Parco avventura e rispetto della natura - Fito

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Parco avventura e rispetto della natura - Fito
ARBORICOLTURA
Parco avventura
e rispetto della natura
Il nostro Paese offre un patrimonio
ambientale unico per chi voglia trascorre del tempo di qualità all’aria
aperta. Poter godere delle bellezze
naturali è una attività assai praticata e, negli ultimi anni, prendono sempre più piede le esperienze
che vivono il paesaggio in modo
dinamico, interattivo, divertente e
coinvolgente. Non avremmo nulla da recriminare su questa scelta
di essere parte interagente con il
sistema naturale, a patto che non
comporti una serie di effetti collaterali, sull’ambiente che l’uomo fa
proprio.
Pensiamo ad esempio ai sempre
più diffusi parchi avventura che
promettono emozionanti giornate a contatto con gli alberi in un
ambiente appositamente adattato
dall’uomo. Dopo attenta valutazione dell’ambiente naturale, vengono
progettate strutture adatte a realizzare percorsi acrobatici a scopo ludico. In sostanza si tratta di creare
percorsi in quota costituiti da piattaforme in legno, tronchi oscillanti,
reti da arrampicata, liane, ponti tibetani, cavi teleferiche e passerelle.
Il tutto ideato con diversi gradi di
difficoltà in base all’altezza di percorso e alla tipologia di passaggi,
più o meno complessi, che promettono di far divertire sia bambini che
adulti. La frequentazione del parco
avventura è praticata da coloro che
sono attratti dal divertimento ottenuto con il superamento dei propri
limiti, e con le sensazioni vertiginose date dalla quota e dalla velo6
Divertirsi tra e con gli alberi?
cità di discesa con carrucole. Altri
interpretano il percorso addirittura
come se si trattasse di un vero e
proprio tracciato sportivo da percorrere nel minor tempo possibile.
In tutti questi casi il successo di
pubblico deriva dalla bellezza del
contesto nel quale si trova e dal
senso di sicurezza che accompagna il visitatore. Se a prevalere fosse il senso della paura, dell’insicurezza, molto dello scopo ludico
sarebbe perso.
A questo scopo il personale addetto
all’accompagnamento dei visitatori
riceve formazione specifica e svolge a sua volta un corso formativo ai
visitatori per prepararli alle insidie
del “tarzaning” – o come si dice
più recentemente, dell’”arboring”,
da arboricolo, inteso come organismo che predilige stare sugli alberi.
Se gli utenti quindi devono essere
adeguatamente istruiti all’uso delle
strutture, altrettanta cura deve essere riposta nella revisione periodica degli impianti. Il tutto seguendo
specifiche normative di qualità, che
assicurano la buona gestione dei
processi di controllo.
È per quanto riguarda gli alberi?
Essi costituiscono la trama dell’impianto, e vengono opportunamente
valutati e analizzati al momento
della progettazione e realizzazione
dell’impianto. Ma si tratta di strutture viventi che si evolvono nel tempo sia in termini dimensionali sia
per quanto riguarda le condizioni
di vitalità e stabilità.
La realizzazione delle strutture in
appoggio ai tessuti legnosi dovrebbe ben considerare gli effetti delle
frizioni sulle cortecce, delle sollecitazioni date dall’aggravio dei carichi propri e delle tensioni a cui il
materiale è soggetto.
Un albero non è costituito, come
un palo, da materiale omogeneo al
suo interno, ma da una sovrapposizione annuale di alberi, ogni anno
uno nuovo, che si accresce in base
alle particolari condizioni di crescita di quel momento. Lo spessore e
le caratteristiche chimiche di ogni
cerchia annuale possono variare
molto – così come ci sono variazioni lungo la medesima cerchia
annuale –.
Individuando alberi sani e ben
strutturati, sarà comunque possibile
ideare percorsi in piena sicurezza, in quanto l’albero è in grado di
distribuire correttamente i carichi
propri alla base del tronco e di qui
al terreno (è questo lo stesso principio che consente di lavorare in
sicurezza in tree-climbing quando
bisogna effettuare lavori di potatura
in contesti poco accessibili da automezzi).
Non bisogna sottovalutare inoltre
gli effetti dell’intenso compattamento del suolo per calpestio che si
verifica nei punti di maggiore frequentazione. L’ossigenazione dei
primi strati di suolo, la dotazione di
sostanza organica e la microfauna
del terreno possono cambiare drasticamente rispetto a un contesto
naturalizzato. Tornando alle problematiche connesse all’impiego
di materiali non adeguati, bisogna
riflettere sull’effetto degli usi di cavi
metallici a contatto con le cortecce.
Sebbene il metallo costituisca un
valido materiale per resistenza e
durabilità, le lesioni per frizione,
oltre che l’inglobamento nei tessuti
corticali, procurano danni permanenti all’albero.
La scelta di impiego di materiali
sintetici alternativi e sistemi di fissaggio adeguati, può ovviare molto
a questi inconvenienti. Un ottimo
prodotto è rappresentato dai cavi
Boa e dal sistema di fissaggio Arbofun, sviluppato sulla esperienza
decennale dei produttori dei cavi per l'ancoraggio delle branche
in quota. La realizzazione di una
passerella con cavi d’acciaio deve
considerare la maggiore tensione
del cavo stesso dovuta alla crescita diametrale dei fusti usati come
supporto. Per non raggiungere il
punto di rottura, è necessario allungare periodicamente il cavo stesso,
ma ciò è difficilmente realizzabile
in quanto spesso si predilige, per
motivi di sicurezza, tagliare l’eccesso di cavo subito dopo il morsetto.
Quindi non resta che sostituire tutto
il cavo di acciaio con dispendio
economico rilevante. Ecco quindi
che le corde di materiale sintetico
(come Boa), che risultano facilmente regolabili, sono uno strumento
ideale per evitare lesioni agli alberi
e inutili sprechi di materiale. Il sistema di fissaggio Arbofun, consente
di installare i materiali, più leggeri
dei cavi d’acciaio e meno lesivi in
caso di cadute accidentali, in modo appropriato, disaccoppiando la
sommatoria delle forze che agiscono in modo verticale e orizzontale
sull’albero e preservandolo così da
danni irreparabili.
Se si saprà realizzare al meglio il
percorso avventura nel pieno rispetto degli alberi, allora si che
l’arboring sarà una pratica di vera convivenza con la natura e di
espressione della nostra parte più
emozionale.
Rivista tecnica - informativa
Fito-Consult e Agri-Consult Varese
Fondata nel 1989
Direttore responsabile
Fiorenzo Croci
Collaboratori a questo numero
Elena Baratelli
Stefania Barbieri
Fabio Borghi
Monica Castiglioni
Santiago Garçia Doval
Svante Hansson
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Raffaele Mason
Laura Mendiburu
Marco Rossi
Marilyn Shigo
Renzo Tamborini
Lothar Wessolly
Ambrogio Zanzi
Cecilia Zanzi
Daniele Zanzi
Grafica:
Graffiti s.a.s.
Varese: Via Malnasca, 13
Tel. 0332.435327
Stampa
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Copia Omaggio
Edizioni: Daniele Zanzi
Registrazione Tribunale di Varese
n° 570 del 24/10/89
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