Un`Isola in Festival - Teatro Lirico di Cagliari

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Un`Isola in Festival - Teatro Lirico di Cagliari
Un’Isola in Festival
domenica 16 dicembre 2007
ingresso libero
Alghero, Palazzo dei Congressi, ore 11
Concerto da camera
violino Anna Tifu
pianoforte Giulio Biddau
Ludwig van Beethoven Sonata per violino e pianoforte in do minore n. 7 op. 30
César Frank Sonata per violino e pianoforte in la maggiore
Robert Schumann Fantasia per violino e pianoforte
progetto artistico Festival Spaziomusica
Alghero, Palazzo dei Congressi, ore 17
Jan Lundgren piano solo
Wishing a Swedish Christmas
progetto artistico Associazione culturale Time in Jazz
Con la scelta del pianista svedese Jan Lundgren, Time in Jazz vuole dar voce in Sardegna, luogo
che mai prima d'ora aveva ospitato questo musicista, ad un modo originale e profondo di studiare e
fare ricerca sulla musica. Questo progetto incarna un esperimento nel campo della musica
tradizionale alla ricerca di un intreccio interessante e fertile tra sound popolare e jazz,
contestualizzato in un periodo, come quello natalizio, particolarmente importante e ricco,
soprattutto in Sardegna, di musiche e costumi peculiari.
Alghero, Teatro Civico, ore 20.30
Tra passi e sassi - Omaggio alla danza sarda
con Ornella D’Agostino e Luca Nulchis
regia Ornella D’Agostino
composizione musicale Luca Nulchis
immagini Ornella D’Agostino, Maryse Gautier, Fausto Marci, Alessandro Melis, Luca Nulchis
luci Loïc Hamelin
scenografia Elisabetta Saiu
allestimenti tecnici Valerio Contini, Corrado Loi
progetto artistico associazione Carovana S.M.I.
La Sardegna conserva ancora forme espressive arcaiche, che convivono, senza modificarsi
profondamente, con i riti contemporanei. Alcuni elementi si sono estinti, non sempre
spontaneamente, altri sono rimasti come “reperti archeologici”, lontane memorie di un mondo
diverso. Colmare quel vuoto sembrerebbe un tentativo vano, che ci muove incessantemente in un
andirivieni. Anche se da tempo, i sardi hanno attraversato il mare, per incontrare, mischiarsi, fluire
in altre culture, la “sardità” resiste con la sua danza di pietra alla permeabilità di quel mare che la
circonda. E ancora, noi, maldestramente proviamo a riagganciare i fili. (testo di Ornella
D’Agostino tratto dallo spettacolo)
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Tra passi e sassi è una versione teatrale della ricerca antropologica sui balli etnici della Sardegna,
come altre nel Mediterraneo, che Ornella D’Agostino porta avanti da alcuni anni, in collaborazione
con Luca Nulchis e Alessandro Melis. Come esporre i risultati della ricerca evitando soluzioni
folkloristiche? Lo spettacolo si propone come una delle risposte possibili, interrogandosi sui
rapporti culturali ed estetici tra contemporaneità e tradizione.
Mamoiada, Palazzetto dello sport, ore 20.30
NielSa
componenti Stefano Cherchi (vocals), Francesco Locci (guitar&backvocals), Angelo Parodo (bass),
Matteo "Kazakistan" Flumini (drums)
progetto artistico Vox Day
Nielsa non esiste. E neppure Carloforte, l'isola in cui Nielsa vede nascere le sue canzoni, esiste. Se
la cercate su una carta, la troverete di certo, un puntino a sud-ovest della Sardegna. Se poteste
avvicinarvi ancora un po', vedreste persino le sue vecchie case tormentate dal maestrale, i suoi
sentieri e le sue barche; e scorgereste Nielsa, la chitarra in mano, i capelli sugli occhi e la voce che
si confonde col vento... Vedreste molto più di un puntino, insomma. Non è un caso che Fabrizio De
André, che di fermarsi in superficie non era capace, pose la sua attenzione per lo studio del
genovese antico proprio su Carloforte, un tempo colonia della Repubblica di Genova, capace di
mantenere intatto quel patrimonio linguistico fino ad oggi (come non è un caso che Nielsa - dopo
aver vinto appunto il Premio De André nel 2005 - abbia deciso di rendergli onore, reinterpretando
Inverno, uno dei suoi pezzi più emozionanti e bui). Per chi però non lo sentirà cantare, o più
semplicemente per chi non ha mai tempo di fermarsi a osservare ed ascoltare, Nielsa, proprio come
la sua terra, non esiste. Non ancora, almeno. Si è lavorato per ricreare un ambiente sonoro che
potesse sostituirsi ai venti e al mare di Carloforte, primo naturale scenario del canto di Nielsa. Il
risultato, in breve, è Le rose di addio, 11 brani in-auditi prodotti da Otorecords. Un esordio che
lascerà sicuramente il segno, una vocalità così seducente e affascinante che l'unico modo per non
innamorarsene è tapparsi le orecchie. E far finta che non esista.
Villanovafranca, Monte Granatico, ore 18.30
Suono di pietra - Concerto di musica e poesia civile sarda
di Mario Faticoni
con Mario Faticoni e Rita Atzeri
pianoforte e strumenti Alessandro Olla
testi Romano Ruiu, Benvenuto Lobina, Antonio Sini, Giovanni Dettori, Francesco Masala
musiche originali Alessandro Olla
progetto artistico il crogiuolo
Suono di pietra si propone come un percorso attraverso la poesia civile sarda, in lingua italiana:
Romano Ruiu, Benvenuto Lobina, Antonio Sini, Giovanni Dettori, Francesco Masala. La Sardegna
è osservata e raccontata in tutte le sue realtà e contraddizioni, attraverso le lenti del linguaggio
poetico, come una terra che soffre che urla la sua perenne emigrazione che guarda le nuvole e le
vede sempre piene di tristezza.
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Sono materiali poetici che riassumono la vita sarda di ieri e di oggi: la disgregazione economica e
sociale, la disgregazione culturale, la solitudine e la frustrazione antica dei sardi e in particolare
delle donne, il ripiegamento dei vinti e l'attesa della morte. (testo di Mario Faticoni)
Mandas, Convento di San Francesco, ore 21
Suono di pietra - Concerto di musica e poesia civile sarda
di Mario Faticoni
con Mario Faticoni e Rita Atzeri
pianoforte e strumenti Alessandro Olla
testi Romano Ruiu, Benvenuto Lobina, Antonio Sini, Giovanni Dettori, Francesco Masala
musiche originali Alessandro Olla
progetto artistico il crogiuolo
Suono di pietra si propone come un percorso attraverso la poesia civile sarda, in lingua italiana:
Romano Ruiu, Benvenuto Lobina, Antonio Sini, Giovanni Dettori, Francesco Masala. La Sardegna
è osservata e raccontata in tutte le sue realtà e contraddizioni, attraverso le lenti del linguaggio
poetico, come una terra che soffre che urla la sua perenne emigrazione che guarda le nuvole e le
vede sempre piene di tristezza.
Sono materiali poetici che riassumono la vita sarda di ieri e di oggi: la disgregazione economica e
sociale, la disgregazione culturale, la solitudine e la frustrazione antica dei sardi e in particolare
delle donne, il ripiegamento dei vinti e l'attesa della morte. (testo di Mario Faticoni)
Nuoro, Teatro Eliseo, ore 20.30
Arcipelaghi
dal romanzo di Maria Giacobbe
adattamento teatrale Alessandro Lay, Pierpaolo Piludu
collaborazione alla drammaturgia Alessandro Mascia
con Alessandro Mascia, Pierpaolo Piludu
disegno luci, illuminotecnica Giovanni Schirru
suono Giampietro Guttuso
scene Mario Madeddu, Marilena Pittiu
regia Alessandro Lay
progetto artistico cada die teatro
Tratto da un romanzo che propone una Sardegna vera, non da cartolina, priva di tutti quei luoghi
comuni che troppo spesso falsano totalmente l’immagine della nostra terra.
Giosuè, un bambino, viene ucciso perché ha visto troppo; nessuno sa chi è stato. Tre mesi dopo, la
notte di S. Antonio “la notte dei fuochi”, un uomo viene freddato con un colpo di pistola. La
mattina successiva, il fratello gemello di Giosuè, Oreste, si presenta lacero e bagnato fradicio a casa
dei Rudas, amici di famiglia che vivono in un paese a parecchi chilometri dal suo.
Cos’è successo? Quella che subito immaginiamo è la verità? Applicare la legge, punire, equivale
sempre a riparare all’errore? Qual’è il vero significato di ‘giustizia’?
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Scano Montiferru, Teatro Comunale, ore 20.30
Il bell'indifferente
di Jean Cocteau
regia, scene, costumi Marco Nateri
con Marta Proietti Orzella, Giovanni Andrea Oppo
video Andrea lotta
progetto artistico Cooperativa Sirio Sardegna Teatro
Breve monologo scritto dal poeta nel 1940 per Edith Piaf e rappresentato a Parigi al Théâtre des
Bouffes-Parisiens.
In una camera d'albergo una donna attende il suo amante. Arriva, non parla e si nasconde dietro un
giornale. La donna minaccia di uccidersi: è l'assenza totale di Emile. Così si chiama l'uomo,
rappresentato esclusivamente attraverso ombre e ricordi che rendono ancora più agghiacciante la
condizione della nostra protagonista. In un tappeto sonoro affiorano le musiche di Francis Poulenc,
anch'esse ricordo di un concerto e di un luogo dove incontrò il suo Emile.
Tempio, Teatro del Carmine, ore 20.30
Dark Project
pianoforte Francesca Deriu
percussioni Andrea Bini
live electronics Fabrizio Casti
audio-video Michele Casanova, Marcello Cualbu
musiche Franco Oppo, Fabrizio Casti, Marcello Pusceddu, A. Doro
progetto artistico Festival Spaziomusica
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Un’Isola in Festival
lunedì 17 dicembre 2007, ore 20.30
ingresso libero
Barumini, Teatro Comunale
Pinocchio e i bulli
con Serafino Puncioni
testo e regia Susanna Mameli
progetto artistico Associazione Culturale Anfiteatro Sud (www.anfiteatrosud.com)
nuova produzione 2007
Spettacolo, generalmente indirizzato alle scuole elementari e medie, per imparare a distinguere i
bulli (balentes) di turno e smontarli pezzo a pezzo, rendendoli, così, inoffensivi.
Cagliari, Auditorium del Conservatorio Statale di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina”
Jan Lundgren piano solo
Wishing a Swedish Christmas
progetto artistico Associazione culturale Time in Jazz
Con la scelta del pianista svedese Jan Lundgren, Time in Jazz vuole dar voce in Sardegna, luogo
che mai prima d'ora aveva ospitato questo musicista, ad un modo originale e profondo di studiare e
fare ricerca sulla musica. Questo progetto incarna un esperimento nel campo della musica
tradizionale alla ricerca di un intreccio interessante e fertile tra sound popolare e jazz,
contestualizzato in un periodo, come quello natalizio, particolarmente importante e ricco,
soprattutto in Sardegna, di musiche e costumi peculiari.
Carbonia, Teatro Centrale
Un anno sull'altipiano – opera da due soldi
Spettacolo teatrale e musicale dei Figli di Iubal
scenografie multimediali live Qoelet project
chitarra e voce Carlo Doneddu
sassofoni Luca Lanzi
violino Peppino Anfossi
pianoforte Giovanni Becciu
percussioni Giancarlo Murranca
batteria Carlo Sezzi
contrabbasso Nicolas Capetini
flauto e ottavino Mariafrancesca Cuccu
corno Roberto Mura
voce Alessandro Carta
progetto artistico Società Cooperativa "Le Ragazze Terribili"
I Figli di Iubal si propongono nella duplice veste di gruppo musicale e compagnia teatrale,
mettendosi a confronto con un pilastro della letteratura sarda come "Un anno sull'altipiano", opera
dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Un confronto che è in realtà un pretesto per
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parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee attraverso la
storia di un ragazzo che, come tanti, decide di affidare la sua vita all'esercito e parte a fare una
guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà,
in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce
poi tanto dal suo presente.
Guspini, Teatro Comunale
Dark Project
pianoforte Francesca Deriu
percussioni Andrea Bini
live electronics Fabrizio Casti
audio-video Michele Casanova, Marcello Cualbu
musiche Franco Oppo, Fabrizio Casti, Marcello Pusceddu, A. Doro
progetto artistico Festival Spaziomusica
Lanusei, Cine-Teatro Tonio Dei
Mescolanze Hip Hop e altro
concezione e regia Ornella D'Agostino
installazione e video Elisabetta Saiu
disegno luci Loïc Francois Hamelin
indagine sociale Alessandro Melis
danza Mussa de Bahia, Cyril Bernon, Roberto Chessa, Ornella D'Agostino, Nippon
musiche dal vivo Henning Frimann-Larsen (percussioni), Corrado Loi (basso e live electronics),
Marco Valentino (violino)
conduce Fabio Marceddu
progetto artistico Carovana S.M.I.
Lo spettacolo rappresenta un meccanismo performativo fortemente interattivo, tra pubblico ed
artisti. Utilizza la metafora del linguaggio mediatico, ritmi incessanti e variazioni visuali continue,
su cui la comunicazione giovanile si struttura, per creare un evento seducente e di facile accesso
anche per un pubblico non avvezzo al teatro contemporaneo. Combina poetica artistica con il
virtuosismo della break dance, capoeira e musica dal vivo, evocando elementi della cultura sarda
che comunque resistono ai cambiamenti! Il dialogo tra estetiche gestuali e musicali diverse provoca
quel confronto interculturale creativo che apre aree intermedie di comunicazione dove le diversità
coesistono trasformandosi in nuovi linguaggi.
Giochi di confronto con forme espressive diverse, dinamiche sociali complesse, fermenti ideologici,
che generano questioni sui valori etici, politici ed esistenziali nelle nostre società contemporanee.
Macomer, ex Caserma Mura
Bachisio Spanu - l'epopea di un contadino sardo alla guerra
dedicato all'ex soldato Giustino Tuveri, unico sardo superstite della gloriosa Brigata Sassari
libero adattamento di Marco Parodi, da "Un anno sull'Altipiano" di Emilio Lussu
con inserti tratti da "Roccu u stortu" di Francesco Suriano
tradotti in campidanese da Rossana Copez
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con Giovanni Caroni
regia Marco Parodi
luci Antonello Sanna
montaggio video Marco Gallus
progetto artistico Bocheteatro
Il protagonista è un fante della Brigata Sassari, un contadino della Sardegna e al tempo stesso uno
storico che espone, con i suoi poveri mezzi, in una lingua semplice, la terribile cronaca della Grande
Guerra, riprendendo i temi affrontati da Emilio Lussu nel suo "Un anno sull'Altipiano", compresi
quelli dell'inutile decimazione della Brigata, un sacrificio che ancora oggi chiede delle risposte.
Il testo è integrato da inserti tratti dal monologo teatrale di Francesco Suriano "Roccu u stortu"
(opera segnalata da Franco Quadri al Premio Riccione), ed e stato tradotto in campidanese da
Rossana Copez, che ha operato una radicale trasformazione linguistica rispetto al calabro-italiano
dell'originale, lasciando però intatta la struttura drammaturgica voluta da Suriano, fatta di continui
flash-back frutto di una memoria ingolfata da immagini terrificanti di morte e distruzione.
Il monologo del "soldatino" Spanu Bachiasio è sovrastato da sconvolgenti spezzoni di immagini
tratte dai più importanti film che hanno affrontato l'argomento, come "Uomini contro" di Francesco
Rosi, "La grande guerra" di Mario Monicelli, "Orizzonti di gloria" di Stanley Kubrick, "Una
tranquilla domenica di passioni" di Jean-Pierre Jeunet e "All'ovest niente di nuovo" di Lewis
Milestone, del 1930 e nel quale la Grande Guerra è vista dalla parte dei "crucchi", un gruppo di
studenti-soldati che scoprono anche loro come la guerra abbia poco da spartire col coraggio, il
dovere o l'etica. (testo di Marco Parodi)
San Teodoro, Teatro Comunale
Voci nel buio
regia Pascale Aiguier
con Valentina Angius, Josto Luzzu, Davide Piludu, Giuseppa Salidu, Laura Solla
progetto artistico Teatro Laboratorio Alkestis
Voci nel buio è un viaggio fantastico, nel cuore di un mondo che, a prima vista, non assomiglia al
nostro. Uno specchio-spettacolo che tenta di riflettere un piccolo pezzo di ciò che vive l’Uomo
oggi. Non c’è una narrazione, ma frammenti di vita: incontri con la dittatura, l’incomunicabilità, la
tortura, la stupidità, la malattia, tutte percorse da atti di resistenza e di sottomissione assoluta ad un
ordine pubblico. In una chiave grottesca e comica gli spettatori assisteranno ad un susseguirsi di
quadri che apparentemente hanno una natura diversa e non sembrano avere nessun legame tra loro,
ma che, in realtà, sono frammenti di uno stesso specchio, con un’assoluta coerenza in relazione
all’insieme. Voci nel buio è uno spettacolo povero, una trasposizione in forma teatrale di una realtà
accecata dai propri malesseri. La scena si svolge in uno spazio nudo. Solo azioni, pulsioni e storie
che riguardano la natura più intima dell’individuo rappresentato attraverso personaggi simulacri
della nostra epoca. Ecco uomini corrosi dalla solitudine, impotenti davanti al proprio specchio che
inizia a farsi voce. Una voce fievole e poi sempre più assordante che porta alla ferita sconosciuta
dell’esistenza. Dittature che obbligano alla luce accecante della conformità, uomini che subiscono e
diventano pattumiere, voci in fuga, perse nel buio, incapaci di rendersi concrete. Una pluralità di
storie, metafora di una realtà frammentata, interrotta da interventi in chiave comica da una
macchietta da televendita che propone uno stage di formazione sull'arte del mendicare, o la vendita
di una macchina che raccoglie e sotterra i cadaveri dopo la guerra, fino a propagandare i vantaggi
del lavaggio di cervello. La funzione comica diventa importantissima. Il riso diviene, attraverso testi
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crudi e spregiudicati, un pensiero d’appartenenza e d’intesa che risveglia negli spettatori la
percezione di sé stessi in quanto parte di un tutt’uno. Realtà surreali, comiche e realistiche, in uno
spettacolo che ha raggiunto una coerenza, dopo un lungo studio sui testi dell’autore Matéi Visniec,
costruito sul montaggio di singoli racconti, tratti da due delle sue opere Le théatre décomposé ou
l'homme poubelle e Attention aux vielles dames rongées par la solitude.
Sassari, Teatro Verdi
NielSa
componenti Stefano Cherchi (vocals), Francesco Locci (guitar&backvocals), Angelo Parodo (bass),
Matteo "Kazakistan" Flumini (drums)
progetto artistico Vox Day
Nielsa non esiste. E neppure Carloforte, l'isola in cui Nielsa vede nascere le sue canzoni, esiste. Se
la cercate su una carta, la troverete di certo, un puntino a sud-ovest della Sardegna. Se poteste
avvicinarvi ancora un po', vedreste persino le sue vecchie case tormentate dal maestrale, i suoi
sentieri e le sue barche; e scorgereste Nielsa, la chitarra in mano, i capelli sugli occhi e la voce che
si confonde col vento... Vedreste molto più di un puntino, insomma. Non è un caso che Fabrizio De
André, che di fermarsi in superficie non era capace, pose la sua attenzione per lo studio del
genovese antico proprio su Carloforte, un tempo colonia della Repubblica di Genova, capace di
mantenere intatto quel patrimonio linguistico fino ad oggi (come non è un caso che Nielsa - dopo
aver vinto appunto il Premio De André nel 2005 - abbia deciso di rendergli onore, reinterpretando
Inverno, uno dei suoi pezzi più emozionanti e bui). Per chi però non lo sentirà cantare, o più
semplicemente per chi non ha mai tempo di fermarsi a osservare ed ascoltare, Nielsa, proprio come
la sua terra, non esiste. Non ancora, almeno. Si è lavorato per ricreare un ambiente sonoro che
potesse sostituirsi ai venti e al mare di Carloforte, primo naturale scenario del canto di Nielsa. Il
risultato, in breve, è Le rose di addio, 11 brani in-auditi prodotti da Otorecords. Un esordio che
lascerà sicuramente il segno, una vocalità così seducente e affascinante che l'unico modo per non
innamorarsene è tapparsi le orecchie. E far finta che non esista.
Scano Montiferru, Teatro Comunale
Giacomina e il popolo di legno
omaggio a Eugenio Tavolata e Tosino Anfossi
da un’idea di Donatella Pau
regia Karin Koller
animazione Antonio Murru, Donatella Pau, Mimmo Ferrari
musiche originali Gavino Murgia
voce del saggio cantore Gavino Poddighe
progetto costumi e scene, scultura e pittura figure Donatella Pau
costruzione scene e figure Antonio Murru, Donatella Pau, Mimmo Ferrari, Piergiorgio Serra,
Giorgio Pinna, Renato Saba, Barbara Usai
disegno luci Loïc François Hamelin
servizio audio e luci DUBS
sartoria Anna Sedda
aiuto sartoria Roberta Serra, Alessandra Mura, Antonella Acerbi
tessiture Eugenia Pinna
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brocche Massimo Muggianu
foto Priamo Tolu
riprese video Marco Gallus
progetto artistico Is Mascareddas
Il viaggio di Giacomina, una ragazzina con un grande ombrello verde, comincia sulla schiena del
suo asinello Bernabò, ha i caratteri del sogno e non ha niente dell’incubo, perché ha il calore di un
ricordo e la malinconia per un mondo scomparso. Giacomina farà da guida allo spettatore, lo farà
viaggiare in un magico mondo di pupazzi, dove pastori bizzarri con strane pecore, donne-chiocce
con galline e pulcini al seguito, donne-campane, donne-brocche e ancora giostre di balli tondi
vivranno di vita propria, in un gioco teatrale ricco di atmosfere e divertenti colpi di scena. Nello
spettacolo si avvicendano quaranta personaggi e le poche parole pronunciate cedono il passo alla
forza delle immagini, organizzate in quadri scenici dal forte impatto visivo. Il movimento creato
dagli animatori si fonde con quello musicale della partitura scritta dal compositore Gavino Murgia,
autore e strumentista di punta nel panorama internazionale del jazz contemporaneo e della world
music. Il fine dello spettacolo è suscitare nel pubblico, come accade nella fruizione di un’opera
d’arte figurativa, una sorta di imprinting verso le forme, i colori e le sonorità di una Sardegna scevra
da luoghi comuni e riduzioni folcloristiche.
Sinnai, Teatro Civico
Contos de Foghile
di Francesco Enna
regia Pier Paolo Conconi
interpreti Stefano Chessa, Luisella Conti, Nadia Imperio, Antonella Masala, Consuelo Pittalis
progetto artistico La Botte e il Cilindro
Ginò, principe viziato e prepotente, perde al gioco con il diavolo tutti i suoi beni e, infine, la propria
vita. Ma il diavolo gli consente di riprendersi tutto quello che ha perso, dandogli appuntamento
dopo un anno, tre mesi, tre giorni e tre ore, alle Tre Fontane d'Oro.
Passato il tempo stabilito, Ginò si avvia all'appuntamento con il diavolo. Nel corso delle sue
peripezie (rischia, infatti, di essere cotto al forno, bollito in un paiolo, sbranato da un altro diavolo
che ricorda tanto Polifemo, eccetera eccetera…) incontrerà per strada l'Aquila, il Fico d'India,
l'Acqua e il Fuoco, che gli faranno da guida, fino a sconfiggere il diavolo-orco e sposare la
bellissima Columba.
Lo spettacolo è nato da una ricerca sui modi e le occasioni della memoria orale in Sardegna,
attraverso l'opera di Francesco Enna (autore di libri per ragazzi e raccolte di fiabe popolari sarde) e
il contatto diretto con i cantadores (narratori) di alcuni centri dell'Isola: in genere anziani di grande
capacità narrativa, custodi della memoria orale, che hanno permesso non solo di raccogliere fiabe,
racconti, filastrocche e canti, ma anche di osservarne e assimilarne le tecniche espressive. Questi
anziani ci hanno parlato delle scansioni del lavoro nel passato durante la giornata e, soprattutto, ci
hanno raccontato come certi lavori, essenziali nell'antica economia agro-pastorale, fossero
l'occasione per esercitare l'arte del narrare, della poesia e del canto, e per tramandare
religiosamente, da una generazione all'altra, le antiche storie esemplari della conservazione dei
costumi di una cultura povera, semplice, ma sempre di alta moralità e bellezza. Per questo motivo,
nell'allestimento è stata data attenzione alle immagini di momenti di lavoro come la filatura, la
cottura del pane e il lavaggio delle lenzuola con la lisciva, lavori che venivano svolti in quel regno
misterioso della donna che è il focolare: fuoco rosso da cui scappano scintillando i diavolini, luogo
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di comunione con altre donne, le comari, con cui ripetere antichissime formule magiche
apotropaiche. Cantare e raccontare tante storie, con il volto arrossato dalla fiamma e alle spalle le
ombre lunghe della fantasia dei bambini che ascoltavano affascinati e stupiti. Il più grosso nodo da
sciogliere è stato quello della mediazione linguistica fra il sardo e l'italiano. Ne è risultato uno
spettacolo in cui la lingua sarda si combina agevolmente con l'italiano attraverso l'utilizzo della
filastrocca, dei giochi ritmici e del canto. Altri codici socio-antropologici trasmettono e
caratterizzano la traduzione sarda definendone l'ambiente con la gestualità, gli arnesi da lavoro, i
movimenti e il ritmo.
Tortolì, Teatro Comunale “San Francesco”
Il bell'indifferente
di Jean Cocteau
regia, scene, costumi Marco Nateri
con Marta Proietti Orzella, Giovanni Andrea Oppo
video Andrea lotta
progetto artistico Cooperativa Sirio Sardegna Teatro
Breve monologo scritto dal poeta nel 1940 per Edith Piaf e rappresentato a Parigi al Théâtre des
Bouffes-Parisiens.
In una camera d'albergo una donna attende il suo amante. Arriva, non parla e si nasconde dietro un
giornale. La donna minaccia di uccidersi: è l'assenza totale di Emile. Così si chiama l'uomo,
rappresentato esclusivamente attraverso ombre e ricordi che rendono ancora più agghiacciante la
condizione della nostra protagonista. In un tappeto sonoro affiorano le musiche di Francis Poulenc,
anch'esse ricordo di un concerto e di un luogo dove incontrò il suo Emile.
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martedì 18 dicembre 2007, ore 20.30
ingresso libero
Barumini, Teatro Comunale
Ivan lo scemo
regia Susanna Mannelli
con Felipe Moretti, Angela Plaisant, Matteo Colurgioni
progetto artistico Botti du Schoggiu
Ivan lo scemo della compagnia Cronopius è uno spettacolo incantevole. Delicato. Ingegnoso.
La regista Susanna Mannelli costruisce, a partire dal racconto di Tolstoj, uno spettacolo dove la
tradizione popolare si dispiega agilmente, recuperando l’incantamento dell’oralità ed i suoi
“artefici” magici. La storia, affidata ai tre “cuntatori” (Felipe Moretti, Angela Plaisant e Matteo
Colurgioni, che gareggiano testa a testa per bravura ed espressività) narra i tentativi del diavolo
(Diabolo) per rompere l’armonia “vitale” di Ivan, la sua famiglia, i suoi sudditi. I simulacri dei
personaggi, evocati attraverso gli abiti-simbolo e le voci degli attori, “fluttuano” nello spazio
teatrale concretizzando l’immaginario dello spettatore, come in un rito di materializzazione
“pirandelliano”. Il carretto di “Tespi” con gli strumenti musicali e gli oggetti di scena, il diavolo di
legno e di tela, sono gli elementi scenografici di uno spettacolo che con essenzialità e capacità
inventiva crea un “film d’animazione teatrale” in diretta. La drammaturgia fonde sapientemente il
cantato al parlato, velocizzando o rallentando, a seconda delle esigenze narrative., l’andamento
ritmico dell’azione, esaltando la meraviglia e l’attesa dello spettatore di fronte a i molteplici tranelli
del diavolo, cui Ivan e il “regno degli scemi” rispondono con la semplicità delle anime pure.
Diabolo, Semen, Taras, Ivan, Malania, Bel, Zè, Bù, prendono vita, sfuggendo agli invisibili recinti
dell’immaginario e possedendo, come ogni rito “iniziatici” che si rispetti, i sacerdoti-attori e gli
adepti-spettatori. Susanna Mannelli e Cronopios riescono a “manipolare” efficacemente la teatralità
del racconto tolstojano, piegandolo allo stile che più gli è congeniale: quella commistione fra
tradizione e contemporaneità che modernizza l’antico senza distruggere l’aura magica, ancestrale e
primigenia, degli archetipi tradizionali.
E, soprattutto, senza perdere di vista quella morale “popolare” che invita ad addomesticare il
diavolo, piuttosto che combatterlo.
Ecco allora come una semplice narrazione diviene il mezzo per sottolineare come la purezza
dell’anima umana possa contrastare artefici ed inganni; come la semplicità di una mente libera
possa sconfiggere le tortuosità di chi è prigioniero del proprio egocentrismo teso al dominio del
mondo; come un “ti voglio bene” possa distruggere ogni forma di male.
Diavolo compreso.
Cagliari, Auditorium del Conservatorio Statale di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina”
The New Village
dedicato a Marcello Melis e Lester Bowie
sax tenore, samplers Enzo Favata
tromba Riccardo Pittau
pianoforte acustico, rhodes Daniele Di Bonaventura
contrabbasso Danilo Gallo
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batteria U. T. Gandhi
Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu” Daniele Cossellu (oche e mesu oche), Piero Sanna (oche e
mesu oche), Pierluigi Giorno (contra), Mario Pira (bassu)
progetto artistico JanaProject
Un concerto dalle sonorità uniche e coinvolgenti tra polifonia tradizionale sarda e melodie del jazz
contemporaneo più sofisticato, dove il sax di Enzo Favata sarà accompagnato dal suo sestetto jazz e
dal quartetto dei Tenores di Bitti.
Questo nuovo progetto musicale accentua maggiormente gli aspetti legati all’improvvisazione ed
alla sperimentazione, accostando le arcaiche polifonie dei tenores e il free jazz di Pharoah Sanders,
Archie Shepp, Marcello Melis, la grande black music ed il blues con i suoni del piano elettrico
“rhodes” che tanto ricordano il periodo elettrico e psichedelico di Miles Davis degli anni ‘70,
alternati non solo al piano acustico ed elettrico, ma anche a sonorità proprie di un dj set e di un
sound moderno, vicino alle nuove tendenze euronordiche.
Carbonia, Teatro Centrale, ore 11.30
Contos de Foghile
di Francesco Enna
regia Pier Paolo Conconi
interpreti Stefano Chessa, Luisella Conti, Nadia Imperio, Antonella Masala, Consuelo Pittalis
progetto artistico La Botte e il Cilindro
Ginò, principe viziato e prepotente, perde al gioco con il diavolo tutti i suoi beni e, infine, la propria
vita. Ma il diavolo gli consente di riprendersi tutto quello che ha perso, dandogli appuntamento
dopo un anno, tre mesi, tre giorni e tre ore, alle Tre Fontane d'Oro.
Passato il tempo stabilito, Ginò si avvia all'appuntamento con il diavolo. Nel corso delle sue
peripezie (rischia, infatti, di essere cotto al forno, bollito in un paiolo, sbranato da un altro diavolo
che ricorda tanto Polifemo, eccetera eccetera…) incontrerà per strada l'Aquila, il Fico d'India,
l'Acqua e il Fuoco, che gli faranno da guida, fino a sconfiggere il diavolo-orco e sposare la
bellissima Columba.
Lo spettacolo è nato da una ricerca sui modi e le occasioni della memoria orale in Sardegna,
attraverso l'opera di Francesco Enna (autore di libri per ragazzi e raccolte di fiabe popolari sarde) e
il contatto diretto con i cantadores (narratori) di alcuni centri dell'Isola: in genere anziani di grande
capacità narrativa, custodi della memoria orale, che hanno permesso non solo di raccogliere fiabe,
racconti, filastrocche e canti, ma anche di osservarne e assimilarne le tecniche espressive. Questi
anziani ci hanno parlato delle scansioni del lavoro nel passato durante la giornata e, soprattutto, ci
hanno raccontato come certi lavori, essenziali nell'antica economia agro-pastorale, fossero
l'occasione per esercitare l'arte del narrare, della poesia e del canto, e per tramandare
religiosamente, da una generazione all'altra, le antiche storie esemplari della conservazione dei
costumi di una cultura povera, semplice, ma sempre di alta moralità e bellezza. Per questo motivo,
nell'allestimento è stata data attenzione alle immagini di momenti di lavoro come la filatura, la
cottura del pane e il lavaggio delle lenzuola con la lisciva, lavori che venivano svolti in quel regno
misterioso della donna che è il focolare: fuoco rosso da cui scappano scintillando i diavolini, luogo
di comunione con altre donne, le comari, con cui ripetere antichissime formule magiche
apotropaiche. Cantare e raccontare tante storie, con il volto arrossato dalla fiamma e alle spalle le
ombre lunghe della fantasia dei bambini che ascoltavano affascinati e stupiti. Il più grosso nodo da
sciogliere è stato quello della mediazione linguistica fra il sardo e l'italiano. Ne è risultato uno
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spettacolo in cui la lingua sarda si combina agevolmente con l'italiano attraverso l'utilizzo della
filastrocca, dei giochi ritmici e del canto. Altri codici socio-antropologici trasmettono e
caratterizzano la traduzione sarda definendone l'ambiente con la gestualità, gli arnesi da lavoro, i
movimenti e il ritmo.
Carbonia, Teatro Centrale, ore 20,30
Jan Lundgren piano solo
Wishing a Swedish Christmas
progetto artistico Associazione culturale Time in Jazz
Con la scelta del pianista svedese Jan Lundgren, Time in Jazz vuole dar voce in Sardegna, luogo
che mai prima d'ora aveva ospitato questo musicista, ad un modo originale e profondo di studiare e
fare ricerca sulla musica. Questo progetto incarna un esperimento nel campo della musica
tradizionale alla ricerca di un intreccio interessante e fertile tra sound popolare e jazz,
contestualizzato in un periodo, come quello natalizio, particolarmente importante e ricco,
soprattutto in Sardegna, di musiche e costumi peculiari.
Lanusei, Cine-Teatro Tonio Dei
Gratzia Celesti
commedia bilingue, in sardo campidanese e italiano, in cinque tempi, scritta nel 1998
testo e regia Salvatore Vargiu
interpreti Giorgio Pinna, Rita Pau, Cristiana Pinna, Anna Brotzu, Daniela Musiu
luci e suoni Enrico Serra
scena Salvatore Vargiu, Giorgio Pinna
musiche Arcangelo Corelli
progetto artistico Salvatore Vargiu
produzione Cooperativa Teatro Olata
L’impresario edile in questa pièce si presenta col nome di Mondu, fornito di amante; più
arrogante e spietato che mai. La moglie Macollata, donna devota e timorata, riesce a convincerlo
ad andare con lei a Lourdes con la speranza “ki Nostra Sinniora ddu potzat cunverti e distolli de
cussu vitziu” (distoglierlo dall’amante). Al ritorno da Lourdes vediamo Mondu davvero
convertito, tanto cambiato che a Macollata non sembra per niente opera di Nostra Signora..... La
commedia, risultando anche divertente, mostra intanto personaggi veri e sofferti che vivono
religiosità distorte con crudeltà inconsce quanto penose.
Macomer, ex Caserma Mura
Il bell'indifferente
di Jean Cocteau
regia, scene, costumi Marco Nateri
con Marta Proietti Orzella, Giovanni Andrea Oppo
video Andrea lotta
progetto artistico Cooperativa Sirio Sardegna Teatro
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Breve monologo scritto dal poeta nel 1940 per Edith Piaf e rappresentato a Parigi al Théâtre des
Bouffes-Parisiens.
In una camera d'albergo una donna attende il suo amante. Arriva, non parla e si nasconde dietro un
giornale. La donna minaccia di uccidersi: è l'assenza totale di Emile. Così si chiama l'uomo,
rappresentato esclusivamente attraverso ombre e ricordi che rendono ancora più agghiacciante la
condizione della nostra protagonista. In un tappeto sonoro affiorano le musiche di Francis Poulenc,
anch'esse ricordo di un concerto e di un luogo dove incontrò il suo Emile.
Nuoro, Teatro Eliseo
Omaggio a Petri e Volontè e La decima vittima
SikitikiS
voce e fabbrica di suoni Diablo
basso Jimi
batteria Reginald
tastiere Zico
percussioni Nic
progetto artistico SikitikiS
Le performance live dei SikitikiS, già un culto assoluto in Sardegna, con un grande consenso di
pubblico e di critica, stanno iniziando ad avere riconoscimenti anche oltre l’Isola.
Assecondando la propria passione per il cinema exploitation italiano degli anni sessanta e settanta,
la band rende un Omaggio a Petri e Volontè, rivisitando i temi di Ennio Morricone e Luis Bacalov
su brevi videoclip, montati dal critico cinematografico Mario Sesti, tratti dai film Indagine su un
cittadino al di sopra di ogni sospetto, A ciascuno il suo, Todo modo e La classe operaia va in
Paradiso, tutti diretti da Petri ed interpretati da Volontè.
Il lavoro di sonorizzazione su La decima vittima, film del 1965 diretto sempre da Petri, parte dalle
immagini pop e dalla violenza surreale del film, riportandole ad una realtà urbana attuale.
Dopo l’introduzione del trailer originale del film, scorre un videoclip di circa 20 minuti sul quale la
band cita il tema e l’attitudine futuristica della musica composta da Piero Piccioni in una
scorribanda sonora acida e funk, che tritura pattern uptempo come narcotizza il blues…. Sulle
ultime immagini la band esegue anche una propria versione di “Spiral waltz” canzone portante del
film, interpretata da Mina.
Sassari, Teatro Verdi
Natività…e dentro la grotta il Natale
drammaturgia e regia Aldo Sicurella
aiuto regia Monica Pisano
coreografie Guido Tuveri
costumi Adriana Solinas
luci Nicola Pisano
scenotecnica Francesco Margutti
tecnici Gianluca Garau, Francesco Tronci
attori Cristina Camba, Gianfranco Fedele, Wendy Firinu, Rita Frau, Serafino Madau, Alessandro
Martometti, Alessandro Melis, Nicola Michele, Gianluca Muscas, Emilio Naitza, Mosè David
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Obrano, Andrea Paradisi, Giancarlo Paradisi, Michela Pinna, Andreana Pintore, Nanni Piras,
Monica Pisano, Danilo Salis, Bruno Sardu, Chiara Sardu
danzatrici Simona Caroleo, Sara Gessa, Gabriele Vaccargiu
Orchestra stabile del Teatro Grazia Deledda di Paulilatino
direttore Cristina Greco
violini primi Sandro Simonini, Luigi Zucca, Massimiliano Marotto
violini secondi Cristina Cadeddu, Marta Grecu
viole Alessia Manca, Giorgio Musio
violoncello Enrico Cocco
contrabbasso Adriano Casu
flauto Enrico Saba
tromba Antonio Greco
soprano Alessandra Saba
progetto artistico Teatro Instabile
Il testo prende avvio da una ricerca sulla spiritualità effettuata da Aldo Sicurella, nel corso di alcuni
anni, attraverso un'attenta ed accurata analisi delle iconografie tradizionali, legate al tema della
nascita di Gesù. Lo spettacolo si rifà in particolare alla tradizione, tutta italiana, del Presepe vivente
che risale all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima
rappresentazione della Natività, evento centrale della Cristianità insieme alla Passione. L'orchestra
stabile del Teatro Grazia Deledda di Paulilatino, diretta da Cristina Greco, accompagnerà dal vivo
tutta la rappresentazione.
Scano Montiferru, Teatro Comunale
Arcipelaghi
dal romanzo di Maria Giacobbe
adattamento teatrale Alessandro Lay, Pierpaolo Piludu
collaborazione alla drammaturgia Alessandro Mascia
con Alessandro Mascia, Pierpaolo Piludu
disegno luci, illuminotecnica Giovanni Schirru
suono Giampietro Guttuso
scene Mario Madeddu, Marilena Pittiu
regia Alessandro Lay
progetto artistico cada die teatro
Tratto da un romanzo che propone una Sardegna vera, non da cartolina, priva di tutti quei luoghi
comuni che troppo spesso falsano totalmente l’immagine della nostra terra.
Giosuè, un bambino, viene ucciso perché ha visto troppo; nessuno sa chi è stato. Tre mesi dopo, la
notte di S. Antonio “la notte dei fuochi”, un uomo viene freddato con un colpo di pistola. La
mattina successiva, il fratello gemello di Giosuè, Oreste, si presenta lacero e bagnato fradicio a casa
dei Rudas, amici di famiglia che vivono in un paese a parecchi chilometri dal suo.
Cos’è successo? Quella che subito immaginiamo è la verità? Applicare la legge, punire, equivale
sempre a riparare all’errore? Qual’è il vero significato di ‘giustizia’?
Sinnai, Teatro Civico
Sa mellus dì 'e s'annu
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Il giorno più bello dell'anno
drammaturgia Elio Turno Arthemalle
regia Fausto Siddi, Roberta Locci
voce Rossella Faa
musiche dal vivo Maurizio Puxeddu
scenografie Stefano Ledda
costumi Marco Nateri
attori Fausto Siddi, Roberta Locci, Rossella Faa, Elio Turno Arthemalle, Monica Serra, Vanessa
Podda, Rita Anedda, Patrizia Congia, i bambini della compagnia teatrale "I Riverrini"
progetto artistico riverrunTeatro
La rappresentazione è inserita nell'iniziativa del GAL delle Marmille Sarcidano Arci Grighine.
L'idea nasce all'interno del progetto "I Suoni dei Mestieri", studiato per coinvolgere un’intera
comunità nella realizzazione di uno spettacolo di teatro e musica, incentrato sul tema degli "antichi
mestieri". Tutto ruota attorno alla tematica della memoria storica, attraverso un’indagine
storiografica e ai racconti tramandati dalle generazioni. L'ambiente è quello di un’"antica" comunità
rurale chiusa, dove le vicende passano attraverso la narrazione di un campanaro che, dovendo
scandire il passaggio del tempo, per tutti riesce a ricreare, per un giorno, la vita di una piccola
comunità racchiusa in un paese ormai scomparso. Il racconto di una vita di un piccolo borgo che
gira intorno ad un antico "timone-padrone", un grande orologio che scandisce il suono del lavoro
degli abitanti. Un viaggio poetico, del campanaro e del suo "strano, dolce, leggero e muto
scalpellino, scraffeddu e mazzetta", che rievoca le storie minime, i climi, i suoni e le vicende del
tempo passato, per riconsegnarle alla memoria collettiva.
Tortolì, Teatro Comunale “San Francesco”
Tra passi e sassi - Omaggio alla danza sarda
con Ornella D’Agostino e Luca Nulchis
regia Ornella D’Agostino
composizione musicale Luca Nulchis
immagini Ornella D’Agostino, Maryse Gautier, Fausto Marci, Alessandro Melis, Luca Nulchis
luci Loïc Hamelin
scenografia Elisabetta Saiu
allestimenti tecnici Valerio Contini, Corrado Loi
progetto artistico associazione Carovana S.M.I.
La Sardegna conserva ancora forme espressive arcaiche, che convivono, senza modificarsi
profondamente, con i riti contemporanei. Alcuni elementi si sono estinti, non sempre
spontaneamente, altri sono rimasti come “reperti archeologici”, lontane memorie di un mondo
diverso. Colmare quel vuoto sembrerebbe un tentativo vano, che ci muove incessantemente in un
andirivieni. Anche se da tempo, i sardi hanno attraversato il mare, per incontrare, mischiarsi, fluire
in altre culture, la “sardità” resiste con la sua danza di pietra alla permeabilità di quel mare che la
circonda. E ancora, noi, maldestramente proviamo a riagganciare i fili. (testo di Ornella
D’Agostino tratto dallo spettacolo)
Tra passi e sassi è una versione teatrale della ricerca antropologica sui balli etnici della Sardegna,
come altre nel Mediterraneo, che Ornella D’Agostino porta avanti da alcuni anni, in collaborazione
con Luca Nulchis e Alessandro Melis. Come esporre i risultati della ricerca evitando soluzioni
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folkloristiche? Lo spettacolo si propone come una delle risposte possibili, interrogandosi sui
rapporti culturali ed estetici tra contemporaneità e tradizione.
Informazioni: www.teatroliricodicagliari.it; numero verde Contact Center BES (Best Events
Sardinia) (800 88 11 88) in grado di fornire informazioni in cinque lingue (italiano, inglese, tedesco,
francese e spagnolo) attraverso più canali (telefono, mail, sms) su programmi, eventi, località,
possibilità di alloggio e ristoro. E’ possibile telefonare dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle
16 alle 19 e il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 13, oppure scrivere all’indirizzo mail:
[email protected].
Cagliari, 15 dicembre 2007
Pierluigi Corona
Responsabile Ufficio Stampa
Teatro Lirico di Cagliari
via Sant’Alenixedda
09128 Cagliari – Italia
telefono +39 070 4082209
fax +39 070 4082216
[email protected]
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