Iran, tesori dell`antica Persia

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Iran, tesori dell`antica Persia
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A lungo più non saremo,
ed il mondo continuerà ad essere,
né nome né traccia di noi resterà.
Prima d'ora non eravamo,
e non ve ne fu alcun danno,
dopo d'ora più non saremo
e tutto sarà di nuovo uguale.
Omar Khayyam
16-26 settembre 2017
viaggio culturale
Iran, Paese del leone e della Spada, come il suo simbolo è forte e coraggioso, luogo d’incanto, di
dolcezza e di dolore, che affonda le sue radici nella grande civiltà persiana.
Perché la Persia, culla di civiltà a partire dal quinto millennio a.C., è stata lo scenario di grandi regni e
imperi che hanno inciso la storia : Assiri, Medi, Persiani, Parti, Sasaridi, Arabi, Turchi, Mongoli, Safavidi,
Cagiari.
Patria di città magnifiche: la forza e l’ energia potenti di Persepoli, costruita da Dario nel 518 a.C. e
distrutta da Alessandro Magno;
Isfahan, anima della Persia sciita, gioiello del Rinascimento, con moschee e minareti, sublimi cupole
azzurre, eleganti palazzi dipinti e romantici ponti; Shiraz, cuore della cultura medievale persiana, sede
universitaria e capitale nel XVIII secolo; il capolavoro in terra cruda di Yazd, culla del culto di Zoroastro.
Se pensate ad un paese cupo e triste, a donne silenziose sotto il velo nero vi sbagliate. Resterete stupiti
di come gentilezza, disponibilità, sorriso, speranza e orgoglio siano caratteristiche uniche e
fondamentali di questo popolo accogliente. Di come la presenza femminile sia ovunque, prepotente e
allo tempo stesso, intorno ad essa, emergono in modo evidente e doloroso le molte contraddizioni della
società iraniana.
I nomi Iran e Persia sono spesso usati in modo intercambiabile.
Il 21 marzo del 1935, lo shah Reza Pahlavi chiese formalmente alla comunità internazionale di riferirsi al
Paese con il suo nome originario, Iran. Nel 1959, lo shah Mohammad Reza Pahlavi annunciò che ci si
poteva riferire al Paese indifferentemente con il nome originario di Iran o di Persia. Il nome
Persia deriva dall'antico nome greco dell'Iran, Persis, che a sua volta deriva dal nome Pars o Parsa , il
clan principale di Ciro il Grande, che ha dato il suo nome anche a una provincia dell'Iran meridionale,
Fārs. I re della Parsa stabilirono un impero che venne conosciuto in Occidente come l'impero persiano il più grande che il mondo abbia mai conosciuto fino a quel tempo. In questa terra, intorno al XII secolo
a.C si insediarono le tribù germaniche, ariane.
PROGRAMMA IN DETTAGLIO
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1° giorno
Partenza da Venezia (partenze possibili da altri aeroporti italiani )
Arrivo a Teheran e trasferimento in albergo.
2° giorno
Teheran
Teheran, situata a 1100 metri di altitudinein, in persiano significa " andare verso il basso". Infatti il
centro originario era localizzato su un altopiano ai piedi della catena montuosa Alborz, i cui picchi, visibili
verso nord, superano i 4000 metri. E’ la sede del governo nonché il centro delle attività commerciali e
imprenditoriali del paese. La zona intorno al centro è composta principalmente da quartieri popolari,
mentre le zone più benestanti si trovano a nord. L'urbanizzazione degli ultimi anni ha portato ad una
espansione incontrollata fino alle pendici dell'Alborz, complice anche la tarda promulgazione di leggi che
proteggessero il delicato ecosistema montuoso.
Miseria e ricchezza, modernità e tradizione, religione e laicità, quartieri alti e quartieri miseri, convivono
e si sfidano in continuazione in un calvario di inquinamento e di ingorghi. L'Iran non vanta certo una
delle più deliziose capitali del mondo: il cronico sovraffollamento e la mancanza di piani urbanistici
adeguati hanno contribuito a fare di Teheran una metropoli poco piacevole, e qui, nella sua arteria
principale lunga 18 km, emergono come in nessun altro luogo le contraddizioni di questa terra.
Le distanze sono enormi, il traffico è così spaventoso da lasciarvi scioccati, e i principali luoghi di
interesse turistico sono sparpagliati in tutta la città. Tuttavia, gli alberghi sono buoni, la varietà di
ristoranti è impressionante, i servizi sono nettamente migliori rispetto a quelli che troverete nel resto
del paese , gli abitanti della capitale sono persone cordialie e per concludere vanta la presenza di ottimi
musei.
Giornata dedicata alla visite. Il Museo Nazionale dell’Iran, che ripercorre la storia dell’arte e della
cultura iranica attraverso reperti archeologici che vanno dal 6000 a.C. fino al periodo islamico. Al piano
terra sono esposti reperti appartenenti esclusivamente all'epoca preislamica: notevoli il bassorilievo
della sala delle udienze, appartenente al Tesoro di Persepoli, che raffigura il re Dario I e risale al VI sec. a.
C. e, ancora da Persepoli, la famosissima iscrizione di Dario in tre lingue, persiano antico, accadico ed
elamita. Il Golestan, costruito dai Safavidi, fu ampliato dalla dinastia qagiara che ne fece la sua
residenza . Si tratta del più antico monumento della città, parte di un complesso di edifici un tempo
racchiusi dalle mura della storica cittadella, Arg. Il Museo del Vetro e della Ceramica è uno dei più
interessanti di Teheran, sia come monumento storico sia per la collezione degli oggetti esposti. Costruito
intorno al 1910, esso è l'esempio più notevole di architettura del periodo cagiaro in tutto il Paese.
Si ripercorre la storia dell'arte vetraria e della ceramica fin dalle origini, risalenti rispettivamente a
5.000 e 10.000 anni fa. Pranzo e cena a Teheran
Pernottamento Teheran
3° giorno
Teheran – Qom ( 130 km ) – Kashan - 259 km totali
Partenza per Kashan.
Durante il tragitto la visita di Qom, la “studiosa” cuore teologico del mondo sciita, che ospita studenti
provenienti da Oriente, Africa e anche dall’America, che qui studiano nelle sue numerose
madrasse. Seconda città santa per importanza dopo Mashhad , rimane una delle più religiose e
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conservatrici dell’Iran. Città dalle 500 moschee con oltre un milione di abitanti, isolata in un polveroso
deserto a 130 km da Teheran. Al centro la grande cupola dorata dell’imponente santuario della donna
senza errore e senza peccato Fāṭima al-Maʿsūma.
Proseguiamo per Kashan, città oasi carovaniera, ai margini del deserto del Dasht–e-Kavir. La città
vecchia presenta ancora tutte le caratteristiche delle architetture del deserto. A Kashan infatti sono
state restaurate le più belle e sontuose residenze private. Lo stile è prevalentemente Quajar, con
specchi e vetri colorati, stucchi straordinari, cortili interni, cupole impreziosite da pitture e impeccabili
geometrie. Il tutto costruito con quell’ ancestrale sapienza architettonica che, nel rispetto dell’ambiente
e con l’uso di materiali coevi, consente di vivere in dimore fresche e ventilate anche nel torrido clima
estivo del deserto.
Visitiamo Bagh-e-Fin, o giardino di Fin, disegnato per lo Shah Abbas I, a immagine del paradiso, la
splendida dimora di Borujedi e la Moschea di Agha Bozorg
Al centro del Bazar, vediamo il Saraye Aminoddole un caravanserraglio dell’epoca Qajar.
Pranzo, cena, pernottamento a Kashan.
4° giorno
Kashan – Abyaneh - Isfahan 141 km + Abiyaneh
Partenza per Abyaneh, situato in una pittoresca vallata ai piedi del Monte Karkas (3.900 m). Un
villaggio di montagna che si caratterizza per il colore rosso delle case, costruite con mattoni crudi,
ottenuti da un impasto di acqua, paglia e terreno argilloso. Iil ferro contenuto nel terreno, ossidandosi,
da' questo caratteristico colore. Il paese è noto anche per i colorati costumi tradizionali indossati dalle
donne. A testimonianza delle antiche origini del villaggio -almeno 1500 anni - e del suo isolamento, gli
abitanti più anziani parlano ancora una varietà di farsi scomparsa ormai da secoli dal resto del paese
Proseguiamo verso Isfahan.
Byron scrisse: “Isfahan è uno di quei rari luoghi, come Atene o Roma, in cui l’umanità trova comune
sollievo”.
Si sa poco della storia antica di Isfahan. Prima che la città conquistasse il titolo di capitale imperiale nel
XVI secolo, i mongoli distrussero gran parte dei vecchi edifici costruiti durante il regno del glorioso scià
safavide Abbas I.
Visitiamo due ponti sul fiume Zayandeh-Rud: il Ponte Sio Se Pol, o dell 33 arcate e il Ponte Khaju .
L’importanza dei ponti di Isfahan non risiede solo nella loro splendida architettura, ma anche nella loro
funzione pratica, sociale e di elevazione spirituale. A questo mirava il Principe, nell’interesse dei suoi
sudditi e della sua propria salvezza. Funzionavano come dighe, mercati di frutta e ortaggi di primo
mattino o luoghi di aggregazione dove, all’ombra di padiglioni dipinti, si sorseggiava il te` o si fumava il
narghilè. Erano meta di passeggiate serali, quando l’aria impregnata di freschi vapori anticipava i piaceri
del paradiso islamico.
Pranzo a Abiyaneh
Cena e pernottamento a Isfahan
5° giorno
Isfahan
Le tegole color blu chiaro degli edifici islamici di Isfahan e i maestosi ponti della città sono in perfetto
contrasto con il paesaggio iraniano, caldo e secco, che la circonda: è un luogo che non dimenticherete
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facilmente. Non solo l'architettura è superba e il clima piacevole, ma qui c'è un'atmosfera piuttosto
tranquilla, se paragonata a quella di molte altre città del paese. È un centro che invita a passeggiare, a
perdersi nel bazar, a bighellonare per i bei giardini e a incontrare gente.
Il famoso detto 'Isfahan nesf-é jahan', "Isfahan è la metà del mondo" fu coniato nel XVI secolo per
esprimere la grandiosità della città, vestigia imperdibili come la stupenda piazza reale, oggi Imam
Khomeini, una delle più grandi del mondo, dove si affacciano, le moschee Masjed-e Emam e Masjed-e
Sheikh Lotfollah, capolavori dell'architettura e dell'arte persiana islamica; il Museo e il Parco Chehel
Sotun, un meraviglioso padiglione del XVII secolo ; la Cattedrale di Vank, lo storico fulcro della chiesa
armena in Iran; il palazzo Ali Qapu, il Gheisarieh Bazar o Bazar Imperiale con le numerose botteghe di
artigianato.
E ancora il Palazzo delle 40 colonne o Chehel Sotun è il padiglione dove il re accordava le udienze, il suo
nome deriva dalle colonne del talar che si riflettono nell’acqua della vasca antistante. E’ affrescato,
secondo una tradizione antica, con pitture che rappresentano eventi storici dell’epoca. Alcune risentono
dell’influenza europea, altre mantengono lo stile della miniatura delle corti persiane.
Tutti questi padiglioni inseriti nel contesto di giardini, o pardis, da cui “paradiso”, fanno parte della
tradizione palaziale persiana. Dunque dimore paradisiache create per esaltare la bellezza e il piacere,
materializzazione ed umanizzazione del sogno di popolazioni nomadi aduse all’aridità e alla calura del
deserto.
Pranzo picnic lungo il fiume
Cena e pernottamento
6° giorno
Isfahan – Nain - Yazd 338 km
Partenza per Yazd. Durante il viaggio visiteremo la cittadina di Nayin, con la sua caratteristica bioarchitettura. Qui vedremo la Moschea del Venerdì, una delle più antiche dell’Iran, la vicina CasaMuseo, con pareti di rara bellezza e il vecchio affascinante Bazar, ora in disuso.
Proseguimento per Yazd, incredibile capolavoro in terra cruda. Chiamata dai locali “la sposa del deserto”
(arus-e kavir) é situata a 1.216 metri, in un’oasi fra i deserti del Dasht-e Kavir , salato, e del Dasht-e Lut ,
sabbioso. A sud ovest si eleva la catena montuosa Shir Kuh la cui cima più alta oltrepassa i 4,000 m. E’ la
più arida tra le città iraniane.
Yazd era un importante centro zoroastriano ( vedi approfondimento ) in epoca sassanide e ha
mantenuto questa sua caratteristica, nonostante le vicissitudini dei secoli successivi.
La città, dopo 3000 anni di storia, si è saputa ben adattare all’ambiente desertico che la circonda. Le
case hanno sul tetto le badgirs ,cosiddette “torri del vento”, specie di comignoli che tirano dentro
l’aria esterna e la raffreddano, grazie alla presenza di vasche con acqua fredda, così rinfrescano
l’ambiente nelle calde giornate estive. A Yazd vivono i più abili costruttori di qanat , labirinti sotterranei
che trovano l’acqua nel sottosuolo e riescono a renderla fruibile dalla popolazione. Esistono degli
esempi di yakhchal (fossa del ghiaccio), di cui alcuni ancora oggi usati per la conservazione del ghiaccio,
proveniente dalle montagne vicine.
Pranzo a Nayin, cena e pernottamento a Yazd
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7° giorno
Yazd
Intera giornata dedicata alla visita della citta’. Vediamo le Torri del Silenzio, dove venivano adagiati i
corpi dei defunti ( vedi approfondimento) e visitiamo Atash-Kadeh , in cui si conserva il sacro fuoco
zoroastro, che rappresenta il divino e la purezza e arde da 1500 anni ininterrottamente, meta
di pellegrinaggi di devoti zoroastriani. La Moschea del Venerdi’, dal cui portale, pistach, si slanciano i
due minareti più alti dell’Iran.
Possiamo poi assistere ad uno sport tradizionale nella Zurkhaneh (casa della forza) dove la religione si
fonde con lo sport, con canti ritmati che parlano dei profeti si esguono esercizi con clavi di diverse
misure e pesi.
Pranzo cena a Yazd
Pernottamento
8 giorno
Yazd – Pasargad – Shiraz 449 km
Partenza per Shiraz.
Lungo il tragitto sosta alle rovine di Pasargade che si trovano a circa quaranta chilometri a nordest di
Persepoli, nella provincia iraniana di Fars, prima capitale dell'Impero achemenide. Fondata da Ciro il
Grande, padre della storia, fu sua dimora fino a che il centro di comando del regno non venne spostato
a Persepoli. Recenti ricerche hanno mostrato come le fondamenta degli edifici di Pasargadae fossero
state progettate per resistere ad un terremoto che oggi sarebbe classificato come di settima magnitudo
nella scala Richter.
Pochi i resti rimasti, ancor meno le abitazioni. Dalle testimonianze dovevano esserci grandi palazzi come
quello delle Udienze, dei Militari, quello personale del Re dei Re, circondati da immensi giardini
coltivazioni e foreste. Rimane l’austera Tomba di Ciro, che oggi si erge solitaria ma non meno
impressionante per il simbolo che rappresenta , un monumento che incute un senso di profonda
reverenza.
Picnic a Pasargade
Cena e pernottamento a Shiraz
9 giorno
Shiraz – Persepolis – Naghse Rostam - Shiraz
Giornata dedicata ai grandi siti archeologici degli Achemenidi e dei Sasanidi. Visitiamo la necropoli
reale , Naghsh-e- Rostam, luogo di grande suggestione, che conserva le tombe rupestri dei grandi re
Achemenidi, e i bassorrievi-manifesto dei re Sasanidi . Quattro grandi tombe cruciformi appaiono
scavate nel fianco delle montagne, come grandi aquile con le ali spiegate: un’iscrizione identifica quella
di Dario il Grande, mentre le altre sono attribuite a Dario II, ad Artaserse I e a Serse. Sulla facciata
campeggiano le immagini dei sovrani in adorazione del fuoco. Proseguiamo con Persepolis, la città sacra
fondata da Dario nel 524 a.C. per celebrare il 21 marzo la festa del Nouruz. Persepoli, il Trono di
Jamshid, era un imponente e magnifico complesso di palazzi, bruciato fino alle fondamenta nel 331 a.C.
durante il regno di Alessandro Magno, da un incendio del quale è ancora oggi dubbia la causa: non si sa
se sia successo accidentalmente o come ritorsione per la distruzione di Atene da parte di Serse. Le
vestigia che si vedono oggi sono solo l'ombra dell'antica gloria di Persepoli, ma si può ancora avere
un'idea esauriente della sua maestosità se vi portate una cartina e usate un pizzico d'immaginazione.
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Incredibile ma vero, l'intero sito era ricoperto da polvere, da terra e dalle sabbie accumulatesi nel corso
dei secoli prima che venisse scoperta all'inizio degli anni Trenta. Lì il Grande Re riceveva le delegazioni
dei popoli sottomessi che in lunghe processioni, venivano ad offrire doni e tributi. Un’amplissima
scalinata dava l’accesso all’unica porta della città. I principi e i governatori che venivano a rendere
omaggio al re dei re, oltrepassati i tori alati androcefali in pietra che, secondo lo stile assiro,
proteggevano la porta, si trovavano di fronte a una immensa spianata sulla quale si innalzavano,
orientate verso sud, due grandiose sale ipostile dette “la sala delle udienze” e “la sala delle 100
colonne”. I bassorilievi più straordinari, che si possono annoverare tra le testimonianze storiche più
impressionanti di tutto l’Iran, sono quelli scolpiti lungo la scalinata dell’Apadana. La fama del fasto e
della grandiosità persiana giunse a rappresentare, soprattutto per i Greci di Alessandro, il simbolo di
lusso più grandioso del mondo. Con la sua distruzione veniva colpito il cuore pulsante di quella grande
civiltà.
Pranzo a Persepolis
Cena e pernottamento a Shiraz
10 giorno
Shiraz
La giornata è dedicata alla visita della capitale del Fars, città molto antica, che conobbe momenti di
prosperità e di decadenza. Nel 1760, Karim Khan Zand, la elesse capitale del suo breve regno. Proprio
agli Zand, e ai loro successori, i Qajar, (1796-1925), che in qualche modo ne sposarono l’ispirazione
artistica, si deve l’incanto di questa piacevole e raffinata città. Città degli usignoli, delle rose di antichi
poeti, filosofi e dottori. Certo i giardini e gli usignoli cantati dai poeti non ci sono quasi più, restano
un’immagine letteraria, ma nondimeno il profumo delle rose e della vita di corte è ancora lì.
A Shiraz vissero, tra il XIII e il XIV secolo i grandi poeti Hafez e Sa’adi, i più importanti del paese e di
tutto il Medioriente. Questi due straordinari autori sono oggi più vivi che mai nel cuore degli iraniani,
infatti i loro versi vengono considerati i depositari dei valori della cultura persiana. Il flusso dei visitatori
iraniani che recitano le loro poesie a memoria è continuo, i loro versi sono infatti conosciuti da tutti,
anche da analfabeti, perché si avvalgono di figure chiave e simboliche, allusive, comprensibili a tutti e il
significato può cambiare a seconda della propria sensibilità, così il vino colore rubino decantato da Hafez
che si beve a volontà per dimenticare le pene d’amore diventa bevanda spirituale dell’anima, parola di
Dio. Non dimentichiamo che Shiraz fino al proibizionismo è stata capitale mondiale del vino e vitigno
omonimo!
Visitiamo la tomba di Hafez; la Moschea Vakil , con l’incantevole decorazione di alberi ieratici e
ghirlande di fiori appassiti, la cui sala di preghiera invernale è sostenuta da 48 colonne monolitiche; la
Madrasa del Khan, le cui decorazioni di fiori rasa e blu con uccellini ci rimandano agli affreschi dei
palazzi; passeggiamo lungo il bel Bazar, unico in Iran per l’architettura in mattoni dipinti, cui un secolo
dopo fu aggiunto il caravanserraglio Saray-e-Moshir.
Pranzo e cena a Shiraz
In tarda serata trasferimento all'aeroporto di Shiraz e volo di rientro a Venezia
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