Maldonado, Trad. Gioco del Trionfo

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Maldonado, Trad. Gioco del Trionfo
Juan Maldonado
TRIUMPHUS
Ioannis Maldonati Triumphus Plenior & Castigatior quam antea prodierat
in
Ioannis Maldonati Opuscola quaedam docta simul. & elegantia.
Burgis Excudebat Ioannes Giunta. Anno 1549
Pag. 24 - 45
Dialogo inserito nella sezione
Ludus Chartarum, Tridunus, & alii quidam.
Traduzione di Girolamo Zorli
Copyright TRETRE di G. Z.
Tutti i diritti riservati.
A cura di
Premessa del traduttore.
Vi sono due edizioni di questo dialogo latino. La prima del 1541 e
la seconda del 1549. Questa seconda edizione è presentata
dall’autore come plenior et castigatior quam antea prodierat, più
completa e ripulita della precedente. L’ho trovata online e inserita
in Biblioteca del TRE. In un secondo momento ho avuto la
disponibilità dell’eccellente Spanish humanism on the verge of the
picaresque: Juan Maldonado’s Ludus Chartarum, Pastor bonus et
Bacchanalia - Leuwen University Press, 2009, dove questo testo è
criticamente comparato a quello precedente e tradotto in inglese.
La mia traduzione non vuole essere letteraria né tantomeno
sottomessa alle complesse costruzioni sintattiche del latino classico.
Ho cercato di esprimere i contenuti in un italiano contemporaneo
e quando necessario gergale di gioco. In questo mi ha aiutato
l’orientamento della mia ricerca, volta a individuare un gioco di
carte rinascimentale e le sue modalità.
Il corpo del testo italiano è interrotto da numeri in grassetto posti a
destra, a indicare la pagina recto o la pagina verso di riferimento
del testo latino.
pag. 24
Il Gioco del Trionfo
Giocatori.
Maldonatus, Ferranus, Rosarius Padronus, Asturianus Rex.
Maldonatus. E adesso che non abbiamo altro da fare, cosa
facciamo ? una passeggiata fino ai Prati di Santa Chiara ?
Ferranus. Quel posto andrebbe bene se fosse un giorno normale.
Ma oggi là vi è una moltitudine di artigiani. Non potremmo fare
una passeggiata piacevole.
Rosarius. Giusto. Credo che dovremmo trovare un posto
migliore.
Padronus. Per citare l’adagio, vi si attacca l’acqua addosso1?
Non vedi cieli plumbei e le nuvole cariche di pioggia spinte da
Austro che arrivano da meridione ?
24v
bisogna stare al coperto. Non ci mancherà il divertimento, mentre
a uno o due di noi si svuoteranno le tasche. I giorni invernali, se
non sono soleggiati, non giovano alla salute, e portano poco
divertimento a chi passeggia.
Ros. Se non sbaglio, amico Patronus, mi sembra che vogliate
accudire la vostra gola, che è così secca dal tanto leggere ad alta
voce, e questo vale anche per Maldonatus e suppongo per
Ferranus. Entrambi sono anziani2, anche se non della stessa età,
per cui preferiscono un cuore d'inverno e un posto dove sedere
piuttosto che le passeggiate nel freddo e nell'umidità.
Fer. Benchè non mi piaccia che si pensi che l'età mi impedisca di
1
Espressione ciceroniana per “Cosa ti trattiene?”
Siamo in tempi in cui l’attesa media di vita a stento arrivava a quarant’anni, età dalla quale si era
considerati anziani, anche se ancora prestanti. Nel 1541 Maldonado era poco più che cinquantenne
ed era il più anziano della combriccola, seguito da Ferranus. I due anziani erano i maestri dei due
più giovani avventizi del mestiere di sacerdoti latinisti
2
fare alcunché, non posso negare che mi piace l'idea di sedere
tranquillamente da qualche parte e giocare qualche bel gioco. Un
gioco lungo quanto basta per non essere troppo lungo, e che sia
moderato, così che non mi distragga dalle Muse né mi vuoti le
tasche.
Mal. Allora andiamo a casa tua, che è vicina da qui e non lontana
dalle scuole. Le Muse saranno benigne e non ci permetteranno di
gettare troppo tempo in giochi di soldi. Perché se v'è una cosa da
raccomandare quando si gioca di soldi è che sia un gioco breve.
Ros. Le Muse non considereranno che un passatempo triviale e
plebeo sia degno della loro presenza.
25
Giochiamo sontuosamente e pienamente, quanto ne possano
fornire le nostre tasche. Fer. Ahi, andiamo male con questa tua
prodigalità ! giocheremo solo qualche bevanda dissetante e delle
frutta3. Lasciamo giocare forte e puntare più alto quelli che
essendo ricchi sono più peccaminosi e dissoluti.
Mal. Un'idea eccellente, caro Ferranus. Oggigiorno niente più del
gioco sfrenato perde maggiormente l'adolescenza e la vecchiaia
sventata. Se senti dire di qualche giovanotto è andato in miseria,
non perdere tempo a cercare una spiegazione : il gioco e le bische
gli avranno mangiato tutto. E se vedi un vecchio che si intrattiene
continuamente coi giovani giocatori, quegli non è spinto dal
desiderio di insegnare, ma di convincerti a farti trascinare dalla
passione del gioco. Non diamo il cattivo esempio. Giochiamo solo
per divertirci, e non per guadagnarci. E giochiamo poco, così da
fare apparire che stiamo insieme per riguadagnare le forze
destinate alla letteratura e non per battere e derubare un collega.
Il carattere e le abitudini dell'insegnante contribuiscono molto
3
Il gioco spagnolo rinascimentale del Trionfo era gioco di soldi. Lo testimonia il grande Luis Vives
nel suo Ludus Chartarum databile al 1530 circa, testo che abbiamo nella Biblioteca del TRE. Il suo
contemporaneo Maldonado per comprensibili problemi morali e pedagogici ne descrive qui una
variante senza poste.
all'edificazione del giovane. Quindi, Ferranus, ordina che si
prepari la tavola, non per mangiare, ma per giocare.
Fer. Dite, ragazzi, tirate fuori le carte da gioco e i sassolini
segnapunti; preparate coppe e bicchieri per il vino! Noi non
lotteremo per un regno, come Cesare e Pompeo in Lucano4, che
Maldonado
25v
sta insegnando adesso. Noi lotteremo per il vino : su chi lo
tracanna più liberamente e facilmente; su chi pensa che il San
Martino o il Toro5 schietto sia lo stesso che l'aceto; lotteremo per
pagarne il prezzo.
Ros. Non mi piacciono queste carte. Il loro verso non è dello
stesso colore in tutte 6. Alcune hanno macchie e segni di unghiate.
Non combatteremo in condizioni uguali. Portane delle migliori se
ne hai.
Pad. Lascia stare; queste carte per noi bastano e avanzano. Non
ci giocheremo tutte le nostre sostanze, ma giusto qualche spicciolo.
Tu che hai l'abitudine di trovarti ricco o povero dopo un lancio di
dadi o una distribuzione di carte, tu guarda attentamente i dettagli
del verso delle carte. Il resto di noi non teme chi bara in un gioco
così moderato.
Ros. Sono certo di non essere il solo qui presente a mettere a
rischio il mio denaro. poi, nessuno gradisce di essere frodato se
può evitarlo.
Mal. Lo stai chiedendo a me. Ma tu che pure sei uno di noi, fai
una cosa e ne prepari un'altra diversa. Tu credi che, che tu sia
fortunato o no, presto giocherai qui con noi, non il vino che
consumeremo, ma soldi veri. Così, se Nemesi ti favorirà, riempirai
4
Allusione al poema epico “Pharsalia” di Lucano, incentrato sulla guerra civile tra Cesare e
Pompeo.
5
Vini pregiati.
6
In quei tempi, un mazzo di carte si deteriorava rapidamente e aveva vita breve. Spesso troviamo
lamentele su carte sgualcite, macchiate e segnate dall'uso, carte che potevano essere riconoscibili,
quando non segnate a arte dai bari.
la borsa. Metti da parte la tua speranza sbagliata. Questo posto e
queste persone si oppongono ai tuoi desideri. Se qualcuno spera di
comandare gli altri, che comandi sè stesso per prima cosa. Siamo
26
insegnanti, stiamo offrendo agli studenti l'occasione di peccare ?
Fer. Certo. Giocare in quel modo non è per me. Che sia
soddisfacente rallegrare un poco lo spirito per un momento, e
mettere in gioco7 un po' di vino. Chi è di animo avventato e
giocatore, vada a frequentare le taverne e i posti dei crapuloni e
dei dissipatori. La misura del gioco sia per noi un settario8 di vino.
Pad. Stiamo perdendo tempo. Tiriamo a sorte la composizione
delle coppie lasciandone il compito alla fortuna. Ma, se non volete
rimettervi alla fortuna, io e Rosarius, che siamo i più giovani,
giocheremo contro i più grandi. Dice un vecchio proverbio che i
consimili si aggregano più facilmente.
Fer. Ci sfidano, Maldonatus. Non rifuggiamo dal combattimento.
Forse avremmo la meglio se dovessimo lottare con le nostre forze
fisiche. Ma ora conta il talento intellettuale. Chi è più intelligente e
chi possiede miglior memoria avrà più forze e più energia.
Sediamoci, uno in faccia all'altro, e che il tavolo stia tra di noi,
cosicché non possiamo combinare le nostre truppe. Che ciascuno,
con la sua propria forza, entri in battaglia o si arrenda.
Ros. Che le regole siano indicate. O meglio detto, che le regole
già fissate dai nostri predecessori siano ricordate. Chi le
contravvenga, perda quanto messo in gioco.
Mald. Se chiedete a me, proporrò delle regole
26v
che vanno oltre a quelle che sono comuni, regole adeguate e
7
Maldonado usa il verbo latino deponere nel senso di mettere in gioco, puntare. Il suo
contemporaneo milanese Girolamo Cardano, nel De Ludo Aleae (vedi in Biblioteca del TRE),
chiama il piatto depositum.
8
Misura di liquidi. In Spanish Humanism in the verge of the Picaresque, Leuven University Press,
2009, i curatori Warren Smith Clarck Colahan lo traducono in inglese con pint, pinta.
consone alle nostre abitudini.
Fer. Se posso parlare anche per gli altri, te lo chiediamo.
Mal. La prima regola, è che dobbiamo tutti parlare latino9. Che
nessuno possa emettere una sillaba non latina o non appropriata.
Chi lo fa, sia censurato.
Ros. Ottima regola, che accettiamo. Così spenderemo meglio il
tempo dedicato al gioco. Pad. Credo che questa regola dovrebbe
essere gravata nel bronzo. Anche se per noi nel gioco sarà molto
difficile da osservare, pure il timore di romperla ci fornirà le
espressioni latine, anche se non saranno correttissime. Ho i
Colloquies di Vives10, nei quali lui gioca a carte festosamente. Mi
aiuterà molto, se la memoria non mi abbandona del tutto.
27
Mald. Vives provò a proporre in latino alcuni termini di gioco.
Anche Erasmo è stato molto efficace e geniale su altri giochi.
Entrambi tuttavia non ne hanno toccato vari aspetti. Hanno
dimenticato di includere molte parole, senza le quali la nostra
partita a carte sarebbe tronca e impossibile. Potete usare le parole
e le immagini usate da Vives, ma se non avete un grande serbatoio
di parole latine derivate da letture intense e da pratica costante, vi
ritroverete spesso e volentieri senza i termini adatti alla situazione.
Per non esitare e per esprimersi con eleganza e proprietà durante
la partita, bisogna avere un magazzino pieno dove
approvvigionarsi di parole latine. Proviamo, e niente sarà
troppo difficile.
Fer. Approvo molto una regola così desiderabile in molte
circostanze. Diventerà utilissima, non solo per noi, ma anche per
altri studenti. Non certo per il gioco d'azzardo, che deve essere
9
Maldonado esplicita il senso di questo suo dialogo tra quattro latinisti di varia età : l’applicazione
del latino alla sua contemporaneità. In età umanistica, i giochi di carte erano un’espressione
significativa del quotidiano.
10
Lodovico Vives. Ludus Chartarum seu Foliorum, Dialogo in Opera Omnia, Tomus I, Valentiae
Edetanorum, 1782 pag. 378-389. In Biblioteca del TRE è visibile il link e la nostra traduzione.
vietato ai ragazzi, ma in tutte le loro conversazioni e chiacchiere
quotidiane. Avanti dunque, fateci ascoltare le altre regole.
Mal. L'ultimo arrivato, Asturianus, sarà il re della partita. Che
ordini il vino e le frutta a nostra richiesta. Che paghino i giocatori
più sfortunati, o meglio, quelli meno attivi. Che (Asturianus) sia
anche da giudice arbitro, in modo che se sorgesse una disputa noi
accetteremo il suo giudizio. Il mazziere prenderà la carta indice,
che indicherà il seme di briscola11, che sia una figura o un Asso.
Se non lo è, che la ponga sul tavolo. Nessuno segnali con parole o
gesti la forza della sua mano. Sia permesso solo dire "sì" o "no",
mentre tutte le altre parole restino vietatissime. Ciascuno dia
battaglia con le forze ricevute. Si può avere qualche speranza nelle
forze del compagno, ma non certezze, a meno che il compagno
non mostri la mano.
27v
Ros. Questo gioco è più questione di erudizione che di piacere. E
l'hai scelto tu, Maldonatus, che sei il più anziano e di maggiore
esperienza. Dacci tu i nomi delle carte e dei semi in latino, spiegaci
in che modo si distinguono, che uso se ne deve fare, quali sono
superiori, quali inferiori e di minor pregio.
Mal. Provo ad essere esauriente per quanto mi sarà possibile.Il
mazzo è diviso in quattro ordini, di dodici carte ciascuno. Gli
ordini sono i danari o ori, coppe, spade e bastoni. Tutti gli ordini
sono capeggiati dal Re, dopo il Re sta il Cavallo, quindi il Fante.
Le carte rimanenti si distinguono dal numero. Negli ordini delle
denari e delle coppe12, l'Uno supera tutti gli altri numeri, seguito
dal Due. Cosicchè in questi semi il numero minore sempre vince
sul maggiore. Al contrario, nelle spade e nelle bastoni il numero
11
Come vedremo più avanti nel gioco, dopo avere dato carte a tutti e prima che si inizi il gioco il
mazziere scopre una carta, il cui seme è quello di briscola della mano, e la pone coperta al centro
del tavolo. Maldonado chiama index questa carta.
12
Denari e coppe sono oggi detti anche semi corti, le spade e le bastoni lunghi. Vives, cit. pag. 381,
conferma la stessa scala gerarchica riportata qui da Maldonado.
maggiore strangola il minore13. Questo vale per il gioco del
Trionfo, che stiamo per praticare. Infatti negli altri giochi di carte,
che sono quasi infiniti14, le leggi sono diverse e quotidianamente se
ne pensano delle nuove. Ma poichè il Trionfo è stato, credo,
inventato per primo e a causa sua sono state inventate le carte da
gioco15, è più adatto a noi, e vi troviamo meno frode e inganno.
Adesso giochiamo solo questo. Si chiama Trionfo perché ricorda
la guerra, dove i vincitori sembrano trionfare16.
28
I giocatori lo giocano uno contro uno, o coppia contro coppia. Ma
è più frequentato e più divertente in coppie incrociate, come
siamo noi ora. Due sono le parti in lotta, ma con quattro
accampamenti. Gli alleati non mescolano i loro accampamenti17,
ma si guardano di fronte, con gli avversari ai due lati. Di ogni
parte due sono i comandanti. La tavola divide tutti, anche gli
alleati.
Ros. Hai detto che il gioco è come una guerra, allora spiegaci la
forza dell'esercito, e in cosa consiste la prestanza dei soldati.
Mal. Dici bene. I generali sono quattro, siamo noi. Le carte sono
le truppe. Sono distribuite dal primo giocatore sorteggiato. Di poi
13
La scala gerarchica qui descritta è la stessa del gioco dei Trionfi o Tarocchi italiano di quegli
anni. Dopo Re, Cavallo e Fante, nei semi corti la scala era A, 2, 3, 4, 5, eccetera fino al nove.Nei
semi lunghi era 9, 8, 7, eccetera fino all’Uno o Asso. Il seme promosso a Trionfi, qualunque esso
fosse, seguiva l’ordine naturale del maggiore vincente sopra il minore con l’Asso al vertice della
scala superiore persino al Re.
14
Maldonado, testimonia che nella sua Castiglia del 1540 i giochi di carte erano già propemodum
innumeri, quasi infiniti.
15
Opinione sorprendente : quia triumphus fuit, opino, primis inventus et eius causa repertae
lusoriae chartae. Maldonado nacque intorno al 1485, quando le carte erano arrivate in Castiglia da
un centinaio d’anni.
16
La denominazione del gioco del Trionfo si intreccia con quella del seme dei trionfi del mazzo dei
Tarocchi. Vedi Girolamo Zorli, Il gioco del Trionfo nella Spagna rinascimentale, in Accademia del
TRE di www.tretre.it L’affermazione di Maldonado vale anche per questi ultimi : triumphus dicitur,
quod cum habeat instar pugnae videntur triumphare victores.
17
Le coppie dirimpettaie o a giocatori incrociati erano già la modalità di gioco preminente. Però
ogni giocatore giocava del suo e metteva davanti a sé i suoi soldi. Vedremo che nel caso che un
giocatore passasse rifiutando l’invito o il rilancio avversario, il suo compagno poteva invece
accettarli e stare in gioco rischiando il proprio.
distribuisce chi siede a destra del precedente mazziere18. Così
prosegue il turno di mazziere, in senso circolare, da destra a
sinistra, finchè una coppia non vinca definitivamente la partita.
Vengono date una alla volta nove carte a testa. Una carta scoperta
viene messa in mezzo al tavolo e il suo ordine è quello preminente
in quella smazzata19. Quelli che hanno più carte di quel seme
hanno più forza, se non gli trema il cuore e se non sono svogliati, o
se non sanno come si vince e se fuggono per timidezza.
Le carte del seme promosso si chiamano trionfi, dal momento che,
di solito, chi ne ha di più trionfa20. Nel seme dei trionfi la carta più
alta è l'Asso,
28v
che supera anche il Re. Ma in tutti gli altri semi, l'Asso ha il valore
del suo numero, come già indicato21. Ora che ho rivelato le
modalità e la maggior parte delle regole, ora cominciamo il gioco.
Commenteremo il resto delle regole giocando. Che Asturianus,
che è l'ultimo arrivato, sia il re della partita22 che nel momento
opportuno provveda a sua discrezione al vino che gli
autorizziamo.
Asturianus. Ho già mandato un ragazzo, non tarderà molto. Se
non vi piace quello che porta, lo bevo io. Ma cominciate a giocare,
voglio sapere chi sono i miei debitori che mi rifonderanno la spesa.
Mal. Prima vediamo chi dà carte. Sarà mazziere chi riceve il
primo Re.
Pad. Tocca a me. Sono il primo mazziere. E’ di buon augurio.
18
Il compito del mazziere ruotava in senso antiorario, così come anche il gioco.
Come nella Briscola italiana odierna e in altri giochi sette-ottocenteschi, alla fine della
distribuzione veniva scoperta una carta. Il seme o ordine di quella carta era promosso a seme
superiore, di taglio, di trionfo, di briscola di quella smazzata. Maldonado chiama quella carta index.
La chiameremo così anche noi.
20
Nei Tarocchi, il taglio era affidato ad un seme aggiunto al mazzo, chiamato trionfi.
21
Vedi nota 13. l’Uno o Asso era la più alta delle cartine dei semi corti e la più bassa dei lunghi. Il
seme indicato dei trionfi faceva dunque eccezione e sviluppava la gerarchia oggi consueta : AssoRe-Cavallo (Donna)-Fante
22
In vari giochi anche di società il compito di re era svolto da un membro del gruppo. Consisteva in
attività soprattutto di magistratura e di servizio, come anche in questo caso.
19
Come si dice, vorrei essere Nicola, che distribuisce il peggio e tiene
il meglio per sé23. Credo che ora tutti abbiate nove carte.
Contatele, per favore. Se qualcuno ha più di nove carte quando la
battaglia è cominciata, che lo dichiari e si ritiri dalla tenzone senza
profitto. Maldonatus ha dimenticato questa legge.
Ros. Tutti conoscono questa regola. Ora, Padronus, esibisci la
carta trionfale, l’indice che indica il seme che trionfa, e aggiungine
una sopra24. Un regola che il nostro ottimo insegnante ha omesso,
perché tutti la conoscono, è che la vittoria finale richiede
l'accumulazione di trentadue sassolini segnapunti 25, che dà il
bottino e che permette di legare una ghirlanda attorno alla caraffa
del vino. La carta trionfale scoperta vale tre
29
26
sassolini, le altre giocate valgono un sassolino . Nessuno può
inviare più di una carta per ogni giro di presa, a meno che il suo
avversario non ne abbia aggiunta un'altra27. Infatti assieme alla
carta indice prima della prima presa possono essere aggiunte due
carte, delle quali una è irrevocabile e sull’altra si consultano gli
23
In Spanish Humanism, cit. viene a questo proposito evocata la figura di san Nicola. Questo
Nicola che dà il peggio e si tiene il meglio non sembra molto santo, né munifico. Credo che il nome
Nicola sia proverbiale del luogo e dell’epoca.
24
Per la carta indice, vedi nota 11. Qui viene detto che il mazziere metteva una carta sopra la carta
indice. Di questa carta “irrevocabile” aggiunta non se ne parlerà più, se non che andrà a finire nel
punteggio di fine mano (vedi nota 29).
25
I punti venivano segnati con accumulazione di sassolini. Calcus in latino significa sasso. I
sassolini segnapunti sono i calculi del testo.
26
La vittoria di partita era conseguita al raggiungimento di trentadue punti-sassolini. Il mazziere
che scopriva una carta indice di figura o di Asso conteggiava tre sassolini. Tutte le altre carte
giocate e incassate valevano un punto-sassolino. Ne consegue che il punteggio del mazzo era di (48
carte di cui un eventuale Asso o Figura indice = ) 50 punti o sassolini o calculi.
27
Non chiaro. Questa regola sembra riferirsi non alle carte giocate, ma alle chartae calculatoriae,
cioè carte da punteggio, di cui M. parlerà dopo. Vedi alle note 28 e 29. Abbiamo visto (nota 26) che
ogni carta giocata valeva un punto. Prima dell’inizio della presa e anche durante la presa stessa il
giocatore di turno poteva aggiungere una carta a quelle in gioco, aumentando il numero di carte
conteggiate di quella presa e del computo di fine smazzata. Le carte calcolatorie, come vedremo,
erano spesso aggiunte a quelle in gioco, ma non viene detto da dove fossero prese. Ritengo che
fossero semplicemente pescate dal tallone, che consisteva di undici carte iniziali (9 carte x 4
giocatori + carta indice = 37 carte, sottraendo le 48 carte del mazzo = 11 carte residue di tallone),
tallone che era posto vicino alla carta indice.
avversari28. Tutte queste carte, e quelle utilizzate successivamente,
verranno conteggiate a fine mano29. La coppia che vince cinque
prese consecutive o che fa scappare gli avversari aggiunge
altrettanti sassolini ai sassolini30, fino a quando è raggiunto il
numero di trentadue e la partita è terminata. Ma continuate,
Padronus, e mostrateci il seme fortunato.
Pad. D'accordo. Trionfano le bastoni, e non prenderò la carta
indice.31
Ros. Non prendetevela troppo. Aumentate il numero delle carte
calcolatorie32 prima che i nostri avversari ci sfidino. Vediamo
quanto sono forti.
Mal. Ferranus, misurate bene la vostra forza. Io declino di
combattere. 33
Fer. Restiamo coraggiosi, che non sembri che perdiamo il nostro
coraggio subito, alla prima battaglia. Aumento il numero delle
28
Testo criptico. Congetturo che la prima carta messa accanto all’indice e definita irrevocabilis,
fosse destinata a chi vinceva la smazzata o a chi faceva l’ultima presa. L’altra invece non era
“irrevocabile”, qualsiasi cosa questo significasse.
29
Le chartae calculatoriae depositae, ovvero utilizzate come fiches di rilancio, venivano
scommesse e computate a fine smazzata. Non è chiaro se venivano incassate dal vincitore della
presa corrente o se restavano tutte in tavolo per essere conteggiate a fine mano a favore dei vincitori
di smazzata. Qui M. dice che tutte queste carte calcolatorie entravano nel conteggio di fine mano
assieme alle carte di gioco.
Riassumendo : le carte incassate valevano un punto ciascuna. Nel corso delle smazzate venivano
incassate carte di gioco, ricevute dalla distribuzione d’inizio mano e giocate normalmente, e carte di
calcolo aggiunte alle varie prese disputate. Queste carte addizionali non intervenivano nel gioco, né
lo influenzavano, ma si comportavano da fiches, da gettoni che rappresentavano un calculosassolino-punto. Nel latino di M. erano definite chartae calculatoriae. Venivano aggiunte una alla
volta. Non era ammesso aggiungere due carte calcolatorie per presa, se non per rilanciare l’altrui
calcolatoria con una seconda carta. A fine smazzata i vincitori conteggiavano le carte di gioco e
qiuelle di calcolo incassate e segnavano altrettanti punti coi sassolini.
30
Poco chiaro. Aggiungere altrettanti sassolini potrebbe significare raddoppiarli.L’unica certezza è
che la vittoria di cinque prese dava la vittoria di smazzata, così come
31
Padronus ha scoperto una carta indice di bastoni di cui non può impossessarsi, quindi si tratta di
una cartina.
32
Come visto nelle nota 29, aumentare le carte calcolatorie significava ingrossare il numero di carte
di quella presa e quindi il bottino della presa.
33
Maldonatus passa sull’invito di Rosarius. Come vedremo, passare non impegnava il compagno,
che poteva accettare di giocare.
carte ancora di più34.
Mal. Badate bene a quel che fate, perché, come dice il proverbio,
nemmeno Ercole può combattere contro due35.
Ros. Lasciamo che il numero cresca. Non mi vi oppongo.36
Fer. Nemmeno io.
Mal. Voi siete tanto coraggiosi, soprattutto perché
29v
37
ho rinunciato a combattere.
Fer. Ma dobbiamo controbattere. Che la Fortuna decida.
Mald. Allora attacco. Ecco il Fante di Coppe.
Ros. Questo è il Sette38, perdo.
Fer. Il mio compagno vince, e il mio Due è morto.
Pad. Vorrei avere il Re o il Cavallo del seme, ma non ho coppe.
Il Tre di Bastoni vincerà39. Ora attacco, col Sei di Spade.
Mald. Ho il Nove.
Ros. Che la vittoria sia con voi ! Aumento le carte da calcolo.
Mal. Per me non c'è rischio40.
Ros. Non state seguendo le regole del gioco. Il vostro compagno,
che è seduto alla mia destra, ha la parola.
Mal. Ho rubato il turno al mio compagno senza intenzione
maligna. Chiedo perdono. Per mancanza di pratica, abbiamo
dimenticato alcune regole minori.
Ros. Se andate ancora contro le regole sarete squalificato.
34
Ferranus, compagno di Maldonatus, accetta l’invito di Rosarius e lo rilancia.
Maldonatus ha rifiutato le puntate avversarie, ma giocherà. Il suo compagno, Ferranus, invece le
accetterà. Non è chiaro se Ferranus dovrà sobbarcarsi anche la quota di scommessa rifiutata da
Maldonatus.
36
Rosarius accetta il rilancio di Ferranus.
37
Maldonatus non punta, ribadisce di non volere combattere ma resta in gioco e giocherà la prima
carta.
38
Come vedremo in tutte le giocate riportate, i giocatori rispondono al seme della carta d’attacco
finchè l’ultimo di mano vince di taglio giocando trionfi.Questo Sette di seme scontato e quindi non
specificato deve essere il Sette di coppe.
39
Padronus avrebbe preferito prendere con una figura del seme, invece è costretto a tagliare di
trionfo piccolo. Vigeva dunque l’obbligo di risposta e taglio.
40
Maldonatus borbotta che per lui non c’è rischio, dato che gioca senza puntare.
35
Mal. Lo accetterò con rassegnazione. Ma vi prego, Ferranus, di
valutare attentamente la vostra forza. E' più saggio, in questo
gioco, abbandonare per tempo piuttosto che lottare scioccamente.
Fer. Abbandoniamo. Ma non tanto perché io lo voglia, quanto
perché non voglio contrariarvi. Maldonatus.
Ros. Contati otto sassolini per noi 41 Mal. Non ha importanza.
La fortuna può arriderti all'inizio per guardare altrove alla fine.
Ros. Voglio proseguire. Vi potrete confortare con racconti
da vecchiette.
Mal. Tu prendi in giro, ma puoi avere una faccia diversa in meno
di un'ora. Ora è il mio turno di mazziere.
30
Volesse il cielo che prendessi la carta indice ! Contate tutti le
vostre carte o giocate a vostro rischio e pericolo. Che fortuna ! Ho
scoperto l'Asso di coppe, che è mio come se fosse una figura. E’ un
trionfo, strangola anche il Re, e reclama tre sassolini per il suo
partito42. Aggiungi, Ferranus.
Fer. Non pensare ai sassolini. Con me calcolatore niente andrà
perduto. Ros. Godi, Maldonatus. Però non cedo. Al contrario, mi
piacciono i numeri. Fer. Valuta le tue forze, Maldonatus. Io non
combatto. Mal. Stai saldo, combatterò, anche se fossi da solo.
Rosario, gioca una buona carta.
Ros. Prendi il Sei di spade. Fer. Ho il Nove. Solo una figura lo
può battere43. Pad. Non ho spade. L'Otto di coppe basterà.
Mald. Brutta giocata, Ferranus, avresti dovuto tagliare con un
trionfo 44. Fer. Stai chiedendo noci a una quercia45.
41
Gli otto punti o sassolini sembrano sei carte giocate (4+2) e due calcolatorie.Oppure, se è giusta
l’ipotesi delle calcolatorie calcolate a fine smazzata, otto sassolini sono quattro carte della prima
presa raddoppiate dall’abbandono.
42
Viene confermato che la carta indice quando Asso o Figura conteggiava tre punti e veniva presa
dal mazziere. Non è specificato se il mazziere dovesse scartare una sua carta.
43
Nel mazzo spagnolo mancano i Dieci. Sopra al Nove troviamo il Fante.
44
Ne risulta che, come nella briscola odierna, non era obbligatorio rispondere al seme della carta
d’attacco, ma si poteva giocare trionfo al suo posto.
45
Ferranus non ha carte da trionfo.Oggi diremmo : cerchi acqua nel deserto o qualcosa del genere.
Ros. Avete tutti e due infranto le regole del gioco. Prima di tutto,
tu (Ferranus), col dire che non hai trionfi. Getta le carte e esci
subito dalla mano. Ast. E' giusto quello che chiede. Osserviamo le
regole. Si può dire liberamente se si accetta una puntata o no, se
preferisci stare o abbandonare. Ma bisogna assolutamente tacere
le carte che hai o non hai. Mal. Sentenza regale. Anch'io
abbandono, dal momento che solo
30v
non basto. Distribuisci, Rosarius.
Ros. Prima aggiorno i sassolini. Noi siamo a tredici. Voi a tre46.
Fer. Col favore di Nemesi, non resterete in testa a lungo.
Ros. Lei stessa vedrà. Faccio carte. Pad. Non prendi l'indice47.
Sei sfortunato. Ros. Cosa ci vuoi fare ? Non puoi forzare la sorte.
Quindi lasciamo che penda nel verso che vuole. La prima presa
varrà cinque sassolini48. La carta indice è il Tre di denari.
Pad. Attento a quello che fai, te ne prego.
Ros. E’ cosa fatta. Benché i giocatori più abili di questo gioco
dicano che la distribuzione con l'aggiunta di due carte con l'indice
è cosa per inesperti, è normale che a volte il cuore combatta la
ragione49.
Fer. Combatterò, benchè aumentino i sassolini, se tu non lo
escludi del tutto. Mal. Vediamo che cosa possano i provocatori.
Possiamo sempre suonare la ritirata a battaglia iniziata.
46
Alla prima smazzata, Rosarius e Padronus avevano incassato otto sassolini, cinque in questa. I tre
sassolini di Maldonatus e Patronus sono l’Asso di coppe indice. La squalifica di un giocatore non
comprometteva i tre puntidell’indice. I cinque sassolini vengono dall’unica presa di Padronus.
Sembra che il raddoppio per abbandono (vedi nota30) funzionasse se erano state giocate più prese.
47
Rosarius mazziere scopre una cartina indice di nessun valore, il Tre di denari.
48
Rosarius mazziere ha già scoperto la carta indice e sta scoprendo le cartae calculatoriae accanto
alla carta indice. Facendolo commenta che la prima presa varrà cinque sassolini. Il che esclude che
il valore della presa sia dato dalla tipologia delle carte incassate e indica che il valore della presa è
determinato dalla presenza di una carta calculatoria di cui non sappiamo nulla. Forse si tratta della
seconda carta messa accanto alla indice della nota 28.
49
Padronus sgrida il mazziere Rosarius, che gli risponde di avere aggiunto una seconda carta a
centro tavola accanto alla carta indice nonostante il parere contrario dei bravi giocatori. Sembra
dedursene che due carte calculatoriae aumentavano il valore della presa da quattro a cinque calculi
ovvero sassolini.
Fer. Gioco il Tre di coppe. Pad. Io il Fante. Mal. Arriva
il Re. Ros. Il Nove di denari sgozza il tuo Re. Mal. E' indegno
che un Re sia trucidato da un infimo soldato.
Ros. Così è il gioco. Calo il Cavallo di bastoni. Fer. Io il Nove.
Pad. Ecco il Quattro, la vittoria è in mano al mio socio. Mald.
L'Otto di denari si confà al vostro Cavallo50. Gioco il Re di spade.
Ros. Ecco l’Asso.
31
Fer. Il Re deve essere battuto. Il mio Due di denari è morto.
Pad. Da parte mia ecco il Quattro di denari, che vince. Insisto,
abbandono la lotta, perché il mio nemico spinge forte e accumula
molti sassolini. Ros. Rilancerò ancora di più. Non perdere la
speranza. Mal. Preferisco non combattere più di così, preferisco
non competere. Fer. Invece competiamo, indipendentemente dal
rischio. Alzo il numero dei sassolini.
Pad. Ehm, Rosarius, smetti di combattere, per carità. Meglio
cercare nuovamente la fortuna, che ora a forze impari passare
apertamente la vittoria ai nostri avversari.
Ros. Mi arrendo contro la mia volontà. Ho tre trionfi, anche se
bassi. Comunque arrendiamoci 51. Non voglio combattere, con
una mano debole, contro la tua volontà.
Mal. Abbiamo dieci sassolini52. Diamoci dentro. La vittoria è
nelle nostre mani. Fer. Faccio carte. Spero in buone truppe e di
50
Maldonatus fa presa tagliando con l’Otto di denari. Attaccherà una nuova presa col Re di spade.
Padronus e Rosarius hanno già incassato due prese. I tre trionfi bassi di Rosarius possono dargli
tre prese, per un totale di cinque prese e la vittoria di smazzata. Ma Padronus gli fa capire di non
avere trionfi, e il pur prudente e cauto Maldonadus sembra molto fiducioso. Quindi Rosarius decide
che il rischio di perdere uno o due trionfi bassi sotto il sovrataglio di Maldonatus lo convince a
cedere e abbandonare.
52
A questo punto Ferranus e Maldonatus totalizzano dieci sassolini complessivamente. Ne avevano
tre. In questa mano hanno incassato sette calculi con una presa vinta e la vittoria per abbandono,
mentre gli avversari abbandonando non hanno incassato nulla, nonostante le due prese incassate.
L’unica spiegazione che trovo è che i, perdenti hanno vinto la prima presa da cinque e la seconda da
quattro, mentre i vincenti hanno vinto una presa da quattro e quattro rilanci, per un totale di otto che
raddoppiato dall’abbandono avversario dà sedici. 16-9 = 7.
51
prendere la carta indice53. La mia fortuna però mi impedisce di
distruggere i miei avversari. Prima ho attaccato col Due di spade.
Ora voglio l'Asso. Ed eccolo qua ! Aggiungo tre sassolini, così ne
abbiamo tredici, come voi.
Pad. Aumento le carte. Meglio morire combattendo che
timidamente sempre dubitando della vittoria. Ros. Attenzione a
quello che fai, sono più disponibile a scappare che a combattere.
31v
Pad. Certamente combatterò, anche da solo, e con possibilità di
vittoria. Valutate attentamente, voi due, se accettate il rilancio.
Mal. Ci stiamo e confidiamo di batterti. Decidi tu, Ferranus. Fer.
Non sono del tutto certo, ma la tua audacia mi consola.
Pad. Gioco il Nove di bastoni. Mal. Viene battuto dall’Asso.
Ros. Il cavallo prende. Fer. Che sfortuna, devo prendere con
l’Asso di trionfi svuotando le mie forze. 54 Mal. Avresti potuto
serbarlo per un’altra presa più difficile. Ma così mi hai avvertito di
quanto posso confidare delle tue truppe55. Forza, attacca un’altra
presa.
Fer. Gioco il Re di coppe. Può essere battuto solo da un trionfo.
Pad. Gioco il Tre. Mald. Qui vedete il Sette. Ros. Così non
dovrò buttare via il mio Fante di spade56.
Pad. Bene. Gioca ancora. Ros. Gioco il Cavallo di coppe. E’
carta franca57, può essere presa solo da un trionfo.
53
Come visto più volte, la carta indice se figura o Asso dava tre punti al mazziere che la prendeva e
l’univa alle sue.
54
In questa presa vediamo l’Asso di spade superare un numero, il Nove, e perdere da una figura, il
Cavallo. Vediamo anche Ferranus giocare l’Asso di atout per tagliare una presa modesta. Il suo
lamento ci fa capire che era il suo solo trionfo.
55
Maldonatus sa che il compagno Ferranus non ha più trionfi, e si regola di conseguenza. La
possibilità che aveva Ferranus di giocare altrimenti ci informa che, come nel bridge odierno, in caso
di mancanza di carta rispondente non c’era obbligo di taglio.
56
Spade è il seme di trionfi.
57
Rosarius aveva tagliato il Re di coppe col Fante di spade.Ora Rosarius gioca il Cavallo di coppe,
dicendo che è carta franca in quanto ha appena ammazzato il suo Re. Ne consegue che Rosarius non
era obbligato a rispondere a coppe, ma poteva tagliare.
Fer. Prendi il Nove. Pad. Ecco l’Otto. Mal. In questa presa la
vittoria va al Cinque di spade.
Fer. Aumento il numero delle carte calcolatorie.
Pad. Capisco. Tu vuoi che il tuo compagno giochi trionfi. Che ne
dici, Rosarius ? Ros. Beh, non lo permetto. Pad. Bene, non mi
ritiro. Alzo ancora di più il piatto. Fer. E’ evidente che mi
arrendo. Mal. No, aspetta ! lascia che il Re di spade ora domini il
campo. Ros. Il mio Nove è morto. Fer. Non ho
32
trionfi. Pad. Il mio Sei perisce per nulla.
Mald. L’Otto di spade ora mostrerà la vostra forza. Ros. Non
avrai trionfi, da me. Prendi il Sette di denari. Fer. Felice scarto
l’Asso di bastoni. Pad. Che il mio Cavallo di spade distrugga il
tuo Otto.
Mald. Che osso duro quest’uomo 58! Temo che siamo vinti. Fer.
Lo prevedevo. I suoi rilanci di calcolatorie non sono temerari.
Raramente è così coraggioso, a meno che la vittoria non sia certa.
Mal. Cosa dovevo fare ? avevo ancora due trionfi. Chi si
arrenderebbe con questa forza ? ma non combattiamo temerariamente. Raccolgo le carte. Sei tu il mazziere, Padronus.
Pad. Abbiamo incassato sette sassolini59. Ne abbiamo venti. Ora
mescolerò con cura e vediamo se mi torna una mano buona. Le
spade sono ancora i trionfi. Mannaggia, il Quattro ! Se era una
figura avreste già perso. In ogni caso, la prima mano sarà di
cinque sassolini60, se accettate. Fer. Per quel che mi riguarda,
accettiamo. Mal. D’accordo, alza la posta se hai fegato. Vincere o
58
Maldonatus ha giocato trionfi per toglierli dal tavolo, ma è stato sorprendentemente fermato dal
Cavallo di Padronus.Con trentasette carte distribuite e undici da distribuire, spesso carte importanti
restavano fuori dal gioco. Maldonatus aveva contato su di questo, ma gli è andata male.
59
Ferranus e Maldonatus hanno incassato dodici carte di gioco e tre calcolatorie, per un totale di 15
sassolini.Padronus e Rosarius hanno incassano due prese per otto carte più tre calcolatorie, per un
totale di 11. Questi undici sono stati raddoppiati dall’abbandono avversario, diventando 22, che
sottratti ai 15 degli avversari danno sette sassolini.
60
Il mazziere Padronus ha aumentato le carte calcolatorie, mettendone due scoperte accanto alla
carta indice. Vedi nota 26.
perdere non è così importante da farmi temere di perdere.
Ros. Il mio compagno dimostra scarsa lucidità di gioco.
32v.
Ha scommesso cinque sassolini sulla prima presa quando ne
abbiamo già venti. Ma la regola che l’Asso vale tre sassolini non si
applica quando hai già venticinque sassolini.61 Pad. Mi ero
distratto. Abbi pazienza, Rosarius, e vedi cosa puoi fare. Ros. La
mia mano è piatta, differenziata e mista. Non so se voglio ritirarmi
o combattere. Pad. Che tu abbia dubbi è abbastanza, per me. Io,
in una battaglia corpo a corpo, non scapperei mai (con queste
carte). Osiamo, con fiducia. Aumento le carte calcolatorie.
Fer. Bene. Che decida la fortuna. Noi non molliamo. Mal.
Mischio i nostri sassolini con gli altri, se siete d’accordo, e lasciamo
che questa smazzata decida chi siano i debitori e sudditi del re.62
Pad. Così sia. Anche se stiamo vincendo in sassolini, mettiamoli
via. Quanto a te, o re del vino, verifica quanto devi, che il vino e le
frutta siano degni di un re. Ast. Lo saranno. Inoltre vorrei che
perdesse il più ricco, così sarò pagato più rapidamente e
generosamente. Per cui, benchè gli insegnanti di grammatica
fatichino molto a risparmiare qualche soldo, e inoltre sono più
avari di quello che dovrebbero, anche così preferisco lavorare
pietra pomice che marmo. Oppure, se proprio bisogna spremerli
come spugne, preferisco spremere una spugna bagnata che una
completamente secca. Aveva i suoi buoni motivi per rilanciare.
Ros. Dì un po’ re del malaugurio ! Bada ai fatti tuoi e non ci
annoiare. Dimentica la tua ansia. Che vinca chiunque vinca. I tuoi
spiccioli non spariranno. Mal. Andiamo, che il re sia re. Ha il
diritto di parlare liberamente e fare quel che gli piace. Tu,
Ferranus, che sei di mano, gioca una carta. Fer. No, ha fatto carte
61
Regola non detta in precedenza che Maldonado, da buon professore, ci fa arrivare
esemplarmente.
62
So mettono via le fiches e si concentra la partita in una mano. La mano deciderà chi pagherà il
vino e le frutta al re Asturianus.
Padronus, sei tu di mano.
Mald. Chi ha l’Asso ? Pad. E’ qui. Ma non aggiungerò i tre
sassolini perché abbiamo deciso che questa sarà l’ultima smazzata
decisiva. Fer. In questa mano, stai certo, una coppia o l’altra
verrà sconfitta.
Mald. Gioco il Due di trionfi per testare la mia forza. Fer. Ehi,
che cosa fai ? Mal. Forse lo costringo a mettere l’Asso. Ros. Hai
ottenuto di farmi fuori il Nove. Fer. E il mio Cavallo, a meno che
non vinca.
Pad. L’Asso era destinato a vincere e ora distrugge il Cavallo.
Gioco l’Otto di coppe. Mal. Il mio Due lo batte. Ros. Il mio
Cavaliere prevale.
Fer. Il Tre di spade taglia la gola al tuo Cavallo. Gioco il Fante63.
Pad. Qui c’è il Cavallo che ti aspettava. Ros. Io ho l’Asso. Fer.
Non ho denari. Tu Padronus batti il Re se puoi.
Pad. Il Cinque di spade mi dà la vittoria. E finalmente, così non
perdiamo altro tempo, che il Re di spade comandi su tutto il
campo di battaglia e raccolga i trionfi rimasti. Mal. Ecco qua,
abbiamo perso ! il mio Fante è perduto. Fer. E il mio Sette.
Ros. Perdo il Sei. Mannaggia a te che giochi trionfi !
Pad. Ma che brocco che sei ! perché non hai usato quella carta
nella presa precedente ? Ros. Non mi sembrava opportuno. In
ogni caso, il gioco non è venuto così male. Abbiamo chiaramente
vinto. Mal. E’ vero che non c’è bisogno di continuare a giocare.
Non abbiamo altre forze. Fer. Temo che siamo ridotti con soldati
di terza classe. Mal. Inoltre i nostri soldati di terza classe sono
deboli e pigri. Arrendiamoci. Ros. Fai bene ad arrenderti. Ho
figure franche e il mio compagno ha ancora dei trionfi. Mal. Che
ce li mostri e noi non continueremo inutilmente a giocare. Pad.
Guarda. Fer. Chiaramente abbiamo perso. Non saprei dire se a
causa dei miei errori, o quelli del mio compagno, o se avevamo il
63
Non è specificato il seme. Dal contesto, è quello di Denari o di Bastoni.
destino contro. Ros. Potrete discuterne più tardi. Ora che servano
le frutta e il vino64.
La Cattedrale di Burgos
Foto da Wikipedia
64
Il dialogo prosegue per altre quattro facciate su argomenti conviviali di interesse letterario e
antropologico.