relazione tecnica E SCHEMA A BLOCCHI

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relazione tecnica E SCHEMA A BLOCCHI
RELAZIONE TECNICA
Attività di recupero e stoccaggio di rifiuti non pericolosi
Individuati dal D.M.. 05/04/2006 n. 186 (d.m. 05/02/1998 e s.m.i.)
AUTORIZZAZIONE EMISSIONI IN ATMOSFERA
Committente:
Rigenera
di Sfrecola Cosimo
Damiano
INGEGNERIA AMBIENTALE
Ing. G. De Astis | Dott. G. Nasca
Via G. D’Annunzio, 48 – 76121 Barletta (BT)
Tel: 0883.887391/92 | fax 0883. 887393
I sottoscritti Ing. De Astis Giovanni e Dott. Nasca Giuseppe, con studio tecnico in Barletta alla
Via G. D’Annunzio n° 48 ricevono incarico dal Sig. Sfrecola Cosimo Damiano di redigere la
presente relazione tecnica volta a descrivere la qualità e la quantità degli inquinanti presenti nelle
emissioni in atmosfera della “RIGENERA di Sfrecola Cosimo Damiano”.
D
Descrizione dell’attività
L’attività in oggetto consiste essenzialmente nel recupero di imballaggi in carta e cartone.
Il sito industriale è sito in Barletta, alla via Foggia n. 127, in area distinta al catasto al fg. 14 p.lla 84
sub. 2 – 1237.
SS 16
Via Foggia
RIGENERA
di SFRECOLA COSIMO
DAMIANO
Via degli
Artigiani
L’impianto è ubicato in zona caratterizzata da elevata presenza industriale e produttiva
La viabilità principale,la SS 16, costituente affaccio diretto, si traduce in una soluzione logistica
ottimale per il nostro tipo di attività, consentendo agevole traffico veicolare e distanziando
debitamente il sito dalla zona residenziale.
Trattasi di area avente estensione complessiva di 3.700 m2 comprensiva di opificio industriale e di una
palazzina uffici, servizi igieni e locale guardiania.
Per il sito in oggetto è stato rilasciata CERTIFICATO DI AGIBILITA’ E ABITABILITA’ da
parte del Comune di BARLETTA in data 31/06/1979.
1) Recinzione: L’area è recintata per due terzi con muro in cls dell’altezza complessiva di 2,5 mt.
circa
2) Pavimentazione
L’area adibita all’attività è completamente pavimentata parte in cemento e parte in asfalto
bituminoso di adeguato spessore.
3) Modalità di raccolta e smaltimento finale delle acque meteoriche
L’area è asservita da pozzetti di raccolta e da un impianto di trattamento (disabbiatore,
disoleatore). Lo smaltimento finale avviene in fogna giusta Autorizzazione rilasciata dal Comune
di Barletta – prot. 78116 del 10/11/2009.
4) Sistemi di approvvigionamento idrico - potabili.
Per quanto concerne l’approvvigionamento di tale risorsa l’area è asservita da rete collegata
all’Acquedotto Pugliese.
L’area individuata dai precedenti dati catastali sarà così ripartita:
SETTORE MESSA IN RISERVA
ALTRA DITTA
MURO DI CONFINE H=3.5m
tipologia
1.1
tipologia
6.11
tipologia
6.1
tipologia
6.1
tipologia
6.1
tipologia
6.1
tipologia
6.1
SETTORE CONFERIMENTO
RIFIUTI
tipologia
6.2
WC
WC
WC
WC
WC
UFFICIO
PESA
UFFICIO
SPOGL.
tipologia
6.5
TRAFILA
ALTRA DITTA
prodotto
finito
ALTRA DITTA
UFFICIO
UFFICIO
TRAFILA
Sistema di raccolta e trattamento,
mediante disoleazione, delle acque meteoriche.
prodotto
finale
tipologia
6.2
SPOGL.
tipologia
6.6
VIABILITA' PER MANOVRA VEICOLI
ED ATTREZZATURE IN INGRESSO ED IN USCITA
MURO DI CONFINE
Viabilità interna
AREA TOTALE
■
3.700 mq
TIPOLOGIE MATERIALI STOCCATI
25 mq
1.1
250 mq
6.1
80 mq
6.2
40 mq
6.5
30 mq
6.6
30 mq
6.11
Analisi qualitativa dei rifiuti trattati
L’attività industriale è sintetizzabile come raccolta stoccaggio e
lavorazione di materiali racchiusi nelle seguenti tipologie:
1.1 - 6.1- 6.2 - 6.5 - 6.6 - 6.11 di cui al D.M. 05/04/2006 n. 186 (D.M.
05/02/1998 e s.m.i.).
Tipologia 1.1: rifiuti di carta, cartone e cartoncino, inclusi poliaccoppiati,
anche di imballaggi [150101] [150105] [150106] [200101]
Tipologia 6.1: rifiuti di plastica, imballaggi usati in plastica compresi i
contenitori per liquidi, con esclusione dei contenitori per fitofarmaci e
presidi medico- chirurgici [020104] [150102] [170203] [200139] [191204]
Tipologia 6.2: sfridi, scarti, polveri e rifiuti di materie plastiche e fibre
sintetiche [070213] [120105] [160119] [160216] [160306] [170203]
Andamento pendenza del piazzale
Tipologia 6.5: paraurti e plance di autoveicoli in materie plastiche [070213] [160119] [120105]
Tipologia 6.6: imbottiture sedili in poliuretano espanso [070213] [160119] [120105]
Tipologia 6.11: pannelli sportelli auto [070299] [070213] [160119] [120105]
Si tratta essenzialmente di rifiuti di natura plastica e cartacea.
L’attività di recupero in oggetto si riferisce ad una attività di stoccaggio provvisorio - messa in
riserva (R13), selezione e cernita del materiale in entrata nell’impianto, “rifiuti non pericolosi”
individuati dal D.M. 05/04/2006 n. 186 (D.M. 05/02/1998 e s.m.i.), innanzi specificati; per quel che
concerne i rifiuti a matrice plastica e più precisamente per le tipologia 6.1 e 6.2, l’Azienda provvede
ad attuare una attività di recupero (R3) a mezzo di impianto di estrusione di foglia per
termoformatura ovvero di linea compounding completa di estrusore. Gli stessi saranno caratterizzati
da una matrice ambientale di ridotta incidenza sul geosistema e sulle popolazioni circostanti.
Le plastiche hanno caratteristiche molto diverse tra loro, ma con alcuni punti in comune: sono
prodotti artificiali, derivati dalla lavorazione di oli minerali ( da un chilo di olio si ottiene quasi lo
stesso peso di plastica) e quindi con alto potere calorifico, con un notevole grado di resistenza e di
inalterabilità. Sono proprio queste due ultime caratteristiche che hanno reso le materie plastiche
importanti ed utili, ma queste stesse caratteristiche le rendono difficilmente degradabili nel tempo.
Il volume dei manufatti in plastica, inoltre, comporta un notevole spreco di spazio nelle discariche: in
peso la plastica rappresenta circa il 10% dei nostri RSU, ma occupa un volume del 25%.
Quando
si
parla
di
riciclaggio
questo
è
possibile
distinguerlo
in:
riciclaggio meccanico omogeneo: si applica alle plastiche selezionate e permette di ottenere delle
materie plastiche pure, essendo il materiale finale corrispondente al materiale iniziale.
riciclaggio meccanico eterogeneo: si applica alle plastiche non selezionate e permette di ottenere
materie plastiche aventi una qualità inferiore ma una resistenza molto grande (impiegata nei manufatti
per l'arredo urbano, per la cartellonistica, ecc...)
riciclaggio chimico: prevede il ritorno alla materia prima di base attraverso la trasformazione delle
plastiche usate in monomeri di pari qualità di quelli vergini, da utilizzare nuovamente nella
produzione.
riciclaggio energetico: si ottiene energia termica ed elettrica dalla combustione. In questa
prospettiva si può sfruttare l'elevato potere calorifico della plastica e la minor quantità di emissioni
rispetto ai combustibili tradizionali. Il recupero energetico prevede di riutilizzare l'energia contenuta
nei rifiuti plastici, che le deriva dal petrolio ed é interamente sfruttabile: la plastica ha un valore
calorifico uguale a quello del carbone e, sebbene in peso costituisca il 7% dei rifiuti, produce il 50%
di tutta l'energia generata durante la combustione. Il recupero di questa energia ed il suo utilizzo a fini
civili e industriali può essere attuato attraverso la combustione diretta dei rifiuti. In Europa si
bruciano attualmente circa 27 milioni di rifiuti (il 16% del totale), e si produce così energia per
riscaldamento e illuminazione. Se nel nostro continente tutti i rifiuti fossero utilizzati per generare
energia, si coprirebbe quasi il 4% del fabbisogno europeo di elettricità domestica.
tramite Package Derived Fuel (PDF). Si tratta del combustibile derivato dagli imballaggi contenuti nei
rifiuti solidi urbani (RSU) e alcuni studi condotti in Scandinavia hanno dimostrato che il PDF può
sostituire l'equivalente di 14 milioni di tonnellate di combustibile industriale per anno negli impianti
che
producono
energia.
Riciclaggio di PET ( polietilentereftalato): viene utilizzato per la produzione di bottiglie in
plastica.
Il suo impiego riguarda inoltre la produzione di fibre e filati tessili, la fabbricazione di giacche a vento
e di indumenti sportivi in generale, come per esempio guanti o indumenti.
Riciclaggio di PE ( polietilene): riciclato, viene utilizzato nei contenitori per detergenti, per
produrre fogli e film, tubi e manufatti per l'edilizia.
Riciclaggio di PVC ( polivinilcloruro): i materiali provenienti dal riciclo sono utilizzati per la
fabbricazione di tubi, raccordi, cavi elettrici e telefonici.
Al fine di meglio identificare i prodotti e i principali tipi di plastica, o famiglie polimeriche, si
riportano di seguito le varie specifiche:
•
il PE (Polietilene), che e' una resina termoplastica ottenuta dalla polimerizzazione
dell'etilene. A seconda della lavorazione, i prodotti finali possono essere, tra gli altri,
contenitori per detergenti, tubi, fogli e film;
•
il PET (Polietilene tereftalato), la cui composizione chimica permette un riutilizzo
praticamente illimitato. Fornisce prodotti dalle superfici dure e lucide con buone proprieta'
meccaniche, tra cui i contenitori per bevande;
•
il PVC (Polivinilcloruro), che, integrato con sostanze plastificanti prende una consistenza
gommosa: serve per produrre bottiglie, tapparelle e tubazioni, materiali per imballaggi, finte
pelli, giocattoli, parti di automobili
•
il PS (Polistirolo) che diventa polistirene espanso sinterizzato, materiale espanso rigido di
peso ridotto, derivato dal petrolio con aggiunta di pentano. E' utilizzato come isolante
nell'industria delle costruzioni, per imballaggio e protezione dei prodotti.
PP (Polipropilene) usato per la produzione di un numero elevatissimo di oggetti quali
•
vasche, contenitori, oggetti per per la casa.
La famiglia polimerica di appartenenza e' riconoscibile da un numero impresso sui contenitori stessi,
cerchiato dalle tre frecce che formano il triangolo simbolo del riciclo.
E' l'American Plastics Code System, che per comodita' viene qui riportato:
01
PET
- Polietilene tereftalato
02
HPDE
- Polietilene ad alta densità
03
PVC
- Polivinilcloruro
04
LPDE
- Polietilene a bassa densità
05
PP
- Polipropilene
06
PS
- Polistirene o Polistirolo
07
Altri polimeri
A seconda dei diversi sistemi di lavorazione, non tutte le famiglie polimeriche vengono attualmente
riciclate.
La metodologia di recupero utilizzata dalla ditta “RIGENERA DI Sfrecola Cosimo Damiano”
utilizza
il
riciclaggio
meccanico
meglio
descritto
Gli elementi essenziali di tale linea di produzione sono i seguenti:
nelle
righe
precedenti.
Gli impianti destinati al recupero di scarti possono essere realizzati in varie soluzioni dipendenti dalle
caratteristiche del materiale da trattare. Come riportato nello schema precedente l’estrusore è
corredato di alimentazione forzata, sistema di dosaggio gravimetrico o volumetrico, alimentatori
laterali, sistema di degasaggio maggiorato per l’estrazione di umidità, monomeri e solventi. Per la
granulazione del compound possono essere utilizzati sistemi diversi, quali tagli a spaghetti, ad anello
liquido o ad immersione. Le capacità produttive dei macchinari variano in funzione delle
caratteristiche del prodotto di recupero, dalla formulazione di processo richiesta e del grado di
filtraggio necessario. A tale tipo di applicazione è generalmente destinato l’estrusore meglio descritto
nel paragrafo seguente.
-
ESTRUSORE MCM 140 – 32 D
Dipendentemente dalla tipologia di prodotto da compoundare e sulla base delle esigenze del singolo
cliente vengono utilizzati vari tipi di estrusori:
• Estrusori a bassa velocità serie MCM – 150 giri/vite, particolarmente indicati per la lavorazioni
di prodotti termosensibili che necessitano di un costante controllo del processo di estrusione a basse
temperature.
PRODUZIONI kg/h MCM 140
Compounds caricati fino all'80% con polveri minerali (CaCo3 - Talco - TiO2) o cariche
autoestinguenti
* PP – PE
1100 - 2200
* PS - PA - PET - PBT - PC
1100 - 2000
Compounds rinforzati con fibra vetro fino al 50%
* PP
* PS – ABS - PA - PET - PC
Leghe polimeriche (PC/ABS) . (PC/PBT)
1100 - 2200
1100 - 2000
1200 - 2000
Compound con carica organica
1500 - 2000
Compound di PVC RIGIDO
1000 - 2000
Compound di PVC PLASTIFICATO
-
1700 - 2700
GRANULATORE TOP 1.200X800X630 RC
E’ impiegato per effettuare il taglio, la scheggiatura, granulatura di pezzi e di si materiale plastico a
mezzo di macinazione a lame.
Dimensioni di ingombro della macchina
Lunghezza massima: 3.400 mm
Larghezza massima:
2.900 mm
Altezza massima:
4.300 mm
Massa netta:
13.000 Kg
Dimensione bocca di alimentazione: 1.200 x 800 mm
Caratteristiche tecniche
Diametro rotore
630 mm
Larghezza lame
500 mm
Numero lame rotanti 4
Numero controlame
-
2
MISCELATORE Mod. TS/8000
Sono progettati per sopperire alle più variegate esigenze di miscelazione di granulati, macinati e
densificati, e sono ideali per la colorazione con l’uso di pegmenti o master. La potenzialità è di 5.000
Kg (per prodotti con densità pari a 0,6 Kg/dm3).
-
CICLONE DI DECANTAZIONE CIC 1000
I Cicloni della serie CIC sono impiegati per la separazione aria/materiale e vengono progettati in
base alle caratteristiche del prodotto da trattare.
-
SILO FOGLIA – SFO 7
Viene impiegato per lo stoccaggio ed il dosaggio in linea di materiali flessibili macinati. E’ costruito in
acciaio inox con fondo piano e munito di estrattore.
Tipo
Capacità
A*
B
C
kW
SFO 7
7m³
/
2000
2100
7,5
-
COCLEA A CASSA – COC 250
Le coclee della serie a cassa (COC) sono sistemi utilizzati per il trasporto del materiale ai macchinari
che compongono l’impianto.
-
REFRIGERATORE 30GV 020-059
Ha il compito di refrigerare l’acqua usata dall’estrusore.
Al fine di meglio chiarire il ciclo di produzione attuato nella ditta “Rigenera di Sfrecola Cosimo
Damiano” si riporta di seguito lo schema a blocco dell’attività.
Ingresso rifiuti
ARRIVO NEL CENTRO E
STOCCAGGIO IN CUMULI ALLA
RINFUSA
(messa in riserva R13)
CERNITA, SEPARAZIONE E
SELEZIONE DEI MATERIALI
INIZIO LAVORAZIONI
MATERIE PLASTICHE
Stoccaggio del materiale
recuperato
CESSIONE AD ALTRI OPERATORI CHE
EFFETTUANO LA GESTIONE DEI RIFIUTI
In tale schema è chiaramente riportato l’unico punto di emissione convogliato dell’impianto,
identificabile in un camino posto al di sopra dell’estrusore e mglio indicato nel rilievo fotografico
seguente:
E
Emissioni
Normativa di riferimento
Principale riferimento per valutare la qualità dell’ambiente atmosferico sono gli standard di qualità
dell’aria, che le legislazioni europea ed italiana hanno fissato negli anni più recenti, in particolare:
D.Lgs n. 152/06 “Norme in materia ambientale” – Parte Quinta
“Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera”
Le interazioni con l’atmosfera, durante la fase di esercizio dell’impianto di estrusione, sono provocate
dalle seguenti tipologie di emissioni:
- polveri (sostanze solide, che a causa della loro densità, granulometria, forma del granulo, resistenza
all'abrasione, composizione o contenuto in umidità, possono dare luogo ad emissioni);
- sostanze organiche volatili in seguito riportate come SOV.
Le emissioni di polvere sono prodotte da:
- fase di carico – scarico dei materiali, riempimento big bags di granulo in quanto le altre parti
dell’impianto sono asserviti da cicloni dei granuli nell’impianto;
- movimentazione di MPS con mezzo operativo.
Per quanto riguarda le emissioni odorigene, le fonti di odore provenienti dall’attività sono del tutto
trascurabili, e pertanto non è necessario applicare particolari misure di mitigazione in quanto non è
previsto il trattamento (l’ingresso in impianto), la produzione e lo stoccaggio di rifiuti con
componenti organiche putrescibili o volatili.
Alla luce di quanto riportato precedentemente, sono state effettuate delle rilevazioni delle polveri
diffuse sviluppantesi durante le operazioni di scarico e di lavorazione misurate in posizione centrale
dell’impianto al fine di avere un efficace riscontro delle valutazioni fatte (punto E2).
Per quel che concerne le emissioni convogliate, queste sono state eseguite nel punto E1 chiaramente
indicato precedentemente in corrispondenza dell’estrusore nonché sulla allegata planimetria.
I risultati di tali analisi sono riportati nel Rapporto di prova n. 19/RIGENERA/022837/12 della
Società AMBIENTALE s.r.l.. relativamente alle emissioni convogliate e nel Rapporto di prova n.
20/RIGENERA/031314/12 per quel che concerne le emissioni diffuse.
E’ necessario stabilire che non esistono limiti normati per le emissioni diffuse e pertanto in
mancanza di essi si è fatto riferimento, nella tabella seguente, ai limiti imposti per le
emissioni convogliate.
N°
Tipo
Provenienza
Impianto
p.to
Inquina
Concentrazi
Flusso
nti
one
massa
(mg/Nm3)
(g/h)
emis
di
Valore limite
(mg/Nm3)
sione
E1
CONVOGLIATA
E1
CONVOGLIATA
E2
DIFFUSA
Camino
estrusore
Camino
estrusore
Carico-scarico
lavorazione
ATTIVO
Polveri
0,3
0,20
---
ATTIVO
SOV
0,16
0,11
---
ATTIVO
Polveri
1,2
---
50
I valori rilevati come emissioni convogliate portano ad escludere la necessità di ricorrere
all’utilizzo di sistemi di abbattimento (filtri ecc.). L’Azienda, come meglio chiarito nei
paragrafi seguenti continuerà a monitorare periodicamente tali emissioni al fine di garantire
il rispetto dei limiti legislativi.
PIANO DI MONITORAGGIO
Il piano di controllo da adottarsi nell’impianto ha lo scopo di monitorare gli aspetti ambientali, in
condizioni di esercizio operative normali, indotti dall’attività costituiti dalle emissioni sui corpi
ricettori assicurando la base conoscitiva di tutti quei dati che consentono la verifica di conformità ai
limiti emissivi previsti dalle vigenti normative.
Per eseguire il monitoraggio vengono individuati, attribuendone le relative funzioni e responsabilità, i
seguenti due soggetti:
il gestore dell’impianto che ha la responsabilità di:
fare eseguire i controlli con la periodicità stabilita;
affidare i controlli solo a personale tecnico e laboratori qualificati;
registrare i dati relativi ai controlli periodici ed archiviarli presso l’impianto a disposizione delle
Autorità competenti;
il personale tecnico ed i laboratori di analisi, incaricati dal gestore, hanno la responsabilità di:
utilizzare metodi di rilevamento, prelievo ed analisi, in relazione ai parametri da monitorare,
rispettando i criteri, le tecniche e le metodiche previste dalla legislazione vigente relazionando inoltre
il gestore (soggetto non tecnico) sui risultati del monitoraggio.
Gli aspetti ambientali e gestionali da monitorare sono:
a) qualità dell’aria
b) ambiente idrico superficiale e sotterraneo
c) rumore
d) misure/controlli di tipo gestionale
Per ognuno di questi aspetti, vengono di seguito illustrati i parametri monitorati e/o le misure
gestionali adottate.
a) Qualità dell’aria
L’analisi della qualità dell’aria sarà condotta in corrispondenza dell’impianto di estrusione e nell’area
di lavorazione in modo da valutarne la reale efficienza e provvedere, oltre alle manutenzioni
ordinarie, a quegli interventi straordinari nel caso le analisi rivelassero un situazione mutata rispetto ai
rilievi effettuati. La Ditta adotterà un apposito registro di marcia dell’impianto, con pagine numerate
e firmate dal Responsabile dell’impianto, per l’annotazione di quanto sotto specificato:
• giornalmente l’inizio e la fine dell’attività;
• interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria;
• guasti accidentali nonché le interruzioni dell’impianto produttivo;
• la data, l’orario e i risultati dei controlli alle emissioni nonché le caratteristiche di marcia
dell’impianto nel corso dei prelievi.
Si effettuerà il controllo analitico delle emissioni determinando annualmente la quantità di polveri
totali nonché variazioni importanti nelle SOV. Gli esiti del monitoraggio saranno comunicati agli
Enti preposti così come previsto dalla normativa vigente.
La presente relazione tecnica descrittiva così come innanzi rappresentata, è stata redatta sulla scorta
dello stato dei luoghi, delle attrezzature e della organizzazione tecnico-operativa e logistica che la ditta
“RIGENERA di Sfrecola Cosimo Damiano” attua, fatti salvi pareri e autorizzazioni degli enti
all’uopo previsti.
Si rilascia per gli usi consentiti dalla Legge.
Barletta, lì Maggio 2012
I TECNICI
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