Ricerca badanti Pavullo - Terre di Castagno
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Ricerca badanti Pavullo - Terre di Castagno
Cooperativa Sociale Libellula onlus Studio-indagine sulla realtà del badantato nel territorio dell’Appennino Modenese Una ricostruzione della situazione attuale attraverso la percezione dei soggetti protagonisti Soggetti finanziatori: G.A.L. Antico Frignano e Appennino Reggiano Comunità Montana del Frignano in collaborazione con ASSOCIAZIONE MEDIATORI INTERCULTURALI PER LA PROMOZIONE SOCIALE PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com A) Introduzione.......................................................................... 6 1. Lo studio-indagine sul badantato .................................................... 6 1.1 Obiettivo generale del progetto........................................................... 6 1.2 I territori coinvolti ........................................................................... 6 1.3 Gli obiettivi specifici ........................................................................ 6 2. Piano metodologico dell’attività di ricerca ........................................ 7 2.1 Articolazione delle azioni................................................................... 7 2.2 Nota metodologica: obiettivo “archivio informativo” ................................. 9 B) La mappatura degli attori del territorio ....................................... 10 1. Il coinvolgimento degli interlocutori privilegiati ................................. 10 1.1 Definizione dei gruppi di osservatori privilegiati e delle loro attività caratteristiche............................................................................... 10 2. Il profilo della badante: i risultati dell’indagine ................................. 11 2.1 Condizione sociale .......................................................................... 11 2.2 Condizione economica ..................................................................... 12 2.3 La “professione” della badante: la risposta a un bisogno… ma quale? ............ 12 2.4 Percorso di vita .............................................................................. 13 2.5 Essere badante: problemi e difficoltà di una “professione” ........................ 14 2.6 La rete relazionale.......................................................................... 17 2.7 Come è cambiato il mercato del badantato............................................ 18 3. Alcuni indicatori ....................................................................... 19 Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 3 3.1 Quante badanti? ............................................................................. 19 3.1.1 I dati CGIL e CISL per il Comune di Pavullo .......................................... 21 3.2 Quale contratto? E quale salario? ........................................................ 21 4. Peculiarità dell’area montana....................................................... 23 C) Il giudizio delle famiglie .......................................................... 24 1. Introduzione............................................................................ 24 2. Alcune testimonianze................................................................. 24 2.1 Sara ............................................................................................ 24 2.2 Carla ........................................................................................... 25 3. Gli elementi chiave del “successo” della badante ............................... 26 D) La testimonianza delle badanti .................................................. 27 1. Premessa metodologica .............................................................. 27 2. Profilo generale dei soggetti intervistati .......................................... 27 3. Il Comune di Pavullo e limitrofi (in particolare: Fiumalbo, Fanano, Serramazzoni).......................................................................... 28 3.1 Dati statistici sul profilo dei soggetti coinvolti ........................................ 28 3.2 Problematiche legate al lavoro ........................................................... 31 3.3 Regolarità, documenti, diritti............................................................. 32 3.4 Settimana lavorativa e giorni di riposo.................................................. 32 3.5 Ferie ........................................................................................... 33 3.6 Situazione di Soggiorno .................................................................... 33 3.7 Rapporti con i servizi, le associazioni di categoria e altri soggetti del territorio33 Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 4 3.8 Caratteristiche della famiglia datore di lavoro e dell’accudito .................... 33 3.9 Formazione ................................................................................... 34 3.10 Situazione abitativa e problema “casa” ............................................... 34 3.11 I gruppi informali e la rete di relazioni ................................................ 34 3.12 Relazioni con la famiglia di origine..................................................... 34 3.13 Privacy ....................................................................................... 35 3.14 Grado di soddisfazione della badante.................................................. 35 3.15 Le badanti raccontano... ................................................................. 35 Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 5 A) Introduzione 1. Lo studio-indagine sul badantato La presente relazione riporta i risultati dello studio-indagine sulla realtà del badantato dell’Appennino Modenese, la cui origine e i cui obiettivi sono richiamati dal presente paragrafo. 1.1 Obiettivo generale del progetto Lo studio-indagine è stato realizzato con l’obiettivo finale di sviluppare un servizio di supporto alle famiglie che hanno necessità di servizi di cura e di qualificazione, professionalizzazione e mediazione al lavoro per donne badanti. Tale servizio dovrebbe concretizzarsi nella creazione di un archivio informativo per garantire la funzione di mediazione al lavoro. 1.2 I territori coinvolti Oggetto di studio sono stati i territori dell’Appennino modenese appartenenti alla Comunità Montana Modena Centro (Comuni di: Pavullo, Fanano, Fiumalbo, Lama Mocogno, Montecreto, Pievepelago, Polinago, Riolunato, Serramazzoni, Sestola). In particolare, a seguito di un’indagine generale del fenomeno in tutti i territori citati, si è approfondita la ricerca con un intervento diretto sul campo nei comuni di Pavullo, Fiumalbo, Fanano, Serramazzoni. 1.3 Gli obiettivi specifici Il fenomeno del badantato è caratterizzato da un enorme livello di sommerso ed esprime significativamente la presenza, da una parte, di situazioni di disagio familiare diffuse che trovano risposta autonomamente, informalmente e senza ricorrere a servizi pubblici, dall’altra di una folta schiera di donne provenienti da paesi extracomunitari, che accettano di prestare il proprio servizio in condizioni fuori da ogni criterio di legalità e di laicità fiscale e sindacale. La reale portata del fenomeno tuttavia non è ad oggi censita per ovvi motivi. Esistono solo alcune banche dati contenenti censimenti, tuttavia parziali, dell’offerta e della domanda di servizi di badantato. Partendo da queste sintetiche considerazioni, è risultata evidente l’opportunità di fare precedere alla fase creazione di un archivio informativo che sia strumento di mediazione al lavoro un’indagine preliminare, volta a descrivere quantitativamente e qualitativamente il fenomeno nei territori individuati. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 6 Gli obiettivi specifici esplicitati durante la progettazione sono i seguenti: 1. Realizzazione di un’attività di animazione territoriale che permettesse di raggiungere, attraverso un’attività di mediazione territoriale, le donne protagoniste di servizi di badantato, coinvolgerle nel progetto, 2. 3. descrizione qualitativa e quantitativa del fenomeno del badantato anche attraverso il “filtro” rappresentato dai soggetti attivi sul territorio relativamente al tema badanti, rilevazione del punto di vista delle famiglie che usufruiscono del servizio di badantato. Tali obiettivi dovrebbero portare, in una seconda fase ancora da progettare, alla realizzazione delle azioni seguenti: 1. Creazione di un archivio di curricula professionali, con bilancio di competenze e sistema di bisogni, relative alle donne immigrate disponibili ad un percorso di inserimento lavorativo come badanti e famiglie che richiedono il servizio di badantato. Questa azione è fondamentale per implementare un servizio di consulenza alle famiglie, selezione e qualificazione delle donne 2. badanti, mediazione tra famiglia e badante, realizzazione di servizi di sportello territoriale. L’implementazione dello sportello permetterebbe di costruire un centro di servizi qualificato per le famiglie e le donne badanti (consulenza professionale, servizi amministrativi…), di mediazione e incontro formale tra domanda e offerta di lavoro. 2. Piano metodologico dell’attività di ricerca La relazione che siamo a presentare costituisce il risultato dell’attività di animazione territoriale. Tale attività è stata svolta seguendo tre piani paralleli di lavoro, articolati come descritto nel paragrafo che segue. 2.1 Articolazione delle azioni a) mappatura degli “osservatori privilegiati” del fenomeno. E’ stata realizzata attraverso un ciclo di interviste - faccia a faccia e telefoniche – effettuate tra il 25 ottobre e il 10 novembre 2004. Gli obiettivi della mappatura sono stati: Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 7 ⇒ censire i soggetti presenti sui territori oggetto dell’indagine in collegamento/contatto con le badanti e/o che svolgono attività di qualsiasi genere a favore del badantato; ⇒ cogliere la percezione del fenomeno di tali soggetti “privilegiati”, in termini sia qualitativi che quantitativi; ⇒ raccogliere informazioni e indicazioni utili rispetto allo “stato dell’arte” dei servizi esistenti, nell’ottica di un successivo coinvolgimento di alcuni soggetti nelle fasi di progettazione e sperimentazione che seguiranno. b) Censimento delle donne badanti e loro coinvolgimento nell’indagine. Questa fase della ricerca è stata condotta dall’Associazione A.M.I.C. (Associazione Mediatori InterCulturali per la Promozione Sociale) di Trento. I mediatori e le mediatrici hanno raccolto un campione significativo di donne badanti nei territori oggetto di studio, intervistandolo per ottenere le seguenti informazioni: – profilo socio-culturale della donna badante – – percorso di vita e di lavoro e prospettive/aspettative relazioni instaurate con i soggetti presenti sul territorio – problemi e difficoltà incontrati Oltre a ciò l’Associazione, insieme alla cooperativa, si è preoccupata di individuare alcune donne, all’interno del campione intervistato, eventualmente interessate a svolgere esse stesse attività di animazione/intermediazione qualora gli sbocchi del progetto prevedano la necessità di attivare figure simili. Il materiale raccolto durante le interviste è stato sistematizzato in forma di relazione, che riporta il punto di vista delle donne badanti (punto D della ricerca). c) Raccolta di alcune testimonianze delle famiglie. Si è cercato di rilevare anche il punto di vista delle famiglie, attraverso interviste telefoniche, con i seguenti obiettivi: ⇒ verificare a quale bisogno/i risponde il servizio di badantato e contestualmente la possibilità di una non coincidenza fra esigenze dell’utente assistito e esigenze dei familiari; ⇒ individuare, all’interno del rapporto famiglia-badante, alcuni elementi che rendono più efficace il servizio reso. I tre punti sopra elencati costituiscono le tre “chiavi di lettura” del fenomeno utilizzate per la realizzazione della ricerca. Essi sono al tempo stesso i tre “poli” del triangolo relazionale generatore del fenomeno di badantato: Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 8 PERSONA UTENTE e FAMIGLIA Bisogno assistenza e cura Servizio badantato DONNA BADANTE Risposte ai bisogni (secondo la mission) Bisogni: - assistenza domiciliare - mediazione al lavoro - supporto legale Bisogno di “rete sociale” Risposte ai bisogni (secondo la mission) SOGGETTI ATTIVI SUL TERRITORIO 2.2 Nota metodologica: obiettivo “archivio informativo” Per quanto concerne l’obiettivo, esplicitato nel progetto, di “creazione di un archivio informativo volto a garantire la funzione di mediazione al lavoro”, si sottolinea che, alla luce delle problematiche inerenti la legislazione relativa alla tutela della privacy, la cooperativa ha ritenuto opportuno limitarsi alla creazione delle precondizioni necessarie al conseguimento dell’obiettivo sopra citato. Si sono rese disponibili infatti, fra le donne intervistate, alcune figure – giudicate idonee dalla cooperativa - attivabili nel momento in cui si siano definiti i parametri ed il soggetto/i preposto alla creazione e attivazione dell’archivio. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 9 B) La mappatura degli attori del territorio 1. Il coinvolgimento degli interlocutori privilegiati Primo obiettivo dell’indagine è stata la realizzazione di una mappatura dei soggetti operanti sul territorio che svolgono attività in collegamento/a favore del badantato. Sono stati contattati e intervistati, a tal fine, enti pubblici, organizzazioni di categoria, soggetti appartenenti al mondo del nonprofit, enti ecclesiastici e persone informate del fenomeno. Ciascuno di essi ha fornito informazioni e indicazioni che riportiamo nel presente capitolo in forma sistematica e ordinata. Si sottolinea che i contenuti del capitolo rappresentano una percezione particolare, un punto di vista non scientifico né incontrovertibile. Soltanto laddove indicato le informazioni riportate costituiscono dato ufficiale, registrato in documenti riconosciuti. Le restanti osservazioni e informazioni sono invece soggette a un certo grado di approssimazione, tipico della ricerca qualitativa, da cui non è possibile prescindere. Tuttavia in linea di massima è legittimo e anzi opportuno affermare che il quadro di seguito illustrato dipinge una realtà condivisa dall’insieme dei soggetti, che qui definiamo insieme degli osservatori privilegiati, che sul territorio sono a contatto con il fenomeno in analisi. 1.1 Definizione dei gruppi di osservatori privilegiati e delle loro attività caratteristiche I soggetti contattati e intervistati nella fase di mappatura sono raggruppabili in quattro categorie, a seconda del ruolo sociale e delle attività caratteristiche svolte in collegamento/a favore del badantato: 1. Enti pubblici: i servizi sociali e le USL. Questi soggetti erogano servizi di welfare complementari a quello del badantato, quali l’assistenza domiciliare, il sostegno all’assistenza attraverso la concessione di assegni 2. di cura, la gestione di strutture residenziali e semiresidenziali. Associazioni di categoria, Patronati e altri enti di emanazione pubblica: sono stati intervistati i sindacati CGIL e CISL e il patronato ACLI, nonché i centri per l’Impiego, i centri per l’Immigrazione e gli sportelli pubblici di informazione, orientamento e formazione. Le attività dei sindacati, del patronato ACLI e degli altri soggetti appartenenti a questa categoria si riconducono tutte all’ambito della consulenza e dell’assistenza in materia legislativa e fiscale, dell’informazione e dell’orientamento al lavoro e alla formazione. I dati forniti dai sindacati e dalle ACLI (paragrafo 3.1) si 10 Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com riferiscono all’intero territorio della Provincia, e non solo all’area montana. Non volendo avanzare ipotesi sull’incidenza del fenomeno in questa zona particolar del modenese i dati sono stati riportati senza alcun tipo di elaborazione, così da fornire un’informazione il più oggettiva possibile, seppure non definita per lo specifico territorio considerato. 3. Enti ecclesiastici e di ispirazione religiosa: molto attive sono le parrocchie e la Caritas, che per vocazione offrono sostegno e supporto alle categorie deboli, fra cui figura anche quella delle donne immigrate badanti. Gli enti appartenenti a tale raggruppamento vengono identificati come punti di riferimento per una prima accoglienza. Svolgono attività di distribuzione abiti/vivande, di integrazione sociale e culturale, di sostegno nella fase immediatamente successiva all’arrivo in Italia 4. Mondo del nonprofit: cooperative sociali e alcune cooperative di servizi, associazioni di volontariato, associazioni culturali. Questa categoria di soggetti svolge attività di vario genere, compatibilmente con la mission delle organizzazioni: sensibilizzazione culturale, integrazione sociale, servizi dedicati alle fasce deboli, mutuo aiuto, orientamento. 2. Il profilo della badante: i risultati dell’indagine 2.1 Condizione sociale Donna di età generalmente compresa tra i 35 e i 50 anni, la badante proviene dall’Est Europa: Polonia, Moldavia, Ucraina sono i tre paesi di origine della maggior parte delle donne badanti. Altri paesi da cui si registra una affluenza significativa sono Romania, Bielorussia e Russia. In passato si è registrata pure la presenza di albanesi, che oggi sono meno numerose e tendono ad orientarsi su un altro tipo di lavoro. Poche invece le badanti provenienti dal Maghreb e dal Sudamerica. L’assistente familiare ha un livello di istruzione medio-alto. Spesso è in possesso di un diploma di scuola superiore, in alcuni casi è laureata. La sua formazione non è necessariamente congruente con il lavoro di cura alla persona anziana o comunque non autosufficiente, anzi nella maggior parte dei casi essa esula dalla “professione” di badante. Solitamente è sposata e ha figli, spesso minori, nel paese di origine. In alcuni casi ha anche parenti anziani a carico. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 11 2.2 Condizione economica La condizione economica è evidentemente precaria. Dietro la decisione di emigrare in Italia sta pressoché sempre una situazione di disagio economico, al quale la famiglia non riesce a far fronte nel proprio paese. Da qui la scelta di cercare un lavoro all’estero, laddove si sa – o si crede, o si è sentito dire – che il mercato offra più possibilità. Il paese è l’Italia, il settore è la cura alla persona anziana, il “badantato”. 2.3 La “professione” della badante: la risposta a un bisogno… ma quale? Le mansioni assegnate all’assistente familiari sono molteplici, e afferiscono da un lato alla cura dell’anziano/della persona non autosufficiente, dall’altro alla gestione della casa. Non tutte le badanti svolgono le medesime funzioni – alcune si dedicano principalmente alla persona assistita, altre hanno su di sé anche l’intero onere delle attività domestiche -. In generale però si osserva che le attività tipiche svolte dalla badante sono: ü assistenza alla persona nelle attività quotidiane (es. aiuto nella deambulazione, vestizione, alzata e messa a letto, compimento dei gesti ü quotidiani); assistenza alla persona di carattere sanitario (es. aiuto nelle operazioni di igiene personale e pulizia della persona, somministrazione di medicinali e cure mediche, controllo dei parametri medici); ü ü controllo e sorveglianza del riposo notturno; aiuto alla persona nella preparazione e assunzione dei pasti; ü ü gestione della dispensa e della spesa alimentare; attività di gestione della casa: pulizie, lavaggio, stiro, rammendo; ü espletamento di attività significative per l’anziano (es. pratiche di tipo burocratico, accompagnamento al parco/presso amici, gestione delle ü comunicazioni con familiari e amici); attività di compagnia e stimolo per il mantenimento delle relazioni sociali. In sintesi sono individuabili tre ambiti, entro i quali la badante svolge le attività di cui è incaricata: 1. 2. ambito sanitario ambito della gestione domestica 3. ambito sociale e relazionale Si noti che il bisogno cui la badante risponde è poliedrico: il bisogno della famiglia non coincide infatti con quello dell’anziano. Difatti, se le attività afferenti ai primi due ambiti soddisfano le esigenze della famiglia, quelle della persona assistita si ritrovano Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 12 anche nell’ambito sociale e relazionale. La famiglia ha bisogno di una persona che la metta in condizioni di tranquillità e “libertà di movimento” e che assista l’anziano espletando tutti i compiti di tipo assistenziale e sanitario necessari al suo benessere fisico, oltre a mantenere pulita, ordinata e funzionante l’abitazione. Ma l’anziano chiede qualcosa di diverso: chiede relazione di affetto e di amicizia, chiede di poter instaurare un rapporto di fiducia e complicità con una persona, e dal momento che la famiglia poche volte soddisfa questo suo bisogno di contatto umano, è evidente che tale contatto è cercato nel rapporto con la badante. La badante è dunque fautrice di un bene relazionale immateriale, non solo mera esecutrice di compiti e operazioni concrete. 2.4 Percorso di vita Il punto di vista dei soggetti intervistati sulle aspettative della donna immigrata che intraprende l’attività di badante non è univoco. Ciò riflette la difficoltà della stessa badante a costruire un progetto di vita e di lavoro che risponda adeguatamente alle sue attese. La sua prospettiva tende a cambiare nel corso del tempo a seconda delle occasioni colte e degli ostacoli incontrati in Italia, nonché a seconda dell’evolversi della situazione familiare nel paese di origine. Tuttavia è possibile individuare un percorso tipico, cui ricondurre il ciclo lavorativo e di vita della badante immigrata. Il progetto iniziale della persona prevede una permanenza in Italia per un periodo medio di due anni, durante il quale riuscire a tornare nel proprio paese tre o quattro volte per visitare i familiari. Ma tale progetto si scontra con diverse difficoltà: √ l’assentarsi dall’Italia per un periodo significativo può compromettere il posto di lavoro, dal momento che l’assistenza alla persona anziana o comunque non autosufficiente necessita di una continuità priva di interruzioni; √ il periodo di permanenza previsto si rivela essere troppo breve, a fronte delle crescenti necessità economiche della donna immigrata e della sua famiglia; √ la distanza prolungata dal coniuge e dai figli porta molto spesso al disgregarsi della famiglia, motivo per cui la badante modifica il suo progetto di vita pensando di abbandonare definitivamente il suo paese, eventualmente ricongiungendosi con i figli. A tali argomenti è da aggiungersi il problema della regolarità: se è difficile per la donna immigrata ottenere un contratto e una posizione a norma di legge, ancor di più lo è mantenerla al momento della perdita di un lavoro, quando è necessario attivare tutti i canali di conoscenza possibili per trovare una nuova persona da assistere. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 13 Per i motivi suddetti il progetto iniziale della badante nel 90% dei casi è destinato a modificarsi: da una prima idea di permanenza di breve-medio periodo si passa a una prospettiva di lungo periodo, di sei, sette anni – a volte anche di periodi più lunghi. A seconda dell’evolversi dei rapporti con i familiari nel paese di provenienza la donna immigrata opterà poi o per il ritorno definitivo a casa oppure per il ricongiungimento, molto spesso con i figli, più raramente con il coniuge o con altri parenti. Pochissime sono infine le donne che aspirano ad ottenere la cittadinanza italiana. Una parte delle donne immigrate modifica il proprio progetto in una direzione ancora diversa: dopo aver svolto per diversi anni il servizio di badante in convivenza, queste donne prendono la decisione di condividere un appartamento in affitto e orientarsi verso attività con un orario limitato, solitamente di pulizie o assistenza a ore. Si osserva che essere badante al di fuori del proprio paese non significa per la donna immigrata restare nella medesima città per tutto il periodo del soggiorno: alta è la mobilità delle donne immigrate, che attraverso il passaparola delle reti informali si spostano per la penisola dalla Sicilia a Napoli al centro-nord, ma anche negli altri paesi dell’Europa e in alcuni casi addirittura negli Stati Uniti o in Canada. Di fondamentale importanza per il funzionamento del mercato del lavoro delle badanti è dunque il passaparola, che costituisce la vera e unica “rete di protezione sociale” di queste donne. 2.5 Essere badante: problemi e difficoltà di una “professione” Giungere sola in un paese straniero, dopo aver lasciato i propri affetti e la propria rete sociale; accudire una persona anziana o non autosufficiente per 24 ore al giorno; convivere con questa persona e spesso con i suoi familiari; dover pensare al bene della famiglia lontana sacrificando la vita privata, il tempo libero, gli interessi coltivati e la propria istruzione. Questo significa essere badante, oggi, in Italia. Una condizione difficile, che genera malessere, disagio, ansia, che può diventare insopportabile. Molti sono infatti i problemi che la donna si trova a fronteggiare. Si enumerano qui i principali, comuni alla maggioranza delle badanti. 1. La vita privata in convivenza e la privacy. La maggioranza delle badanti nei Comuni oggetto dell’indagine convive con il proprio assistito. Non si hanno dati invece per quanto riguarda la condivisione dell’abitazione anche con altri familiari; tantomeno è possibile sapere in quanti casi, percentualmente, la badante dispone di una stanza propria piuttosto che di un posto letto nella stessa stanza dell’assistito o in altro locale della casa. Il dato certo è la mancanza di privacy e l’impossibilità di condurre una vita privata Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 14 soddisfacente. La badante è sempre “ospite” in casa di altri: non può invitare amici o conoscenti – soprattutto uomini – neppure nei momenti liberi; non ha libertà di movimento in casa, se non per i compiti specificamente assegnatile; spesso non può utilizzare liberamente il televisore o altri elettrodomestici. Evidentemente tale situazione non è identica per tutte le badanti: vi sono casi in cui la famiglia datrice di lavoro è più aperta e flessibile, altri in cui è più rigida. Ma ad emergere è sempre l’insoddisfazione della donna immigrata in 2. convivenza. Le possibilità di integrazione sociale. Non soltanto la badante non è sufficientemente libera all’interno della casa dell’accudito; non lo è neppure nel momento in cui trasferisce la propria vita privata all’esterno. Questo è legato certamente alla caratteristica tipica del lavoro di badante, che consiste nella continuità e nell’assiduità dell’accudimento. La persona assistita ha bisogno di un controllo costante: di conseguenza la donna badante non può godere che di pochi momenti liberi, che in termini di tempo si traducono mediamente in 25-30 ore settimanali (un pomeriggio in settimana e la domenica). Queste occasioni di uscita sono per lei importantissime, essendo le uniche in cui riesce a socializzare con altre persone e allontanare la mente dal pensiero dell’anziano. In queste poche ore la badante si incontra solitamente con amiche e conoscenti, badanti della sua stessa nazionalità, per chiacchierare, prendere un caffè, fare una passeggiata. Ma questi momenti sono insufficienti perché la donna immigrata possa realmente integrarsi con il tessuto sociale. Sotto tale impossibilità stanno il pregiudizio dei cittadini italiani – insofferenti per il solo fatto di vedere gruppi di badanti aggirarsi per la piazza o per i parchi della città -, il timore ad esporsi dell’immigrata, il suo bisogno di protezione e conforto soddisfatto esclusivamente dalle sue “compagne”. Meno rilevante invece è il fattore dell’alfabetizzazione: la comunicazione è uno dei requisiti fondamentali per assistere efficacemente una persona, da ciò deriva il fatto che pressoché tutte le badanti 3. comprendono l’italiano e la grande maggioranza lo parla correttamente. La precarietà del lavoro: l’alloggio, la posizione legislativa. Accudire un anziano affetto da patologie degenerative quali demenza, morbo di Parkinson o morbo di Alzheimer non dà alcuna garanzia relativamente alla durata del lavoro. Questa, come è evidente, è conseguenza diretta della aspettativa di vita dell’assistito. Il fattore altamente destabilizzante nel caso della badante è che al momento del decesso dell’accudito ella non perde soltanto l’occupazione, ma anche l’alloggio e il vitto. E da qui deve ricominciare, deve Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 15 ripartire dal “punto zero”: è in questa fase di passaggio che si concentrano i fattori critici per la donna immigrata; ella può riconquistare tutto, o perdere tutto. Dovrà riuscire a trovare un’altra persona da assistere, entrare in relazione con essa e con la sua famiglia, abitare una nuova casa, trasferirsi a volte in un’altra città. Allora si attiva la rete informale costruita nei momenti liberi: sono le conoscenti e le amiche a dare informazioni sulle famiglie “in cerca di badante” e, nel caso in cui il mercato non offra possibilità di lavoro immediate, a indirizzare la donna verso un alloggio temporaneo. Tutto ciò ha i suoi costi, ogni indicazione ha un prezzo ben definito, che varia da zona a zona. Il rischio ulteriore per la donna è quello che, nel momento in cui trova una nuova famiglia, questa non voglia regolarizzare la sua posizione lavorativa con un contratto: allo scadere del permesso di soggiorno la badante che prima 4. era in regola ritornerà nella condizione di clandestinità. La distanza dalla famiglia: la malattia della “nostalgia” e le sue conseguenze. La lontananza da casa e le condizioni di vita descritte sono causa di stanchezza, stress e logoramento nervoso per la badante, che dopo pochi mesi inizia a soffrire di una forte nostalgia sino ad ammalarsene. La depressione è un fenomeno sempre più diffuso, al punto che sta diventando oggetto di studio in quanto causa principale di devianza. E’ significativa la percentuale di donne immigrate che trovano momentaneo sollievo dalle loro pene nell’alcolismo o nell’assunzione di sostanze stupefacenti; altra manifestazione preoccupante della depressione sta nel verificarsi di episodi violenti e drammatici, quali improvvise aggressioni o tentativi di suicidio. Non è quindi da sottovalutare l’impatto, anche a livello sociale, delle condizioni di vita claustrofobiche e precarie in cui versa una buona parte delle donne badanti. A tali problemi, specifici della “professione” di badante, si aggiunge la questione della regolarità. Pochi mesi dopo la sanatoria del 2002, con la quale molte famiglie ebbero l’occasione di regolarizzare la propria badante stipulando un contratto di lavoro inquadrato a livello nazionale, il numero delle badanti irregolari ricominciò a crescere. Questo accadde perché molte donne, una volta stipulato il contratto, chiesero alle famiglie di poter ritornare nel proprio paese per uno o due mesi. Durante questo periodo di assenza furono sostituite da una loro conoscente o amica, da loro segnalata, che veniva dal loro stesso paese con un permesso di soggiorno per turismo. Una volta scaduto il visto, la sostituta si fermava in Italia.. ed ecco una nuova immigrata irregolare. Un secondo motivo dell’alta percentuale di irregolari è dato dal costo della badante. Se tutte le famiglie desiderano stipulare un contratto che regolarizzi la Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 16 posizione della loro badante, non tutte hanno i mezzi economici per farlo. Il costo mensile che una famiglia sostiene per una badante in regola si aggira fra 1.200 e 1.500 euro (comprensivo oltre che dei contributi, delle spese per il vitto); una badante “in nero” costa invece tra 800 e 900 euro. Infine, anche per le famiglie che ora siano disposte a regolarizzare la badante, è necessario attendere una nuova sanatoria. La donna immigrata è, prima che badante, straniera clandestina, e non può modificare la propria posizione se non uscendo dal paese e rientrandovi con un nuovo visto e con un nuovo permesso di lavoro, che le sarà concesso soltanto se rientra nelle quote previste dal decreto flussi… un percorso irto di ostacoli, lungo e privo di garanzie di successo. 2.6 La rete relazionale Come in parte si è già osservato nei paragrafi precedenti, la “rete di protezione” della donna badante in un paese straniero è costituita dalle relazioni informali. Il capitale sociale è cruciale per determinare il “successo” o il totale “insuccesso” del progetto di vita e di lavoro dell’immigrata. E’ attraverso l’analisi della rete di relazioni che si spiega perché donne con le medesime potenzialità iniziali ottengono risultati fortemente distanti. Non si tratta semplicemente di casualità: l’efficacia della strategia è legata inevitabilmente alla rete relazionale, in particolare alla qualità delle relazioni e soprattutto all’estensione della rete. Il primo luogo di “approdo” della donna che emigra è scelto sulla base di segnalazioni da parte di persone fidate; la possibilità di trovare un lavoro in tempi brevi dipende dalla conoscenza dei “canali giusti” e dalla possibilità di accesso a questi canali; il superamento dei momenti difficili (come quello vissuto tra l’occupazione presso una famiglia e la successiva) è possibile soltanto se vi è la “rete” a proteggere la donna dalla caduta… La rete sociale, come ogni cosa, ha un prezzo: e questo prezzo è quantificabile in termini monetari. Due situazioni registrate in tutti i Comuni analizzati – e ben note ai soggetti che abbiamo intervistato - sono le seguenti. Sono diffuse le situazioni in cui una o più immigrate in un Comune “gestiscono” il mercato del lavoro delle badanti svolgendo un servizio di mediazione fra la domanda e l’offerta, nel quale l’aspirante badante paga un prezzo che varia fra 500 e 800 euro per avere il lavoro (la cifra è stabilita in base all’ammontare dello stipendio). Vi sono poi badanti che, lavorando a ore e dunque non in convivenza con l’assistito, hanno un proprio appartamento in affitto che subaffittano a donne senza lavoro per un Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 17 prezzo che varia tra 5 e 6 euro per notte. Solitamente questo appartamento è costituito da due o tre stanze, nelle quali in alcuni periodi vengono alloggiate sino a dieci persone. 2.7 Come è cambiato il mercato del badantato Qual è la reale domanda di badanti oggi? E quale l’offerta? E’ praticamente impossibile fornire indicazioni certe in risposta a tali interrogativi, data la mancanza di banche dati ufficiali cui ricondurre l’intero mercato del lavoro. Tuttavia possiamo avanzare considerazioni e ipotesi, sulla base degli elementi emersi. Una prima osservazione riguarda la domanda di lavoro. I soggetti intervistati sostengono che questa tendenzialmente aumenterà, per i seguenti motivi: ü la popolazione anziana pesa sempre di più, in termini percentuali, sulla composizione della popolazione italiana; ü nel sottoinsieme della popolazione anziana aumenta inoltre l’incidenza delle patologie tipiche dell’età senile, quali morbo di Alzheimer e di Parkinson, e le altre forme di demenza degenerative che hanno bisogno di un “controllo” della persona non altamente qualificato ma continuo; ü le politiche pubbliche sono insufficienti: non si è investito adeguatamente nei servizi pubblici a domicilio, la ricettività in strutture residenziali è sottodimensionata, si è puntato eccessivamente il focus su programmi fondati sulla distribuzione di indennità e di sussidi monetari alle famiglie, lasciando che esse provvedano da sole a fornire le cure di cui gli anziani necessitano. Questa erogazione monetaria, attuata senza porre vincoli di sorta alle famiglie, senza verifiche né controlli ha contribuito ad alimentare il mercato nero delle badanti. ü una ragione ulteriore, di carattere sociologico, che vogliamo addurre per rafforzare questa tesi riguarda il ruolo della famiglia oggi e il suo rapporto con l’anziano. Il rapporto affettivo fra l’anziano e la sua famiglia è andato indebolendosi, al punto che, una volta che questi viene affidato alle cure della badante, la famiglia raramente gli fa visita, se non per controllare che tutto sia in ordine. L’anziano non è più visto come una risorsa all’interno della famiglia ma piuttosto come un problema e un vincolo, un ostacolo alla libertà del familiare che dovrebbe accudirlo. Per questo vi sono situazioni in cui la famiglia è addirittura disposta a spendere anche più di un intero stipendio per la badante, piuttosto che fare la scelta - economicamente più vantaggiosa - di accudire in prima persona il familiare. Nonostante si tratti di una scelta diseconomica la famiglia opta per la badante piuttosto che per la cura diretta dell’anziano…Siamo di fronte a un caso di irrazionalità dell’homo economicus davvero interessante. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 18 Per quanto riguarda le valutazioni sul lato dell’offerta, i soggetti interpellati esprimono posizioni diverse: per alcuni il mercato è saturo, per altri una quota di domanda rimane insoddisfatta. Probabilmente questo differente posizionamento dipende dall’oggetto dell’osservazione: le valutazioni cambiamo se parliamo di donne regolari o di clandestine. Si può affermare con un buon grado di certezza che il mercato nero è saturo, diversamente da quello delle badanti regolari, che forse presenta ancora spazi per un incremento. 3. Alcuni indicatori Il presente paragrafo riporta alcuni dati significativi per una descrizione quantitativa del fenomeno, volta a definirne la dimensione e gli indicatori principali. Non disponiamo di dati univoci e ufficiali, se non per quanto riguarda il numero dei contratti di lavoro regolarmente registrati presso i due sindacati di CGIL e CISL e presso le ACLI. Per quanto riguarda gli altri valori che riportiamo - riferiti al numero di badanti sul territorio alla percentuale di regolarità e irregolarità, al salario mensile – segnaliamo che si tratta di valori medi. Tali indicatori non sono la risultante di calcoli matematici, né rappresentano la media esatta di quanto comunicato dai soggetti intervistati; sono invece una stima, cui attribuiamo un buon grado di affidabilità essendo il frutto della percezione dei soggetti privilegiati, a diretto contatto con il fenomeno. 3.1 Quante badanti? Il dato sulla cui base abbiamo effettuato la stima del totale delle badanti presenti in provincia di Modena è il numero complessivo dei contratti di lavoro di colf stipulati presso i sindacati di CGIL e CISL e presso le ACLI, riportato in tabella. Numero di contratti di lavoro con inquadramento CCNL COLF attualmente in essere presso CGIL, CISL e ACLI provinciali. CGIL 648 CISL 800 ACLI (stipulati quest’anno) 581 TOTALE 2.029 Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 19 Teniamo conto che esistono altri luoghi presso i quali le badanti e i datori di lavoro si recano per la stipula del contratto di lavoro – come gli studi di consulenza privati -, i quali assorbono una percentuale di contratti che si aggira attorno al 20% dei contratti totali, per cui rivediamo il totale di badanti regolari come segue: Numero totale di contratti di lavoro con inquadramento CCNL COLF attualmente in essere in provincia di Modena. TOTALE CGIL, CISL e ACLI 2.029 TOTALE ALTRI ENTI (20% del totale regolari) 507 TOTALE REGOLARI 2.536 La stima relativa alla percentuale di badanti con contratto regolare e viceversa, alla percentuale di sommerso, varia a seconda dei soggetti. Secondo i sindacati la percentuale di badanti regolari si aggira attorno al 60%; secondo gli enti ecclesiastici e di ispirazione religiosa essa scende per attestarsi sul 50%; infine, il mondo delle associazioni e del nonprofit ritiene che l’irregolarità sia maggiore, e le badanti in regola siano meno del 40%. Evidentemente queste tre posizioni riflettono il tipo di contatto preferenziale di cui fanno esperienza i tre gruppi di attori: se i sindacati sono di norma incaricati della regolarizzazione e della stipulazione del contratto, organizzazioni quali la Caritas e il mondo nonprofit svolgono attività di carattere più assistenziale, informale e volontaristico; per questo le donne con le quali hanno maggiori contatti sono le più esposte al rischio, senza tutele né diritti. Un secondo elemento di cui tenere conto per la formulazione di una stima è che, dopo la sanatoria 2002, il numero delle irregolari è certamente aumentato, e ciò a detta della totalità dei soggetti. A conclusione di tale ragionamento possiamo affermare che la percentuale delle badanti irregolari sta realisticamente tra il 45% e il 65%: Percentuale di badanti irregolari in provincia di Modena (stima) 45% < percentuale irregolari < 65% E quindi, considerato il dato sulle regolari, il numero di irregolari si colloca tra i seguenti valori: Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 20 Numero di badanti irregolari in provincia di Modena (stima) 2.075 < numero irregolari < 4.710 Da queste osservazioni giungiamo alla conclusione che il numero di badanti totale sulla provincia si colloca fra i seguenti valori: Numero totale di badanti in provincia di Modena (stima) 4.611 < numero totale badanti < 7.246 3.1.1 I dati CGIL e CISL per il Comune di Pavullo La CGIL e la CISL hanno fornito, oltre al numero complessivo di contratti di colf/badante attualmente in essere nell’intera provincia di Modena, anche il dato scorporato, riferito ai singoli Comuni. I contratti in essere presso il solo Comune di Pavullo sono riportati in tabella: Numero di contratti di lavoro con inquadramento CCNL COLF attualmente in essere presso la CGIL e la CISL nel Comune di Pavullo CGIL Pavullo 26 CISL Pavullo 68 TOTALE CGIL-CISL PAVULLO 94 3.2 Quale contratto? E quale salario? Come per la dimensione del fenomeno, anche per l’ammontare del salario medio è necessario sottolineare che gli interlocutori intervistati non hanno dato una percezione uniforme. In questo caso, però, la forbice fra il valore minimo di salario e quello massimo non è troppo ampia. Prendendo a riferimento le due fonti che hanno dichiarato il valore più alto e quello più basso, possiamo dire che mediamente il salario si colloca fra tali estremi: Valore medio del salario in provincia di Modena (stima) € 750,00 < salario mensile netto < € 950,00 Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 21 Il contratto per la maggior parte delle badanti prevede un monte ore settimanali compreso fra 25 e 54. Anche se le ore effettivamente lavorate sono nella quasi totalità dei casi superiori a quelle dichiarate da contratto, esistono ragioni fiscali per cui conviene, al datore di lavoro ma anche alla lavoratrice, dichiarare un numero di ore più basso. I contributi che il datore di lavoro deve versare per la colf per ogni ora lavorata, a partire dal 1° gennaio 2004, aumentano da 0 a 24 ore, per poi diminuire al di sopra delle 24 ore. Si applica cioè uno “sconto” notevole sulla contribuzione per i contratti a più di 24 ore. Ciò dovrebbe incentivare il datore di lavoro a stipulare un contratto rispondente alla realtà dei fatti, ma in ogni caso restano molti coloro che ancora decidono per un contratto a orario ridotto, di 25 ore, tale da tagliare il costo del lavoro e al tempo stesso di risparmiare sulle ore retribuite (in regola). Dal punto di vista della lavoratrice la cosa importante è avere un contratto di 25 ore, che le permetta di mantenere il permesso di soggiorno per lavoro e dichiarare un minimo salariale uguale o superiore a quello richiesto dalla legge (pari a 594,84 euro). Il contratto di 25 ore settimanali costituisce dunque il “compromesso” vantaggioso per entrambe le parti. Le restanti ore lavorate vengono in questi casi riconosciute “in nero”. Il problema a latere sorge quando il datore di lavoro non paga tale surplus fuori contratto o la lavoratrice non è soddisfatta di quanto corrispostole: sono sempre di più i casi di vertenze presentati ai sindacati, relativi alla questione “pagamenti insoluti”. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 22 4. Peculiarità dell’area montana Il quadro appena delineato registra una realtà che può definirsi valida per l’intera area modenese. Tuttavia abbiamo potuto isolare alcuni elementi caratteristici della zona appenninica, accentuazioni di particolari aspetti del fenomeno o viceversa loro attenuazioni, collegate a ragioni di tipo geografico, sociale e culturale. Riportiamo in forma tabellare i più significativi ed evidenti, sottolineando che probabilmente non si tratta delle uniche particolarità esistenti, quanto piuttosto delle più visibili. Provincia di Modena Area Montana (Pavullo e limitrofi) (in generale) Secondo la media indicata Percentuale badanti irregolari Presenza informali reti Reti di territorio presenti, Reti informali presenti, molto organizzazione per piccoli gruppi organizzate e visibili a tutte le e per etnia. badanti, per le quali costituiscono il riferimento principale organizzate Rapporto soggetti informali Molto superiore rispetto agli altri territori (ca. 70%) con di reciproca Sentimento i Rapporto del conoscenza, rispetto e tolleranza diffidenza soprattutto pubblici di maggiore e distanza, rispetto agli enti Le peculiarità evidenziate in tabella, oltre che attraverso il contatto con i soggetti osservatori privilegiati del fenomeno, sono state rilevate anche dall’indagine sul campo effettuata dall’associazione A.M.I.C., come si evince dalla relazione di cui al punto D. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 23 C) Il giudizio delle famiglie 1. Introduzione Un secondo “vertice” del triangolo ideale che disegna il fenomeno del badantato è quello della domanda, concretamente espressa dalle famiglie con uno o più anziani o comunque con familiari non autosufficienti. Per i motivi che di seguito si espongono si è scelto di non svolgere la ricerca estraendo dall’universo un campione scientificamente significativo di oggetti ma di procedere con interviste “spot” effettuate per via telefonica, che potessero dare testimonianza dell’esperienza con il servizio di badantato. Tali motivi sono: √ bassa disponibilità delle ad essere intervistate, legata per lo più alla condizione non regolare della badante; √ limitatezza delle risorse a disposizione per la realizzazione dell’indagine su un campione statisticamente significativo; √ obiettivo delle interviste: non è stato quello di fare un “bilancio” complessivo dell’efficacia del servizio (ogni esperienza ha le proprie peculiarità); piuttosto si è voluto verificare come la badante risponda effettivamente a un bisogno e si è cercato di isolare alcuni elementi positivi, che possono fare del rapporto badantefamiglia-anziano un fattore di efficacia. 2. Alcune testimonianze Riportiamo dunque nel presente paragrafo parti delle interviste effettuate, con l’avvertenza che esse non sono affatto rappresentative della globalità della situazione. Inoltre segnaliamo che, per motivi di privacy, i nomi utilizzati sono fittizi e sono state modificate alcune informazioni, comunque non rilevanti per la veridicità della testimonianza. Nel paragrafo successivo abbiamo isolato gli elementi positivi che emergono dalle interviste quali fattori-chiave del successo del lavoro delle badanti con gli assistiti. 2.1 Sara Ha assunto una badante ucraina - Anna, di 52 anni - da 2,5 anni. Si tratta per Sara di un’esperienza bellissima e molto positiva. E’ anche grazie ad Anna che la madre di Sara, cui era stato diagnosticato il morbo di Alzheimer, è migliorata moltissimo sino a recuperare tutte le facoltà mentali e a riprendersi anche dal punto di vista fisico. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 24 Sara in passato faceva parte dell’Associazione Familiari Alzheimer, e sua madre aveva perdite di memoria, faceva spesso cose “da pazzi”, non la riconosceva. Allora ha assunto Anna, che era in Italia già da 3,5 anni. Era stata a Napoli e poi era venuta a Modena. Dopo alcuni problemi di convivenza è nato un rapporto di amicizia e affetto fra la madre di Sara e Anna. I problemi sono stati: - iniziale incomprensione da parte di Anna dei gesti della signora e conseguente sua reazione “aggressiva”; - resistenza dell’anziana a entrare in contatto con una persona estranea (che si è placata gradualmente, ma è durata circa un anno); scontro di due caratteri “forti”. I problemi sono stati superati grazie alla mediazione di Sara, che ha lasciato il suo appartamento per trasferirsi con la madre e con Anna. Sara ha fatto capire ad Anna come trattare la madre, ad essere più comprensiva nei suoi confronti. Così dopo un po’ di tempo la situazione è migliorata, e ora le cose vanno benissimo: Anna gestisce la casa e si occupa di tutto. Il problema ora sta nel fatto che Anna mostra di voler tornare al suo paese. Dopo la sanatoria, in estate 2003, Anna che non era mai tornata a casa si è assentata per 1,5 mesi. Quest’anno se ne è andata per 3,5 mesi. In entrambi i casi è stata sostituita da una conoscente irregolare, ucraina anch’essa. Ma Sara non è d’accordo con queste continue richieste di ferie, poiché ne va del rapporto con la madre… Anna ha un marito malato in Ucraina di cui si occupano le figlie. Da un lato vorrebbe tornare per accudirlo personalmente, dall’altro rimane perché qui ha un buon stipendio (900 euro mensili) e i soldi le servono. Inoltre si trova bene in casa e ha due giorni liberi: mercoledì pomeriggio e domenica, in cui esce e si incontra con le amiche e ai quali tiene moltissimo. Anna essendo in Italia ormai da 6 anni conosce bene l’italiano e non ha partecipato a corsi di alfabetizzazione. Non ha seguito alcun corso nemmeno per l’assistenza all’anziana; la “formazione” è stata fatta direttamente da Sara, sotto forma di consigli e indicazioni. E’ stata poi l’esperienza a insegnare ad Anna come relazionarsi con la madre di Sara. 2.2 Carla Si sente molto fortunata per aver trovato una badante affidabile, con la quale ha instaurato un buon rapporto di amicizia. Sua madre ha problemi di salute dal 1986, anno in cui le fu diagnosticato un tumore. Carla è tornata a vivere con lei dal 1989, anno della separazione dal marito. Sono stati anni difficili, in cui si è occupata della madre e del figlio continuando a svolgere la professione di impiegata. Pochi anni fa la madre manifestò principi di Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 25 demenza, acuitisi nel tempo. Nel gennaio 2004 ebbe un ictus, da cui il culmine della malattia. Carla dovette accudire la madre in ospedale per diversi giorni, e capì che non poteva affrontare la situazione da sola. Così proprio in ospedale le fu proposto, da una famiglia che aveva avuto una badante sino a quel momento e la cui anziana era morta, di assumere lei questa persona. Il primo incontro con Silvia fu molto positivo: era una donna sorridente, solare e ispirava fiducia. Così Carla tornò a casa con la madre e con la Silvia. Fu da subito un buonissimo rapporto, incrinato nella fase iniziale soltanto a causa della gravità della malattia della madre, non sempre facile da gestire. Carla fece da supporto e da mediazione in tale fase, e dopo un primo periodo le cose andarono molto bene. Dopo 5 mesi la badante, ucraina di 45 anni, tornò per un periodo a casa per visitare il marito e il figlio ventenne, che frequenta l’università. In questa occasione fu sostituita da una sua conoscente, Maria, ucraina e con un permesso regolare: anche con questa persona si creò da subito un buon rapporto, seppur non un così stretto legame di amicizia. Poi, tornata Silvia, la prima badante, si è creato un accordo fra questa, Maria e la signora Carla: faranno turni di 3 mesi ciascuna affinché entrambe possano tornare periodicamente in patria e al tempo stesso garantirsi un reddito adeguato per mantenere le famiglie. Le due badanti hanno spirito di adattamento e flessibilità, e non vi sono stati grandi scogli neppure a livello culturale. Lo stipendio è 860 euro mensili più i contributi. Il giorno libero è la domenica, più un pomeriggio a settimana. La badante inoltre esce circa 2 ore al giorno (anche con la madre). La stanza è in condivisione con l’anziana. La malattia è degenerativa, però in seguito a un primo momento difficile, in cui Carla non riusciva ad accettarne la malattia e non sapeva bene come comportarsi, ora la situazione è tranquilla, e la badante è un elemento che ha accresciuto tale tranquillità. 3. Gli elementi chiave del “successo” della badante Dalle testimonianze raccolte abbiamo potuto isolare alcuni fattori importanti per la buona riuscita del difficile compito della badante: ü l’instaurarsi di un buon rapporto con la persona accudita va ricondotto non solo ai fattori caratteriali e alle caratteristiche personali della badante, ma anche alla presenza di un “mediatore” – un parente dell’anziano – che sappia mettere in comunicazione le due persone e le informi rispettivamente sulle peculiarità dell’altro; ü il ruolo del “mediatore” risulta efficace soprattutto nei casi in cui esso condivide la stessa abitazione della badante e dell’accudito; ü un comportamento flessibile da parte della famiglia contribuisce a creare un rapporto di rispetto e di fiducia reciproca. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 26 D) La testimonianza delle badanti 1. Premessa metodologica La fase di ricerca sul campo è stata realizzata dai mediatori dell’AMIC, secondo un’agenda di appuntamenti programmati dalla Cooperativa Sociale Libellula in base alle indicazioni emerse nella fase di mappatura dei soggetti attivi sul territorio in tema badanti (si veda il punto B). Gli interventi previsti per le 26 giornate/mediatore sono stati degli interventi del tipo diretto ossia identificazione, “abbordaggio” e intervista ai soggetti coinvolti nel fenomeno del badantato presente nei Comuni interessati. Tali interventi sono stati effettuati dalle donne straniere di AMIC, che hanno maturato grande esperienza nel settore della mediazione culturale e possiedono adeguate competenze linguistiche (polacco, russo, albanese, bosniaco, inglese). Tali caratteristiche delle mediatrici hanno reso possibile l’abbordaggio e facilitato la comunicazione con le badanti - che spesso hanno mostrato poca confidenza con la lingua italiana. 2. Profilo generale dei soggetti intervistati I soggetti identificati e intervistati sono donne per la grande maggioranza oriunde provenienti dall’Europa dell’Est con sostanziale presenza in ordine di importanza di moldave, polacche, ucraine, romene, albanesi. E qualche caso sporadico di maghrebine. I luoghi comuni di ritrovo di queste lavoratrici sono i mercati dei paesi, le piazze, il parco e i bar appositamente scelti per brevi incontri settimanali. La maggior parte delle badanti vivono in situazione di clandestinità, alcune di loro con Permesso di Soggiorno scaduto dalla ultima sanatoria. Il livello di informazione è molto basso nonostante l’istruzione media sia alta, fattore questo che si spiega con la paura che la ricerca di informazioni presso gli enti pubblici possa portare all’espulsione. I contratti, quando ci sono, ammontano a 25 ore settimanali, soglia richiesta per il rinnovo del permesso di soggiorno. Ma in realtà la giornata lavorativa inizia all’alba e finisce quando l’accudito inizia il riposo notturno. Tante di loro restano comunque a casa per la somministrazione di medicinali e per rispondere agli eventuali bisogni notturni dell’accudito. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 27 Le bandanti godono di un riposo settimanale, che varia fra le 4 ore e l’intera giornata, che generalmente spendono fra le connazionali, colleghe di lavoro e una piccola parte con la famiglia. Il rapporto badante/accudito é mediamente molto buono, poiché oltre al badare la donna svolge anche un ruolo affettivo: ci si affeziona a vicenda. Le malattie più comuni fra gli accuditi sono morbo di Alzheimer, paralisi dei membri inferiori o comunque impedimenti che li rendono non autosufficienti. L’età media degli accuditi è compresa fra i 75 e i 90 anni. Il rapporto accudito/badante per la maggior parte dei casi è 1:1, con qualche caso di 1:2 e più raramente di 1:3 (cioè: una badante per tre accuditi). 3. Il Comune di Pavullo e limitrofi (in particolare: Fiumalbo, Fanano, Serramazzoni) La relazione specifica sul distretto di Pavullo si compone di due parti. Nella prima (paragrafo 3.1) si illustra, attraverso dati quantitativi, il profilo dei soggetti intervistati. Nella seconda (paragrafi successivi) invece si portano all’attenzione del lettore alcune situazioni particolarmente critiche, per mettere in rilievo la condizione di disagio in cui vivono le donne badanti. 3.1 Dati statistici sul profilo dei soggetti coinvolti Profilo soggetti Numero donne intervistate Età 54 Dai 35 ai 50 anni E’ da evidenziare che il numero delle donne in arrivo qui è in notevole aumento, poiché si attende una sanatoria che dovrebbe essere approvata, secondo le badanti, nei primi mesi del 2005. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 28 Paese di provenienza Valore Percentuale Moldavia 60% Ucraina 15% Polonia 10% Romania 8% Albania 5% Marocco 2% Condizione lavorativa Occupate 60% In cerca di occupazione 40% Composizione nucleo familiare Valore Percentuale sposata con marito e figli nel paese di origine sposata con marito e figli in Italia 55% separata / divorziata 20% nubile 10% Ha parenti in Italia (diversi da marito e figli) Anno di arrivo in Italia 10% 5% Valore Percentuale 1999 10% 2000 10% 2001 10% 2002 40% 2003 15% 2004 15% Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 29 Prospettive di permanenza Valore Percentuale Breve (da 1 a 12 mesi) 15% Media (da 12 a 24 mesi) 70% Lunga (da 24 a 36 mesi)* 15% *Prospettiva di lunga permanenza: modalità della permanenza Valore Percentuale Stabile 67% Alternata [modalità di soggiorno, più frequente fra le donne di nazionalità polacca, in cui due donne si accordano con la famiglia (datore di lavoro) per occupare lo stesso posto di lavoro in periodi differenti di durata media di tre mesi] Livello di istruzione 33% Valore Percentuale Licenza Media 10% Scuola Superiore 40% Diploma/Laurea* 50% *Livello di istruzione: diploma/laurea Valore Percentuale Settore: sanità 20% Settore: altro 80% Conoscenza della lingua italiana Orale Scritta Scarsa 5% 15% Sufficiente 15% 60% Discreto 35% 15% Buono 45% 10% Ottimo ---- ---- Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 30 Altre lingue conosciute (non madrelingua) Valore Percentuale Rumeno 70% Russo 50% Inglese 20% Francese 10% Ucraino 10% Tedesco 5% Polacco 2% Moldavo 1% Remunerazione mensile Valore Percentuale € 650,00 60% € 700,00 € 800,00 [Reddito complessivo derivante dal lavoro di badante 25% unito ad altri lavori domestici, talvolta svolti presso lo stesso datore di lavoro talvolta presso altri] 15% 3.2 Problematiche legate al lavoro Problemi molto frequenti riguardano i documenti, le ferie, la continuità del lavoro. Nel momento in cui le donne vanno in ferie per tornare al loro paese d’origine, non trovano più il posto di lavoro. Il 90% delle donne straniere aveva un lavoro nel paese d’origine. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 31 Le donne che prendono un stipendio più alto solitamente fanno doppio lavoro, ossia sono badanti e contemporaneamente colf presso la stessa famiglia. La difficoltà nel trovare lavoro: chi ha i documenti si reca all’ufficio di collocamento, le irregolari invece hanno paura di presentarsi. C’è una forte sfiducia verso gli enti poiché la percezione delle donne è di non aver avuto nessun tipo di aiuto da essi. Esiste anche una rete informale di relazioni per il lavoro. Le donne si scambiano il numero di telefono, o forniscono il numero di telefono delle persone in cerca di una badante. Molto spesso queste donne sono costrette a pagare fino a 400,00 euro per avere un posto di lavoro. Siamo stati testimoni diretti di questo fenomeno a Fiumalbo, dove una donna moldava ci ha detto: “ho venduto un lavoro…”, e poi: “... per una amica ho dovuto comprare il lavoro…”. 3.3 Regolarità, documenti, diritti La richiesta per il ricongiungimento familiare arriva ad un percentuale di 2%. Molte donne sono irregolari e non conoscono i loro diritti sul lavoro. La gran parte delle badanti è priva della tessera sanitaria, non solo fra coloro che non hanno il permesso di soggiorno, ma anche fra chi è regolare con documenti. Le irregolari non sanno che possono aver diritto ad una tessera sanitaria solo per le urgenze, la tessera STP (straniero temporaneamente presente), con la quale poter ricevere l’assistenza medica recandosi al Pronto Soccorso. Alcune di loro ci raccontano che non vanno mai dal medico, neppure nel momento in cui sono ammalate; si curano da sole con le medicine che hanno portato dal loro paese). 3.4 Settimana lavorativa e giorni di riposo Data la complessità del lavoro la grande maggioranza delle badanti, pur essendo in attività mediamente per 10 ore al giorno, rimane a casa per soddisfare gli eventuali bisogni di assistenza dell’accudito. Si prevedono due pomeriggi di riposo (mercoledì e domenica) che di solito si trascorrono assieme alle connazionali, in incontri all’aperto nel periodo estivo - parchi, piazze, mercatini - e al bar nel periodo invernale. Il punto di ritrovo è spesso il parco. Anche quando piove stanno lì, perché non sanno dove andare. Le moldave non frequentano i bar. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 32 3.5 Ferie Le badanti non hanno diritto alle ferie – o meglio non riescono a godere di tale diritto -, e per tornare in patria molte si mettono d’accordo con una connazionale e il datore di lavoro per una temporanea sostituzione. Alcune donne di nazionalità polacca hanno modalità di soggiorno alternato, ossia due donne si accordano con la famiglia (datore di lavoro) per occupare lo stesso posto di lavoro in periodi differenti, di durata media di tre mesi. Per quanto riguarda altre nazionalità la possibilità di andare all’estero è limitata a causa della spesa ingente, necessaria per “comprare” un visto d’ingresso in Italia nel mercato nero. 3.6 Situazione di Soggiorno L’80% percento delle donne badanti non è in possesso di un permesso di soggiorno per motivo di lavoro, a parte le donne di nazionalità polacca (che nonostante il mancato permesso di soggiorno per motivi di lavoro hanno libero transito dopo l’entrata della Polonia nella UE). 3.7 Rapporti con i servizi, le associazioni di categoria e altri soggetti del territorio I rapporti con i servizi sono scarsi: solo 3 persone sono a conoscenza dell’esistenza di patronati, sindacati e servizi sociali. Non sono conosciute invece associazioni degli stranieri. 3.8 Caratteristiche della famiglia datore di lavoro e dell’accudito Generalmente la famiglia è a nucleo unico, con un anziano con malattia di tipo degenerativo (Alzheimer), paralisi dei membri inferiori o altra malattia che rende l’individuo anziano non autosufficiente. In alcuni casi si è verificata la presenza di 2 o 3 anziani accuditi da una sola badante. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 33 3.9 Formazione Per quanto riguarda il livello di studio, abbiamo riscontrato che la maggior parte è laureata, e tra le laureate una percentuale rilevante si è formata nel settore sanitario (infermieristico), con un corso di formazione della durata di un anno. Il livello di istruzione più alto è quello delle donne russe/ucraine. Le moldave si distinguono in due livelli: chi arriva dalla città ha un livello d’istruzione più altro, invece le donne che arrivano dalla zona rurale hanno un livello più basso; hanno imparato a lavorare la terra nel loro paese. 3.10 Situazione abitativa e problema “casa” Il 90% delle donne occupate ha trovato alloggio presso il datore di lavoro. Abitano presso al datore di lavoro e questo a volte comporta un problema per le donne, perché devono fare più ore di lavoro e altri mansioni come quello di colf ecc. Abbiamo trovato solo 3 donne che erano in ricerca di una casa in affitto. Abbiamo saputo che ci sono 2-3 persone che hanno una casa in affitto e che subaffittano un posto letto da 5,00 a 7,00 euro a notte (alla mattina presto però il posto deve essere lasciato libero). Quando piove le donne senza lavoro vanno a mangiare dalle amiche connazionali (che hanno la casa in affitto), però anche questa “ospitalità” è a pagamento. 3.11 I gruppi informali e la rete di relazioni E’ presente una rete informale di conoscenza fra le donne badanti della stessa nazionalità, fra le quali vigono rapporti di lavoro e vi è uno scambio di informazioni in merito alle possibilità di impiego (fungono da agenzie di mediazione al lavoro). Il rapporto con le donne badanti di diversa nazionalità è limitato, a bassa coesione. Tra le badanti si conoscono tutte, ma hanno diversi pregiudizi nei confronti delle altre nazionalità. Le badanti moldave conoscono quelle di nazionalità polacca ma non fanno amicizia, anche al parco si raccolgono in gruppetti ben distinti. Le moldave parlano male delle donne russe. 3.12 Relazioni con la famiglia di origine Le badanti spediscono i soldi e i pacchi alla famiglia tramite un pulmino che parte ogni sabato di fronte alla stazione delle corriere. Pagano il “corriere” il 5% della somma dei soldi spediti e 1,50 Euro al kg per i pacchi. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 34 Tante donne, soprattutto moldave e ucraine, tornano a casa una volta all’anno o di più, perché per tornare devono comprare il visto (mercato nero) che varia da 2.500 a 3.000 Euro. Questo significa che, prima di poter tornare a casa, devono raccogliere tale somma; altrimenti rimangono in Italia per due anni senza vedere la famiglia (per non doversi indebitare). Alcune ci raccontano che ancora non hanno saldato i debiti dalla prima volta che sono arrivate. 3.13 Privacy Le badanti di solito hanno poca libertà per mettersi a loro agio. Le più fortunate hanno la loro stanza, invece le altre dormono vicino alla persona che curano, dovendo svegliarsi parecchie volte per accudirla. 3.14 Grado di soddisfazione della badante Il livello di soddisfazione delle donne badanti è generalmente alto: esse instaurano con l’assistito una relazione di amicizia e rivestono anche un ruolo affettivo. 3.15 Le badanti raccontano... “Accudisco 3 persone non autosufficienti (1 sordo, 1 muto, ed uno cieco) e inoltre altre 5 persone, componenti della famiglia in cui lavoro. Non posso dormire la notte perché mi sveglio 2 volte per ognuno di loro (3 anziani di età 92, 88, 82 anni). Faccio anche i lavori come colf anche per il resto della famiglia. Ho solo un pomeriggio libero. Lo stesso lavoro fa anche mia figlia e ci troviamo insieme al parco ogni sabato pomeriggio. Sto cercando disperatamente, da un paio di mesi, una casa in affitto ma fino adesso non sono riuscita a trovarla, non appena sentono che sono una straniera mi dicono che la casa è stata affittata” “Mi ha colpito molto il fatto di una ragazza giovane incinta che si è recata all’ospedale presso il pronto soccorso con sua madre e non la hanno visitata perché non aveva il permesso di soggiorno, e per di più le hanno consigliato di tornare soltanto per partorire. La ragazza con sua madre sono andate a fare un visita da un medico privato a pagamento, su indicazione da parte di una infermiera del pronto soccorso dello stesso ospedale”. Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 35 Cooperativa Sociale Libellula onlus - Via Costa 162/164 – Modena Tel. 059/3367023 fax 059/3366196 www.cooplibellula.it [email protected] PDF created with pdfFactory Pro trial version www.pdffactory.com 36