Assemblea nazionale del Mezzogiorno - 13
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Assemblea nazionale del Mezzogiorno - 13
Napoli Mostra d’Oltremare domenica 13 novembre 2016 Al Palacongressi della Mostra d'Oltremare di Napoli, si è chiusa la due giorni dell'Assemblea nazionale sul Mezzogiono, promossa da Governo, Regione Campania e Unioncamere, sui temi "Economia, politica e sviluppo per il Sud" Imprese e governo uniti per il meridione Al dibattito conclusivo sul tema "Governo e sviluppo", moderato dal direttore del quotidiano Il Mattino Alessandro Barbano, hanno preso parte il premier Matteo Renzi, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il presidente di Confitarma Manuel Grimaldi, il presidente di Unioncamere Ivan Lobello e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. In apertura Grimaldi si è soffermato sul ruolo dello shipping per il rilancio del Sud, che per la sua posizione strategica può fare molto per l'Europa. Con la collaborazione delle istituzioni "i collegamenti marittimi diventeranno una dorsale parallela alla rete autostradale". Ivan Lobello ha visto in questa Assemblea la spinta per "raccontare un Mezzogiorno che sta iniziando ad essere diverso". E' ritornato sull'importanza di una cultura di mercato e della formazione per i giovani, sostenendo la proposta di ieri del governatore De Luca di aprire ai giovani le porte della PA: "Sono orgoglioso di essere un uomo del Sud e nella mia Sicilia oggi vorrei un De Luca. Abbiamo un potenziale enorme e non possiamo più avere logiche del passato". Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha ringraziato Renzi e De Luca per aver "rimesso al centro la questione meridionale". "All'Italia serve una unica politica economica - suggerisce - con incentivi e agevolazioni, quelle adottate in Campania, che vanno estese a tutto il Sud. Pragmatismo della politica, non ragionierismo dei bilanci. In questo senso la Campania può essere modello e laboratorio". De Luca ha tirato le somme della due giorni e ringraziato Renzi che con la sua presenza ha sottolineato la centralità del Sud e della Campania. "Con questo sforzo abbiamo voluto ricollocare la questione meridionale al centro della politica nazionale". Il premier Matteo Renzi si è detto felice di essere tornato a Napoli e ha ribadito l'impegno del governo nei confronti del Meridone. Governo e sviluppo 2 De Luca: E’ il tempo che la politica prenda in mano il comando del Paese Il presidente della Regione Campania rilancia sulla questione dell’occupazione dei giovani e si appella al capo del governo Matteo Renzi affinché si compia una scelta politica chiara. Dopo la discussione scatenata dalla sua relazione nella prima giornata di Assemblea nazionale per il Mezzogiorno alla Mostra d’Oltremare, Vincenzo De Luca ha voluto precisare ancor meglio il senso delle sue parole e quella proposta di inserire 20mila giovani nella Pubblica Amministrazione del Sud. “Volevo innanzitutto ringraziare tutti voi - esordisce il governatore - i relatori che ci hanno accompagnato in questa riflessione sul Mezzogiorno, il Presidente del Consiglio che ancora una volta è venuto qui. Quello che abbiamo provato a fare in questa sala è ricollocare il Mezzogiorno al centro dell’attenzione nazionale facendolo però in termini nuovi. Abbiamo discusso con esponenti del mondo economico, delle istituzioni nazionali e della cultura la questione della scomparsa del Mezzogiorno dall’agenda nazionale, abbiamo legato questo alla crisi dei grandi partiti, alla crescita del fenomeno leghista, al diffondersi di un senso negativo dato dall’immagine che il Sud ha dato di sé all’esterno ma anche da un’opera mediatica che ha voluto raccontare solo una parte del Mezzogiorno". Quello che non si dice, continua De Luca, è che c’è un altro Sud. "E non mi riferisco solo a quello delle grandi eccellenze che ci sono ma anche a quello dell’umanesimo, quello della gente che fa sacrifici per andare avanti, che si alza tutte le mattine per andare a lavorare. Questo Sud è quello che abbiamo presentato in questa due giorni di dibattito”. Un mezzogiorno diverso che “accetta la sfida del rigore, dell’efficienza, della concretezza e della legalità e che non ha timore a proporre questa sfida agli altri”. E’ il Sud che “accetta la sfida dei costi standard con la Lombardia e che non vuole neanche più la solidarietà". A tal riguardo il numero uno di Palazzo Santa Lucia rivela quanto detto nel corso dell’ultima conferenza delle regioni in occasione della discussione del riparto del fondo per la Sanità. “Ho detto ai presidenti delle altre Regioni: diamo le stesse risorse per tutti cittadini dal Piemonte alla Lombardia, vediamo chi riesce a starci. E quando ho fatto questa proposta le resistenze sono venute dal Nord e non dal Sud. Io non ho problemi: se devo tagliare taglio, non ho bisogno di fare clientele perché il consenso ce l’ho, l’ho trovo nella realtà”. Dice questo ricordando che la sfida dell’efficienza la Regione l’ha già accettata quando ha ridotto le società partecipate da 42 a 7. Questa è la Regione che “ha accompagnato l’iniziativa di Finmeccanica di Moretti. E quando questi ci ha detto in maniera dura che se il Sud vuole emergere nella competizione mondiale deve abbandonare, nei rapporti con grandi colossi, la scorrettezza, il primitivismo, la mancanza di rispetto della qualità e dei tempi, gli abbiamo risposto: vai avanti, non ti fermare di fronte a ricatti parassitari”. Insomma, l’invito al Mezzogiorno è ad abbandonare il “volto della cialtroneria e della lamentosità” perché “così non ci ascolterà nessuno”. Al contrario oggi è “quanto mai necessario far comprendere che c’è un’interesse del Nord al decollo dell’economia nel Mezzogiorno innanzitutto perché quest’ultimo rappresenta un grande mercato. Perché il nodo principale è il rapporto dell’Italia con l’Europa” di fronte al quale il Paese deve lottare in modo unitario. E “perché c’è un interesse anche del Nord a far costruire nel Sud le grandi piattaforme logistiche”. Alle grandi realtà internazionali, dice ancora De Luca, “devono parlare le imprese italiane, quelle Governo e sviluppo del Nord ma anche e soprattutto quelle nostre, come la Getra di Zigon, la Prysmian o la Grimaldi che con la sua flotta fa onore al nostro Paese”. Per fare questo secondo il governatore occorre innanzitutto ammodernare lo Stato sburocratizzando e risolvendo il nodo del lavoro perché - ripete ciò che aveva detto il giorno prima - “con una disoccupazione giovanile che al Sud supera il 50% il Paese non può più reggere”. Stavolta ad ascoltare le sue parole c’è il presidente del consiglio Matteo Renzi. Al quale consegna tutto il suo appoggio al quesito referendario del prossimo 4 dicembre. “Alcuni amici della sinistra sostengono che occorre difendere la costituzione. Anche io sono tra quelli che vogliono lottare con i denti per la prima parte di essa. L’articolo 3 stabilisce che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli dal processo di realizzazione dell’uguaglianza tra esseri umani, l’articolo 4 riconosce il diritto al Lavoro come diritto fondamentale. C’è qualcuno che possa dire che abbiamo difeso nella realtà la prima parte della costituzione? Chi difende il diritto al lavoro? Chi cambia la parte normativa sburocratizzando l’Italia e creando economia? O chi fa affermazioni verbali?” E’ a questo punto che il presidente della Regione torna sulla proposta lanciata in avvio di assemblea. Si rivolge ai giornalisti e dice: “Qualche volta facciamo anche noi i figli di buona donna. E’ chiaro che abbiamo voluto fare una provocazione per farvi discutere e tirare un pugno nei denti a chi non sa cos’è oggi il Mezzogiorno d’Italia”. Sembra che voglia ritrattare sull’idea di occupazione di 20mila giovani nella Pubblica Amministrazione del Sud, ma non è così. Anzi De Luca rilancia con forza le argomentazioni del giorno precedente, chiarendole, ampliandole, rafforzandole. “Se c’è uno che è organicamente contrario alle porcherie clientelari è chi vi parla. 3 Nessun rompete le righe” precisa il governatore - Veniamo da 10 anni di blocco del turn over e se vogliamo partire da un principio di realtà dobbiamo dire che la Campania in cinque anni ha perso 14 mila dipendenti nella Sanità” e che occorre rinnovare l’amministrazione che fa sempre più fatica a trovare le giuste professionalità. Insomma, “stiamo avanzando la proposta di un processo razionale e graduale di ammodernamento della Pubblica Amministrazione. Proponiamo un meccanismo a scalare, che siano inseriti i giovani più bravi, secondo criteri parametrati al tasso di occupazione delle regioni e un principio di sacrificio da parte dei giovani stessi che possono entrare il primo anno con uno stage da 800 euro per aumentare poi il loro stipendio negli anni successivi a 1100 e 1300 euro. E’ questo il valore di una speranza”. De Luca conclude rivolgendosi direttamente al Presidente Renzi. Nessuna proposta “cervellotica”, dice, qui c’è valorizzazione del merito e modernizzazione. “Questa è una grande scelta che spetta alla politica”. E’ la realizzazione di una “speranza”. Ed è “una responsabilità nostra, e tua soprattutto. E’ il tempo che la politica prenda in mano il comando di questo Paese”. Governo e sviluppo 4 Renzi: Il governo farà la sua parte, al di là delle risorse economiche “De Luca mi chiama mangiaribollite pechè lui non sopporta che in politica si arrivi in ritardo. Questo è poco meridionale. Lui invece sembra altoatesino, ed io pur mangiando la ribollita sembro molto più simile a voi”. Con una battuta Matteo Renzi ha aperto l’intervento conclusivo della due giorni di dibattito promossa dalla Regione Campania sul Mezzogiorno. “Anche se io sono arrivato in ritardo - ha chiarito - non vuol dire che accada lo stesso per i finanziamenti. De Luca in parte li ha già avuti, ma la cosa bella è che lui non si accontenta mai: fai con lui il Patto per la Campania e ti parla del trasporto pubblico, fai il trasporto pubblico e ti parla della Terra dei Fuochi, ti occupi della Terra dei Fuochi e si ricomincia tutto daccapo». Quindi il premier è entrato nel merito della discussione sul Sud e sull’Italia che cambia senza punti di riferimenti chiari: “Viviamo nell’era delle previsioni e invece poi, come negli Usa all’ultimo momento, accadono cose imprevedibili. Chi avrebbe mai immaginato la corsa e il successo di Trump? Solo una puntata dei Simpson. La realtà è imprevedibile. La rivoluzione informatica porta un mondo senza confini né barriere e poi però si fa fatica a riconoscere quello che accade sotto casa - ha ribadito il premier - il mercato globale non è in contrasto con l’identità, anzi la aiuta. Penso all’agroalimentare, su cui siamo passati da 30 a 37 miliardi sull’export e abbiamo ancora un mercato grande due volte quello che abbiamo oggi. C’è però un problema di narrazione del Mezzogiorno ma anche di tutta l’Italia”. Quindi il passaggo su cosa è oggi il Paese a a quasi mille giorni dalla nascita del suo governo. “Sono stati pochi quelli così longevi in Italia. Il nostro compito finora è stato mettere a posto il passato, dominato da paure e incertezze. Abbiamo voluto mettere 2 miliardi in più sulla sanità ma non abbiamo ancora risolto il problema del comparto che è, sono d’accordo con De Luca, innanzitutto il superamento della spesa storica. Ma con la riforma costituzionale, se passerà, non ci sarà più disparità tra le Regioni nell’accesso ai farmaci». E sempre sulla Sanità: «I tecnici dicevano che vanno fatti i tagli ed è vero che dobbiamo ridurre gli sprechi, però in questo campo occorre investire di più”. In questi due anni “abbiamo cercato di mettere a posto le cose, Come fatto con la riforma del lavoro, che ha portato 650mila posti in più, purtroppo quasi tutti al Nord. Perché c’é un’Italia vicina all’Europa e un’altra che, pur avendo grandi potenzialità, non riesce ad emergere. Il problema è che altrove questa riforma è stata fatta 15 anni fa”. Per Renzi il passaggio del referendum, il 4 dicembre, sarà “una occasione per fare chiarezza, perché tutta la riforma della pubblica amministrazione passa da lì. Se non dovesse passare il referendum resteremo inchiodati alla situazione attualecome. Non c’è solo il taglio delle poltrone, innegabile. Il punto è che per non parlare delle riforme le inventano tutte». Il principio è «assumersi reciprocamente le responsabilità. L’idea dei Patti per il Sud nasce da qui. Ma questo è solo un primo passo per darsi responsabilità e non perdere risorse. Grazie al governo tecnico noi diamo 20 miliardi e l’Europa ce ne restituisce 12, quindi non sono soldi europei ma nostri. Gli altri 8 miliardi vanno a quei Paesi che hanno bisogno di crescere e sono uniti mentre noi siamo divisi. Io sono contro questo modello europeo ma per dire la nostra dobbiamo essere credibili e fare prima pulizia in casa nostra». Per il premier dunque occorre aprire una discussione in Europa “perché i nostri 8 miliardi non possono essere spesi per costruire muri che vanno contro la politica europea. Quindi se sul bilancio non c’é chiarezza mettiamo il veto. Per farlo serve tuttavia una condivisione politica forte. Non rigore, bensì investimenti.” E sul tema della capacità dei territori di attrarre investimenti Renzi ha chiarito: “Il Sud ha potenzialità enormi, ma c’è un problema di narrazione. Il Mezzogiorno ha tutto ma si racconta come una realtà piena di sfighe. Occorre provare a costruire un’altra narrazione che non sia un film di fantasia, o a raccontare la realtà in modo diverso”. “Non ho mai visto - ha aggiunto - un venditore andare a vendere il proprio orologio dicendo che fa schifo”. “Il Sud ha tutto - ha sottolineato - ma non ce ne rendiamo conto perché siamo stati obnubilati da una visione distruttiva per Governo e sviluppo cui qui va tutto male”. “Chiariamoci, qui le cose vanno cambiate - ha proseguito ma le bellezze del Sud non hanno pari”. e cirìtando l’esempio di Pompei: “Era nota per i suoi crolli, ora sta diventando una storia di successo con 3 milioni di biglietti”. Il premier Renzi ha annunciato poi “ che il governo tornerà a investire nel pubblico impiego, ma sulla proposta (“una provocazione” la definisce) lanciata ieri dal governatore campano De Luca di un piano da 200 mila posti nel pubblico impiego non si è sbilanciato. Almeno sui numeri. “Il Mezzogiorno - ha detto Renzi - deve ripartire ma non è con gli strumenti del passato che non hanno funzionato come la Forestale e la Cassa per il Mezzogiorno che si risolvono i problemi. Esistono problemi strutturali da risolvere e non entrerei nel merito dei numeri e della compatibilità. Il problema è cosa serve per la PA oggi?” Per il premier ci sono ancora sacche di inefficienza nei ministeri, settori in cui la logica del timbro ha la meglio sulla logica del clic e quindi l’idea dello sblocco del turn over non esiste. “Peraltro - ha aggiunto - abbiamo un problema di persone che hanno bisogno del turn over. Allora il percorso da fare e’ non avere una visione predeterminata e idelogica su questo tema, prima va decisa l’organizzazione dello Stato nei prossimi anni e poi va deciso come intervenire su determinate categorie”. “Nel frattempo - ha proseguito - abbiamo messo soldi per sbloccare turn over nella sanità per i giovani medici. A livello centrale bisogna smettere di pensare che gli sprechi sono solo sui territori e in periferia ma accetto la sfida e diciamo che si tornerà a investire sul pubblico impiego sapendo che non sarà la panacea di tutti i mali. Non c’ è una soluzione teorica o numerica. E un numero preciso idi lavoratori - ha concluso è difficile da prevedere”. Per Renzi la ripartenza del Mezzogiorno non può però venire dall’alto. Il Sud ha le potenzialità per farcela ma deve mettersi in moto con le sue classi dirigenti, senza 5 più lamentela e rassegnazione. Siamo pronti a mettere altre risorse ma ciò che serve è un disegno organico”. E' un Mezzogiorno che ha tutte le potenzialità per farcela, ha concluso il premier, ha il diritto di chiedere allo stato centrale di non voltarsi dall'altra parte e di non vivere di stereotipi. e il discorso avviato in questa due giorni sulla spesa è una pietra miliare per il futuro. i soldi nel mezzogiorno siamo pronti a metterli subito tutti e di più, ma il tema delle risorse in Italia è sovrastimato. i soldi sono stati spesi male. L'italia, al proprio interno deve dare una mano a chi non ce la fa, "stiamo lavorando per la cosidetta protezione sociale". "Bisogna sbloccare le realtà che devono essere sbloccate, premiare le amministrazioni che accettano la sfida, mandando al bando i clientelismi". Quindi la critica agli imprenditori “che in alcuni casi hanno portato incentivi e risorse senza restituire alla comunità. Il 95 per cento degli imprenditori ha la nostra fiducia, quel 5 per cento no, i prenditori no. Ii soldi ci sono, le realtà pure , se c'è anche la volontà della classe dirigente del sud di cambiare partendo da se stessa e della classe politica romana di non vivere di pregiudizi , il nostro futuro sarà all'insegna del lavoro, della politica e dell'economia. Governo e sviluppo 6 Grimaldi: Quando devo pensare a ricette per lo sviluppo penso alla geografia “Manteniamo e rilanciamo, voliamo alto nell’interesse di tutti”. E’ il messaggio che Manuel Grimaldi, presidente di Confitarma, lancia al governo nel corso del suo intervento all’Assemblea nazionale per il Mezzogiorno. ”Sono onorato di esser stato chiamato a questo dibattito – esordisce - perché sono napoletano, nato e cresciuto al Sud. Il nostro gruppo è stabilmente ancorato a Napoli. Qui formiamo i quadri dirigenti e svolgiamo attività di valore aggiunto. Per me questa terra è una casa di cui prendersi cura e un tesoro da valorizzare”. Venendo al tema a lui assegnato, quello del ruolo dello Shipping italiano nel rilancio del mezzogiorno, dice: “Quando devo pensare a ricette per lo sviluppo penso alla geografia. Per questo oggi guardo a quella del sud dove ci sono due Regioni grandi isole e dove le altre sono bagnate in più lati dal mare. Di fronte a questo peculiare rapporto col mediterraneo non stupisce che l’Industria guardi con attenzione al mare. Da qui occorre partire per parlare di sviluppo”. Nel dualismo tra nord e sud, sottolinea ancora il presidente di Confitarma - spesso si parla di un gap infrastrutturale. Io preferisco parlare – aggiunge - del potenziale trasportistico del Mezzogiorno e di quanto questa parte del Paese sta facendo per l’Europa grazie alla sua posizione sul mappamondo”. La conseguenza è lapalissiana. “Se si trasporta di più e meglio al sud si creano più industrie. Spingere l’acceleratore sulla portualità significa proiettare il sud al centro dei mercati internazionali”. Il leader di Confitarma sottolinea il grande potenziale del proprio settore e lo sviluppo che questo ha avuto negli ultimi decenni. “Presto le navi – dice - diventeranno arterie parallele a quelle stra- dali. La crescita del trasporto via mare è una spia per quello che può essere nel prossimo futuro”. Del resto – continua – Grimaldi - Il mare è una importantissima infrastruttura per il Sud che tra l’altro è gratuita, non bisognosa di manutenzione, senza incidenti stradali”. Insomma un tesoro in casa che occorre sfruttare. Con orgoglio – aggiunge il numero uno degli armatori - sottolineo che buona parte dell’armamento italiano ha radici nel Mezzogiorno e che buona parte di questo ha deciso di restare qui, come ha fanno la nostra azienda”. La Campania in questo quadro è regione leader, “la prima per naviglio controllato. Grazie alla competitività del registro internazionale con lungimiranza istituito qualche anno fa la flotta del nostro Paese è passata da 7,8 a 16,5 milioni di tonnellate figurando nei primi posti delle graduatorie internazionali. Anche l’occupazione è aumentata passando da 30mila a 63mila addetti. E tante altre aziende ne hanno beneficiato”. La conclusione è anche il punto di partenza. Occorre seguire i buoni esempi come “quello di Salerno che è diventato grazie alle scelte dei suoi amministratori uno dei primi scali Ro-Ro per merci mobilitate”. Occorre soprattutto che tutti, primo fra gli altri il legislatore, puntino su questo settore. L’auspicio è che “le Governance delle neonate autorità siano calibrate sugli interessi dello sviluppo del territorio”. Quanto alle riforme “vanno fatte, devono essere eque, e non devono trascurare il Sud”. Governo e sviluppo 7 Lobello: Eccellenze, innovazione e cultura sono le cose che rappresentano il nostro Paese “Puntare su università, innovazione e cultura”, è la ricetta di Ivan Lobello per lo sviluppo del Mezzogiorno e del Paese. Il presidente di Unioncamere lo ha detto nel corso del suo intervento all’Assemblea nazionale per il Mezzogiorno. “Voglio raccontare un Sud che sta cominciando a diventare diverso – spiega Lobello Abbiamo grandi eccellenze e grandi ritardi. Il nostro compito dovrà essere quello di fare in modo che le eccelenze diventino elemento strutturale per il Paese . Dobbiamo guardare a Sud in modo critico, evitando di pensare che sia tutto negativo. In Campania, in Puglia, in Sicilia accanto a situazioni di difficoltà ci sono anche realtà di grande eccellenza”. Per sfruttare queste potenzialità Lobello invita il governo a “investire su due elementi fondamentale, le infrastrutture e l’innovazione”. Altro punto di forza, per il presidente di Unioncamere, è quello delle Università. “Quelle del Sud – continua – hanno bisogno di un ulteriore supporto. Ci sono nel Mezzogiorno realtà di grande spessore ma a queste occorre dare più risorse”. E soprattutto occorre darle privilegiando settori innovativi. “Dobbiamo uscire dal tema della cUltura umanistica – dice Lobello perché ciò di cui abbiamo bisogno sono le scienze che si manifestano con le università e con i politecnici”. Inoltre “occorre una cultura di mercato in quanto senza di questa non si va da nessuna parte”. Insomma il tema è quello di proiettare il Sud nel futuro e di abbandonare “quel grumo che nel mezzogiorno vive ancora di vecchie logiche”. Elemento fondamentale è “l’innovazione” senza la quale “non cambiamo”. Ecco perché, dice il presidente di Unioncamere, occorre “costruire altri centri dell’innovazione. Le risorse che abbiamo dobbiamo dirottarle su questio temi”. Unioncamere, dice Lobello, già si sta mobilitando per la costruzione di “una piattaforma digitale” elemento “decisivo per lo sviluppo dell’intero Paese”. Quella del digitale è una delle altre due “sfide da vincere”, un punto sul quale nel Mezzogiorno siamo ancora in ritardo”. L’ultima sfida riguarda il “tema della cultura” che è “la rappresentazione del nostro pezzo del Mezzogiorno, quello di tantissime cose belle che a volte pochi cono- scono”. E proprio la cultura “una questione che dobbiamo porre con forza mettendo in campo un progetto di grandissima valenza”. Il messaggio è alla classe dirigente del Sud. “Nella mia Sicilia – dice Lobello - vorrei avere un De Luca”. Dice questo chiedendo soprattutto protagonismo dei territori e corraggio di fare scelte. “E’ su questi temi che bisogna puntare, svolgendo e approfondendo queste valutazioni perché eccellenze, innovazione, università e cultura sono queste le cose che rappresentano il nostro Paese e che possono far crescere il Mezzogiorno”. Governo e sviluppo 8 Boccia: all’Italia serve una unica politica economica "Un rigraziamento a De Luca e Renzi per aver rimesso al centro la questione meridionale, senza soggezione, senza preconcetti e con dignità". E’ iniziato cosi l’intervento del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia nella seconda giornata dell’assemblea nazionale del Mezzogiorno. “C’è stato un momento di vuoto nel paese in cui sembrava quasi che parlare della questione del mezzogiorno diventasse un elemento di per sè negativo. Ma un sud che deve reagire, fatto di proposte, di confronto. Il confronto serve a combattere uno dei grandi mali dell’economia, l’ansietà, che si combatte guardando al futuro e ai tempi. Ma al Sud abbiamo un problema ulteriore: l’assuefazione in alcuni territori, che va combattuta con la forza della proposta e delle idee. Io penso che questo Sud che esprime uno specchio e un modo di essere del paese dobbiamo invece combatterlo con la forza delle idee.” Per il leader di Confindustria «oggi la questione è soprattutto di metodo non marginale rispetto al merito perchè nella vita se vuoi compiere grandi passi, non devi solo agire ma anche sognare, non solo pianificare ma anche credere. E qui bisogna cominciare e crederci, ma servono ottimismo e volontà. L’equilibrio tra dimensione umanistica e scientifica è fondamentale, sono d’accordo con Lobello. Oggi viviamo una stagione di maggiore maturità e di attenzione al futuro del Paese, per questo come Confindustria dobbiamo fare parte del progetto complessivo della crescita. È la stagione della corresponsabilità». Secondo Boccia “all’Italia serve una unica politica economica - con incentivi e agevolazioni, quelle adottate in Campania, che vanno estese a tutto il Sud. Pragmatismo della politica, non ragionierismo dei bilanci. In questo senso la Campania può essere modello e laboratorio di sperimentazione dell’attrattività degli investimenti privati, della costruzione di investimenti pubblici. «L’addizionalità dei fondi Ue dev’essere tale e non sostitutiva - avverte inoltre Boccia - e serve uno sforzo sulla cooperazione per la competitività. Noi ci siamo. E sulla questione proposta da De Luca sui 200mila posti di lavoro per i giovani nella P.A. “mi sono un attimo impressionato ma conosco De Luca. Se questa proposta è il parallelo di una idea di Paese e società, in cui la pubblica amministrazione va rinnovata, e se rientra in un quadro generale, con le coperture sui saldi di bilancio, allora sono d’accordo.”