Assemblea nazionale del Mezzogiorno - 13

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Assemblea nazionale del Mezzogiorno - 13
Napoli
Mostra d’Oltremare
domenica 13 novembre 2016
Al Palacongressi della Mostra d'Oltremare di Napoli, si è chiusa la due giorni
dell'Assemblea nazionale sul Mezzogiono, promossa da Governo, Regione Campania e Unioncamere, sui temi "Economia, politica e sviluppo per il Sud"
Imprese e governo
uniti per il meridione
Al dibattito conclusivo sul tema
"Governo e sviluppo", moderato dal
direttore del quotidiano Il Mattino Alessandro Barbano, hanno preso parte il
premier Matteo Renzi, il presidente
della Regione Campania Vincenzo De
Luca, il presidente di Confitarma Manuel
Grimaldi, il presidente di Unioncamere
Ivan Lobello e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.
In apertura Grimaldi si è soffermato
sul ruolo dello shipping per il rilancio
del Sud, che per la sua posizione strategica può fare molto per l'Europa. Con
la collaborazione delle istituzioni "i collegamenti marittimi diventeranno una
dorsale parallela alla rete autostradale".
Ivan Lobello ha visto in questa Assemblea la spinta per "raccontare un Mezzogiorno che sta iniziando ad essere
diverso". E' ritornato sull'importanza
di una cultura di mercato e della formazione per i giovani, sostenendo la proposta di ieri del governatore De Luca
di aprire ai giovani le porte della PA:
"Sono orgoglioso di essere un uomo del
Sud e nella mia Sicilia oggi vorrei un De
Luca. Abbiamo un potenziale enorme
e non possiamo più avere logiche del
passato".
Il presidente di Confindustria Vincenzo
Boccia ha ringraziato Renzi e De Luca
per aver "rimesso al centro la questione
meridionale". "All'Italia serve una unica
politica economica - suggerisce - con
incentivi e agevolazioni, quelle adottate
in Campania, che vanno estese a tutto
il Sud. Pragmatismo della politica, non
ragionierismo dei bilanci. In questo
senso la Campania può essere modello
e laboratorio".
De Luca ha tirato le somme della due
giorni e ringraziato Renzi che con la sua
presenza ha sottolineato la centralità
del Sud e della Campania. "Con questo
sforzo abbiamo voluto ricollocare la
questione meridionale al centro della
politica nazionale".
Il premier Matteo Renzi si è detto felice
di essere tornato a Napoli e ha ribadito
l'impegno del governo nei confronti del
Meridone.
Governo e sviluppo
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De Luca: E’ il tempo che la politica
prenda in mano il comando del Paese
Il presidente della Regione Campania
rilancia sulla questione dell’occupazione
dei giovani e si appella al capo del governo
Matteo Renzi affinché si compia una scelta
politica chiara. Dopo la discussione scatenata dalla sua relazione nella prima giornata di Assemblea nazionale per il Mezzogiorno alla Mostra d’Oltremare, Vincenzo
De Luca ha voluto precisare ancor meglio
il senso delle sue parole e quella proposta
di inserire 20mila giovani nella Pubblica
Amministrazione del Sud.
“Volevo innanzitutto ringraziare tutti voi
- esordisce il governatore - i relatori che
ci hanno accompagnato in questa riflessione sul Mezzogiorno, il Presidente del
Consiglio che ancora una volta è venuto
qui. Quello che abbiamo provato a fare in
questa sala è ricollocare il Mezzogiorno al
centro dell’attenzione nazionale facendolo
però in termini nuovi. Abbiamo discusso
con esponenti del mondo economico,
delle istituzioni nazionali e della cultura
la questione della scomparsa del Mezzogiorno dall’agenda nazionale, abbiamo
legato questo alla crisi dei grandi partiti,
alla crescita del fenomeno leghista, al diffondersi di un senso negativo dato dall’immagine che il Sud ha dato di sé all’esterno
ma anche da un’opera mediatica che ha
voluto raccontare solo una parte del Mezzogiorno".
Quello che non si dice, continua De Luca,
è che c’è un altro Sud. "E non mi riferisco
solo a quello delle grandi eccellenze che
ci sono ma anche a quello dell’umanesimo, quello della gente che fa sacrifici per
andare avanti, che si alza tutte le mattine
per andare a lavorare. Questo Sud è quello
che abbiamo presentato in questa due
giorni di dibattito”.
Un mezzogiorno diverso che “accetta
la sfida del rigore, dell’efficienza, della
concretezza e della legalità e che non ha
timore a proporre questa sfida agli altri”.
E’ il Sud che “accetta la sfida dei costi standard con la Lombardia e che non vuole
neanche più la solidarietà". A tal riguardo
il numero uno di Palazzo Santa Lucia
rivela quanto detto nel corso dell’ultima
conferenza delle regioni in occasione della
discussione del riparto del fondo per la
Sanità. “Ho detto ai presidenti delle altre
Regioni: diamo le stesse risorse per tutti
cittadini dal Piemonte alla Lombardia,
vediamo chi riesce a starci. E quando ho
fatto questa proposta le resistenze sono
venute dal Nord e non dal Sud. Io non ho
problemi: se devo tagliare taglio, non ho
bisogno di fare clientele perché il consenso ce l’ho, l’ho trovo nella realtà”.
Dice questo ricordando che la sfida
dell’efficienza la Regione l’ha già accettata
quando ha ridotto le società partecipate
da 42 a 7.
Questa è la Regione che “ha accompagnato l’iniziativa di Finmeccanica di
Moretti. E quando questi ci ha detto in
maniera dura che se il Sud vuole emergere nella competizione mondiale deve
abbandonare, nei rapporti con grandi
colossi, la scorrettezza, il primitivismo, la
mancanza di rispetto della qualità e dei
tempi, gli abbiamo risposto: vai avanti, non
ti fermare di fronte a ricatti parassitari”.
Insomma, l’invito al Mezzogiorno è ad
abbandonare il “volto della cialtroneria
e della lamentosità” perché “così non ci
ascolterà nessuno”. Al contrario oggi è
“quanto mai necessario far comprendere
che c’è un’interesse del Nord al decollo
dell’economia nel Mezzogiorno innanzitutto perché quest’ultimo rappresenta
un grande mercato. Perché il nodo principale è il rapporto dell’Italia con l’Europa”
di fronte al quale il Paese deve lottare in
modo unitario. E “perché c’è un interesse
anche del Nord a far costruire nel Sud le
grandi piattaforme logistiche”. Alle grandi
realtà internazionali, dice ancora De Luca,
“devono parlare le imprese italiane, quelle
Governo e sviluppo
del Nord ma anche e soprattutto quelle
nostre, come la Getra di Zigon, la Prysmian
o la Grimaldi che con la sua flotta fa onore
al nostro Paese”.
Per fare questo secondo il governatore
occorre innanzitutto ammodernare lo
Stato sburocratizzando e risolvendo il
nodo del lavoro perché - ripete ciò che
aveva detto il giorno prima - “con una
disoccupazione giovanile che al Sud supera
il 50% il Paese non può più reggere”. Stavolta ad ascoltare le sue parole c’è il presidente del consiglio Matteo Renzi. Al quale
consegna tutto il suo appoggio al quesito
referendario del prossimo 4 dicembre.
“Alcuni amici della sinistra sostengono che
occorre difendere la costituzione. Anche
io sono tra quelli che vogliono lottare con
i denti per la prima parte di essa. L’articolo
3 stabilisce che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli dal processo di realizzazione dell’uguaglianza tra esseri umani,
l’articolo 4 riconosce il diritto al Lavoro
come diritto fondamentale. C’è qualcuno
che possa dire che abbiamo difeso nella
realtà la prima parte della costituzione?
Chi difende il diritto al lavoro? Chi cambia
la parte normativa sburocratizzando l’Italia
e creando economia? O chi fa affermazioni
verbali?”
E’ a questo punto che il presidente della
Regione torna sulla proposta lanciata in
avvio di assemblea. Si rivolge ai giornalisti e dice: “Qualche volta facciamo anche
noi i figli di buona donna. E’ chiaro che
abbiamo voluto fare una provocazione per
farvi discutere e tirare un pugno nei denti
a chi non sa cos’è oggi il Mezzogiorno d’Italia”. Sembra che voglia ritrattare sull’idea di
occupazione di 20mila giovani nella Pubblica Amministrazione del Sud, ma non
è così. Anzi De Luca rilancia con forza le
argomentazioni del giorno precedente,
chiarendole, ampliandole, rafforzandole.
“Se c’è uno che è organicamente contrario alle porcherie clientelari è chi vi parla.
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Nessun rompete le righe” precisa il governatore - Veniamo da 10 anni di blocco
del turn over e se vogliamo partire da un
principio di realtà dobbiamo dire che la
Campania in cinque anni ha perso 14 mila
dipendenti nella Sanità” e che occorre rinnovare l’amministrazione che fa sempre
più fatica a trovare le giuste professionalità. Insomma, “stiamo avanzando la
proposta di un processo razionale e graduale di ammodernamento della Pubblica
Amministrazione. Proponiamo un meccanismo a scalare, che siano inseriti i giovani
più bravi, secondo criteri parametrati al
tasso di occupazione delle regioni e un
principio di sacrificio da parte dei giovani
stessi che possono entrare il primo anno
con uno stage da 800 euro per aumentare
poi il loro stipendio negli anni successivi
a 1100 e 1300 euro. E’ questo il valore di
una speranza”.
De Luca conclude rivolgendosi direttamente al Presidente Renzi. Nessuna proposta “cervellotica”, dice, qui c’è valorizzazione del merito e modernizzazione.
“Questa è una grande scelta che spetta
alla politica”. E’ la realizzazione di una “speranza”. Ed è “una responsabilità nostra, e
tua soprattutto. E’ il tempo che la politica
prenda in mano il comando di questo
Paese”.
Governo e sviluppo
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Renzi: Il governo farà la sua parte,
al di là delle risorse economiche
“De Luca mi chiama mangiaribollite pechè
lui non sopporta che in politica si arrivi in
ritardo. Questo è poco meridionale. Lui
invece sembra altoatesino, ed io pur mangiando la ribollita sembro molto più simile
a voi”. Con una battuta Matteo Renzi ha
aperto l’intervento conclusivo della due
giorni di dibattito promossa dalla Regione
Campania sul Mezzogiorno. “Anche se io
sono arrivato in ritardo - ha chiarito - non
vuol dire che accada lo stesso per i finanziamenti. De Luca in parte li ha già avuti,
ma la cosa bella è che lui non si accontenta
mai: fai con lui il Patto per la Campania e
ti parla del trasporto pubblico, fai il trasporto pubblico e ti parla della Terra dei
Fuochi, ti occupi della Terra dei Fuochi e
si ricomincia tutto daccapo».
Quindi il premier è entrato nel merito
della discussione sul Sud e sull’Italia che
cambia senza punti di riferimenti chiari:
“Viviamo nell’era delle previsioni e invece
poi, come negli Usa all’ultimo momento,
accadono cose imprevedibili. Chi avrebbe
mai immaginato la corsa e il successo di
Trump? Solo una puntata dei Simpson. La
realtà è imprevedibile.
La rivoluzione informatica porta un mondo
senza confini né barriere e poi però si fa
fatica a riconoscere quello che accade
sotto casa - ha ribadito il premier - il mercato globale non è in contrasto con l’identità, anzi la aiuta. Penso all’agroalimentare,
su cui siamo passati da 30 a 37 miliardi
sull’export e abbiamo ancora un mercato
grande due volte quello che abbiamo oggi.
C’è però un problema di narrazione del
Mezzogiorno ma anche di tutta l’Italia”.
Quindi il passaggo su cosa è oggi il Paese
a a quasi mille giorni dalla nascita del suo
governo. “Sono stati pochi quelli così longevi in Italia. Il nostro compito finora è
stato mettere a posto il passato, dominato
da paure e incertezze. Abbiamo voluto
mettere 2 miliardi in più sulla sanità ma
non abbiamo ancora risolto il problema
del comparto che è, sono d’accordo con
De Luca, innanzitutto il superamento della
spesa storica. Ma con la riforma costituzionale, se passerà, non ci sarà più disparità
tra le Regioni nell’accesso ai farmaci».
E sempre sulla Sanità: «I tecnici dicevano
che vanno fatti i tagli ed è vero che dobbiamo ridurre gli sprechi, però in questo
campo occorre investire di più”.
In questi due anni “abbiamo cercato di
mettere a posto le cose, Come fatto con la
riforma del lavoro, che ha portato 650mila
posti in più, purtroppo quasi tutti al Nord.
Perché c’é un’Italia vicina all’Europa e un’altra che, pur avendo grandi potenzialità,
non riesce ad emergere. Il problema è
che altrove questa riforma è stata fatta
15 anni fa”.
Per Renzi il passaggio del referendum, il
4 dicembre, sarà “una occasione per fare
chiarezza, perché tutta la riforma della
pubblica amministrazione passa da lì.
Se non dovesse passare il referendum
resteremo inchiodati alla situazione attualecome. Non c’è solo il taglio delle poltrone, innegabile. Il punto è che per non
parlare delle riforme le inventano tutte».
Il principio è «assumersi reciprocamente
le responsabilità. L’idea dei Patti per il Sud
nasce da qui. Ma questo è solo un primo
passo per darsi responsabilità e non perdere risorse. Grazie al governo tecnico noi
diamo 20 miliardi e l’Europa ce ne restituisce 12, quindi non sono soldi europei ma
nostri. Gli altri 8 miliardi vanno a quei Paesi
che hanno bisogno di crescere e sono uniti
mentre noi siamo divisi. Io sono contro
questo modello europeo ma per dire la
nostra dobbiamo essere credibili e fare
prima pulizia in casa nostra». Per il premier dunque occorre aprire una discussione in Europa “perché i nostri 8 miliardi
non possono essere spesi per costruire
muri che vanno contro la politica europea.
Quindi se sul bilancio non c’é chiarezza
mettiamo il veto. Per farlo serve tuttavia
una condivisione politica forte. Non rigore,
bensì investimenti.”
E sul tema della capacità dei territori di
attrarre investimenti Renzi ha chiarito:
“Il Sud ha potenzialità enormi, ma c’è un
problema di narrazione. Il Mezzogiorno
ha tutto ma si racconta come una realtà
piena di sfighe. Occorre provare a costruire un’altra narrazione che non sia un
film di fantasia, o a raccontare la realtà
in modo diverso”. “Non ho mai visto - ha
aggiunto - un venditore andare a vendere
il proprio orologio dicendo che fa schifo”.
“Il Sud ha tutto - ha sottolineato - ma non
ce ne rendiamo conto perché siamo stati
obnubilati da una visione distruttiva per
Governo e sviluppo
cui qui va tutto male”. “Chiariamoci, qui
le cose vanno cambiate - ha proseguito ma le bellezze del Sud non hanno pari”. e
cirìtando l’esempio di Pompei: “Era nota
per i suoi crolli, ora sta diventando una
storia di successo con 3 milioni di biglietti”.
Il premier Renzi ha annunciato poi “ che il
governo tornerà a investire nel pubblico
impiego, ma sulla proposta (“una provocazione” la definisce) lanciata ieri dal governatore campano De Luca di un piano da
200 mila posti nel pubblico impiego non si
è sbilanciato. Almeno sui numeri. “Il Mezzogiorno - ha detto Renzi - deve ripartire
ma non è con gli strumenti del passato che
non hanno funzionato come la Forestale e
la Cassa per il Mezzogiorno che si risolvono
i problemi. Esistono problemi strutturali
da risolvere e non entrerei nel merito dei
numeri e della compatibilità. Il problema
è cosa serve per la PA oggi?” Per il premier
ci sono ancora sacche di inefficienza nei
ministeri, settori in cui la logica del timbro
ha la meglio sulla logica del clic e quindi
l’idea dello sblocco del turn over non esiste. “Peraltro - ha aggiunto - abbiamo un
problema di persone che hanno bisogno
del turn over. Allora il percorso da fare e’
non avere una visione predeterminata e
idelogica su questo tema, prima va decisa
l’organizzazione dello Stato nei prossimi
anni e poi va deciso come intervenire su
determinate categorie”. “Nel frattempo
- ha proseguito - abbiamo messo soldi
per sbloccare turn over nella sanità per i
giovani medici. A livello centrale bisogna
smettere di pensare che gli sprechi sono
solo sui territori e in periferia ma accetto
la sfida e diciamo che si tornerà a investire sul pubblico impiego sapendo che
non sarà la panacea di tutti i mali. Non c’
è una soluzione teorica o numerica. E un
numero preciso idi lavoratori - ha concluso
è difficile da prevedere”.
Per Renzi la ripartenza del Mezzogiorno
non può però venire dall’alto. Il Sud ha le
potenzialità per farcela ma deve mettersi
in moto con le sue classi dirigenti, senza
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più lamentela e rassegnazione. Siamo
pronti a mettere altre risorse ma ciò che
serve è un disegno organico”.
E' un Mezzogiorno che ha tutte le potenzialità per farcela, ha concluso il premier,
ha il diritto di chiedere allo stato centrale di
non voltarsi dall'altra parte e di non vivere
di stereotipi. e il discorso avviato in questa
due giorni sulla spesa è una pietra miliare
per il futuro. i soldi nel mezzogiorno siamo
pronti a metterli subito tutti e di più, ma il
tema delle risorse in Italia è sovrastimato.
i soldi sono stati spesi male.
L'italia, al proprio interno deve dare una
mano a chi non ce la fa, "stiamo lavorando
per la cosidetta protezione sociale".
"Bisogna sbloccare le realtà che devono
essere sbloccate, premiare le amministrazioni che accettano la sfida, mandando al
bando i clientelismi".
Quindi la critica agli imprenditori “che
in alcuni casi hanno portato incentivi e
risorse senza restituire alla comunità. Il 95
per cento degli imprenditori ha la nostra
fiducia, quel 5 per cento no, i prenditori
no. Ii soldi ci sono, le realtà pure , se c'è
anche la volontà della classe dirigente del
sud di cambiare partendo da se stessa e
della classe politica romana di non vivere di
pregiudizi , il nostro futuro sarà all'insegna
del lavoro, della politica e dell'economia.
Governo e sviluppo
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Grimaldi: Quando devo pensare a ricette
per lo sviluppo penso alla geografia
“Manteniamo e rilanciamo, voliamo alto
nell’interesse di tutti”. E’ il messaggio che
Manuel Grimaldi, presidente di Confitarma, lancia al governo nel corso del
suo intervento all’Assemblea nazionale
per il Mezzogiorno. ”Sono onorato di
esser stato chiamato a questo dibattito
– esordisce - perché sono napoletano,
nato e cresciuto al Sud. Il nostro gruppo
è stabilmente ancorato a Napoli. Qui
formiamo i quadri dirigenti e svolgiamo
attività di valore aggiunto. Per me questa
terra è una casa di cui prendersi cura e
un tesoro da valorizzare”.
Venendo al tema a lui assegnato, quello
del ruolo dello Shipping italiano nel rilancio del mezzogiorno, dice: “Quando devo
pensare a ricette per lo sviluppo penso
alla geografia. Per questo oggi guardo a
quella del sud dove ci sono due Regioni
grandi isole e dove le altre sono bagnate
in più lati dal mare. Di fronte a questo
peculiare rapporto col mediterraneo
non stupisce che l’Industria guardi con
attenzione al mare. Da qui occorre partire per parlare di sviluppo”.
Nel dualismo tra nord e sud, sottolinea ancora il presidente di Confitarma
- spesso si parla di un gap infrastrutturale. Io preferisco parlare – aggiunge
- del potenziale trasportistico del Mezzogiorno e di quanto questa parte del
Paese sta facendo per l’Europa grazie
alla sua posizione sul mappamondo”.
La conseguenza è lapalissiana. “Se si trasporta di più e meglio al sud si creano
più industrie. Spingere l’acceleratore
sulla portualità significa proiettare il sud
al centro dei mercati internazionali”. Il
leader di Confitarma sottolinea il grande
potenziale del proprio settore e lo sviluppo che questo ha avuto negli ultimi
decenni. “Presto le navi – dice - diventeranno arterie parallele a quelle stra-
dali. La crescita del trasporto via mare è
una spia per quello che può essere nel
prossimo futuro”. Del resto – continua –
Grimaldi - Il mare è una importantissima
infrastruttura per il Sud che tra l’altro è
gratuita, non bisognosa di manutenzione, senza incidenti stradali”. Insomma
un tesoro in casa che occorre sfruttare.
Con orgoglio – aggiunge il numero uno
degli armatori - sottolineo che buona
parte dell’armamento italiano ha radici
nel Mezzogiorno e che buona parte di
questo ha deciso di restare qui, come ha
fanno la nostra azienda”. La Campania
in questo quadro è regione leader, “la
prima per naviglio controllato. Grazie alla
competitività del registro internazionale
con lungimiranza istituito qualche anno
fa la flotta del nostro Paese è passata
da 7,8 a 16,5 milioni di tonnellate figurando nei primi posti delle graduatorie
internazionali. Anche l’occupazione è
aumentata passando da 30mila a 63mila
addetti. E tante altre aziende ne hanno
beneficiato”.
La conclusione è anche il punto di partenza. Occorre seguire i buoni esempi
come “quello di Salerno che è diventato
grazie alle scelte dei suoi amministratori
uno dei primi scali Ro-Ro per merci mobilitate”. Occorre soprattutto che tutti,
primo fra gli altri il legislatore, puntino
su questo settore. L’auspicio è che “le
Governance delle neonate autorità siano
calibrate sugli interessi dello sviluppo del
territorio”. Quanto alle riforme “vanno
fatte, devono essere eque, e non devono
trascurare il Sud”.
Governo e sviluppo
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Lobello: Eccellenze, innovazione e cultura sono
le cose che rappresentano il nostro Paese
“Puntare su università, innovazione e
cultura”, è la ricetta di Ivan Lobello per lo
sviluppo del Mezzogiorno e del Paese. Il
presidente di Unioncamere lo ha detto
nel corso del suo intervento all’Assemblea nazionale per il Mezzogiorno. “Voglio
raccontare un Sud che sta cominciando
a diventare diverso – spiega Lobello Abbiamo grandi eccellenze e grandi ritardi.
Il nostro compito dovrà essere quello di
fare in modo che le eccelenze diventino
elemento strutturale per il Paese . Dobbiamo guardare a Sud in modo critico, evitando di pensare che sia tutto negativo.
In Campania, in Puglia, in Sicilia accanto a
situazioni di difficoltà ci sono anche realtà
di grande eccellenza”.
Per sfruttare queste potenzialità Lobello
invita il governo a “investire su due elementi fondamentale, le infrastrutture e
l’innovazione”. Altro punto di forza, per il
presidente di Unioncamere, è quello delle
Università. “Quelle del Sud – continua –
hanno bisogno di un ulteriore supporto.
Ci sono nel Mezzogiorno realtà di grande
spessore ma a queste occorre dare più
risorse”. E soprattutto occorre darle privilegiando settori innovativi. “Dobbiamo
uscire dal tema della cUltura umanistica
– dice Lobello perché ciò di cui abbiamo
bisogno sono le scienze che si manifestano con le università e con i politecnici”.
Inoltre “occorre una cultura di mercato in
quanto senza di questa non si va da nessuna parte”.
Insomma il tema è quello di proiettare
il Sud nel futuro e di abbandonare “quel
grumo che nel mezzogiorno vive ancora
di vecchie logiche”.
Elemento fondamentale è “l’innovazione”
senza la quale “non cambiamo”. Ecco perché, dice il presidente di Unioncamere,
occorre “costruire altri centri dell’innovazione. Le risorse che abbiamo dobbiamo
dirottarle su questio temi”.
Unioncamere, dice Lobello, già si sta mobilitando per la costruzione di “una piattaforma digitale” elemento “decisivo per lo
sviluppo dell’intero Paese”.
Quella del digitale è una delle altre due
“sfide da vincere”, un punto sul quale nel
Mezzogiorno siamo ancora in ritardo”.
L’ultima sfida riguarda il “tema della cultura” che è “la rappresentazione del nostro
pezzo del Mezzogiorno, quello di tantissime cose belle che a volte pochi cono-
scono”. E proprio la cultura “una questione
che dobbiamo porre con forza mettendo
in campo un progetto di grandissima
valenza”.
Il messaggio è alla classe dirigente del Sud.
“Nella mia Sicilia – dice Lobello - vorrei
avere un De Luca”. Dice questo chiedendo
soprattutto protagonismo dei territori e
corraggio di fare scelte. “E’ su questi temi
che bisogna puntare, svolgendo e approfondendo queste valutazioni perché eccellenze, innovazione, università e cultura
sono queste le cose che rappresentano il
nostro Paese e che possono far crescere
il Mezzogiorno”.
Governo e sviluppo
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Boccia: all’Italia serve una unica
politica economica
"Un rigraziamento a De Luca e Renzi
per aver rimesso al centro la questione
meridionale, senza soggezione, senza
preconcetti e con dignità". E’ iniziato
cosi l’intervento del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia nella seconda
giornata dell’assemblea nazionale del
Mezzogiorno.
“C’è stato un momento di vuoto nel
paese in cui sembrava quasi che parlare della questione del mezzogiorno
diventasse un elemento di per sè negativo. Ma un sud che deve reagire, fatto
di proposte, di confronto. Il confronto
serve a combattere uno dei grandi mali
dell’economia, l’ansietà, che si combatte
guardando al futuro e ai tempi. Ma al
Sud abbiamo un problema ulteriore:
l’assuefazione in alcuni territori, che va
combattuta con la forza della proposta
e delle idee. Io penso che questo Sud
che esprime uno specchio e un modo di
essere del paese dobbiamo invece combatterlo con la forza delle idee.”
Per il leader di Confindustria «oggi la
questione è soprattutto di metodo non
marginale rispetto al merito perchè nella
vita se vuoi compiere grandi passi, non
devi solo agire ma anche sognare, non
solo pianificare ma anche credere. E
qui bisogna cominciare e crederci, ma
servono ottimismo e volontà. L’equilibrio tra dimensione umanistica e scientifica è fondamentale, sono d’accordo
con Lobello. Oggi viviamo una stagione
di maggiore maturità e di attenzione
al futuro del Paese, per questo come
Confindustria dobbiamo fare parte del
progetto complessivo della crescita. È la
stagione della corresponsabilità».
Secondo Boccia “all’Italia serve una unica
politica economica - con incentivi e agevolazioni, quelle adottate in Campania,
che vanno estese a tutto il Sud. Pragmatismo della politica, non ragionierismo
dei bilanci. In questo senso la Campania può essere modello e laboratorio di
sperimentazione dell’attrattività degli
investimenti privati, della costruzione
di investimenti pubblici.
«L’addizionalità dei fondi Ue dev’essere
tale e non sostitutiva - avverte inoltre
Boccia - e serve uno sforzo sulla cooperazione per la competitività. Noi ci siamo.
E sulla questione proposta da De Luca
sui 200mila posti di lavoro per i giovani
nella P.A. “mi sono un attimo impressionato ma conosco De Luca. Se questa proposta è il parallelo di una idea di
Paese e società, in cui la pubblica amministrazione va rinnovata, e se rientra in
un quadro generale, con le coperture
sui saldi di bilancio, allora sono d’accordo.”