surrealismo e metafisica - Associazione culturale E. Levi

Transcript

surrealismo e metafisica - Associazione culturale E. Levi
LE AVANGUARDIE STORICHE 3
DALLA METAFISICA AL SURREALISMO
GIORGIO DE CHIRICO E LA METAFISICA
La nascita della metafisica italiana risale al 1916-1917, quando, in seguito agli eventi bellici, si
ritrovano nello stesso ospedale di Ferrara Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Filippo de Pisis e
Carlo Carrà. Tra il 1917 e il 1918 si aggiungono Giorgio Morandi e Sironi che convergono verso la
metafisica e vi restano fedeli solo per un paio di anni. Gli artisti si organizzano e fondano la rivista
Valori Plastici. L’esperienza si conclude già nel 1920. La metafisica quindi non è mai stata una
vera e propria scuola, né un movimento omogeneo e non ha dato luogo a uno stile comune. Tutti
questi artisti si riuniscono temporaneamente sotto il segno di un termine: metafisica=in filosofia è
la scienza degli eventi considerati nelle loro relazioni più generali, dell’anima e di Dio.
La metafisica come principio, e non come organizzazione, risale in realtà al 1910-11 per mano di
Giorgio de Chirico che nasce a Volos, nel 1888. Nel 1905 si trasferisce in Italia e nel 1906 è a
Monaco per completare gli studi artistici, qui viene in contatto con le opere del simbolismo
mitteleuropeo, in particolare viene colpito dalle opere di Boeklin e Klinger. Sempre a Monaco legge
i testi di Schopenhauer e di Nietzsche che si rivelano fondamentali per la concezione della
metafisica. Nel 1909 è nuovamente in Italia, prima è a Milano, poi va a Firenze e poi a Torino. E’
durante il soggiorno fiorentino che de Chirico affronta per la prima volta la “crisi di morbida
sensibilità”, cioè il momento in cui, per un combinarsi di circostanze, anche l’elemento casuale
converge, sino a combaciare con le aspirazioni inconsce, tramutandosi in un risultato significante.
Tale sensazione e tale momento è possibile coglierli in due opere del 1910: L’enigma di un
pomeriggio d’Autunno e L’enigma dell’oracolo. De Chirico viene colto di sorpresa da immagini
che gli si rivelano diverse ed estranee. Qui sta la natura dell’enigma: non simboleggia nulla,
l’ignoto viene a coincidere con il vuoto di senso, nella illuminante certezza di scoprire in quel
vuoto il senso profondo cioè il pieno dell’assoluto. L’enigma di un pomeriggio d’Autunno, 1910
è il primo dipinto metafisico. De Chirico parla di “rivelazione”, l’improvvisa ispirazione metafisica
che visita l’artista in una condizione di totale solitudine e di assoluta indipendenza da influenze
culturali che non fossero quelle dei grandi filosofi tedeschi. De Chirico applica il metodo di
Nietzsche: “per avere idee originali bisogna isolarsi dal mondo in modo che gli avvenimenti più
comuni sembrino nuovi e insoliti”. De Chirico vuole vedere il mondo comune in modo non
comune. Nel 1927 realizza alcune opere dal titolo Mobili nella valle, in cui l’artista compie un
approfondimento dei suoi primi spaesamenti, cominciando ad inscenare nuove relazioni di oggetti,
che pongono la visione sullo stesso piano della realtà, il tema è ancora quello della solitudine dei
segni. Metafisica=al di la della fisica: è l’intenzione di leggere la natura profonda e nascosta
del mondo. La metafisica è un’anti-avanguardia, la pittura di De Chirico, con i suoi paesaggi e il
suo ornamento anacronistico di gessi accademici, si diversifica nettamente da tutte le ricerche allora
in voga: cubismo, futurismo e astrattismo. L’arte di De Chirico spezza la tradizionale unità logiconarrativa del quadro, arrestando il tempo e mettendo in relazione ambigua e volutamente incoerente
oggetti contrastanti, moltiplicando i punti di vista con effetti prospettici tra loro inconciliabili. La
lettura di questi quadri è totalmente mentale. De Chirico ha sostenuto per tutta la sua vita l’idea
secondo cui l’artista può (deve) seguire tranquillamente il filo d’Arianna della propria mente,
anche se incomprensibile per gli altri.
IL SURREALISMO Il surrealismo muove le proprie ragion d’essere dalla riflessione sul
marxismo e sulla psicanalisi, vissuti come due metodi analitici di interpretazione, da una parte,
delle dinamiche della società e, dall’altra, dello psichismo individuale. Tre concetti, e la relativa
posizione dei surrealisti su questi, ci aiutano a definire il surrealismo: tali elementi sono il sogno, la
follia e l’amore.
-1il sogno: allo scopo di lasciare libero corso all’immaginazione, i surrealisti hanno rivolto
l’attenzione alla vita onirica, al sogno, favorendone la manifestazione con tutti i mezzi, fra cui
l’ipnosi. Il sogno può anche essere quella particolare estensione della realtà che è il sogno ad occhi
aperti o l’allucinazione, che sposta e deforma gli oggetti della realtà per farne emergere di nuovi.
-2la follia: in una prospettiva della critica alla ragione, i surrealisti esaltano tutte le forme di
irrazionalismo, su cui domina la follia. Dalì si fa difensore della follia dando vita al processo da lui
denominato “paranoia critica”: un metodo spontaneo di conoscenza dell’irrazionale che non
conosce i limiti di nessun campo del sapere. Nell’ottica surrealista è proprio la follia che permette
di lasciare libero corso all’onnipotenza del desiderio per far emergere il meraviglioso, il fantastico,
l’incredibile.
-3l’amore in tutte le sue declinazioni, dalla passione, al desiderio, all’erotismo. L’amore
rappresenta il momento di incontro tra uomo e donna, nella creazione dell’essere completo e
diventa così per l’individuo il solo mezzo per avere un’immagine più completa del mondo. L’amore
è per i surrealisti un’arma rivoluzionaria e ha per motore il desiderio, sola risorsa del mondo, la sola
regola a cui gli uomini dovrebbero conformarsi.
Il Surrealismo, come dice Breton: “alla futura soluzione di quei due stati, in apparenza così
contraddittori che sono il sogno e la realtà, (crede) in una specie di realtà assoluta: la surrealtà”.
Per quanto riguarda la pittura, i surrealisti riservano una sensibile attenzione per tutti gli artisti che
hanno tentato di dare al sogno, al desiderio e all’immaginazione un ruolo fondamentale nelle loro
composizioni.
Ammirano Bosh, Altdorfer, Cranach, Brueghel, l’Arcimboldo, Feliciens Rops, Fussli, Dorè,
Moreau, Redon. L’artista surrealista vuole dipingere solo in funzione delle esigenze
dell’immaginario e in rapporto a una capacità di scoperta di elementi mai visti. La pittura ora non
può più attenersi alla superficie data del mondo ma deve obbedire al modello interiore. Per
rappresentare immagini mentali, il surrealismo ricorre a molte tecniche artistiche oltre a quello più
consueta della pittura, tra queste c’è il Frottage inventato da Max Ernest. Il critico francese Josè
Pierre, studioso del surrealismo ha individuato due grandi filoni-modalità per rappresentare la
dimensione della surrealtà:
- l’ AUTOMATISMO SIMBOLICO: ovvero una sorta di “realismo onirico”. In tale prospettiva il
quadro è l’equivalente di un racconto di sogno o di uno stato di allucinazione di cui l’artista si fa
traduttore visivo. Il termine “automatismo” si riferisce al fatto che il sogno o l’allucinazione non
sono tanto dettati dalla volontà ma emergono in modo automatico in quanto processi psichici
inconsci; il termine simbolico fa riferimento al fatto che gli stati onirici e allucinatori sono
attraversati da visioni composte da elementi che hanno un valore. E’ la via di Dalì e Magritte.
- l’ AUTOMATISMO RITMICO O ASSOLUTO: cioè l’equivalente visivo della scrittura
automatica. L’artista attraverso una libera gestualità ricopre il quadro di segni grafici e pittorici
abbandonandosi alle proprie pulsioni creative. Tale tendenza automatico-ritmica trova esempi
significativi nell’arte di Mirò, Masson, Gorky.
Queste due tendenze chiamate anche surrealismo veristico e surrealismo assoluto, definiscono le
due anime del surrealismo.
Possiamo poi fare un’ulteriore divisine in sottogruppi degli artisti surrealisti:
1-artisti provenienti dal dadaismo: Duchamp, Man Ray, Picabia, Arp
2-surrealisti dell’automatismo simbolico, un surrealismo figurativo, che segue la lezione di De
Chirico, per cui il quadro diventa uno spazio teatrale in cui ha luogo il sogno: Dalì, Magritte e
Tanguy
3- artisti che si dedicano all’automatismo ritmico, inventando un corrispettivo della scrittura
automatica: Mirò, Masson, Gorky;
4- un caso particolare, un artista a se stante: Max Ernst che rinnova il repertorio delle tecniche
artistiche, con il frottage, il dripping, e le colature di colore.
5- un gruppo di donne che si dedicano con successo alla pittura surrealista: Dorothea Tunning,
moglie di Max Ernst, Leonor Fini.