Ogni volta che penso a queste sei settimane mi scappa sempre e in

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Ogni volta che penso a queste sei settimane mi scappa sempre e in
Ogni volta che penso a queste sei settimane mi scappa sempre
e in qualunque momento un sorriso sincero.
Mi è stato chiesto di scrivere qualche riga riguardo la mia esperienza di 6 settimane in Irlanda, una
proposta della scuola sostenuta dalla fondazione Ferrazzi.
Quando la mia domanda è stata accettata, devo essere sincero ho provato un po’ di ansia, per tutto il
periodo precedente alla partenza ero intimorito dall’ignoto e anche infastidito, perché pensavo che non
sarebbe stata poi questa grande opportunità e che mi avrebbe portato via un mese di vacanza.
Ora lo posso dire: mai affermazione fu così sbagliata.
Infatti raggiunta la destinazione, Kildorrery una piccola cittadina nella contea di Cork nel sud
dell’Irlanda, sono stato accolto dal mio host Peaddar che mi ha mostrato il mio alloggio: una piccola
casa munita dello stretto indispensabile, quella stessa casa nella quale poi avrei dovuto condividere
bagno e cucina con i miei futuri coinquilini.
Devo ammetterlo, la prima settimana ho provato molta solitudine ed ero assalito dalla noia più totale,
non riuscivo ad ambientarmi molto bene calcolando che consideravo il lavoro il mio svago principale,
condiviso con Sean, l’unico dipendente di Peaddar, davvero una persona semplice ma ammirabile.
Trascorsa una settimana, Peaddar annunciò l’arrivo dei miei primi due coinquilini, Benji e Va,l due
ragazzoni del nord della Francia. È da qui che la mia esperienza ha davvero inizio,sì, inizio a divertirmi,
a trascorrere tempo libero in compagnia e ad apprezzare questa permanenza.
Bisogna aggiungere che i due francesi non sono stati i miei unici inquilini, infatti Peaddar, non
contento, accoglie in quella che era diventata la nostra casa, altri tre ragazzi; indovinate un po’?
Francesi anche loro: Antoine, Thomas e Pauline.
E sono fiero di me stesso per aver accolto tutti loro senza alcun pregiudizio, persone anzi ragazzi
generosi, disponibili, onesti e divertenti. Ormai, dopo aver condiviso cibo francese,cibo italiano,cibo
irlandese, dopo aver trascorso ore di lavoro insieme (ad urlare canzoni francesi e italiane), di pulizie in
casa, passeggiate in montagna, discese in mountain bike mozzafiato e shopping, il tutto accompagnato
da fiumi di birra nei pub, quelle persone erano diventate la mia seconda famiglia, le stesse che qualche
giorno prima consideravo perfetti estranei.
E già, quando rientravo in quella casetta la sensazione più bella era quella di sentirsi apprezzati, voluti
in modo fraterno e spontaneo, io credo che i confini li abbiamo solo nella nostra mente, quando le
prerogative sono il dialogo e la condivisione si può convivere con chiunque.
Da tutta questa esperienza ho imparato ad essere autonomo, e posso dire di aver potenziato sia il mio
inglese sia il mio povero francese. Ho anche imparato ad affrontare ogni tipo di problema e di qualsiasi
portata con serenità e questo lo devo alla natura allegra del popolo irlandese, e ogni volta che penso a
queste sei settimane mi scappa sempre e in qualunque momento un sorriso sincero.
Devo ringraziare il Mendel e la Fondazione per aver permesso tutto questo, la mia famiglia per avermi
supportato e le persone in Irlanda che hanno contribuito a rendere questa esperienza indimenticabile.
Riccardo Colacicco