Analisi formazione professionale

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Analisi formazione professionale
Analisi formazione professionale
2013
La formazione professionale dal 2009 al 2012: stato dell’arte e
opportunità future
ESEDRA srl
Lucca, 10 gennaio 2013
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Analisi formazione professionale
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INDICE
1.
INTRODUZIONE
pag. 3
2.
OBIETTIVI E METODOLOGIA
pag. 4
3.
FORMAZIONE PROFESSIONALE: IL CONTESTO EUROPEO E NAZIONALE
pag. 4
4.
FORMAZIONE PROFESSIONALE: TREND E OPPORTUNITA’ FUTURE
pag. 7
5.
LA FORMAZIONE IN TOSCANA
pag. 9
6.
ESEDRA FORMAZIONE – Progettazione di nuovi percorsi formativi
pag. 11
Bibliografia
pag. 15
Esempio Questionario
pag. 16
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1. INTRODUZIONE
La formazione come motore dello sviluppo strategico delle imprese e delle persone.
E’ con tale obiettivo che l’Agenzia formativa Esedra ha condotto nel 2012
un’indagine finalizzata ad esplorare lo stato dell’arte della formazione professionale in
Italia e i suoi trend di sviluppo, in una nuova ottica.
Frutto dell’analisi è fornire una visione sistematica del settore della formazione
professionale in Italia legandola al contesto europeo e al focus regionale sulla
Toscana, per mettere in luce quali siano i limiti dell’attuale offerta formativa e quali le
strade da percorrere per la progettazione di un’offerta formativa di maggiore utilità
per l’utente al fine di migliorarne lo status occupazionale.
Il rapporto prodotto sintetizza ed integra i risultati relativi a ricerche ed analisi condotte
dal 2010 al 2012 da parte di autorevoli centri studi ed enti nazionali ed europei.
In particolare sono state analizzate le ricerche di CEDEFOP (Centro europeo per lo
sviluppo della Formazione), il Rapporto sul futuro della formazione in Italia (condotto
dalla Commissione di studio e di indirizzo sul futuro della formazione in Italia istituita
con Decreto del Ministro del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali), e le indagini
di Excelsior informa, che declinano a livello regionale i dati rilevati dalle UnionCamere
in particolare per quanto riguarda la domanda di lavoro e le variazioni occupazionali
previste nonché i profili professionali più richiesti dalle imprese del territorio.
Tratto comune che emerge dai rapporti analizzati è la necessità di una nuova e più
moderna concezione della formazione, maggiormente attenta alla centralità della
persona e legata alla dimensione educativa e culturale del lavoro da considerarsi
(come ipotizzato nel Libro Bianco sul futuro del modello sociale) parte integrante dei
percorsi di istruzione e formazione.
Nella visione che emerge dal Libro Bianco, la formazione è una leva decisiva per
l’inclusione sociale e la crescita a patto che sia possibile non solo ridare valenza
educativa e formativa al lavoro ma anche immaginare l’impresa come il contesto più
idoneo per lo sviluppo della professionalità.
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2.
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OBIETTIVI E METODOLOGIA
Obiettivo dell’indagine è quello di fornire un quadro sistematico delle tendenze in atto
nel settore della formazione professionale al fine di cogliere i fabbisogni degli
operatori economici, con particolare riferimento alle esigenze formative, e favorire la
progettazione di nuovi corsi di formazione mirati e personalizzati di fronte ad un
mercato che si sta rapidamente evolvendo e diversificando sia per quanto riguarda
la domanda, sia per l’utilizzo di nuovi canali di intermediazione e di accesso, Internet
in primo luogo.
Nell’analisi, si è proceduto ad uno studio approfondito degli ultimi rapporti sulla
formazione che fotografano separatamente il quadro europeo, nazionale e
regionale.
La sintesi aggregata dei dati analizzati e ricerche effettuate vuole mettere in luce la
connessione tra l’evoluzione europea della formazione e quella della Regione
Toscana, in modo da avere un quadro di riferimento di ampio respiro cui ispirarsi per
comprendere come e dove si dirigono le esigenze formative e i cambiamenti del
settore.
3.
FORMAZIONE PROFESSIONALE: IL CONTESTO EUROPEO E NAZIONALE
Il quadro di sviluppo economico-sociale di questi ultimi anni è fortemente
condizionato dal perdurare di una grave crisi economica. La crisi rappresenta però
anche l’opportunità per uscire da forti recessioni grazie al sostegno di risorse umane
competenti e imprese innovative non solo dal punto di vista tecnologico, che
sappiano anticipare i propri fabbisogni professionali e valorizzare il talento dei
lavoratori.
In materia di formazione professionale occorre senz’altro fare riferimento a due
elementi chiave: i parametri definiti dalla strategia di Lisbona che consentono di
rilevare il posizionamento dell’Italia in relazione alla media europea e agli altri stati
membri, e gli scenari sul futuro dell’occupazione e delle competenze richieste e
offerte che si stanno delineando a livello europeo.
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Riguardo al primo punto, si constata come l’Italia si trovi ben al di sotto della media
europea e lontana dagli Stati membri più grandi per la maggior parte dei benchmark
da raggiungere, in particolare per quanto riguarda la partecipazione ad attività di
istruzione e formazione lungo tutto l’arco della vita, nel quale l’Italia registra una
partecipazione pari al 6,2% a fronte di una media europea del 9,6% e di Stati membri
“grandi” con punte dal 26,6% (Regno Unito), al 10,4% (Spagna), al 7,5% (Germania e
Francia) e in rapporto a un obiettivo europeo che al 2010 era pari al 12,5%.
Un altro parametro di interesse è quello relativo ai drop-out nel quale, anche in questo
caso, l’Italia registra un valore pari al 19,3% a fronte di una media europea al 14,8% e
degli Stati membri “grandi” con situazioni decisamente migliori (Germania Francia e
Regno Unito intorno al 13%). L’obiettivo europeo al 2010 era in questo caso del 10%.
Nella programmazione europea successiva, dal 2010 al 2020, sono stati ridefiniti
obiettivi strategici e target, anche nell’ottica di una maggiore cooperazione europea
nel settore dell’istruzione e della formazione.
I quattro obiettivi strategici sono:
- Fare in modo che l’istruzione e la formazione lungo l’arco della vita e la mobilità
divengano una realtà.
- Migliorare la qualità e l’efficacia dell’istruzione e della formazione.
- Promuovere l’equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva.
- Incoraggiare la creatività e l’innovazione, ivi compreso lo spirito imprenditoriale, a
tutti i livelli dell’istruzione e della formazione.
I nuovi target affermano che entro il 2020:
- almeno il 15% degli adulti dovrà partecipare ad attività di istruzione e di formazione
lungo l’arco della vita;
- la percentuale di quindicenni aventi insufficienti competenze in lettura, matematica
e scienze dovrà scendere sotto il livello del 15%;
- la percentuale di persone tra i 30 e i 34 anni diplomate dovrà essere pari almeno al
40%;
- la dispersione scolastica e formativa dovrà essere inferiore al 10%.
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Per quanto riguarda il secondo fattore, gli scenari sul futuro dell'occupazione e delle
competenze
richieste,
occorrerà
tenere
conto
della
Comunicazione
della
Commissione Europea “Nuove competenze per nuovi lavori” che alla luce delle
previsioni sull’evoluzione dell’occupazione e sui fabbisogni di competenze in Europa
stimati da Cedefop fino al 2020, suggerisce agli Stati membri una strategia centrata
sulla capacità di riorientare l’offerta di istruzione e formazione alla domanda delle
imprese e ai fabbisogni professionali richiesti dal sistema produttivo.
Una visione coerente con i principi e gli indirizzi sostenuti dal Libro Bianco del Ministro
del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sul futuro del modello sociale.
Tre sono le principali tendenze della domanda di lavoro al 2020:
1) i due terzi dell’occupazione europea si concentreranno nel settore terziario;
2) quasi tutta l’occupazione aggiuntiva e una forte componente di quella sostitutiva
saranno caratterizzate da lavori ad alta intensità di conoscenza e competenze
tecniche;
3) cresceranno i livelli di istruzione/formazione e competenze richiesti in tutti i tipi di
lavoro, anche nelle occupazioni elementari.
Nel 2020, l’economia europea domanderà il 31,5 % di occupati con alti livelli di
istruzione e qualificazione, il 50% con livelli intermedi mentre i posti di lavoro per i
soggetti con bassi livelli di qualificazione crolleranno dal 33 % del 1996 al 18,5 %.
In questo scenario generale si osserva come la rivoluzione digitale abbia sostituito
molti impieghi di routine, nel settore industriale come in quello terziario, influenzando la
creazione di nuovi modi di lavorare.
Le economie sviluppate enfatizzano e investono in qualità ed innovazione e
richiedono competenze forti, ampie e specifiche nello stesso tempo. In sintesi, i livelli di
qualificazione sono cresciuti e cresceranno ulteriormente. La previsione per il 2020 è
che le forze di lavoro europee saranno molto qualificate; il 32% avrà livelli di istruzione
terziaria, il 48.5% livelli intermedi e solo il 19.5% bassi livelli di formazione.
Mentre sul lato delle previsioni sulla domanda di lavoro e i fabbisogni di competenze
in Italia riflettono la tendenza media Europea, i dati a disposizione sull’offerta di lavoro
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e sulla popolazione denotano tendenze preoccupanti se confrontate con la media
europea e con i paesi più vicini all’Italia.
Le proiezioni al 2020 denotano infatti che l’Italia sarà il Paese (con il Portogallo) con il
peso più alto di lavoratori con bassi livelli di qualificazione (37,1% contro la media UE
del 19,5%), avrà un relativo allineamento alla media europea sui livelli intermedi (45,4%
contro il 48,5% dell’UE), e avrà una carenza fortissima di forze di lavoro altamente
qualificate (17,5% contro il 32% dell’UE).
In sintesi, l’Italia potrebbe trovarsi in una situazione di grave deficit professionale, con
carenza di profili tecnici e specialistici in molti campi, compromettendo le dinamiche
di sviluppo e la propria capacità competitiva.
4.
FORMAZIONE PROFESSIONALE: TREND E OPPORTUNITA’ FUTURE
In questo contesto, l’integrazione tra formazione e lavoro appare la chiave per
realizzare da un lato il diritto all’apprendimento continuo e dall’altro la competitività
necessaria per operare in un contesto nazionale e internazionale sempre più
complesso.
Le imprese si pongono dunque come il contesto privilegiato di sviluppo delle
professionalità ma anche il luogo naturale dell’apprendimento di un patrimonio di
saperi taciti ed espliciti, tecnici e relazionali che ne qualificano in senso stretto il valore
produttivo e al contempo il potenziale educativo e culturale per le persone che vi
operano.
Emerge dunque la necessità di riscoprire e ottimizzare la valenza educativa e
culturale del lavoro, contesto dove si apprendono le soft skills (competenze trasversali,
individuali, sociali e professionali) che saranno le più rilevanti in vista dei futuri mercati
del lavoro, perché utili a coprire le figure professionali nella società della conoscenza.
Competenze che, se aggiornate e potenziate, costituiscono anche il bagaglio di
conoscenze e abilità che nel welfare delle opportunità rappresenta la vera tutela del
lavoratore nei mercati del lavoro.
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Le economie forti pongono sempre più l’accento sull’aspetto della qualità e
innovazione, richiedendo ai lavoratori competenze strutturate, ampie e specifiche
allo stesso tempo.
Maggiore attenzione alla domanda di formazione espressa dalle persone e dalle
imprese è il punto verso cui indirizzare il nuovo sistema formativo e verso cui costruire,
coerentemente con la strategia europea, un vero modello di apprendimento lungo
l’intero ciclo di vita, integrato con politiche attive del lavoro alle quali possono
partecipare tutti i luoghi formativi disponibili, fissando regole chiare di riconoscimenti
di questi importanti contesti non formali e informali, incluse le imprese.
E’ indispensabile dunque innovare il modo di fare formazione individuando beneficiari
e finalità che non possono negare gli evidenti disequilibri tra domanda e offerta di
competenze nel mercato del lavoro. L’attenzione dunque è da spostare da fattori di
input a risultati delle esperienze di apprendimento, comunque siano realizzate.
Ribaltando la prospettiva che confina l’apprendimento nelle aule (scolastiche,
universitarie o della formazione continua dei lavoratori) è l’impresa il luogo ideale per
lo sviluppo della professionalità della persona, in armonia con il principio di
sussidiarietà.
Risulta a questo punto improcrastinabile la messa a punto di coerenti e duraturi
strumenti di monitoraggio e valutazione degli esiti dell’apprendimento anche nonformale e informale, da certificare secondo la logica dell’occupabilità e della
adattabilità. L’impresa deve verificare i risultati dell’apprendimento non-formale e
informale acquisiti dalla persona.
La programmazione dell’offerta formativa non deve più rispondere a rigide logiche di
offerta bensi alla domanda (Learner centred perspective) e al suo incontro con i
fabbisogni del mercato del lavoro.
Tecniche di anticipazione e previsione dei fabbisogni professionali vanno potenziate
per aumentare la corrispondenza (matching) tra richieste del lavoro e offerta dei
sistemi di istruzione ma anche per prevenire e ridurre gli squilibri (imbalance) tra
percorsi formativi e carriere professionali. Sono necessari interventi nel campo
dell’orientamento, individuando e formando nuove figure di docenti e tutori.
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Il futuro della formazione in Italia sembra dunque fondato sull’indissolubilità di studio e
lavoro, teoria e pratica, sapere e fare. E le politiche per la formazione saranno una
leva del welfare delle opportunità.
Passando da frammentazioni e concezione della formazione in “filiere” a quella dei
“percorsi
di
apprendimento
permanente
e
acquisizione
di
competenze”
sufficientemente flessibili e adattabili alle esigenze formative, educative e professionali
dei singoli e del mercato del lavoro, il nuovo quadro di governance del sistema di
istruzione e formazione dovrebbe mutuare dall’Europa il metodo del “coordinamento
aperto”, cooperazione interistituzionale rafforzata di tutti gli attori finalizzata alla
graduale riqualificazione dell’offerta formativa per il raggiungimento di risultati e
impatti occupazionali.
5.
LA FORMAZIONE IN TOSCANA
Recenti indagini e ricerche tra cui l’indagine EFFA (Enti Formativi e Formatori Associati)
nell’ambito dell’analisi dei fabbisogni formativi della regione Toscana e le analisi
trimestrali di Excelsior informa hanno evidenziato nell’area Marketing, Comunicazione
e commerciale uno dei
settori in cui maggiormente si evidenzia la necessità di
interventi di formazione e di qualità capaci di proporre strategie, modelli organizzativi
e competenze specialistiche a quanti operano nell’ambito di questo settore, al fine di
soddisfare pienamente le aspettative del cliente e operare con sempre maggiore
efficacia ed efficienza. In particolare, nell’ambito dell’area Marketing e commerciale
i fabbisogni delle PMI del tessuto produttivo regionale e locale sono legati agli addetti
alle vendite con competenze specifiche che risultano di difficile reperimento e
prevalentemente da formare.
Un altro settore in cui negli ultimi tre anni si sono registrati significativi incrementi in
termini
assoluti
sono
le
professioni
tecnico-specialistiche
impegnate
nell'amministrazione, nel controllo di gestione e nella finanza.
Sempre secondo le stime Excelsior anche in Toscana, nonostante la riduzione
complessiva delle assunzioni (programmate nel 4° trimestre 2012 a 6.670 assunzioni, il
25% in meno del trimestre precedente) una flessione positiva è evidenziata per le
professioni high skill e le assunzioni “non stagionali”. Tra queste figure, quelle che sono
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più richieste sono ancora quelle di personale qualificato nelle attività commerciali
(previste 1.160 assunzioni), operai specializzati nell’edilizia (previste 820 assunzioni),
specialistici e tecnici amministrativi, finanziari e bancari e in genere le figure
specialistiche nel campo dell’amministrazione e del controllo di gestione (previste 330
assunzioni). Un buon potenziale occupazionale avranno anche cuochi e camerieri
(previste 830 assunzioni).
Nel complessivo le previsioni indicano:

6.670 assunzioni corrispondenti a un tasso di entrata pari a circa 9 assunzioni ogni
1.000 dipendenti;

69% delle assunzioni sarà concentrato nel settore dei servizi e 50% nelle imprese
con meno di 50 dipendenti;

Nel 55% dei casi le imprese richiederanno un’esperienza lavorativa nella
professione o almeno nello stesso settore
Dal punto di vista territoriale, il 44% delle assunzioni si concentrerà nella provincia di
Firenze, area che presenta anche il tasso di entrata più elevato della regione, di poco
superiore al 12 per 1.000. Quote relativamente significative di assunzioni programmate
si osservano anche in provincia di Lucca e Livorno, rispettivamente il 9.6% e 9.2%.
All’opposto, Massa Carrara e Grosseto risultano le due aree con il minor numero di
assunzioni previste (3.1% e 3.6%).
Con riferimento alle professioni (e formazione) richiesta nella regione, si osserva come
alcune segnino una flessione positiva, altre risultino stabili, e alcune segnino una
flessione negativa.
In particolare le più dinamiche, oltre agli operai specializzati nell’edilizia e nella
manutenzione degli edifici, sono gli specialisti e tecnici amministrativi, finanziari e
bancari, così come gli specialisti e tecnici del marketing, vendite e distribuzione.
Per queste figure sono richieste, dovendo essere immediatamente operative,
competenze pregresse specifiche. Nel complessivo circa il 18% delle assunzioni
programmate dalle imprese toscane riguarderà infatti profili “high skill”, ossia dirigenti,
specialisti e tecnici.
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6. ESEDRA FORMAZIONE – Progettazione di nuovi percorsi formativi
Alla luce delle evoluzioni del mercato del lavoro e dell’evoluzione della stessa
formazione, l’Agenzia Esedra ha deciso di ampliare la sua offerta formativa dando un
forte impulso alla progettazione di nuovi percorsi, sia riconosciuti che di formazione
libera.
Per quanto riguarda i percorsi di formazione riconosciuta, l’Agenzia si è concentrata
su alcune Area di Attività ritenute di particolare interesse dal punto di vista
dell’impatto occupazionale alle luce dei dati analizzati.
In relazione all’introduzione, accanto ai profili professionali, delle figure professionali, e
alla strategicità delle competenze in ambito contabile/amministrativo ESEDRA si è
impegnata a sperimentare l’Ada in “Gestione della Contabilità Generale” per un
numero ristretto di utenti in due sedi, Montecatini (4 persone) e Lucca (6 persone).
L’obiettivo del corso è di far comprendere in modo semplice i contenuti delle
rilevazioni contabili e il loro riflesso sul bilancio di esercizio, in modo da fornire la
preparazione pratica per gestire con successo gli aspetti fondamentali della
contabilità quotidiana di un’azienda. Il corso ha una durata di 160 ore, oltre ad 80 ore
d’aula è previsto uno stage di 80 ore nell’ambito della funzione amministrativa di
aziende del territorio e/o presso studi di commercialisti.
Le attività formative si sono articolate come di seguito
Unità formative (U.F.) previste dall'attività
U.F.
UC corrispondente
Durata
1
2
Principi di rilevazione contabile
Progettazione del sistema di contabilità Generale
10
19
3
Definizione delle procedure contabili
20
4
Sistemi informatici per la tenuta della contabilità
generale
16
5
6
Normativa sulla sicurezza, fiscale e tributaria
15
80
Stage
Totale
160
L’attività si è svolta con l’apprezzata soddisfazione dei partecipanti, come emerso
anche in sede d’esame di fronte ai commissari. Relativamente alla frequenza si è
constatato che:
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-2 iscritti nella sede di Montecatini si sono ritirati in quanto hanno trovato occupazione
prima del termine delle attività
- i frequentanti del corso di Lucca hanno completato l’intero percorso.
Dai questionari di soddisfazione sottoposti agli allievi si rileva una valutazione del
percorso da essi svolto molto buona. Tali risultati ci consentono di attestare il
raggiungimento degli obiettivi prefissati e l’opportunità di ripetere un intervento
formativo
tecnico-pratico,
come
è
emerso
dalle
richieste
pervenute
successivamente.
A pochi mesi di distanza dalla conclusione del percorso, dal punto di vista degli esiti
occupazionali, l’indagine telefonica che ha coinvolto gli allievi ha evidenziato:
-
i 3 utenti già occupati (2 per la sede di Lucca e 1 per Montecatini) ritengono che
la formazione ricevuta abbia migliorato le competenze tecniche possedute e che
in futuro favorirà la carriera professionale;
-
1 utente (sede di Lucca) ha collaborato per un breve periodo con l’azienda in cui
ha effettuato lo stage
-
1 utente (sede di Montecatini) è stato assunto nell’azienda in cui ha effettuato lo
stage
-
1 utente (sede di Lucca) lavora con contratto a termine in settori e attività
coerenti con il percorso seguito.
-
1 utenti (sede di Lucca) lavora con contratto a tempo pieno indeterminato in
settori e attività coerenti con il percorso seguito (commerciale estero)
-
1 allievo è disoccupato e impegnato nella ricerca di lavoro.
L’ADA in Gestione di Contabilità è attualmente in promozione nella sede di Lucca (8
iscritti) Pistoia (10 iscritti) e Montecatini (8 iscritti) Pistoia (11 iscritti).
Le nuove ADA nascono da questa esperienza acquisita nell’ambito della Contabilità
generale, utile e strategica per soddisfare il bisogno di “saper assicurare il trattamento
contabile delle transazioni economiche, patrimoniali e finanziarie” richiesto dalle
imprese e da quanti intendono intraprendere professionalmente una carriera
amministrativa in aziende di ogni dimensione e settore produttivo.
Nello stesso settore, oltre alla riproposizione dell’ADA in “Gestione della Contabilità
Generale” è stata ampliata la possibilità di percorsi formativi da intraprendere. Da un
lato, l’ADA sulla Segreteria amministrativa si presenta con un profilo più fruibile anche
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da coloro che non possiedono competenze specifiche pregresse nel settore e si
propone di far comprendere in modo semplice i contenuti necessari per operare
nell’area amministrativa, nella preparazione e nella documentazione necessaria al
cliente, nella produzione di documenti contabili relativi alle attività specifiche
(ricevute, note cassa, etc) e nell’archiviazione di documenti (corrispondenza,
compilazione schedari clienti e fornitori). Dall’altro, l’ADA in Pianificazione del sistema
di amministrazione e contabilità del personale risponde all’esigenza specifica di
personale con competenze per impostare il sistema per la gestione della
documentazione obbligatoria del rapporto di lavoro, delle retribuzioni e conguagli, e
degli adempimenti obbligatori in tema fiscale, assicurativo e contributivo, soprattutto
alla luce delle evoluzioni normative in materia degli ultimi mesi.
Sempre nell’area delle risorse umane e della necessità di formazione e qualificazione
richiesta nel settore dei servizi, l’Agenzia ha progettato altri due percorsi formativi,
destinati all’organizzazione e gestione delle risorse umane e alla formazione del
personale.
Parallelamente alla formazione riconosciuta, dal 2012 Esedra ha ampliato la sua
offerta formativa con la Libera Formazione. Nata da una riflessione sull'evoluzione
delle professioni e del mercato del lavoro, i corsi progettati in questa sezione mirano
all'acquisizione delle competenze necessarie per imparare una delle cosiddette
“professioni emergenti.”
Settori in evoluzione o in trasformazione, nuove aree professionali, i corsi progettati
hanno in comune un forte taglio pratico e sono improntati sul "saper fare", per essere
operativi da subito e potersi inserire sul mercato del lavoro forti delle conoscenze,
competenze e consigli ricevuti da professionisti già attivi nel settore.
In quest’area sono stati ideati corsi per diventare Wedding planner, Manager del
Fundraising, Esperto di giornalismo 2.0, e Amministratore di Condominio. I percorsi
ideati coinvolgono docenti che prima di tutto sono professionisti attivi e operanti nella
professione. Il link con il mondo del lavoro è quindi immediato e i corsisti hanno a
disposizione un primo contatto diretto nella professione in cui andranno ad operare.
In considerazione dell’evoluzione della formazione professionale e del necessario
rafforzamento della formazione con il mondo del lavoro e in particolare il contesto
produttivo e aziendale, si ritiene che i nuovi percorsi progettati di formazione
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riconosciuta e di formazione libera ben rispondano alle esigenze formative del
contesto di riferimento e possano offrire agli utenti uno strumento aggiuntivo per
ampliare le proprie competenze in vista dell’obiettivo finale dell’occupabilità.
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Bibliografia
a) Dati CEDEFOP, Centro europeo per lo sviluppo della Formazione
b) Study on Monitoring of sectoral employment, Febbraio 2012, Wiiw, Applica, Social
Europe, European Commission
c) Rapporto Irpet 2011-2012 , Regione Toscana
d) Rapporto sul futuro della Formazione in Italia, novembre 2009, Commissione di
studio e di indirizzo sul futuro della formazione in Italia
e) Progetto Excelsior – Sistema informativo per l’occupazione e la formazione,
novembre 2012, Unioncamere
f) Excelsior informa – Toscana 4° trimestre 2012
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Esempio Questionario
Mod. 30F
Modulo di lavoro
ESEDRA srl
Rev. 0
Questionario esiti occupazionali
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Dedicando alcuni minuti alla compilazione di questo questionario contribuirà concretamente allo sviluppo della
politica di miglioramento continuo delle prestazioni della nostra Organizzazione.
1. Informazioni di carattere personale
1.1 Nome e Cognome (facoltativo)
1.2 Anno in cui ha frequentato il corso di formazione
1.3 Corso di formazione seguito
2. Al momento del Corso era disoccupato/a?
1
Si
2
No
3
No, ero inattivo (casalinga, studente, ecc.)
3. Nei sei mesi successivi allo svolgimento del Corso ha cercato un lavoro attivamente?
Si
No
4. Nello stesso periodo di tempo, ha mai avuto un’occupazione?
Si
No
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5. Situazione professionale attuale
 occupato a tempo pieno
 occupato a tempo parziale
%
 disoccupato
 studente
6. Settore in cui svolge attualmente la sua attività professionale
Valutazione della formazione acquisita presso la nostra Organizzazione
7. Coerenza tra l’attività attuale e la formazione ricevuta
 al 100 %
 in parte
 in modo indiretto (base culturale, ragionamento, metodica,...)
 in nessun modo
8. Come giudica la formazione acquisita, dal punto di vista del suo sviluppo Inutile
personale (cultura, modo di ragionamento, metodo di affrontare i problemi) ?
Utile
Molto utile
9. Come giudica la formazione acquisita, dal punto di vista professionale
(competenze tecnico-professionali)?
10. Ritiene che la formazione ricevuta ha favorito, o favorirà in futuro
la sua carriera professionale?
11. Consiglierebbe iscriversi a uno dei corsi promossi dalla nostra organizzazione ?
Sì
No
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12.
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Altre osservazioni
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Luogo, data ...................................................................
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