4 macroonde giugno 2015

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4 macroonde giugno 2015
IPSSAR “Ugo Tognazzi”- Velletri
NUMERO 4 - GIUGNO 2015
Via S. D’Acquisto, 61 A-B-C 00049 VELLETRI (Roma) - Dirigente scolastico Dott.ssa Sandra Tetti
In una concezione lineare, il futuro è
la parte di tempo che ancora non ha
avuto luogo. Il futuro ha sempre avuto un posto molto speciale nella filosofia e, in generale, nell a
c o s c i e n z a
e
ve scoperte tecnologiche e
di comunicazione. Tutti fattori che
arrivarono a modificare completa-
Tempo di vacanze
Tempo di viaggi
Alla scoperta
degli
Armeni
“ Il tempo e lo spazio
morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto,
poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente”
TROFEO DI LUZIO
(Manifesto futurista)
orico
Trionfo St
nell’immaginazione umana. Lo dimostra, ad esempio, il bisogno
di predizione degli eventi, ma anche
di progettazione e di utopia che hanno caratterizzato tutte le civiltà.
Dal punto di vista artistico invece,
possiamo fare riferimento al futurismo.
Il Futurismo nasce all'inizio del Novecento in Italia, in un
periodo di notevole fase evolutiva, dove il
m o n d o
dell'arte e della cultura erano
influenzati
da
importanti cambiamenti: guerre, trasformazioni sociali, mutamenti politici e nuo-
Umberto Boccioni, Forme uniche di
continuità nello spazio,1913
“Mercurio passa davanti al sole”,
Giacomo Balla 1912
mente la percezione dello spazio,
del tempo e della storia. I futuristi,
intendevano idealmente "bruciare i
musei e le biblioteche" in modo da
non avere più rapporti con il passato e concentrarsi così sulla velocità
e sul dinamismo del futuro
« Questo succedersi, mi sembra
ormai chiaro, non lo afferriamo con
la ripetizione di gambe, di braccia,
di figure, come molti hanno stupidamente supposto, ma vi giungiamo
attraverso la ricerca intuitiva della
forma unica che dia la continuità
nello spazio. »
-( Umberto Boccioni)
Beatrice Lipperi
Sommario:
Eventi
2
Road to Kracow
3
La mostra sull’Armenia
4
Campo scuola
5
Trofeo di Luzio
6
Nicola Legrottaglie
8
Omofobia
9
Il museo dei numeri
9
Finger food
10
Un mondo di bollicine
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VITA D’ALBERGHIERO
Complimenti “internazionali” per i nostri alunni
Si è svolto presso il NATO Defense
College della Cecchignola un convegno suddiviso in due giornate.
“NATO and New Ways of War-
fare: Defeating the Hybrid
Threat”
All’evento, organizzato dal colonnello Tagliata, hanno partecipato
conferenzieri e personaggi di altissimo rango a livello internazionale
tra cui: il Generale Knud Bartels,
presidente del Comitato Militare
della NATO; il generale Frank Gorenc, comandante del NATO Allied
Air Command.
I nostri alunni di Accoglienza, Ri-
storazione, Enogastronomia Sala e
Vendita hanno avuto l'onore di
collaborare a questo evento ricevendo moltissimi complimenti,
oltre ad una certificazione che
attesta la professionalità con cui
operiamo sul territorio. Hanno
reso possibile tale esperienza a cui
hanno partecipato gli alunni delle
classi IV^-V^M, IV^-V^N ricevimento, Ied una selezione di alunni del
triennio di sala e cucina. Tale esperienza è stata resa possibile dai
docenti Sabadello, Burello, Castagna e naturalmente dala dirigente
dott.ssa Sandra Tetti ,
fonte Ipssar Tognazzi web)
“NATO and New Ways of Warfare: Defeating the Hybrid Threat”
TITOL
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SCUOLA SOCIETA’
Tempo di vacanze… tempo di viaggi
Un tuffo nella tradizione e nei sapori
della bellissima città polacca.
Cracovia. Definire Cracovia in poche righe è un lavoro assai complicato. È strano, che una città così piccola, abbia così
Il Castello di Cracovia.
tanto da raccontare. E che tre miseri
giorni bastino solo a regalare pochi, indimenticabili scorci d’una città che tanto
ha da dare. Città assolutamente cordiale,
e che mal s’addice all’orrore che si trova
poco distante: il Campo di Sterminio di
Il mercato del Quartiere Ebraico.
Auschwitz. Un peccato, per una città così
bella.
Cracovia ha molto da mostrare e raccontare. E’ sia una città molto antica, molti
dei suoi edifici sono di costruzione recente, a causa del boom demografico degli
ultimi decenni, che ha portato quindi la
città a essere una piccola, fiorente metropoli. Il monumento simbolo della città
è il suo castello, situato sull’altopiano
che sovrasta la cittadina, regalando un
paesaggio da favola. Ricco di storia, ha
ospitato Re, Principi, Imperatori, Nazisti
e Comunisti, tutti ammaliati dalle linee
eleganti del palazzo, apportandovi le
modifiche che meglio preferivano. La
Cattedrale del Castello, dai vari stili, si
presenta come un perfetto mosaico artistico, dove fede e potere si fondono per
creare un tributo al genio umano.
La Città, elegante e curata, è il fiore
all’occhiello della Polonia. Gli edifici, in
stile nordico e dalle tinte che variano dal
bianco al rossiccio, rispecchiano la cordialità tipica dei cittadini. Cuore della
città è la maestosa piazza del mercato,
dove spesso si trovano tipici banchi che
vendono souvenir ai turisti. Il bianco
marmo della pavimentazione, anche col
cielo più scuro, rende la piazza sempre
luminosa. Un vero spettacolo per
l’occhio attento. Attorno a essa si districano tutte le vie che portano verso la
periferia, costruite con una linearità e
razionalità. Contro ogni luogo comune, la
città è ben sviluppata, e ha una pulizia da
far invidia a molte città Italiane. Nella
mia breve esperienza li, l’assenza più
totale di cicche per terra mi ha impressionato notevolmente, abituato al tappeto che ricopre quotidianamente le nostre
città. Misconosciuti ai più, ma tipico della
città sono i suoi tram “futuristici e orientati alla tradizione”, così me li definì un
passante. Dalla scocca d’un tram anni
50’, l’eleganza degli interni, stupisce chiunque. Ma il gioiello più prezioso della
città, sono i cittadini stessi. Cordiali a
ogni richiesta, parlano volentieri le lingue
straniere, specialmente Inglese e Tedesco. Paradossalmente, il Russo è parlato
solo dagli anziani, testimoni del passato
comunista della città. Una buona parte
della vita notturna cittadina è concentrata presso il quartiere ebraico, divenuto
ormai un quartiere chic, colmo di pub,
musei, e locali alla moda. Presso la Piazza
del mercato del quartiere si possono
trovare molti chioschi che vendono il
piatto veloce tipico di Cracovia: la Zapironska. Semplice, gustosa, economica e
versatile. Trattasi di una baguette aperta
e bruschettata, con sopra formaggio fuso
e fungIl Castello di Cracovia.
hi. Ma ci sono moltissime varianti, che
La grande Piazza del Mercato di Cracovia.
prevedono l’aggiunta di tantissimi ingredienti, rendendola un piatto eccezionale,
da accompagnare alla birra locale.
Anch’essa economica, sono molti i pub
che la servono, insieme ai brand internazionali più noti. Dal carattere leggero, ma
dal gusto deciso, ogni tipo di birra è deliziosa. Ma la Vodka è un “Must” in un
viaggio del genere. Dal sapore molto
delicato, è disponibile in centinaia di
aromatizzazioni.
Da evitare nella città è la cucina Italiana.
O almeno come la propongono. Conviene piuttosto assaggiare la cucina polacca,
composta principalmente da Zuppe come primi, e secondi che variano dal Pollo
al Maiale, il pesce viene poco considerato, sfruttando principalmente il Salmone.
Purtroppo si tratta di una cucina spesso
pesante, con l’uso sconsiderato di burroper ogni cosa. Unica nota negativa, è
rappresentata dai dolci, buoni ovviamente, ma che al palato italiano spesso sembrano “Sciapi”. Dolce tradizionale, una
rivisitazione del Krapfen e del Pancake.
In pratica, un pancake ripieno di marmellata di mele, fritto nel burro. Pesante, ma
buono. Ovviamente, non basteranno
queste poche righe a raccontare questa
città ,ma la per la sua bellezza, merita di
essere visitata, e soprattutto, gustata.
Da Cracovia, Polonia
Мирко Ортолэва (Mirko Ortoleva)
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SCUOLA E SOCIETA’
Velletri, 29 Aprile
2015
Di: Beatrice Cugini
– classe IV M Ric
Martedì 28 Aprile
2015, le classi IV
M ric., IV N ric. e V
M ric. insieme ai
professori Ruffolo,
Leonardo, Castellucci e Lucarelli si
sono
ritrovate
presso la Stazione
Termini di Roma
alle ore 9.00. Da
qui abbiamo iniziato la camminata verso l’Altare della Patria dove da lì a
poco avremmo assistito alla mostra “Armenia. Il popolo
dell’Arca” organizzata in occasione del Centenario della commemorazione del Genocidio armeno.
Durante il “tortuoso” percorso siamo stati inaspettatamente
colti da un acquazzone che ci ha costretti a ripararci senza
successo al di sotto di ombrelli di ogni colore e specie.
Nonostante borse, abiti e capelli bagnati, abbiamo avuto la
meglio arrivando, così, “vittoriosi al Vittoriano !”.
Qui, dopo l’incontro con le guide Sonia Chiarotto e Genni
Fortunato, curatrici dell’intera mostra, è iniziata la scoperta
del popolo armeno.
Gli Armeni ... che ne sappiamo? Poco. Proprio per questo
volevamo condividere insieme a voi l’enorme privilegio che
queste due signore ci hanno concesso venendo di persona a
raccontare l’incantevole storia del popolo dell’Arca.
L’Armenia ha una storia ricca di fascino che affonda
le sue radici nella tradizione biblica del Diluvio Universale,
emblema di rinascita e di nuova vita. E’ proprio alle pendici
del monte Ararat, sulla cui cima si era arenata l’Arca di Noè,
che nel VII sec. a.C. si formò il popolo armeno.
Ancora oggi il monte Ararat è un richiamo simbolico
fondamentale per l’Armenia, che nel 301 d.C. fu il primo
paese al mondo ad adottare il Cristianesimo
come
religione di Stato.
Infatti, osservando i numerosi reperti archeologici
presenti alla mostra, abbiamo notato che la croce è il simbolo che ricorre maggiormente nell’arte armena.
Proseguendo la nostra visita ci siamo ritrovati di
fronte ad un’opera che può essere considerata, probabilmente, la più affascinante e ricca di storia dell’Armenia. Il
manoscritto armeno più grande al mondo, con 32 chili di
peso e 661 fogli pergamenacei. A causa del suo peso e
delle sue dimensioni, questo manoscritto fu diviso in
numerose parti. Oggi è possibile ammirare alcune sue pagine grazie al coraggio e all’amore manifestato dai numerosi armeni che, nonostante la distruzione del genocidio,
hanno portato in salvo questo libro. È proprio la loro forza,
la loro unità religiosa ed il loro amore verso il prossimo
che ha stupito tutti noi, rimasti affascinati e nel contempo
increduli durante il racconto delle guide.
In seguito, siamo giunti alla sezione interamente dedicata al complesso alfabeto che compone la lingua armena:
esso, creato dal monaco Mesrop Mashtots grazie all’aiuto
di uno scriba greco, si compone di 38 caratteri rappresen-
tanti allo stesso tempo il sistema numerico. Nel frattempo
noi ragazzi, incuriositi da una piattaforma touch screen, ci
siamo divertiti ad ascoltare la pronuncia delle lettere
dell’alfabeto armeno.
Durante l’intero percorso siamo stati accompagnati dal dolce suono di uno strumento musicale tipicamente armeno, il duduk. Alcune melodie erano talmente
profonde da far quasi rievocare lo struggente lamento del
popolo armeno durante il genocidio commesso
dall’Impero ottomano.
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SCUOLA E SOCIETA’
Ed è proprio l’ultima sezione ad essere dedicata alla commemorazione del genocidio armeno che nel 1915 portò alla
ria negando, così, l’esistenza del genocidio.
Perché continuare a negare? Non ammettendo gli errori
del passato non si sarà mai pronti al cambiamento e,
quindi, ad un futuro migliore.
A cura della prof.ssa Luigina Ruffolo
CURIOSITA’
deportazione e alla conseguente morte di circa 2 milioni di
persone fra donne, uomini e bambini.
La motivazione apportata dai Turchi per giustificare tale
massacro è stata la cosiddetta “pulizia etnica” eseguita con
il fine di rendere “pura” la Turchia.
In questa grande sala del Vittoriano durante il racconto di
una delle più gravi tragedie della storia, un proiettore delineava sul pavimento la mappa dell’Armenia e noi seduti
intorno ad esso, ascoltavamo attoniti e con sgomento le
parole delle nostre due guide.
Ciò che ci ha irritato maggiormente è il fatto che al giorno
d’oggi i Turchi non riconoscano l'orrore della propria sto-
Gli antichi romani scoprirono la pianta di
albicocco in Armenia e per questo iniziarono a chiamare il suo frutto “mela armena”.
Il nome scientifico dell’albicocco, cioè Prunus armeniaca, ci ricorda questo fatto.
Curiosamente, a ribadirne le origini armene, i veneziani della Serenissima repubblica, chiamarono non a caso “armein” l’albicocca, in
un’epoca in cui la comunità armena a Venezia era
molto numerosa ed influente.
Attualmente in Armenia si coltivano circa
50 varietà di albicocche. Si possono gustare dalla
metà di giugno fino alla fine di agosto. Il ricco terreno di origine vulcanica e il clima soleggiato
dell’Armenia conferiscono alle albicocche una dolcezza che alcuni definiscono insuperabile.
Foto byI pssar Tognazzi web
Marina di Casalvelino
14-16 aprile 2015
Foto by Sofia Monaco
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SPORT A SCUOLA
struttura polivalente G. Scavo. Iniziata
con la finale di pallavolo femminile riservata alle scuole medie (Memorial Rondoni) è continuata poi con la combattutissima finale maschile riservata alle scuole
superiori.
Ospiti della manifestazione il gruppo
brasiliano di Capoeira , “Topazio,” che si
è esibito in coreografie davvero particolari e acrobatiche che traggono le loro
origini da danze tipiche di preparazione
alla lotta.
Tanti applausi e tanto entusiasmo anche
per i nostri Alessandro Schietroma e
Leonardo Fontana che hanno presentato
alcune coreografie di freestyle.
E nel finale, premiazioni! Medaglie per gli
Storica vittoria del "Tognazzi" al Trofeo
A questo successo hanno contribuito le
studenti vincitori e coppe alle scuole. Il
Di Luzio!!! Anche quest'anno le scuole
vittorie conquistate nel torneo di Tenni- tutto, estremamente ben curato
superiori di Velletri si sono confrontate
stavolo maschile, nella corsa campestre dall’Istituto “C.Battisti” e dal prof. Masin diverse discipline sportive: pallavolo
con Domenico Serpi, nelle gare di Salto
simo Vicario coadiuvato dal prof. Aldo
maschile e femminile, calcio a 5 maschi- in lungo femminile con Lorenza Antonini Loidodice del Tognazzi, che con non pole, tennis tavolo maschile e femminile,
e nei 1000m con Matteo Vicario; oltre
che difficoltà sono riusciti ad organizzare
corsa campestre, atletica leggera. Il pun- all'onorevole secondo posto nel torneo
questo significativo momento d'incontro
teggio combinato di queste gare e tornei di pallavolo maschile.
tra gli alunni delle scuole di Velletri. In
ha decretato il vincitore del Trofeo Di
Estremamente piacevole la manifestazio- ricordo di un collega ed amico, il prof.
Luzio 2015:l' IPSSAR "U. Tognazzi"!
ne conclusiva che si è svolta presso la
Giancarlo Di Luzio.
Seconda giornata per l'atletica leggera, Lunedì 4 maggio si sono svolte presso
dopo la mattinata riservata al "più velo- la pista comunale G. Scavo, le gare di
ce" di Velletri.
atletica leggera sempre relative al Trofeo Di Luzio. Tanti gli alunni
partecipanti, del Battisti,
Vallauri, Cederna, Landi e
naturalmente Tognazzi. In
una splendida giornata di
sole, gli atleti si sono affrontati in gare di salto in
lungo, lancio del peso,salto
in alto, 100 m e 1000m.
Trionfo per i nostri colori
nel lungo femminile con
Lorenza Antonini (nella
foto) che ha fatto sua la
gara già dalle prime battute con un
salto oltre i 4 metri e nei 1000m con
Rosati consegna il trofeo
Matteo Vicario che ha condotto una
alla preside dott.ssa Tetti
gara estremamente attenta e intelli-
gente. Ottime seconde posizioni per
Camilla Manzo nel peso, Alessia Pierdilucanei 1000, Sabrina Dante nell'alto.
Medaglia di bronzo per Joele Marronenei 1000m, Daniel Naticchioninel lungo, Michela Bressi nei 100m e FlavioChiavarini nel lancio del peso.
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SPORT A SCUOLA
CLASSIFICA
VI° Trofeo Di Luzio
1° TOGNAZZI
2° CEDERNA
3° BATTISTI
4° MANCINELLI
5° LANDI
6° VALLAURI
Secondo posto per l’IPSSAR Tognazzi!
Grande attesa per la finale del Torneo di strato buona tecnica, creatività e ottime
individualità.
Penalizzati dalle assenze di Rezza impegnato in un campo scuola, di Ruzza nello stage formativo e di Di Giacomantonio , tre titolari d’esperienza, l’IPSSAR
Tognazzi ha sofferto la “panchina corta”.
Vinto brillantemente il primo set, nonostante qualche errore di troppo sul servizio, nel II° set la squadra si disuniva ,
regalando al Landi l’opportunità di venir
fuori e di accumulare un buon margine
di vantaggio. Nel finale del II° set il Tognazzi riprendeva coraggio, ma riusciva
a recuperare solo in parte lo svantaggio
accumulato.
Nel terzo set le due squadre si davano
pallavolo maschile! Di fronte l’IPSSAR
battaglia punto su punto, ma la possibiTognazzi contro il Liceo Landi, due squa- lità di effettuare cambi e quindi una
dre che nel corso del torneo hanno mo- maggior freschezza atletica portavano il
Foto by Andrea Valvoli e prof. Aldo Loiodice
Landi a prevalere e a vincere il set e la
partita.
Formazione IPSSAR Tognazzi:
Milicia, Rosati, Milloja, Di Giacomantonio, Fabi, Valenzi, Cecchinelli, Mariani,
Lommi
A cura della prof.ssa Fiammetta Mautone
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SCUOLA E SOCIETA’
Progetto legalità
ETICA E SPORT: Incontro con Nicola Legrottaglie
Nell’ambito del progetto Legalità la nostra scuola ha organizzato un incontro con Nicola Legrottaglie sul tema “Etica e
Sport”.
Nicola Legrottaglie è un ex calciatore che ha giocato nel Milan e nella Juventus oltre che nella Nazionale italiana. Attualmente è allenatore delle squadre giovanili del Bari.
Lunedì 4 maggio è’ venuto nella nostra scuola a raccontare la
sua esperienza di vita
L'anno che arrivò alla Juventus (2003) si diede come dire....
“alla bella vita”!!!! Donne, soldi, vita sfrenata... I risultati
cominciarono a calare e molti amici lo abbandonarono.
La società lo mandò "in prestito" al Siena per un anno e lì
dall'incontro con alcune persone, ebbe una specie di conversione ed entrò a far parte degli Atleti di Cristo, un movimento
di ispirazione cristiana evangelica, formato da atleti professionisti, tra le cui fila troviamo anche Kakà, Melo, ecc.
Il calciatore,ad un certo punto della sua vita si rese conto
che il successo, i soldi,” l'avere tutto” erano diventati un'abitudine, la vita che fino ad allora era sembrata elettrizzante,
non riusciva ad appagarlo veramente perché alla base c'era
una mancanza spirituale.
Fu allora che la sua vita cambiò: spinto anche da sua madre,
intraprese un cammino che lo portò a seguire Gesù e a fondare la sua vita sull'amore.
Grazie a questa ritrovata serenità, risalì la china a livello
sportivo ed ebbe delle stagioni incredibili dal punto di vista
calcistico.
Nicola Legrottaglie ha scritto diversi libri per raccontare questa sua esperienza di cambiamento e porta la sua testimonianza ovunque cI sia qualcuno interessato ad ascoltarlo.
Federica Casentini I^ F
Foto by prof.ssa P. Mazzola
Nicola Legrottaglie nasce a Gioia del Colle nel
1976.
Inizia la sua carriera nelle giovanili del Bari e da
qui la sua ascesa che lo ha portato , passando
attraverso squadre come Chievo, Modena e
Reggiana, ad approdare nel 2003 alla Juventus,
dove è rimasto per ben sette stagioni, nonostante le parentesi al Siena e al Bologna.
Sedici presenze nella Nazionale Italiana, Legrottaglie calcisticamente ha ricoperto il ruolo
di difensore centrale con spiccate doti nel gestire la difesa.
Nel 2012 ha ricevuto l’ECMM (Etica da campione per un mondo migliore) per l’etica nel calcio , riconoscimento assegnato dal COEMM
(Comitato Etico per un Mondo Migliore)
Ha scritto diversi libri:
Ho fatto una promessa. Perché la fede ha cambiato la mia vita (2009)
Cento volte tanto. Con la fede vivo meglio
(2010)
L’amore vince tutto (2011)
Il mio amico Gesù (2013)
A cura della prof.ssa Fiammetta Mautone
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NUMERO 4 - GIUGNO 2015
SCUOLA E SOCIETA’
Progetto legalità
Contro l’omofobia
Progetto legalità
UN MONDO COSI’PIENO DI ODIO CHE QUALCUNO PREFERIREBBE MORIRE
Ci ha davvero molto
gratificati vedere la
partecipazione , la
curiosità e l’interesse
che questa iniziativa
ha suscitato nei nostri
compagni. Tutti sono
stati ansiosi di scambiare opinioni , anche
divergenti, ma assolutamente concordi
nell’affermare con
forza che non bisogna
Abbiamo deciso di realizzare questo
mai arrivare alla violenza, qualunque sia
progetto all'indomani della giornata
il nostro orientamento sessuale, politimondiale contro l'omofobia (che si cele- co, religioso.
bra ogni anno il 17 Maggio dal 2005),
Come diceva Voltaire “Non condivido la
con l’intento di sensibilizzare le perso- tua idea, ma darei la vita perché tu la
ne che ci hanno ascoltato e provando a possa esprimere.
far passare il nostro messaggio: Siamo All’evento organizzato in auditorium, le
tutti diversi e la diversità è un valore
classi si sono avvicendate in più turni e,
da difendere ma, in quanto persone,
ogni volta, gli incontri sono stati cosiamo tutti uguali ed abbiamo gli stessi struttivi e rispettosi delle opinioni altrui.
diritti (ovviamente anche gli stessi do- Chiudiamo riassumendo tutti i vostri
veri! ).
interventi in un unica frase:"Ci stiamo
abituando a vedere un mondo in bianco
e nero. Non siamo ancora pronti, non
vogliamo vedere i colori, le sfumature
infinite che rendono meravigliosa la
vita. Sarebbe bello e crediamo che sarà
possibile, con il contributo di tutti, riuscire un giorno a vederli senza paura".
Grazie di nuovo a tutti e, in particolare
la prof.ssa Mazzola, per averci aiutato a
concretizzare al meglio la nostra idea.
Sibilla Rampinini 3L sala, Martina Russo 3L sala, Federico Cascio 2F
A cura della prof.ssa Patrizzia Mazzola
Il MUSEO DEI NUMERI
GLI ALUNNI DEL TOGNAZZI AMANO LA MATEMATICA O MEGLIO NON la odiano (si spera!!!)
Fino al 31 maggio a Roma , presso il
Palazzo delle Esposizione è allestita la
mostra
“TUTTO QUELLO CHE CONTA DA ZERO
ALL’INFINITO”
Un Percorso estremamente affascinante composto di 11 sezioni che
ripercorre le tappe che dal “passato”
accompagna verso il “futuro” tra installazioni multimediali , attività di
laboratorio e reperti antichi. Si va dal
cervello umano predisposto a manipolare numeri e quantità, ai primi
calcolatori della storia, al manoscritto
di Fibonacci, alle ultime frontiere della tecnologia.
Il 24 marzo organizzata dalla
prof.ssa M. Caterina De Gori ,e accompagnati dalle Prof.sse Colicchio,
Vacca, Di Caprio, Licastro e dal prof.
Caneba , gli alunni delle classi 3° A - 3°
I - 4°- 4 B° -4 I°- 5° H, hanno preso
parte ad un’uscita didattica proprio
per visitare la mostra sui numeri
Una giornata in cui la matematica ha
rappresentato, non una pura lezione
teorica, ma un viaggio nel mondo dei
numeri, che speriamo sia stato utile
( a scoprire il matematico che c’è in
ognuno di noi.
Prof.ssa M. Caterina Gori
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NUN
MUEM
RO
4 -4 G
ERO
- IGUI UGGNNO
O 22 00 1
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5
VITA D’ALBERGHIERO
FINGER FOOD : bocconcini di creatività
BACI DI DAMA SALATI:
Ingredienti per l’impasto: :80 g di burro/ 100 g di farina 00/100 g di
mandorle spellate/80 g di parmigiano/20 ml di vino bianco/sale q. b
Per il ripieno:60 g di formaggio cremoso spalmabile
Procedimento:Versate il burro a pezzetti, la farina, e le mandorle
tritate finemente, il parmigiano grattugiato , il vino, e un pizzico di
sale in una ciotola o in una tazza di un robot , e impastate fino ad
ottenere un composto liscio ed omogeneo(1,2,3). Formate tante palline di 8-10 g l’ una , adagiatele su una teglia foderata con carta da
forno e infornate a 180 gradi per 20 minuti, quindi sfornate e lasciate
raffreddare. Lavorate con un cucchiaio di legno il formaggio .Mette
la crema di formaggio in un sac-a-poche e mettete un po’ di ripieno
sulla parte piatta della metà dei biscotti; ricoprite con dei biscotti rimanenti e servite, ( 4,5,6). A piacere potete decorare i biscotti rimanenti con 80 g di semi di sesamo o arricchire l’ impasto aggiungendo
2 cucchiai di erbe aromatiche tritate a scelta.
Alessandro Romani V^D
Prof. Gianluca Centomani
1 pizzico di sale
50gr di zucchero di canna
BICCHIERINI BICOLORE:
15g di farina di mandorle
ingredienti per la crema
Estraete i semini della bacca di
500ml di latte fresco intero
vaniglia e versateli in un tegame
Vaniglia mezza bacca
con il latte e portate a bollore a
50g di zucchero
fuoco medio. Unite zucchero,
50g di maizena
maizena e infine il miele e conti200ml di panna fresca liquida
nuare a cuocere a fuoco basso
10g di miele millefiori
mescolando. Quando inizierà ad
80g di amarene
addensarsi trasferitela in una
Per il crumble di mandorle ingre- ciotola lasciatela raffreddare .
dienti
Montate la panna fresca con uno
100g di burro freddo di frigo
Finger-food dolce
E’ un’offerta gastronomico-alimentare che si presenta in piccole dimensioni, in un boccone appunto, che preveda un’articolazione nella sua struttura.
Il Finger Food può essere servito in qualsiasi formula ristorativa, dal bar di provincia, all’american bar
di centro città, al ristorante top, alla terrazza mare
di un chiosco, nel rispetto delle norme igienico sanitarie, ma è sempre presentato con uno stile
“appetibile”: deve cioè far venir voglia di mangiarlo. La cultura gastronomica italiana, particolarmente legata alle cucine territoriali, prevede una serie
di piccole cose da mangiare in un boccone, basta
citare le bruschette toscane, gli spunciotti cicchetti
veneti, i fritti napoletani, le focaccine liguri.
Ma il Finger Food è un’altra cosa! Quindi dovremmo sempre ricordare che il Finger Food deve essere
presentato in piccole quantità, ma non per questo
qualsiasi cosa può diventare Finger Food
Da sottolineare l’evoluzione del “finger food”, dalla
sua nascita, che prevedeva letteralmente cibi da
mangiare con le dita, a quelli attuali spesso serviti
in bicchierini o shot contenenti anche mousse o
salsine d’accompagnamento, quindi da consumare
utilizzando appositi cucchiaini, sia in versione dolce
che salata dove la texture (giochi tra varie consistenze) ed i contrasti di temperatura ed acidità la
fanno da padrone.
Gianluca Bernardoni V^C
A cura del prof. Gianluca Centomani
FINGER FOOD D’AUTORE
Cozze panate al sesamo su
croccante di basilico
Mousse di astice con ananas
e pane di Altamura
Carpaccio di polpo arrosto e
barba di finocchio
Rollatina di spada ricotta e
limone
sbattitore elettrico e unitene
metà alla crema al latte bianca e
metà a quella con le amarene
mescolando delicatamente .
Quindi ponete le creme in due
sac-à-poche distinte. Prendete 4
bicchierini da 150 ml l’uno e
iniziate a riempirli partendo dalla
crema alle amarene. Proseguite
con il crumble alle mandorle, un
cucchiaio di sciroppo di amarene; due amarene divise a metà
sopra il crumble e proseguite
con uno strato di crema al latte
bianca. Quindi
continuate a
riempire il bicchierino alternando i diversi
elementio Concludete i vostri
bicchierini bicolore decorando
con un ciuffo di crema bianca al
centro e un amarena sopra.
Marika Ahdreoni,
Giorgia Maggio V^C
NUMERO 4 - GIUGNO 2015
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VITA D’ALBERGHIERO
Giorno 21 maggio si è svolto presso il
nostro istituto, un corso di formazione
riservato agli istituti alberghieri.
teplici aspetti: la storia, l’area geografica di produzione, la regolamentazione
della produzione.
Il territorio di produzione
è la regione di Champagne-Ardenne che si trova
a nord-ovest di Parigi e al
confine con il Belgio ad
una latitudine di 49.5°
dove il clima e il terreno
favoriscono la coltivazioni
dei tipi di viti quali: Chardonnay, Pinot Noir ed il
Pinot Meunier. Questo terreno
ha delle
particolari
fondamenIl corso istituito dal centro “Boureau
ta di gesso formate nel
champagne di Milano”, seleziona ogni
corso di migliaia di anni e
anno, tra le scuole richiedenti, otto
questo elemento funge
scuole. All’interno di ogni istituto viene sia da spugna trattenendata la possibilità a venti alunni di con- do e rilasciando costanteseguire una regolare certificazione.
mente l’acqua necessaria
Referente dell’iniziativa la professoressa per la sopravvivenza della
Leonilde Ciufo . Hanno collaborato fatti- pianta sia da termostato
vamente la prof.ssa Anna Arcione ed il
mantenendo costante la
prof. Nicola Castagna che hanno curato temperatura. Questa regione caratterizsplendidamente l’allestimento della sala zata da molte colline e pendenze varie
adibita all’evento ed il prof. Rosario Cri- permettono alla pianta di radicarsi in
stiano coadiuvato dal tecnico Antonio
Donadeo per
la preparazione di prodotti
paneari e composizioni di
frutta in abbinamento alla
degustazione
di champagne.
Al corso hanno
partecipato
venti alunni
selezionati
nelle classi
terze e quarte
sia dell’ indirizzo di sala e vendita sia di profondità. Per produrre lo Champagne
enogastronomia.
possono essere unite diversi tipi di vite
Relatrice d’eccezione l’Ambasciatrice
fino ad arrivare a 50-60 tipi di cru (tipi di
italiana dello Champagne Claudia Nicoli viti). Lo champagne classico viene proche ha trattato gli argomenti sotto mol- dotto con il Pinot Noir, Pinot Meunier e
lo Chardonnay, in base al tipo di champagne che si vuole ottenere si avrà un
dosaggio diverso.
Per essere vini di Champagne devono
inoltre essere prodotti secondo precise
norme statali che costituiscono lo
“Statuto di Champagne”
Le principali regole oltre ai vitigni e alla
la fermentazione naturale in bottiglia
sono: le tecniche di potatura,la preparazione dei vini in locali separati, la gradazione minima fissata ogni anno,
l’impiego del procedimento conosciuto
con il nome “champenois” e la conservazione in bottiglia per un minimo di quindici mesi prima della spedizione.
Per la degustazione sono stati scelti quattro
tipi di champagne: il
Veuve Clicquot, il Mondois, il Bruno Paillard e il
Devaux.
L’ambasciatrice ha spiegato come si degusta
uno champagne, partendo dall’ odore, dalla
lucentezza e dal pérlage,
facendo percepire le
diverse fragranze tra i
diversi tipi di champagne sottolineando le
peculiarità di un brut
rispetto ad un dry, di
uno champagne poco
dolce rispetto ad uno più fruttato.
Alessio Bianchini, Luca Lauteri III^B
A cura della prof.ssa Anna Arcione
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NUMERO 4 - GIUGNO 2015
B A C H EC A
L’intaglio vegetale nasce circa 700 anni fa in Thailandia, viene
utilizzato per ricavare da frutta e verdura fiori,animali e composizioni artistiche di ogni genere. Si possono utilizzare molteplici tipi di verdura e frutta come le patate, i cocomeri, le
zucche. Nella realizzazione di questo quadro sono state utilizzate le rape rosse, le rape bianche, i ravanelli, le zucchine, la
zucca e delle piante a foglia verde per lo sfondo. Intagliare è
una tecnica difficile da insegnare, e tanto più da imparare e
ne esistono molteplici forme. Una tecnica molto usata è
l’intaglio tailandese, realizzato con lo stiletto Thai. In Italia
maggiormente si utilizzano appositi coltellini e scavini particolari per creare e dare forme particolare all’alimento prescelto come opera. In questi anni si sta sviluppando sempre
di più questa tipologia d’arte, di cui già si celebrano avvincenti concorsi dove ogni artista si sbizzarrisce nelle più particolari
e intriganti opere. Le tecniche per intagliare si sviluppano nel
tempo, ogni anno ci sono nuove innovazioni che permettono
di trasformare dei semplici alimenti in qualcosa di straordinario. Il quadro qui sopra esposto è stato realizzato dal 5D cucina insieme al professore Cataldi.
Giulia Amadio V^D
A cura del prof. Massimo Cataldi
REDAZIONE
Caporedattore:
Collaboratori n° 4 (giugno)
Beatrice Lipperi
Vicecaporedattori: Beatrice Cugini
Raffaele Agatiello
Redattori:
Nevia Di Cori
Nancy Biagiotti
Docenti coordinatori del progetto:
L.uigina Ruffolo (Referente) [email protected].
Fiammetta Mautone,
[email protected];
Silvana Di Giovanni Battista, [email protected];
La redazione del Macroonde nel ringraziare quanti hanno collaborato alla
realizzazione del progetto, augura a
tutti BUONE VACANZE!
Giulia Amadio
Federico Cascio
Alessio Bianchini
Andrea Valvoli
Luca Lauteri
Sofia Monaco
Gianluca Bernardoni
Federica Casentini
Marika Andreoni
Mirko Ortoleva
Giorgia Maggio
Beatrice Lipperi
Sibilla Rampinini
Beatrice Cugini
Martina Russo
Si ringraziano i docenti che hanno collaborato a questa
edizione:
Massimo Cataldi
Anna Arcione
Gianluca Centomani
M. Caterina Gori
Patrizia Mazzola
Aldo Loiodice
Nicola Castagna