zoo egizio.
Faustolus era la Lecce o Luce d’Oriente (H Laurentia) in Italia e l’Italia stessa era
soprannominata Faustulus cioè piccolo fusto.
I Romoli, piccoli Romi o Amoriti, dopo una lunga gestazione della loro organizzazione segreta,
sconfissero:
41
- i Rami o Lamnes, cioè i Teramnes, originari degli Amnes Tigri ed Eufrate.
La loro capitale simbolica in Italia era Interamnia, cioè l’Altopiano delle Rocche o Inter Amnem,
mentre il loro territorio comprendeva il triangolo Teramo, Pescara o Chieti: Teate o Te[ram]ate46.
Inter amnem era un luogo sacro perchè in Cuna (Cuma-Ancona) c’era N-Apollo o Nazareno
Apollo, il cemento o landamark d’Italia (ribattezzato anche Corfinium, Finis Cordis).
- i Remi o Lemi, cioè i Latini di Amulio o Mulacho, anche loro idealmente legati al Kore (Cori),
benché razzialmente differenti rispetto ai Teramnes o Rami, essendo mulatti.
- i Rumi o Lumi (Rymini o Lucumoni), gli Osco-Umbri-Lìguri, cioè Etruschi ed Auguri.
- i Volsci o Turni o Rutuli, detti Vultures o Avvoltoi.
- i Sabini, Sanniti e Brutii, ritenuti Aperutii, cioè apri e capri della grande Aperìa Semita o
Samnita, destinati all’apertura o all’A-Pur (Perusia).
- gli Apuli e i Napuli.
Nel brano di Sextus Aurelius Victor si legge che Romolo, figura mitica del Pater Romae, mostrò il
leggendario Asilo d’Italia ai convenae, le gentes straniere convenute, immigrate sul suolo italiano
dopo la caduta di Troia (Egitto), avvenuta molto tempo prima.
L’Asilo (assillo assiro) o Giardino (jard o jardu) d’Italia era stato uno degli ovili delle pecore
avena (Plinio Il Vecchio XVIII, 61), considerate dagli schiavisti mediterranei λέγαι γυναῖκες47
(Archil.179).
Era, altresì, l’asylum segreto delle spoglie del Lupercus, cioè de Lu Porcus, uno dei Faraoni
dell’Isola dello Sterminio, l’uomo della sulla e del πάθος48.
La parola Asylum significa luogo isolato ed è affine ad insula.
L’insula (isla, aisle, isle, ile) è il luogo dove si pratica la sella e dove lo schiavo è insulado, isolato,
aislado in attesa di essere messo in sella curulis per la cura (cavallo o cama camita).
46
Dall’etimo ram- di Ramnes o Ramos è disceso il termine inglese ramm o ram, il cui significato originario era ramo
o bastone pastorale, ferula o tirso: ϑύρσος.
Con il termine ram gli anglosassoni si riferivano all’ariete o montone, un heavy ram usato per sfondare the doors delle
fortificazioni.
In realtà il significato attribuito al termine, nel contesto della guerra d’assedio, derivava per traslato dal tirso di Bacco,
la lama utilizzata dalle Mènadi per aprire “the doors to the sheeps” e tagliare the arms, cioè i rams, in modo tale da
ottenere il ϑύρσος (torso), chiamato dai Massoni Tronco della Vedova o di Iside.
Era la potatura dell’agnello da cui fluiva il πότος o ποταμός dell’ἀμνός, da raccogliere nel pot per il πίνειν.
Il verbo πίνειν significava bere, ma derivava da pin, etimo di pennello, penna, pinnacolo, in inglese chiodo, cioè dal
nome dello strumento impiegato per trafiggere le carni delle vittime e provocare la fuoriuscita del sangue.
Pin in inglese significa chiodo ed è analogo a pic, ago o spillo; uniti danno pinc o pink, cioè pin key, la croce egizia
necessaria al ῥόδον o al ramrod.
Il lobster πότος o ποταμός era nell’Egitto dei Faraoni la sostanza rossa prodotta dal Photo N (φῶς, φωτός).
47
“Epaphroditus derives from λέχος ‘bed’ the word λεχαίνειν ‘to desire the bed,’ becoming by change λεγαίνειν,
whence Archilochus λέγαι: and lewd women CURFRAG.tlg-0232.189” Etymolicum Magnum.
Il Lectus e il Ligare si usavano durante i Lectigalia-Vectigalia (previo vettovagliamento di schiavi Galli).
48
Si tratta dell’assillo assiro.
42
Sella Curulis
cur
curre
E-gira
Foro Romano
curva cow, bow, cob, cabal
corrente Luce Gamma
LG
cama
interna
TAY
tau
Ll
LG
THN SION
Colonna
d'Italia
I-TAY
I-TAU
anu BI
TAO/TAU
QAOS
QEOS
ZEUS
GOLGOTA Cul God Cul Gad
EUSKERA Ῥωμαῖος Ludi Romani
focus
esq ara esquema
ESCARA
σχίζω
σχῆμα
scars
sciscasch-
χηλη
iskandar
eskandar
X
Αλέξανδρος
Ἀλεξάνδρεια
Fur
Foro di Alì
Foro Romano
χέω
αἶμα
skeleton
XI
FCQ
8-1=7
Seth
ski - sky
s-kid o child
sectare e septare
x
σκηνή
ISCHNO
ISCHMA
OXO
OK - KO
ἴσχω
ἰχθύς
Scaelus caelestis: scala ad caelum ab Syria et calo ad Syriam (Assur)
turquì
azzurro
azul
assur
tour
sur
tauro
mansur
mansus
mansio
maison
torqueo
sura
rus
L’Insula, L’Isola, The Island, cioè la Landa di Iside, da dove si attingevano gli schiavi, era
l’Estensio europea, dall’Iberia alla Russia, ma in particolare la Gran Bretagna, la cui forma ricorda
quella di una sella, cioè di una silla o sedia49.
Dato che nel dialetto rocchigiano il ricovero dei porci è detto strella, spagnolismo di estrella
(stella)50, si può ipotizzare che la Strella del Lu Percus, cioè il Luper-Calo51, sia ubicata sullo
49
Islanda significa Terra di Isis o Terra dell’Ice, in inglese terra del ghiaccio, ma nel linguaggio criptato significa
terra che produce schiavi per il sapone o il burro di Butter-fly.
Butter Fly era il Faraone Bùtirro o Bottaio, padrone della Mosche (Flies), era l’Asno, cioè l’Assassino, detentore della
Man-teca Fry e produttore di Burro (vedi le voci butirro e buttero su www.etimo.it).
43
stesso Altopiano delle Rocche, la cui conformazione geologica è quella di una stella (estrella) a
cinque punte, inscritta nel cerchio 
La stalla è detta strella, perché estrella e stalla hanno un’origine etimologica comune.
Derivano infatti dal verbo stare, in inglese to stare (to stall), predicato sia dei corpi celesti, a causa
della loro fissità, sia della stalla o stabula, luogo dello stallo o stabilimento degli animali.
Star deriva dal latino aster, astris e dal greco ἀστηρ o ἄστρον, vocaboli a loro volta derivanti dal
verbo ἵστημι/ἴσταμαι.
Nella crittografia ebraica la Star è la Stalla, cioè il campo di concentramento e sterminio52 ed è, al
tempo stesso, l’Altopiano delle Rocche in Abruzzo, luogo simbolo dove dovrebbe essere seppellito
Lu Percus (Il Porco).
La Lupa, cioè il Lupercus, il Faraone spietato, venne definito anche Cana (Canaan), cioè Cagna
(she-wolphe), perché come Lu Percus amava il sadismo della Canna (caña) e fu seppellito nel
luogo soprannominato Cagna (cioè sull’Altopiano delle Rocche, dove si trova Rocca di Cambio,
Rocca Cagn’ in dialetto).
Nella Cagna, Volpe-Lupa (she-wolf), luogo sacro all’ebraismo internazionale per esservi stato
sepolto Lu Percus, dovrebbe trovarsi anche il sepolcro di Yoshua di Nazareth, definito Porcus e
Cagna, al pari del Faraone Nazi, per aver partecipato al sacco di Gerusalemme, sotto l’Imperatore
Ottaviano Augusto, ed essere fuggito in Italia, a Roma, con i suoi compagni imbarcati sulle navi
romane.
Il suo sepolcro è chiamato Cuna (cunla) o “Asylum di Gesù Bambino” e l’accesso al luogo
segreto è il “Cuniculum del Coniglio” o “Cunicolo del Rabbit”, che dalla Vagina (Rovere) porta
all’Utero (Rocca di Mezzo), dove “dorme” Gesù Bambino in attesa di (ri)nascere, cioè di
resuscitare (egli è uno zombie).
50
Serbo-croato e sloveno strela dove il maiale strilla (strila, strijela, strilla), perché lo sottopongono al trillo, trullo o
trivello elettromagnetico procurandogli il tarlo.
L’etnonimo croato rende bene l’idea di stalla con i maiali.
Infatti, il termine è un crittogramma composto da row of crows with pigs e dal verbo to bat, derivante dal greco
βαπτίζειν, verbo che, a parte l’idea di battere, percuotere, contiene in sé l’idea di to bath e l’idea di πυρός ἐγγύς
τιθέναι per il TZION (tizzone, sp. tizòn).
Croato può essere letto anche come KRK, cioè cristo in cresta (πῦρ waves): vedi isola KRK.
Nella lingua inglese l’espressione di saluto truly ricorda la Trivella e The Rule of Law, cioè le regole disumane della
Legge musulmana.
The Rule era anche il Ruolo, cioè l’elenco del Bey Buyer.
51
Calo, calonis e călo, călas, calavi, calatum, călāre.
52
In greco isola è νῆσος e chi la abita è il νησιώτης, nexus, caduto nella nassa e destinato al naso, cioè al nose, noise,
annoy o ανοιξη in Egitto oppure in Cina (vedi oltre).
I Romani chiamavano ανοιξη le nuptiae.
44
La China, cioè la κίναδος o la -cuna, è la famosa Cruna dell’Ago (acus, acucula, aguja), citata
nel Vangelo (Luca 18,25, Matteo 19,24 ,Marco 10,25)53 laddove recita:
<<È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli»54
Il luogo segreto della Culla o Asylum di Gesù Bambino, l’Altopiano delle Rocche, venne
chiamato Rotunda, sia perché, visto dall’alto, somiglia ad un cerchio nel cui interno si intravvede
un pentalfa, sia perché può essere considerato la rotella o rotula del ginocchio della gamba italiana
(Stivale).
Il toponimo Rotunda dell’Altopiano si ricava da Rotonda (Potenza), anticamente denominata
Rotunda Vallis Layni e da Rotondella (Matera) o Rotunda Maris, Altopiano e Roma.
53
Il verbo κυνάω o κυνέω significa “play the Cynic”, giocare il gioco κυνικός del κύων, cioè del Cane.
Per i Nazisti giocare al gioco del cane significa accanirsi sugli ebrei, impropriamente definiti cani (il Nazista Cinedo
amava usare la κυνάγχη, cinanche, collare di cane e ancino, azione che determinava nella vittima l’angina canina).
Per gli ebrei il gioco del cane è il Gioco della Cagna o, meglio, della Volpe, cioè il gioco ermetico dell’Oca (Pato) o del
Gesù (Pathos) “che non esiste”.
Agli estranei al gioco, che tentano di ficcare il naso (civette), i criptoebrei sono tenuti a rispondere in siciliano <<nulla
saccio, nulla vidi>>, che in spagnolo sarebbe <<no se>> equivalente all’inglese <<nose>>.
L’άγχη è il ῥαφίς, -ίδος è l’ago, grafo o grifo.
La Κοινή era la lingua comune dell’Impero Alessandrino, ma il termine voleva significare anche che il gioco del κύων
o gioco κυνικός (play the Cynic) era il gioco κοινός.
54
È più probabile che un musulmano finisca accalappiato piuttosto che un ebreo entri a Roma, cioè in Amor (il
nascondiglio).
45
Rotunda Vallis Layni è il Cerchio (rotunda) dove si trova il Vallo, il Muro di L Ayn Italiano, cioè
l’Ovino o Agnello Italiano del Dio Romano che distrusse il Vallum Gerosolimitano (Agnello di
Dio).
Il Muro di Malta dove giace l’Agnus Dei appartiene all’Ordine Sovrano dei Cavalieri di Malta o di
San Giovanni d’Acri (qui egli è Akko Homo cioè Ecce Homo nonché ΙΧΘΥΣ).
Il fatto che in spagnolo rotula è rodilla, oltre a significare piccola rota, significa piccola Rodi o
piccola Rosa rivela l’appartenenza del Vallo (The Wall) al piccolo insediamento di ebrei “rosa”
dell’Altopiano delle Rocche.
L’Ayn è Baphomet e Mahomet cioè il:
- Basso-Ometto, perché è tenuto nei bassifondi, in una caverna ipogea55.
- Madre-Ometto, perché è stato trasformato in Maria.
- Malo-Ometto, perchè era stato malvagio sui mala (malum, mali).
- Almo-Ometto, perché alimentato e ancora in vita (vegetativa) prima della Resurrezione.
- Alto-Ometto, perché alto di statura e non basso (vedi Sacra sindone, Volto Santo di Manoppello).
Fu evirato per vendetta e trasformato in Donna Rosa o Ebrea ed è ancora inspiegabilmente vivo, a
distanza di secoli, nel sepolcro nascosto, dormiente, in sonno, ma in grado di resuscitare dalla morte
apparente.
Egli è sarcasticamente Potenza Rotonda, cioè nel Cerchio dell’Altopiano, e Madre (Matera) con
rotondella o rondella (anus).
La Rotonda rappresenta Londra, anagrammabile in La Rond, località situata nei pressi de La
Rochelle coincidente con la stessa Rocchelle (un altro anagramma è Andor).
La Rochelle è la Piccola Rocca dell’Altopiano abruzzese, che, negli antichi poemi arturiani, era
soprannominata Table Ronde.
L’Altopiano delle Rocche è detto anche in codice Rondine e Rondone (Rondò), perché le rondini
quando volano spesso descrivono dei cerchi in cielo56.
Come Rondine è Golondrina nello Swallow e dello Swallow (nel Low del S-Wall-S, Squalo,
Squallore, SW che all owes e all allowes).
Il nome Rotonda Maris è la Rotonda di Maria o Madonna della Syra e di Roma (marissiram).
55
È la Berna o Ca-Berna dove si trova Genève o Genova, alla quale si accede attraverso una Lucerna (lucernaio).
La Ca-Berna è l’Alma Mater, cioè l’Utero dove vive Gesù Bambino.
La Caverna è Cafarnao, cioè Caverna-Ναός.
Vi si entra per Porta Capena o Caperna ed è la Casa-Pierna.
È l’Endometrio con l’Infante, detto anche San Demetrio (il Santo seguace di Dèmetra, di Mithra e di Prometeo)..
56
La rondella o rondinella nella scienza alchemica egizia è la particella subatomica, ma soprattutto è la risorsa
tecnologica a disposizione dei Faraoni per il Nihil (Nilo), che fu in possesso della Umma, cioè della nazione di Gomorra
o di Gomar o di Gumar.
La nazione di Gomar o Gumar è la nazione di Amor/Amur, della Roma/Ruma primeva (ramo, ramu, ramnes, ramones,
teramnes, tyranes) ed è la innumerevole nazione di Maria
La Piramide Egizia era la Moschea di Omar per i musulmani e la Cupola della Rocca per gli ebrei.
46
Il porto di Roma, Ostia, era la Rotunda Maris ed era stato realizzato sull’esempio del porto di
Alessandria, dove si elevava Alessandro, il Faro Gigante, collocato prima del GYGA.
La Rotonda dell’Altopiano è rappresentata anche nei bassorilievi dell’Ara Pacis di Augusto, anzi si
può dire che l’Ara Rapacis d’Italia era proprio l’Altopiano rispetto all’Ara Pacis d’Egitto.
47
Le Triginta Curiae, che, secondo la tradizione, erano state istituite da Romolo, erano trenta
coviriae, erano trenta rappresentanze composte dai probi viri delle gentes.
Il vir per i Romani era l’uomo del πῦρ, πυρά, cioè lἍπειρος o Aper (perro in spagnolo).
I viri erano i Curetes o Quirites, custodi del potere coercitivo sulle cose sacre, tra le quali
rientravano i Lustralia.
Lu Porcus era quello del Lu Pur-k.
Lu purk in greco significa λύω πῦρ, da cui deriva il latino purus e pyra.
Il Porco era il Faraone con i suoi Poeni, Phoenici o Punici, mentre i Punati o Poenates erano le loro
vittime.
Egli era il Porch of Salomon, il porco cioè che aveva tentato di estinguere i Curati o Quirites con il
πῦρ (purificatio), preceduto dall’eviratio esemplare57.
Era soprannominato Cura e quando i Romani si salutavano dicevano:<<Cura ut valeas>.
57
Τα Πυρα equivale a Buraq.
Da πυρα deriva πυραμίδες (Οι τρεις πυραμίδες της Γκίζας).
Salomon o Salam è il tratto di territorio da El Cairo a Cirene, il Mar Rosso a forma di salume insaccato, mentre il porch
nel senso di pork è l’intera Africa, che, vista lateralmente, somiglia alla testa di un enorme rinoceronte o jabalì (Jeb
Alì).
Per gli ebrei considerati Donne, Shalom significa in inglese “she at loom” (Lyra).
At, così come la preposizione latina ad, ha la stessa radice etimologica del verbo spagnolo atar, del verbo inglese to eat,
del verbo latino ēdo, ēdis, edidi, editum, ēdĕre, del sostantivo ĕdo, edonis, sememi derivanti dal nome greco
dell’Inferno Ἅιδης (Hades), che nelle lingue cananee era Aden o Eden.
Per i Danai il demonio infernale, figurazione dei popoli africani ed arabi, era Adon o Adam e la sua invincibile Madia
(μάσσω o μάττω).
Shalom può significare anche:
- Shell loom, il tool infernale di S. Hell, dove the kernel, la carne, diventava shalomo o salame a seguito del trattamento
lumen (trattamento luminoso o numinoso) Shal da cui scialle e sciacallo;
- Aisha loom, cioè hacia il Lumen o Numen del Loom o Lyra, rammentando che esso era sia in Egitto che Asia
(spagnolo hacia);
L’Eden era per questo motivo detta Terra delle Lomas o dei Lombi (Lombardia).
Lombardia significa terra del Lumen e dell’Arsione.
Era la terra di Kom Ombo dove erano le Camere Bomba (bombshell).
La Porta Scea delle città greche ricordava la Porta Aisha, Hacia o Achea attraverso la quale passavano gli Achei per
finire nella Bomba Camita
Da Kam derivano le parole cama, camera, camaron, Cameroon, da Kom derivano i termini spagnoli comida e comedor,
nonché comoedia, termine latino che, rispetto all’italiano commedia, aveva un significato diverso, quello di comedere
(comere et edere), analogamente a tragedia, che significava τρώγω καί ἔδω.
L’edo, edonis romano aveva come sua vittima il [j]esus (esus è il part. pass. di edere).
Per i Greci Edo era Leda, per gli ebrei Adan o Eden.
Leda era l’Ade dove si ledeva l’E-den o E-dan, l’A-dan o l’A-den (lædo, lædis, læsi, læsum, lædĕre).
L’A-dan era il Δαναος o Danese (in senso ampio).
Kam e Kom vanno intesi unitamente a Kem, da cui derivano i vocaboli spagnoli quimica e alchimia, Kum, da cui
derivano le parole κῶμα, Cuma, cuna, Kim da cui deriva chimo (χυμός).
La m finale è intercambiabile con la n, circostanza che dà modo di estrapolare altri termini correlati all’antico mondo
egizio e cinese.
48
La cura dei Romani, cioè la loro principale premura, era la res publica.
« Postea aucta ad aliquem modum civitate ipsum Romulum traditur populum in triginta partes
divisisse, quas partes curias appellavit, propterea quod tunc rei publicae curam per
sententias partium earum expediebat.
Et ita leges quasdam et ipse curiatas ad populum tulit: tulerunt et sequentes reges»
Quae omnes conscriptae ex stant in libro Sexti Papirii, qui fuit illis temporibus, quibus
Superbus Demarati Corinthii filius ex principalibus viris. Is liber, ut duximus, appellatur Ius
Civile Papirianum... »
Noctes Atticae (15.27.5): «Cum ex generibus hominum suffragium feratur, curiata comitia
esse; cum ex censu et aetate centuriata; cum ex regionibus et locis tributa»
L’etimo del nome Curia va ricollegato alla χώρα delle κόρες.
La κόρη, che in greco significa fanciulla, vergine, era lo schiavo per antonomasia, deportato nella
Terra del Cor o Makor (Ma Coeur), contrario di Rokam, Rocca o Rock, che significa Piramide.
Sinonimo di κόρη era Παρθενης e sinonimo di χώρα delle κόρες, cioè di Terra delle Piramidi,
era Παρθενών.
Varianti dialettali di χώρα (Cora) erano κόρα (Aeolic), κούρη (Ionic), κώρα (Doric).
Esse erano destinate al κορίτσι ed alla θυγατέρα (tziganeria o gitaneria).
Le Trenta Curiae avevano avuto un precedente in Atene dove, dopo la sconfitta della Grecia nella
Guerra del Peloponneso del 404 d.C., furono create con a capo i τριάκοντα τύραννοι.
Costoro erano una oligarchia pro-Spartana o, come dice, l’epiteto τύραννος, un’oligarchia turanica,
amica dei Partae o Persae (oggi Iraniani o Persiani), di coloro cioè che durante l’Impero Egizio
erano stati parte integrante del Farsi, cioè del Phar[aoh] S[erpente] o ύρα (Toràh).
Il numero simbolico trenta ricorre nella Historia Augusta laddove si narra che durante il regno di
Gallieno apparvero sulla scena i Tyranni Triginta, un tentativo di restaurazione del potere turanico
(turco-iranico) nel cuore d’Italia.
49
I convenae, come narra l’Eneide, erano originari di Troia in Asia Minore.
In realtà la Troia o Ilio anatolica era solo una propaggine strategica rispetto alla vera città di Troia,
che era l’Egitto dei Faraoni, sede del TH ROI o TH ROY (il Roi o il Ray).
Essa sorgeva a ridosso degli stretti del Bosforo e Dardanelli, punto di passaggio obbligato per le
rotte schiavistiche provenienti dall’Europa dell’Est e dall’Illiria.
La piccola Troia si trova oggi nella provincia turca di Kannakale.
Il nome geografico Kannakale ha un significato plurimo.
Grecizzando il nome si ha κύων, κυνός, cane, e νίκη, vittoria, cioè Vittoria dei Khan.
Leggendolo come kan nak bar si estrapola il messaggio <<A Karnak i Cani ci portavano
nudi>> o <<Karn naked bear>> (abbreviabile in Nakbar)58.
Il crittogramma kanak è un palindromo: NACBAR/RABCAN/NACUBA/NA CURA
Era il Khanato (anche nel senso di canizza, canea, canicola), che Gengis Khan voleva restaurare
quando il suo Impero quasi inglobò l’Europa.
Leggendo, invece, Kannakale come Canna Cala, cioè cala o tira una linea, si ottiene
un’informazione circa un importante allineamento geografico: la provincia di Troia è situata lungo
la perpendicolare (Riga) passante per Istanbul, che cala fino a Giza.
Era Giza la stessa Kanna o Khan (latinizzato in Cannae), perché la peculiarità del campo di
sterminio per i deportati provenienti dalla Eu-Ropa era l’utilizzo della canna, dell’ago elettrico o
agopuntura elettrica, della corda (rope), il collare, dello scu-ojo del cordem (cor), del καρδία, i kars, k-artio, il cardo-decumano.
58
Cannae egizia era per gli anglo-germani il Can, cioè il Barattolo della Carne del Cane [a]rabbioso e quindi il Pit Cairn
Pit caro era il pìcaro Cane [a]rabbioso ingordo di “raped rabbits” da mettere allo spitus (spiedo) nell’Ospitium.
I Pitti, prima ancora dei romani, erano stati gli antichi Egizi ed africani “picti”, saliti coloni fino alle estreme lande del
Nordeuropa, da dove rifornivano di rabbits la Pit Cairn, cioè il Carnaio.
Ad essi pittavano le terre bretoni di cui avevano il catasto ed essi tenevano gli albi pictorii, registri contabili del
commercio schiavistico.
Una delle rotte via terra transitava per il Carnaro o Quarnero istriano, antico insediamento KRK, da dove un fiume
(Fiume) di schiavi “pula” (Pola) scendeva per il ragù (Ragusa) verso le Piramidi di Visoko, gestite da popolazioni arabe
ed africane tiranne (Tirana).
Le Piramidi di Visoko, nei pressi di Sarjevo, erano dell’Ασπάλαθος egizio.
I moslem Galli, Pitti e Scozzesi gestivano il Galo, il Pit e il Gozo.
50
Da καρδία derivò un altro nome dell’Egitto, cioè Kurdistan, terra dell’estancia e dell’èstasi
dell’eu-robo o eu-robus.
Il Curdistan era Curuno o Corano e Curdue o Curdo.
Cur 2 è la Cina, Cur 1 è l’Egitto.
I popoli del  o del Tao, cioè i Khan, facevano capo al K-Hunnan e per questo motivo erano
Khun o Kynesi, cioè Cinesi, tuttavia Cinesi o Sinaitici erano anche i popoli dei Seni-Piramidi
egizi.
Credevano che il Gallo fosse un gallinaceo da macellare e bruciare o da trasformare in giallo
vischio (viscum album, ιξος o yellow jew).
I Khun cioè gli Hun o Unni erano definiti dalle razze bianche ed europee Mundi, cioè padroni del
Mondo, però Mudi, cioè lurido Mud sia sotto il profilo genetico e razziale, sia sotto il profilo
etno-antropologico (lurido in russo è Yuri, cioè Iurido dei Jura, del Jus e dell’Ur).
I Romani li definivano munni o mundi, cioè in-mud o immondi, mentre consideravano se stessi
mondati dal mud (remonnati)59.
Altre aggettivazioni discendenti dall’odio razziale erano sunniti e sanniti, [s]ungari o [s]angari60.
Un’aggettivazione equipollente era Urdi, da cui derivano gli etnonimi Sardi, Ursi o Rusi, Marsi,
Corsi, Parsi o Persi61.
In definitiva tutte queste popolazioni erano viste come un’Orda di luridi, di lardi e di ladri: L’Urdi
o L’Urda62.
Si spinsero durante le loro scorrerie fino alla Catalunya (Catalogna), che prende il suo nome da
Catàlauni o Catalani, cioè κατὰ–huns63.
La Chiesa di Roma ne tentò la conversione e l’unione sotto la sua egida: Chiesa Uniate.
59
Essi erano stati a suo tempo montati e resi immondi, remonnati, cioè scuoiati nel senso di scorati (corata o
coratella), ma alla lunga con Roma erano riusciti a mondarsi e a remonnare i loro nemici in Europa e nel Mediterraneo.
Remonnare è voce dialettale che significa semplicemente sbucciare.
In realtà il verbo rimanda a Remo, Romolo e Roma e al Re Mono o Rey Mona cioè al Faraone.
60
Muniti di uñas, cioè di unghie, e ùngidi, unti e messianici, dediti alle angherie, sanguinari, amanti del sanskrito, cioè
del S-Ans-K Rito.
Per i Romani il sunnita, sia negro che arabo, era in somnio, cioè insunnito, assonnato, stolido, nonché anus (contrario
di sunna) e mud o med.
61
Erano surdi o absurdi.
Avevano corso per gli Urali e la Rous (rus, ruris) per rastrellare le vittime da sottoporre al Rus (roast o arrosto) o al
Course del Cur/Cor.
Course è nell’inglese medievale cors e allo stesso modo cor, cordis deriva dal verbo curro, curris, cucurri, cursum,
currĕre.
Come Parsi o Parisii erano appassionati del pursue, cioè del perseguire con i perros (perseguir) per fare il πῦρ o
parisium o paradisus (paradiso).
Erano in tal senso parigini e baresi, carsici e caustici, farseschi e falsi, inclini al nomadismo (course), al curse e al coarse
(rough, rudeness).
62
Da Ur e Urdu derivano i termini Ordo, ordeal, ordalia, hurdle.
63
Da hun deriva uncino e ancino, incidere ed incidere, unciale ed onciale, guanciale e bigoncia, altre aggettivazioni
denigratorie che significano rispettivamente lardo e stragonfio.
51
Nel Vangelo le Nozze di Canaan sono un racconto crittato delle Nozze di Nubia ed Anubia (Egitto)
in un unico Boda o Body.
Al tempo del Messia di Nazareth ci furono nuove nozze di Khan o Khanaan, come si rileva dal
termine Cananei, che significa Neo Cani o Novi Canes.
I Cani (Khan), già al tempo dell’Impero Egizio, odiavano per ragioni razziali l’Europa, definita
China o Cagna per due ragioni:
- la sua forma geografica è quella di una Donna chinata in avanti;
- come Donna era una Femmina o Cagna di tutti i musulmani con la quale accoppiarsi.
Sostanzialmente l’Europa era la Cina o China.
I Cani la odiavano e la dominavano, all’epoca del loro dominio sconfinato, perché vi risiedevano le
popolazioni Yellowish o Jewish da portare al Sahara, cioè alla S-area.
Il concetto è contenuto nel nome della città bosniaca Sarajevo, Sara y Evo.
Jew e Jewish derivano da Yellow, da cui deriva anche le parole italiane giallo e gel.
Da Eva deriva Jeova, Giove, Iuvis e Giudeo.
L’italiano giù(so) e l’inglese jew significano sotto, al di sotto e vanno riferite al sottosuolo di Jeb,
Jev, Geo o Γῆ, cioè alle città sotterranee dell’antico Egitto, che, per un lunghissimo periodo
storico, fu La Terra per antonomasia.
L’inglese jew deriva da jeu (M.E.), giu (O.F.), iudaeus (Latin), ioudaios (Greek), yehuday
(Aramaic), yehûdî, judah e yehûdâ (Hebrew).
L’inglese jaw, jawe (M.E.), jowe, joue (O.F.), significa maxilla, cioè arcata dentaria che macella,
contrapposta a mandibula, arcata dentaria che mangia e manda il bolo ad bullam o ad pallam.
Il verbo mangiare deriva da manducare e mandigare, contratto in mang e significava mando in
fagum (stoma, stomaco, st-òmaso).
Nel greco antico mang- diventò μαγν-, mag e mak- (da cui maggese o messe di schiavi nordici per
la μάχαιρα).
La μαγνης, invece, era la formidabile bocca dentata formata dalle Piramidi elettromagnetiche.
Da fago deriva fagotto e fagiolo, sinonimo di piccolo sacco (alvo materno e rene).
Il verbo del tardo latino manducare era mandare in bucam per la digestio ( γέρων garrota, carotide o  ).
La palla era il pollo dei πολλοί, cioè delle moltitudini di chicks e chickens inghiottite per il cheese
o jeese (Jesus).
Le cicas, chicks o cheeks, erano prima chequed, checked e zeccate, quindi in Egitto (e in Cina)
jacked o giaccate per il Zadik (sadismo), infine mandate in sacco ceco come sego o sebo (Sabeo).
52
Rimane traccia di tale sistema nel nome Cecoslovacchia, originariamente sinonimo di Valacchia,
che significava to to seek, to cheque, to check, to sick (to mark come nella zecca), to lower vakkas,
e nel nome Jugoslavia, che significava per la primigenia nazione anglo-germanica “young slaves
sub jugo”.
La parola italiana per cheeks è guance e significava in principio ganci, da cui è derivata la parola
ganasce, cioè ganci asce (gancio deriva da canna e gun, ascia da axe).
Nell’allegoria i Mani (Manes) e i Cani (La Manica per la Masnada) mandavano i πολλοί della
πόλις giù, al Giudeo della ρώμη egizia, per essere uccisi e trasformati in bolo (βῶλος)64.
Il Giudeo, Judio, Jew Dio era il Dio Infero dei Manes e dei Lares, custode dei Focolari infernali
della Roma Egizia.
Questa fu in seguito denominata Vallonia e Transvaal fu detta la Nubia sudanese.
Gli schiavi erano portati ad Vallum: The Wall di Baal o di Bell, il Murum per i Mures o Moses,
in dialetto italico si direbbe che erano mandati abball’.
Le vasche, i silos, gli horrea erano i Pools dei Polli, le Piscine di Siloe (in Abruzzo il toponimo
Pescina è un’antica testimonianza della prassi in argomento).
Le parole bulla, bolla, bala, ball, palla, come pure le altre parole, che fanno riferimento ad un
oggetto o ad una cavità sferica - boccone nel caso della bocca - derivano da O, che può essere
micro o macro (micer o macer).
Dato che la O è OS e SO (Il Sole), è OR e RO (oro), OR è UR (uro), OS (os, oris) è OC e OCO,
OJO (occhio), ne consegue che l’OXO (OCSO) è l’OSSO, cioè l’ὀστέον nel senso di hostis e di
hostia in ustio (l’ostia è il pane in forno dell’oste o, in inglese, host).65
Il termine spagnolo hueco deriva da buco (bucca), ma il suo significato crittografico è sus in
hueco, cioè Sueco.
Sueco è il sus albus o albinus schiavizzato e trasformato in j-hueso (jesus e yeso) nel hueco.
Le stesso etimo di jew è nei termini latini juventus, gioventù, e juvenis, giovane.
Era giovane chi faceva il jus oenus o il [g]ius[o], cioè chi sacrificava giovialmente il iudaeus
(Giovenalia o Juvenalia), tagliando il jus sus (jesus).
Il taglio giuso era il taglio dei genitali e della gola (giuso nel senso di giù e giuso nel senso di guzo
o gozzo) <<para gozar la sangre>>.
64
Bolo deriva dal latino bolus e questo dal greco βῶλος, massa o zolla di terra e disco solare.
La radice bol indicava una cosa rigonfia e rotonda: palla, ball, bolla, bulbo, cipolla, coppa.
Era il nome di un’argilla colorata da ossidi metallici, pingue, limosa, arrendevole e attaccaticcia, forse così detta perché
si presta ad essere arrotondata (www.etimo.it, voce bolo).
Il bulbo (cipolla) e il bolo erano erano crittogrammi per designare i suovetaurilia.
Il bulbo era il bull-bovis o bue in bulbo, mentre il bowl era il bow, sow, fowl in ship (sheep).
Il bull, vittima del Muslim Boulanger veniva bollato, bollito, cioè gonfiato come una ball, e quindi trasformato in bolo
(cibus).
65
L’analogo termine latino ostes, ostae, terremoto, sisma violento, pertiene al sistema tecnologico delle Piramidi.
53
Il giudeo era messo sub jugo (giogo) o sub judice (juez) per jeux o juego, cioè per gioco sadico.
Il nome ebraico Joseph, italianizzato in Giuseppe, e il nome dell’isola maltese di Gozo derivano da
tale prassi sacrificale.
Il verbo spagnolo gozar deriva dall’inglese goose.
La garganta è la gola e deriva da gargustium e gargutium, a sua volta derivante dal latino gurges (da
cui deriva anche garage).
I termini dialettali gargozzo e gargarozzo, termini con i quali ci si intende riferire al pomo
d’Adamo, significano in realtà “garrota goose gozo”, cioè piacere derivante dal taglio della gola
della goose.
La garrota o garrotte è il taglio circolare (rota) della garganta, cioè del gorgo della κάρα (carota).
La carotide, carotis, è l’arteria passante per il collo, cioè per la gurges, così detta poiché è la canna
(carota) della κάρα dove avviene il gorgo dei liquidi66.
Carota ha la stessa etimologia di caro, carnis, carne, e di κάρα, testa.
Carotare, cioè garrotare, era il taglio della κάρα e quindi della carotide, mentre il carotaggio era
l’asportazione della testa che veniva brandita agli astanti in segno di esultanza (κάρα e ἄγω).
La radice indoeuropea è gar- che ha subito mutazioni fonetiche in gal- e cal-, come nel verbo
calare.
In realtà nel mondo greco il gorgo era il gorgo e lo sgorgo di sangue dell’orgia (οργια).
Γοργών era l’orgia stessa, γεωργός era l’agricoltore, l’aratore che tagliava la terra, cioè l’animale a
terra con tre tagli (ter).
La Gorgonia era una festa dionisiaca, erotica e cruenta, chiamata anche τραγῳδία.
66
Le parole carota, κάρα, corona, χορός (κόρος nel χορός) traggono origine da Or. Se Oro è il Sol o Sor (Ros), la
parola inglese sorry dice che il Sor è Ray (sorray) e Yos (sorros). La parola orange è ugualmente un appellativo del
Sor, dato che orange è oro+range (radius). Aggiungendo la S a orange si ha S ora angle, cioè S ura angels (in Syria si
bruciavano gli angeli o evangelisti). Al Sole o, per essere più realistici, all’energia solare (Ra) rimanda il termine
Corano o Kuran, che è la χώρα dell’ank, cioè la χώρα (coro angles o Sion), dove, grazie a Oro, il χώρα ἀνήρ ura i
κόρος e le κόρη (angle, angels, evangels) nel χορός.
O-Range, l’Area Oro, in spagnolo è Naranja, cioè Ara-Arnia (Araña), Ara-Angles, Ara-Nera (Terra Nera o Tara
Nera).
Vasche di Pianola
Pit Cairn
culmen, cumbre
caln, calamo, cola
koln, columen, columna
chair
chambre
vasche
pianola
54
Prevedeva l’apertura della vittima, l’estrazione delle viscere e del cuore (cor e cruor), ma era
incentrata sul taglio preliminare dell’orgoglio del godimento (guglia e goglio, cuspis et colles).
La Feria era per i gaudenti era georgica, cioè gorgeous e rigogliosa, bucolica, cioè caratterizzata
dalle trafitture del corpo della vittima e dal colo di sangue (buco e colo).
Era accompagnata da musica, canti e balli, preceduta dall’accoppiamento sessuale dei carnefici con
la vittima, che, dopo essere stata umiliata sessualmente, veniva evirata con taglio dei genitali e della
gola.
Era detta τραγῳδία perché la vittima, dopo essere stata legata, veniva evirata, quindi, ancora in
vita, sgozzata con il taglio della trachea: ciò era la causa del “canto del capro”, un gorgoglìo o
gargarismo (gurges e garganta) emesso dalla vittima, simile al verso del capro (ma poteva trattarsi
anche del verso del capretto o dell’agnello, nel caso di vittime infantili, chiamate dai Cristiani
Agnelli di Dio).
Il sacerdote, dopo aver proceduto al taglio della trachea, beveva il sangue fuoriuscito e raccolto
nella coppa o cratere (il trago spagnolo), quindi passava allo stramen del corpo della vittima (il
tramo spagnolo).
Il capretto o la capretta era ἡ νεβρίς (-ίδος), in inglese n-he-bride, cioè la hen, vittima
dell’ebbrezza sanguinaria od orgiastica67.
Un altro nome con cui veniva chiamato era νεβρός, cerbiatto68.
Veniva prelevata in Europa ed era deportata bride nel gloom Egitto dove erano attesi dal
Bridegroom.
Capretti e caprette venivano catturati fino alle estreme propaggini settentrionali dell’Europa.
In Scozia i toponimi Hebridi e Orcadi ricordano, rispettivamente,e le prede ebree, brides, ed i loro
cacciatori, gli Orchi (in latino orci cioè il porci).
Altri toponimi che testimoniano la caccia ai capretti in Europa sono quelli dove compare il
sostantivo greco αἴξ (αἰγός), capra, come Aix en Provence.
Tale sostantivo si riferisce anche alla croce egizia  X in .
Dall’Europa venivano trasportati via terra o via mare (bridge), facendo sosta nei breedings, a
Tiberiade, come si può desumere dal sostantivo greco ὕβρις, crittogramma di tuberis, di Tiber
(Tebe) o Tiber-i-Ade (Ἅιδης o ῞Αδης).
Gli ebrei o brides subivano la ὕβρις, la violenza letale, venendo sottoposti a L’Onta dell’Onda
elettromagnetica, ionizzante o elettrica.
67
La città di Enna, in Sicilia, era al centro della regione dei Sicarii, seguaci di Διονύσιος ο Σικελιος, che osservavano il
culto nisseno (Caltanisetta).
Si può affermare che Enna era uno dei nomi alternativi della stessa Sicilia.
68
I Monti Nèbrodi era una zona dove venivano portati νεβρόι ed altresì una zona di transito verso il meridione d’Italia.
55
L’Onta, cioè la L[ambda] Onda, divenne il nome simbolico della capitale del Regno Unito:
Londra e Londinum.
Anche i toponimi de L’Ontario (Canada), dell’antica Lotharingia (Germania), di Londonderry
(Irlanda del Nord) furono coniati tenendo presente l’onda lambda (L’Onta dell’Onda Lambda).
Alone Don
I capretti e le caprette erano yellow angels o evangelisti, come può essere desunto dal verbo greco
ἀγγέλλω, annuncio.
Per meglio dire erano eve-angeli, vittime degli evangelisti, trafficanti di schiavi bambini per conto
del Faraone.
Costui era il Capro, Khapro o Khafro ed i suoi popoli clienti erano popoli khepri, khapri o
khafri, non solo nel senso di africani, ma anche e soprattutto nel senso di ebbri di capretti e
caprette, sui quali praticare il kabiru (kaba o cabia πῦρ od οἰκίσκος) e le altre tipologie di violenza.
I Khepri erano K-apri, cioè capri ed apri che si dedicavano all’arte dell’aperire o patefacere le
vittime -εβρες o -εβρόι.
Si trattava di vittime -mele, -apples o manzanas69, così definibili e per la loro giovanissima età e
per la questione del knee (-).
I ni () erano niños y niñas, nenas y nenos per il , ninnoli e baiocchi, toddlers e ladders uccisi
con i toys (quelli deportati in Cina erano ninjas, cioè niños y niñas ja-kart-as e jack-art).
Il verbo ἀγγέλλω, annuncio e riferisco, è composto da ἀνὰ, sopra, in alto, e καλός, bello.
Fu inventato dai Greci per descrivere insieme ai verbi da esso composti (ἐπανγγέλλω, εἰσαγγέλλω,
καταγγέλλω) il meccanismo di funzionamento della tratta schiavistica.
Gli Evangelisti salivano dal Nordafrica e dal Medioriente in Europa del Nord e dell’Est.
Da lì ridiscendevano con gli schiavi da portare giù (jew) per i lavori servili e per i sacrifici umani
Erano visti come pastori che conducevano “al macello” l’ἀγέλη, cioè il Grex di Yellow Angels,
composto da adulti e bambini.
Il loro arrivo con i κάλοι, i Bei Galli (The Boys), ed i loro κελωρ (figli), destinati al Calore del
Gallo , era annunciato dall’araldo.
69
La parola apple deriva da N-apple, Nablus, Napoli, Nabata, N-A-πολλοί.
A parte Nablus anche Napoli era una zona dove venivano condotti schiavi The Apples.
È verosimile credere che The Apples o Esclavos Manzanas venissero deportati anche nelle Americhe, come
desumibile dal nome della città cubana di Manzanillo (meluccia).
I porti di partenza delle navi erano situati lungo la costa del Portogallo e della Spagna.
I toponimi O-Porto e Galicia significavano Porto Galos o Galicianos (Portugal) dalla Spagna, cioè dalla Expansio
Mosellea (Europa), così come Galatia significava porto galos o gàlatos hacia Asia e Galilea significava porto galos
hacia (Basi)Lea o εἰς Ίλιο: erano galli esili o easy gauls per l’esilaranza della Troia d’Egitto.
56
Durante tutto l’arco della settimana venivano celebrati i riti sacrificali, circostanza di cui è rimasta
traccia nell’etimo del termine spagnolo semana, derivante dal verbo greco σημαίνω, segno o
incido.
Sinteticamente si può dire che il significato originario del verbo era “taglio i semiti ayn per l’αἶμα
οἶνος”.
I verbi greci legati etimologicamente ai sacrifici umani sono κλῄζω, κηρύσσω, κηρυκεύω, φράζω.
I sacrifici di tipo cruento, come già detto, erano coram populo ed erano praticati dagli ierofanti.
Costoro indossavano lunghi abiti tonacali bianchi, di lino o di cotone, che si macchiavano del
sangue delle vittime.
Essendo usati durante il taglio delle carni erano detti talari70.
Il vestimento principale dei musulmani era la tunica bianca del Nilo (lino), così chiamata dai
Romani in ricordo delle stragi commesse dai “tunisini”, i popoli del Faraone.
Sempre i Romani attribuirono il nome di clamide alla tunica indossata per la cladis, il sacrificio
eseguito clam, cioè cum lama71.
Chiamarono la tunica anche toga, perché durante la tragedia del sacrificio, τραγῳδία, si procedeva
al trago ed al trozo del sangue e delle carni della vittima.
La scena orrifica avveniva mentre la vittima ancora viva gridava al cospetto degli astanti: era l’ᾠδή
o anche lὈδύσσεια.
La toga era:
- palliata o pallium perché indossata durante i sacrifici sui pallidi capretti di paglia (τόκος).
Il πάλλαξ, παλλάς, παλλακη, παλλακις prelevato πολλάκις dalla παλλακεία, il pollaio dei πολλοί
Ἄχαιόι, veniva messo dai Pallanti e Palladisti in A-ten cioè in AX(is) ed ucciso con sevizie sui
genitali, maschili (palladios) o femminili (palladas).72
70
Talare significa anche Tholos altare, luogo dove si eseguiva il Talio delle Ali (T. alari) e, in definitiva, il tollere
ὅλος.
I T alari erano anche i due ierofanti che aiutavano il Pontefice, i sacerdotes posizionati a latere del Pontefice
(Triangolo massonico) ossia ai lati dell’altare ITI.
Essi erano latebri, cioè ai lati della vittima ebrea lactis, dissimulati da cappucci (latebrae).
71
La vittima della cladis era il K-lad collocato sull’altar o ladder (altar boy).
72
Il concetto latino di genitales era espresso dai Greci con i termini γόνος figlio, da cui gònade, γυνή, femmina, da cui
vagina, γένος, genìa.
Entrambi i vocaboli rinviano all’idea di cerchio (ovo=oo), allo stesso modo di γόνυ, ginocchio, γωνία, angolo, e
all’idea di riga I.
L’ era figlio in OYOS (οἶς, οἰός) cioè in OY-ἰός con irraggiamento di ἧλος e iniezione di p-ὄς, p-οῦ  πούς 
pous o poison che finiva in ἀγωνία per -γόνος l’ancus, acus o angle.
Nella crittografia anglosassone l’Europa Bianca Ewe(lamb), Christmas Eve(n) è in ginocchio kne(w)e di fronte a isgone-hades che possiede l’haven.
La divinità “protettrice” della “maternità” era presso i Romani Diana Lucina Genital, Signora del Tempio di Bel o di
Baal.
Era questo il Templum del βάλλειν e del τρέμειν (Tempio del Tremor e del Timor).
57
Ἀθηνᾶ era la παλλακις e l’αἴξ e Ἀθῆναι era la regione, chiamata Παρθενών, dove erano tenute
schiave le Pallide Vergini.
- praetexta, perché usata durante lo stupro che precedeva (prae) il textus ritualis con il taglio dei
testes (testicoli).
Durante il textus la vittima, il testiculus, era tastata e violentata davanti ai testimoni del populus
(ingl. testes, sp. testigos, it. testi o testimoni), quindi veniva “italiata”, cioè tagliata o tessuta (nel
senso fatto palese dal verbo greco σημαίνω, dai verbi latini tālĭo, tālĭas, tālĭāre e texo, texis, texui,
textum, texĕre, dal vocabolo spagnolo tez) o anche arata (il verbo arare deriva da ara, area
sacrificale, e altare, area sacrificale alta, rilevata, aro, ăras, aravi, aratum, ărāre).73
Spesso la vittima poteva essere testata nel senso di de-testata, de-collata o de-capitata e, alla fine
del sacrificio, tostata (to toast, dal latino volgare tostare).
Altrettanto spesso, come appena detto, il troglodita, ὁ τράγος, ὁ τριχιας, ὁ τριττος, il trittiarco a
capo della trittìa, procedeva al trago e al trozo del trigo (latino trogus), dopo aver eseguito il θρίξ,
lo scempio della capella o del capello (capretta o capretto).
Il genitivo di θρίξ, cioè τριχός, è legato morfologicamente a τριττος, τριχου e agli altri vocaboli
che implicano il numero tre, allo stesso modo del latino tritum, trito74.
73
L’ara era l’area destinata alla tarra (tarea) dell’arra sponsalicia.
Arra deriva dal greco κάρα, termine coniato per esprimere l’idea di una forma tonda, circolare, come quella della testa,
del testicolo o della ruota.
L’arra era il carrus cioè il carriaggio degli schiavi bianchi “sposati” in Europa verso l’Egitto (to carry, carriot, cart), il
Calvario (il luogo dove la vittima diventava cranio calvo, rapa, raba, rave o raped).
La Tarra, contrazione di [I]ta[lia]arra e di taliare, era l’esecuzione capitale in T-alari o Camino (Alatri e Alanno):
- il Talio alarum (arti) dell’alius o G-allus (anche nel significato inglese di cock)
- il T-arare con la lama
- il T-harrassment con la flama
Gli alari erano le sponde (spondeo, sponsalicia) usate millenni prima in Egitto.
Sponsalicia era la sponda della Licia cioè dell’Egitto (sea spoon), oltre che la sponda C della Licia.
La vittima messa in T-alari subiva il triplice taglio, alla larinx, alle mele (mala) e al malum (male) mentre era
sottoposta al foco-lare.
Il Trico della Triga e del Trigon tricabat nelle Tricae del Triticum (frumentum o granum meretrix) prima di truncare
(trinciare) e trincare (to drink) il sangue del Triticum (in spagnolo trigo).
To drink deriva dai termini greci -ῥινός–κάλαμος e ῥινός-οἶνος, termini utilizzati congiuntamente per riferirsi al
taglio ed al foro eseguito con ῥίς e κάλαμος onde far sgorgare l’οἶνος (vinum oenum) del ῥήν del Rene.
L’agnello rehen (ῥήν) proveniva dal Reno d’Europa, come ἀρνός era tenuto in arnia ed inciso con l’arnese, tagliato e
forato in modo tale da far uscire il - o ῥ-ημός, vale a dire l’οἶνος o vinum oenum.
L’agnello era così ἔρημος, desolato.
Il concetto di tarra equivale al concetto dell’italiano tara, l’elemento di scarto rispetto ad una sostanza che si ricava da
un processo produttivo.
Nell’antico Egitto la tara o tarra era il prodotto residuo della combustione ed è da ricollegare alle parole latine torrere,
terrere (terra), torqueo, tortus e tortum, riconducibili al numero tres, tres, tria.
Da arra e ara derivava il toponimo Carrhae della città turca, dove le legioni romane furono proditoriamente sconfitte
dai Parti per il tradimento di Marcus Licinius Crassus, il triumviro di origine giudea.
Il verbo composto ex-arare è strettamente collegato al verbo ex-halare (esalare cioè εἰς- ἅλᾰς).
74
Famoso è il detto “spaccare in tre il capello”, con il quale ci si riferisce alla precisione di una determinata operazione.
Nel caso di specie il capello era la capella, voce latina che significa capretta.
Per capella si intendeva sia la capretta che il capretto (he-she, s-hebride o bride dello Snake).
58
Il vocabolo greco ᾠδή, latino carmen, ha lo stesso etimo dei termini spagnoli oigo e oido, joder e
odio (ŏdĭo, ŏdis, odii, ŏdīre), dei quali esprime sinteticamente il significato.
La vittima eone o, in latino, euns entrava in auditorium.
L’auditorio era così chiamato perché somigliante nella forma a due oidos o lobi auricolari ( I ) od
orecchi, che in realtà rappresentavano le chele o pinze del carnefice.
Questi era colui che fa a brandelli la carne nel padiglione auricolare.
Il termine greco per orecchio è οὖς, ὠτός.
Facendolo precedere da lup- esso diventa lupus, parola da interpretarsi unitamente ai termini
spagnoli lobo e lobulo (βουλή) e all’altro termine greco πούς, ποδός, metonimia di bambino.
Il Lupus (in fabula) era il bambino incastrato in gabbia coram populo e sbranato, cioè fatto a brani
o brandelli dallo scissor.
Nell’antico Egitto il Lupus (significava per la vittima ἔαρ finire tra le ears del lobster, cioè tra
le pinze del granchio elettromagnetico (, dove, immobilizzata, subiva il trattamento οιδος o,
parafrasando, il trattamento odio.
Esso era basato sullo ἴον- (onda lamb-) ed azzannava l’ἰδέα (la testa) e l’εἶδος (il corpo) della
vittima.
59
Era allegorizzato dal Lupo o Cane Odioso che con i suoi denti (ὀδόντες) rodeva le sue prede75.
75
L’etimo di ὀδούς, dente, è lo stesso di οδύνη e di odio, di ρόδον e rodere con preposizione di ρ.
Si tratta di un ideogramma composto dal numero δύο (dvo) e dalla lettera omicron.
Il è uno dei δύο ὀδόντες  inferiori del Cane-Serpente, mentre le due o (micron) sono le gònadi o la vagina  della
vittima.
I due denti superiori del Serpente VV si ottengono capovolgendo le due di ὀδούς(δύο). 
A tal fine occorre leggere al contrario OOY ottenendosi YO(ς morfema dove la Y è la lingua bifida
dell’ideogramma dell’Onda-Serpente

DD
Il Serpente di Ter(ra) è, al tempo stesso,  e VV mentre il Serpente d’Acu(a) è ὕ(ρος) o ὕδωρ, e ὕVV(ος),
cioè ύβος, gobba 
Ne consegue “Jedda Jew Yuda e Yudo dal Monte Yda, Jedda Y-δωρ nell’Y-door”.
Yda o Vda, parlando in termini di crittografia cartografica, è Udine.
La città sorge nella estesa regione frjuliana di Aquileia (frigens-I-uliana), che anticamente abbracciava anche l’Istria e
l’A-istria, cioè l’Austria: terre degli Ulema o Jul(em)os o Iulii.
Aquileia (Osterreich) era il Nidus dell’Aquila, cioè la vagina della Donna Europea, attraversata dalle Eagles degli
Angles.
Le Eagles erano gli aves rapaces dell’Aquila (l’Aquila sulla carta geografica è il Medioriente e l’Africa con il fallo
priapeo), gli aves del acus (ancus, ank e anx-ur).
Provenivano dalle Lande a piè del Monte o a piè della Monta (Piemonte o Pia Monta), diretti alle Langhe (dal piè
d’Italia al Piemonte, alla Languedoc alla Land, L hand ed Hall Land) e alle High Lands d’Europa per prendere e
trasportare schiavi all’Anguis, il Serpente, dimorante nelle terre dove si languiva e si produceva il languore (licor,
liqueur).
Il toponimo Udine può essere letto come Nudina e Oudin, dal greco οὐδέν (οὐδείς, οὐδεμία), che significa nessuno, in
latino nemo.
Nella mitologia norrena, cioè nella mitologia della regione del Reno Norizzato o Noricum (fr. noir da cui il termine
nor e north), Udine è Odino, il Nessuno Bianco che va alla inamo, cioè “in amor a Medina”.
È qui che giungeva la vittima per essere legata, Nuda, al Nodo o Marra dei Marranos.
Erano costoro i Marrones, i Noirs (Nigri et Aegri) dell’Amarra, The Blacks of the People, cioè i bracconieri del Pips
(ΡΙΨ) People (populus, plebs, populici o πολλοί), destinati alla Barrack of the Lick o Barrack of The Blood Leak.
Il Lick consisteva nel ligare con il laqueus la vittima e costringerla a leccare, lingare (linguare) o lambire, ma nel
senso deteriore di cacciare la lingua e alluccare per effetto del lam-bir, cioè della lama e della pyra (lux o piercing πῦρ).
Il Blood era il Broad cioè il Vasto o Lato Egitto con la sua Africa, l’Inferno del Bite, cioè l’Inferno del Little White,
divorato nell’Hood o VVDD (WooDoo o Uve Dos).
Il Lood era il Land-Lord del Lard (Hard), cioè il Dominus del Lamb-Ade, Lamb-Hard o Lambda.
Il Lamb era il Lombardo, Longobardo o Longbeard, cioè il Lamb, l’Agnello, disteso nudo (bare) di fronte all’Orso
(Bear) per essere seviziato e arso lentamente (Hard o Arson).
L’Orso, nel senso di Orco, conosceva perfettamente The Art of the Arson (ars, arsio e catarsi tragica).
Il Lamb, il Lombardo dei Lombi d’Europa, era la vittima preferita nel T-Amplius, il Templio, l’Amplum Latium o
Campus Latus, dove la stessa veniva “ampliata”.
L’Ampliatio era amputare, tagliare ed aprire o camar (quemar) la vittima.
La “camputatio”, per così dire, si svolgeva nel Main Kampf dei Kamiti, cioè in Egitto.
Kamp-Ala era invece uno dei tanti Campi africani secondari gestiti dalla U-Gang dell’U-Ganglio, composta da Hu-Gun
o Hunnan-Khan ed Afri-Khan.
Gli Y o Hu-G-Angli erano gli Ivy-Angels o Ewe-Angels in God-Angle (G-Anglio), in Y-Get o Ivy-Get, cioè nel Ghetto
del Tsade ‫צ‬, personificati da AdanEva coperta da una foglia di hygo per nascondere la vergogna dell’amputatio.
La stessa parola Lamb, se letta come Lamp, è un crittogramma che significaamputatio eampliatio.
Udine, Uda, Yda, significava Idem, in greco Isos o ὕδωρ in Ixos.
Lo ὕδωρ o Y Δωριεῖς (Doro) era preda dei Popoli-Serf (Servi delle Serpi), che navigavano per l’Europa in cerca di
schiavi da deportare a partir de l’Hacha hacia Aisha o hacia Asia (la hacha era non solo JB cioè la Gran Bretagna, a
forma di ascia, simboleggiata dalla J, ma anche la Scandinavia, terra del làscito, simboleggiata dalla B, da dove si
arrivava ineluttabilmente all’ash (Gran Pedra de la Prieta et Agna).
L’Asia era la Tia Perra o Tia Pirica.
La parola Asia deriva da αἰτία, causa, a sua volta derivante dal verbo καίω, da cui καῦσος e caseus, nonché il verbo
latino casso, cassas, cassavi, cassatum, cassāre e lo spagnolo aseo.
Nella mitologia greca l’Asia è ῾Ησιόνη, figlia di Laomedonte, re di Troia, ma Esione è lo stesso schiavo bianco ζυθος
εἰς τὴν ζωήν ἰών.
60
Tale trattamento trasformava la carne in sarx, che alla fine si scioglieva (fr. o-dous), lasciando solo
lo scheletro.
Ciò che rimaneva poteva essere paragonato ad una lisca di pesce.
In quanto pesce la vittima era il Pesce Nether (nihil) o Pesce del Nilo (nihil) o, anche, il Pesce
Tulipano, impanato, dorato, fritto e divorato dal congegno sufista (lobster pot o fryer).
Il simbolo del Pesce Pes (pedis) cioè del Pesce Bambino, deportato nella Όλος Land (Holland),
era la lettera greca Y, perché il grafema rappresenta un pesce con la bocca aperta.
Tale lettera rappresenta anche la lingua biforcuta del Serpente.
n
lard
laers
ars
hertz
Y on
Ιóνιo
Tulip o Pesce Ιωνικός
IOVIS
YAVE
YAWE
ni
kni
knit
museruola, mordacchia, muzzle
del mus, del muezzin, del chin,
del κύων
knot
Nell’Auditorium o -home presso il Monte Ἴδη76 (Καινα) il δῆμος era radunato per vedere ed
ascoltare (εἰδεῖν e ὁρᾶν) la cerimonia del Serpente Cobra che giustiziava l’odioso idolo ariano
(εἴδωλον, εἶδος o ἰδέα).
La Cina, il Cane, era l’Asia ed era il Laos o Laomedonte, cioè il Cane-Serpente odontes o lame di flama ed era To Rein
(Torino)
76
Il Monte Ida o Monte Idea era la Piramide Solare
IDA o IDEA
Era il Monte Ισος o Ixos, Isis (IVIV), il Monte Idem, il Monte I- δῆμος e I-dèmoni, il Monte del Madi con la Madia
per il μάσσω (ammassamento) ed il μάττω (ammazzamento), il Monte Metis per il Meteo (item, emit o emidio).
Come Monte Ixos o Monte Ichthus era il luogo dell’hic ictus et hiatus, cioè dello σχιαζω (schiatto) e iactus del
cattus.
Il cattus era lo schiavo o il prigioniero sottoposto al “rigatto” del cattus o del jactus, lasciato infine jactatus o hiatus.
Di qui l’inglese cat e l’avverbio thus, che preceduto dall’avverbio di luogo hic diventa pic-thus (Pictus) e pic-thhusband, cioè Band dei Picts e del Pic THN(sion), i nomi biblici Gath o Goliath.
Il “rigatto” del Big Pig era il rigare (irrigare) con  πῦρ (in codice Lu Purk o Lupus), il pic o pike pirico (p-low, pic
low elettromagnetic waves o p-hike, pic high electromagnetic waves).
I Greci usavano il verbo ῥήγνυμι (ριγος), i Romani il verbo frigo, corrispondente all’italiano friggere, spagnolo freir,
inglese to fry (vedi anche to fright e to frighten, chantaje, scent, smell, perfume).
61
Durante l’accanimento del sacrificio (καίνειν) la vittima rimaneva cum ore aperta (χαίνειν) e per
questo motivo era paragonata ad un pesce che boccheggia (hiatus).
La τραγῳδία era per i Romani il carmen, il canto del [nord]man ucciso nel carro (carrus o currus)
o Ίκαρος.
Per gli Egiziani e gli Africani, ma anche per i Cinesi dell’Altro Egitto, il [nord]man era l’hu-manus dell’ignominia, come tale destinato alla morte in igne minervalis mediante corrente
elettromagnetica77.
Egli veniva giustiziato ferro et igne nell’Ade delle Minae del Vallum.
L’Ade era l’Athen dell’A–Ten (AX) ed era l’Aton dell’A-θεόν78, cioè l’A-Tonnel o Minareto, e
l’A-Tron o Astrale.
Il carrus o currus era il sistema che, grazie al ῥεῖν, produceva la corrente elettromagnetica a tal
fine necessaria.
I Greci chiamarono l’energia distruttiva ἁλς e i Sacerdotes Salii della Roma arcaica la cantarono nel
Carmen Saliare.
La tunica della cerimonia orgiastica tunisina era chiamata dai Romani anche laticlavius, nome che
ricordava la Clavis del Latium cioè la Chiave d’Egitto.
L’Egitto, infatti, era stato Latium e Tunisia al tempo stesso.
La zona caucasica dove l’orgia era ampiamente praticata, a ridosso del Mar Caspio (Mare del
Caspis o del Cuspis) fu ribattezzata Georgia, ma per Georgia si intendeva una regione molto più
vasta di quella odierna e, come già visto in più di un’occasione, si intendeva in definitiva la Georgia
per eccellenza, cioè l’Egitto, antica sede della Gorgonia.
Dato che il plurale di goose è geese, il termine latino jesus può essere interpretato anche come
grande strage di oche con grande gozo o gusto per il “blood gush”, che era oggetto di “juice, jews o
jugo” degli astanti ebbri o ebrei (vedi ùgola, sugo, u-ghetto e ghetto e L’Ebreo di Malta di
Marlowe Christopher, 1564-1593).
Il toponimo Gaza deriva dall’arabo gauze, a sua volta derivante da Gizeh, ed ha il medesimo
significato.
Nell’Europa romana erano famosi per lo hiatus, jactus o cattus i Catti e i Catti-Alani o Catalauni, di origine hattusa (i
Romani li consideravano popoli del răpĕre, del raptus, del rapax ma, soprattutto, dell’Hat Heat o Hate Eat People, cioè
attalidi al servizio di Gath, Gad, God o Dog).
77
L’Hu-man-us era l’Y-man (Imam), l’Ymene, l’omen minus et mansus in mina (minareto).
Il carmen era il suo grido di dolore ed il suo lamento.
I carmina erano le grida degli homines (omina) minores (mina) et mansi (manentes in mina), cioè dei piccoli omini
bloccati sotto i minareti.
Per il Musulmano, l’uomo del mus-ullus-humanus, in principio coincidente con l’Evangelista, gli ignominiosi imeni
bianchi erano i cori angelici o cori delle voci bianche che rendevano beato l’Eden (E-dome di A-Dan).
Lo stesso sentimento di odio provava l’Uomo Hu dello Hunnan (Cina).
78
Alìph o Aleph θεόν cioè il Pharao (Φαραώ) o Faro di Alì.
È il participio presente neutro di θέω, corro (come la luce divina o come il fulmine).
62
Il verbo latino calare è connesso al calo (to call) dei comitia calata e alle calendae per la
sacrorum detestatio, cioè per l’esecrazione dei Santi (la concio, concionis era per la vendicare la
concia, conca o conga).
Il verbo greco che corrisponde a calo è καθίημι ed è connesso ai verbi latini casso, cassas, cassavi,
cassatum, cassāre, annullare, distruggere e cædo, cædis, cecidi, cæsum, cædĕre, uccido, faccio
strage, nonché al verbo italiano cacciare e a quello spagnolo cazar (cacciato e cazado).
Il verbo καθίημι, composto da κατὰ e ίημι, significa “sub mitto ab hieme oenum o vinum”, cioè
calo dall’Europa i mures o [a]mores secondo l’antico mos maiorum (risalente a Mosè).
L’Europa del Nord per i Romani è Hiems, ma non nel semplice significato di estensione territoriale
fredda e gelida, bensì nel senso di zona inver-infer  per la caccia degli emys (e-mus, e-mures) da
portare all’Inferno79 (mittere alle Mura del Radium o alle Le Mura del Mys-raim o Mus-raym).
79
Nella Bibbia si parla di Enosh o Enoch, nomi che hanno lo stesso etimo di Oenus, così come il nome latino Ennius,
l’irlandese-gaelico Enya, variante di Aenya, Ennya, Ena e Anya.
Oenotriă era la Terra del Vinum, cioè dell’Oinos dell’Ovino, anche nel senso di Ayn Oios (figlio e uova, genitali).
Dall’aggettivo oenus, oena, oenum si deduce che oenus deriva dal numerale latino unus, una, unum e da quello greco
eis, mia, en e che ayn equivale al tedesco ein.
La Terra del Vino numero Uno, cioè la Fonte principale delle stragi sanguinarie degli schiavi catturati in Europa, era
l’Egitto, che era AYN e KAYN, Αἰνείας ed Aeneas.
L’Egitto era Arnia delle Cainas, cioè Kraina o Ucraina (τα αρνιά).
L’Arno era il Nilo, il fiume, ma anche il Nihil, ciò che rimaneva degli schiavi.
Da ἀρνίον o αρνος deriva agno (agnus) e ano (anus).
Per usare alcuni toponimi si potrebbe dire che l’Egitto era Agnone (IS), Fontavignone (AQ), Avignon (Francia) etc.
L’arnia delle cainas, cioè delle galline, era anche un ovile ed un covile di ovini, perché nel ricovero gli schiavi si
riproducevano (covile, cova e cueva).
I vari nomi di animali utilizzati metaforicamente, galline e generi avicoli, ovini, suini, bovini sono classificazioni degli
schiavi adottate in relazione alla loro provenienza, alle loro caratteristiche e al tipo di esecuzione praticatagli.
In linea di massima i condannati a morte erano agni, cioè agnelli destinati a diventare riñon o ῥήν o ῥημός, una
sostanza disciolta color dell’arena o dell’orina dei reni (agnoni).
In quanto destinati alla morte Ares o Eros gli schiavi erano rehenes (ostaggi).
Essendo riñones erano anche rognosi, cioè tenuti in condizioni di vita disumane, oggetto di riña, cioè sottoposti
all’aringa o arengo, come nelle arenae romane, ma anche all’oignon, cioè alla cipolla o bulbo rosso (spagnolo cebolla
e latino caepa).
La cipolla, intesa come bulbo di lampadina, era il faro o falò (pharaoh) della vittima immobilizzata, con l’utilizzo dei
ceppi, del cippo o cuneo, della kippa, dell’ἵππος o cama dei Camiti.
Le galline, in spagnolo cainas, spesso erano vittime destinate al cayn (caino), cioè allo scanno, come tali erano starne
in arnia, in attesa dell’arno, cioè dell’arnese che le avrebbe uccise.
La starna, termine con cui si designa oggi un volatile galliforme, era per i criptoebrei l’arnia della Star dove si era
costretti a stare, dove si starnazzava nello stazzo in attesa di essere starnati (cioè di essere resi st-ares, stars e staren, ren, cioè di essere estrenados).
I Romani chiamarono gli schiavi deportati dall’Europa in Egitto capreoli, cioè caprioli, piccole capre.
Il latino capra deriva dai sostantivi capra, capra, e caper, capro, ma caper è parola composta da k e aper, apri, maiale
selvatico (nella lingua inglese aper è diventato ape, scimmia, e in quella italiana ape), termini comunque legati al verbo
aperior, aperiris, apertus sum, aperiri (aprire).
Gli Egizi all’arrivo dei caprioli (ἀρνός) facevano capriole, salti e canti di gioia, come si desume dal verbo αρνευω, o,
detto altrimenti, iniziavano a vitulari per l’arrivo dei vituli (vitelli).
Caprioli e vitelli, al contrario, facevano i capricci di fronte alla prospettiva dell’ἀρνέομαι e della morte
raccapricciante che li attendeva (per capra ed arnese).
L’arrivo degli schiavi era accolto dal Cà[p]rolus Magnus per il macello ed arrosto che ne sarebbe seguito.
Era la μακάρια (gioia) per la Caro Magna o μέγας μακαιρα (ματαιρα, μακελλη e μακελλον), che prevedeva anche la
κάρα μακαιρα (cabriolet, in ebraico Gavri'el o Gaḇrîʼēl).
Il verbo αρνευω significa rallegrarsi per l’imminente uso dell’arnese sull’ ἀρνός, αρνιον, agnello o capriolo.
63
La parola latina hiems, hiemis, inverno, è un crittogramma che, in realtà, designava l’Inferno
egizio.
Era la Gemma, il luogo dove si gemeva (gemo gĕmis, gemui, gemitum, gĕmĕre) o “si gioiva” nella
Joya o Jew-El.
Era il luogo del Game, del Camel, del Carmelo (Gamla o Gamala).
Hiems significava anche αἶμα, sangue, da cui deriva il prefisso emo- ed eno-
Il sostantivo ἀρνός nacque come genitivo di αρην, agnello, e fu abbreviato in ῥήν, ῥημός, parola che designava la
trasformazione dell’agnello in rene, cioè in urina o urea o, più precisamente, in ουρον (residuo dell’ura dopo la cura).
Da tale circostanza è derivata la parola spagnola rehen, che significò in origine ostaggio eno destinato al ῥήν o ῥημός.
Il cannibalismo, che oggi è sinonimo di uccisione, smembramento e sbranamento di carne umana, significava in Egitto
sottoporre i prigionieri alla KEN BAAL: morte ionica o alchemica con applicazione dell’elettromagnetismo ionizzante
e della chimica (Magnesia).
Era la vera e propria capra cioè la ca’ piro (cassa πῦρ) rispetto alla capra meccanica (aprum aperiri) e
all’incaprettamento per auto-strangolamento.
Una variante attenuata della morte ionica era il cannibalismo sadico con utilizzo di canne appuntite e arnesi taglienti
per seviziare i genitali delle vittime (cannae et balae).
Il KEN BAAL era la cipolla elettrica, la bomba o bombilla, detta anche κύων o cuneus a causa dell’utilizzo
dell’energia elettromagnetica, paragonata a denti aguzzi di cane (zanne)


Vedi a tal proposito l’etimologia di bomba su www.etimo.it, l’italiano burbanza e lo spagnolo burbuja, derivanti da
πῦρ, Bubastis (arabo Tell Basta), Bombay e Abuja (Nigeria).
Della morte per bomba o bombilla è conservata memoria figurativa e crittografica nel gaelico bagpipe, cornamusa o
cornamuse, nome composto da corns, cor, ὀρνις, camuso, mus, murus.
I corns sono i meal flakes, il fiacco miglio (flaccus milium).
64
αἶμα, αἶματος, τὸ
αἶμα
Heimat
ema
Emmaus
A μία
main
man
emain
her/man sher/man
ammaina I (he)
ISIS
mama
mana
amal
alma
yellow
somer
ramo
σῶμα
(SR=SP)
sheep
ship
piscis
p-es
p-esc-a
pescia
scia
sky
s-kay
hips
maniaci
r
[ro]mana [ro]mane mani akkos
p-eis
ama
gamal
gamla
alam
mala
p-esc-ade
yelma
melma
Malmoe Mali Χημι
Galli
jail
Gao o Goa
summer
remo, ren ramnes
amo
emo
oenos
Oenotria
humor
οἶνος
Venus
Afrodite
vinum
vena
a mos
a mor
camos
emo = eritros mos
amo-s
rito emo
a moses a mores
r-emos
Eritrea
omen
rid ere omne-nemo
romolo=r-emulo= remos emulo
Kam
camos camousa
camor
cama
re ir
pidere
padus
pato πάθος
Kem
Χημι
Kim
kimica
Kom
como
Kum
coma
max ro δρόμος
MA AT
matina
R
auro
MA AU
R
R
MA SE
set
R
MA NO
not
La parola hibernia, -ae era l’antico nome dell’Eire o dell’Ira(khemi), ma più in generale del Nord
Europa.
Significava Ire ad Iram e Ire ad Aream del Cyber o Tyber, cioè al Cyborg[o].
I prigionieri erano cybernauti deportati in cam-bus-a (cuba), destinati a diventare cibi, nel senso di
chivos o cabiri, oppure cibus, nel senso di alimento, nella Cyba o Cuba (cumbre/cambra/camba,
campa o gamba).
Tiber era il tubo, T-iberia la rete di tubi e tubercoli, Tebe era la tabula o stalla della estrela, cioè
l’insieme di stabili in superficie e nel sottosuolo necessari a “estrenar, estrellar y estallar”.
Tebe era detta anche Kafarnao, in latino Capernaum, la nave e il tempio per l’αρην, αρνος o
αρνιον, con il forno o fornace (farnace) del Kaifar, Kafar, Kafro o Caper, utilizzato per produrre
farro (pharaoh) e farina (φώς-αρην).
Era questa la vera ibernazione (cybernazione, tybernazione o tabernazione).
Il nome Cassius e i nomi Caesar, Cazar, Kaiser, Kzar, Kazero (Kazakistan), Azero (Azeirbajan),
Kazak, Kassel etc. hanno l’etimologia in comune con il verbo latino casso80.
80
Casso, cassas, cassavi, cassatum, cassāre è verbo che rientra nella medesima area etimologica di capio e capto
(capso, capzo, captizo), che principia da καθίημι, κατεῖναι o καθεῖναι e vocaboli derivati.
65
Il verbo latino venor, venarsi, venatus sum, venare è ugualmente attinente al contesto di caccia,
perchè la vena è il vasus dell’oenus o vinum.
Per Bacco e le Baccanti il venatus, nel senso di (sangue) svenato, era voenus, boenus, bueno cioè
bonus.
Il bueno è il buey-eno (oenus), cioè il sangue del bovis (i boves sono i Galli Boi o Boys).
Tuttavia, sia caedo che casso, come d’altra parte i verbi concernenti la Caccia di esseri umani,
vanno ricondotti alla Casa Zero o Casa del Caseus dell’Impero Egizio.
KAS
CAS
OAS
SOA
SHOA
KAZ
CAZ
spider
spiedo
L’avverbio di luogo giù (jew) designa anche le viscere in cui finiva il visco, cioè il viscido
yellowish (wisconsin), prodotto con i pisces, cioè con gli ιχθυς o ιξυς (PHS).
I Pesci Denari erano esatti dal Fiscus, voce latina derivante da fiskos, fisher, fish, piscis (piss).
In spagnolo viscere si dice entrañas, parola che deriva da intrare anas, agnus, anus e indica
l’entrata nel recinto sacro per i sacrifici dell’agnus o dell’anas, spregiativamente definiti anus.
La corrispondente parola latina exta, coniata per indicare l’estrazione delle viscere della vittima,
deriva da extra, allo stesso modo di aestus, estate, ed aestuarium.
L’estate egizia è nella crittografia inglese The Summer, cioè Sumeria intesa come Summa, cioè
somma di mattoni o Piramide, come S-Umma e S-Unna.
Per la stretta analogia con l’Egitto fu chiamata Sumer anche la Terra dei Sumeri in Iraq.
In realtà la Terra di Sumer irachena comprendeva tutta la Terra dell’Ira (Arabia, Iraq e Iran) ed i
suoi abitanti erano complessivamente gli Ira Khemi o Ircani o Arcani,
Facevano capo a Χημι, l’ineffabile Egitto, ed erano chiamati anche Copti, cioè captores dei
captivi da portare in Αιγυπτος
Caedo, caedis, caecidi, caesum, caedere significa cedere e cadere, come conseguenza dell’uccidere (occidere).
Il Cattus, cioè il Gatto, Gato o Cat è il Capto, cioè il cappio per il capo, l’accalappiacani e i Catti, i Gath o i G[oli]ath
sono i popoli che si dedicavano alla caccia al topo (mus, muris, mouse, mice, mos, moses, mores o amores).
Il termine mentecatto che significa persona pazza, stolida nacque come aggettivazione delle popolazioni con la mente
del gatto, cioè con la mente cattiva, capziosa e captiva, cioè per indole proclivi all’aggressione e cattura dei deboli.
Il cad, caddie o cadetto era il Cadetto di Guascogna, cioè un mercante di schiavi guàscone o vasco che con gli schiavi
“en cadenas” “cadeva giù” dall’Hibernia fino ad Ascona–Locarno, il locus del carnaio, dagli inglesi chiamato Pit
Cairn e dagli ebrei Ascalona o Ashkelon, coincidente con l’Egitto, ἀσκός del Jew (giù) o del Jewel (Ipernia-Ipponia o
Infernia).
Jew significa giù e da Jewel derivano Julius e Ilius (Ileo), l’espressione idiomatica oche giùlive, che significa oche di
Liverpool (o-live-r-pool) e Rock of Manchester, cioè dei Men Chased, Castrated e Casted (casta o paria).
66
L’Egitto era:
- Mysraim, cioè il Ra Mus o Ra Mos, il mys Rais mysRa El.
- Μεμφις, Menfi o Melfi, cioè il melma φύσις o melma fossa, il luogo dei men fissi, dei melliflui,
dei men frisoni, cioè freefried sons81.
81
Finivano nella Vallonia e nel Transvaal, cioè nelle Fiandre o terre fiamminghe, dove li aspettavano gli Hermanos
Flamencos o Black Friars o Freres Noir (Dominicains), per essere fritos (freir), fried (to fry), fritti (friggere).
I Fratres erano organizzati in Conventum governato da un Pater e Conventicula Minores (Fratres Minores).
Convento e conventicole erano chiamati dagli ebrei Monasteri e i loro Padri erano detti Abbati, in inglese Abbots,
governatori dell’Abbey, comunità di uomini Bey finalizzata al to buy (Dubai) e al blood bath (Abbate deriva da
Abbas, abbatis, in aramaico Abba, in greco Battista)
Nella Roma arcaica i Quirites, memori di essere stati victimae curatae (quiritae cioè queridas) dei Curetes del Cor
(χώρα), si erano organizzati, al pari dei cristiani e musulmani, in Collegia Fratrorum (Flamines, Arvales, Diales,
Fetiales etc.).
Questi nacquero come collegia speculari ed opposti al convento cristiano e a quello musulmano afro-arabo, per cui
bisogna fare attenzione a non incorrere nell’errore di accomunare conventi romani e conventi cristiani o musulmani.
Tuttavia, i nordmen, succubi dell’inimicizia e della diuturna persecuzione perpetrata da tutte le popolazioni africane,
arabe e mediterranee, provavano verso greci e romani lo stesso odio nutrito per gli antichi Egizi ed i loro epigoni.
I Fratres del Conventum si consideravano un unico Corpus, perché il Pater-Father è la stessa persona nel FraterFrather: il Frather è lo stesso Fhater, cioè colui che fa, genera (Poenus).
Frater deriva da fractus, mentre filius deriva dal greco philos, il filo ombelicale che permane idealmente tra madre,
padre e figlio nell’idem sentire.
Se il filius è factus e fractus dalla fattrice, egli è anche la stessa persona del frater del father, perché tutti discendenti
dallo stesso brote (βροτός) e, come tali, tutti e tre brothers nel breath tern (Brethern o Fr.  ).
Essere Frater nel Conventum dei Quirites significava Fretus e, in campo militare, Ligo o Legio Fretensis (cioè
legame fetale, fretale o fretalis).
Frater e fretus appartengono alla stessa classe semantica di factum, fractum, friatum, fresum, friabilis, fragilis, fragilis
(ma tutti essi vanno riportati, con i verbi friggere, freir e to fry, a Φοιβος o Φόβος Απόλλων, il Tiranno del Φ-λύoφῶς sui i Galli definiti οἱ πολλοι (la moltitudine) e οἱ/αἱ βόες (the cowboys, boers, bavars di Bacco).
Erano flebiles victimae di Febo Apollo nella fraga, fresa, frezza, flasco, flash/flesh φοινίκιος.
L’origine più prossima del termine frater è, comunque, dal verbo frĭo, frĭas, friavi, friatum, friare (friar).
Siffatta terminologia i Romani usavano per riferirsi ad un passato remoto in cui erano stati facili prede dei musulmani e
dei mercanti ebrei, categoria di ebrei da non confondersi con gli ebrei ariani ed europei, vittime eterne dell’ebbrezza
sanguinaria afro-araba.
Gli ebrei, mercanti o mercenari di schiavi, dal canto loro si erano organizzati nel Conventum dei Benedetti e nelle
Conventicula dei Benedettini: un’espressione della plurisecolare unione ebraica fu l’anacoretismo ed eremitismo
copto-egizio, siro ed armeno.
Il Convento dei Benedetti rappresentava il popolo ebreo benedetto dal Faraone in principio e dai suoi innumerevoli
emuli in seguito.
I friedmen nordeuropei (fried) si organizzarono, a loro volta, in Confrerie o Brotherhood per passare dallo stato di
friedmen a quello di freedmen.
Frere significava Fr. Eire, intendendosi per Eire il Nord Europa, dall’Irlanda alla grande Germania estone.
Questa landa sconfinata era stata per i cacciatori Khan e Afri-Khan la Terra dei S-he men (scemi, osceni e shameful) o
S-he males, cioè degli uomini destinati all’evirazione delle mele (latino malum, mali) e del melo (malus, mali), secondo
il rito Pomo o ρώμη (Rome, Roma o Amor).
I G-hermanos bianchi schiavizzati venivano trasformati in s-he-r-men con il phi-male (female), cioè con Amore dai
ro-manes, che, nel periodo pre-romano erano uomini Manes o Manes del Sinai (Senna o Siene) e non Romani (questi
ultimi erano ostilissimi ai musulmani, soprattutto se nordafricani).
I Germani furono in Africa per lunghissimo tempo Cazzi, cioè schiavi capti o schiavi capzi, addetti al Negro e alla sua
Capsa, Casa o Casba (la parola dell’italiano volgare cazzo significa cacciato e capto/capso/capzo, chased and catched).
Il racconto biblico di Adamo ed Eva e la cacciata dall’Eden (Aden o Parà-Isa) è un’allegoria della liberazione dalla
schiavitù africana.
Gli schiavi Jew (giù), Eve e Donne di Adamo (δαμος o dominus), invece di continuare a mangiare le “mele del
peccato”, riuscirono a mangiare i Globi della Scienza Pώμη, esclusivo appannaggio dell’Oromo, cioè del Moro o
Moreno africano, e così a liberarsi.
67
Nella lingua latina ego sum significa ἔχω σῶμα o summa (Sumer, Samaria) cioè rego Sumer.
La parola latina juvenis (contratta in Juno, junonis da junior e juvenonis) trae origine dalla
stringa jw ben is, un crittogramma per riferirsi all’impiego dell’energia elettromagnetica jvv o yvv
(crittogramma inglese ivy).
È plausibile la decrittazione di juvenis in jus poena iovis con passaggio di jw in jus.
Nella lingua greca jw diventò ιός, ben passò ad essere πᾶν e is diventò iovis (Iovis mette il pen in
Thera cioè conjungit Thera a Giu Pater (Pietra).
[T]Hera è Ven Hera, Pen Tera, Pan Tera o Afro dite.
Pan è il Dio del lupanare e della festa lupercale82, nella cultura italica è il lupo panaro o mannaro
(mannaia).
L’ebraico Yuda può essere reso in inglese come: <<You Day, You Dye in -Eye>>, in latino
come:<<jus dies, judaeus, iuvenca, iŭ[s] vĕn ix>>.
Ewe nell’antica crittografia anglosassone era un’abbreviazione di:
- Ewilish: I wish chew ewe
- Dewilish: I wish dew ewe
Presso gli antichi Egizi chew significava cave, nell’accezione araba di Kaba, in quella greca di
Ἑκάβη, in quella spagnola di Cuba e dew significava devil (da dev o dew deriva il verbo latino
dēbĕo, dēbes, debui, debitum, dēbēre).
La Kaba o Cabia era rimasta famosa nel detto latino “cave canem”, attenzione al cane.
Il Cane in Egitto era il Faraone, i Cani il suo clero e le sue fauci erano la gabbia, kabia o kaba per la
makkah o mecca.
L’ἑκατόμβη (ecatombe), secondo la tradizione, era un sacrifcio di ἑκατόν, cento, βοῦς, buoi (Galli
Boi o Boys).
In realtà, il significato originario di ecatombe era quello di 6.000.000 di vittime, perché la parola è
composta da ἕξ (sex) e aton (zero), cioè 6 con sei zeri.
Se l’ecatombe egizia era pari a 6.000.000, la Gigatombe era pari a 6.000.000.000 di vittime, poiché
giga è 1 miliardo va moltiplicato per ἕξ (sex)
In Africa alcuni popoli delle regioni nigeriane, memori dell’antica e diuturna usanza africana, al tempo dei Faraoni, si
sono definiti [Y]oromo e Yoruba, nomi che significano:
<<Yo moreno robo al rubio>>, <<Io rab, io arabo rapino i rubios>>, <<I rab, I arab rape the rabbits>>
Il rubio, che in spagnolo significa biondo, è il bianco e il verbo latino rapio significa rapino, faccio rapes, saccheggi e
violenze.
Il rubio sotto il dominio africano era reso schiavo e fatto rubius, rubus, rubrus, rufus, rubino (arrostito) e niger
(abbrustolito): i colori giallo, rosso e nero sono i colori delle bandiere della Germania e del Belgio.
A parte ciò, Yoruba nella crittografia africana significa che all’origine dell’Impero dei Faraoni ci fu un Robo, un Furto
di Scienza, probabilmente dalla Cina: <<Io rubai i segreti della divina ρώμη o divina Potenza>>.
È giocoforza presumere, anche in virtù dell’odierna toponomastica e dell’onomastica del continente africano, che
l’intera Africa nutra tuttora nostalgia per il Grande Egitto o Grande Terra Nera (Kemi), padrona del Mondo.
82
Nella lingua anglosassone da pan sono derivati pen, pin e pain, nonché panic.
68
Giga è il numero di Giza e deriva dal greco gigante
Come numero dell’Aquila o Folgore devastatrice di Zeus fu chiamato Egida, cioè E-giga
La svastica è la De-Vastica, Svastica delle Piramidi o Devastazione per mezzo delle Piramidi.
Il termine, infatti, condivide l’etimo con devastare e to wast, waist, west.
Waist è il raggio modulabile del Vas/Vis di Pandora Πανδώρα (πᾶς e δωρέω)83, una metafora della
Svastica N coincidente con il Vas/Vis di Visnu (shivastica N).
West era la Vasta Devastatio voluta dalla Bestia, Beast o Best (nell’antica Roma le Vestales erano
le custodi, vergini impenetrabili”, del segreto della Bestia e dell’ovov est).
Un altro nome di ecatombe è Eccidio (e-caedes oppure akko, acri, e-centum diu, sex centum
centum  V )84.
Giga, cioè Giza, era per i Cinesi Gao, Dao o Tao: la piccola colonia portoghese di Goa in India fu
così chiamata perché era il porto di approdo delle navi con gli schiavi destinati al Gao o Goa delle
Piramidi cinesi (il gaol era il Jail del Gallo, la gola, l’àngola , Goha Doha Qàttara ).
Gli ottusi buoi erano per gli antichi Egizi Dan e Don, per gli ebrei Adan e Adon, per i greci
Δαναοί di Δανάη o Diana85, per i romani Denarii o Dinari.
Le vittime erano sterminate a ciclo industriale grazie alla dinamo della Teca Tumba o Deca
Tumba o, semplicemente, Ecate.
Ἑκάτη deriva da ἑκατόν, 100, numero composto da deca, 10, e aton/aten, 0
83
Il verbo δωρέω significa donare, ma il suo significato va interpretato congiuntamente al significato del verbo
italiano omòfono dorare.
I Dori o Danai, infatti, venivano donati, erano “dona” e “adonai” per gli africani, gli arabi ed i cinesi, i quali
provvedevano a dorarli, cioè ad arrostirli.
Il verbo dorare significava al principio deaurare, da cui to devour, cioè divorare.
La Potenza della Svastica era tale da consentire di dorare, cioè di divorare e devastare, enormi territori.
Il famoso motto <<Timeo danaos et dona ferentes>> è una frase sarcastica che rettamente intesa significa <<Timeo
danaos et doros furentes>> quando tentano di opporsi al δωρέω.
84
L’espressione del Vangelo “Ecce Homo” significa “Ecco l’uomo di Akko, ecco il neo Nazista di Nazareth”, quello
che voleva ripetere, con l’aiuto dei Romani, l’ecatombe degli ebrei e dei galli.
85
Diana, Δανάη, era la Dea del Dies (died day) o dell’ἡμέρα (Dèmeter o Endometrio), era la Luna, Σελήνη, The
Moon, cioè il Mono o Demonio del μελαίνειν (Milano).
Il suo mito è un’allegoria del ciclo vita/morte per gli ebrei europei ai quali dava la caccia indefessamente.
Gli ebrei Din/Don/Dan erano δαμος ἀδαμάντινος di Δαναός, erano adamàs o diamanti da stanare (dal tame, domus,
δόμος, Thames per gli inglesi) e domare (δαμάζ), cioè damnare ad Insulam Lyrae o Ira Land (Eire o Ear) e quindi
danneggiare o dañar.
Nel dialetto dell’Abruzzo montano essi sono detti “campanari” o “fontecchiari”, perché venivano deportati alle
Campane della Jingle Bells, cioè nella Jungla delle Piramidi dalla Fonte dei Chiari o Fonte Avignone (Avignon).
Il Santo Dàmaso, Damasceno o di Damasco diceva all’ebreo <<δαμάσω>>: ti domerò, ti ammasserò e ti ammazzerò (to
amaze and to amuse).
Egli è il Santo Demesio cioè De Medio, nel mezzo, del racconto evangelico della Crocefissione di Yoshua ed è il SantoZombie nascosto a Rocca Demesio, oggi Rocca di Mezzo, provincia di L’Aquila.
La sua immagine è quella della Sacra Sindone di Torino e del Volto Santo di Manoppello.
69
.
Dato che aton è lo zero O ma anche il simbolo del tonnel o tunnel, l’ecatombe era anche il decatunnel o deca-tumba sotto le Piramidi che conduceva al catino (portoghese cadinho, arabo Khad e
Chad).
Era il luogo infernale del κατὰ cioè del cadere nel καθαρός del κακός, il luogo cioè dove finivano
i κακοί άνθρωποι trasformati in nymphae, era la caeca tumba, Limbus od Olimpo8687.
Un altro nome del catino era kaliph, cioè califfo, da k-ali- ἵππος, κατὰ- ἵππος, κατὰ-ὑπο.
Nel racconto mitologico Echo, species eximia pulchritudo, invisa al Faraone africano, era stata resa
νύμφη κακή nell’Ἑκάτη.
86
Nella toponomastica italiana l’atrocità del luogo è rimasta scolpita nei nomi Sinuessa e Mondragone, contrade
campane anticamente abitate dai Cedici, come la zona dell’Abruzzo aquilano dove si trova l’Altopiano delle Rocche.
Caedici erano i Brutii, così appellati per essere popolazioni particolarmente “irascibili ed arabe” e proclivi alla
caedes.
Tuttavia nella crittografia ebraica i Caedici erano gli stessi ebrei, vittime delle stragi e cedevoli.
Il loro Locus Caedicius o Tumba Caedicia era stato l’Egitto (Rocca dei Caedici), sedes (ᾍδης) delle caedes cediche o
sadiche.
Le vittime degli africani erano considerati Chadiani del Chad, meritevoli di chador o chadar, cioè di essere arsi.
Chador significa cedro, citrus ossia K Tre.
Erano Ka Tar (καθαρός), cioè κακοί e tara, che bisognava k-atar e k–asar in kasa o kasba o kaba (gabbia).
La Caeca Tumba era la Czech della Slavonia, dove si era Prague, cioè preyes dei rays (raìs) e dove la pray era inutile.
Era anche la Zecca dove venivano inzaccati, ziccati, cioè siccati, e zincati gli zingari (tzigani o gitani).
Essi erano tenuti in condizioni di vita precarie, cioè vivevano tra le zecche o cimici.
Le zecche non erano semplice sinonimo di sporcizia, bensì, come cimici, sinonimo di veleni chimici per l’asfissia.
Le zecche pidocchi, invece, sono una metafora degli occhi accecati (coins).
87
Ἑκάτη così come il nome Αικατερίνη deriva da καθαρός
Ecate era il καθαρός, cioè il catino o canterano, e la vittima della purificatio finita disciolta in esso, ma per
contrapposizione καθαρός assunse il significato di puro, candido, come nel caso di Santa Caterina d’Alessandria e
della Chiesa Càtara.
L’apertura era o ανοιξη e anointment era la sostanza viscida che vi percolava.
L’apertura era chiamata anche ή εαρ, primavera.
Nel calendario greco assunse il significato di apertura che precede il ver, veris, l’estate e nella lingua inglese apertura
del senso dell’udito.
Ma ανοιξη significava anche anus (ανοι) in case (ξη), mentre ear nella forma vear significava apertura del verris
(verro o maiale) nell’alveare (arnia o madia).
Ver e anus vennero fusi nell’unico vocabolo spagnolo verano (estate o sumer).
Nel contesto sacrificale la primavera è lo sbocciare del fiore purpureo dall’anus o foro praticato sulla vittima, ma
presso la progredita civiltà egizia il fiore purpureo o porpora era la vittima arrostita con il πῦρ.
Da ανοιξη derivò Hanoi, nome attuale della capitale vietnamita, già Saigon (Thaigon), ma, millenni orsono, nome
della Cina: to annoy significava persecuzione cinese e deportazione ad Hanoi, terra degli Hun (Hannan, Hunnan o
Yunnan).
Il vocabolo greco καθαρός si ritrova nell’armeno Gadar, che significa peak o summit, e in Gadarine (Gad).
Anche il verbo inglese to cater deriva da καθίημι (calare, far scendere o discendere).
The cater per gli anglosassoni era a buyer of provisions, un catour o acatour (Meddle English), acater (Norman
French), cioè un “cacaturo”, uno del tour che portava alla ἡ κακά (Ecate) o anche un accattone.
To cater corrisponde al Latino Volgare accaptare, al Latino ad captare, to chase, to catch.
70
La dinamo della Piramide, oltre a produrre energia elettromagnetica, anche ionizzante, era uno
strumento capace di produrre l’effetto ECO-ROMBO e l’effetto TONITRUS o TRONUS.
Infatti, il crittogramma ecatombe va interpretato come eco-tun[nel]-bas, eco-tron[us]-bas, eco-trombo.
Teca
Deka
Ten
Zen
XI
D ecaton
effetto ECO
TONITRUS
D Khema
tonnel
tomba
X ιος
Ioseph
camillo
camel
tunnel
Ewe, l’Europa, era eva o ava nel senso di sclava (chava), slave del Serpente Cobra Egizio e Cinese
(Drago o Dracul)88.
Il popolo progenitore dei Romani fu il popolo di Ἀγχίσης, cioè il popolo stanziato ἀνὰ Ghizeh,
nell’Asia Minore.
Era così chiamato perché, come gli altri popoli del Mediterraneo, era sotto l’influsso della Città di
Afrodite (Aφροδίτη), vale a dire la Città di Kafren o Città degli Afri.
Afrodite significava φορέω, in latino fero, ad Aleppo, vale a dire in Egitto gli schiavi per
praticargli il foro romano (Aleph o Alif).
Il foro romano che, per i popoli dediti ai sacrifici umani, era un’esecuzione cruenta della vittima
(fŏro, fŏras, foravi, foratum, fŏrāre), presso l’antico Egitto era qualcosa di più complesso.
Era il Pharaoh (Pharo o Faraone), cioè il falò della vittima eseguito mediante la ρώμη o ρεῦμα,
preceduto però da una cerimonia liturgica seviziatoria.
Il popolo di Anchise intratteneva scambi commerciali, fondati sulla tratta schiavistica, con l’Egitto
(l’Egitto era Giza o E-Giza, cioè Afrodite Egizia o Afro  Dita).
Il popolo romano fu detto popolo di Anchise perché, sull’esempio degli Egizi, era dedito ad
ancidere cioè ad incidere le copiose vittime sacrificali che potevano essere catturate nel territorio
europeo (capere copias).
88
Gli anglosassoni oggi direbbero: <<China and Africa wish Europe slave>> <<Why?>>, domanda in cui l’avverbio
interrogativo Why corrisponde al Vav ebreo e al Cur romano.
È il Cur, cioè il Perché, degli schiavi vittime delle waves elettromagnetiche (vav), giustiziate nella sella curulis (cur) o
nell’altar auguralis (in greco βωμός).
In spagnolo la domanda sarebbe stata formulata <<Por que silla del cura?>>, domanda in cui que equivale a cur.
71
Prima della guerra di Troia i proto-Romani servirono per lungo tempo l’Impero dei Faraoni, allo
stesso modo dei Serbi e dei Bulgari, i primi così chiamati dai loro nemici settentrionali per il fatto
di essere stati Servi delle Serpi, i Faraoni-Cobra, e dei Bulgari, i secondi così definiti per il fatto di
essere stati “burglars” e “porcari” (borgari o burgari).
Romani, Serbi, Balcani, Bulgari erano tra i popoli che rifornivano The Bag Dad89.
I Serbi furono in origine mercanti di Suebi (Svevi), considerati Sues e Boves da portare alla Serpe
(suovetaurilia).
Suaves significava sura aves, cioè uccelli destinati alla Sura.
La Sura o Syria era la S-uratio di prigionieri e schiavi.
Si trattava di una uratio con energia radiante S o Ra[y]
RA
B
Hertz Zeg Ovina
Era caratterizzata dalla previa “cottura” delle uova, cioè delle gònadi, dello Slavus Gallus, come
testimoniato dal toponimo Kòsovo, che, interpretato insieme ai toponimi Craina, Ucraina (caina
grain) significa: <<Cossi le gònadi della galina od oca-gallina, trasformandole in bargigli>>90.
89
The Bag Dad era la Cina a forma di bag.
In essa finivano i bugs dead, i buds dead, i bads dead passando per l ‘Islam Bad (Islamabad)
La Cina era chiamata anche China perché somiglia ad una china, Kina perché somiglia alla testa di un cane, Sina,
perché somiglia ad un grande seno (sinus o zinna).
La china, il colle, più le lettere DAD dà il Drago con la Cresta 
La Cina era come l’Egitto, cioè Islam Bad ovverosia IS IS Lambda (LIS, LYS, Flor de Lys).
I nomi Bulgaria, Balcani, Baku hanno la stessa etimologia di to bake, di to bulk o bult.
90
Per la Russia bianca era un’ossessione al punto che in odio ai Turchi furono usati i toponimi Ucraina e Kraina per
contrassegnare i territori che erano stati sotto il loro dominio.
Il Capo di Stato russo era il Kaizar Azero ed il suo servizio segreto era la Okhrana, in greco Οχράνα.
I nemici della natio gallica dell’Europa dell’Est erano la natio de La Piel, cioè i popoli che pelavano e arrostivano con
l’energia radiante (Bielorussia).
Gli ebrei italiani durante il Medioevo italiano diedero il nome di Bargello o Bargiglione all’esecuzione spietata in
argomento.
72
La crudeltà dell’uccisione è ricordata anche da altri toponimi slavi come Czech, Zagreb91,
Brati(slava), Lubljana, Saray(evo), etc.
Gli schiavi catturati (slavi) erano definiti καλοί καὶ ἀγαθοί, cioè buoni per il Calore del Gatto di
Giza

DDD
I Suaves (Svevi) venivano prima furati (furo, fūras, furavi, furatum, fūrāre), tradotti al cospetto del
Fur (focus rubrus o ruvus) e quindi [s]urati o securati, cioè posti senza scampo (secure, sure) alla
sica o s-cura (forno).
La sica era così definita anche perché gli schiavi erano essiccati (exsiccare e siccus), cioè erano
macilenti e grami per le privazioni patite, le precarie condizioni igieniche in cui erano tenuti e le
battiture subite.
In arabo la zecca era la sekkah, un termine onnicomprensivo con il quale ci si riferiva ad un
percorso di schiavizzazione, in italiano detto concia, culminante nella zecca vera e propria cioè nel
conio o cuneo, consistente nell’incidere le vittime, per ciò stesso detti dinhar, denari.
Durane la concia o conciatura gli schiavi, previamente zeccati, cioè marchiati, diventavano sick o
sikh, condizione da cui è nato il nome della famosa setta islamica Sikh dedita al punjab, religione
sadica somigliante alla Sura.
91
Czech e Zagreb hanno la radice etimologica comune zec/zic (ebraico zadek/zadik), condivisa anche da tzigano, uno
dei nomi con i quali vengono designati i rom, anagrammato in gitano o variato in zingaro.
La T che spesso si trova prima dei vocaboli slavi in principianti in S o Z è l’ideogramma della croce.
Il roaming dei rom era la Egira, in arabo hijra, in spagnolo gira in E (Europa), prima ancora dell’età di Maometto (VII
sec. d.C.).
Durante la conquista araba della Spagna, della Sicilia e dell’Illiria la Gira E non era più la E Gira d’oro dell’epoca
egizia e pre-romana, in quanto il percorso del giro risultava interrotto nel tratto di territorio dalla Francia all’Austria.
I Romani erano riusciti ad eliminarla completamente, avendo conquistato la Spagna, l’Illirico, la Turchia, il Medioriente
e il Nordafrica.
Essi, divenuti difensori dell’Europa gallo-romana in seguito all’espansione territoriale dell’Impero, si erano sostituiti ai
musulmani nella gestione del flusso schiavistico, invertendone la direzione, non più dall’Europa verso l’Islam, bensì
dall’Islam verso Roma e l’Europa.
Gli schiavi bianchi, che erano stati deportati sin dall’epoca dell’Impero Egizio in Africa, erano gli algeri, cioè gli àlgidi
gàlati ed il Faraone era il loro Al Geri, cioè il loro Al Gerens.
In greco egli era ὁ γέρων, il vegliardo dei gironi infernali che portavano alla sua dimora.
L’Egitto era il Cairo, il καιρός del μάγειρος, cioè la Chair del Butcher, dove era maneggiata la χείρ, la mano del
χρώς.
La mano simboleggiava lo schiavo v-man o woman del Grande Oriente Islamico per il χρώς, cioè per la cross.
Gli schiavi bianchi erano destinati a manere (μαινω) nel maniero, manor, mansio, magio o maso, ammassati come
mansi mansueti in attesa della mattanza o massacro rituale (μασσω o ματτω).
A parte il massacro rituale cruento, nell’Egitto Solare il mansues del Gran Turco o Grano Saraceno era soggetto a
diventare al termine del processo di trattamento con l’energia Gamma (Umma) μάζα, cioè massa informe e quindi
liquido je[llo]wish, mais in siam (il siam erano i bacini di acque limacciose, τα κακα, collegati al Nilo per il deflusso).
Tale schiavo era detto anche Y-men, I-mene, A-men o A-mon, in arabo Iman o Imam.
Il luogo di concentramento dell’Y-men era chiamato Amoenia, da cui Armenia.
Era l’Ara per i Manes o Mansuetos, era l’ara dove il Pastor teneva gli armenta pecorum (air o eiremen pecore).
Il saluto romano con il braccio e la mano tesa simboleggiava l’impegno solenne a combattere M-Ais o Maria Aisha:
<<Roma aut Mors Aer, Is>>.
Āin ?
73
I dinhar, i denari, venivano prelevati dalla Terra in proprietà dello Shakà, Sheìk cioè dello
Sceicco Sciacallo, che si estendeva anche al di là della Dunarea o Danubio.
Il nome del fiume significava che i Denari (dinhars) delle regioni rivierasche venivano condotti
schiavi a anubi o ad Nubiam.
Alla loro cattura provvedevano i Cattolici, oggi si direbbe i catto-comunisti.
Costoro erano captolici cioè addetti al capio (cappio) dei captivi da portare alla Comunione di
Cristo (Cat, Gath o Goliath), dove si consumava la cerimonia di immolazione delle Ostie Sacre.
I cattolici erano quindi capziosi, perché pigliavano i bianchi, capricciosi, perché, dopo il capere, li
uccidevano come capre e capretti, speciosi per la questione dello spago, dello specimen e dello
spacco, razzisti perché facevano razzìe (rush/rash) di “russi” per il Raìs.
Questi e le sue Raices, cioè i suoi ricci o rizos (dal greco ρίζα) dimoravano in Αίγυπτος: toponimo
derivante dai verbi καπτω e κύπτω e dal sostantivo ἀγάπη.
Il Rus era il Rius, il fiume di schiavi del Reno-Danubio ed era così chiamato perché la maggioranza
di essi sarebbe finita arrostita (in T-rojo).
Una parte degli schiavi degli schiavi europei del PHN (Pην), finiva in Cina, che veniva chiamata
anche PHNOM PEN, oggi capitale della Cambogia.
La rotta passava attraverso il Kazakistan, terra di caccia per i Kaizar o Ka-thai-zar, per giungere
ad Altay, porta della Cina situata nello Xinjiang (Kathay = Katà Althay e Althay = al Tau o Tao).
Da lì si accedeva Al Thai (Altay), altro antico nome della Cina, che significava Tao, in greco .
Cambodia significa Hamits Body, Corpo di Camiti e cioè Boda, nozze degli schiavi con i camiti
(noxia o nubia).
Venivano definiti camiti i popoli di pelle scura con il naso camuso, gli occhi a mandorla e le pupille
nere, colore della calamita (magnetite).
Un’altra spiegazione del nome di siffatte popolazioni è che possedevano le energie per provocare
calamità, come già visto a proposito dell’Egitto solare, ma anche per praticare la camita (cama)
sugli schiavi (αρην, ἀρνός o APHN, APNOS).
Phnom può essere interpretato come phantom, cioè faint, e Phen come hen, epiteti riferiti ai russi e
agli anglotedeschi.
Altra interpretazione è Phantom Chen, cioè Apparizione del Cinese o Khan con i suoi Cani.
In greco sarebbe ἐπιφάνεια o φάντασμα (φαντασία, φάσμα) τοῦ Kυνός καὶ τῶν Kυνῶν.
Phantom Phen è il vento invisibile che provoca le calamità (föhn, phon, phoen o phoenix), ma è
anche il fumo prodotto dalla quema quimica (Χημι, Khēmi, quemar).
74
Il termine cinese TAO equivale al termine greco θεός (θαος) ed alla sua abbreviazione ταυ.
Il TAO è lo Yang e lo Yin, cioè lo Xianyang.
La China del tempo delle Piramidi era κύων per la sua forma geografica simile a quella della testa
di un grande cane con la bocca aperta.
Da tale circostanza deriva la parola κυνεσις, cìnesi e cinetica, quinque o cinque, cingar, cingolo,
cigno.
La forma geografica in questione può far pensare anche ad una china o gobba (Gobi, Job e Jeb).
Il TAO è DAO e DO, cioè DON ed è il CAOS (Χάος o άος), crittogramma di Phaos = Thaos =
Theos.
Lo Yang e lo Yin si ritrova nel toponimo Pyong Yang – P Yin e P Yon – Ping e Pong OO
Hong Kong è King Kong
ru-edo
ro-tau
roto otto
x+ j +q
C+F+Q
CAOS = F AWS = QAWS
soak sebo saba otto
botte
edo pisces
Χάος
ate fishes
L’ Hong Kong era il King Gong cioè il Gong Regale dei Kins o Cinesi: οἱ κύνες.
75
King Kong significa Kau ping pong ed è un’espressione elementare per designare il concetto di
onda ed il Caos che può generare sul Pianeta Terra.
La parola gong nel lessico anglosassone è stata mutuata dal Malay nel 1600 circa: <<probably
imitative of its sound when struck>> (www.etymology.com).
Nel lessico italiano è transitata nei verbi gongolare e dondolare
Il Reno era anche il remo immaginario della Nave che salpava dall’Egitto e giungeva a Riga, in
Lettonia per caricare gli schiavi (vedi Google Earth Riga  Piramidi di Giza).
La Lettonia e, più in generale, il Batlhus erano all’epoca inglobate nella T-ucraina o T-krajina cioè
nella Grande Turchia da dove si attingeva il Grano Turco (voce dialettale marrocca per Marocco).
L’Europa, data la sua forma geografica, era identificata da africani ed arabi come La Mucca (La
Macca), nel senso di Foemina utile a partorire piccoli per il Faraone ed i suoi Amici: la Spagna era
la sua testa, l’Italia era una delle sue gambe (l’altra è invisibile), la Germania uno dei suoi reni, la
Slovenia/Slovacchia la sua vagina.
Dal Rene, cioè dal Reno, si dipartiva il Danubio che sfociava nel Mare dei Neri, cioè nel Mar
Nero.
Il Danubio era il Fiume di rehènes destinato agli arabi, ai neri e, in parte, ai cinesi.
I rehènes del Re delle Hens erano ritenuti νεφρόι o urina, nel senso di razza naturalmente vocata
all’uratio (urare, bruciare, quemar).
L’Europa era considerata anche Terra dello Sceicco cioè la Terra sconfinata che garantiva ai
musulmani l’approvvigionamento dello She-Cicus.
Il Cicus (he), il piccolo schiavo, veniva prelevato in Europa (Russia inclusa) e portato in Egitto,
dove diventava Cica o Shica (she), cioè piccola schiava dello Sceicco.
Infatti, il pronome personale inglese she, deriva dall’unione dei pronomi personali latini is
(maschile) ed ea (femminile), memoria indelebile dell’usanza di rendere neutro il cicus europeo.
76
Neuter significava femmina MH uter (né o non uter) o anche Matero (macero, megero, macho
etereo, materia per la madera del Madi).
Essendo id la forma neutra del pronome, i malcapitati schiavi diventavano idem a she.
Costoro, nel caso in cui non si proseguisse nel procedimento annichilente in madia, che culminava
nel Nihil (Nilo), diventavano ancillae Dei92.
Erano dette ancillae perché avevano subito l’ank, cioè erano state ancise, incise, con l’ancus o
roncus.
La loro condizione esistenziale era quella di child, cioè di killed o chilled di God, perché evirati,
ma solo se non finivano nel cilindro, circostanza che li avrebbe trasformati in children, cioè in
killed ren (ῥέω, run, ran): limo o slime.
God, partendo dal presupposto che holt (old) significa alt (alto) e deriva dall’alzare il braccio o un
ostacolo per fermare un moto, era:
- old cioè era Ordo (per le sue vittime invece era Lordo), perchè nell’Alto dei Cieli (Holstein o
Halstein senso lato) bloccava le sue vittime da portare all’Altare JB (Gibraltar):
- gold perché i prigionieri erano destinati al K o G Alt/Olt 
- cold perché era calidus e callidus, non freddo, ma infernale e spietato, alzava fino all’ultra la
temperatura della Kaba (Cuba) in cui giaceva la vittima, era MK Ultor o Makka Ultor (K alt = K olt
= K old)
- cultus, perché possedeva la conoscenza del K Alt , della Macca o Cama Ultor o Craddle K°
grades
Xi Ξ ξ
Xian
Anchise
An Giza
ΙΧΘΥΣ
Per i Cinesi la Terra dove lo Sceicco “scambiava” con i suoi amici, colà insediati, e da dove
ricevevano schiavi, era Chaka o Chakra, cioè la landa del ciaccus.
92
L’espressione di San Tommaso d’Aquino “Philosofia ancilla Theologiae” significa che i Φίλοι di Sophia, i burglars,
gestivano un punto di snodo cruciale delle rotte schiavistiche europee verso il Medioriente e l’Egitto.
Ma la vera Sophia era Istanbul, la Porta Sacra o Santa.
Da qui si instava, cioè si facevano istanze di contingenti di schiavi per la βουλή del Bos-foro (Bòsforo) o del Dardo
phos-phoro (Dardanelli).
77
Nella lingua francese divenne Cheque, ma prima ancora i Romani la chiamarono Cambius.
Nella toponomastica il Cambius rimane scolpito nei toponimi Cambiano (TO), Rocca di Cambio
(AQ) e simili, nell’onomastica assurse al rango di nome di un Re persiano, Cambise.
Il nome Rocca di Cambio, in particolare, significa Rocca della Cagna, cioè Rocca della Cagna
Europa, perché l’Europa era la Cagna di molti Ye-men per lo scambio schiavistico.
Cambio deriva da cambusa, in quanto la cambusa della nave era lo stesso bus che portava gli
schiavi rastrellati nel Campus all’abuso di Cam o Kan o Cane.
Questi risiedeva a Cannae, terra degli obelischi e dei cunicoli, ed era il Faraone d’Egitto, ma
esistevano anche altri Cani, come il Gran Khan della Cina o i Cani del continente americano.
Per gli inglesi la cambusa era il Galley, dato che i loro schiavi trasportati in cambusa erano destinati
al Cam o Gallo.
La meta finale del viaggio, cioè del calo (Calais), era il Gallo o Gaol, vale a dire The Jail: questo
era il Goal in rete.
Le navi che trasportavano gli schiavi galeotti furono chiamate galèe o galere in relazione ai luoghi
di approdo finale, laddove si trovavano i campi di concentramento del Gallo, cioè dove si
produceva il Yellow (il giallo, il gelee o il gel).
L’Europa fu chiamata Terra dei Galli, perché abitata da popolazioni estoni-anglo-germaniche,
vittime dello Shakà arabo.
Il nome veniva abbreviato in Shà o mutato in Pashà, essendo anche un Pass over o Pasqua.
Da shakà deriva sciacallo e sciacallaggio, nonché i verbi inglesi to shake, to shock, to shack
(shark), to shirk, sheik, chick, chuck, hick, chic, thick.
La sica era la scure o sega elettrica , così detta perché rendeva le vittime scure, vale a dire
carbonizzate, e in seguito sego, sebo o sapo, nel senso di στέαρ o grasso liquefatto.
Di qui originano i termini inglesi fur (rabbit) e sure, il termine tedesco Furher.
Il popolo di Anchise era stanziato in νατολή, cioè in Anatolia, Αιτωλία, cioè in Etolia, e νὰ
Αιτωλία, cioè su in Romania e su in Italia.
Il figlio di Anchise Enea, in greco Αἰνείας, in latino Aenēās, era per il popolo semita:
- Ayn eas o Ayn eos
- Oenus, cioè Dioniso/Bacco
78
La “moglie” di Enea, Creusa, in greco Κρέουσα, era in realtà il popolo semita destinato alla Kρεῦμα (cremazione elettrica).
Il figlio di Enea Iulo93, come Iulus era il popolo della ὕλη e del iur (rotacismo l in r), come
Ασκάνιος era il popolo dello Scranno di Ascalona, cioè il popolo della Piramide-Scala dove si
praticava lo Scanno94, sia nel senso volgare di scannamento sia nel senso egizio di S χήν (S
quema).
La Scala in ebraico è Ashkelon o Ashqelon, in arabo Asqalān, in italiano Ascalona.
In particolare Iulus era:
-
lvl (Iulius, Luglio, Y)
-
LYL (Lilium, Centum, Crysanthemum)
-
 (GuG o Gulag, Gog e Magog, Dog e Madog)
-
V (Merlo, Moerulus, Moerus, Murus)
Numitore, Re di Alba Longa, era in origine il Faraone Nume, cioè il Faraone Lumen, che
governava sulla Longa Arabia.
La N va interpreta, infatti, come segno linguistico della svastica, dell’energia solare e nucleare.
P
Rea Silvia, altra progenitrice dei Romani, era la Selva o il Filare degli Adelfi, cioè Filadelfia
Egizia.
93
Ίουλος, nella forma Ιουλώ era anche un soprannome di Dèmetra, figlia di Κρόνος e di Ρέα, personificazione dello
schiavo dorico sottomesso.
Deriva dalla stessa radice di aiuola, l’areola o aia dove erano tenuti gli schiavi per il joub o job (essi erano messi in juba
o jubati).
Ιόβας era il nome δύο βασιλιάδων της Νουμιδίας και της Μαυριτανίας.
Ίουλος era il Jewel degli Arabi e il Jabulon dei Massoni, cioè il Dio del Job o Ιοβόλος (ἰός + βάλλω)..
Ίουλος è strettamente correlato a οὖλος (ullus), ὕλη, 'Ιόλαος, 'Ιολαεῖς, Ilienses.
La contentezza per il ἰός delle jeese (jesus) era espresso dall’interiezione ἰού o ἰοῦ, divenuta il pronome personale
inglese you (vedi ιυζω, ιυγη).
L’uomo del ἰός era chiamato Ιουστινιανός, la vittima Ιουβιος, la festa Ιουβεναλια, la terra delle vittime Ιουερνια
(Hibernia) o anche Ιουδαία, l’arrivo dei prigionieri Ιουνια e la fase successiva ιουδαιζειν.
Ίουλος corrisponde allo scandinavo Olson e al greco .
Altri soprannomi di Dèmetra erano Αγλαόκαρπος, Σιτώ, Πολύκαρπος, Σπερμία, Σταχυοτρόφος και Φιλόπυρος.
94
Una reminescenza della diuturna pratica dello Scanno dei Semiti si rinviene nel toponimo del paese di Scanno (AQ).
79
Romolo, il primo Re di Roma, quantunque possa essere ritenuto un personaggio storico, era, nel
linguaggio simbolico della Tradizione, il “piccolo Remo” allevato dalla Lupa Romana, cioè la
Piccola Roma rispetto alla Grande Roma Egizia dalla quale deriva.
Egli è il capostipite dei Romani, rappresenta la Piccola Roma, cioè Romula, rispetto alla Grande
Roma (Romania, Media, Palestina e India).
Gli Etruschi invece, nel momento storico della nascita di Roma, rappresentano la Piccola Etruria
rispetto alla Grande Etruria, cioè la Turchia.
Turchia e Troia erano nomi nati da E Tres, sigla con cui si identificava l’Egitto

Etrusco significa Petr ἐς´ e Petr ἐκ, cioè verso il Petr Patr e dal Petr Patr (ῥυσιάζω).
All’epoca, però, la ρυμμα non era la Romania né la Umma araba bensì i Russi della grande Estonia
teutonica.
I Turchi ed i Romeni erano ostili e agli attuali Russi (bianchi) e ai Tedeschi e ai Bretoni.
Interpretando Etr come extra si ricava che i popoli predetti esternavano i Ru in Ur95.
I Romeni ebbero un ruolo preponderante nel traffico schiavistico dall’Est Europa verso la Umma.
Il loro etnonimo significava trafficanti per Ρώμη96, ma al tempo stesso ρυμμα, in dipendenza del
loro ethos (ρύπος, άρπυια, rupya, arpià e arabia).
95
Il capo del traffico diretto alla Mastaba era soprannominato Mastarna (master, magister).
La Mastaba era la Mas  Star Bas 
Si potrebbe dire – per usare un’espressione un po’ colorita - che il Mastarna dell’epoca <<esterna, costerna e
cisterna>>.
Nella lingua inglese da etru (Etruria) sono derivati i termini hatred, hate, eat (ate), termini che sottendono il concetto di
asta ad-versus ma originariamente correlati all’astice elettrico (azza) e al mastice di scarto risultante.
Altri vocaboli come crush e crusca presentano lo stesso etimologia da etrusc o etusc con cambiamento consonantico di
t in c: implicano il concetto di tritare ma in origine implicavano anche quello di to roast (crosta).
asta ed sottendono il concetto di ad versus ma in origine erano correlati all’astice elettrico e al mastice).
Occorre aggiungere che l’asta dell’inglese to hasten aveva anche il significato di to rush o to rash verso il roast(beef).
96
Il vocabolo latino Pomum, plurale poma, può essere letto come Romum, plurale Roma, se la P viene considerata
una lettera greca ro maiuscola
La bivalenza di P è dovuta al rotacismo non di tipo fonetico ma di tipo crittografico.
69
XV
uve
15
IS
Q
ISIS
easy
ὁ ρυμός Il Timone
A
Pomum, frutto, deriva dal verbo greco οιεω, creo, produco.
Il significato crittato del verbo era stermino i Pai o Poi o Boi facendone boiacca (παιάν, παιήων o παιών, peana)
Con la R (ro) iniziale diventa Pοιεω cioè stermino οι Poi (roy e ray, poy e pay, gaelico rhud, red) del ῥήν in ῥημός
(ῥέω), producendo Troia (ἀμπέλου, μέλιτος, αἵματος ῥοή, ῥοά, ῥοία, the juice of the grape).
Il παῖς era il pomo, il frutto tomato o frutto tomate, cioè il frutto che tomado da Tomas di Damasco (Dimas o
Domas) per domarlo e farne tomate.
In spagnolo i verbi tomo e cojo furono introdotti in relazione al corte de los pomos de Adan (τέμνω) ed al cojo en el
ojo.
80
Le tre tribus romulee della Roma arcaica erano:
Ramnes
Erano i Romani o Romeni e allo stesso modo dei Teucri dell’Etruria erano stati popoli del Tour o
E-Gira.
Venivano appellati anche Ramnes, Ramones o Rumones, forme contratte di Teramanes o
Teramnes, cioè manes (men) di Teran.
Teran o Te Ra N era il Faraone, il Tiranno della Terra Triangoli o Troia (nome che fu poi assunto
per antifrasi dagli Imperatori Traiano e Adriano).
Tera-man significava slave man, dal verbo latino manere, in italiano schiavi mansueti o mansi, in
tedesco [t]herman o german, in spagnolo [t]hermano: lo schiavo europeo poteva trovarsi in umma
(umano in Y), cioè in Egitto o in omo (omano in O, omano in )97, cioè in Cina.
Era questi era in origine il Romano.
Prima della fondazione di Roma erano insediati in Iran, Romania ed in Anatolia, ma avevano
colonie sparse in Europa, per esempio in Grecia, dove avevano fondato Ramnunte o Rhamnus,
‛Ραμνοῦς, greco demotico ‛Ραμνούσιος, in Germania Ramstein, nella Repubblica Ceca e in I I
Croatia, territori del Czech, Tzigano o Tzagreb, nel Banato Ruma e Indija, in Spagna Andalusia
o Lusitania (lu = ru).
In epoca storica mutarono il loro nome da Rumanes a Romani (Ρωμαίοι).
Dalla radice rom di Roma deriva il verbo inglese to roam ed il vocabolo room.
Erano di remotissima origine indiana.
In India erano stati cacciati e perseguitati da Diana98, dea della caccia, in greco Ἄρτεμις,
Ἀρτέμιδος.
L’ojo en hoja o l’oca o l’οχος prevedeva l’uso dell’OXOS elettromagnetico, cioè della cross X / e dello στόχος
(ρόος o ρους).
Veniva seviziato l’oculus (ojo), l’υἱός (fallo) e i due ὠός della vittima immobilizzata (nella lingua italica OXROS è ocre
od ocriculum).
Gli schiavi che per millenni soggiacquero allo στόχος furono definiti stoici e peripatetici dell’Accademia, cioè internati
in Akkad.
Il Pomo o Ρώμος και Ρωμύλος era il romano, l’eromane, il puto per l’Eros, cioè il pomo de oro o la manzana dorada,
la manzana del amor, le pomme d’amour, cioè le pomme des Mours o la manzana de los Moros.
In tal senso depongono i toponimi spagnoli Tomares Palomar, cioè tomar palomas para los moros (pa.lo.mar).
Gli schiavetti bianchi, che venivano trascinati via insieme agli adulti, erano melanzane, cioè mele destinate alla lanx e
all’anx (azza), destinate quindi a diventare “insane apples” o, in italiano, melassa o meal (in tal senso il toponimo
Milazzo).
97
Dato che Ro in greco si scrive Po, si possono ottenere alcune sigle che portano alla Cina.
Infatti osservando la Cina sulla carta geografica si noterà che somiglia:
- alla lettera greca  (Po).
- alla testa di un cane, in spagnolo perro, è il πῦρ, il perro pirico, ed era uno dei luoghi dove finiva il ρῶπος europos,
per i Cinesi il rospo, il πυρός da sterminare con il πῦρ.
Il πόρος era il poro o phoro dei denti canini del perro pirico sul povero o pauper o papero.
98
Diana cacciatrice era  hun, cioè la Piramide Unna o Piramide dello Yunnan.
Era un complesso di Piramidi che dominava non solo l’intera Cina ma anche:
81
Artemide era la demonizzazione del popolo che conosceva l’Arte dell’Arsione (inglese arson),
mediante la TH-N-ZION.
Tεμις era presso i Greci la Dea della Giustizia, ma l’etimo del nome è riconducibile ad un’antica
divinità giustiziatrice che aveva a disposizione il μετεορος, cioè il Mitra del Meteo99.
Essa era chiamata anche Metis.
Con gli Indiani erano stati soggiogati anche gli attuali Iraniani, frazione del primevo, esteso popolo
Italiano.
Questi in parte erano finiti sotto il dominio Hun o Kun (China nipponica e manchù) e in parte sotto
il dominio Cam (Egitto africano).
I Teranes, Terames o Teramnes si trovarono lungamente nelle condizioni dei Ramnes o Romanes:
erano sotto il Tiranno Abramo (T-Ramno) ed obbedivano ad esso100.
Per esso erravano (T-errans) ed iravano (T-irrans), cioè erano Tyrants o Tirantes.
Erano erranti, irosi ed ironici, nel senso di tagliatori (iron).
- l’Indocina, come desumibile dal nome della città di Hanoy, derivante da Hun (Hun).
- l’India, hen dia o dianeh, in Du .
- l’isola nipponica di Honshu e Sapporo.
- Hong Kong, che anzi era il nome del God King Hun (la Piramide numero Uno in Asia).
- Singapore.
99
Il termine Meteora, che significa tuono, lampo ed esplosione, deriva da μετρον, paraola greca composta da MH e
Τρες (in latino tres, tria, trium).
Da Tres deriva Tronus (tonitrus)
Dalla unione di MH e Tres deriva μιτρα, in origine un’arma meteorologica e meteoritica capace di sparare energia
devastatrice su vaste regioni del Pianeta.
100
Abramo era il Faraone, ma sarebbe meglio parlare di Abrami, perché i Faraoni non si trovavano solo in Egitto bensì
anche in Cina, in Europa (Illiria) e nel continente americano.
Gli antichi Cinesi possedevano la κυνεσις, la forza cinetica della Dinamo δρόμος o della -ρώμη, la stessa
energia a disposizione degli Egizi.
Abramo era un Dio bramoso nel senso fatto palese dal significato arcaico di bramare ed era per questo un κύων o
Khan.
82
Si spinsero fino all’Isola della Lira o Isola Liri, l’attuale Irlanda101.
In tal senso i T-Irani possono essere catalogati tra gli Iraliani o Italiani nonché tra gli Israeliani, nel
senso di Tiranni o Tyrants di Isis-Ra (ISRA o ARS-I), al quale “tiravano”, trascinavano, le
popolazioni a loro geneticamente contrapposte, vale a dire i norreni o normanni102.
Una gens rappresentativa dei Romani era quella dei Manilii o Romanilii.
Lucumones
Lucereses, Lucerenses o Lukerai erano gli Etruschi.
La loro terra di origine era la Licia, Cilicia o Seleucia, ma avevano colonizzato massivamente
l’Italia e la Grecia
I territori dove si erano stanziati erano appellati Locride e le loro are sacrificali erano chiamate
Luci, da Lucus, o Loci da Locus.
I Lucumones erano originariamente uno dei  del Lucmon, cioè del Faraone, chiamato in
greco λευκός μόνος103, conosciuto nella crittografia cristiana come San Leucio.
101
L’epoca di cui si parla è l’epoca pelasgica o tirrenica.
Gli irani e i turani o tirreni, dai quali in seguito si differenziarono, erano un pèlago di popolazioni affini stanziate nei
paesi mediterranei.
Il πέλαγος era un crittogramma con cui si designava il Faraone con il suo mare di schiavi e sottomessi, l’οὐρανός
(Urano o Turano) era il gigantesco Olocausto ed il gigantesco Tour per la caccia delle vittime da bruciare.
I Tirreni era un mare di mediterranei cioè un mare di popolazioni composte da Medi (Medindi) e Tirreni (T-irani o Turani) che orbitavano intorno all’οὐρανός.
102
I North Men erano definiti da tali popolazioni sues (latino sus, suis), cioè maiali, definizione dalla quale è derivata
una serie etnonimi quali Svevi e Suebi (sues et boves), riferiti a Suisos e Suecos e le aggettivazioni correlate sucios,
zozzi, sudici, suaves (sucidi aves) etc..
Anche i nomi Angli e Saxones hanno avuto origine dalla deportazione delle popolazioni nordiche presso gli angoli ed i
sassoni, cioè presso le Piramidi.
Goti, Guti (Juti), Geti, Gati sono altre aggettivazioni spregiative interpretabili in più di un modo: cotiche, gatti, gettati,
gutas cruoris dell’Africa.
In linea di massima si può dire che gli etnonimi dei popoli tiranni nacquero in riferimento alle popolazioni perseguitate.
Per esempio i Luceres o Lucumones erano le vittime degli Etrusch nel Lucus, cioè vittime dell’olocausto dimidiato
(Lug, LY) rispetto al vero e proprio olocausto tecnologico egizio (il Ludus, Lu o ).
I Celti (Kelts) erano in origine le vittime della Scala dei Culti (Key-Ultores o Cultores della Religio).
I Caeltae erano gli stessi Gaelitae, Gaelici o Galli, assimilabili ai Caelani o Caelleni, nonché ai Caledonii.
Gestivano la Scala dal Caelum dall’Europa verso l’Ara Coeli (Caeli) dell’Egitto, dove si consumava lo Scelus del
Gambarus (scaelus, s-kela, s-chela, vedi la voce gambero su www.etimo.it).
I Caelani, antichi abitanti di Celano, erano una propaggine del popolo dei Celleni, dicesi discendenti dalle Arpìe.
Erano detti anche Sileni (Brutii della Sila), Sireni o Cireni (Brutii della Cirenaica) ed insieme ai Marsi gestivano in
Italia centrale l’Ara Italia dell’Aquila, cioè l’ara sacrificale dell’Altopiano delle Rocche.
Abitavano il Cilento ed il Salento ma erano insediati anche in altre zone, più a settentrione, della penisola italiana: per
esempio Celleno (VT), Cellino Attanasio (TE) etc..
Gli abitanti di Celano nel XIII sec. furono deportati da Federico II a Malta, da dove pare siano tornati tre anni dopo.
Ma i Celanesi veri e propri erano in epoca romana e tuttora sono gli abitanti del Cielo (Cealum), cioè dell’Altopiano
delle Rocche, detto in codice Gerusalemme Celeste.
Furono così chiamati perché celavano Cis-Alentum o Jesus Aliento e con la sua storia prodigiosa celiavano,
compartecipi le popolazioni limitrofe.
Jesus fu soprannominato Aliento Silente, Sileno Silente, Salento Cilento, perché, dopo essere stato collocato nel
sepolcro segreto dell’Altopiano, continuò a vivere, respirando silenziosamente (alito silente anche nel senso di alitus,
ălo, ălis, alui, altum o alitum, ălĕre).
In loco il nome del Monte Sirente è dedicato al personaggio.
103
Mono anche nel senso fatto palese dallo spagnolo mono, primate o scimmia.
83
Il μόνος λίθος era la Piramide di Keope o The Light, ma era detto anche Monte Ida, Ἴδη104
o Monte del , da dove spirava la ψυχή.
Un altro nome della Piramide Maggiore era δῆλος, chiaro, luminoso, nome reso famoso dal
toponimo dell’isola greca di Delo105.
I Lucumones furono in conflitto con gli Italici o Italioti ed inizialmente prevalsero, estendendo il
loro dominio fin nel cuore della Locride dell’epoca, conquistando città come Lucera, Cuma e
Napoli.
I Lucumones erano nemici dei Sulmones o Salomones, stanziatisi in Abruzzo, come si può arguire
dal nome Sulmo, Sulmonis, che è formato da Sul contrario di Lus o Luc.
Costoro erano il popolo di Sulla o di Silla, cioè erano imparentati con i Silani Calabri o Brutii, allo
stesso modo d’altronde delle rimanenti popolazioni abruzzesi106.
I Romani celebravano contro i Brutii la Festa del Septimontium.
Durante la processione che si svolgeva fino alla grotta del Lupercal sotto il Palatino, un sacerdote
romano, il Lupercus, vestito con una pelle di lupo, impersonava il il Lu Puercus che insegue la
vittima sacrificale, cioè l’Agnello.
Il Puercus era il Brutus samnita, parente del Sunnita di Saba107.
Costoro erano soprannominati Bruti perché per lungo tempo avevano gestito la B-rut, cioè la ruta o
rotta (road), che conduceva alla Throat, dove si trovava il Bey Ruth(less) e il Bershit.
104
Da Ἴδη, Ide, deriva Idem, forma neutra del pronome personale Isdem, Eadem, Idem, derivante a sua volta da Is,
Ea, Id.
Tale pronome era nato per riferirsi a Iside o Isis.
Questa divinità femminile era Is (dialetto italico iss’), Ea (ella o lei), Id.
Il contrario di Idem è Medi, cioè Me Dio.
105
New Delhi sarebbe νέος δῆλος, cioè la sigla di un progetto indiano mirato a realizzare nuovamente (new) il sistema
per produrre l’Energia che consentiva agli antichi Egizi di dominare il Pianeta, insieme agli altri centri eliopolitani,
come per esempio quello del Sol Levante.
In realtà, l’aggettivo new, novus, è da mettersi in relazione sia con νέω, nuotare o filare, sia con ναός, -οῦ, ὁ e . ναῦς,
νηός, ἡ nonché con neofito.
106
La parola silla, variante sila, si ritrova nella lingua spagnola, dove assume il significato di sedia.
<<La palabra "silla" viene del latín "sella'' contracción del diminutivo ''sedula'', y esta de sedes, asiento, (sedula ->
sedla -> sella), formada del verbo sedere (sentarse) y el sufijo diminutivo -ula, que encontramos en palabras como
canícula, mácula, matrícula y vernácula>> (http://etimologias.dechile.net/?silla).
La sella curulis era l’insegna dell’aedilis curulis, un magistrato romano che si occupava dell’Aedes e della Cura.
107
Per gli inglesi era il B-rude o Blood o il B-rough (in italiano sarebbe lo sbruffone, il buffone o l’uomo delle baruffe,
in ebraico sarebbe il baruch o il Benedetto, cioè l’antico Punico del Barus, cioè del Baratto per la Bara).
Per gli abitanti della Britannia, l’antica estesa anglo-germania, il Brutus era il Breton o Briton, in greco πρύτανις, cioè
Petrus, il Figlio di Petra (l’Egitto, città delle Piramidi di Pietra), spietato e duro come una Pietra.
I Britons erano considerati dal Brutus Ptah, cioè sputo e putas, e a loro era dedicato non solo l’intero Egitto, ma anche
l’intera Africa e persino la Grande Cina dell’epoca, che non coincideva con la Cina odierna bensì con l’intero Estremo
Oriente (l’India gli era sottomessa).
84
The-Roat era la Rotta che portava al Bet (Bershit), cioè il Cammino che portava al Tempio egizio
(in spagnolo brote).
Era chiamata Throat perché in Egitto tagliavano la gola, usanza conservata e tramandata dai Sunniti
dopo la caduta dell’Impero egizio.
Ma, oltre che per il taglio della gola, l’Egitto era famigerato per il Wadi in Shin Bet o Madi in
Madia (WM), cioè il Watter elettrico degli schiavi deportati.
Gli inglesi lo chiamarono Womb, cioè tomba del Uterus, perché veniva impiegata l’energia
elettromagnetica V-ter o del Serpente vvv.
La Tumba, crittogramma che deriva dal greco θάνατος e umbilicus, era nell’antico Egitto Mors in
Umbra, cioè all’ombra della  (death beneath or below the umbrella).
La tomba era l’ὀμφαλός, cioè il πῦρ o il πεῖρα (πέρρα) del φαλλός mediante la ρώμη (romfallòs)108; era l’ombligus o legumen, consistente nella legatura (lingo, lingus) delle bombe e del
fallo con applicazione della ρώμη (bean o beam); era anche il ver sacrum (versus rectum) o verris
sacer cioè la penetrazione con lo spitus elettrico dell’o-culus (anus) e degli oculi del verris (ma la
vittima, oltre al verris/sus, poteva essere ovis o taurus: suoevtaurilia).
L’esecuzione, che i Romani chiamarono far, corrispondente all’egizio pharaoh e all’italiano falò, si
svolgeva nell’ὄμβρος o imber o infer, secondo una cerimonia che prevedeva musica etnica,
danza, canto del coro e sputum denigratorio sulla vittima Ptah109.
Gli africani la ricordano con la sigla Vodoo, abbreviazione di VVV (V-ter) VO  , anche se
laddove ancora si pratica si tratta di un Vodoo semplicemente magico-apotropaico e cruento (lo
chiamano anche Cumbia, Macumba, Santeria etc.).
Gli spagnoli hanno nascosto il vodoo nella parola verano (ver anus).
Gli ebrei lo ricordano nella formula crittografica Shin Bet o Xin Bet o di Tebe (la correlativa
simbologia massonica è lo Skull and Bones ).
108
La vera falloforìa o falò del fallo o pharaoh.
Si può supporre che esistessero diversi livelli di ὀμφαλός, quello pubblico coram populo, quello riservato agli
Ierofanti nelle Camere ipogee e quello riservato al Faraone Ierofante nella Camera personale.
Il clero era così chiamato per via dell’accecamento delle vittime mediante bruciatura delle sclerotidi oculari.
Il termine sclerotide, membrana oculare che consente la vista, deriva dal dorico σκλαρός, da cui il latino clarus, oculus
(o-clarus), focular (φῶς, φωτός + clarus)., abbreviato in lar, laris.
Il sostantivo claritas, mediante la combinazione con il greco κάρα, diede origine al sostantivo caritas, che era la
richiesta di pietas di fronte allo spitus.
Le vittime erano clarae, chiare, cioè Santae Clarae.
Tale circostanza indusse gli spagnoli a dare il nome Santa Clara a una città di Cuba, sia perché l’isola era popolata da
schiavi africani del Vodoo sia perché era stata collegata, millenni addietro, all’antico Egitto con le sue Piramidi Maya,
recentemente scoperte nel fondale marino dell’estremità occidentale dell’isola di Cuba:
<<A half mile down in the waters of Cabo de San Antonio off the western tip of Cuba's Guanahacabibes marked by red
X is a 20-kilometer square area of clean, white sand punctuated by tall, megalithic stones or structures first reported in
May 2001>> by Paulina Zelitsky, Ocean Engineer, Havana, Cuba.
109
85
Il Watt o Watter era detto anche Septem 7, perché, se si immagina di poggiare il 7, si ottiene un
punta .
Ripetuta sette volte  la punta diventa il Septimontium.
Il Watter o Septimontium veniva chiamato anche Drago110 (da cui daga) e Santiago era il Santo
giustiziato dal Drago
Al tempo delle Piramidi egizie i Brutii erano parte integrante della Secta di Seth o Sicari.
Per gli arabi la parola Wadi alludeva anche ai Vadi, cioè ai passaggi delle rotte schiavistiche che
dall’Europa giungevano in Nordafrica, fino al W Ade (Ἅιδης).
Uno dei percorsi principali era La Rua o La Rue (in inglese The Road, in spagnolo La Ruta hacia
El Rombo), con partenza dall’odierna Calais, come può arguirsi dall’interpretazione del termine
Lupercalia.
Sostituendo la R alla L si ha Rupercalia, crittogramma composto da rupes, -is e da calo, calonis.
Rupes a sua volta deriva dal verbo greco ρευω (ρέω), etimologicamente e semanticamente legato a
λύω (λευω)
A Calais avveniva il Calo da Dover (down).
Nella lingua inglese il Calo diventò il Call delle calende verso il Dove(r).
110
I Romani, ostili agli Egizi e ai popoli semiti di Mosè, da draco trassero la parola daga con cui designarono una spatha
lunga, simbolo della guerra ai musulmani.
La daga era in origine la diga, cioè il recinto sacro per i sacrifici.
Più specificamente era il dig (dick) per la sevizie anale, che poteva concludersi anche con l’impalatura.
86
La calendae erano le donne che dovevano calare (calandae) per andare verso il Calor: ad
calorem111.
Per conseguenza gli schiavisti furono definiti callidi, cioè astuti, e gli schiavi calidi, cioè in attesa
del Calor.
Essi ed i loro figli (κελωρ) erano gli schiavi destinati a diventare calientes.
A Dover (Inghilterra), vicino Londra, era situato il porto di partenza verso il Dove o Ubi.
Il Dove, cioè l’approdo finale, era il Down, cioè  own e  owe del Doberman.
Costui è l’Uomo del Dovere (deber) cui si deve il Debitum.
L’Ubi era il luogo dei Lybi.
111
Il Calor si trovava ad Accad (Akkad).
Infatti la locuzione ad calorem va completata preponendo la congiunzione ac ottenendosi acad calorem, da cui hacia 
calor.
La hache spagnola corrisponde alla acca italiana e alla H dell’alfabeto greco.
Quest’ultima, a sua volta, è una e lunga composta da due epsilon lineari contrapposte, costituenti la base della Piramide
La base della Piramide è un aquilone oppure un rombo.
L’insieme delle Piramidi formava la Città di Aquilonia (L’Aquila), dove il Rumbero, cioè il Faraone suonava la
Rumba.
Suonava anche la Conga e per questo era il Congojo.
La musica africana era in realtà il concerto di lamenti degli schiavi giustiziati nello Shin Bet con la ρώμη (ρεῦμα) in
umbra, cioè nell’imber del infer(no) sotto l’ombrello.
La Bet(a), intesa lettera, era la simbolizzazione dell’energia elettromagnetica.
Apprezzato dai musulmani era la Madonna del Gonfalone, cioè gònadi, fallo falò, in greco ρ-ὀμφαλός o pom-φαλλός,
in latino obligatio cioè l’omb-ligo, in inglese anguish da s-anguis.
Accad o Akkad era HD, cioè The Head.
Il nome latino calendarium nacque per fissare la scansione dei tempi dell’olocausto (calor).
87
I Libi, gli antichi Egizi, prima ancora che gli abitanti della Libia, erano così chiamati perché
libavano, erano cioè quelli del labeo nel labyrinthus112.
Era anche la Tana dei Lupi, la Cueva dei Lobos o il Box dei Boves (bos, bovis, ox, oxen)
LU BOS
X
X
Il termine italiano lobo, forma tondeggiante, è morfologicamente identico allo spagnolo lobo, lupo.
Il lobo è in anatomia, tra le altre cose, la parte inferiore dell’orecchio.
Ma lo spagnolo lobo suggerisce che il vero lobo è l’orecchio a punta, cioè il lato triangolare della
Piramide.
Ciò trova conferma nel latino auris, plurale aures, che erano le orecchie d’oro dell’asino o somaro
africano, in inglese summer, così detto perché meta dei σῶματα113.
Per i Greci l’auris era l’οὖς, ὠτός, perché significava ingresso dall’outer (space) degli hostes resi
hosts.
Questi da hostes diventavano hospites (hosts od huespedes) dell’HO-spitium (λιος-Ptah), in
quanto destinati allo Spitum (Spiritus Sanctus).
L’outer space era l’Altro o l’Oltre Spazio (Ulster, Eesti) da dove si procedeva verso il πάθος, cioè
il territorio dei razzialmente diversi.
Il termine οὖς, orecchio, esprime lo stesso significato dell’inglese out, oust.
Deriva da out, sigla usata per designare le popolazioni non negre e non nere, bianche ut ovum o
semplicemente ὠός, ὠοῦ, stanziate nei terrori Ovest, Oeste, Ob-este.
Erano popolazioni da oust, esternare e portare nel Regno degli Austeri, cioè in Austria od Oster
Reich, per il V-ter (uter) o estinzione genetica.
Dal punto di vista geografico l’Ovest era tale per i Cinesi, mentre era Nord per gli Africani, perché
l’Europa rispetto a questi ultimi era no Or o anche no Ordo da portare all’Or N (Horno Nazi).
La Rupia è l’attuale moneta indiana e dei paesi permeati dalla cultura indù.
L’etnonimo Hindù o Indi è uno dei cardini dell’identità indiana, perché ricorda la migrazione indoeuropea ad Occidente o ad H [ἑ]ταίρα (Eutaira od Europa o Hesperia).
L’Europa era l’immenso territorio (comprensivo della Russia Bianca e dell’Ukraina) per la Tara
112
Dal verbo labeo deriva labor, sofferenza, patimento, laboratorio, luogo dove si soffre per l’experior del πῦρ e del
πειράω.
L’Egitto era l’enorme laboratorio della labes, cioè della lue e della tabe (Tebe).
113
Era chiamato anche Aura Mazda o Aura Masada perché l’apparato tecnologico, oltre ad essere utilizzato per lo
sterminio di massa, con produzione di laurea o urea, labes, labor o la burra, era in grado di produrre la misteriosa Aura
Mas, Magis, Mayas o Adamàs, la metamorfosi (Lucius Apuleius, Le Metamorfosi o L’Asino d’Oro).
88
Nella lingua latina la coppia di avverbi unde-inde (indi) fu coniata in dipendenza delle ondate
migratorie dall’Est asiatico verso l’Europa, allo stessa stregua del verbo indo, indis, indidi,
inditum, indĕre.
L’avverbio latino inde è composto da de e in e significa originariamente da lì a qui, da un
determinato punto ad un altro.
L’altro avverbio unde è composto da de e un e al principio aveva lo stesso significato di inde.
In e un erano abbreviazioni di Hunnan, uno dei nomi della Cina, analogo a Sichuan ed
equivalente a Xian.
Il nome Cina, in inglese China, in latino Sina deriva da Xian.
Come detto altrove, gli Indiani e le altre popolazioni Indocinesi erano state sottoposte al dominio
delle Piramidi cinesi: indio significava indìato cioè portato al cospetto del Dio Cinese: il Khan o il
Cane, l’equivalente del Faraone egizio.
L’inglese end, l’antico italiano ende, il rumeno inde, il provenzale ent, l’antico spagnolo ende, che
significano estremità, fine e, per traslato, mano, derivano dal verbo greco βαίνω, equivalente allo
spagnolo ando (andare).
Significavano il termine di un cammino “andato”.
Nel caso degli indiani-romani il roaming migratorio era terminato a Roma, ma nella Prima Roma
cioè a Giza (che per gli indù era rupiya, rupyakam, rupiah, rufiyaa).
Per questo si può dire che gli insediamenti di popolazioni medio-indiane, al di fuori dell’India (in
due casi estremamente consistenti, come nel caso dei Kurdi e dei Romeni), sono il risultato dello
sconvolgimento demografico che determinarono i Cinesi e gli antichi Egizi, coadiuvati dalle
popolazioni mercenarie arabe e turche.
89
Il popolo indiano nacque, infatti, come fusione di popolazioni di colore provenienti dall’Africa,
portate schiave dagli arabi nel “parco cinese” o “parco dei cani”, l’India, territorialmente vocata
ad ospitare ingenti quantitativi di schiavi africani (ma non solo, come già visto).
Anche i Pachistani nacquero come popolo schiavo di Pechino.
Il nome Pakistan, infatti, deriva da Pekin e significa Pes o Pecus di Pe-Kin, cioè del H-ύων
(Pescecane o Re-cane).
Ma la metafora delle orecchie

significava pure Amarra o Marra, nel senso del verbo
spagnolo amarrar, legare con un capestro o un collare.
Altra metafora era il falcetto o serrecchia (nel senso del fiorentino di serocchia e del latino soror),
mentre in africano l’orecchio o amarra era l’orisha del changò, dell’ogun, dell’obatalà (baccalà).
La Rue o la Road dello schiavismo europeo (la via Romea o Francigena) si biforcava all’altezza
della Savoia, da un lato scendeva verso il Rodano, dall’altro verso la Rotella, cioè il ginocchio
d’Italia (Rodano, Oberwald, Svizzera).
L’antichissima Rupe Tarpea o Saxum Tarpeium della Roma arcaica ricorda il percorso rupestre o
“ripido” che si dipanava dal Nord Europa verso le Rupi114, cioè le varie Piramidi115 (sull’Altopiano
114
La Rupia è l’attuale moneta indiana e dei paesi permeati dalla cultura indù.
L’etnonimo Hindù o Indi è uno dei cardini dell’identità indiana, perché ricorda la migrazione indo-europea ad
Occidente o ad H [ἑ]ταίρα (Eutaira od Europa o Hesperia).
L’Europa era l’immenso territorio (comprensivo della Russia Bianca e dell’Ukraina) per la Tara
Nella lingua latina la coppia di avverbi unde-inde (indi) fu coniata in dipendenza delle ondate migratorie dall’Est
asiatico verso l’Europa, allo stessa stregua del verbo indo, indis, indidi, inditum, indĕre.
L’avverbio latino inde è composto da de e in e significa originariamente da lì a qui, da un determinato punto ad un
altro.
L’altro avverbio unde è composto da de e un e al principio aveva lo stesso significato di inde.
In e un erano abbreviazioni di Hunnan, uno dei nomi della Cina, analogo a Sichuan ed equivalente a Xian.
90
delle Rocche è conosciuto come Repitella di Rovere, cioè discesa verso l’inferno del Roveto
ardente).
Il cammino toccava sette monti o sette rupi se era effettuato via mare, se invece era effettuato via
terra si distendeva per circa 7.000 km.
Dal porto di Alessandria, dove era stato eretto un Faro mastodontico e meraviglioso, capace di
incendiare eventuali navi nemiche, il percorso fluviale sul Nilo copriva una lunghezza di circa 700
km.
Il Septimontium in Abruzzo è conosciuto come le Sette Allegrezze116.
Esse sono l’allegoria delle Vergini αρθένο o Donne Ebree condotte alle Piramidi per essere
“septate” o “sectate”, cioè per diventare sepsi o per essere macellate.
Presso la Roma arcaica i Sette Monti significavano, oltre tutto ciò, che i Brutii, i popoli italici della
dissezione, i bruti, popolavano il territorio dalla Sila calabra all’Abruzzo.
Tale tratto di territorio italiano era chiamato Brutium, perché era stata una delle tante terre
periferiche dell’abbrucio, la cui capitale, prima della caduta dell’Impero Egizio, era stata Giza (Egiza o Egitto).
Gli italici avevano dato all’Egitto l’appellativo di Silla, Sulla o Sella, perché era la Sedes per
antonomasia, cioè la S-Aedes o Aedes del Serpente117.
La silla era la sedia o arca elettrica e i settimini erano gli “aborti vitali” tenuti schiavi.
Se i Lucumones erano di stirpe etrusca, predecessori degli attuali Turchi, i sulmonesi erano sanniti,
lontani eredi del popolo di Salomone, cioè dei Sunniti nordafricani e mediorientali.
Una loro importante città era Cuma, un’altra era la Napoli pre-greca, dove si erano insediati i
Nabatei di Nablus.
Titienses
I Titienses erano Sanniti (Sunniti), Osco-Umbri e Sabei.
Erano emigrati in Italia da Sabra o Sab[b]ia, cioè dal Sahara Nordafricano ed Arabico.
Varianti dell’etnonimo erano Tities, Titi, Tati.
Il nome Titus del famoso Imperatore romano deriva da Tatus o Tatius, che significa Potentissimus
Digitum, perché dal greco δάκτυλος si è passati a Dactum, Tactus118 e quindi a Tatus o Tatius.
115
Le Piramidi erano i Sassi (Sassi Angli o Sassi Angolari) dove gli schiavi deportati venivano tarpati d’ali (esecuzione
capitale Alif /Aleph con θάλπος o talpa).
116
Sono note a tutta la Liturgia cristiana e a Navelli (AQ) sono al centro di una rappresentazione allegorica con Sette
ragazze che impersonano le Sette Vergini della processione del Septimontium.
117
Silla è diventato il termine spagnolo per sedia.
Il silex, silicis, selce, detta anche sanpietrino, era in origine il $ Lex, cioè la legatura delle legs (arms) e delle eggs
(gonads) e l’applicazione del Serpente sulla leg (penis), con buckets (trafitture) e talleri (tagli)..
Era l’Harm del Fairman o il Warm del Worm.
118
In greco tatto è ἁφή, -ῆς, ἡ.
91
Tactus è il senso del tatto che risiede principalmente nelle mani e nelle dita.
Il Potentissimus Digitum è il tratto di territorio a forma di fallo che da El Cairo si estende fino a
Cirene ed è così detto perché ha la forma di un enorme fallo.
Questo nel linguaggio allegorico è il Padre, Pater, o Tata, perché sarebbe Pta Pta, cioè Patres.
Tuttavia il significato crittato di Tata è ambivalente, perché Pta Pta significa anche Puta Puta o
Pata Pata, cioè patada, allusione all’organo sessuale femminile, che viene puntato e sputato.
La vagina è però nel contesto allegorico lo schiavo ebreo in senso lato, cioè lo schiavo deportato
dall’Europa in tutta la sua estensione e la pata è la  (), cioè la sofferenza.
Il nome Tatius possiede un ulteriore significato crittato T-Actio o Actium (actius, actia, actium),
che significa Tέμνω A Zion, cioè fendo l’Atomo per ottenere l’Actio o la Fractio, vale a dire la
particella subatomica.
Tale significato si può evincere anche dal greco Άκτιο, che significa punta, e la lettera tau
interpretata come un iota
,
 sormontata da un accento circonflesso o tilde , simbolo dell’onda di
energia sprigionata dalla fissione.
Άκτιο divenne l'antico nome di un promontorio della Grecia occidentale nell'Acarnania
nordoccidentale, all'imbocco del Sinus Ambracius (Golfo di Arta), opposto a Nicopoli d'Epiro, e
nella variante Antium (Anzio), diventò il nome di una città del Lazio, famigerata per lo sbarco
delle forze anglo-americane durante la seconda guerra mondiale.
Antium deriva da anx, ancis e dal correlativo aggettivo anxius, termini semanticamente affini ad
ansa ed anser.
Sono termini che esprimono il concetto di angolo e di curva ed originano dall’egizio ank/onk,
passato nella lingua greca nella forma άγχη (verbo άγχω), in quella inglese nella forma angle, in
quella turca nella forma ankara, in quella ungherese nella forma magyar.
L’ank- atteneva alla macellazione rituale musulmana pre e postcristiana, di ascendenza egizia.
In Europa significò per secoli angry, hungry, hungarian o hun, hangar etc.
Gli antichi Greci la conoscevano come ritualizzazione del μάχομαι, cioè il mactare o il macellare i
nemici in maniera religiosa e rituale, fino ad arrivare al cannibalismo parossistico del magiare o
mangiare la vittima tagliata e ed il suo sangue119 (nella liturgia cristiana pane e vino e acqua
lustrale dopo il sacrificio).
Era il contatto elettrico con il pungiglione dell’ape (μέλισσα) sulle mele μῆλ affinché il κυάνεος (Kuran) potesse
conseguire la μέλαινα, ἡ (μέλας, μέλαινα, μέλαν).
Un frutto che simbolicamente rappresenta il Dito è il dattero nordafricano.
119
Sotto il profilo crittografico la differenza tra mangiare e magiare risiede nella lettera N, in greco ni, perché la N
rappresenta l’onda elettromagnetica, cioè i denti elettromagnetici che mangiano la vittima
NNNNN

92
Da ank infatti derivano termini come mangiare e manga, manica, mancare, moncare e monk,
nonché mago e magìa.
Colui che al cospetto del proprio popolo usava l’ank per sacrificare i nemici era il Μακάριος,
appellativo derivante da μακαρ, che significa letteralmente "benedetto", "felice" ma prima ancora
da μάχαιρα: coltello o sciabola.
In virtù di questo significato, il nome Macario si diffuse già nei primi ambienti cristiani, grazie
anche al suo valore beneaugurale, ed è portato da numerosi tra i primi santi (Wikipedia, Macario).
Tuttavia, nell’antico Egitto la μάχαιρα era non semplicemente il sacrificio cruento, che pur veniva
praticato, bensì la Makka o Mecca del Cairo, cioè l’Ank elettromagnetica.
Gli antichi ebrei ne parlavano con terrore chiamandola Mag, Magog.
La radice mak- di μάχαιρα si ritrova in machete e, più indietro nel tempo, in μακρός, in latino
macer, in italiano magro120, μέγας, μεγάλη, μέγα, magnus, magna, magnum, Μεγαιρα, Μέγαρα,
Μαγνησίας.
In italiano antico ankara è àngora ed implica l’idea delle angarìe turche.
120
L’aggettivo magro è legato semanticamente con il termine Maghreb o al-Maghrib (in berbero Thamazgha).
Maghreb è parola analoga per significato a Sahara ed essenzialmente si riferisce alla macellazione μάχαιρα degli
schiavi deportati attraverso Tangeri nel Nordafrica.
Costoro, essendo tenuti malnutriti e tra gli stenti, erano magri.
Qualora poi venissero trasferiti alla vera e propria μάχαιρα, cioè a El Cairo, “luogo del tramonto”, li attendeva la
Maceratio nel Mulinus.
La parola mulino deriva da molare, triturare, ma la mola egizia era la molla elettrica, cioè l’onda elettrica vista come
una spirale o come una serie di lettere gamma.
A parte l’esecuzione capitale mediante l’impiego dell’onda elettromagnetica, esisteva anche l’evirazione o castrazione.
Dalla pratica eviratoria deriva il nome mulo dato all’incrocio tra asino e cavalla, poiché l’animale, essendo sterile, è
paragonabile ad un eunuco castrato.
Mulo nella lingua italiana ha assunto il significato traslato di cocciuto, testardo, ostinato, sia perché gli schiavi bianchi
erano considerati bestie da lavoro poco intelligenti, sia perché, quando dovevano essere macellati dai musulmani si
impuntavano, tiravano calci e ragliavano come i muli (ragliare deriva dallo spagnolo rayo ed è riferibile sia al rayo
inteso come taglio sia al rayo del Faraone durante l’Impero egizio).
La parola mulo, che ha dato origine alle varianti mulatto, mulacho e molacho, deriva quindi dalla Mola del Mulino
Egizio, che macerava e tritava gli schiavi.
La parola mulatto è stata poi usata per designare in maniera denigratoria i nati dall’unione di bianchi e negri.
Anche il termine molo (spagnolo muelle) deriva dalla mola egizia, perché era il porto di partenza delle navi con il
carico di schiavi
Presso i Romani esisteva il mulleus calceus, un tipo di calzare alto e di colore rosso, che simboleggiava il pestamento
degli schiavi e dei prigionieri appartenenti a popoli ostili a Roma.
Aveva anche il valore simbolico di malleus calceus o malleolo, cioè di martello per il martirio.
L’origine della parola malleus va ricercata partendo dall’inglese mule, il cui contrario è elum, parola che significava
elium, ἥλιος, cioè Sole.
Elum era il lume o lumen, cioè il contrario di mule, perchè L(ux) vince Um(bra).
Lv + vm = LXW =Lwx=Lvx
Nel Mulino Umbra è Imber (Ymber) e Tymber (Tumber) ed è altresì Humus: sono tutti elementi della Tumba o Tomba
egizia, che terminava con la produzione di eu-mus, cioè di mouse (limo o slime).
Eu, che in greco significa bene, era nell’antico Egitto EY e quindi EVI (togliendo il gambo della Y e affiancandolo alla
V residua), cioè evil (e devil anteponendo la delta ) riferito agli Europei, considerati EVE.
EU=IO e will, ser will (servile evil).
93
Anche àncora deriva da ank-, nel significato di amo da pesca e come sinonimo di unghia ed
uncino.
L’avverbio di tempo ancòra nacque per esprimere il perdurare della angarìa dell’ank-, così come
il sostantivo ansia nacque in correlazione alla paura dell’ank-121.
La radice ank nella variante onk ha dato origine al greco ογχος, gonfiore, tumore.
L’ ΟΓΧΟΣ era la forma più atroce per giustiziare gli “schiavi sorgo”122, perché prevedeva
l’utilizzo delle radiazioni ionizzanti.
Se nell’acrostico ΟΓΧΟΣ la lettera gamma si considera come simbolo dei raggi gamma e si
estrapola, rimane OXOS cioè crocefissione mediante radiazioni gamma.
Era il MOX O X[r]os dell’onco, cioè il Mos Maiorum123 o Consuetudo Mosaica che i giuristi
Romani annoverarono tra le fonti del diritto.
ογχος
o
xos
o8Xos otto Xos
Κως
cŏco, cŏcis, coxi,
coctum, cŏcĕre
Nell’antico Egitto ank/onk e ans/ons era Khonsu124, figura paragonabile al consul romano che, con
il suo collega, assisteva in epoca arcaica il Rex Sacrificulus o Pontifex Maximus125, come
desumbile dal verbo consulere.
I due consules prestavano consulenza ed erano consultati durante i sacrifici cum silla.
Da Khonsu o Kahnsu deriva la parola dell’antico italiano ganzo
121
La congiunzione avversativa anzi, derivante dal greco ἀντὶ, faceva parte del rituale dell’ank egizia, perché i
servitori del Faraone amavano praticare la tortura psicologica secondo la logica dell’aguzzino o dell’incube-succube.
122
Gli schiavi sorgo erano schiavi di pelle e capigliatura chiara deportati dall’Europa, anche dall’Ucraina e dalla
Russia.
Il sorgo è una pianta graminacea, detta anche saggina, simile al grano, ma è anche il Sole giallo che sorge.
In spagnolo è chiamata alcandía, daza, sahína, maíz, termini crittati che hanno a che fare con gli schiavi bianchi, la loro
cattura (zahina=zàino, mochila, macuto) e la loro esecuzione (maiz= ammazzare, emazia).
123
Di qui i termini Maori, Mori, Mauri, Moreni, tutti riferentisi alle popolazioni africane o nordafricane.
124
Isola di Honshu Tokyo
125
Uno dei significati di Pontifex Maximus era quello di architetto e massimo rappresentate dei pontieri verso l’Europa
del Nord.
94
come pure il nome della città fiamminga Gand (Guanto).
Il toponimo Antium, in italiano Anzio, significa ἀνὰ Σιών, cioè sopra, verso l’alto c’è Zion e l’A
Nazione o Aleph/Alif Natio.
Tuttavia, dato che ans significa anche ansa cioè curva, il percorso immaginario da seguire è in linea
retta Jenin, Azio in Acaranaia, Anzio nel Lazio, quindi curva sul Corvaro per giungere
all’Altopiano delle Rocche (AQ).
E’ qui che dovrebbe trovarsi Tito il Titano, detto localmente Tione degli (negli) Abruzzi, nell’antica
Roma soprannominato Dione Cassio Cocceiano o in tanti altri modi (per esempio il nome dello
storico criptoebreo Tacito si riferiva ugualmente a lui).
Tione o Thione, è Ti-Zione, cioè Sion in croce T, come si desume anche dall’altro toponimo del
paese marsicano di S. Iona (Ovindoli), che significa in codice Sione o Siona.
Egli era un Titone o Titano126, un Tatius, cioè un esponente del TA Zion o Statio
croce
martello, chiodo
scala
uno del Tag o Tabella [INRI] sugli ebrei (tango, tangis, tetigi, tactum, tangere).
I Titienses confinavano con i Teatini, ma facevano parte della stessa grande aggregazione etnica,
quella di Teate, toponimo dell’attuale città di Chieti.
I Titani, gli antichi Egizi, erano così denominati perché erano in grado di provocare dal Tetto :
- Tits 
- Tones, τόνος, tonus, tonitrus, tuono (τείνω).
- Tits anus OO.
126
95
Teate nel senso di TH ADE era in origine lo sconfinato Egitto, così pure Teram, che in origine era
T-Iran127 e T-Uran, cioè l’Egitto che bruciava con la Te-ρώμη per arrivare all’ἔρημος.
Piscaria, l’odierna Pescara, era sempre l’Egitto porto di destinazione della pesca dell’icthus.
Reate, l’attuale Rieti, era il Re ADE o Res ADE, cioè l’Aedes del Re del Ray, la Casa di Ares o
Casba di Ares.
Aquila, l’odierna L’Aquila, ma prima ancora l’Altopiano delle Rocche (AQ), era Al Aqsa.
I popoli che servivano l’Ade (ᾍδης, Ἅιδης, dorico Ἀΐδας, arcaico Ἀϝίδης) o Aquila egizia erano i
popoli di Hercules Cubans o Hercules Olivarius ed erano, considerati collettivamente, il Popolo
di GOLIA o G[OLI]ATH, cioè dello stesso Ercole128
ALAQSA cioè l’Altopiano delle Rocche è:
-
Alas Qasa dell’Aquila 
-
Ala Qasa o Tetto  Casa  di Alif (Aleph)
-
Asqala (Ascalona, Ashkelon o Ashqelon, Asqalān)
Altopiano delle Rocche
È però una Casa κρυπτή (coperta, chiusa e criptata) sotto la Qoppa Ϙ o la Q.
A Rocca di Mezzo è chiamata Il Palazzo di Specchio o La Chiusa, perché qui è κύψας Yoshua129.
È anche una Casa Copta, cioè coperta, accappata (dal greco κόπτος, qubṭ, kubti).
In termini allegorici la Casa è la coppola o il coppino
127
L’architetto del Tempio di Salomone, cioè delle Piramidi egizie, noto come Hiram Abif, apparteneva al T-iran, cioè
era uno schiavo criptoebreo del Tiranno, che riuscì a sottrarre al Faraone i segreti dell’Arte.
È da presumersi che non di un singolo architetto si trattò bensì di una serie di architetti criptoebrei..
128
Il suo nome greco Ἡρακλῆς è composto da Ἥρα, Era, cioè Eura, Aura od Europa, e κλείς -δός, (att. ant. κλῄς),
chiave, da κλάω, piegare, curvare, rompere, aprire.
129
Qui gli ebrei marrani ἔκυψαν o κεκύφασι(ν) Kufyya, Kaifa o Kefiah cioè il medesimo Yoshua.
Quatto (Accademia della Crusca)
Dalla stessa radice kuf- deriva κυβη, capo, testa, cranio (Kaba ed il verbo caber).
96

dove è custodito il Pesce Acrostico
che, da accoppato, cioè morto-vivente nel sepolcro, resuscita

Essa dovrebbe essere celata a Rocca di Mezzo.
Fu affidata in custodia agli Αί γυπτος provenienti dall’Αίγυπτος, cioè agli αἱ del κύπτω, quelle del
κύπτω o del καλύπτω, obbligate per tradizione plurimillenaria a chinarsi, piegarsi, abbassarsi
dinanzi al Faraone-Calipso (Califfo).
 significa anche αἰτία e Ay cioè au, sigla di aurum: Ay era la Piramide d’oro.
<<Il nome italiano "Egitto" deriva dalla parola latina Aegyptus che a sua volta viene dal greco
Αίγυπτος, Aìgyptos.
Il nome greco potrebbe ancora essere una derivazione dall'egiziano antico Hwt k3 Pth, "casa del Ka
di Ptah", nome di un tempio del dio Ptah a Menfi>> (Wikipedia, Egitto).
97
I Sette Re
Secondo la tradizione storica romana sono:
1. Romolo, piccolo Remo
2. Numa Pompilio
3. Tullo Ostilio
4. Anco Marzio
5. Tarquinio Prisco
6. Servio Tullio
7. Tarquinio Il Superbo.
Essi vengono definiti nel linguaggio criptoebraico le Sette Allegrezze o i Sette Allegri (Allegretti).
Il numero sette arabo deriva dalla metà del triangolo della Piramide capovolta.
<<Da secoli, la devozione delle Sette Allegrezze di Maria era stata particolarmente sentita e
praticata da domenicani e francescani i quali, così, alimentavano una sorta di culto quasi
superstizioso,
e
comunque
molto
rozzo,
della
madre
di
Cristo.
Tommaso Becket, Jacopone da Todi e altri avevano trattato questo tema che era stato anche
oggetto di una lirica latina, scritta da Bernardo di Chiaravalle. Di quest’ultima si erano avute
numerose versioni in volgare. Forse una di queste volgarizzazioni, chiamata “Istorietta” e
composta
nel
1551
a
Firenze,
era
il
libro
letto
dal
compagno
di
Bruno.
È degno di nota il fatto che, a distanza di due secoli dall’episodio in cui fu coinvolto Bruno,
operette di questo genere saranno poste all’Indice da Clemente XI, non tanto per la puerilità e la
rozzezza delle trattazioni, quanto perché giudicate in grado di inquinare la purezza della figura
della Vergine>> (Brano tratto da “Signum - Centro di ricerche informatiche per le discipline
umanistiche – Pisa, INSR - Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento – Firenze”).
La parola allegrezza o allegria e l’aggettivo allegro significava gioire per il gallo fatto all’ἄλλος,
cioè all’altro, al nemico perché aeger, cioè ostile e dannoso.
Il significato di allegro è non malato, non triste, non melanconico cioè non aeger (aegri).
In inglese sarebbe “non eager” e “non eagle”, cioè non appartenente all’Aquila Egizia e, in seguito,
Romana.
Erano considerati portatori di aegritudo i popoli dell’Agro (Romano) e degli altri Agri (Argo),
perché erano acri, cioè veneravano il sadismo dell’acus, cioè erano aguzzini.
Dal concetto di Ager deriva il toponimo Algeri
98
Algeri era la sede di Al Gerens cioè di Alì Gerens e dei suoi Algerini.
Egli era a capo della Gerona o Girona, nome che fu poi dato alla Catalogna130 conquistata dagli
arabi ed alla sua capitale, Girona.
La Girona era l’E-gira di Maometto e, prima di lui, del Faraone.
Consisteva nel Giro dell’Europa per la ricerca ed il rastrellamento degli schiavi da trasferire in
Africa, nel Girone infernale, in vista del Pireneo (πῦρ Αἰνείας) nel Cireneo (χορός Αἰνείας).
Gli schiavi erano definiti in vario modo: loglio (lolium e lilium), zizza (suis e ninna), pula (polish,
apula, ad pium, api o apes) etc.
Dato che le zone di transito dall’Europa, La Donna, al Nordafrica, Il Leone, erano essenzialmente
tre, Gibilterra, Italia ed Illiria, salendo da Gibilterra e riscendendo per i Balcani si compiva il Giro
dell’Europa: l’E-gira.
A parte il percorso terrestre, esistevano diversi percorsi nautici, con i porti intercalati lungo il primo.
Sotto il profilo geografico con la parola loglio o lolium si designava il low lio (lio o leo, loll, vedi
cognomen Lollius).
La Francia d’oil e d’oc era il grande coil o colino della Gran Bretagna per il recoil (reculare), la
collectio o colecta (colligere è to pick, to gather together).
La Spagna era la testa dell’Europa con il naso, la bocca e la lingua immaginaria.
La lingua, cioè il link, era detto langue d’oc o lingua d’oca e lingua del Sì, cioè per il Si(on).
Esso era realizzato con una lancha (lanx) dal dock (d’oc) di Malaga o Malaka a Tangeri, con
prosieguo per Kamel o Karmel, cioè la Xora Melaine o Caramella, dove si produceva la melassa o
μαλακος (caramella o caramelo o camelot).
La χώρα del Mali era dove si procedeva a malaxare le mele (mala o μῆλα), cioè all’evirazione:
μαλασσειν τά μῆλα era usare τά μαλακά σκεύη con il Milano o Brit[on]’Milà[no].
La χώρα del Mel dell’ayn mollificare o rendere mellifluo o apizzare
L’oil, oltre ad essere ὁ φίλος (il filo, el hilo), era anche l’ilo, ileo o ilio d’Europa, vale a dire la
Slovenia.
Per Zizza si intendeva la Nizza (Z in N) della Zozza Suisa.
La Nizza era la Nassa di Marsilia, cioè il “pescato in rete” inviato verso le Nozze o Noxia di
Nitida e Nisseno
Con Pula si designava Pola, la cola d’Europa, da dove un fiume di schiavi (Fiume), proveniente
anche dalla Polonia (Pola), proseguiva verso il Palatium S (Spalato) o Monte dei Negri
130
Catalogna, Cataluña, Catalunya, significa arriba y abajo (κατὰ) la uña.
99
(Montenegro) o Pod Gorica per la successiva Makella (Macedonia)131: Skoppio (Skopjie) o Skizari
(Scutari) e Ragù (Ragusa o Dubrovnik).
Il percorso ascendente e discendente dall’Egitto era Assur, cioè Ab Syria (scalo) e Ad Syria (calo),
Per gli schiavi Sudden (Sud Danesi) era absurdus finire tra i Sardi nella S’ara D oppure in Sudan,
dove il Sutor (suth, south) o Sator (S-autor o S-actor) attendeva per il S ago e la S agonia (Saga).
Nella regione di Girona, sin dall’epoca musulmana, era stanziata una comunità di romeni o romani
gitanos, la Gita, che si occupava della Gira o Girona e si riconosceva nel Gypsy (Αἴγυπτος o
Aegyptus).
Erano soprannominati anche Tziganos (Tzion Canes) ed erano come gli altri rom Zingari, cioè al
servizio della Zenga egizia.
Per questo stesso motivo erano detti egipcianos, antichi amici degli egipcios e loro emuli.
Zingari erano anche i Lusitani o Andalusi.
Costoro gestivano O-Portu-Gal alla Lusi Tana o Tana della Luce.
Zingaro significava zeccaro, uomo che zecca o merca (in spagnolo hombre que sella) e, quindi,
mercator che marca e merca (di qui i termini mark, marco, marso etc.)132.
Ma un ulteriore significato è necator, se Zecca si legge come Necca (Z in N), cifratura di Necare
(inglese to neck).
Romolo
Romanum imperium, quo neque ab exordio ullum fere minus neque incrementis toto orbe amplius
humana potest memoria recordari, a Romulo exordium habet, qui Reae Silviae, Vestalis virginis,
filius et, quantum putatus est, Martis cum Remo fratre uno partu editus est. Is cum inter pastores
latrocinaretur, decem et octo annos natus urbem exiguam in Palatino monte constituit XI Kal.
Maias, Olympiadis sextae anno tertio, post Troiae excidium, ut qui plurimum minimumque tradunt,
anno trecentesimo nonagesimo quarto.
(Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, I, 1)
Il nome del primo Re di Roma significa piccola Roma o piccola Ruma.
Era in principio un piccolo insediamento Amur o  amur, cioè derivante dalle Mura delle
Piramidi egizie.
La forma grammaticale corretta in latino sarebbe a muris ().
La variante piccola Roma significa Amor o  amor ovverosia “a moris” o “a morbus”.
131
Equivale alla Maiella d’Abruzzo
Vedi i dipinti di Vincent van Gogh, The Caravans, Gypsy Camp near Arles, e di Dirck Hals, La Gitanilla (Museo del
Louvre).
132
100
Doveva essere il germe per la rifondazione della potenza della prima Roma, fiorita in Egitto, ma, in
realtà, il suo scopo era quello di combattere le popolazioni che si erano riconosciute nell’Impero dei
Faraoni afro-musulmani.
Pertanto i due complementi di moto da luogo A-mur o A-mor, contrari di Ruma e di Roma, vanno
letti immaginando di far coincidere la A con la Piramide di Keope ed il resto della parola con un
ponte che si allunga fino a Roma (RumA oppure RomA).
Letti così, Amur e Amor assumono il significato di contro Le Mura, contro le Piramidi.
Era l’idea coltivata anche dalle popolazioni a-Μοῖραι, cioè dagli a-mori-cani o a-meri-cani, avversi
alla Pώμη d’Egitto, isiaca ed islamica.
Eutropio dice che Romolo fondò Roma: <<post Troiae excidium>> e <<cum inter pastores
latrocinaretur>>, con ciò sottolineando l’ostilità di Roma ai Pastores o Patres dello schiavismo
islamico ed ebraico.
I Pastores per i Romani erano quelli a capo della Pascua, cioè del Passaggio, Passover, Pesach
degli schiavi europei verso i Pascoli dell’Africa, il Medioriente e l’Asia.
L’Italia era un importante ponte di collegamento tra l’Europa, l’Africa e il Medioriente.
Il Pass-Over era:
- transvectio, passaggio al Vectius o Vettius (Vetta, cyma, κῦμα) o al Beccus degli Elvetici
(Helvetii), degli Svevi (Suebi), Veccus o Vegetius (invecchiamento e stato vegetale).133
- trames, passaggio allo Stramen.
- transĭtus, passaggio al Situs Hierosolymae.
- transgressio, passaggio al Gradus (Gradus e Grex).
- transmissio, passaggio dei Missi alla Missio del Mittens134.
- via, passaggio all’Avia (gabbia o arnia) degli Aves, all’Ovile degli Ovini135, all’Obvia (ἡ βία, da
cui Olbia e Alba, luogo della coartazione e della violenza sugli infanti: l’ideogramma dell’infante in
fasce è il numero 8).
Numa Pompilio
I Numani o Numantini erano gli Homines N (ignomines) o L (leuci), cioè soprattutto Sunniti, in
Italia chiamati Samnites o Sabei, Sabelli, Sabini.
133
Vedi Vettia o Vetia Gens.
Got mitt Uns.
Smith:
<<1. A metalworker, especially one who works metal when it is hot and malleable. Often used in combination: a
silversmith; a goldsmith. 2. A blacksmith>> www.thefreedictionary.com .
135
Vedi le voci latine cŏvinnus e covinnarius.
134
101
Erano appellati dalle popolazioni europee Nord Men, cioè Normanni, perché erano popoli del N
Ordo o N Oro, cioè di origine arabo-musulmana ed erano stati potentissimi durante l’Impero Solare
Egizio.
Dato che in estremo oriente esisteva una civiltà solare analoga a quella egizia, Numani erano anche
le popolazioni dell’Orda d’Oro, cioè provenienti dalle terre del Sol Levante.
Numani era sinonimo di Inumani.
I Pompilii erano i Pompeiani, discendenti dei Sunniti musulmani, riconducibili anche loro alla
macrocategoria dei Sanniti italiani od Osco-Umbri.
Il loro nome derivava da bomba, anticamente la bomba (--) lanciata dalla Dome o  Home.
Tito Tazio era il re dei Sabini, uno dei popoli Numani o Sunniti.
Era noto anche come Re di Macstarna o del Quirinale, cioè della Mastaba dell’Altopiano delle
Rocche o Altare d’Italia.
Tito Tazio era un nome acrostico che era stato coniato per riferirsi al Potitus Ta[tus] Zion, cioè al
Potente Pater della PTA egizia (Ptah).
All’epoca il nome era portato dal Signore del luogo dove era stato sepolto un potente Faraone, che,
da Pater dello schiavismo Ptah, era diventato lui stesso Patera in Mastarna, cioè nella Star
[Ro]Mana (ἀστηρ, astrum).
Costui in seguito fu soprannominato Tione negli Abruzzi o Tione degli Abruzzi.
La Mastarna, luogo sepolcrale dell’Avis straniero136, era considerato sacro e, come tale, era
l’Altare d’Italia.
136
L’Avis Externa, cioè straniera è Capestrano, cioè Capo estraneo, Caporciano, cioè Capo Porcino, appartenente a
genti considerate porci, ma non nel semplice senso di animali immondi, bensì nel senso di animali che si riconoscevano
e nei sacrifici cruenti e nei sacrifici egizi, praticati con l’utilizzo dell’energia elettromagnetica.
Porco, infatti, è un termine che va inteso in base al significato della parola inglese porch, crittogramma che in realtà
nasconde in sé il significato di onda elettromagnetica.
Mastarna può essere considerato un’Arpia, cioè un Avis dell’Ara Keopia.
In epoca medievale il Padre della Filosofia Scolastica Anselmo d’Aosta assunse tale nome per riferirsi a Ma starna.
Infatti, il nome Anselmo significa principalmente anser cioè starna, ma con le seguenti ulteriori specificazioni:
- anser elmo da ostia, cioè oche ostie per l’Eremo
- anser elmo dia(volo) ostia, cioè oche ostie per il Diabolus dell’Eremo
- anser elmo di AO in stia, cioè oche ostie per la stia dell’A.
102
In epoca preromana vi si celebravano sacrifici dionisiaci o suovetaurilia, che continuarono anche
durante l’epoca romana.
Il personaggio come “avis estarna”, aliena, era un Capo dell’Anas137 o dell’Anser, cioè un capo
delle popolazioni che si dedicavano al Gioco dell’Oca.:
In quanto tale egli è  SHP cioè una Serpe o Cobra di Septh138 o del Delta .
Fa parte degli ἀνὰ σηρ, σήρες139
Proviene o comunque fa capo al Sara o Ara S, cioè all’Egitto delle Piramidi, chiamato dagli arabi
<<Sahrāʾ>>,deserto oppure <<aṣ-Ṣaḥrāʾ al-Kubrā>>, il più Grande Deserto, perché il sistema
tecnologico di cui disponevano i Faraoni era in grado di desertificare intere lande.
- anser elmo di AQ, cioè oche ostie per l’Eremo dell’Aquila,di Al-Aqsa o di Acus, di qui il nome dell’altro famoso
filosofo scolastico d’Aquino o d’Aquilino.
Nella stia od arnia egizia si faceva la fine della Aleph o Alif, cioè la fine della croce egizia o fine nazista .
La lettera ebraica aleph (‫)א‬, la lettera greca alfa (A,α) e la lettera latina a (A,a), derivano dal fenicio 'āleph , a sua
volta derivante dal proto-cananeo alp (bue).
L’aleph o
aleph (da cui Califfo) è l’Occhio spalancato della vittima morta con la bocca aperta al termine del
sacrificio.
Stia o stiva dell’A, alfa ed omega, principio e fine, significava anche “soluzione finale” per la razza bianca.
137
Anas, anatidae significa anatra in latino, e deriva dal verbo năto, nătas, natavi, natatum, nătāre, nuotare preceduto
dalla preposizione greca ἀνὰ.
Il verbo latino nato deriva dal greco νέω o νάω, da cui deriva anche il latino navis e ναός (Tempio), ma un altro verbo
greco esprime il concetto di galleggiamento ed è νήχομαι, verbo che condivide con necare la medesima radice nec-.
Il Tempio Egizio era il Gallo, nel senso di gaol o jail, dove si annegava, cioè si uccideva trasformando in sostanza gialla
le vittime e dove queste galleggiare o, per così dire, gialleggiavano disciolti.
Ma la saponificazione era preceduta dal becco del gallo o becco giallo, cioè la sevizie con il fioretto elettrico o fioretto
pasquale (passover o trafittura).
I musulmani yemeniti usarono il contrario della parola anas, cioè sana, nome dell’attuale capitale dello Yemen, per
inneggiare al gioco dell’oca sugli schiavi bianchi, sebbene in una versione di tutt’altro tipo rispetto a quella egizia.
Qui sana significa zanna, cioè lama ricurva e anas significa anaz cioè a-nascor, anche se nelle are meglio attrezzate si
poteva realizzare il vero e proprio Tempio egizio, con ana Z (), llama e lama (anche nel senso di previo y sucesivo
lamer).
Tutto ciò era praticato sugli yeomen, come si può evincere dalla combinazione dei nomi geografici Yemen e Oman.
Gli yeomen erano gli yellow men o yellowish o yewish, cioè gli schiavi di pelle e capigliatura chiara.
138
Septh è il Dio del Septem, del Sectar, della Sepsi.
139
Il crittogramma Σήρ è il contrario di PHS, da cui deriva il latino res, rei.
Divenne il nome dei Tugs o Thugs, i musulmani indiani, dai quali la silk era procurata (rimorchiata) ai Cinesi.
I Britannici definirono i Cinesi silkworms, vermi della seta, cioè vermi della Zed e della Seda, perché producevano
bachi, cioè larve umane, utilizzando il coil : le Piramidi cinesi erano una fabbrica di silky, come le Piramidi egizie.
Worm, che in italiano significa baco e verme, era l’equivalente del greco ερμα.
L’erma era la vittima trasportata da Hermes all’Eremo cioè all’E-remo per l’E- ρώμη 
L’aggettivo σηρικός, serico, era predicato della vittima sottoposta al Σήρ, cioè al Sara nell’ara S o Z.
La procedura Sara consisteva nel desertificare cioè nel bruciare la vittima.
Da Sara, Ara o Area S deriva il verbo inglese to harass, equivalente del verbo to annoy.
Hannoy o Hanoy era Yonas o Jonas, cioè lo schiavo ebreo in Cina, cioè tra i cani che dopo averla uccisa la
trasformavano in Japon, cioè in jabon o sapone.
Il nome Hanoy è connesso etimologicamente a to anoint, che significa Ionas in T (croce), a noise, rumore, ma in realtà
grido od urlo, nose, naso, in spagnolo nariz, cioè vittima nera Z, per l’impiego dell’energia Z ().
103
Dato che dal vocabolo latino anser deriva la parola inglese answer, non è da escludere che
l’Altopiano fosse abitato già in epoca preromana da una Sibilla od Oracolo del Serpente, allo stesso
modo di altri luoghi ritenuti sacri (Cuma, Delfi etc.) per la presenza di “medium”.
Forse l’Anser-Mastarna era il luogo sacro per antonomasia dei Tirreni, l’Ara o Altare d’Italia, e
forse fu questo il motivo per cui vi fu condotto Yoshua di Nazareth, il Nazi, il cui Corpo dovrebbe
essere ancora inspiegabilmente “vivente” a distanza di secoli, custodito in un antro segreto e posto
al centro del rituale criptoebraico dell’Anastasis magica.
Secondo gli studi dell'imperatore Claudio Tito Tazio apparteneva alle genti dei Servi Tullii, di
coloro che provenivano dall’A-Tollo, cioè dall’Egitto, dove per millenni fu invalsa la consuetudine
dell’Aleph o Alif tollere.
Tito Tazio fu associato a Romolo nell'unione tra i due popoli, e quindi regnò su Roma, anche se per
un solo anno.
Tullus Hostilius
Il nome Tullus Hostilius significa:
- T-ullus hostilis, cioè T, nullus hostis, nullus servus este (aestus, aestivus, della fonte aestuaria)
- Tollo hostiles di Tollo, Tollo è il Tholos di Tholomeo, Πτολεμαῖος, cioè il Sole () mayor
(μαῖος) di Toro romeo (Torre di ).
Quelli profughi da A-Tollo, cioè Apuli, Piceni e Picentini, Iapigi, Adriani o Atriani, anche oltre il
Mar Adriatico, erano percepiti come estranei ed ostili dai Romani,
Essi erano, per usare un toponimo della provincia di Chieti, Schiavi d’Abruzzo, cioè schiavi reduci
dell’abbrucio e destinati nuovamente all’abbrucio:
« Huic successit Tullus Hostilus. Hic bella reparavit, Albanos vicit, qui ab urbe Roma duodecimo
miliario sunt, Veientes et Fidenates, quorum alii sexto miliario adsunt ab urbe Roma, alii octavo
decimo, bello superavit, urbem ampliavit, adiecto Caelio monte. Cum triginta et duos annos
regnasset, fulmine ictus, cum domo sua arsit »
(Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, I, 4)
Tullo Ostilio debellò Albanos, Veientes e Fidenates penetrando fin dentro i loro territori, che erano:
Albanos
II X milia = 2 e 10 miglia = 315 km da Roma per Albano Beneventum  Potentia
Albano   Banato (Indija e Ruma)
Veientes
VI/to milia = 9 km, αῦρος o Etruria, i Veientes erano i Teucri del “vĕhĕre Gallos”
Il loro porto principale era Civitavecchia dove imbarcavano sclavi Galli per portarli
nella Troade facendo scalo a Gioia Tauro.
104
Fidenates
VIII X milia = 8 e 10 miglia = 1.215 km
 Bucarest
X VIII milia = 10 e 8 = 162 km per Fidene  Offida (Marche)
 Alfedena (Abruzzo)
 Ofena (Abruzzo)
Anco Marcio
Il nome Anco Marcius significa che i Romani avevano distrutto i Marsi e le popolazioni stanziate
ἀνὰ cuna, cioè gli Anconetani o gli Anas (Anatidae), cioè Piceni, Peucetii e Picentini, appartenenti
al popolo dei Messapici o Iapici (Iapigi), vale a dire al popolo del Picus140.
I Messapici erano il popolo della messe di schiavi destinati all’Apice (Apex) o al Picco (Picus),
mentre gli Iapici erano le popolazioni d’Italia che contribuivano al sistema del Picco.
Per le popolazioni anglo-germaniche il Messapico o lo Iapige era un big pig nel senso di un big del
pic (picus, fioretto per le sevizie)..
Nella cultura ebraica essi sono noti come i popoli del Messia, cioè del missus del Signore per la
mietitura della messe (mass).
« Post hunc Ancus Marcius, Numae ex filia nepos, suscepit imperium. Contra Latinos dimicavit.
Aventinum montem civitati adiecit et Ianiculum, apud ostium Tiberis supra mare sexto decimo
miliario ad urbe Roma condidit. Vicesimo et quarto anno imperii morbo periit. »
(Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, I, 5)
La frase <<contra Latinos dimicavit. Aventinum montem civitati adiecit et Ianiculum>> va
interpretata nel senso che Ancus, dopo aver sconfitto i Latini confinarii, sconfisse anche i Marsi che
facevano capo all’Aventino dell’Altopiano delle Rocche.
Prendendo come punto di riferimento Roma <<contra Latinos>> significa che per raggiungere
l’Aventino bisogna passare per Tiburs, cioè Tivoli.
Il toponimo Tiburs significa Ti Robur, Tivoli significa Ti Vis e, come tale, costituisce un rinvio al
AVIS HAZAN della Marsica, cioè all’Aventino dell’Altopiano delle Rocche, adiacente al bacino
marsicano, e inscritto nel Tibur o Tabor o Tamburo.
140
Il Picus, nel linguaggio crittato, era il Becco Giallo dell’Aquila, cioè la Piramide ricoperta d’Oro vista come il
becco di un rapace immaginario, che ghermisce gli agnelli condotti dal Pastore al πάσχ (Pascolo).
Sempre nel linguaggio crittato, la Piramide può essere vista anche come l’artiglio di un rapace o, ancor meglio, come la
zampa palmata di un’oca.
Nell’antica Roma il rapace fu chiamato Ara Pacis (A-Ra-Pcis).
Il popolo dell’Aquila usava il Becco (pic, beak, peak) sui Piccoli d’Israele tradotti schiavi (picked up in Europe).
Dal picus, l’egizio Ibi[c]z, deriva il nome Ibiza e l’antico toponimo Piczulo (AQ), antichissime zone baleariche (Baal),
come d’altra parte il Lazio, il cui Re Pico, figlio di Saturno e padre di Fauno; fu trasformato in picchio da Circe.
Il sistema di sterminio che rimase in piedi per millenni fu definito bizzarro per le tecniche di sterminio utilizzate.
Bizzarro infatti deriva da boaz jar, B e J, Boaz e Jachin: <<cylindrical vessel, early 15c., possibly from Middle French
jarre "liquid measure" (smaller than a barrel), 12c., from Provençal jarra, from Arabic jarrah "earthen water vessel"
(whence also Spanish jarra, Italian giarra)>> (vedi anche il toponimo siciliano Giarre).
Può essere interpretato anche come bis jar, biscia e piscia, in relazione alla sostanza liquefatta che usciva dai cilindri o
giare in cui venivano inseriti i prigionieri da giustiziare.
105
Tivoli nasconde in sé anche il nome Latino, perché Lativo(li) equivale a Latino, entrambi da Latus.
L’Avis Ianiculum dell’Altopiano delle Rocche era considerato luogo simbolo della VIS e del
VELLE del Latus Aegyptus o, semplicemente, Latium.
Il luogo era considerato dai Romani Elatum cioè Elevatum ed Efferatum, per essere stato collegato
all’Egitto dei Faraoni come Ara d’Italia ed era come tale Alatum, luogo di Alì e della Sfinge
alata141.
Le popolazioni stanziate ἀνὰ cuna, al tempo dei Faraoni, erano le popolazioni galliche che
vivevano al di là della Laguna142 vèneta e al di là della cuna slovena-lìgure.
Queste popolazioni erano considerate ancillari, cioè popolazioni per l’Ἀγκών (latino ancòn).
L’ ἀγκών si praticava presso gli Angles (Saxons), le Piramidi.
In greco ἀνάγκη significava ineluttabilità dell’ ἀγκών o, quanto meno, del semplice ancus.
La sigla  significava ANKH cioè ἀνὰ KH o ἀνὰ KAI con N (un lirico greco,
Anacreonte, ne fece il proprio nome).
Il popolo Ἄχαιός (acheo) era quello dell’A-καίω e la sua occupazione principale era la καυμα, in
spagnolo quema e cama, in italiano cremazione (era la Causa dell’Olocausto, ἡ καῦσις o ἡ
αἰτία).
Le vittime erano i camiti: il camita è il καλός μῦθος, μοῦσα, μοῖσα, il mouse, il camuso, da non
confondersi con il negro, suo nemico.
La parola latina cuna si ritrova nella parola icona, importante nella liturgia cristiana non tanto in
relazione al martirologio dei Santi, quanto in dipendenza del suo significato originario.
La I cuna, in greco εἰκόνα e εἰκών o, sinteticamente,  (psi), era la stessa Aquila Imperiale egizia.
Simboleggiava la cùnula (culla), cioè la kaba (cuba), bara (barka o barak) elettrificata.
141
Eutropio, che scrive in maniera cifrata, parla di dimicatio (dimicavit).
Ciò significa che Ancus Marsus procedette, dopo la disfatta dei Marsi, alla de-amicatio, cioè alla deamicazione o
decimazione degli uomini del popolo vinto, fino alla loro totale soppressione e la susseguente schiavizzazione delle loro
donne (dal prefisso greco ημί, hemì, latino semi, ricavato da μισός e ήμισυς, ημίσεια, ήμισυ, Old English sōm-, sām-,
half).
L’amicus era per la componente femminile del popolo il mecum della mulier, cioè l’uomo atto a combattere e a
procreare una familia.
Tra i guerrieri l’amicus era “arma mecum”, cioè commilitone (armecum  amecum  amicus). .
L’etimo della parola deriva tuttavia da anicus, sincopato in ancus.
Gli anici (ricordati nel nomen di una gens Romana, la gens Anicia), erano i discendenti degli Alfa Nike, Vittoria Alfa o
Vittoria di Alif.
Vittime degli anici marsi erano stati i Boi-Friends, cioè i Galli diventati friends dopo lessere stati fried (fry end).
142
Laguna deriva da lacus che, a sua volta, deriva da acus, -i.
Stessa etimologia ha la parola acqua (aqua) e la parola aquila.
Il cunnus ed il suo diminutivo cuniculus sono gli orifizi dove si introduce l’acus (in spagnolo aguja, in italiano, aguglia
o, semplicemente, ago) o il cuneus (I cuneus o I cona).
Il coniglio rabbit è il roditore che si introduce nel cuniculus.
Il crittogramma per acu o aqu è
 Q e, in genetica riproduttiva, è spermatozoo-uovo.
106
La
I
che attraversa la cuna (cunetta) rappresenta la spina del cavo che collegava la kaba al
generatore di corrente elettrica.
y
107
Immaginando di ruotare la forca si ottiene il cuniculus, un cilindro con la croce rossa, simbolo della atrocità del congegno.
Questo è atrox perché è una croce elettrica che arrostisce, è cioè una T ros.
cunnus
cuniculus
cuna
In realtà, lo schema del cilindro (barrel, barile, cuba o botte) non è sufficiente, ma va completato aggiungendo altri elementi.
barca
iuvenca
μυ
μόσχος
μῦς
μυῖα
musca, -ae
mus, muris
Icona
108
Diamante
DAMAS
ss
rr
A
Rombo
Nagorno karabak o kabarak
nagma
nag
ἰπνός
horno
F-URNA
IPNOS
kara
URINA
ὕπνος
baka o kaba
HONEY
MEL
APE
APIS
BEE
ABEJA
109
L’uomo in croce va immaginato disteso orizzontalmente nel contenitore barka o barak (Kaba), con
I
gli arti superiori distesi lungo il tronco e gli arti inferiori giunti, a formare una Colonna .
Esso era conosciuto come Mῦς, cioè Mosè, Musa, Mόσχος, cioè Vitello d’Oro, Mύ-κύων (κυνός),
cioè Dog, terminologia che va interpretata alla luce dei sostantivi latini mulsus e mulsa nonché dei
verbi emulgeo ed emulceo ma soprattutto sulla scorta del greco μέλας, -αινα, -αν (per un astuto
camuffamento linguistico ne sono derivati termini come mousse, hydromel, honey-sweet, mellito,
mellifluo, melassa, caramella)143.
L’Aquila
 può diventare una coppa facendo scorrere la I

Il Diamante, in latino adamàs, completato in rombo, come nello schema è un’allegoria dell’onda
elettrica elettromagnetica
oltre che la punta del fioretto elettrico.
Da adamàs prende il nome la città siriana di Damasco e diamante pentagonale deriva il simbolo del
Pentalfa, in cui si riconoscono tutte le popolazioni che si richiamano alla Sura, al Corano e
all’antico Egitto Nazista.
143
Dalla combinazione di μῦς μυός o μυῖα, -ας, con κύων (genitivo κυνός) è nato il nome dell’isola greca di
Mύκονος, che ha lo stesso significato di Μυκερινος.
Vedi i toponimi della città turca Melitene (Malatya) e della città greca Mitilene (Μυτιλήνη).
La caramella, in spagnolo caramelo, è Camel o Gamal (Gamla), cioè il prodotto di rifiuto del procedimento  Umma o
Gamma (fenicio Gimel).
Il Cammello era il Cavallo (Equus), cioè la Svastica Nazi formata da una serie di L che, dislocate, danno la figura di un
Cavallo.
La lettera fenicia Gimel, somigliante al collo ed alla testa di un cavallo, era un grafema che rappresentava sia l’energia
Gamma sia il gancio o l’uncino del macellaio moses o mosul.
In greco l’uncino era ἡ ἄγκυρα, l’àncora o amo per gli amores di Roma, cioè per i fanciulli e le fanciulle gallo-romane.
Essi erano nordeuropei, vittime del roaming o romitaggio verso Roma egizia, dove li attendeva l’Amo Il Camita (latino
Hamus, greco Chamòs).
Per i Turchi il simbolo dell’ ἄγκυρα fu così importante che assurse a nome della loro capitale Ankara.
110
Prescindendo dal Pentalfa egizio, l’onda doppia, è stata assunta a simbolo dello stato di Israele nella
forma di stella di Davide
A
La scelta del simbolo rappresentativo dello Stato recentemente costituitosi è dovuta al fatto che
l’olocausto mediante energia elettromagnetica è stata nel corso dei secoli il principale strumento di
sterminio degli ebrei.
L’acconciatura dei capelli chiamata peot, con le treccine ad
8, ricorda ugualmente la doppia elica
dell’onda elettromagnetica, raffigurata per esempio nel Caduceo (Κερυκειον).
A parte l’energia elettrica, gli antichi Egizi erano in grado di produrre altre forme di energia.
Sempre nel campo dell’energia elettromagnetica già avevano inventato il laser, ma ciò che è più
straordinario avevano a disposizione l’energia per la levitazione e l’energia per indurre la morte
apparente, impropriamente detta ipnosi o catalessi.
Conoscevano lo spettro delle radiazioni ionizzanti e non e il modo per produrre le microonde a
bassa frequenza.
Importanti erano i raggi iper Gamma, cioè i raggi Delta () e i raggi Eta (H) utilizzati per la
ἑταίρα,
cioè per l’ἰπνός, quemadura o KHMAD.
Da ἑταίρα, etera, deriva la parola ètere.
111
Tarquinio Prisco
Il nome Tarquinius Priscus si riferiva alla sconfitta dei più potenti tra gli abitanti dell’Italia, i Primi
o Prisci (nemici), cioè gli Etruschi.
Gli Etruschi erano definiti Tarquini perché erano di origine turca: tarchini, turchini, turchesi.
Gli antichi anglosassoni e gli antichi germani li definivano turk e li equiparavano ai taji, taki, thay
perché dediti al pari di quelli al tur (to burn) e al tak (to tack).
I Greci li identificavano come popolo Τευκρος, cioè i θεοῦ χριστόι, gli θεοῦ ὠχρόι (spagnolo
ogros).
Erano famosi in Europa perchè torquebant le popolazioni che riuscivano ad assoggettare,
spremendole ed angariandole.
Su di esse si soddisfacevano praticando la torrefactio, articolata in torturare (torrere-T-urare),
fracturare e [in]taccare.
Da tale prassi sono derivati i verbi italiani tacciare e tracciare, i verbi inglesi to track e to trail.
112
Il verbo latino tăcĕo, tăces, tacui, tacitum, tăcēre deriva ugualmente dalla tacca sulla vittima ma con
particolare riguardo alla tacca della lingua.
Il termine che forse rende meglio l’idea della tacca è tacchino e taccuino: il tacchino è tracciato (e
tranciato) dal macellaio alla stessa maniera del taccuino, tracciato dallo stilografo.
Il tacchino era per gli arabi taquim, parola che ha dato origine ad almanacco e allo spagnolo
almacen.
I termini si riferivano al registro contabile e all’emporio di Galli tenuto dagli arabi.
Il verbo terrere (terrĕo, terres, terrui, territum, terrēre) era nato, invece, alla prassi di seppellire vive
le vittime.
Servio Tullio
Il nome Servius Tullius deve essere interpretato, alla luce del verbo latino tollo, come sterminatore
di servi.
I servii, nome che divenne il nomen simbolico di una gens romana, erano coloro che avevano
servito l’A-Tollo o A-Θόλος o A-Tumulus.
Ad esempio gli attuali Serbi erano considerati servi delle Serpi egizie dai Romani e, più in generale,
lo erano gli attuali Slavi, definiti sclavi, non tanto per il fatto che erano stati sottomessi militarmente
quanto per il fatto che erano stati amici del Serpente della Clavis Egizia (S – Clavis).
Tarquinio Il Superbo
Come Tarquinio Prisco il nome era stato adottato per riferirsi alla distruzione degli etruschi super
Bononia, dominatori cioè dei Galli Boi o Boni (Dea Bona).
Il loro territorio era chiamato Superba, cioè Super Erba, Arbia o Arabia c’è l’Elba o l’Alba.
L’Alba era l’Europa del Nord da dove i Galli erano finiti in Licia, Cilicia, Seleucia, Galilea, Galatia,
Galizia, Lusitania, Andalusia etc..
113
HORATII
Il nomen Horatius deriva dalla unione di Oro e Latium, dove Latium sta per Latum.
Oro Latum o, semplicemente, Latum è il nome dell’antico Egitto, perché terra delle Piramidi d’Oro.
Oro è Hλιος (H-oro), ma Oro è anche la stessa Piramide ricoperta d’oro e Latum, da cui Latium, è il
suo lato triangolare.
La Piramide rappresentata in maniera semplificata con uno dei suoi quattro lati triangolari, l’Oro
Latum (Oro L oppure Orlo)

oppure con il simbolo del suo funzionamento Sion

possedeva la capacità di devastare ampli territori, di arrecare late devastazioni (vastatio).
Per tale motivo l’Egitto venne chiamato anche Lato e Vasto.
La Piramide calata nella O è l’Ora od Orologio.
All’interno del cerchio può essere rappresentata sotto forma di due lancette che segnano le 11-1 e 57 oppure sotto forma di un compasso ed una squadra.
Latona, la divinità venerata dai Romani era L Atum o L Aton (Latus, Latona).
Il nome Latona nascondeva in sé l’espressione La Trona, cioè La Tre che troneggia e tuona (tonitrus
in latino).
L’Aton era l’A Tondo cioè l’A in O, la trafittura.
L’A in O ha lo stesso significato della lettera dell’alfabeto ebraico ayn e nella tradizione italica è
l’ainarse all’ayno, cioè a bucare l’agnello sacrificale (ayno è ovino ed οἶνος).
Il numero Tre è presente anche nelle parole latrones, ladrillos e latrare (da Latrus, Latus e ).
Aton si ritrova nella parola spagnola atùn, che significa tonno, nel senso di tondo e tonto,
contrapposto ad acuto, la punta della fiocina, che è acer (acris, acre).
Si ritrova poi in aceituna, parola in cui ad aceite è stato aggiunto atun.
114
Aceite deriva da acer come ascia (ascer) ed accetta (ascetta o piccola acer) ne consegue che
l’aceituna è l’asceituna cioè l’accetta sull’atunes o atondos
w OO
o, forse meglio, l’axe (nel senso di axis, asta ed aza) sui tondi
w OO
La parola spagnola aceitunas può essere considerate anche come l’acrostico ASTU, A Sex T Ugnas,
il cui significato è unzione o anointment per l’arrostimento nel barile ermetico con l’aceite, cioè con
una soluzione acida
Il nomen Horatius - ΩPATΩ - deriva da Orus.
tuttavia essi sono così chiamati perché erano stati “curati” (Corati) dai Curatii, Curetes o Quirites.
Erano Galli del Nord Europa, cioè erano Dorati o Dori (Δωριεῖς o Δαναό).
Sono stati vittime di Eliodoro ad Eliopoli: H  O e H 
L’Europa, loro sede, è così chiamata per essere stata Terra  EUR-O, cioè di Eliodoro.
Gli Horatii durante l’Impero Egizio erano senza K, cioè senza Corazza.
Tra di loro vivevano comunità criptoebree.
La loro terra è chiamata anche OSTARA, cioè Terra dell’O Est o dell’O Ex[i]t e si estende fino ad
ρος, la catena montuosa che funge da confine, limite con l’Impero del Sol Levante.
115
Si tratta dei Monti Urali, così chiamati perché nella Russia asiatica erano stanziate le razze
dell’olocausto altaico, i Mogul, Hun o Yu[a]n.
Oltre il territorio Mogul c’erano gli Yuri o Uighur (East Turkestan in China), cioè i Cinesi uratores
delle Piramidi dello Xyan144 (Big Hur): essi erano in relazione con i Moses Egizi.
Gli Horatii o Dori erano stati “urati” come gli ebrei, soprattutto in Egitto, e come loro erano stati
deportati anche in Cina, via Somalia-Oman.
Il nome della capitale dell’Oman, Muscat, è un nome molto eloquente.
Significa, infatti, Gatto-Topo (mouse and cat), Gatto Mosca (muzcat o mozca) cioè Gatto che
mozzica

DDD
Come tale l’O Man, l’Uomo di Orus, si definisce Gatto Felino (Tigre, Leone) “mangia mucche”
μυῖα, ma per le vittime è invece un omen (una maledizione abominevole e la sua apparizione è un
presagio di sciagure).
_

La mucca ἡ βοῦς, βοός (bovis, bue) o μυῖα, -ας, ἡ (mosca) è animale sacro agli Indiani, perché
rappresenta la macellazione del loro popolo durante il plurimillenario Impero del Sol Levante,
soprattutto quella mediante OX (booz).
L’idea di bue implica la previa castrazione (notare il genere femminile ἡ di bue).
Da
μυῖα deriva il verbo latino morior, moriris, mortus sum, mori.
In spagnolo mortus è muerto.
Il Morto è l’Orto MV(orto), cioè l’Orto di Oryon, dove il Noyr cioè il Nero (Noir) si è
impossessato del Sole e dove arriva il suo nourishment dall’Europa; è in parole semplici il Cimitero
dell’intera Europa (Cima Terra, Cuma Terra, Semen semita in Terra).
144
Gli Uyghur, popolazione di origine curda, erano parenti dei Lìguri, finiti millenni addietro nello uyushmaq, cioè
nella regione dell’Kusc (uscio) attraverso la quale passavano le carovane schiavistiche dirette al Guscio o Kusc cinese
e attraverso la quale passarono in fuga (huir) i popoli sottomessi dai cinesi, dopo il crollo delle loro gigantesche
Piramidi.
I Lìguri come i Vèneti erano popoli stranieri venuti da Ben (India), assoggettati per un lungo periodo da Om (Cina).
Erano migrati verso Occidente ed una parte di essi era giunta nell’Aiuola d’Italia, cioè in Iulia, passando per l’Illiria.
L’Aiuola d’Italia era un’altra “zona tagliuola” di Ίουλος, era I-Tay rispetto al Ca-Tay o Catanga.
Sulla carta geografica il Catanga è la Cina legata alla Tanzania o Tanganika mediante una tangente che tocca il cerchio
cinese e passa per il Ba-tang (Bank-ladesh).
La Cina è il Ca, perché la sua forma geografica è quella della sillaba Ca, è altresì il Ba (Batata), l’India è il Ben e il
Ba-tangente (Batang).
Catanga o Tanganika erano la Cina e l’Africa unite nella Nike (Tanganika).
Erano immensi territori “catanesi” Κατάνη per il κατανύειν (sterminare) ank, tank, tak dei tacchini o tarquini o turquini
116
Nourishment ha lo stesso etimo di nuora, spagnolo nuera e persino del toponimo Nuoro.
La nuera era la negra che si cibava di schiavi bianchi nel mu-orto (cannibalismo).
Tale circostanza lascia supporre che in Sardegna c’era un’alta concentrazione di are per i sacrifici
cruenti ed il cannibalismo.
La tradizione cannibalistica era stata importata da Sardi, città dell’odierna Turchia, toponimo che
deriva dal greco σάρξ (carne).
Carne deriva dal greco κάρα, da cui deriva anche il latino craneus e lo spagnolo cara.
In epoca romana nurus è la nuora, cioè la donna che entra nella famiglia patriarcale per procreare
figli al pater familias cioè per il nourishment (nutrimento) della famiglia.
Ma l’origine remota del termine è quella di Nuoro, Terra dei Neri.
Infatti, l’Insula di Sardi, prima della conquista romana e durante il dominio etrusco sulla penisola
italiana (che si estendeva fino a Lu-Cuma, confine della Magna Grecia), era abitata non soltanto da
genti di origine sardo-teucra, bensì da Mori, cioè da Negri, soprattutto Cartaginesi e Numidi.
I negri (dal latino niger, nigris) erano genti di pelle e capelli scuri, che uccidevano i bianchi
carbonizzandoli (νεκρό), con l’uso dell’onda N.
Di siffatta pratica erano eager eagles (n-eager, n-eagle).
εκρός deriva dalla radice nec- con l’aggiunta di oro (sole, luce: o, ), di qui il latino
necare, l’inglese to neck e l’italiano annegare (strangolare e soffocare per strangolamento).
La radice nec(k) ed il suo contrario ken (χήν) fa parte degli acrostici:
 - KHN – KHMA- QUEMA (quemar)
ANKH – NHK – AMHK[KA] (Mecca o Makka)
Nella lingua latina la radice nec(k) è diventata la congiunzione negativa nec e neque, in quella
italiana né, in quella russa niet.
In inglese, invece, è diventata net (rete).
La NET è la TEN X (Tensione X), ed è la rete del to redden, cioè la Cama del Camita o la cama in
tuba e, quindi, la Cuba: c[ama-t]uba (nella religione cristiana è la Graticola di San Lorenzo, Santo
festeggiato il X agosto).
To neat significa nettare, ma deriva da nectar e necare.
Il nettare degli Dei è il sangue che esce dal talio del neck della χήν (ken è il contrario di neck).
Il talio comporta l’estrazione del cruor e del s-anguis, cioè delle interiora, compreso il cuore: cruor è
cuore e sangue; sanguis è l’intestino paragonato ad una grande anguilla attorcigliata (la lettera S
iniziale vista come un tratto di intestino).
Anche la parola inglese blood, sangue, è anagramma di bodella o budella.
117
L’anguis è anche la langue, l’inguen (inguinis), cioè la lingua/serpe  (la corrente elettrica) sul fallo
oppure il fallo tagliato, dato che l’uomo, tolto il fallo, ha l’inguine, cioè la lingua (inguen) o
l’ang[olo] della donna .
Ma la parola Sanguis è soprattutto S-an-guis, cioè   Ghiza, che equivale a Y A cioè a MA.
MA è la sigla con cui si designa la Piramide, paragonata alla Madre, cioè all’organo sessuale
femminile.
La Madre può essere simboleggiata dalla sovrapposizione di due triangoli contrapposti
, che
danno MAT.
La copertura della MAT è la TILDE
, cioè la tile (tegola) della Piramide
~
ed esprime
l’emanazione dell’energia prodotta.
La Madre Isis è la MATILDE, la MAT-TILDE.
Immaginando la Piramide con tante tildi disposte in circolo essa diventa il cappello di un JOLLY.
Come Jolly la Piramide può provocare Jolts, cioè scuotimenti tellurici (J-all-T, G-all, -).
La Piramide è la Madre “fertile limo” perché, come V-Ter, riceve i semiti-schiavi dall’Europa e
partorisce i figli per lo schiavismo cannibalistico africano (ma anche per l’America Latina e la
Cina).
Come tale l’Egitto con le sue Piramidi è la Magna Mater (Κυβέλη o Cibelis).
118
W
M
Vagina
Maria o Maya
Y
La Magna Mater, il Delta del Nilo con le sue Piramidi, è al tempo stesso la Vagina dell’Europa.
Infatti, se l’Europa geografica viene vista come una donna con la testa chinata in avanti, si può
immaginare che si accovaccia sull’enorme fallo egizio, dal quale viene fecondata affinché possa
partorire schiavi.
Ciò significa, al di fuori dell’allegoria, che gli schiavisti africani ed arabi salgono verso il ventre
molle e indifeso dell’Europa  e da esso ridiscendono con gli schiavi bianchi ivi catturati 
Gli schiavi sono chiamati semiti - nome oggi usato per designare arabi ed ebrei - perché in Egitto
saranno in gran numero trasformati in limo, in inglese slime, cioè disciolti nei barili ermetici in una
sostanza tipo latte o sapone (saponificazione).
L’Europa Donna era chiamata in greco MAA o anche MAA.
In quest’ultimo caso l’aggiunta della lettera greca ro P esprime la rotazione della W in M:
r
Q
Capovolgendo la W della Wag[ina] si ottiene Mag.
L’espediente enigmistico è noto presso gli ebrei come Maghen (David).
Significa che i Wag “wage vagitus” e i Mag “màyano”.
I Wag sono gli Europei bianchi e i Mag sono i Magi, cioè i popoli cannibali africani, mediorientali
ed asiatici (mag- mangiare
La pratica è la stessa dei popoli Maya dell’America Latina e da essa deriva la parola spagnola
desmayo.
Per gli ebrei inglesi è il sistema Whig/Thories.
Da TILDE, passando per T  TM, deriva TIME, cioè Tempus e Templum (per i Britannici il
Tempio Egizio è il Thames).
119
CURATII
Il nomen Curatius – ΚΥΡΑΤΣΩ - deriva dalla unione di Curo e Latium.
Curatius significa curato, cioè persona alla cui curatio è addetto un curator o medico.
Si tratta però di cura nel senso negativo del termine, si tratta cioè di cura finalizzata al sacrificio del
curato145 (stesso concetto del Quran) e di medicina nel senso di ermeticità (schiavizzazione,
chiusura).
Il medico delle origini è un ermetico, un adoratore di Hermes146.
Curatius può significare anche munito di corazza, sistema di protezione il cui nome deriva da cor,
cordis e che i latini chiamavano lorīca, tegmen, pectorale, thorax147.
In realtà, a parte la corazza vera e propria, erano così chiamati perché provenivano dalla Corazza di
Ciro, cioè dalla Piramide Egizia.
Corazza in inglese è quirass (Quirita) e deriva da X Ra (χείρ).
Una forma linguistica equivalente è armor plate che va interpretato come: plate, arm, orus o, in
termini latini, platus, ramus, aurum.
La corazza, nel significato premevo, è quindi un’arma (arm) che emette raggi energetici distruttivi.
Nell’antico Egitto la Corazza era costituita da un sistema di modificazione del clima (weather
modification), sostanzialmente identico ai moderni sistemi ad induzione magnetometrica e da
dispositivi capaci di emettere fasci di energia laser (vedi il progetto statunitense HAARP, High
Frequency Active Auroral Research Program, o quello peruviano ubicato presso Cajamarca).
I Greci, dopo la caduta dell’Impero Egizio, si impossessarono del know-how per la produzione di
siffatta energia e furono in grado di realizzare congegni laser capaci di colpire bersagli a notevole
distanza.
Il nome dal congegno laser era Faro (Pharo o Pharaoh):
Ad Atene fu realizzato il Pireo, una torre analoga al Faro di Alessandria, presumibilmente capace di
colpire un obiettivo almeno a 60 km di distanza, come si può desumere dal nome dell’isola greca
, che dista 58 km dal porto di Atene.
Il congegno tecnologico fu chiamato in vario modo dalle popolazioni soggette al Faraone, che era il
proprietario del Faro.
145
Il verbo curare deriva da cor, cordis e significava estrarre il cuore o, più in generale, le viscere durante un sacrificio:
exta nel senso di extra.
146
Egli è un verme che si occupa delle erme (έρμα) dell’eremo (Hermosura).
147
Non è da escludere che i Curatii disponessero di polvere pirica e di armi esplosive ed incendiarie.
Corazza può interpretarsi infatti come co-razzo, cioè corvo (κόραξ= cor + arx) o curva razzo ma anche come Ka-oro o
Ka-ura.
Razzo deriva da radium, a sua volta derivante da Ra Deus, cioè Raggio di Dio, ed era ai tempi dell’antico Egitto un
potente raggio o fascio di energia laser.
120
Nel mondo greco-romano uno dei vocaboli che ad esso si riferisce è Ρώμη-Roma, vocabolo da cui
sono derivati numerosi crittogrammi: remo, romolo (piccolo remo), amor.
Platus deriva da P-latus, altro crittogramma che si riferisce al pelo lato, cioè ai campi di obelischi,
alla Piramide del Latte (limo e slime).
La P-lat è anche la tal-P cioè la Piramide tall, tallero, dollaro, tollo, talio.
La Piramide era chiamata anche Chirone, perché la struttura ha 5 angoli, come la mano ha 5 dita,
manche perchè è espressa dal numero X cioè da 10 dita.
In greco la mano χείρ, χειρός significa XHP  PHX.
Dalla prima sigla deriva k-herd, dalla seconda derivano pecchia, apecchia, apicula, catapecchia, che
il ghetto dove prima era Pec/Pes Ius e dove veniva messo il pungiglione elettrico al Giglio Candido
o Fleur de LYS (delicia).
Chirone è Χείρων il Centauro, l’OMO EQUO cioè l’OMO-IXOS, cioè la Piramide che lancia strali,
dove viene sterminato l’uomo ἰχθύς.
La Piramide è un Centauro perché è una XHN o THN Torre (Taurus): produce una quantità enorme
di tensione in KW o CV
I Quirites, dopo la distruzione delle Piramidi, sono rimasti depositari del X Ritus (χείρ rito), cioè
della Scienza degli Egizi.
Si dedicano ai Baccanalia ed ai Suovetaurilia, ma aspirano a rifondare una nuova Roma (simbolo
del Cuore), aspirazione comune ai popoli mediterranei come Greci, Teucri, Cartaginesi, nonché ai
Parsi.
L’ X Ritus è il rito del sacrificio mediante l’onda elettromagnetica XXX detta VLF o OLF, da cui
Elfo e Wolf (è il volt low frequency).
Nel mondo arabo è la muka(rramah) o makkah 
La maka è la cama (kama) dei Camiti, il letto dove viene distesa la vittima.
La volta è il barile/botte cioè il contenitore dove è la cama.
È detta anche Kaba, cioè cava e gabia elettrica, sigla che può essere letta anche come Baka o Abak.
121
Nel linguaggio didascalico la baka è la vaca e l’abak è l’abbacchio al forno elettrico (nella lingua
inglese il concetto di arrostimento al forno è contenuto nell’etimologia della parola bakery ed il
medesimo concetto è sotteso al nome della capitale dell’Azeirbagian, cioè Baku o Baky).
Kaba è una variante di Cuba, nome dato alla grande isola dei Carabi, dove in epoca remota
esisteva una civiltà analoga a quella egizia in possesso della stessa tecnologia della kaba (vedi il
recente ritrovamento delle Piramidi inabissatesi al largo di Capo Sant’Antonio, a nord ovest di
Cuba).
Altre parole che esprimono lo stesso significato di kaba sono cob e cow e web
K
cob
K
cow
PO S
W
web
Come spiegato in precedenza i Curiatii, nella Roma arcaica, erano i “curati“ le genti “in cura” dei
Quirites o Curetes (si potrebbe dire curati e curatore).
Il nome Curetes può essere messo in relazione anche con l’aggettivo latino curtis ed il verbo
curtare, che significa tagliare: cur[a]tius curtius cur[a]taius curtatius.
Curtatius è colui che “curta Tius”, cioè Dius, Theon o Sion e, in particolare, colui che curta il suo
cor, secondo il rito del taglio del petto per estrarne il cuore, organo sede della forza e del coraggio.
Era invalso tra i Quiriti, fin da tempi remotissimi, salutarsi con il motto <<cura ut valeas>>, cioè
“cura” i Curiazi per stare bene e conservare le forze.
La frase equivaleva a <<vale!>> cioè <<valetudo est cura>>.
I Curiazi erano prevalentemente obscuri, cioè di carnagione e capelli scuri, erano Osco-Umbri148,
ma erano obscuri anche in un altro senso, cioè erano “all’oscuro” dei penetralia, arcana o misteria
Imperii.
148
L’osceno (obscenus) è l’opposto di scanno, cioè la vittima da scannare: caino cioè cane è l’archetipo dello
sgozzatore.
Nell’ebraismo l’ebreo è l’eletto Choen, cioè è la vittima eletta dello sgozzamento, ma nel contempo è Gesù di Nazareth,
eletto Ostia Eterna.
Osceno è anche ciò che è opposto alle scenne, che in dialetto italico sono le ali.
Dato che le Ali sono le Piramidi  viste come Ali dell’Aquila Egizia, opposto alle scenne e quindi osceno, oggetto
dello scannamento, è chi abita l’Europa e scende (scenne) schiavo in Egitto: le scenne scendono, l’ala scenne, cioè
122
Con tale parola ci si riferiva nell’antica Roma ai segreti o misteri dei Penati.
Nell’Aedis e nell’Aedes (Casa e Tempio)149 venivano custoditi i simulacri degli Dei Penati.
Nel Templum, in particolare, i Collegia Pontificalia o i Sodales custodiscono gelosamente le cose
segrete - arcana imperii - note solo ai Pontefici egizi.
Mistero deriva da mixtus, cioè oggetto composito indistinguibile, non identificabile: in inglese il
concetto è espresso da myst, nebbia o fumo.
Da mistero deriva ministerium e magisterium, minister e magister.
I crittogrammi significano meno (minus) o più (magis) isteria in Khem-Ade (Inferno Egizio) a
seconda del tipo di trattamento delle vittime (da magis deriva magia, la pratica del minus/mas G o
del min/max G o 6 o SEX):
scende, sul corpo dell’avis ( Vis) e, continuando nella metafora, le ali (le oche, the answers) vengono deportate sul
Cor[pes]
Osceni erano i canti ed i riti osco-umbri, falisci e, più in generale, italici.
Tra di loro famosi sono i Fescennini erano rappresentazioni sceniche vernacolari, ma la loro origine risale ai riti di
sangue.
L’origine di Fescennium è -ἄγω-σκηνή, cioè facio scaenam, ma nel senso di faccio scanno in scaena, cioè in teatro,
coram populo, cioè davanti al popolo del Cor o della χώρα.
Dal greco σκηνή deriva il nome Ennius, che significa predestinato (εἰς) alla quema (Khemi) presso la scaena del Cane.
Sempre da σκηνή deriva il concetto di Enneade, che significa N Ade, cioè Aden, Adon e Eden o, in parole semplici,
Nada, equivalente a Nihil o Nilo.
Da Ade N deriva il verbo andare, endare, entrare, in–tra-r, cioè (entrare) in TRE-R, ma tenendo conto del greco anèr,
andros ne consegue che aden era andare ed entrare in Aner, cioè nell’arena nera africana o dei neri.
L’anèr, l’andro, l’homo, è chi anda in ano ma nell’ano nero, nel buco nero dal quale non si torna.
Il buco nero è l’Aide, dove, una volta giunti, inutilmente si chiede aid ! dia-bolus (διαβάλλω e διάβολος) ed help, cioè
hell !pes, alla vista di El Re S o El Reo S (ρεῦμα).
Fescennium o Fascennium è anche:
- Fascio littorio, sistema di esecuzione capitale con legatura ed olocausto;
- Fac scamnum (scanno in scranno), cioè “finde cannam” ossia fendi la gola (egypt. kán̚na, gr. κάννα e lat. findo, -is,
fīdi, fissum, -ĕre).
Scrivendo Fescennium come Phescenno o Phescanno si estrapola il concetto di Scanno del PHS (Pes), cioè dell’ἰχθύς.
Da Fescennium discende il toponimo del paese di Scanno, ricadente in un’antica zona di pesca per i Pescatori di Pietro,
così come lo era il territorio abruzzese di Pescara.
Lo scanno era in latino l’atto del iugulare o mactare con arma da taglio sullo scranno o altare (scanno).
La parola scanno deriva da canna, accomunabile a cuneus, arma da taglio appuntita, e cunnus, buco profondo o cunicolo
provocato dal cuneo (per traslato vagina).
In latino l’arma per sgozzare e la parte del corpo da tagliare è il calamus, arnese che fa l’arundo o harundo.
La parola rondine deriva da arundo, arundinis per la questione del taglio circolare del collo, come dire taglio a rondella
ma anche per la questione della ronda capinera, la parola golondrina deriva invece da gola andorina, cioè gola ἀνὰ (daru, ), mentre la parola swallow deriva dalla codificazione di s-low-wall il cui significato è “to scotch low
wall” (sgozzare sotto il Tempio)
Lo scanno in greco è σφάττω presso il θρόνος, cioè lo sfiato o l’ἀνάγκη, cioè l’incisione inevitabile, e quindi la
Necessitas per le vittime malcapitate (la Necessitas più in generale è l’Egitto).
Colui che compie i sacrifici di sangue è l’ἄρκτος, l’orso nel senso di marso, colui che morsica e arde, l’orco, in
spagnolo ogro, in greco è il Τευκρος, cioè il teugro o tergo.
Ma ἄρκτος non è solo chi usa l’ark- , cioè l’acer (arce) acutus o l’achaeus, bensì durante il millenario impero egizio è
colui che usa l’arco fotovoltaico (ἄρκ), cioè chi scaglia i dardi dalle Piramidi e sottopone le vittime deportate all’alto
voltaggio.
149
Nel mondo musulmano la Casa ed il Tempio corrispondono, in quanto hanno le stesse finalità, alla Casba ed alla
Mashid (Mosque).
123
a) + o - στερεός, cioè più o meno st. ἔρως, ῥέω, ρεῦμα, ρεῦματος (reumatos), cioè per
significato traslato dolore.
b) + o - I στέαρ (στέατος), cioè più o meno cera stearica o più o meno I κηρός, cera d’api (istear
è all’origine di mistero, parola che originariamente significava mi-stear o misture o moisture,
cioè yellowish o jellyfish o cerume appiccicoso).
c) + o – isterectomia, taglio dei genitali
L’isterectomia poteva essere dei genitali femminili uter, cioè V Ter (uter) oppure O Tre (otre od
ocre)
OO
OO
OTO
OXO
OVO
O
O
tolta la °T°
vagina
oppure dei genitali maschili exter o ester
OO
OO
Isterectomìa deriva dal verbo  e dal sostantivo aggettivato /, parola in cui si ritrova
il tema ter- di Terra e del numero Tre: ἡ ὁ  βοῦς era il risultato dell’isterectomia o taglio dei
genitali.
Nella crittografia ebraica la mutilazione viene detta Easter e la tradizione delle Uova di Pasqua è
una reminiscenza sublimata dell’atroce pratica egizia.
Nella crittografia semiotica la mutilazione era sintetizzata nella sigla OIO, OJO, OCO, OKO, OTO,
OVO, OMO.
Il vocabolo  ha la stessa radice etimologica di Στύρα, città della Grecia, e di Styria, regione
dell’Austria, tutte riconducibili al concetto di sterilizzazione eseguita mediante cauterizzazione da
fuoco150.
La radice etimologica è tor-/tur, la stessa di torreo, torcia, tortura (con raddoppiamento di tor o di
tur), di Turchia, nome con il quale ci si riferiva ab origine all’Egitto e solo in seguito passò a
designare la penisola anatolica o Asia Minore.
Il crittogramma tor o tur è, a sua volta, la risultante di T + UR o T + OR.
La Turchia, in ogni caso, non è la natio Turca sic et simpliciter, bensì l’insieme di nationes presso
le quali era invalsa la pratica dell’olocausto.
Anche Σαρα, Sara, toponimo del deserto africano, e nome della moglie di Abramo, significa , ma versandosi
in un contesto crittografico, significa anche M - Sala (rotacismo r in l) e M-Ara o M-Area (ruotando la lettera ).
La Sala in questione è La Camera della Morte, cui gli africani hanno dedicato il nome di uno dei loro Stati, Cameroon.
Il suo significato è Camerone, Grande Camera, ma anche camaròn, il nome spagnolo del gambero, cioè della vittima
prima arrostita come un gambero e poi carbonizzata.
Le zone tor/tur erano “zone turkestan”, cioè terre di insediamento di popolazioni turche, dove le pratiche mutilatorie e
gli olocausti costituivano l’elemento identitario delle comunità colà residenti.
150
124
Essa è la nazione KRK o UKR, cioè teucra (turca) ed ugro (finnica), è la nazione che mette nel
ghetto gli ebrei e li “ebreizza”, cioè li “vampirizza”.
L’etimo tur si ricollega al greco  con scissione della pi greca in T T per cui si ha

T T Y P o T T Y R  Tyro  T-ur-less (lex)

T T UR (R U T T)  Beyrut  T–ruth-less (lex)
Ugro nella lingua spagnola è diventato ogro, orco, in quella russa igor passando per ugorygor.
Il contrario di ugor è rogu, cioè rogo.
La parola rogo, a sua volta, rinvia a λόγος, latino verbum.
όγος,
in origine, significava olocausto egizio e la parola latina corrispondente verbum significava
verberatio, non solo nel senso di fustigazione e bastonatura (verbena), ma anche nel senso di
riverbero di luce.
Presso gli antichi Egizi il λόγος e il verbum erano semplicemente la frusta o verbena elettrica, cioè
lo strumento acuminato usato durante la fase preliminare al rogo.
Il rogo, da cui rosso, è il contrario dell’ὐγρός ed è il logos (rogos).
Prima del rogo finale, olocausto, era previsto il ruego151, cioè una cerimonia durante la quale la
vittima, dopo essere stata umiliata, doveva impetrare pietà prima dell’uccisione.
Il sostantivo verbero152 ed il verbo verbĕro, verbĕras, verberavi, verberatum, verbĕrāre, deriva
da berber(o) e barbar(o), cioè da b-erba e da b-arba153, espressione dove la B è il simbolo
dell’energia elettromagnetica (beam).
151
Lo spagnolo rogar, pregare, deriva dal latino rogare, che significava interrogare.
Nell’antica Roma il verbero, verberonis era il criminale da bastonare.
153
Equivalente a barabba, a bal-bal, baal o ball, sigle tutte abbreviate in bab.
152
125
l’erba o la barba sono i capelli che venivano rasati, l’arba è la rabbia per il rabo o rab perduto154.
Il rab è il contrario di bar, figlio, nel senso di eliminazione del fallo-padre da cui origina il figlio,
mentre i bar bar sono i bal-o bal-o (balls).
Infatti durante il  (mogol o mogul) si distruggevano il fallo con le gònadi, nonché gli occhi,
così come avviene durante un rito vodoo o un rito santero africano.
La barbara esecuzione capitale, consistente nella previa evirazione, con o senza carbonizzazione dei
genitali, fu tramandata alla posterità sotto il nome di Baal o Bell.
Immaginando che due lettere OO rappresentino le gònadi, se si aggiunge la lettera gamma  si
ottiene la simbolizzazione dei genitali maschili con due bal ed il fallo
OO
Diminuendo quindi la durezza della lettera gamma, cioè dimezzandola, si ottiene la sigla
ojo
che rappresenta il fallo eretto prima dell’evirazione155.
Immaginando che la lettera gamma, cioè il fallo, venga tolta, rimangono le due bal ed una X, come
segno dell’avvenuta eliminazione.
Tuttavia durante la procedura OXO, OGO, ROGO, UGRO, anche queste vengono eliminate
O
O
ogo
OJ O
O
X
sword
O
oxo
OJ O
Rimane un OX o una HOAX da un OAK.
Durante il Medioevo gli antichi Faraoni egizi, in dipendenza della barbara procedura capitale che
spietatamente praticarono per millenni, furono visti come terrificanti diavoli.
Coloro che tramandarono la Tradizione della magia nera sanguinaria furono ritenuti streghe e
stregoni (Belzebù, Astaroth, Satàn etc.) e, come, tali, giustiziati con torture analoghe e roghi.
Il Tempio Nero dei Templari Egizi o Massoneria (Maison Noir), nonostante ciò, riuscì a
perpetuarsi.
154
Adis Abeba o Ababa significa “All’Inferno, addio a bar-bar o bal-O bal-O e ad abba, il rab
I”
Si tratta dei genitali maschili OIO.
Il toponimo Adis Ababa è l’equivalente del nome Barabba.
155
Dal Baal  derivano nomi quali Balcani, Balgari (Bulgari), bulk, burg e borgo, porco, balcone etc..
126
L’esecuzione fu definita Bargiglione, Bargello, Baccello per la metafora dei bargigli rossi del gallo
e del baccello.
Il baccello, in particolare, è il becchino, cioè l’ago per trafiggere, ed il b(eam)-uccello, cioè il fallo
sottoposto alla corrente elettrica (che dà bavello).
Il  era praticato anche dai Mogol o Mogul, cioè da Mongoli e Manchù, come si può
evincere dal contrario della parola greca, che è MO.
Scomponendo il crittogramma  nelle due sigle  e  si ottiene:
:
positio
ROS
tros e ros
POM
pome e rome = pomerium
MOP
mopsa
O
meno  =  meno P = V = VV
VV
ugu, ugur, augur, agu, acus = augur acus
Da VV e VGV si ottiene X e XG perché V + V = X = IO +  = IO_ o JOS o Gios + Cross =
Gesù Cristo =  cross o Y  156.
156
Il contrario di IO è in caratteri latini GOI, sigla che significa Gojim (gentilis) e Grande Oriente d’Italia.
I Cinesi ricordano la procedura con la parola YOGA, mentre le due lettere iniziali V, in caratteri latini GY sono state
poste come lettere iniziali di GURU (GYRY) e di GYPSY.
127
Il Χριστός veniva abbreviato in Χίος e Ίος, che significa cross, arrow, chiodo.
La sigla di ΧΡΙΣΤΟΣ è ΧΡ (chiro o κῦρος, sanscrito curah) .
Il Chiro significa anche χείρ, χειρός, mano tesa, ed è conosciuto anche come Crismon, χρισμον,
crittogramma composto da cross + mono, cioè da X (chi) + P (mono I e ro maiuscola P
sovrapposti).
Nella geografia frittata il Chiro o Chio dovrebbe identificare una Piramide europea zagreb
(Lubiana o Luce Bianca).
I due bracci della croce o cross sono dati dalle due diagonali che si intersecano su Chioggia:
- Gerusalemme, Chio, Chioggia, Schio, Berna, Cornwall.
- Algeri, Firenze, Chioggia, Gorizia, Minsk (Mosca).
Come detto poc’anzi, il ROGO era preceduto dalla interrogatio e dalla rogatio (ruego o prego).
L’odiosità del previo interrogatorio è rimasta scolpita nella lingua inglese nella parola answer.
Tuttavia la parola ANSWER può essere considerata anche come un crittogramma plurisenso, che
significa:
- Ansa del Nilo157 e il Passo del Delta, cioè il punto da dove passavano, il Pass Over, degli schiavi
(la parola di passo o palabra de paso)158.
- Anser di Answan o Assuan, cioè ansa del fiume Nilo (collo dell’oca).
- An S Word o Croce Egizia.
- En S Word, cioè il World dell’Ens (Supremo).
- Lanza (lanx, lancia) e Lenza del Pescatore (amo).
- Ansa ear (ἔαρ), cioè ἀντὶ ver, cioè primavera.
La primavera è la zona dell’Egitto prima dell’Orecchio formato dal Nilo, in inglese ear (ἔαρ), oltre
il quale si trova il Ver, Verano o Ver Anubis (La Nubia o La Nubile).
Se si mette la lettera aleph ‫ א‬al posto della A di ἔαρ, maiuscolo EAP, si ha
EXP che ripetuto, essendo due le orecchie, dà EXPEXP da cui
XPE(P) = APE(R) (heap)
PEX = PEA (pea)
PEX ulio = peculium
PEX ylio = peculium del Lio o Leo
157
Answerd, ansa verde, cioè del bird o vir verde, viridescente e answeird, ansa del mostro (weird creature)..
Dal verbo latino pando, pandis, pandi, pansum, pandĕre - passus, passă, passum derivano i termini latini anser e
passera.
In inglese pàssero è sparrow (spear, sparo), passera (vulva) è pussy, nookie (gnocchi e gnucca), coozie (cosa, guscio,
cuscino, coscia).
In spagnolo è pàjaro da paja, il nido di paglia del volatile: è sempre l’Egitto destinazione della paglia per la paga.
158
128
Si tratta del Peculio della Sfinge (Sphinx, Sphingis), destinato allo sphincter, σφιγκτήρ159 e al
fingering di Medeus , M-Deus, Medio o Meidum.
Il termine inglese finger deriva da fingering, espressione crittata che significa “fine del G Herd nel
Ring di G, cioè perimento ed olocausto totale del Gregge di God (Dog)”.
Ma a parte ciò, l’espressione volgare rimanda alla prassi degli antichi Egizi di uccidere mescolando
sesso e sofferenza (γένος καὶ πάθος).
Il finger era la crucifixio mediante il figere (fīgo, fīgis, fixi, fixum, fīgĕre) ed il frigere (frīgis,
frixi, frictum, frīgĕre).
Il finger nel senso di dick, dig era inserito nel ring dell’additato con il digitum, cioè con l’indice, e
scelto dall’Index160 (catalogo con relativa classificazione antropologica).
Costui veniva previamente affisso o inchiodato alla tavola (fixus).
A ciò seguiva il finger vero e proprio, la crux, cioè l’affliggere e quindi il friggere161.
Nella lingua greca l’esecuzione è sintetizzabile nel verbo περάω, verbo derivante da πῦρ, πυρός.
Il πῦρ era ottenuto dalla δύναμις-δαίμων (δύω, δύνω e δύναμαι).
Le cinque dita, in inglese fingers, in latino digita, corrispondenti alle punte del pentacolo
 sono:
Pollice, è il dito pollens, potente, cioè il dito che rappresenta la Potenza egizia sui πολλοί: le
moltitudini sono παμπληθής, cioè i μυρίος, pàmpini mures, da portare al Muro per il Moro.
Indice, è il dito che indica gli schiavi del Faraone per la δίκη, ma essendo una delle punte del
Pentacolo indica a 360° le potenziali vittime
Medio, è il dito della Mε -δύναμις, nella lingua greca nilotica Meidun o Medum significa M-ἔδυν
(aoristo di δύνω): <<usai la Mε-ύναμις della Sphinx o Sphalanx>> (finger medium)
Anulare, è il dito dell’anus, cioè dell’annullamento o annichilimento nel cerchio
J
Mignolo, è il dito minus e il dito sunim o sunin
159
Sfintere, cioè orifizio, in inglese orifice, aurum ficio, era uno degli aspetti dei famosi Misteri Orfici o di Orfeo,
accanto al quale c’era l’aspetto del somnium o coma, personificato in Morfeo (sun – night).
Da somnium o sunna derivarono gli etnonimi Samnites e Sunnite (dialetto italiano sannita ‘nsunnite)
Sfinge deriva dal verbo greco Σφίγγω che significa stringo, chiudo, strozzo, strangolo dopo aver ficcato.
160
L’Indice dei Libri proibiti della Chiesa Cattolica risale, come misura di prevenzione delle pratiche magiche
sacrificali, all’Index Liberorurm Prohibitorum.
161
Era, per usare una terminologia moderna, il fierce piercing eseguito dalla fierce fiera Frigia durante la Fiera.
Per gli anglosassoni la Fiera cioè la Feria Latina ricordava la precristiana Fair delle Fairies, cioè il Falò delle
popolazioni nordiche.
129
Answer, che in inglese risposta, significava nel linguaggio criptoebraico:
-
ἀντὶ swear, giurare contro
-
ansa ear, giurare nell’orecchio
-
ἀντὶ s word, giurare davanti alla spada sotto pena del taglio della lingua per il dominio del
World, Logos o Verbum del Faraone.
Il word e il world è il worm della Piramide, cioè il verme elettromagnetico che produce calore:
warm.
h
Il worm elettromagnetico è rappresentato anche come tilde sulla ene ñ
Nell’antico Egitto la tilde era la Tide L () o Tidal (tidal waves), cioè la TL.
Tide: <<Old English tid "point or portion of time, due time" from P.Gmc. *tidiz "division of time" (cf. Old
Saxon tid, Dutch tijd, Old High German zit, German Zeit "time"), from PIE *di-ti- "division, division of
time" suffixed form of root *da- "to divide, cut up" (cf. Sanskrit dati "cuts, divides"; Greek demos "people,
land," perhaps lit. "division of society;" daiesthai "to divide; Old Irish dam "troop, company”>>.
www.etymonline.com.
Ma la TL sarebbe stata anche la Stalla (STLL) d’Italia, cioè la stabula da dove venivano
prelevati gli animali per i sacrifici e la tabula (l’Italia) attraverso la quale passavano per giungere in
Egitto, al Talio super tabulam o Talio di Tebe o, in vocaboli latini, Talio di Tibur (nel
linguaggio massonico la crocefissione sulla tavola è skull & bones o teschio e tibie incrociate
).
Stalla deriva dalla combinazione dei crittogrammi S/tal/A o S/tell/A.
130
La sigla Ene che è nel Sator significa gn, cioè energia divina (G.en o Jenna) del Vertex o Vortex,
cioè prodotta dalla Piramide.
Il Vortex è rappresentato dal numero
6, e dalla N che gira: Svastica o Piramide.
Seianus
L’energia, ἐνέργεια, è chiamata anche ewe, cioè evil e devil.
La lettera e di EWE è l’iniziale di ἔργον e la W è il worm dell’onda  (disruptive wave).
Come double U o doble V è l’Onda del Diabolus (διάβολος), che ama διαβάλλειν
162
nel blue
(bleu o blu)163.
Da YPO164 deriva YY, cioè [J]UGO e U-GHETTO (ghetto della Sfinge).
Se si capovolge la lettera gamma maiuscola si ottiene YLY, cioè Iulu o Yliu.
Iulus, detto anche Ascanio, figlio di Enea, è uno dei presunti progenitori dei Romani e della gens
Iulia proveniente da Ilius o Troia.
Da YY deriva Iuvus e le sue varianti YVY e YOVU (la Y è una Upsilon maiuscola).
162
Dall’aoristo del verbo, Διέβαλα, deriva il toponimo della città irachena Serbala o Karbala, mentre dal perfetto
Διαβήθηκα deriva bazzicare cioè bassicare, lanciare balas (balls, nel senso di boas, bobas, bombas) verso il basso, cioè
verso bassora, bassura, basura o la Grande Assiria, che non era l’attuale Siria fino all’odierna città di Bassora, bensì la
Grande Sera cioè l’Occidente rispetto all’Oriente, considerato Basura.
Bassa Europa e Alta Europa rispetto alla posizione geografica del Faraone africano, il quale ponendosi di spalle
all’Europa vede l’Alto Egitto nell’Africa Meridionale e il Basso Egitto nell’odierno Egitto (afrocentrismo atavico).
Il boss è il boas, cioè il fascio di energia distruttiva allegorizzato dal serpente boa, che il boss indirizza verso un
determinato obiettivo geografico.
Il boss è il bove, in greco βοῦς, βοός, metafora della Piramide che scaglia saette (bus).
°
°°
Boss, Bazzicare, bassicare fanno comunque parte di un linguaggio gergale e malavitoso, che risale addirittura al prassi
degli antichi Egizi di evirare e lanciare i genitali maschili nella basura.
163
Il blue o bleak è il B-luo è la Casa (Beit o Bayta) della lue o dell’infezione, cioè delle genti da destinare al λύειν,
cioè allo scioglimento e al luere (luo, lui), cioè alla redenzione ed all’espiazione del EXP e del PEX.
<<From a Proto-Indo-European source; compare Ancient Greek λούω (louō), Latin lavō, luere "smear," lutum "mud,"
lues "filth," Old Irish loth "mud, drt," Lithuanian lutynas "pool, puddle">> Wikitionary, voce luo.
164
Ugro è il nome che si usa per riferirsi alle popolazioni ugro-finniche, cioè turche o teugre, ungare o magiare, urdu o
sardu, famose e temutissime in Europa per la V Cross (u-gros) o in greco ὑγρός
Ma in realtà l’origine della V Cross va rintracciata nel plurimillenario Impero dei Faraoni, che terrorizzava l’Europa e
la Russia Bianca con l’orrore delle sue tecniche di sterminio.
L’Egitto fu chiamato in vari modi, uno dei nomi fu Orco, spagnolo Ogro, cioè Ugros o [J]ugo de Sangre nell’U-ghetto.
Il ricordo sempre vivo della loro barbarie ha fatto sì che rimanessero nella toponomastica dell’Europa toponimi come
Orcadi, Orgosolo, Orcomeno, in Russia il nome Ygor, ed espressioni come to urge, lordo e lurido.
131
I Britannici trasformarono il terribile significato dell’acrostico (crocefissione elettromagnetica) nel
pronome personale You (Yu o semplicemente Y).
Il pronome latino TU e quello inglese Y possono essere scritti come segue
~
TV
tu
Y
tau
toro

Y
upsilon
Tau Aleph
Cauleph
Califfo
Word, cioè il worm che produce warm, è la parola di passo, cioè la chiave, per la conquista del
World.
È chiamata anche Dolar W cioè  ola rw165 cioè  olas ruunt (verbi latino ruo e greco ῥέω)
Il Word è il W Ordo o Ordine delle Piramidi Solari
Il World è il W Ordo L
Gli antichi Greci chiamavano l’onda marina κῦμα, -ατος, τὸ, parola rimasta nel lessico italiano
sotto forma di schiuma (delle onde marine).
In realtà, la κῦμα era l’onda egizia cioè l’onda elettromagnetica capace di mandare in coma la
vittima, dopo le sevizie.
Da κῦμα sono derivati molteplici termini166:
-
cima e cumbre, culmen, columen e columna, chambre, chamber e camera delle Piramidi.
-
cama, camita, calamita e calamità.
-
quema la vittima in schema X (spagnolo esquema).
La Quema o Kema è il K-emor, cioè la Key di Rome e la Key del Sangue (emo).
Il crittogramma Kuma (Cuma) deve essere letto anche in combinazione con mala, mele, plurale
del latino malum, melo.
165
È stata crittata nel nome geografico del Ruanda, che, analogamente al nome degli altri Stati africani, è un inno ai
millenni in cui gli antichi Egizi ed i Faraoni di colore dominavano sulla razza bianca.
166
Cuma è il nome dell’antica città campana, civitas siine suffragio dopo la conquista romana, abitata da una
popolazione di origine euboica e aurunca (Εὔβοια).
Cymbrus deriva da cumber, da cui cumbre (spagnolo) e chamber (inglese).
Teuton da tectum.
La Cymbre o Chamber Teutonica era la Camera Tettonica del Templum, da dove si producevano i tellurismi, ma era
anche un’altra Camera, quella dove si veniva sottoposti al Temblor e al Comburo (inglese cumber, spagnolo cuba,
latino cuma o cima per traslato da κῦμα).
Cimbri e Teutoni al tempo della Roma repubblicana erano popolazioni anglo-gemaniche che si opposero all’espansione
romana nel Nord Europa.
Derivavano il loro nome dal fatto di essere state vittime della Chamber del Tremble (Camera Templare), durante le
deportazioni in Egitto, sotto l’Impero dei Faraoni.
Alla Chambray arrivavano dopo Le Tours.
132
La Kuma alle mala era la key applicata alle gonadi, che diventavano mele o pomi rossi (era la
key-ard, croce egizia che arde o -, croce egizia dell’arco fotovoltaico).
Gli antichi Romani fissarono il concetto nel toponimo del Colle Cermalum (Kermalum).
Nelle camere, usando il lumen o numen della Piramide (Limen Coeli o Regina Coeli), si otteneva,
alla fine del ciclo delle barbare esecuzioni, il limen, limo o slime, perché i corpi (corpses dei
cropses) venivano fatti macerare e liquefare.
Osco può essere interpretato, oltre che come oscuro (obscurus), anche in relazione alla parola
κόρος:
- os[coros]
- coros[co]
La prima è strage a sazietà di κόρος (fanciullo) e κόρη (fanciulla) nella χώρα del Cor (Cuore).
La κόρη è la/il παρθένος ridotta “in partes” o “in phars”, cioè prima in PHARAOS o Faro e
quindi in PHS arso o Pesce bruciato nel Παρθενών (durante i riti dionisiaci agresti la vergine è
invece realmente ridotta a brandelli).
La seconda è corrusco o corusco, latino coruscus, cioè scintillante, balenante, che manda bagliori.
Osco significa quindi ob-scurus, opposto ad Oro (Horus), il Faraone-Sole.
Il significato di umbro, invece, si ricava dalla voce latina imber, contrazione di in-bibere (bĭbo,
bĭbis, bibi, bibitum, bĭbĕre), da cui imb[ev]uto Y.
Imber significa infer(t) o inver(t) ed esprime l’idea del liquido che scende lungo un tubo verso un
punto infero: il ver sacrum167.
Quest’ultimo corrisponde al verano della lingua spagnola, cioè al ver–anus romano (aestus,
aestuarium o aes-stas) e alla summer inglese, anche se summer significa:
-
somma di pietre squadrate (Piramide).
-
accatastamento di σῶματα (soma del somaro).
-
somaro, ὄνος, ὄναγρος ed onus quindi luogo ipogeo dove si scende con l’onagro168 e dove si
trova il βαθύς (bath) per il βαρύς, cioè per il Pesus o Infimus Piscis.
Il ver anus è l’inferno nascosto e fradicio (umber e imber) nel Timpano, τύμπανον, al quale è
addetta la figura della τυμπανίστρια (oggidì la τυμπανίστρια, la timpanista, è la suonatrice di
timpani nell’orchestra).
167
<<Ver sacrum, primavera sacra, antica cerimonia di origine sabina, celebrata in tempi di calamità naturali;
consisteva dapprima nel sacrificare tutti i bambini e gli animali nati nella primavera, più tardi i fanciulli vennero solo
allontanati da Roma al raggiungimento della loro maggiore età>>
(http://www.dizionario-latino.com )
168
L’onagro è un ascensore che come l’asino o somaro (ὄνος) solleva e trasporta onera (le some).
Quindi con l’onagro l’onus di σῶματα viene portato in coro (cor) ed in acro (χώρα ἄκρος acrocoro).
L’onus, oneris è il Peso nel senso di PHS (res) di κόρος e κόρη 
Nello schema di funzionamento della Piramide sono maschio + e femmina – con inversione saliscendi ‡ ( simbolo
I)
133
Il Timber è T inverso cioè il Timpano  inverso  (il Timpano è il T in pen).
I Diòscuri, gli Dei Obscuri, erano Castore e Polluce, il primo personificazione del Dio della
Casta, cioè della Casa che castiga e si disfa della Casta dei Paria (to cast), il secondo la
personificazione del dio Pollux, cioè il Deus Pollens che arrostisce i πολλοὺς / πολλὰς con la
Lux.
<<Osci, ōrum, m., the Oscans, a primitive people of Campania; in more ancient times
called also Opici and Opsci (Obsci), Verg. A. 7, 730; cf. Paul. ex Fest. p. 198 Mull. —
Hence, Oscus, a, um, adj., Oscan: ludi, Cic. Fam. 7, 1: lingua, Varr. L. L. 7, § 28 Mull.;
Verg. A. 7, 730; Liv. 10, 20, 8: ludicrum, Tac. A. 4, 14. — Adv.: Oscē, in Oscan: qui Osce
et Volsce fabulantur: nam Latine nesciunt, Titin. ap. Fest. p. 198 Mull.: dicere aliquid, Varr.
L. L. 5, § 131 Mull.: scire, Gell. 17, 17, 1>>
(voce Osce - www.latinlex.org)
Del grande gruppo etnico primevo dei Cureti facevano parte Umbri, Toscani, Volsci e Marsi.
Infatti l’aggettivo opico significa in ombra, ombreggiato e quindi Umbro, mentre Tosco presenta la
pròstesi della t su osco, ma la pròstesi iniziale sarebbe e-tr- (E-Tres  Etrusco).
Volsco è ugualmente osco con la pròstesi della v e con la epentesi della lettera l.
Marso è morso, moso, mozo e m-osco (, moschus, mashid, όσχος, ὀσχοφόρια) oltre che
mars, cioè m-arso e m-ash.
Da osco deriva la parola bosco, da una radice bu-/bo-, che si ritrova in buio e buco.
Dal tema usco deriva uscio ed uscire, termini che rinviano alla coppia ispano-italica busco-esco, ma
busco è da brusco mentre esco è dal greco εἰς ἄγω.
Sotto l’aspetto tecnico-scientifico εἰς ἄγω è il sei o sex, vale a dire il vortice o l’onda concentrica
che esce dalla Piramide esagonale, figurabile come un prolungamento a spirale di un 6 o come una
girandola169.
169
Il concetto del sei è contenuto anche nell’acrostico cristiano JHS o IHS, che, letto al contrario, è SEI.
Dall’acrostico IHS si ricava anche Jesus o Iesus:.
A tal fine occorre immaginare la lettera H come unione di due lettere ipsilon contrapposte
J
S
Il 6 sviluppato a spirale dà una ola OLA ma lo stesso concetto può essere immaginato per il 9.
Quindi si tratta di OLAS, sigla che scritta in caratteri greci è O o anche, tenendo conto della eta, HO (Eolo).
134
Dalla preposizione greca εἰς deriva est, perché il Sole esce da Est (eis-T, dove la T è l’asse
magnetico)170.
Osco può essere letto come ob-os-curo ed è il contrario di os, oris, antico nome del Sole.
Da Os, Oris discendono Oro ed Oriente, ma anche Siro, Suro, Serio, Scuro, leggendo il genitivo oris
al contrario, oppure Sire, leggendo l’ablativo al contrario.
Il Sole OS infatti è
O con i raggi S o Z 
I Volsci, volgo, erano Rutuli, popolo della rota, stanziatisi nel Lazio: erano considerati volgo
(volsci, wolks, folks, bifolchi o biforchi), ma, non solo nel senso di ignoranti, rozzi ed aggressivi,
bensì anche nel senso uomini dediti a volgere la ruota (volgo) e quindi bramosi di volgere cioè di
tornare (Turnus) al Nostos.
Il Nostos era il luogo (nest) dell’ὄνος e dell’onus sugli ebrei, l’[ade]munus e l’[ade]monos, il luogo
del monoco o monaco (vedi oltre) o del monco.
Era il luogo del manco o man-chino, cioè dell’uomo ebreo inginocchiato, dell’oman-chino o del
romano-chino, cioè dell’homo-omen (l’ebreo) chino di fronte alla ρώμη dell’energia demoniaca
(δαίμων, δύναμις, ρεῦμα).
I Latini, come gli Etruschi, erano scampati al Latus.
Il Latus, da cui Latium, era Latus Tres o E-Trus-Cania cioè la terra del Tre .
Era anche la Terra del Latte, in latino lac, lactis (da latus derivano i termini latrus e latratus).
L’Aegyptus Latium era chiamato dai Romani anche Vastus, cioè:
La lambda e la alfa sono due Piramidi bisognerà immaginare di inserirne un’altra nella omicron per ottenere le tre
Piramidi di Giza così come bisognerà immaginare di cerchiare tutte e tre le Piramidi di Giza con una O.
In tal modo si ricava l’aggettivo greco OLOS ed il crittogramma SHOA.
Olos e Shoa significano che le Piramidi, non solo quelle di Giza, quando venivano attivate erano in grado di colpire
tutto il globo e di provocare lo SHOA, laddove veniva indirizzata l’energia da esse sprigionata ((HO cioè E-olas e
quindi Eolo, in latino A-eolus, in greco Αἴ-ολος).
Se invece O si legge con la sigma finale raddrizzata a formare una M si ha OLAM e MALO.
La Piramide in O significa Royal Ark, IV° grado massonico del Rito di York (Yolk), cioè della Ierocrazia egizia.
Ierocrazia significa I E Ros Crazìa, cioè potere mondiale derivante dall’I, il Pignone della Ruota-, ed il
surriscaldamento della Piramide (Piramide Rossa), ma anche potere globale derivante dalla fissione nucleare: Isotopi
Elettroni Rosa (il Rosone delle chiese medievali).
La  la gestisce la , cioè l’Ordine Templare (Ordine del Tempio Egizio) o Massoneria.
Il Massone è la Terra (Earth o E-), l’Hamassone è il Sole (Sun o S+, Heart o H+)
Heart ed earth danno HeartHartHeartH: He-ArtH cioè Helio Arte
La I è la Colonna della Dinamo, l’asse magnetico terrestre  ‡
Mettendo orizzontalmente la I si ha la lettera eta H che, letta al contrario, dà ATH-N da cui ADE-N e ATHON A, sigle
lette insieme THN-SION ADE N A THON fanno riferimento all’Energia Divina (THON).
170
Analoga origine ha la parola slava ùstasha e moustaches (uomini baffuti) perché derivano east, oust, out.
Il baffo nero era una peculiarità delle popolazioni urdu e turche, ma il nome inglese moustache rivela che durante il loro
straripamento in Europa Occidentale scacciarono e schiavizzarono le popolazioni bianche (to oust e moist-ure e
monster, cioè saccheggiare e pigiare i nemici fino a farne il mosto rosso, a bruciarli, a gettarli nel μαστός o maschio,
cioè nel gallo ed altre cose mostruose).
Gli ùstasha si opposero ai Turks Moustaches e ai Serbs, cioè ai servi o sclavi della Slavonia.
I Serbi erano considerati dai loro nemici serpes, ma dopo la loro sconfitta vennero detti servi.
135
-
Terra da dove era possibile “vastare vastamente” (in inglese sarebbe Waste e in avestico
Avestan della Svast);
-
Terra della Bestia (bast o beast) o di Bastìa;
-
Terra delle Bastard Beasts (in inglese beast, bestia feroce, significava best e derivava dal latino
bestia).
REX
Il Rex (rex, regis) in Egitto era Ra(y) con X, il Ra-dius, cioè il Ra Deus o Ra Zeus.
Nella Roma arcaica è chi regge e riga, cioè compie i sacrifici umani (Rex Sacrorum, Sacrificus o
Sacrificulus).
Per gli Inglesi Ra era The King cioè colui che amava (keen) sacrificare le Geese (Jesus).
King è una sigla composta da keen (K) e il suffisso –ing del modo gerundio.
La Goose, abbreviabile in GS (Gesù), è la XHN (oca) di XHMI (khemi) sottoposta alla XHMA
(quema).
Il Regifugium ricorda la fuga degli ebrei (nella crittografia anglosassone [e]scapegoat).
Dal punto di vista costituzionale i due consoli nell’antica Roma rappresentavano il compromesso
raggiunto tra due clan patrizi cioè tra due clan di Patres con relative Gentes.
Solo con Leges Liciniae Sextiae del 367 a.C. (de consule plebeio), dopo il periodo della Giunta
Militare, formata dai tribuni militum consulari potestate, ascese al consolato il rappresentante della
plebs.
La plebs era il Popul del Papa (Pater), per così dire appioppata al Pioppo ossia al Pope.
Il Pope in epoca egizia era il Faraone, figura che descritta con una terminologia greco-romana
sarebbe l’A-Keo-Pio di Colle Oppio.
Il Rex romano era l’epigono e l’emulo del Papa Egizio nel senso di:
-
Pater Patratum o Pater Gentium (PTR e PHTR).
-
Petrus di Petra Pontifex Maximus, il massimo progettista ed artefice dei ponti per la
deportazione.
Petra era la città di Petra, cioè l’antico Egitto che, dopo la rovina, era diventato un cumulo di pietre.
Probabilmente la plebe riuscì ad ottenere l’equiparazione al patriziato dopo la guerra gallica con
Brenno, il re dei Galli Senoni, che aveva valicato il Passo del Brennero.
Brennus era Britannico, forse originario di Brema o Bremen, città già appartenuta a Remo di
Roma171.
171
Romane, appartenenti a Remus, erano chiamate dai Normanni (northmen) tutte le popolazioni del bacino del
Mediterraneo che avevano invaso l’Europa settentrionale, anche prima della vera e propria conquista romana.
136
I Galli erano detti senoni perché erano muniti di bombe incendiarie (teutones), così come i Galli Boi
erano forniti di boati, cioè di bombarde e mortai (presso gli antichi Egizi il boato era il Boa
Energetico J - B).
Erano detti allobrogi perché erano gallos con B-rogo capace di B-right, cioè avevano bombe
incendiarie che venivano catapultate o sparate da bombarde.
Bright deriva da B-ῥίζα ed implica il concetto di sollevamento, inalberamento del proietto cui
segue, nel caso di specie, il bright, cioè il bagliore, dell’esplosione.
Il nome gallo invece deriva da g-alius, cioè alia gens e καλός, aggettivo composto da k ἄλλος.
Erano chiamati anche luci o al[i]bi, essendo di pelle e capelli chiari: per contrapposizione le genti di
pelle e capelli scuri vennero definiti arbi cioè arabi.
Il passaggio da albi ad arbi si ha per rotacismo di l in r.
Ruotando la L in R, la  in , e quindi la  in  si ha il seguente schema
Britannico era un aggettivo usato dai Normanni, ferme restando le divisioni tra le varie nationes gotiche, per
contrapposizione ai Romani.
Significava brethren, crittogramma in cui è condensata l’ostilità dei popoli anglo-tedeschi verso i discendenti di Pietro
o, per dirla in spagnolo, verso i prietos.
Di fronte alla loro minaccia terrificante essi sono brethrens e brothers, brethrens perché gli invasori sono quelli del
Ternus o del Tres Eternus, dei Three Breads, delle Three Pyramids in Breadth o in the Broad Land (Latium),
dell’Ethern Break dell’αρην, dell’Ethern Breath.
137
A
A
B I
B I
lg
IBRA
ARBI
ghirba
alibi
agibi
argibi
ARPIA
argivi
2 INRI
H
Ghibli e Gibellino è il G Bell o il 6 o il Sais cioè il sex con la corrente elettrica
è il RHO o RHw è il PHOO o PESOO
è il RHW
a-->w
PH
H
cella d'ape
gira la
ottieni
gira la
ottieni la
l'ottagono od ottonario
e
egira
moschea o margherita 8 petali
Per i galli il nome arbi significava arbitrium, cioè libertà sfrenata delle popolazioni del
Mediterraneo e dell’Africa di compiere saccheggi sulle popolazioni nordeuropee.
Queste erano chiamate rabbits dagli arabi, cioè conigli degli arabi, oggetto di rabies e rapti (di qui
l’inglese rape).
I rabbits erano definiti beffardamente anche rabidi e rapidi, poiché nell’antico Egitto il
crittogramma RA-PD significava RARD (leggendo la P come una lettera  maiuscola), cioè Ra
Ard, e RA-PE, cioè del Ray Pen (Beam, Beem, Ben).
138
Nella guerra di Roma contro Brenno famoso è rimasto l’episodio delle oche del Campidoglio che,
secondo la tradizione, salvarono Roma starnazzando, cioè avvertendo i Romani dell’arrivo dei
Galli.
In realtà la traditio va interpretata nel senso contrario rispetto a quello risultante dalla versione
testuale.
Le oche infatti erano le popolazioni ebree abruzzesi che “schiamazzarono” Brenno, il re criptoebreo
dei Galli, in Italia, dopo aver concertato segretamente e per lungo tempo la sua calata con gli ebrei
tedeschi.
Nel gergo spionistico ebraico starnazzare significa fare i piccioni o i colombi viaggiatori.
Contrariamente alla versione vulgata della storia di Brenno, i Galli non riuscirono ad ottenere la
resa umiliante di Roma, cosa che sarebbe equivalsa alla distruzione definitiva della città, così come
accade in seguito con il sacco di Roma di Alarico e la fine dell’Impero romano.
Essi dopo le ostilità, subite ingenti perdite, ripiegarono a nord, dove già esistevano da secoli
insediamenti gallici.
La famosa espressione dell’episodio di Brenno <<VAE VICTIS>>, pronunciata durante le trattative
per la resa di Roma, è in realtà un’interiezione satirica della storiografia romana, il cui significato
crittato è:
-
Valens Victi (vinti da Valente, cioè dalla Valetudo romana).
-
Valens Ecatombe Victi (vinti da Valente con ecatombe di 100.000 uomini ---).
Brenno rientrava nel novero degli ebrei allobrogi, ebrei cioè che avevano “gemmato” tra i tedeschi
in seguito alla deduzione nella grande Gallia di colonie di Brutii (la grande Gallia o Alemania è
anteriore alla nascita di Roma).
Si può dedurre da alcuni elementi etimologici.
Fermo restando che la parola allobrogus significa “gallo rosso” ed è quindi riferibile alle
popolazioni nordeuropee dai capelli biondi o rossi (in spagnolo rubios), il nome può essere
interpretato anche diversamente.
A tale scopo bisogna partirlo in ἄλλος, che in greco significa alius, cioè estraneo o straniero, e in
brogus172, parola che significa boccio o bocciolo ed ha l’etimo in comune con brote.
172
Brogus e brogius si rinviene nel nome Ambrogius e Ambrosius.
Essa deriva da prosus o prorsus, da cui derivano le parole prosa e prosaico.
Brogus è una metatesi consonantica di borgus, forma fonetica forte di porcus.
Il porco, inglese pork, è l’uomo maiale, ma la reale e poco conosciuta accezione spregiativa del termine deriva da purk,
cioè KH(mi) o KH(mio), cioè brucio con il “fuoco egizio” Kema o Quema (nella lingua spagnola ne è derivato
quemar, che significa semplicemente bruciare con il fuoco).
Come sinonimo di maiale immondo, borgo è transitato nelle parole inglesi hog e bog (l’ambiente del maiale), passando
per bogus.
Il borgo, recinto dei maiali, era nell’architettura antica un abitato disposto a cerchio in guisa di borchia o di un buco
rotondo, ed era la residenza dei borghesi.
139
Il fatto che brote deriva da b-root e da bey-ruth173, induce a credere che gli allobrogi erano genti
ebree di origine mediorientale, diffusesi nell’Europa settentrionale.
Dovevano essere gli stessi alamanni o uomini appartenuti ad Alì ed alle Ali, cioè alle Piramidi
egizie.
Erano chiamati Vestini e in Roma possedevano il Collegio delle Vergini Vestali o Vestine, cioè una
rappresentanza istituzionale presso lo Stato romano.
Le V.estali erano:
-
Vergini ebree originarie dell’Est, intendendosi per Est l’Egitto e il Medioriente,
-
Bestine perché sacerdotesse e custodi della BEAST o della BESTIA, simboleggiata dal Fuoco
Eterno, della quale erano state vittime (bestine o bestioline) sin dai tempi dell’antico Egitto.
-
Vergini od Oche perché innocenti come le oche o gli agnelli messi in massa nelle arnie e
sterminati con l’arnese (ἀρνός. ἀρν,  e arnese ).
Il porcus (borgus o bogus) riportano, per essere esso un animale considerato immondo, al latino bucca, bocca, e a buco.
Il buco o la buca è l’apertura da dove esce la vox (in quanto buca è il box della fox, cioè il box della volpe), ma è anche
il buco dell’ano e la bocca per l’entrata delle bocce.
Ne consegue che buco e di buca, bugo (burgo, borgo e porco) nacquero come voci gergali inerenti la prassi, invalsa
presso i pagani, di giustiziare i prigionieri e gli schiavi mediante la morte per evirazione e incaprettamento.
A sostengo dell’ipotesi si può ulteriormente supporre che buco deriva da bu-cu cioè βοῦς –acuo.
D’altra parte dal greco βοῦς, βοός, è derivato il latino bos, bovis, e l’inglese boss, che è colui che compie i
suovetaurilia.
173
Contratto in b-ruth, b-ruth-less (lex), brut e brutalità, brutus, brutto e Brutii, βροτός e quindi brote.
I Brutii furono per gli abitanti della Britannia un nembrot, cioè un nembo scuro o un nugulus, di br[h]oters riversatisi
sulla Brethern.
I Brutii appartenevano alla genìa della B-root (Beyruth) e della B-throat o B-road.
Erano samnites, sunnites, semiti del Somnium o Sunna, che intrattenevano rapporti di scambio culturale e commerciale
con l’Egitto delle Piramidi.
Il guerriero di Capestrano (Capo estraneo, forestiero) era molto probabilmente un emissario del Faraone egizio.
Gli antichi Egizi riuscivano a indurre il coma nelle loro vittime applicando le ELF o ULF Waves e servendosi anche
dell’etere, nella crittografia della Grecia antica ἑταίρα.
Il nome brutus significa bruto e b-rude, ma a parte l’ovvia rudezza delle antiche popolazioni italiche, b-rude significa
che al tempo dei Faraoni essi erano quelli del Bet o Shin Bet.
The Road era il cammino per Giza (The Broad), mentre The Throat era la Gola o Wadi, cioè il W Ade d’Egitto
(Water o Watter), dove si utilizzava l’energia elettromagnetica  per lo sterminio di massa: Madi (mactare).
140
CONSUL, CONSULES
O
K
O
K
S
S
L’origine della magistratura del consolato romano è, come quella delle altre magistrature, legata al
Mos Maiorum, al sistema del Fas/Nefas e del Ius/Iniustum.
Consul deriva da consulere, verbo che significa prestare assistenza e consiglio a qualcuno.
Il termine dell’italiano moderno equivalente a consul è consulente.
Nella Roma arcaica il Consul, con il suo collega, prestava consulenza al Rex, che era capo della
comunità, ma anche Re dei Sacrifici, Rex Sacrificulus, e Pontefice Massimo, Pontifex Maximus.
Sotto il profilo etimologico consul deriva dall’unione della congiunzione cum con il sostantivo Sol.
Sol ha lo stesso etimo di solus, sola, solum ed entrambi derivano da solvo, solvis, solutum, solvi,
solvere, sciogliere, liquidare, slegare.
Il Sole, Elio, era solo e sciolto, cioè libero dai condizionamenti umani, ma soprattutto era la fonte
dell’energia solare, che, come già visto, poteva essere impiegata per molte finalità, tra le quali, non
ultima, la liquidazione in massa e la “solubilizzazione” dei nemici.
Dopo la trasformazione dell’istituto monarchico in un istituto esclusivamente religioso, il Governo
di Roma passò nelle mani dei due Consoli, che, agli albori erano stati Consiglieri del Re.
Il Rex e i duo consules nacquero come un collegium perfectum o, per dirla in linguaggio
massonico, come il primo dei Triangoli o Vertice della Piramide gerarchica.
Il numero Tre, che è un numero fondamentale nell’organizzazione massonica, ricorda il sacrificio
della vittima eseguito da tre persone congiuntamente (Tevere, Tiber, Tibur, Tebe).
In tal senso console significa cum sola victima.
I due Consoli erano Sacerdos, cioè i duo (dos) viri sacris faciundis con la victima sottoposta al
culleus malleus.
Durante il sacrificio, essendo un collegio, si consultavano reciprocamente e con il Re dei Sacrifici.
L’aggettivo sacer, sacra, sacrum deriva dall’ebraico saq, da cui deriva zadek/zadik e l’aggettivo
sadico.
Il significato originario di SAQ era quello dell’inglese to sack e dello spagnolo sacar174.
SAQ in greco è , ma ruotando la lettera sigma, si ha  e WAK
Il significato di tali sigle, alla base dei Baccanalia, può essere reso in spagnolo come segue:
<<Kam sacar las vacas de la cueva, ponerlas en Casa (Casba) y matarlas>>.
174
Da saq- o sac- derivano le parole sacco, saccheggiare, saccoccia e saccomanno.
Il saccomanno era l’uomo della saccoccia, addetto al sack e allo scotch, cioè l’uomo scozzese.
141
Cresta
Gallo
KRK
KRISTOS
SAN KR E ΚΡΙΣΤΟΣ
[S]AQ o [S]AK
S
S
ARKE
AKRE
AKER
ARK
SAX o SEX
SHARK
acer, acra, acrum (S. Giovanni d’Acri)
sacer, sacra, sacrum (sacro)
ἄκρος άκρη  sommità, cima (akous)
, arca
σάρξ, carne
Il termine σάρξ o sark ha dato origine all’inglese shark, squalo, mentre il suo contrario è il
vocabolo latino cras (crastinus).
Da cras deriva crassus, grasso, che unitamente ai termini σάρξ e  rimanda allo Shin Bet degli
antichi Egizi.
Ad essi va aggiunto sank, sanguis (sangre)
Dalla radice sac- sono derivati sectare, secta, set, sezionare.
I duo consules erano l’equivalente dei duumviri o duoviri perduellionis, cioè il duo della eviratio
leonis, che poteva essere letale o non letale.
In quest’ultimo caso la vittima, dopo la mutilazione genitale, veniva lasciata vivere come Eunuchus
Nyli o Nyli Soror175.
Esaminando alcune parole etimologicamente collegate a console si possono reperire altre
informazioni circa il sacrificio della vittima fatta prigioniera (questa poteva essere un nemico di
Roma catturato in guerra o un comune criminale, anche se cittadino romano).
La parola francese consolle, per esempio, che significa banco da lavoro, può essere interpretata
come con zolla, cioè con porca, cioè rivela che la vittima veniva “arata” e “seminata”.
La victima aper era violentata, aperta con saevities, sviscerata176.
175
<<Duum viveris crastina>> cioè <<Finché vivrai sarai Cristina>> o <<Finché vivrai sarai di Cristo>>.
I vocaboli cras e crastina, crastinus, crastinum, che significano domani, derivano da crasi e crastare o castrare.
176
Il latino exta stava per extrahe viscera o ilia.
142
I vocaboli singhiozzo (italiano), sob (inglese), sollozo (spagnolo) suggeriscono che la vittima
spesso era sodomizzata, sgozzata ed evirata.
Infatti, singhiozzo significa “sin gozo”, cioè senza gozzo, ma anche senza l’organo del gozo o
godimento (gli organi genitali), sob significa soberanus cioè super anum la zeppa, sollozo significa
che la vittima, più che singhiozzare, “alluccava” o “solluccava” per la luz (Lot), cioè per la
fiamma, applicatagli.
Singulto, sinonimo di singhiozzo, significa ugualmente che la vittima si lamentava, perché veniva
tagliata la gola e poteva essere usato il fuoco177.
Il potere di veto dei consoli (veto, -as, vetui, vetitum, -are) era in principio il  veto o de-veto178,
cioè il togliere la vista, e il de-feto, cioè il togliere le gònadi ed il fallo, necessarie al feto.
Nel caso di evirazione i genitali venivano deposti nel faz o fez, cioè nel fazzoletto di lino (linteum)
e nel vaso (faz, vaz, vazo, vaso)179.
Nella lingua inglese della barbara esecuzione si rinviene traccia nel vocabolo wet, umido, bagnato.
L’italiano viscere deriva proprio da saevities, che significava infierire in maniera selvaggia e sabina (saevus o saebus),
quindi estrarre le pisce(re) o bisce(re).
La parola piscia, inglese piss, ha in realtà una diversa etimologia rispetto all’idea pura e semplice di serpe/biscia, in
quanto va ricondotta allo strumento liturgico detto pisside, contenitore in cui sono messe le Ostie Sacre.
Era al tempo degli Egizi la pisside era un’arca elettrica collegata alle bisce, cioè alle onde elettromagnetiche della
corrente elettrica.
177
Singultare è verbo analogo per significato al verbo inglese to sing, che a sua volta deriva da sink (sank, sunk), cioè
gula.
In arabo la gula sarebbe wadi, cioè il vado o il sink attraverso il quale il cibo scende nello stomaco.
I musulmani, come noto, amavano tagliare la gola ai loro nemici facendoli inginocchiare o chinare: to knee.
Da tale circostanza sono derivati i termini inglesi keen e knife (knives), come pure il verbo chinare e zinale, perché i
sacerdoti arabi del Sinai (Zinai), durante i loro sacrifici, indossavano il zinale o sinale (grembiule) per tagliare il wadi o
il golan, cioè la gola.
Il sinale era il grembiule per compiere il sinus sulle vittime: il termine deriva dai verbi latini signo, signas, signavi,
signatum, signāre e sĭno, sĭnis, sivi, situm, sĭnĕre.
Comunque, il termine singultus può essere interpretato anche in maniera diversa servendosi dell’aggettivo singulus.
In tal caso, dato che singulus equivale a sine ullo o sine alio, il termine singulto andrebbe interpretato come un
crittogramma, equivalente a sine gallo ultor (κάλλος o ἄλλος).
L’Ultor sarebbe stato il Vendicatore della Roma senza Galli.
I Galli però non erano le popolazioni europee di stirpe estone-anglo-tedesca, bensì i K-ἥλιο, cioè le popolazioni
preislamiche, legate storicamente ed idealmente all’Egitto solare.
Le loro moltitudinarie popolazioni, comprensive anche di genti di colore, erano definite anche , perché erano
state nell’antico Egitto corresponsabili del Leo Sphinx (Lu X).
Un altro nome era , cioè alìbi o arabi.
I Romani aspiravano ad un Impero Europeo senza K-ἥλιο o Kάλλο cioè senza i numerosissimi discendenti del
K[hemi] αλός.
Questi popoli erano chiamati anche, in codice, Salii.
I Salii erano i custodi dei segreti del - ἄλλος (sal) e del M- ἄλλος (malum).
Il Sal, sale, in greco ἁλς, ἁλός, corrispondente all’inglese salt, era una sigla con la quale ci si riferiva al millenario
periodo d’oro delle Piramidi, all’enorme potere dell’Islam, alla tratta schiavistica dall’Europa e allo sterminio degli
europei.
178
Vetus, veterano, vieto sono parole che derivano dall’esperienza visiva, dall’aver visto.
179
La parola vazco, che deriva dal latino vas, è diventata il nome del popolo vasco o basco (Pais Vasco).
In America Latina presso le civiltà andine alla procedura fu dato il nome di Quito, dal verbo spagnolo quitar e
dall’inglese kit, crittogramma della croce egizia Key: iota, tau, omega.
Il kit, tuttavia, non era solo la croce egizia, bensì, come dice la parola stessa, un insieme di arnesi per il cut.
Erano gli arnesi per seviziare l’αρνιον, l’agnellino, diminutivo di αρην, agnello.
143
Esso deriva dall’ebraico saq e bet.
Da saq sono nati i vocaboli:
-
aquila
-
acus o ancus, il becco acuminato dell’aquila
-
lacus, laqueo e liqueo, licor, da cui l’inglese to leak
-
aqua, passando per a cruor, a cuor, a cor
Da bet è derivato il termine becco.
Durante il rito del bet (veto) e del saq (ank) con l’acus o beccus, dopo aver messo il laquaeus, si
incideva la vittima (becco, capro) fissata nello Shin Bet , cioè nella Xin Bayit (TB ayn), cioè la
bàita o casa della croce X, per i Romani il sacellum o saq cella del Tempio180.
Il vetus originariamente era la stessa interdictio (inter dictio) o intercessio (inter caedes).
Quest’ultima significava intercedere ἐν δίκη, cioè uccidere nel recinto sacro e alla presenza del
popolo quirita, convocato appositamente per la δίκη: l’espressione idiomatica era coram populo
cioè in presenza del Popolus del Cor181.
L’assemblea era l’ad simul corem (coram).
Il populus romanus riunito all’unisono era contrapposto al popolo.
Il contrario di coram è maroc, marrueco, morocco, ma ricombinando le lettere si può ottenere:
-
macor, è il Maria Cor;
-
macro, lungo;
-
rocam, è la Piramide o Gerusalemme o Cupola della Rocca.
Un altro aspetto del potere di veto era la prohibitio, dal verbo prohibeo, che significava:
- pro habeo, possiedo per me stesso le vittime del veto
- pro-libo, verso il sangue delle vittime del veto
180
Il rito è ricordato dalla simbologia massonica del teschio con le tibie (skull and bones), anche se in realtà tale
simbologia ricorda lo Shin Bet Khemi (chemio o quema), compiuto mediante l’uso dell’energia elettromagnetica.
181
Il recinto sacro o pomerium era detto anche diga, nel senso di vallum, o daga, nel senso di dacia.
La dacia era un tipo di esecuzione dei prigionieri particolarmente praticata in Dacia, l’antica Romania e consisteva
nell’impalatura mediante dig (dick).
I Valacchi amavano praticarla sui popoli di etnìa tedesca e russa (pale kind), che definivano la loro terra Valahia o
Ţara Româneascǎ.
144
SENATUS
Il Senato romano era in origine l’assemblea dei patres gentium, cioè la riunione degli adulti delle
tribù che componevano la primitiva comunità romana.
L’accesso al consesso, come oggi negli Stati Parlamentari, era riservato a chi aveva percorso il
cursus honorum.
I patres erano seniores, ma non tanto e non solo nel senso di anziani quanto nel senso di esperti del
Sinus o del Sinai.
Infatti, i termini senior, senioris, senator, senatoris, senectus, senectutis derivano da sinus, una
variante di signum, sostantivazione del verbo sino (sĭno, sĭnis, sivi, situm, sĭnĕre).
Stessa derivazione presenta il termine senex, senis con l’aggiunta della preposizione ex.
Il significato originario di sinus è “segno ad angolo”
,
rappresentazione semplificata di uno
strumento che incide o taglia, di tipo meccanico, per esempio una lama, oppure di tipo energetico.
In quest’ultimo caso si parla di laser, perché lo strumento làcera182.
Nell’antica Grecia l’energia capace di penetrare e disgregare la materia, ἐνέργεια, era
concettualizzata nell’antica Grecia mediante un’allegoria di tipo sessuale.
Infatti, la parola ἐνέργεια è parola composta da ἐν, in, ἔργον, e γῆ, terra, termini che alludono alla
penetrazione del fallo energia nella terra madre.
L’allegoria significava che il raggio laser e gli altri raggi energetici analoghi erano caratterizzati
dalla capacità di penetrare la materia, γῆ, e, a seconda della frequenza dell’onda energetica, di
tagliarla o di bruciarla.
La parola γῆ, terra o materia, esprime un concetto di staticità rispetto ad una situazione di
dinamicità energetica.
È legata etimologicamente a γωνία, angolo, γυνή, donna, γένος, genere.
Il sinus o γωνία penetra la γῆ o l’ἀνήρ[γον] penetra la γυνή: l’energia che è così l’ἀνήρ ἐν αῖα o
l’ ἀνήρ ἐν γωνία, vagina.
La medesima allegoria del raggio laser in grado di penetrare attraverso la materia è utilizzabile per
l’energia solare che permea il Pianeta Terra.
La terra, infatti, ha bisogno di captare (κύπτω) l’energia vitale del Sole per passare dallo stato di
γύψος, cioè gypsum o gesso, a quello di γυνή, cioè da materia statica a materia feconda183.
182
Insegnare, insenatura, insinuare
In realtà γύψος è la Terra ceppo, cippus, coeptum, che ha preso ma è ancora inerte, cui segue lo stato di γωνία,
angolo giro O.
La γωνία in teoria dovrebbe trasformarsi in a-gonìa nel momento in cui cesserà di girare per esaurimento del
combustibile nucleare del Sole.
183
145
La Terra, paragonabile al grembo materno fecondato
, γωνία, per rimanere incinta ha
preso le gonadi (=oo) e il pene I del G-eone, cioè del Sole.
Senza energia solare la Terra sarebbe caesum (gesso), un oggetto che, privato dell’energia vitale,
giace immobile (part. pass. del verbo latino caedo, caedis, caesi, caesum, caedere, uccidere, far
cadere a terra, cedere).
Per dirla in maniera un po’ colorita e volgare la Terra sarebbe un semplice Cesso o Jesus, sempre
nel senso di yeso.
La luce φῶς è ciò che serve per vitalizzare il yeso o queso.
Il queso non è la leche nel senso di luce ma, anche qui come sopra, è il yeso prima di essere
vitalizzato da φάος, φους o φῶς, φωτός.
Un'altra allegoria utilizzabile, sempre nello schema Sole, principio maschile, Terra, matrice
femminile, è quella della gestazione: la Terra gestante produce il gestum.
Il gestum è il γέρων o γεραιός cioè il g-eros o g-e-ray-o.
Il gestum è un vecchio inanimato che dopo essere stato gestito dall’utero diventa Eros/Amore e
continua la vita (gero, geris, gessi, gestum, gerere).
Il vecchio è qui la γῆ (γέ), cioè la Terra più l’ρως o Άρης184, cioè l’Air (aire, aria).
È chiamato vecchio perché è destinato a perdere l’ρως, la vita, e a tornare γῆ (γέ).
Nell’utero egli è infans, cioè non è ancora capace di fari, ma diventerà fans, cioè in grado di fari,
dopo il fatum, dopo che la vagina ha parlato (parto) ed è trascorso un congruo periodo di tempo.
Nell’utero è nefas, non parla, μὴ (οὐ) φάος (non faro), dopo il parto è fas, parlante o φάος (faro).
Nell’antico Egitto lo schema astronomico φάος/φῶς o pharaoh era stato maliziosamente trasposto
in Terra, si che gli egiziani avevano creduto bene di nutrirsi di “luce solare”.
Fari è l’infinito del verbo for, fatur, fabor, fatus sum, fari, fans, fantis, fatus, fandus, fatu.
Gli schiavi erano nefandi, non dovevano parlare ed era proibito parlarne; dopo la Festa diventavano
nefasti, cioè inutili e oramai non più φάος o faro (farro).
184
Il contrario di eros è diventato in inglese sore, sorrow, sorry, il contrario di ares è diventato in italiano sera, che in
spagnolo significa “cerrar el cero”, cioè rinserrare il Cero o il Sole (Zero) .
Il contrario di air, greco ἀήρ, è rispettivamente ria (cattiva, malvagia) e rea.
Il tema ρηα dal greco ρέω, è alla base di ἱέρηα, ἱερεὺς, ἱέρια, che era tutto ciò che atteneva al sacrificio.
La ἱεραρχία (gerarchia) era, invece, il percorso delle carovane schiavistiche dall’Africa verso l’Europa e ritorno
( + ἄκρος), oltre che la Piramide gerarchica del clero egizio, formata da gerentes dei γέροντας.
Nel senso di cammino la gerarchia era anche lo scorrere ed il tramontare nel mare del Dio-Sole, come pure quello del
Faraone dopo la sublimazione del sacrificio (ἀρχή).
Un altro contrario di aire è Eire, nome geografico dell’Irlanda, che nella crittografia britannica significa “are del
tramonto della razza bianca” presso la terra dell’Ira(n) o Ira(k).
146
Il Pharaoh, infatti, era l’insieme delle Piramidi e degli obelischi (Filadelfia o Vigna del Signore), il
sistema tecnologico che permetteva agli Egizi di produrre energia distruttiva di vario tipo, utilizzata
soprattutto per giustiziare gli schiavi deportati in Egitto (Sinai)185.
Questi venivano “sinati” presso i Seni  cioè le Piramidi viste come Seni o Nasi 
(da
qui il deriva il termine nazi e nazista).
Sinare significava produrre il sinuhe, il sin  (λύω)
185
In tale contesto γέρων è Caronte, il demonio che traghetta gli schiavi-pesce all’inferno dell’arrostimento in forno e il
queso è lo schiavo “cocido y colado” dal forno, trasformato in cacio (caseus), cioè yeso informe, mediante l’addizione
di natron: yesus o jesus.
Questo era il Caseificio o semplicemente la Casa.
Era il sanatorio egizio di Sana (oggi Sana’a è la capitale dello Yemen) dove l’Anas, cioè l’Anitra o Anatra, era
sanata cioè azzannata.
Anates (plurale di anas) erano classificati gli schiavi sottoposti al procedimento anatron o ανατος, che prevedeva
l’azzannamento con le zanne elettromagnetiche.
Zanna, che significa dente e deriva da canna si incontra anche nella forma sanna, da cui il latino sanare e sanus.
In Egitto si usavano le canne o cannule cioè aghi, anche elettrificati, per trafiggere le vittime.
Nel caso in cui fossero elettrificati erano chiamati Toth, parola all’origine dell’inglese tooth, plurale teeth.
Questo perché le onde elettromagnetiche possono essere metaforizzate da una sequela di tetti  o teeth .
Gli schiavi erano:
- ducks, cioè Dutch e Deutch, perché condotti (duco, ducis, duxi, ductum, ducere) al Ducato cioè al deca-ade X del
decurione, cioè del deca cura.
- papere perché destinati al Papa Re (Bab Ra, re di Berbera, cioè dell’Egitto, Pater Ra, Re di Ptah o Patera).
- patos perché destinati al πάθος del πάσχ (pass over pascolo o prato).
Il termine greco ανατος nasconde l’altro termine θάνατος, che significa morte per mezzo delle , cioè per mezzo delle
onde elettromagnetiche  (tetha, teeth, tooth, Toth egizio).
Fu definito anche nosocomio, parola da interpretarsi alla luce della parola inglese nose.
I γέροντας, i vecchi, sia nel senso di schiavi macilenti, sia nel senso di becchi (viejos), cioè i pesci-uccelli o pes-apes
(aves), sono invece le vittime del trattamento che si conclude con l’arrostimento e la produzione di yeso (jesus).
147
Il sinuhe nel mondo italico era conosciuto come sivo o sebo, una sostanza liquefatta derivante dal
processo di scioglimento dai corpi (corpses) degli “animali” deportati in Egitto, denominata in
greco στέαρ (στέατος), in latino cera, nella crittografia anglosassone wax186.
Da sebo o sivo derivò il termine latino cibus, inteso come alimento ἰχθύς (jellyfish).
Il Romano erano stato cibo e nel senso di sivo e nel senso dello spagnolo chivo, ma con la nascita
di Roma egli divenne civis optimo iure, elemento fondamentale della romanitas.
Al contrario i popoli estranei a Roma, persino gli italici, non furono chiamati a far parte della
civitas romana, alla quale furono aggregati solo in un secondo momento, parallelamente
all’espandersi del dominio.
Il chivo era lo schivo, cioè lo schiavo tenuto in disparte (schifo) rispetto ai loro padroni.
Come tale era cibus o, in spagnolo, chivo, cioè animale da lavoro e potenziale vittima sacrificale.
Le varianti chivo, cibo, chipo sono da ricollegarsi al verbo inglese to ship e al sostantivo sheep,
nonché ai verbi italiani chiappare e scippare.
Il verbo to ship è relazionato con le antiche città di Sibari e Bari, perché era da qui che partivano le
navi cariche di schiavi dirette in Medioriente.
Sclavus deriva da clavis, chiave, greco κλείς, e clavus, da cui deriva chavo e chava187.
Sclavus, nella forma shavo, ha dato origine al verbo inglese to shave, radere, ma originariamente
tagliare.
Nel verbo è nascosta anche la destinazione finale dei bastimenti, che era S-Haven, cioè Hell Awe
N.
I cives, come detto, erano stati cibi e sivo o sive.
186
Wax ha lo stesso etimo di weak: Old English weaxan; related to Old Frisian waxa, Old Saxon, Old High German
wahsan, Gothic wahsjan.
187
“La palabra chaval (niño, muchacho) viene del caló (lenguaje de los gitanos españoles) chavale, plural de chavó
(niño muchacho). De ahí tenemos también chavo (en sentido de muchacho, no de centavo), chava, chavala (niña) y
chavalada (grupo de muchachos)”.
Voce tratta da http://etimologias.dechile.net
148
Nella lingua francese civet, un tipo particolare di salsa, è un crittogramma di sibet o Shin Bet.
Lo schiavo era chiamato chava, cioè ch-Ewe (Eva o Eve) e considerato moglie di Adam, cioè del
Mhadi dell’Eden egizio (il macellaio afromusulmano)188.
Il nome Chewe189 è pronunciato "chet, vav, heh" in ebreo e la radice del nome è correlate a life e a
leaf (chet, yud, heh).
In Genesi, Bereshit, 4:1, si legge: <<V'haadam yada et chava vatahar vateled et qain vatomer
qaniti ish et HaShem>> che significa <<L’Uomo conobbe sua moglie Eve; lei concepì, diede alla
luce Cain e disse Io ho acquistato un uomo da L-RD>>.
Il cibo era diversamente chiamato apis o apiss (da cui l’inglese piss).
Era prodotto nel ciborio (ciborius) e nella pisside (pixis).
CIBORIO
PISSIDE
Canto del Cigno
Altri nomi del prodotto erano:
- avis, da cui sono derivati i termini latini clavis e sclavus.
- chaos o chaus, da è derivato lo stesso avis (chauis, sclauis).
I crittogrammi rimandano ai verbi greci καίω (brucio) e κλαίω (piango), κλύω (ascoltare), verbi
dai quali derivano clavis e sclavus, clusus e clusura.
Il Chaos o il Chaus era la House (Haus) del Kαίω, gestita dall’Ordo della Causa: si tratta
dell’Ordine della Causa Scozzese per la Clausura (Ordo ab Chaos 33°)190.
Per il fatto di produrre sebo gli Egizi furono detti anche Sebini, Sabini o Sabei, nomi che
passarono a designare nell’Italia precristiana popolazioni di ceppo sannita particolarmente selvagge.
Il loro nome è da ricollegarsi al verbo sævĭo, sævis, sævii, sævitum, sævīre.
188
Per gli abitanti dell’antica Olanda, comprensiva di Benelux e Germania, l’Eden era il Neder, cioè il Nihil (Nilo).
D’altra parte anche Olanda lascia intendere che i suoi abitanti venivano portati schiavi alla “Land delle olas, dell’ ὅλος,
delle halls (Cameroon).
189
Da Chewe, deriva, oltre che civis, plurale cives, anche il verbo inglese to chew ed il sostantivo chewing gum,
cifratura nella crittografia anglosassone di “Eve In Gun”, cioè “slave into the tube” o “schiava nel tunnel”.
190
Da Chaos o chaus deriva il tedesco haus e l’inglese house.
L’Egitto era stato per gli ebrei Mauthausen, cioè la Casa, il Tempio del καῦσις o καύσος (καίω).
Gli ebrei tedeschi, in epoca medievale, lo chiamavano Dombauhütte.
149
Gli ebrei li chiamarono Sabatii, cioè Sabei del Latium paragonandoli al popolo africano adoratore
del Sabba o Sabaoth (occorre ricordare che il primo Lazio fu l’Egitto, che, per la sua latitudine,
veniva chiamato dai Romani Latus o Vastus).
Sinare, dal greco σινομαι e σινος, significava tagliare e spaccare gli schiavi, “sinarli”.
Il sacerdote Σίνις indossando il sinale ritualmente obbligava le vittime a chinarsi191 per poterli poi
“sinare” o “cenare” con la scena (un tipo di lama analogo alla sica) e nella scena teatrale.
I resti della cena erano ridotti in cenere o ceniza (Cenacolo).
Da σινος deriva la parola inglese skin, pelle.
Lo skin era il σινος della sica, il signum del sicarius che secava o sectava la vittima ebree china
(esquina).
Il termine inglese skin nasconde in sé il greco σινος e χήν.
Skin cioè lo schiavo ebreo deportato dall’Europa era il sick dell’Indo, il sick del Chino, il sick della
Sicilia.
Il termine sivo o sibo (sebo) si rinviene nel nome di una divinità indù, Shiva o Shiba192, una delle
divinità padrone del popolo indù, corrispondente a Shinar o Sinar, cioè a Cina o Sicina.
È qui che finivano numerosi schiavi europei trasportati via mare in stiva dal Sinai, cioè dalla
Somalia e dalla Arabia verso l’India e la Cina (Sina), terra dei cinici.
In epoca romana la dea Cina era adorata sotto il nome di Sicina nei paesi del bacino del
Mediterraneo.
Una variante di Sicina era Sicilia o Caecilia193.
191
Il termine inglese chin deriva da chino, perché la vittima china ha il mento vicino al suolo, similmente al κύων,
κυνός..
D’altra parte anche la parola mento esprime la stessa idea di chin se la si fa derivare da mente e si interpreta
congiuntamente allo spagnolo mentòn, cioè montone (maschio della pecora)..
Stessa etimologia hanno le parole keen (a keen blade) e kind (equivalente al latino gentilis), nonché l’espressione
augurale chin chin. che allude al brindisi del sangue della vittima.
192
shave, shiver
193
La religione Sikh non è nient’altro che la religione musulmana trapiantata nel Punhab pakistano, regione che per la
sua vocazione naturale doveva essere lo snodo per diramare l’Islam nel sudest asiatico e nella Cina
Sikhna,che in indù significa to learn, era l’insieme degli insegnamenti coranici per espandere l’Islam antieuropeo in
Estremo Oriente
Un importante concetto del sikhismo è il Sekunar musulmano-indonesiano, il cui significato ermetico è taglio della
gola.
Ciò si può desumere dal significato di sekunar nell’indonesiano moderno che è goletta.
Essa era in realtà la sica musulmana per lo sgozzamento rituale degli schiavi bianchi.
Passò a designare il nome dell’imbarcazione per il trasporto degli schiavi dalla penisola arabica verso Goa o Gomya in
India.
La città di Goa era in realtà solo una tappa intermedia per la vera Goa o Ma Goa, che gli ebrei chiamavano Magog,
Macao o Macau, cioè Madre del Caos nel senso del verbo greco Kάω/Kαίω/Kαίγω.
Goa era Mad Caos del Mad Tao, cioè del Mad Θεός (Θαός).
Da Mad, Mag o Mak Tao sono derivati il nome Mattheus ed il verbo mactare.
I navigatori veneziani ribattezzarono la goletta con il nome di gondola, parola in cui compare gola e onda.
In realtà, gondola contiene in sè anche la parola conde.
150
L’Abruzzo interno era una zona dedita al suo culto, era l’ara o area di Sicina.
Da qui è derivato il toponimo Secinaro, riferito all’ara della dea situata sull’Altopiano delle Rocche
in Italia centrale: Sicina-ara.
Il Sinai era, quindi, il luogo della “sinatura” e chi lo gestiva era Sinista o Sionista.
<<El término "Sinar", o, menos frecuentemente, Shinar, (en hebraico ‫ ;שנער‬en la Septuaginta, Σεναάρ,
Senaar) es una designación de característica amplia, aplicada a la Mesopotâmia, apareciendo 8 veces en la
Bíblia Hebraica. En Gênesis 10:10, se relata que el inicio del reino de Nimrod comprendía "Babel, Ereque,
[1]
Acade y Calné , en la tierra de Sinar ." ) En el capítulo siguiente, en 11:2, el Sinar es mostrado como una
llanura que vino a ser poblada tras el dilúvio, donde la humanidad, aún hablando sólo una lengua, construyò
la Torre de Babel. En Gênesis 14:1,9 el Sinar es la tierra gobernada por el rey Anrafel, durante mucho
tiempo identificado como Hamurabi, rey de la Babilônia, a pesar de tal relación no sólo ser incierta como
también denegada en investigaciones más recientes. La tierra de "Sinar" aún es mencionada como
sinônimo de "Babilônia" en Josué 7:21, en Isaías 11:11 y en Zacarias 5:11.
Si el Sinar incluía tanto la Babilônia (cf. "Babel") como Ereque, entonces el término caracterizaba las partes
tanto norte cuánto sur de la Babilônia. Cualquier relación cognata con "Suméria" o "Shumer" - exônimo de
origen acádia usado para referirse a un pueblo no-semítico que se llamaba a sí mismo Kiengir - no es
simple de explicarse, habiendo sido blanco de incontables especulaciones. ES correcto, pero, afirmar que el
término egipcio para "Babilônia" y "Mesopotâmia" era Sangar, palabra que se repetía frecuentemente en las
cartas Amarna.
En consonancia con H. Welsh, cuyo punto de vista provém en la asociación con Ur de los Caldeus, es
probable que Sinar haya cómo significado la tierra de Sin , diosa mesopotâmica de la luna, cuyo templo más
antiguo se localizaba en Ur. Sin poseía una red de templos abarcando el creciente fértil, incluyendo un
templo de destaque en la Babilônia y uno de sus famosos Portones - este también un importante templo en
Harran -, además de la probabilidad de haber un otro en Jericó, ciudad antigua cuyo nombre significa "Local
del Dios de la Luna".
Algunos creen que "Sinar" sea una referencia a la tierra donde actualmente se encuentra la China . El
nombre de la antigüidade más remota para "China" es 'Ṣīn' o 'Sina'. De la misma forma, en Latín, se refiere
a la China por el nombre Sinae, donde se originó el prefijo portugués Campana- (como en CampanaTibetano) - cf. Nombres de la China>>.
La sigla S-enos o S-oenus rappresenta sia le Piramidi sia il Sion, cioè il metodo di sfruttamento
dell’energia solare.
 

L’India era la porta degli schiavi euro danubiani o danesi per la Goeland (Jellow Land), per la Groenlandia o
Greenland (Cina), per la Goaland (Kuala Land malese-indonesiana).
I nomi geografici crittati alludono non solo al taglio della gola (goa, goe) ma anche alla Goma/Guma e alla G-ren cinese
La Cina era l’altro Sinai rispetto al Sinai egizio, dove invece riporta la Goma del Congo.
151
Come appena detto, il S-Enos (S-oenus) è anche la sigla che ricorda la strage di S- οἶνο o Suini,
cioè dei maiali da macellare in maniera sanguinaria.
In questo ambito sinista o sionista è chi sina i deboli.
L’aspetto più odioso del sionismo è che, per vendetta, viene “sinato” il Sin, il Peccato, cioè gli
organi genitali dei nemici.
I nemici del sinista costituiscono il pescato (ἰχθύς) che gli viene portato dall’amico Pescatore.
In parte vengono semplicemente sinati ma in buona parte vengono sinati ed arrostiti.
Si può dire che il Sionista è “di sinistra”, cioè di izquierda, perché è Isis che “is-cuerda” e “iscuarta”, cioè taglia il cuore194, affinché esca il cruor (cuore e sangue) della vittima.
Quindi per le vittime il Sionista musulmano o islamico è non solo sinistro, ma anche mancino, nel
senso di “cane feroce che monca”.
Il man-cino è l’uomo cane o licantropo, dato che cino deriva dal greco κύων, κυνός, cane.
I cinofili sono i popoli amici dei Cinesi, quelli che gli portano gli schiavi.
Da man-cino è derivato mancare e moncare, monco, e i termini spagnoli mango (manico) e manga
(manica).
Come il verbo italiano mangiare, derivano dalla radice mak- di μάκαιρα (machete).
Sarebbe μά-κ- κύων, da cui ma-k-aon, makkano e makka, mekkano e mekka, macanicus e
mechanicus.
Monco e moncare hanno lo stesso etimo di monk, italiano monaco, e derivano dall’aggettivo greco
μόνος, addizionato con la K, simbolo dell’ascia: è il mono, cioè il manico con la lama.
Anche mancha e macchia hanno lo stesso etimo mak- di mangiare, perché la macchia e la mancha
erano il risultato della μάκαιρα durante la festa mechanica e macabre (detta La Mecca).
La  è la magìa della MAXA cioè del macto in cru X
MA X TO
La cru X vera e propria era in principio la croce elettrica, come lascia supporre la radice cru, in cui
la sillaba ru-/ro- (cross) è il rosso (rufus o rus) del sangue (cruor, cuor, cor) ma soprattutto della
bruciatura (quema).
Il -κύων è il -κύων, cioè il lycaon (licantropo) o lucano (lu-canis).
Il Lucanus è il padrone del Lu-caos da cui nasce il suo Ordine mondiale sul chaos.
194
Il vocabolo spagnolo cuerda che significa corda deriva proprio dal latino cor, cordis, cuore.
È una metafora del taglio, come la corda geometrica che taglia una circonferenza.
152
Rispetto al chaos egli è yaena ridens perché il suo Ordo, fondato sul lardo derivante dai lordi,
prospera sul chaos degli sclavi: è un Ordo ab Chaos
Il lycaon lecca (lick o licar) la leak di lux, cioè utilizza la luce che il Sole perde e, nel suo regno, è
licantropo, cioè lecca la leak di sangue delle sue vittime.
Il Senatus romano, assemblea di Senes, fu istituito, per così dire, ex Sinai o ex Siene195, cioè
tenendo presente l’antico Egitto e contro i popoli camiti e semiti di Mosè.
L’Ordo Senatorius nell’organizzazione gerarchica dello Stato romano era l’Ordine del Sinai.
I Senatori dovevano possedere la scientia suprema dell’Egitto.
Senatus et Consules erano il Sanedrin del Sinai riunito con i due Ierofanti del Faraone,
rappresentato dal Pontifex Maximus, Re dei Sacrifici.
Il collegium era la concio, l’ecclesia, la sinagoga, riunito nella basilica.
La concio in greco era la βουλή o l’assemblea del popolo della cora, davanti alla quale (coram
populo) si procedeva alla concha o concia della pelle, cioè allo scuoiamento del fiel o fidelis.
Lo scuoiamento non era tanto l’asportazione della capigliatura (scalpo) e della pelle, quanto lo
scoramento, l’asportazione del cuore (cuoio, cuero, coeur, cor).
Da concio deriva il termine conca, dato ad un contenitore ad X che, in origine, era la croce di S.
Andrea, cioè del Santo destinato a diventare nero (ἀνήρ, ἀνδρός) e conciato per mezzo della fistola
o cannula (fioretto o spiedino).
Nell’antico Egitto la conca era invece il gatto, cioè le onde elettromagnetiche con le quali si
sbranava la vittima immobilizzata (Gath, Goliath, Tikrit, Criton, Triton).




Il Rex con i due Consoli formava il Triangolo Massonico per eccellenza: Maestro Venerabile
(Magister) e Fratelli Terribili (Fratres Diales, Flamines, Arvales, Saliares, Vestales).
Riuniti in collegio emanavano i sentusconsulta, provvedimenti normativi aventi valore di legge.
L’altro ordine, l’Ordo Equester, era l’ordine dei giustizieri.
Equus significava Equitas, cioè Giustizia per la questione del Caballus.
Il caballus era l’equu(s) del Sin o Sinai o Shin Bet.
Sarebbe stata la Sinecura ecclesiastica, cioè la gestione della Casa di Cura del Peccato o del Sin:
Sinam curat sed sine cura.
Infatti Ca-bal (ebr. càbala), è parola composta da KA-ball, abbreviata dagli arabi in Kaba.
195
Siene era l’antico Egitto, chiamato anche Sion, Siena, Seine o Senna.
153
Ma sostituendo alla lettera b la lettera v si ha KA-vall, che è il ka-vallum o Kava, corrispondente al
latino cava, allo spagnolo cueva, al francese caveau.
La Cava, nel senso di caverna (cueva), sono i sotterranei o boxes delle Piramidi.
La parola box deriva da ox, che a sua volta deriva da βοῦς (βοός) o βῶς, bovis, buxis (buxidis).
Il recinto dei buxes196 era il πύξος, termine che deriva da pun/pin (πίνω) e xi (ξ).
Per usare l’inglese, era The Edge, The Fence, The Border, The Wall, cioè tutta l’area delimitata
dalle Piramidi, da immaginarsi come una palizzata.
Per gli antichi Romani era Il Limes o Il Limen, perché vi si produceva il Limo, era anche La Cors,
cioè la Corte del Castrum o Cast[r]ellum dove “curtabant” gli organi genitali197, era La Sponda
del Fiume del Nihil198, era La Siepe degli Arbusti199.
Il box, oltre ad essere la stalla dei buoi, era la Cella d’Ape per la produzione di Cera, che
evidentemente cera non era, essendo al contrario una sostanza di sintesi, l’Apis[s], definita in greco
στέαρ (στέατος) e in inglese antico wax.
La cera era prodotta dal cero.
Questo era una tubatura che faceva defluire la sostanza wax, nel vas, vasum o vasca (vasca basca).
Il cero, in greco κηρός, è una metafora del tubo dal quale percola la cera.
L’apertura del tubo è uno zero o un cero dato che in spagnolo zero è cero.
L’Africa per la sua forma geografica è grosso modo un bovino: una delle sue corna coincide con la
Somalia mentre l’altra risulta invisibile perché starebbe dietro la Penisola somala.
Il βοῦς o βῶς era il luogo dove i T-αῦρος, gli schiavi bianchi, diventavano boves, vacas, oxen o
wax[en] cioè dove essi venivano disciolti e saponificati.
196
I boves, βόες nei boxes erano i bossess, non solo nel senso di capi, ma anche nel senso di blossoms.
<<La palabra corte, en sentido de tribunal de justicia, viene del latín cortis y este de cohortis, formado del prefijo
co- (unión) y hortis (lugar cercado, ver: huerto). Primero se refería a cualquier lugar cercado donde ponían animales.
Luego, pasó a referirse al lugar donde los oficiales y vasallos aconsejaban al rey. De ahí pasó a referirse al tribunal de
justicia.
La palabra corte, en sentido de incisión o tajadura, viene del latín curtare (cortar, "hacer más corto") y este de curtus
(corto)>>.
Definizione tratta da http://etimologias.dechile.net/?corte
198
Era definita la Sponda perché era il luogo degli sponsalia, dove la Donna ebrea, Eva, era stata promessa in sposa ai
popoli di Mosè, africani ed arabi.
Eva deriva dal greco εὖ e significa Europa.
Da Eu deriva anche Evil e Devil.
Il Devil era Deus o Zeus, cioè il Dio delle Piramidi.
Gli schiavi deportati dall’Europa erano virgines nubiles da nubere alla Nubia e al suo popolo personificato e deificato
in Anubis, grecizzato in Ποσειδῶν, latinizzato in Neptunus.
Neptunus era il Nepos (nepotis) cioè ὁ νεπους ποδός, cioè la razza che razziava la ἡ νέα (la buona messe di maggio) e
la deportava al πούς ed alla ναῦς (acc. νέα).
199
Gli schiavi erano gli ara-bushes, bushmen, a-brush-men, destinati all’abbrucio (abrusci).
Nella Penisola balcanica gli schiavi assiepati erano detti arbereschi (arbëreshë).
Erano aggettivati come (a)brutii o bruti, ma contrariamente a quanto lascia credere l’aggettivazione, erano schiavi
della bey–root (Beyruth), cioè della bella radice o bella razza, rimasti irretiti nel to buy (Dubai).
197
154
Il Faraone era considerato il Toro, The Bull, Il Bullo o il Boss dell’Africa, mentre i suoi negri erano
The Bullies, i Bulli.
L’Africa somiglia anche un Rinoceronte.
Il nome del βοῦς africano deriva dal greco ῥίς, ῥινός, naso o corno, e κάρα, testa o faccia: i due
corni κέρατα)
frontali coincidono con la Somalia ed il Madagascar, ma quest’ultimo appare
spezzato.
Testa di Cavallo
Il continente africano può sembrare, infine, anche la testa di un cavallo.
Visto così potrebbe essere il famoso Cavallo di Troia dell’Iliade e dell’Odissea, se per Troia o Ilio
primigenia si intende l’Egitto con le sue Piramidi.
155
Il racconto omerico può essere interpretato nel senso che gli Achei, cioè i popoli vittime dell’Ank
egizia, riuscirono ad introdursi nel cavallo, entrando per il Cavo del Vallum, cioè per il Delta del
Nilo, in seguito ad un sisma che provocò un maremoto con enormi cavalloni.
Il cavallo di Troia sarebbe cioè una metafora dei cavalloni del maremoto che, dopo il disastro,
lasciarono entrare in Egitto i popoli del bacino del Mediterraneo.
La Roma o Rome degli Egizi era vacante (rom) e baccante, cioè era in grado di vagare sul Pianeta
(to roam) e di distruggere su vasta scala.
Il significato letterale di baccante “che azzanna la vacca” se, dal contesto dei sacrifici umani, viene
trasposto all’ambito della Cinesi o Forza cinetica viene a significare “che spacca e fa a pezzi la
cava o kaba”, cioè la Terra.
Il baccano era, sempre in quest’altro ambito, il romore (rome) o frastuono, dovuto all’azione
dell’energia cinetica sprigionata dalla ώμη.
La ώμη era così chiamata per riferirsi al Pomum, cioè al Pianeta Terra paragonato ad un pomo.
Il pomo nella lingua latina è il malum.
La sigla ώμη significa ρέω MH, cioè ρέω μήτρα TH, che diventa - posponendo ρέω - MH TH
ρέω (metereo).
Il verbo μετεωρεω (μετεωρίζω) significa lanciare meteore (μετέωρος, μετήορος, πεδάορος,
πεδήορος).
In inglese il verbo sarebbe to forecast, lanciare fuori il faro (φάος) dal foro e prevedere il suo punto
di ricaduta: il faro è il φάος o il meteo[r].
La meteora è un μετὰ ἄωρος, cioè un respiro o un’aura che dal Mitreo di Mitra o di Aura Mazda
(Earth Metrotube) va oltre il oltre il mantello e la crosta del Pomo, il Malum o Melum terrestre200,
di tale potenza da poter bruciare vaste regioni o addirittura l’intero Terra, rendendola μέλαινα, nera
(aggettivo greco μέλας, μέλαινα, μέλαν).
La potenzialità dell’energia distruttiva è metaforizzata dalla mela nel senso di μέλι, miele o mel, e
dalle api nel senso di aves (mel-ayn e a).
Essa è tale che la Mela-Alveare con tutto il suo miele può diventare nera e bruciata, cioè un Malus
(μέλι μέλαν o khemi o quemada o quemasada, El Mal o Il Male).
Μετέωρος significa in definitiva MH THEOS, θεός della Meter/Mater oppure θεό
(Theodoro), cioè θεός della θεορια del μετεορος derivante dalla rotazione μήτηρ- γῆ (rho
ρέω  rego rex).
200
La crosta è la Cascara, the Shell dell’Hell, il Pomerium, cioè il murus rotundus del pomum o murum di ρώμη.
Altri nomi usati nell’antichità erano merino, vellum, vitellum o calfskin.
156
Il sistema Prometheus-Epimetheus è quindi il sistema Prosapia Mater o Meter (πρός ἐπὶ), cioè il
sistema tecnologico che “figlia” meteore vettoriali utilizzando il campo magnetico terrestre.
La Terra è paragonata ad una Cava (Kaba), da cui si cava, si estrae energia oppure ad una Vaca
(Baca) che rùmina (cow, a hollow horned ruminant), cioè erutta energia magnetica (ērŭo, ērŭis,
erui, erutum, ērŭĕre) come un vulcano.
I Templari chiamarono il sistema tecnologico Baphomet o Basomet.
Con il crittogramma Baphometto essi intendevano dire che era possibile sfruttare le waves che la
Terra emette dal basso (βαθύς).
Waves infatti deriva da wavas, babas o barbas, babes o barbes, baves o bafes (sequela di baffi   
o peli di barbe).
In greco la wave era la βαφή201.
Il toro (bar) e il bos (bas) sono rispettivamente il bar  ed il bas , cioè le barbas.
Sono flies, cioè mosche, muscas (mock-bar e mock-bas), che salgono e scendono: salgono dal
nucleo del Pianeta e ridiscendono verso lo stesso.
Sono moses, cioè mouses (ingl.) e mures (lat.), topi che salgono e scendono oltre il muro del
mantello terrestre (sistema Mosè o οῦσα).
Il bar (toro o torre) è anche il bear od ursus, cioè uper S (oro, uro), da cui deriva la Fur[ia], cioè la
fuerza, forza o force (la sigla URSS nata nel 1922, a parte il significato politico ufficiale, fu adottata
per significare che la Russia sovietica già possedeva, all’epoca, la Potenza planetaria già
appartenuta agli antichi Egizi).
In spagnolo l’oso è o-sol.
L’EKVVS o EKOWS è:
- l’οἶκος cioè il Ca[sa]Vallum dell’onda.
- l’ὅλος la potenziale risonanza planetaria dell’ola (onda).
- ἡ ἠχώ l’effetto rifrattivo dell’onda (Nympha Echo).
- ἵππος, il cavallone causato dall’onda (Ippo Regius o Ippona)
Ippona era la città algerina, luogo di nascita di Sant’Agostino, uno dei Padri della Chiesa Cristiana
Cattolica.
Il suo nome era in origine Tagaste ma i Romani la ribattezzarono Ippo Regius in quanto era una
città τῶν ἵππων (appartenuta ai Faraoni del Fiume Ubi-Anubi cioè ai Faraoni Lybos).
La parola greca ἵππος, cavallo, deriva dalla lettera psi  ed è un crittogramma che nasconde la pi π
ed il simbolo dell’onda elettromagnetica  (psi).
201
Per le vittime βαφή significava “immersione nelle onde per la tintura rossa”.
157
Unendo  e S si visualizza il simbolo della corrente elettrica con spina e filo .
Κένταυρος, Centauro o Uomo a Cavallo
L’ἵππος per la sua forma sinusoidale era chiamato anche ποταμός, fiume, e potare significava
usare il pot per il lobster, significava cioè utilizzare l’onda elettromagnetica sulle vittime per
arrostirle e trasformarle in potus o πότος: theta  + phi , cioè meno – e filo I, danno  .
Un altro crittogramma era TY (THY) che può essere reso come una Croce ed un Serpente
Esso è il  (Tau o Tao), il     (Tau di Iside) e, come tale, è il Serpente Cobra: il cròtalo di
cobre o copper202203.
Ego (in greco εγω) significa Io, Yo o Jo (Jeo) ed era riferito all’Ego Absolutus, cioè al Faraone,
possessore (εγω = ἔχω, ho, possiedo) dell’Equus e del JeOva (γῆ ὠα), grazie alla Potenza Javes o
Javè

derivante dai J–Aves204 prodotti per mezzo delle Colonne del Tempio J e B.
Jakin e Boaz, infatti, consentono il passaggio dal Jaceo-Yγῆ al Boa-Kob[re], dalla Entelechia alla
Kùnesis  EKW (EQUUS).
202
È il Ramarro, la marra del rame, o il Tamarro, la marra di Tamar, il Gruel (cruel, crudelis) o il Glue, il Panta-Gruel
o Panta-Cruel.
203
Da Ty o T ayin derivano i nomi geografici Thai (China), Taiga, Tagiki, Dacca, Daghestan, Thagaste o Tagaste (TH
Agaarte), Trieste, Tergeste o Tyestes.
Da taj o tag derivano  e tegus e le parole inglesi tech, deck, tag.
Il greco  è la fonte di tego, tegis, texi, tectum, tegere e di tergo, tergis, tersi, tersum, tergĕre, nonché di torquĕo,
torques, torsi, tortum, torquēre.
Dalla variante dag deriva drago, to drag, traigo, Dago e Tyago.
Trieste ha lo stesso etimo dell’inglese thirst e deriva dai termini del latino tristis e terere, perchè le vittime
diventavano riarse (thirsts) per l’utilizzo del TRE-THN (Trentum, Trontum o Tre-Thorn) e gli aguzzini erano assetati
di potus.
204
Plurale di avis, -is, uccello, volatile.
Gli aves sono allegorie degli strali, saette, dardi, folgori, meteore di Zeus o Δευς.
Zeus è Iovis Iupiter Pater, cioè [P]ius Vis, Y Python, Terra Petra.
158
L’Equus genera il Serpente Boa (Βοάω) o Draquus (Drago)
, cioè le spirali o volute della
potente Onda, che produce il Bacchanal o Bacchatio (bao, βαίνω o bau) e sconvolge la Bona Mater
Terra.
Dileguatosi il Serpente, la Bona Mater torna nel suo buono stato: Bonaccia del Mar cioè della
Ma[te]r senza tensione (TH).
Il contrario di EKVVS è SVVKE.
La ψυχή è il l’anima, il soffio o respiro vitale e nell’allegoria rappresenta le correnti magnetiche
che sono inspirate ed espirate dalla Terra, come nella respirazione umana.
Esse scendono (μένος) verso il cuore della Terra (῾Υμήν, Y men, o Υδωρ, Y door), cioè verso la
φρήν, φρενός (fregna farena farina faraona) e da lì risalgono fori cioè fiori: ἄνεμος205.
La Terra è la Xora o il Cor con corda I ma è anche il Cruci Fige 
+X
La risalita è detta audio della fonìa (αὐδή e φωνή) o foen/vento in auge.
Altra allegoria usata dai Greci era quella del cratere di lava, del razzo spinto verso l’alto, della
radice che spunta dalla Terra ἀνακράζω (gracchiare, gridare, alzare la voce)
205
φ ρήν, fi-rene
φ + Irene dà Cirene, i due reni o lobi del Pianeta Vivente.
La sigla φ ρήν ha dato origine alla parola volgare fregna, nonché a fiore e fiorente (Fregna Fiorente o Pianeta Terra).
La città di Florentia o Firenze era la città di Firene o Fire ENE, Cirene o Giro ENE (vortex).
159
OVA
epì
YUCH
h
F
Q
o FLORES
POOME
EETA
j
m
q
μέτρον
MHTA
ipò
ECO
EKOW
nympheo
job e jeb
aWOKE
cow e cob
havoc
OKEY
awake
καίω
OKEYE
HOCKEY


καίω E-HARTH
evocare
YUCH
EKO
EQUUS
Aio, ais (Sais) K-aio K-dico (Cedici)
160
XI
casina o casella di Colonella o Arca della Scienza
Ξ
spina di pesce o triplice cinta
X
x
colon retto
pugno
j
IBIS
de-monos
I - BIS
zibi
filoi
filae
per F-elix
kelt kalt
kart
anu-bis
anà-ibis
Il Tubo per la produzione di energia e per l’annichilimento degli schiavi era The Tube
II, dato
dalle Colonne d’Ercole JB
Tube o Tybe o Tu-bus, Tubo-bis o Tubo-vis: Two Beta e Two Bet 
Tubet, Tybet o Tibet: Bet del Two Beta o Bet Tibet o Bet Tribe[T]
Tebe: tepeo o tepesco
Tibar: T B ar
Tiber o Teber: T B er
Tibur: T B ur
161
CURSUS HONORUM
Dato che Roma nacque come realtà totalmente antitetica rispetto ai regni orientali, mediorientali ed
africani che avevano preceduto la sua fondazione, le figure del Cursus Honorum romano furono
create per essere la negazione delle corrispondenti figure della Ierocrazia egizia e musulmana, al
cui vertice c’era lo Ierofante, cioè il Faraone, capo del Clero egizio.
I magistratus disponevano, in varia misura, dei seguenti poteri:
- Imperium
La parola deriva dal verbo impĕro, impĕras, imperavi, imperatum, impĕrāre.
L’etimo del verbo rimonta al sostantivo greco πῦρ, πυρός, preceduto dalla preposizione en.
Il suo significato autentico è quindi incendo, incendis, incendi, incensum, incendĕre.
L’Imperium perfetto era stato quello egizio, perché il Faraone, personificazione del Sole, aveva il
magnifico potere di poter incendiare i territori dei suoi nemici e di bruciare masse enormi di schiavi
deportati in Egitto.
- Iussum
Il termine deriva dal verbo iŭbĕo, iŭbes, iussi, iussum, iŭbēre che deriva da iuba e ius.
La iuba era la Piramide solare, strumento di comando assoluto, mentre i iussi erano tutti coloro che,
soggetti al potere del Faraone, potevano diventare usti.
Ustus deriva dal verbo uror, ureris, ustus sum, uri, a sua volta derivante da oro.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Quaestor
Aedilis
Praetor
Consul
Censor
Tribunus plebis
162
QUESTOR
La figura del Questor fu istituita come figura antitetica rispetto alla Questua o Quaestus dei
Latini, antichi abitatori del Latium, finalizzata alla svolgimento della Feria, antica festività che
risaliva all’antico Egitto, Latus o Latium.
In Egitto la Questua musulmana consisteva nel quaerere sclavos (sp. quiero) oppure pidere
sclavos (sp. pido).
Gli schiavi bianchi catturati in Europa erano, per gli Afri e i Numidi, exquaesiti, cioè ingredienti
indispensabili per produrre lo squisito Caseus.
Esso era prodotto nella Casa, Ca[s]ba o Aedes, una specie di forno crematorio, ritenuto Limes o
Limen Sacer.
Per tale motivo il Caseus era chiamato anche Limes, cioè Limo.
Un altro nome con il quale i Romani lo designavano era Spiritus, in quanto la sostanza prodotta era
il risultato della combustione delle vittime mediante il πῦρ.
L’Egitto era il situs per la produzione di Spiritus, come si può desumere dall’analisi crittologica
della parola.
Essa è composta da S pur ritus che possono essere ricombinati in Situs πῦρ.
A parte ciò, dalla contrazione della parola spiritus si può ricavare il termine spitus o spitum, nome
dello strumento utilizzato dai carnefici musulmani per infierire sulle vittime.
Era un picus adoperato per bucare, praticare fori sulle vittime e provocare la fuoriuscita del sangue.
Anche il sangue veniva definito dai Romani, mutatis mutandis, Spiritus Sanctus.
Nella crittografia anglosassone il picus è diventato the pic, vocabolo legato semanticamente a pin,
pit e pitch, split, nonché a pix e a spit.
Il pix era il forum romanum, il pit o pitch, da cui sprizzava (to spit o to sprite), lo Spirito Santo,
mentre lo split era lo spacco praticato con la spata, parola latina derivante dal greco πάσχειν e
πάθος (che nella lingua inglese ha dato pass, pat, patch, pack etc., in quella spagnola pata, patada e
patata).
I carnefici o boia usavano anche sputare, to spit, per disprezzare ed umiliare la vittima dello split.
Il picus e la spata, cioè la lama erano usati insieme alla flama, formando così il binomio focus
lama (in spagnolo il binomio è luz lama cioè la llama).
Il rito della Purificatio era il rito dello Spir-itus o S-pu-ritus.
Con la lama, prima di praticare i tagli, si lambiva la vittima sadicamente, particolare che può essere
desunto dal verbo spagnolo lamar, riadattato per significare l’atto di lambire o leccare con la lingua,
associata all’idea di lama.
163
Ma, oltre a ciò, era proprio la vittima del carnefice ad essere costretta a lamar prima che venisse
usata la lama.
Le parole lama, flama, limo, limen, lumen sono tutte parole legate storicamente e semanticamente
ai riti sadici dei sacrifici umani praticati dagli antichi Egizi e dalle altre civiltà coeve, come quella
cinese ed amerinda.
Dopo la distruzione della civiltà delle Piramidi tali riti furono perpetuati in scala minore e con
minori capacità dalle civiltà che seguirono.
In Europa provvidero in tal senso i Fenici, i Numidi, gli Arabi, i Greci, i Turchi, i Medi-Romani, gli
Italici pre-romani.
Un’altra parola ricollegabile etimologicamente a lama è lima.
La lima presso gli antichi Egizi era la lama elettromagnetica per produrre il limo.
Nel dialetto italico si conserva remotissima traccia della lama o lima elettromagnetica
nell’espressione asp’ surd’, che significa raspa sorda.
Lo strumento era detto sordo, in latino surdus, perché portava all’urd cioè all’ustione dell’ostia
sacrificale, che veniva surata o usurata.
Dopo l’ustione la vittima era absurda, cioè resto derivante dall’ab-S-ur-.
Dal crittogramma S-urd fu tratto il nome della città di Sardi, situata in Turchia.
Tuttavia la vera Sardi, il luogo dove si ardeva, era Ur o Eliopoli cioè l’insieme delle città
dell’antico Egitto.
Un altro Urdu o Sardi era in Cina e in Giappone206.
Il nome cinese del complesso di Piramidi, Hun, era il nome di tutto l’Impero Hunnan.
Sotto la sua area di influenza si trovavano non solo gli Indiani, ma anche popolazioni geneticamente
affini, spintesi con successive migrazioni fino in Asia Minore e in Ungheria.
La loro ultima migrazione, in ordine di tempo, fu quella della famosa Orda di Ur o di Hun,
ribattezzata in Occidente Orda d’Oro, guidata da Gengis il Khan o il Khun nel XII sec. d.C., e
composta da Hun, Unni, Ungari o Angari (Ankara).
206
L’Urd egizio e quello Cino-giapponese formavano il Varuna, l’unione degli Imperi delle Piramidi.
Varuna, infatti, significa War-Hun o War-Una, cioè unita, confederata tra Ur Hun e Ur Due.
Ur Uno o Ur Hun era l’Egitto Hue o Mat-is (b-row-n matiz), dove sorgeva la famosa Turris di Babele con il suo Tur-han (Tiranno), mentre Ur Due era la Cina (ur-du-e).
Il toponimo Hun/Han e Hunnan fu coniato per il fatto della remota Unione o K-hun-a (U.K.) tra l’Africa egizia e la
Cina.
K-hun significa uno con Ka, cioè con Ka-fer o Afrika.
In base a questa logica K[e]op-S era la Sina a forma di Cop (Cap), ma S cioè ena S o Ens Monos, Ens Protos o Ens
Unus era l’Egitto di Ka-fer.
La Cina era ed è per la sua forma geografica κύων cioè khun, anche se il centro della Kινεσις o Cìnesi si trovava in
Egitto.
La parola greca κύων, κυνός, che significa cane e da cui deriva, per esempio, il termine cinofilo, fu inventata in
relazione alla Kινεσις o Cìnesi, cioè alla feroce energia che morde, sbrana e tutto spaventa.
164
L’etnonimo Sardus, sebbene ugualmente derivante da Ur e Sardi, appartiene invece ad un’antica
popolazione di origine turca e fenicia che aveva lasciato l’Asia Minore e colonizzato la Sardegna.
L’VR in Egitto e in Cina era un metodo di sterminio tecnologicamente avanzato.
Veniva impiegata la Cama di Cam, Cama Camita o Camera Cam.
Le onde elettromagnetiche erano aspidi o spiedi (Aesculapius o Ἀσκληπιός).
Dal procedimento VRD si otteneva, come detto, il limen o limo, in inglese the slime.

DDDDDDDDDDDDDDD
Lima, sica o sega elettromagnetica
Essa era praticata dai Sicari, che provvedevano ad immobilizzare la vittima nella Cama.
Per l’arsio della vittima esisteva un’ars, preceduta dalla coartatio degli arti (artio).
La vittima veniva immobilizzata nella cosiddetta juba o jugum207(il termine jugum, che in epoca
romana designava il collare degli schiavi e il giogo, uno strumento di tortura, fu all’origine del
nome della vena giugulare).
L’arte prevedeva anche una coartazione psicologica consistente in un interrogatorio-farsa: <<Ask
the anwser to the anser>>.
L’arsio o The Hardproduceva The Harsh o The Lard e quindi The Ash, vale a dire l’Harsh
Sea208 (ars scea, ars scaeva, funus o σκαιός), l’orsa od osca, un refluo osco (obscurus) e tosco
(toxicus).
La vittima dell’arsio era l’alderman, cioè l’uomo bianco dell’Alto (High Sky, High Ave, Heaven)
considerato donna e servo (s-her-man e serf-man), schiavizzato e tenuto in aldea prima di essere
trasferito in Caldea (spagnolo caldero, italiano caldaio).
Lo schiavo bianco era dunque il Caldeo o Kαλός, il Gallo, cioè l’essere umano da destinare al
Calor.
I Romani assunsero la Cama di Cam a simbolo di Roma chiamandola Fascio Littorio.
Fu scelto il simbolo camita perché Roma doveva essere esattamente l’opposto dell’Egitto isiaco,
islamico o mosaico, di matrice afro-arabo-ebrea.
La parola latina fascis, plurale fasces, e il verbo fascio, fascĭas, fasciatum, fascĭāre, significavano
in origine utilizzare il φάος o φῶς o il Lighter (Lictor) sulla vittima ligata.
207
Juba e Jughurta furono i soprannomi attribuiti dai Romani ai Re della Numidia nordafricana per la “questione
egizia” della juba e del jugum, questione sistemata con la guerra mossa contro Giugurta (Bellum Iughurtinum) e con
la guerra punica che aveva distrutto Cartagine.
208
L’Harsh Sea, il liquido di scarto delle combustioni, diventò il nome del Black Sea ma anche del Dead Sea.
165
La Feria o Festa del Fascio in Egitto era il Fastum209, una solennità particolarmente fastosa o
festosa, con il Fas ed il Nefas, cioè la Necatio Fantis, con il Jus e l’In-Jus, cioè la Necatio
Judaeus, assunta come nome sotto forma di Enius (in jus o in judaeum).
Da fasciare deriva il verbo inglese to fasten, il cui significato nascosto era legare al Ten X
FASTUM del FAS-T-ENE-T o del Repens
Πεντα  o Baphomet del Tempio Nero
Il Pentalfa o Pentacolo rappresenta la victima incola della casa elettrica.
La vittima inquilina è vincolata “in aquila”.
La parola corrente deriva dal verbo greco ρέω, così come il verbo correre210 e scorrere.
209
Il Fastum era il Luxus o Luxor, il Lucus, il Lustrum, la Libatio, il Sumptus, la Liturgia.
Il lusso era la festa della luce e, più precisamente, la lussuria, con la uratio e il pharo di luce (Faraone).
Lo sfarzo ed il lustrum o lustratio era lo stesso luxus o luxor, solo che il pharo è chiamato lituus (inglese light, lit).
Luxor è un acrostico composto da Lu X O Reo.
La magnificenza era la macellazione rituale ed il pasto (mangiare o, vernacolare, magnare); era sinonimo di karnak,
cioè di carnaio.
La libatio o libagione era l’atto del taglio della vittima cui conseguiva il λυειν del sangue, il suo ὀπωρίζειν nella coppa
(kippa o pot) ed il suo πίνειν (potare o to pour into the os).
I cristiani ricordano la l’uso sacrificale aberrante nella liturgia dell’eucaristia, rappresentazione simbolica dell’uccisione
dell’ostia sacra (Agnus Dei).
La pompa, la sciccheria, lo scialo o sciamano, era la cerimonia della spaccatura dei crani (bomba) di chicks e chicken
(sciccheria), preceduta dallo scialare o sciamare delle api, che in parte erano macellate e in parte finivano allo S-warm.
Lo sciamano era il Faraone o un alto sacerdote ierofante.
Il sumptus o sontuosità era l’assunzione di Maria, cioè degli schiavi M-Air o M-Eire e la loro unzione e defunzione.
210
Anche i termini correo, correità derivano da ρέω preceduto dalla preposizione cum (σύν).
Correo è chi corre insieme o concorre nel Reate (Rea-Te) provando deleito per il delitto.
Il moderno concetto di delitto sarebbe stato, durante il panislamismo egizio, il de-light o de-luce, non nel senso di
allontanarsi dal right o rictus (il diritto) bensì nel senso di lavorare, collaborare per il  Lighter.
Il de-recho, per usare lo spagnolo, cioè la vittima del delitto era il popolo estense o dell’Estensio teutonica (Estonia in
senso lato).
Correo significava essere collega, concorrente o socio (cum) del ρέ.
Usando la congiunzione greca σύν, in luogo di cum, da correo si passa a sureo o syreo, cioè siriano, appellativo da cui
sono derivati gli aggettivi soriano, sariano e serico.
Cyreo era il Cyrenaico o il Grande Kuros, vale a dire il Faraone e Syrenae erano gli E-Gireni o E-Gironi ossia i Messia
del Faraone (missi) per l’Egira HeartH o Tour d’Europa.
166
Il Pentalfa (Πεντα αλφα) o Pentacolo (Πεντα è la stessa Sella Curulis: la lettera alfa ααα
rappresenta l’onda elettromagnetica, mentre la cola, termine spagnolo che significa coda,
rappresenta una delle cinque estremità del corpo umano211212.
In Egitto il carnefice per l’Ars (Αρσις) utilizzava la “stella elettromagnetica” sulla vittima
immobilizzata e posizionata “a stella” (Aρδις-Πεντα o Radium Pentagon sul RATON).
Ma, a parte ciò, la vittima era torturata anche con lo stiletto, lo stilo o stelo elettrico, il Ra-Pen[te] o
Ra-Ben, cioè il Ray Pen-Tension, strumento che provocava uno stillicidio di sangue.
Lo stiletto era lo Stigma (στιγμα) dello Stige o Stynx213, impiegato per la stilografia, cioè
l’esecuzione di arabeschi sulle vittime.
Nella lingua latina lo stiletto era ricordato con il nome di Repentinus e la corrente come
Serpentinus.
Le parole latine repens, repentis, serpens, serpentis, nonchè reptile, reptilis fanno parte della
categoria linguistica che comprende i verbi rēpō, rēpere, rēpsī, rēptum, strisciare, repto, reptas,
reptavi, reptatum, reptāre, strisciare, riferibile al movimento rapido e sinuoso, rapto, raptas,
raptavi, raptatum, raptāre, strappare, e răpĭo, răpis, rapui, raptum, răpĕre, strappare, rubare.
Se si ricostruisce la loro storia etimologica si scopre che il Rab Rebel (The Rapper) reperiva,
rapiva, strappava via gli europei e rapidamente tornava in Arabia (de repente ad aram penta), dove
la vittima doveva arrepentirse, cioè essere umiliata crudelmente ed entrare nell’ara penta (ad harem
penta).
Nella lingua tedesca altomedievale reben significava <<to move, stir>>, mentre rebe significava
<<offshoot, bud>>.
Il Reb o Rab commetteva The Rape con il Ra-pharo o Ra-phoro, il Ru–pharo o Ru-phoro, congegno
che rendeva la vittima rubrus, rufus o rus, cioè rur, ruris ed orrore214.
211
La Cauda è anche il rabo, ràbano, rebaño di rabbits, ganado del Khan Rabo (in cauda veneno, in rabbits ben-ohm o
pen-ohm).
212
Il famosissimo motto eracliteo πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός può essere interpretato come “tutto scorre verso il Πεντα ρειν
del Nilo” (Hall the flowers flow to the Lighter).
213
Lo Stige (fiume del lamento) è uno dei cinque fiumi presenti negli Inferi secondo la mitologia greca e romana, gli
altri sono Cocito, Acheronte, Flegetonte e Lete.
Il nome Styx significava Extinctio e, “in piccolo”, electro-stick.
214
I toponimi delle due regioni Rhur, in Germania, e Rover, in Inghilterra, derivano dal latino rus, ruris.
Rus o Rur significava “zona roveto” o “zona rogo”, come si evince dalla radice indoeuropea ru- e dalla variante ro-,
all’origine dei vocaboli che designano il colore rosso.
In realtà, il colore rosso, oltre ad essere il colore della fuoco, è anche il colore del sangue: fuoco e sangue erano le
componenti dei sacrifici di Ur (Urs o Turs).
In greco rus, ruris era ρους o ρόος, dal verbo ρέω, all’origine anche di ρούσίος ρουστίκος, Ρούτουλος, Ροδωλος,
Ρωμαίος.
I Rutuli o Rudhuli erano Οι Ρούτουλοι ή Ροδωλοί ήταν αρχαίος λαός της Ιταλίας.
L’energia necessaria al dominio del Pianeta era chiamata dai Greci ἡ ῥύμη o ἡ ρώμη, nome che essi attribuivano
all’antico Egitto solare.
167
Il Rab-Fenicio era vestito di bianco o di rosso, spesso tingeva di rosso i capelli e aveva la rubrica
(Capetingi, Merovingi, Plantageneti)
A Roma la figura del Rab e del Poenus coincideva con il Penator ed il Penatiger, colui che porta i
“viveri”, cioè i Penati o Punici ρο-Manes al Foco Lar (il greco rho sarebbe ῥῶ cioè ρο).
Ma questi – contrariamente a quanto accadeva sotto l’Impero isiaco-islamico, furono in principio
italici, in seguito arabi, africani, greci, anatolici e galli.
Come desumibile dal termine Penator i nemici storici di Roma, per un’antica faida nata in Africa,
erano i Punici o Arabi Fenici, intendendosi per tali tutti i nordafricani e tutti i mediorientali,
compresi gli iraniani ed i turchi, nonché gli illirici arberesc stanziati presso le Piramidi bosniache, i
romeni medio-indiani e i greci.
Questi ultimi godevano di pessima fama nell’Urbe, ma mai quanto gli Egiziani e gli orientali,
disprezzati come isiaci ed apportatori di mollizie, lascivia e corruzione.
In Egitto gli Aediles si occupavano dell’Aedes o ᾍδης dove giungevano le greggi di ovini.
L’Egitto era HEARTH, cioè il Cuore della Terra (Heart ed Earth).
Qui giungeva l’EIRE, che in latino significa E-ire, andare all’ἔαρ (ἔαρος) cioè all’Orecchio di
Dioniso (Διονυσου ἔαρ), dove si veniva aggregati al Grex for the Peace (verbo greco εἴρω, to join
o to john)
L’Orecchio di Dioniso era l’Anfiteatro, il Bi Ter o Bi Tre, cioè El Buitre, El Condor o L’Aquila.
La parola THEATER significava TROIA nel senso di Tritonia.
Dalla sigla THEATER si ottiene:
1) TH-A-TER
Tre  Tre oppure
Ten  Ter che dà Ten x Ter oppure Ter x Ter cioè Tre KHN Tre (Tre Centum)
2) THATE
Teate, antico nome di Chieti, era la Terra di KET cioè THE HADES, il luogo del THNSION AID
(Taide o Tadè)
Troia, insieme alle altre zone del Pianeta dove sorgevano le Piramidi (Bosnia, Cina, Giappone,
Cuba etc.) faceva parte del Progetto Corona di Spine o Jesus o Jews.
Troia era la ώρα o Corea.
Era The Ear o ὸ Εαρ prima del θέρος (verano o ver anus), dove permanevano The Men (μήνμηνός, μένω permanere, μνῆμα-ατος monumento).
168
Ear
Chain
Gambero di Caino
Catena di K ayn
Era la sede del χορός215 con il Faraone Corifeo (Kορυφαῖος), i Coreuti (Κορητα) e le Coribanti,
(Κορύβαντες), il luogo dove il Faraone Kυρος o Kαιρός (Cyro) “curava”, cioè sterminava
sadicamente, κόροι (κοῦροι) e αἱ κόραι (κούραι), definiti οἱ/αἱ παρθένοι oppure οἱ/αἱ παρσένοι
(Vergini delle Rocche), rendendoli corruschi (lat. coruscus, corusci) mediante il χορ-ῥεῖν, un tipo
di corrente elettromagnetica ῥεῖν
X- ὄρος – Pειν
peine πόκος
coro
monti
ρ
O
Cyrus o un suo delegato ierofante praticava l’ισχυρός άνεμος.
La ώρα era anche la Terra del Ciclope216 e del gigantesco Πολύφημος cioè del concentramento
di numerose nationes di disparata provenienza e idioma (Polialia e Xenoglossia).
Era la Terra dell’Ade o Ellade famosa per la LA PRENDA o il PRE-HEN-DO.
La HEN era la Gran Bretagna (England o Angle Land), terra di caccia per il Prehendo.
Il Pre-Hen (Land) era l’Europa Prena, cioè gràvida, cioè pregna di κόροι e κόραι (cuori) per The
Grave.
Heir (Eire) e Hen (England) significavano “to earn for the ear nest” cioè per il Serio, Onesto Sirio:
i guadagni erano The Money per i Demoni: Monos africani e Gains, Cains o Cani cinesi.
Erano detti anche E-sirene o Cirenae.
215
Il κόρος è anche il χόρτος: il recinto.
Κύκλωψ, Κύκλωπος.
Le altre regioni dove erano ubicate le Piramidi erano altrettante zone di Κύκλωπες, cioè di Ciclo per il Pes o Ciclo
Ittico.
216
169
Money è crittogramma della lingua anglosassone derivante dal contrario di  dopo aver
ruotato la lettera sigma  ed averla trasformata in una M.
In γένος si trova eno e , lettere che stanno per Goose/Geese oppure Jews/Jesus.
La genìa delle geese γένος γυναικός  era deportata dal μόνος, cioè dalla Gran Bretagna, la cui
forma ricorda quella del μόνος 1, al Tsade ‫צ‬, cioè in Egitto, sede del‫ܨ‬ade o μόνος (Demonio).
Il Pendio era la Gobba (Job) della Donna d’Italia, inchinata sotto il Pondus non solo dell’Africani
ma anche della China.
Il Pendio era la Hen Slope cioè la Scala ops per il SL di Keops, cioè il Solutor (ωτήρ e υτωρ)
o il Κύκλωψ di Luxor.
Al di sotto del Pendìo c’era l’Elles Ponto, Hellespontus, il Mar Mediterraneo, ponte per il 
πεντα o Pentagono o Pen-Dragon.
Il PEN o P-HEN era HEN RE o HEN RA
Per i Greci era il Dio PAN, cioè un Dio capace di controllare tutto il Reino del Reno (ὁ ῥήν, ῥημός)
con tutti i suoi Rehenes (πᾶς, πᾶσα, πᾶν, πάντα).
Egli risiedeva nell’ἵππος, cioè in Africa, continente che, visto sulla carta geografica, sembra essere
la testa di un cavallo, ed era il Re dell’Ippopotamo.
La parola ἵππος deriva dalla preposizione greca , che significa sotto, in basso.
L’ era il territorio dell’onager, la terra (ager) dove finivano i somari o sumeri, gli onagri
della Soma o Suma, e dove era generata l’onda divina.
Qui sostenevano il Pondus, termine derivante da penta S e onda
, o Peso, che li trasformava in
jellyfish o yellowish (piscis, -is).

 ON  YS
P
P
πόνος
P ondus
3 +2 = 5
X
P onus
D
pon, pin, pen, pan, pvn
ἀπονία
SI[R]ON
SI cioè 51 o LI
LI[R]ON
PIN G PON G
170
L’idea del circolo vizioso de La Prenda dell’Ellade può essere resa con i seguenti verbi latini:
- prĕhendo, prĕhendis, prehendi, prehensum, prehendere
Pre HEN Land (spagnolo La Prenda)
- pingo, pingis, pinxi, pictum, pingĕre
picti

rein
brain
reinar
rho
r
P
Cina expansio o πάντα
- pando, pandis, pandi, pansum, pandĕre
pansum
impensa in Pansa (Pancia cinese)
- pendo, pendis, pendi, pensum, pendĕre
pendum
impensa in Pinna (Aquila egizia)
- pondĕro, pondĕras, ponderavi, ponderatum, pondĕrāre
ponderatum
pondus
pesus
grave
- pono, ponis, posui, positum, ponere
positum
 pon in I-pon ἱππών
ὑπο, ιπος o ιπς, ἵππος
(N)ippon (N)ἱππών
ὁ ἰπνός
L’Ellesponto era il Mare dell’ (Ελλάς oppure Ελλάδα), cioè il Mare delle Elle o Mare
dell’Energia Lamba .
L’Energia Lambda, cioè Lamp o amp in Ade, serviva per trasformare i lambs in lamps e quindi in
limps.
Il nome Ellesponto o Mare di Elle  deriva dal mito di Elle, vale a dire dal mito di Elena di
Sparta.
Elena o Elle era la popolazione dell’Inghilterra, la cui forma è quella di un’enorme L rigirata.
Nel mito Elena è sorella di Frisso e figlia di Atamante e NeFeLe.
Ciò significa che le popolazioni di Inghilterra, Frisonia, Francia e Netherland (Benelux) erano
“sorelle”, molto affini geneticamente a quelle anglosassoni e facenti parte del grande gruppo etnico
dei Galli, gruppo che, al tempo delle Piramidi egizie, si estendeva fino all’Estonia ed anche oltre.
171
Nell’Egitto Κολχίς (Colchide) o Χαλκίς (Calcide), il Vello d’Oro, abitante dell’Aires o Eires cioè
dell’Aries o Ares, giungeva alla rada (Alessandria) del Reade o R-ade o Ray  per l’Horse
Reader, cioè il ἱερόν ρειν (in spagnolo Hielo per Elio ed Helada per Ελλάδα)217.
Lo aspettavano i Mares o Marsi di Mars per consumare il Reate (Rieti).
Nella cartografia cifrata le due LL di ELLAS, in greco , coincidono con gli angoli esistenti
tra Anatolia ed Egitto, nonché con il Puntland sòmalo e la Penisola arabica (Ali dell’Aquila).
Ma una grande L girata è anche l’Anatolia ed il sottostante Medioriente: Licia o Leucia.
Ankara
Ellade
Cirenaica
Alessandrietta
Alessandria
Nekhel
I Greci chiamavano il Tempio in vario modo: ἱερόν, δῶμα, luogo per domare, dominare, domnare e damnare, ναός,
νεώς, luogo della nave o navello , τέμενος, luogo per la tensione ed il taglio, ἡρῷν, luogo per praticare l’eros,
μουσεῖον, luogo riservato al mouse (mus, muris).
Il mouse era detto ἱερόδουλος, ilota destinato alla ruota del dolore rosso, o νεωκόρος, destinato alla corrente della
nave.
La definizione τέμενος è un acrostico che contiene in sé il simbolo della crocefissione elettromagnetica.
217
172
STADERA o IUGUM IUDICIS o ARCO DI CUPIDO
173
174
Cabaal Baalca(n) in Caba
Water Cabinet o The Cabinet
Prime Minister
175
PING PONG
Mosca
Hong
Kong
Geisha
Tangeri
Algeri
Tunisi
Bagdad
Karachi
Marrakesh
Marra Geisha
Ghazoua
Essaouira
Gran Canaria
Cairo
Gisha
Ahmedabad
Tankara
Goa
Goisha
Ankola
Hub
Ubi
PIN
Trivandro
(India)
El Cairo era il Regno dei Morti o, meglio, il Tempio dei Morti (ADE).
In greco era detto καιρός (Cairo Monte della Notte).
Vi regnava Crono-Corona, il Signore del ρόμος, cioè di quella che fu poi chiamata E-gira, per catturare i kuroi e le kores.
Quando l’Egitto e la Cina collassarono l’Europa resuscitò dal Regno dei Morti.
Nella lingua greca ἐκ νεκρῶν ἐγείρω significa resuscito dal regno dei morti, cioè libero dal Cairo καιρός, χείρ, χειρός, γέρων, γέροντος.
Il νεκρός era lo schiavo en cross , messo cioè nella croce elettromagnetica:  καιρός.
L’ἐνέργεια si ricavava dal Remo della Terra,
176

ἐνέργεια =  + ἔργον

rho
N
ENRI o INRI
r
P
La parola greca Καιρός (in arabo El Cairo) significava Key Ros o Croce Elettromagnetica (Croce ELE o ELECTRON).
Indicava inoltre il congegno che consentiva di produrre Η Ενέργεια.
Con l’energia del rho ῥ era possibile il ῥέ, cioè regnare sul Reino Unido delle Piramidi, tenere il Timone del Globo
dal Naso Spagnolo al Rene Tedesco al Toro turco al Trhuman, dove aveva sede The Ruth Lex, ma anche oltre, fino al Trivandro Sion.
Sion significava Sino o Cino ed era un epiteto riferito al Kύων, al Cane cinese, cinico e feroce.
La Cina, per la sua conformazione geografica, sembra essere l’enorme testa di un cane con la bocca aperta (la Cina dell’epoca comprendeva anche
l’Indocina).
Il Trivandro cinese era il Tree Three Eva-Andro (Uomo-Donna).
eva
κίνησις
cìnesi
E

Seni del Cino o del Cane
DDDDD
ἀνήρ
177
L’Ellesponto era chiamato Mare di Elle, perché immaginando di affiancare una serie di lambda
maiuscole , si ottiene il simbolo delle onde della potente energia LAMBDA218, prodotta in Ellade
cioè in Egitto, sede dell’Ade infernale.
L’Ellesponto era detto anche:
- Rectum Hellesponticum, ponte ad L dall’Egitto verso l’Inghilterra, cioè verso la Terra degli
Angles o Angels (Eve-Angeliste).
- Hellespontium Pelagus, mare di punte ad L (lambda ) o mare del Pentalfa.
- Fretum Hellesponticum, terrore dei ponti elettromagnetici 219.
Lo Stretto dei Dardanelli, oggi lo stretto turco del Mar di Marmara, coincideva con lo stretto di
mare del Mar Rosso, tra Alto-Basso Egitto ed Arabia Saudita.
Il nome Mar Rosso significava mare di sangue delle vittime uccise in maniera violenta e mare di
uomini rossi o russi creati con il procedimento ., basato sui Dardanelli e i Dardi: i primi
onde elettromagnetiche ad altissima frequenza, i secondi onde elettromagnetiche ad alta
frequenza220.
Per Dardanello si intendeva anche lo stiletto o ago elettrico (dart nail).
Essi erano generati dalla prospiciente centrale energetica egizia (Elettra o Dardania).
Lo Stretto dei Dardanelli odierno, quello che collega il Mar di Marmara con il Mar Egeo, era
stato così chiamato per il fatto che un mare di marmaglia transitava per Istanbul verso l'Egeo cioè
verso l’Egitto, sede del Bosforo e della Dardania221.
Il nome turco dello Stretto dei Dardanelli, Çanakkale Boğazı, è una sigla crittata plurisenso che
significa: “a Sana Cali da Giza con la Cagna Galla e da Sana vai a Calì, l’Asia dei Bogasi”.
Çana Kale: è la Cagna Galla, cioè lo schiavo e lo scambio schiavistico dei bianchi; è Sana e Anas,
cioè l’annonaria di anatre.
Gazi: è Gaza o Giza; l’Asia (Azia dall’Alsazia); L’Actio e la Fractio (Actium, Latium o Latus); il
LAKT del Box o Case Bomb-S-hell.
Il Lac (lactis) era il prodotto risultante dall’ars (arsione), cioè la Lue, la Labe o Tabe.
Le zone dove si produceva la sostanza di scarto erano zone chiamate dai Romani Tabernia, Tibernia
o Tubernia222.
218
Dalla lettera greca Lambda derivano i termini lampo, làmpada, lampadina, lamp, imparo.
Lambda può essere resa nella lingua ebraica come LameD e Bet, cioè La Med o La Medina, crittogramma che
significa Dinamo Elettro-Magnetica N oppure Medicina Ermetica con Madia Bet o Betlemme (Bec, + e l’emme -).
219
Il Fretum è ricordato nella lingua inglese come The Frighten: to freight  to fry .
Nella lingua italiana l’etimologia del vocabolo fretta riporta indietro nel tempo allo stesso concetto.
220
Dardi, Sagitte, Folgori, Fulmini, Lightenings and Thunderbolts, Relampagos y Truenos.
La Sagitta era lo Iactum dell’A (Iatto, Gatto, Gad o God), ma soprattutto il sag o zad dei musulmani, il loro sadismo,
ricordato nella Saga norrena.
Stessa cosa si può dire della Folgore, falò del fowl, Fulmine, falò dei (ro)manes, Thunderbolt, tension under to boil.
221
Per i musulmani si trattava di marmaglia, marmaid o marmaiden, cioè di vergini destinate alla Madia del Madi.
178
Erano zone Hibernia o Ibernazione (Tiber, Tiberia, Iberia, Tiberiade, Tiburs, Tivurs o Tivoli),
perché le vittime venivano assiderate cioè rese lac (lactis).
Erano portate ad sidera, cioè ad sedem (ad sade), ed oltre ai due lati be sides, cioè bi sides
PING PONG
Mosca
Hong Kong
Ahmedabad
Marrakesh
Marra Geisha
Bagdad
Hub
Ubi
LIMBO
Giza era l’ἀστήρ (ἀστέρος) ma nel senso di aster (gastris).
Bogazi è: il box degli Hogs-Bogs, la boca, buca o box (bog) dove “è buio e si brucia” (Abuja e
Bruja).
Dalla Homeland o Domeland gli Homeless del Nilo (nihil), scendevano verso il Puntland sòmalo
con destinazione per la Terra di Punt o Punjab (India), da dove proseguivano verso il Less cinese.
The (Home) Less era per gli Europei schiavi il lasciare l’ascia (hacha, axe) per Lhasa o per L’Asa,
la Casa dell’Ash mediante la Serra e il Laser223.
<<Old English læs (adv.), læssa (adj.), comparative of læs "small;" from Proto-Germanic *lais-izo
"smaller" (cf. Old Saxon, Old Frisian les "less;" Middle Dutch lise "soft, gentle," German leise
"soft"), from PIE root *leis- "small" (cf. Lithuanian liesas "thin")>>.
Ma Less significava anche Nilest cioè Nilo dell’Est dove Ni Lest (knee est, N est o est).
Gli schiavi formavano il popolo del Lao S o Lae S o di Lasa (to lease for the laser o in spagnolo
para asar).
Il Lhasa era l’equivalente cinese del Faraone: egli era Ta netjer, il produttore di Nettare o il
Necator delle Api.
222
Nel diritto matrimoniale romano la taberna, la tabula e la stabula sono gli elementi del contubernium, situazione
giuridica di convivenza nella stessa taberna (taverna) o stabula (stabile) “sulla stessa tavola” ma senza vincolo giuridico.
Era definito anche concubinato, cioè uxores nello stesso cubus o cubiculus (Lux Sorores).
I cubicula degli schiavi erano nel mondo musulmano erano i caravanserragli, cioè i serragli dove erano sistemati gli
ebrei lungo il tentacolare percorso della rotta schiavistica afro-asiatica.
223
Vedi i verbi spagnoli cerrar e asar, nonché i vocaboli italiani sera e serico (Sera dell’Europa ed Oriente del Nip).
Gli schiavi deportati erano chiamati anche Serafini.
179
Il concetto di deportazione in Oriente è stato fissato nell’avverbio di moto a luogo spagnolo hacia,
che significa dall’Ascia (hacha) per l’Asia (hacia).
Alleata dell’Asia era Aisa (Aisha, Ais, Aisis), cioè l’Africa: per entrambe l’Europa fetava l’Afrisa o
Fresa Frisona (Iafet).
AEDILIS CURULIS
La figura dell’Aedilis Curulis e Annonarius fu istituita nella Roma arcaica come figura da
contrapporre, per esecrazione, al Sacerdote del Tempio Nero e dell’Annonario Egizio224.
L’Annona riforniva di schiavi il Tempio Nero Egizio per la celebrazione della Festa dell’Agnus o
dell’Anus durante tutto il corso dell’anno (annona).
Nella Roma arcaica si ricordavano le nefandezze del Tempio Nero nella festa tradizionale dei
Lupercalia o Septimontium, durante la quale il Lupus inseguiva l’Agnus per sbranarlo.
Il Lupus era in realtà per i Romani Lu Porcus, il Lu-P-Orco del Puer-Clavis nel πόρκος di
Salomone.
Si trattava del Porcus dei Bacchanalia, della Feria Latina, dei Ludi Romani e di tante altre feriae
paganae, nate nel mondo afro-arabo e variamente denominate.
I Bacchanalia, feste di origine islamica, afro-sinaitiche, furono oggetto del Senatus consultum de
Bacchanalibus 186 a.C.
Per combattere e definitivamente distruggere il Fretum Hellesponticum fu istituita la Legio
Fretensis.
Con l’accesso dei plebei alle magistrature gli edili furono solitamente due patrizi e due plebei.
PRETOR
Il Praetor fu istituito per essere la negazione del Prete.
Come Praitor, chi precede, il primo era l’opposto del Pater del Tempio di PTAH, come Pretor era
la negazione del Pyre-Tor o Pyre-Rota e del Pyre-Ethos o Pyreo o Pyreneo (πρὸ-τύρσις)
Il Praetor aveva preso il posto del Rex arcaico cioè del Pater Procas nell’Italia pre-romana.
CONSUL
Il Consul era la figura opposta all’Incensiere o Cremator egizio.
Il Collegium formato dal Rex Sacrificulus con i due Consules era l’antitesi dello Ierofans egizio,
coadiuvato dai due Sacerdoti incensieri.
CENSOR
Il Censor nacque come figura da contrapporre al Centum o Ecatombe di KHM (Egitto Camita).
Centum derivava da KHM-tum ossia crema-tum, incensus.
224
Per gli ebrei l’Annonario dell’ᾍδης (Ade, Aedes, Hades) era Anna, anche se con i nomi Anna, Elisabetta, Maria essi
si riferivano in generale all’Ama del Tempio (bet) ed alla Morìa di pesci ().
180
La KHM o KHN era Kina e Sina, Kema e Sema sulle XHN, considerate K-Anus o K-Agnus (nella
crittografia ebraica la KHN era il A-Keo-Hen, il K-ayno o K-αινειας).
I Romani ricordavano la KHN o KHM come incendium degli incensi, cioè di loro stessi vittime,
per così dire, “incensurate ed innocenti”.
Il KHN, cioè l’uomo delle Piramidi, fosse esso cinese, africano o amerindo, amava lo schiavismo e
il sadismo della Sura (Syria).
Il traffico schiavistico percorreva anche una rotta marittima verso le Americhe, che dal Portogallo
giungeva nei Caraibi: Portu Gal - O Porto  Port au Prince Veracruz.
<<Port Eu Galos, Port Eu Princesas por la Viera Cruz, Cruzeir-O>>.
Il Caribe ed i Caraibi erano la Terra dei K-arabi cioè la Terra dove si erano stanziati i Kynos Arabi e
verso la quale navigava la Carrera di Ibices o Becchi per gli Indios
TRIBUNUS PLEBIS
Il Tribunus Plebis, titolare della tribunicia potestas e del potere di intercessione sulle decisioni
degli altri magistrati, fu istituito in seguito alle numerose secessioni popolari per la questione
dell’Aventinus.
Infatti la plebs o populus dei Quiriti Romani (Qur o Cura), prima della costituzione della Società
paritaria SPQR, era stata soggetta all’Ape in Tino o A Pentino o Pendragon

Il Tino era l’equivalente del Frantoio.
181
Si frangeva la vittima con il procedimento OXO (oIo), che prevedeva lo sventramento e l’estrazione
del liver (di qui i termini olive e frantoio), dopo aver previamente infierito sui genitali della stessa
con l’AKeit (aceitunas).
Il Frantoio era tipico dei Frentani e dei Pentri, popolazioni del grande ceppo etnico apulo-piceno, la
cui capitale in Abruzzo era Lanciano, città della lanx e della satura lanx (OO)
Presso gli antichi Egizi la satura lanx era consumata nel tino, ma meglio sarebbe dire nella botte o
barile e si concludeva con la liquefazione della vittima.
Tino
sentina
N ave
S tazza
Con l’avvento dell’Impero la tribunicia potestas fu assommata in capo all’Imperator-Dictator per
esigenze statali di sicurezza interna.
182

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