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In viaggio con Gellindo Ghiandedoro I T I N E R A R I O D I S I L V I A V E R N A C C I N I - 9 NOVEMBRE 2012 Storici viari in Val Meledrio VAL DI SOLE: DIMARO Dimaro deriverebbe dal latino imarius nel significato di luogo geograficamente più in basso della valle, per chi, come in passato, vi giungeva da Madonna di Campiglio. Il paese si trova all’imbocco della boscosa Val Meledrio, che termina al Passo di Campo Carlo Magno, una frequentata sella che unisce fin dai tempi preistorici le genti della Val Rendena a quelle della Val di Sole; è stata soprannominata anche la valle “degli imperatori” perché la storia ci racconta dei passaggi in carrozza dell’imperatore Francesco Giuseppe con l’amata consorte Sissi. Per le merci in transito “da e per” la Rendena nel Medioevo esisteva a Dimaro anche il dazio, a lungo gestito dalla famiglia de Mazzis: Il Torrente Meledrio e la fucina in località Fusinace. www.risparmiolandia.it lo si pagava presso quella che oggi è la casa-torre, un tempo de Mazzis. La “nuova” strada carrozzabile Dimaro-Campiglio venne tracciata solo nel 1895 per essere inaugurata tre anni dopo; muriccioli in In viaggio con Gellindo Ghiandedoro granito ne delimitavano la carrareccia, mentre l’intervallarsi di piazzole permetteva l’incrocio delle carrozze. Dimaro, con la sua frazione Carciato, si è infatti formata nel corso dei secoli per via del continuo transito di forestieri e lo stanno a dimostrare anche i resti dell’antico ospizio di Santa Brigida, posto in relazione con quello di Santa Maria a Madonna di Campiglio e di San Bartolomeo al Passo del Tonale. Oggi Dimaro è una frequentata stazione turistica, come testimonia il suo assetto urbanistico in continua espansione, e la Val Meledrio, porta d’accesso settentrionale al Parco naturale Adamello Brenta, è A sinistra: area di sosta in Val Meledrio. A destra: la calcara dopo i lavori di restauro. anche chiamata “della Selva” in quanto ricca di conifere, soprattutto larici e abeti. Tale patrimonio boschivo ha influito notevolmente, fin dai tempi lontani, sullo sviluppo dell’industria della segagione del legname, utilizzato anche per la produzione del carbone da legna per alimentare le numerose fucine da fabbro e le calcare; oggi i tronchi vengono lavorati da efficienti segherie modernizzate. La partenza di questo itinerario, che porta a conoscere i diversi volti della Val Meledrio, è al Parco giochi di Dimaro (766 m), poco distante dalla chiesa di San Lorenzo: lo attraversate e, seguendo le indicazioni Nordic Walking Dimaro Route lungo il corso del Torrente Meledrio, raggiungete la strada sterrata (l’antico tracciato per Madonna di Campiglio) che sale da Dimaro (da via della Boia). La prima sosta (35 min.) è la fucina veneziana in località Fucine (Fosinace), che incontrate oltrepassando il ponte sullo spumeggiante Meledrio, torrente generoso e pescoso che nasce dal Lago delle Malghette e affluisce nel Noce proprio all’altezza di Dimaro. Presso questo grosso insieme di opifici venivano realizzati gli utensili di uso contadino; oggi questo ristrutturato complesso di “archeologia industriale” mostra, attraverso pannelli fotografici, un maglio in legno e altri attrezzi recuperati (mola per affilare, vasche per www.risparmiolandia.it temprare…), l’attività originaria ora ripresa per scopi didattici. Proseguite sulla sinistra orografica, direzione Malga Santa Brigida o del Dos (si ricalca il percorso Dolomiti di Brenta Bike), e dopo breve arrivate così alla grande calcara per la fabbricazione della calce, anch’essa ristrutturata, ma attiva fino alla metà dell’Ottocento. Proseguite arrivando a un ponte che vi riporta nuovamente sull’altra sponda: il percorso è comodo e attrezzato con panchine e aree di sosta. Iniziate ora a salire nel bosco (vi consiglio di tagliare i tornanti con le scorciatoie) e, giunti alle indicazioni Pont del Pastin Cascata del Pison, girate a destra. Pochi passi e incontrate In viaggio con Gellindo Ghiandedoro una semplice cappella con la Madonnina del Dos, un luogo assai caro alla comunità di Dimaro, ricordato con una processione e poi una festa nella vicina ex Malga Santa Brigida, la prima domenica di ottobre. Il sentiero si fa ora panoramico sulla suggestiva e profonda forra scavata dal Meledrio nella scura roccia di tonalite (origine vulcanica). Arrivate al ponte coperto del Pison (45 min.), sentendo il rumoreggiare dell’acqua dell’omonima cascata che una deviazione di 15 minuti vi accompagna a vedere. Dalla cascata ritornate sulla strada principale e continuate su un sentiero pianeggiante seguendo sempre il corso cristallino dell’acqua. In totale l’escursione dura circa 3 ore e mezzo. APT Valli di Sole Peio e Rabbi, Malé: tel. 0463 901280; www.valdisole. net Municipio di Dimaro: tel. 0463 974101 ASUC di Dimaro: tel. 0463 974101 Funivie Folgarida: tel. 0463 988400; www. ski.it Lasciando a destra la deviazione verso Folgarida – stazione turistica invernale legata a Madonna di Campiglio in uno splendido carosello di piste di sci – eccovi finalmente al Pont del Pastin (30 min.; 1.213 m). Qui c’è il giro di boa: in questo verde spiazzo attraversate il ponte lasciando a destra il sentiero per una palestra di roccia e puntate invece verso l’ex Malga Santa Brigida (1.193 m; 30 min.), una struttura gestita dall’Asuc di Dimaro. La circondano i resti dell’antico omonimo ospizio attorno al quale circolano ancora terribili leggende di monaci inquieti e lontani dal nome di Dio (sono venuti alla luce scheletri umani databili al XVII secolo; scavi in corso). Scendete ora ricalcando la strada dell’andata, ma al bivio per Acquaseri (30 min.) seguite il tracciato parallelo alla riva del torrente (sconsigliato nei periodi di piena); al ponte in località Fucine (30 min.) proseguite diritti fino a Dimaro (30 min.). Dall’alto: il ponte coperto il Pison; il più rustico ponte del Pastin; resti dell’ospizio presso la Malga del Doss. www.risparmiolandia.it