SOMMARIO Da dove viene la violenza • Il massacro di Felisburgo di
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SOMMARIO Da dove viene la violenza • Il massacro di Felisburgo di
Numero 26 aprile 2006 Periodico in rete a cura della Associazione Culturale Idee e contributi per l’ALTERNATIVA Punto Rosso SOMMARIO Da dove viene la violenza • Il massacro di Felisburgo di Antonio Lupo Contro i movimenti contadini di occupazione delle terre incolte, da sempre e ovunque i latifondisti hanno risposto con la violenza armata, spesso con la complicità dei governi e della polizia. Così è stato anche in Brasile, a Felisburgo. • Appello del Comitato “Giustizia per Felisburgo” Europa in Movimento - La rubrica di Vittorio Agnoletto • Quello che la Romania non dice L’entrata della Romania nell'Unione europea è prevista per il 2007 e i negoziati sono attualmente in corso. Uno degli elementi di discussione è la situazione della minoranza rom, ancora pesantemente discriminata nel Paese dell’Est europeo. Una piccola Onlus per grandi progetti • Fonti di Pace Punto Rosso • Campagna di autofinanziamento 2006 Rosso Notizie • Iniziative • LUP - Libera Università Popolare • Novità Edizioni Punto Rosso Per andare ai testi cliccare sui titoli del Sommario Redazione: Bruno Carchedi (339/22.37.866), Roberto Mapelli, Giorgio Riolo presso “Associazione Culturale Punto Rosso” di Milano tel e fax: 02/87.43.24 - 02/87.50.45 - [email protected] Per approfondimenti: “Archivio del Sapere Condiviso” su www.puntorosso.it Antonio Lupo Il massacro di Felisburgo ”I potenti potranno uccidere una, due o tre rose, ma non riusciranno mai a fermare la primavera intera” Ernesto Che Guevara Negli ultimi 20 anni di vita il Movimento contadino brasiliano (di cui i Sem Terra - MST sono parte importante) ha avuto circa 1400 dei suoi militanti ammazzati dai latifondisti o dalla polizia. Solo in 75 casi si è arrivati ai processi, con la condanna di cinque mandanti e 64 esecutori. Il 10 dicembre 2005 a Belem (Parà) due dei cinque assassini della suora Dorothy Stang, ammazzata il 12 febbraio 2005 ad Anapu, nella regione Transamazzonica, sono stati condannati rispettivamente a 27 e 17 anni di prigione. Dorothy viveva lì da oltre 30 anni, impegnata nella difesa della popolazione indios, i popoli della foresta. Gli altri tre accusati dell’omicidio sono attualmente in carcere, in attesa del processo previsto entro il primo semestre 2006. La rapidità del processo è dipesa anche dalla grande campagna internazionale, iniziata in tutto il mondo subito dopo la morte di irma (sorella) Dorothy, che ha avuto grande peso sulle istituzioni politiche e sulla magistratura brasiliana. Basti ricordare che al processo era presente Hina Jilani, relatrice dell’ONU per la Situazione dei Difensori dei Diritti Umani. Invece va a rilento il processo per il precedente massacro di Felisburgo del 20 novembre 2004, con cinque morti e tredici feriti. Dei 15 esecutori materiali, tutti conosciuti (vedi dossier della Commissione Pastorale della Terra del Minas Gerais), solo due sono attualmente in carcere. La data del processo non è ancora fissata, ma si dovrebbe svolgere a Jequitinhonha, città assai “amica” del latifondista assassino. Latifondo, Riforma agraria e Movimento Sem Terra Una pesante eredità di 500 anni di modello coloniale in Brasile è la presenza di 116 milioni di ettari (quattro volte l’Italia) di latifondo improduttivo. Gran parte di queste terre sono dello stato (terre “devolute” o terre pubbliche), i cui documenti di proprietà sono stati falsificati dai latifondisti con la tecnica del “grilagem” (citata perfino sulla guida turistica del Brasile della Lonely Planet!). Questa tecnica consiste nel mettere un documento falso in un cassetto con dei grilli, i cui escrementi e movimenti all’interno del cassetto, in breve tempo, gli conferiscono un aspetto di antica autenticità. Uno studio dell’Instituto de Terras (ITER) dello stato del Minas Gerais, fatto insieme all’Università Federale di Ouro Preto, afferma che presumibilmente 11 milioni di ettari dello Stato (circa un terzo dello Stato) sono terre devolute, quasi tutte “grilade”: queste sono nelle mani di aziende di monocultura dell’eucalipto, con contratti falsi e, in molti casi, già convalidati. L’attuale costituzione brasiliana promulgata nel 1988, alla fine della feroce dittatura militare (dal 1964 al 1984) e a cento anni dalla abolizione della schiavitù in Brasile, ultimo paese del mondo ad abolirla, negli articoli 184 e 188 riconosce la funzione sociale della terra e prevede la possibilità di esproprio di tutte le terre improduttive, pagando un risarcimento al proprietario. L’esproprio delle terre improduttive da parte dello stato e la loro distribuzione a chi le vuole coltivare, come dice la Riforma agraria, è l’obiettivo del Movimento Sem Terra. Per questo motivo i Sem Terra insistono a definirsi “occupanti” di terra, mentre la borghesia li definisce “invasori”. L’occupazione della fazenda Nova Alegria Il 1° maggio 2002, 230 famiglie di lavoratori rurali Sem Terra occuparono un’area della Fazenda Nova Alegria, situata a 22 km da Felisburgo, nella valle dello Jequitinhonha (nord est dello stato del Minas Gerais, al confine dello stato di Bahia). L’accampamento venne chiamato “Terra Prometida”. Secondo il fazendeiro Adriano Chafik Luedy, la fazenda comprendeva un’area di 2400 ettari ed era di proprietà della sua famiglia da 48 anni. Ma gli occupanti sapevano bene che circa un terzo di quell’area erano terre “devolute e grilade”. In seguito il giudice Cassio de Souza Salomè, accogliendo il ricorso di Chafik, stabilì che l’area era produttiva, non poteva essere espropriata dallo Stato e doveva essere restituita al proprietario. Ma il 7 ottobre del 2004 il Tribunale di Giustizia Statale di Belo Horizonte sentenziò che parte dell’area, 568 ettari, erano terra “devoluta” e sospese il processo di reintegrazione alla proprietà. Un massacro annunciato Durante i primi due anni e mezzo gli occupanti continuarono a coltivare la terra, malgrado le ripetute minacce che arrivavano da parte degli “jacunços” (pistoleri), pagati dal fazendero. Automobili passavano a forte velocità vicino all’accampamento e alcuni adolescenti furono sequestrati. Le persone più minacciate di morte furono i due coordinatori dell’accampamento, Eni Gomes Soares e Jorge Pereira, questo ultimo considerato un “traditore”, essendo nato nella fazenda. Al momento del massacro, il comandante del gruppo dei jacunços, detto Baiano, gridò, prima di sparare: “Avevo promesso che sarei tornato ed eccomi qui”. I Sem Terra ben otto volte denunciarono per iscritto alla polizia militare di Felisburgo (tramite Boletins de Occurencia) le minacce e gli atti di intimidazione di cui erano vittime. Tali denunce furono regolarmente trasmesse al Ministero in Belo Horizonte, ma le forze dell’ordine non intervennero mai, in alcun modo, per proteggere le famiglie dei Sem Terra. Già in data 24 settembre 2002 la Commissione Pastorale della Terra (CPT) aveva denunciato alla Segreteria di Sicurezza Pubblica dello stato del Minas la presenza di otto pistoleros nell’accampamento Terra Prometida di Felisburgo. L’ultima denuncia fu presentata il 14 ottobre 2004, un mese prima del massacro, al delegato regionale di Pedra Azul, dr. Sergio da Silva, dal procuratore di giustizia del Ministero Pubblico dello stato del Minas, Alfonso de Henrique de Miranda, il quale in seguito dichiarò che i lavoratori Sem Terra erano stati uccisi per omissione dello Stato del Minas. Perfino il sindaco di Felisburgo ed altri amministratori locali, confermarono che i Sem Terra “invasori”- avevano ricevuto innumerevoli minacce di morte negli ultimi mesi. Dopo più di due anni di continue minacce, le 230 famiglie si erano ridotte ad un centinaio al momento del massacro. Il massacro Sabato 20 novembre 2004 (giorno della Coscienza Negra) verso le ore 11, un motociclista fece un giro di ricognizione nell’accampamento, dove era in corso una riunione del coordinamento. Dopo venti minuti arrivò un pulmino dal quale scesero 15 uomini armati, tra cui il fazendero Adriano Chafik e suo cugino Calisto. Tutti i partecipanti al massacro sono stati riconosciuti e i loro nomi sono indicati nel dossier della Commissione Pastorale della Terra del Minas Gerais. Cinque sono della regione di Felisburgo, gli altri del Sud di Bahia, dove Chafik è padrone di altre otto fazende. I pistoleros iniziarono a sparare in tutte le direzioni, ad altezza uomo, ammazzando cinque persone e ferendone altre 13, tra cui un ragazzo di 12 anni: tutti feriti alle spalle, mentre tentavano di scappare. Dopo la sparatoria i pistoleros diedero fuoco all’accampamento bruciando 65 baracche, tra cui quella della scuola, e tutto quello che le famiglie possedevano. Jorge Pereira riuscì a fuggire, percorrendo 8 km nella foresta, per telefonare ai compagni di Jequitinhonha e Belo Horizonte e avvisarli di quello che era successo. La rioccupazione Già tre giorni dopo il massacro e la sepoltura dei i cinque morti, le famiglie avevano rioccupato la fazenda Nova Alegria, aiutate anche da altre persone arrivate dagli accampamenti vicini. E in una settimana l’accampamento fu ricostruito. Pochi giorni dopo i Sem Terra occuparono il Municipio per esigere la costruzione di una nuova scuola nell’accampamento. La nuova scuola fu chiamata Escola Municipal Miguel dos Santos, in omaggio ad uno dei morti nel massacro, che la frequentava come studente. Attualmente vi studiano più di 50 bambini e oltre 30 adulti. Ora le famiglie accampate sono solo 58. L’inchiesta e le testimonianze La strage provocò una forte reazione sia tra i movimenti sociali che negli organi istituzionali statali e federali. La polizia civile accertò che il massacro era stato compiuto da una milizia rurale, composta dai dipendenti del fazendero. Alcune deposizioni confermarono la presenza dello stesso Chafik accanto ai pistoleros, che erano comandati da “Baiano”. Subito il giudice Celia Maria Andrade emise otto mandati di cattura. Già il giorno seguente al massacro la polizia militare arrestò tre persone (attualmente in libertà provvisoria) della regione di Felisburgo, non comprese tra quelle indicate nei mandati. Il 25 novembre 2004 la polizia federale di Ilheus (Bahia) catturò altre tre persone residenti nello Stato di Bahia. Lo stesso giorno la polizia civile mostrò le armi e le munizioni (circa 200 proiettili di diverso calibro) usate nel massacro. La Polizia trovò anche la fattura dell’acquisto delle munizioni, comprate 15 giorni prima a Bahia, il che configura la premeditazione del crimine. Le armi furono trovate in una grotta a 2 km. dall’accampamento, grazie alla deposizione di un dipendente della fazenda di Chafik. Erano state cancellate le impronte digitali ed erano state lubrificate con olio. Il crimine avvenne in novembre, dopo le elezioni amministrative, per non turbare l’elezione dell’attuale sindaco di Felisburgo, sostenuto da tutti i latifondisti e dallo stesso Chafik. Il 28 agosto 2005 è stato catturato Adriano Chafik, insieme ad Erivaldo Pòlvora de Oliveira jr, ma il 16 dicembre 2005 il Tribunale Superiore di Giustizia di Brasilia ha concesso l’”habeas corpus” ad Adriano Chafik, mettendolo in libertà provvisoria per 45 giorni. Si prevede che il processo si svolgerà nel 2006. La sede del processo è Jequitinhonha, ma il MST chiede lo spostamento a Belo Horizonte, perché a Jequitinhonha i fazenderos controllano il potere giudiziario e hanno la possibilità di corrompere i giurati. Già il 22 novembre 2004 la Commissione Pastorale della Terra e il MST inviarono a Asma Jahangir, del Centro dei Diritti Umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, un documento di denuncia sulla grave omissione dello stato del Minas Gerais, che pur essendo stato più volte informato delle minacce ricevute dai Sem Terra, non aveva provveduto in alcun modo a tutelare le famiglie dell’accampamento Terra Prometida. Fino ad ora non c’è stata alcuna risposta. Sull’onda dell’indignazione provocata dal massacro l’Assemblea Legislativa del Minas istituì due commissioni speciali, una per far luce sul massacro e l’altra per indagare sulla situazione delle terre devolute in Minas. Non si hanno notizie sui risultati delle indagini delle commissioni. La situazione attuale Nel 2005 alle famiglie dell’accampamento Terra Prometida è stata assegnata la proprietà collettiva di 568 ettari di terra che il Tribunale aveva riconosciuto come terra devoluta. Tale quantità di terra non è sufficiente al mantenimento di tutte le 58 famiglie (ma già il primo raccolto ha dato 800 sacchi di fagioli, oltre a mais e verdure), in quanto una parte di essa è foresta protetta e non si può coltivare. Pertanto i Sem Terra sono in attesa che altre terre devolute vengano riconosciute come tali e assegnate, prima di procedere all’insediamento definitivo delle famiglie. Anche se la terra in questione non è molta, la vittoria è enorme e apre grandi prospettive per la Riforma Agraria, data la grande quantità di terre devolute esistenti in Brasile. Infatti per la prima volta la terra improduttiva non è stata espropriata pagando ma - fatto inedito nello Stato del Minas Gerais - “riaccatastata” allo stato che l’ha assegnata ai contadini. Visti gli scarsi fondi pubblici destinati alla Riforma Agraria, questa via permette di rendere più veloce il trasferimento di terre dai latifondisti ai contadini, impedendo che siano vendute alle multinazionali dell’agrobusiness che le vorrebbero per farne monoculture di soia transgenica. *** Un’altra strage: Portella della Ginestra Contro i movimenti contadini di occupazione delle terre incolte, da sempre e ovunque i latifondisti hanno risposto con la violenza armata. Spesso con la complicità dei governi e della polizia. E molte volte gli assassini sono riusciti a farla franca. La strage di Felisburgo ha per molti aspetti una somiglianza impressionante con un’altra strage, avvenuta in Sicilia quasi 60 anni fa. Nel secondo dopoguerra, un grande movimento organizzato aveva conquistato il diritto di occupare e avere in concessione le terre incolte del latifondo. L'offensiva del movimento contadino, insieme alla vittoria elettorale delle sinistre alle elezioni per l'Assemblea regionale, indussero le destre a passare all’azione diretta. Intimidazioni contro sindacalisti ed esponenti dei partiti della sinistra erano frequenti e affidate al banditismo separatista. Il Primo Maggio del 1947, secondo una usanza che risaliva all'epoca dei fasci siciliani, circa 2.000 contadini, uomini, donne, bambini e anziani, si erano dati appuntamento nella piana di Portella della Ginestra. Appostati sulle colline vicine, c'erano ad attenderli gli uomini della banda di Salvatore Giuliano che aprirono il fuoco, provocando 11 morti e piu' di 50 feriti. La differenza principale fra Felisburgo e Portella della Ginestra è che nel primo caso sia gli esecutori che il mandante sono noti, mentre nel secondo caso tutto fu addossato agli esecutori, mentre i mandanti non furono mai individuati. Infatti, le indagini furono compromesse dalla volontà del governo, e in particolare del ministro dell'interno dell'epoca, Mario Scelba, di escludere in partenza la pista della strage politica. Tutte le colpe furono addossate al bandito Giuliano, malgrado il rapporto dei carabinieri indicasse come possibili mandanti, “elementi reazionari in combutta con i mafiosi locali”. Lo stesso Giuliano fu eliminato, 3 anni dopo, dal suo luogotenente Gaspare Pisciotta che a sua volta fu avvelenato in carcere nel 1954 dopo aver preannunciato clamorose rivelazioni sui mandanti della strage di Portella. (NdR) Ritorna al Sommario Appello Giustizia per Felisburgo! Il 20 novembre 2004 a Felisburgo (Minas Gerais), una squadra di 15 uomini armati, agli ordini del latifondista Adriano Chafik, assaliva l’accampamento contadino Terra Prometida, provocando cinque morti e tredici feriti. Dopo la sparatoria l’accampamento veniva dato alle fiamme, con la distruzione di 65 baracche, compresa la scuola, e di tutto quello che le famiglie possedevano. I nomi degli esecutori materiali del massacro sono tutti conosciuti, ma solo due di essi sono attualmente in carcere e la data del processo non è ancora stata fissata. Il massacro fu una reazione violenta alla prima vittoria dei Sem Terra, sancita dal Tribunale di Giustizia Statale di Belo Horizonte, che il 7 ottobre del 2004 aveva riconosciuto che i 568 ettari della fazenda occupata erano terra “devoluta”, cioè di proprietà pubblica, e quindi sottratta dal latifondista Chafik che aveva fabbricato falsi documenti di proprietà. Questo i Sem Terra lo sapevano già da prima e per questo avevano deciso l’occupazione della terra, avvenuta il 1 maggio 2002. Prima del massacro le famiglie degli occupanti avevano ricevuto innumerevoli minacce e intimidazioni da parte degli uomini di Chafik, ma le denunce fatte dagli occupanti sia all’autorità locale che al Governo del Minas Gerais non avevano avuto alcun effetto. Per questa omissione lo Stato del Minas Gerais è da ritenersi corresponsabile del massacro. Finalmente nel 2005 dando esecuzione alla sentenza del tribunale, il Governo del Minas ha assegnato la proprietà dei 568 ettari di terra devoluta alle 58 famiglie dei Sem Terra attualmente residenti a Felisburgo e in attesa di ulteriori assegnazioni. I sottoscritti firmatari chiedono con urgenza al Governo del Minas Gerais che: • indennizzi immediatamente i residenti dell’accampamento Terra Prometida per i gravissimi danni materiali e morali subiti; • si attivi per la cattura di tutti gli imputati attualmente liberi; • renda noti i risultati della Commissione governativa istituita per indagare sulla enorme quantità di terre “devolute” presenti nel Minas Gerais che, secondo l’Iter (Istituto della Terra dello Stato del Minas Gerais), ammontano a 11 milioni di ettari (un terzo della superficie dello stato del Minas Gerais!), terre che devono essere espropriate senza alcun indennizzo ai latifondisti falsificatori ed essere assegnate ai contadini, avviando un nuovo e grande processo per l’applicazione della riforma agraria. Il Comitato “GIUSTIZIA PER FELISBURGO” *** Incontro pubblico I Sem Terra nel Brasile di Lula Mercoledì 26 aprile ore 21 presso Punto Rosso Milano, via Guglielmo Pepe 14 (MM Garibaldi) Partecipa Maria Raimunda Cesar, dirigente del MST del Parà Comitato di Milano di appoggio al movimento Sem Terra - MST del Brasile Ritorna al Sommario EUROPA IN MOVIMENTO La rubrica di Vittorio Agnoletto Quello che la Romania non dice L’entrata della Romania nell'Unione europea è prevista per il 2007 e i negoziati sono attualmente in corso. Uno degli elementi di discussione è la situazione della minoranza rom, ancora pesantemente discriminata nel Paese dell’Est europeo. Ai rom in Romania continuano ad essere negati i diritti civili fondamentali. Vivono per lo più in pessime condizioni sanitarie, in alloggi insalubri, e molte volte subiscono sgomberi violenti da parte delle autorità. I bambini che riescono ad andare a scuola spesso seguono le lezioni in classi separate dagli altri allievi. I rom non hanno neppure accesso al mercato del lavoro. Il Centro europeo per i diritti dei rom e la Commissione europea hanno condotto una ricerca su un campione di persone di tale etnia, rilevando che il 71 per cento ha subito episodi di razzismo nel tentativo di trovare un impiego. Nella metà dei casi la ragione del rifiuto è stata esplicitamente l'appartenenza alla minoranza rom. Il governo non sta facendo nulla per favorire l'integrazione di queste persone nell'economia del Paese. Basti pensare che il 25 per cento dei rom non possiede documento d'identità, e oltre il 45 per cento è senza certificato di nascita. Per loro, dunque, è anche impossibile acquistare una qualsiasi proprietà o partecipare attivamente alla vita politica. Non esiste neppure un censimento: si stima che i rom in Romania siano 530mila, mentre diverse ONG ritengono che il numero reale sia compreso tra uno e due milioni. Qual è la verità? Purtroppo le cifre non considerano la scelta che molti fanno di non dichiarare la propria identità etnica, vista la ghettizzazione. Dal punto di vista del diritto internazionale, Bucarest, inoltre, non ha ancora adottato la legge quadro sui diritti delle minoranze, né ha ratificato il Protocollo 12 della Convenzione europea dei diritti fondamentali, che pone un “divieto generale di discriminazione”. Nonostante le autorità rumene abbiano adottato, nel 2001, una Strategia per il miglioramento della situazione dei rom, è evidente che manca comunque la volontà politica da parte del governo di attuare questo piano, predisponendo gli organi e le risorse necessarie per la sua efficacia. É quanto ha sostenuto, tra gli altri, la Commissione del Consiglio d'Europa contro il razzismo e l'intolleranza nella sua terza relazione sulla Romania. L’UE, per tutte queste ragioni, dovrà imporre il rispetto della dignità dei rom come prioritario e condizione sine qua non per l’inclusione della Romania nell’Unione. I rom, considerati da sempre gli “stranieri” per eccellenza, perseguitati da secoli, dovranno vedere nell’Europa unita la possibilità di affermare finalmente i loro diritti. Ritorna al Sommario Fonti di Pace Una piccola Onlus per grandi progetti • Coltiviamo la cooperazione, come opera che aiuti gli esseri umani a emanciparsi • Amiamo la pace, come aspirazione all’autodeterminazione dei popoli • Consideriamo l’acqua come bene comune, inalienabile e non mercificabile • Lavoriamo con la popolazione curda in Turchia, in Palestina, con i Sem Terra del Brasile • Vogliamo occuparci di tutto ciò che sembra giusto, importante e urgente • Facciamo cadere tante gocce pulite nel grande mare dell’umanità Chi siamo Fonti di Pace è una onlus (un’associazione che non ha scopi di lucro) impegnata nella cooperazione internazionale. E’ stata costituita poco più di un anno fa da persone legate alle attività di Punto Rosso, associazione impegnata ormai da molti anni in iniziative di solidarietà internazionale. Ricordiamo, ad esempio, la campagna per la scarcerazione di Leyla Zana e degli altri tre ex parlamentari turchi di etnia curda. Il successo di questa campagna ci ha indotto a costituire un’apposita struttura di cooperazione internazionale: appunto, Fonti di Pace. Lo scopo iniziale era di appoggiare, raccogliendo finanziamenti, opere di utilità sociale nel sud-est curdo della Turchia. Più recentemente abbiamo cominciato a estendere l’attività di Fonti di Pace alla Palestina e al Brasile. Perché dare il 5 per mille a Fonti di Pace? Prima ancora di costituirci in onlus avevamo già aiutato il comune di Sürgücü (che ha 7 mila abitanti), il cui sindaco è una compagna di DEHAP, il partito curdo legale, a trovare in Italia finanziamenti, presso gli assessorati di alcuni enti locali, per la costruzione di un acquedotto. E oggi grazie alla sensibilità e all’aiuto di altri assessorati abbiamo avviato altri progetti: • un centro sanitario a Yuksekova, cittadina curda vicino al confine iraniano • in cooperazione con medici immunologi dell’ospedale San Matteo di Pavia, la fornitura di medicine al campo profughi di Ayasma, alla periferia di Istanbul, abitato da famiglie scacciate dai loro villaggi • inoltre stiamo lavorando a un progetto di costruzione di una scuola materna in un villaggio della Cisgiordania e, attraverso rapporti recentemente presi con i Sem Terra, avvieremo presto con loro attività di cooperazione. Aiutaci con il 5 per mille Nelle scorse settimane il Parlamento italiano ha varato una legge che consente il versamento del 5 per mille della contribuzione fiscale allo Stato a favore di onlus. Fonti di Pace è tra le onlus che si sono registrate per disporre del diritto di beneficiare di questi versamenti Tale versamento è semplicissimo: basta segnalare nell'apposito riquadro, il primo a sinistra dei quattro che si trovano sul modulo della dichiarazione annua dei propri redditi, la decisione di questo versamento a Fonti di Pace indicando il numero fiscale attribuito: 97409660152 Il versamento non annulla o cancella né fa parte dell'8 per mille che già siamo soliti versare, ma si aggiunge nella finanziaria 2006, dando al contribuente a costo zero questa possibilità totalmente a carico dello Stato. Fonti di Pace - Codice fiscale 97409660152 Via Guglielmo Pepe 14 20159 Milano Stampate questa pagina e tenetela allegata alla vostra documentazione. Ve ne ricorderete al momento opportuno. Ritorna al Sommario Campagna di autofinanziamento 2006 Sostieni il movimento dei movimenti Lotta per la pace Costruisci la sinistra alternativa e un mondo migliore Diventa socio/a di Punto Rosso La tessera di Punto Rosso è un piccolo atto concreto per essere nel movimento e contribuire alla costruzione della sinistra alternativa; per non arrendersi al liberismo e alla guerra e per costruire un mondo migliore. Tesserandoti sostieni il contributo attivo di P.R. al Forum Sociale Italiano, Europeo e Mondiale e contribuisci economicamente alle attività di Punto Rosso - FMA: l'organizzazione dei grandi convegni e di centinaia d'occasioni di confronto tra le forze della sinistra alternativa; le edizioni Punto Rosso e la Libera Università Popolare. Tesserarti è semplice, puoi passare presso la nostra sede e portati via la tessera, puoi mandarci una mail o farci una telefonata e riceverla via posta, puoi rivolgerti a qualche socio che penserà a fartela avere. Infine, puoi fare la tua tessera con un versamento sul conto corrente postale n. 37398203 intestato a Associazione Culturale Punto Rosso, indicando nella causale “tesseramento 2006”. La quota base è di soli 20 euro (naturalmente si può versare anche di più). La tessera annuale di Punto Rosso contempla l'iscrizione automatica nella mailing list di informazione e l'abbonamento a “Lavori in Corso”, periodico elettronico dell'Associazione Culturale Punto Rosso diffuso via posta elettronica. Puoi diventare socio anche attraverso un Rid bancario (quota minima 50 Euro). Inoltre, nuovi e vecchi tesserati godranno, per tutto il 2006, di uno sconto del 15% sull'acquisto delle Edizioni Punto Rosso (oltre 60 titoli in catalogo) e del 10% sull'iscrizione ai corsi della Libera Università Popolare. ------------------------------------------------------------------------------------Il servizio di veterinaria democratica offerto da Punto Rosso L'Associazione Culturale Punto Rosso, entro le attività della Campagna di autofinanziamento, amplia i servizi per i propri tesserati e associati dando possibilità di consulenze medico veterinarie, ad opera volontaria del dott. Luca Danesini (nostro socio sostenitore). Tali consulenze saranno tenute previo appuntamento in alcune strutture ambulatoriali di Milano dopo colloquio telefonico. E’ assolutamente indispensabile l'appuntamento da prendersi telefonando al dott. Luca Danesini al 338-3651675. avrete un servizio competente e finanzierete così l'associazione. Via Pepe a Milano: una sede più grande e più funzionale che è anche una opportunità di finanziamento La nuova sede di Milano è operativa da quasi un anno. Con la sua apertura abbiamo fatto un altro importante passo avanti. L’attività generale, le iniziative politiche di Punto Rosso e i corsi della LUP hanno trovato uno spazio più consono e più funzionale. Per fare ciò, abbiamo sostenuto costi significativi di ristrutturazione e dobbiamo, ogni mese, fare fronte ad un affitto per noi consistente. E’ necessario che le potenzialità offerte dai locali e dalla loro ubicazione, facilmente raggiungibile, nel centro di Milano, siano adeguatamente sfruttate, per contribuire alla coperture delle spese sostenute e a quelle di mantenimento. Dal febbraio del 2006 puntiamo a realizzare una cena al mese. Il costo non supererà i 18 euro, comprensivi di vino e caffè. Tutte le volte che sarà possibile abbineremo alla cena uno spettacolo, una proiezione, una narrazione o quanto altro riusciremo ad approntare o ci verrà proposto (attendiamo suggerimenti). Il costo non subirà variazioni. Continueremo a dedicare grande attenzione alla scelta dei menù e alla qualità della cucina. Una scelta, questa, che ha trovato un puntuale riscontro, come può testimoniare chi ha partecipato, nelle cene organizzate nel 2005. Per una buona riuscita delle iniziative è importante raggiungere i 60 coperti (è utile passare la voce e organizzarsi per partecipare, ogni tanto, con amici). La prenotazione è importante e deve essere presa sul serio: abbiamo avuto casi di prenotazioni a cui non è seguita alcuna presenza. Altre opportunità. Il salone sarà presto ulteriormente rinnovato con interventi che ne miglioreranno l’estetica e la funzionalità. E’ a disposizione di enti, associazioni e privati con costi d’affitto contenuti. Il salone ha una pedana rialzata di circa quattro metri per due, dispone di impianto di amplificazione, ospita circa 100 persone se organizzato a platea e circa 60 se allestito a sala ristorante. Sono inoltre a disposizione schermo e video proiettore oltre a una cucina professionale completa con quattro fuochi e forno. Incontri e assemblee, corsi di ogni genere, iniziative commerciali, cene d’associazione, feste di compleanno, spettacoli e mostre sono alcuni dei possibili utilizzi. Invitiamo compagni e amici di Punto Rosso a sfruttare questa opportunità e a diffondere presso quanti possono essere interessati la comunicazione della disponibilità di questo spazio. Alessandro ([email protected]) è ogni giorno a disposizione per la verifica della disponibilità e per illustrare il tariffario. Ritorna al Sommario CARRARA Scienza, Etica, Società Venerdì 21 aprile ore 21 Sala della Circoscrizione Centro Piazza Accademia - Carrara Partecipa Marcello Buiatti, Ordinario di Genetica Università di Firenze Marcello Buiatti è ordinario di Genetica presso l'Università di Firenze e presidente dell'Associazione nazionale ambiente e lavoro. Esperto del Comitato economico e sociale europeo per le questioni che riguardano gli Ogm e membro delle commissioni sulla biosicurezza del Ministero dell'Agricoltura e del Ministero dell'Ambiente, è autore di circa duecento lavori e di cinque libri, tra cui ricordiamo l'ultimo, “Il benevolo disordine della vita” (UTET libreria). Buiatti è inoltre molto attivo nel campo dell'analisi molecolare di organismi transgenici e si interessa da anni al tema dei rapporti tra scienza, tecnologia, etica e società in genere. *** Energia, Pace, Democrazia, Rinnovabilità Giovedì 27 aprile ore 21 Sala della Circoscrizione Centro Piazza Accademia - Carrara Partecipano • Mario Agostinelli, ricercatore Enea del Centro Ispra • Angelo Baracca, docente di Fisica Università di Firenze, Scienzati/e contro la guerra Mario Agostinelli, chimico-fisico, è ricercatore all’Enea, l’ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente del Centro di Ispra, dove attualmente è responsabile del progetto volto a introdurre sul nostro territorio tecnologie per la mobilità a basso impatto ambientale (come l’auto a idrogeno) e a reindustrializzare l’area ex Alfa Romeo di Arese. Oltre ad aver contribuito alla nascita del sindacato Cgil Ricerca e all’esperienza delle 150 ore, Agostinelli è stato per sette anni segretario della Cgil Lombardia. Sul piano internazionale opera da anni nel Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre costruendo proposte concrete per affrontare la crisi ambientale, sociale e politica prodotta dall’attuale modello di sviluppo. E’ portavoce del “Contratto mondiale per l’energia e il clima”. Angelo Baracca è professore di fisica presso l’Università di Firenze. Ha pubblicato diversi libri e svolto ricerche in varie aree della fisica e in storia e critica della scienza. Da molto tempo si occupa di problemi degli armamenti nucleari e di relazioni internazionali, partecipando attivamente al movimento per la pace e il disarmo. Scrive regolarmente su riviste impegnate su questo fronte. Fa parte del “Comitato scienziate e scienziati contro la guerra”. Associazione Culturale Punto Rosso Carrara [email protected] Ritorna al Sommario Libera Università Popolare Attenzione! Chi intende partecipare ai nostri corsi è pregato di avvisarci per tempo. La prenotazione è per noi importante al fine di permetterci di meglio organizzare l’attività della Lup. Potete prenotare per telefono o via email. SEZIONE ATTUALITA' E FORMAZIONE Storia del pensiero arabo Un itinerario tra le origini ed i fondamenti del pensiero islamico: dal diritto alla teologia, dalla filosofia al dibattito contemporaneo Luogo: Punto Rosso - Via G. Pepe 14 (mm2 Garibaldi), Milano Orario: 18.30-20.30 Durata: 5 incontri Quota di partecipazione: 15 euro Martedì 28 marzo. Introduzione ai fondamenti dell'Islam. Relatore: Antonio Cuciniello (ricercatore) Martedì 4 aprile. Introduzione al diritto musulmano: l'islam come religione di legge. Relatrice: Roberta Aluffi (Università di Torino), da confermare. Martedì 11 aprile. Introduzione alla storia della filosofia islamica. Relatore: da definire. Martedì 18 aprile. Esiste uno scetticismo nell'Islam? Lo spazio della teologia. Relatore: Massimo Parodi (Università di Milano). Venerdì 21 aprile. Il pensiero arabo contemporaneo: prospettive. Massimo Campanini (Università di Napoli) Italo Calvino: la città, la politica, la ragione Luogo: Punto Rosso - Via G. Pepe 14 (mm2 Garibaldi), Milano Orario: 18.30-20.30 Durata: 4 incontri Quota di partecipazione: 10 euro Giovedì 4 Maggio. Calvino e la pedagogia. Relatore: Paolo Giovannetti (Iulm). Giovedì 11 Maggio. Le città invisibili. Relatore: Francesco Muraro (Lup), Gianni Biondillo (romanziere). Giovedì 18 Maggio. Pasolini vs. Calvino. Relatrice: Carla Benedetti (critica letteraria), da confermare. Giovedì 25 Maggio. Calvino e la scienza. Relatore: Giulio Giorello (Università di Milano), da confermare LUP - Libera Università Popolare Via Pepe 14, 20159 Milano (MM2 Garibaldi) tel e fax. 02/874324 - 02/875045 lup@puntorosso - www.puntorosso.it Ritorna al Sommario Novità Edizioni Punto Rosso AAVV ENERGIA Rinnovabilità Democrazia Aria, Acqua, Terra e Fuoco, i quattro elementi fondamentali impiegati da Empedocle per descrivere il mondo in cui viviamo, sono tra loro interconnessi. Il Fuoco – l’energia – viene oggi utilizzato dall’uomo e consumato così dissennatamente, in particolare nelle sue forme fossili, da compromettere i cicli della biosfera, dando luogo ad un inarrestabile degrado dell’aria, dell’acqua, della terra. C'è bisogno di una alternativa. Questo libro cerca di fare delle proposte in questa direzione. "Nessuno potrà più dire che i movimenti non avanzino proposte positive e realizzabili.... Un documento di notevole lucidità e compattezza, che fornisce una coerente prospettiva di riferimento!" (Wolfgang Sachs, Wuppertal Institut) “Energia è vita e non solo, come è avvenuto nella crescita del mondo ricco, consumo per il superfluo. L’accesso ad essa è indispensabile affinché le parole democrazia e lotta alla povertà si trasformino nel cuore di un programma di cambiamento. Ma abbiamo ancora molto da imparare…” (padre Alex Zanotelli, missionario comboniano) “Sta crescendo impetuosa la consapevolezza che la riappropriazione dei beni comuni è un diritto dell’umanità. Il movimento per l’acqua ha già conquistato un posto rilevante nell’agenda politica dei movimenti e attraversa ormai le istituzioni. Benvenuto al contratto per l’energia e il clima.” (Riccardo Petrella, Contratto mondiale per l’acqua) Hanno collaborato alla stesura del presente saggio: Guido Agostinelli, Mario Agostinelli, Ugo Biggeri, Orsola Bolognani, Roberto Brambilla, Paolo Cacciari, Nicola Cipolla, Sandro Finardi, Maurizio Gubbiotti, Paola Iannizzotto, Gianni Naggi, Vincenzo Naso, Lorenzo Pagliano, Maurizio Pallante, Ciro Pesacane, Debora Rizzuto, Karl Ludwig Schibel, Massimo Serafini, Gianni Tamino, Pierattilio Tronconi, Renato Valota, Antonio Vermigli. Collana I Tascabili di Punto Rosso pp. 112, 6 Euro - ISBN 88-8351-053-4 Ernesto Screpanti IL CAPITALISMO Forme e trasformazioni Il modo di produzione capitalistico non è riducibile alla proprietà privata dei mezzi di produzione. La storia c’insegna che ci può essere sfruttamento capitalistico anche in sistemi in cui la proprietà privata non svolge alcun ruolo nel controllo del processo produttivo. Abbiamo dunque bisogno di una teoria generale che riesca a dar conto anche del capitalismo di stato, del capitalismo corporativo e di altre forme ancora, oltre che di quello classico. La prima parte del libro propone la costruzione di una tale teoria generale partendo dalla tesi che l’istituzione fondamentale del capitalismo è il lavoro salariato, cioè la relazione contrattuale che genera il comando capitalistico nel processo produttivo. La seconda parte del libro affronta vari temi del dibattito sul capitalismo contemporaneo, dal postfordismo alla globalizzazione alla disoccupazione di massa. Dopo aver criticato varie opinioni correnti, propone un’interpretazione delle trasformazioni attuali del capitalismo come determinate dai movimenti di lungo periodo del conflitto di classe fondamentale e delle scelte politiche del grande capitale multinazionale. Conclude offrendo una spiegazione degli attuali processi di mondializzazione come manifestazioni di una forma nuova di imperialismo, l’imperialismo globale. Ernesto Screpanti insegna Economia Politica all’Università di Siena. Tra le sue pubblicazioni recenti sullo stesso tema si segnala The Fundamental Institutions of Capitalism, Routledge, Londra 2001. Collana Il presente come storia pp. 184, 13 Euro - ISBN 88-8351-054-2 Europa, dove vai? Dalla crisi del percorso liberista della costruzione europea alle prospettive alternative Saggi di Luigi Vinci, Franco Russo, Isidoro D. Mortellaro, Lidia Menapace, Andrea Ricci, Roberto Musacchio, Mario Agostinelli, Marco Bersani Formato 11x16, pp 144, 8 Euro, ISBN 88-8351-051-8 Dopo la bocciatura della Costituzione europea ad opera dei referendum popolari di Francia e Olanda, eventi che denotano la crisi profonda del percorso liberista della costruzione europea e non un arretramento nazionalistico e di destra, quali prospettive alternative si aprono per un processo di unità europea basato sulla democrazia partecipativa reale e sui bisogni fondamentali delle popolazioni? E quali le analisi e le proposte di una sinistra alternativa all'altezza della sfida sociale e politica in campo? Indice • Luigi Vinci, I referendum di Francia e Olanda aprono la crisi del percorso liberista della costruzione europea • Franco Russo, La lotta per la Costituzione europea • Isidoro D. Mortellaro, Cambio di stagione. Europa e Mediterraneo alla prova del XXI secolo • Lidia Menapace, Per un’Europa pacifica, militarmente neutrale e disarmata • Andrea Ricci, Un’alternativa europeista al neoliberismo di Maastricht e del Patto di Stabilità • Roberto Musacchio, Luigi Vinci, Il problema è il liberismo. La necessità di una politica economica di sinistra • Mario Agostinelli, Il lavoro nel Trattato Costituzionale europeo • Marco Bersani, Dal doppio No di Parigi e Amsterdam la strada per un’altra Europa possibile Giovanni Viansino Impero romano - impero americano Ideologie e prassi E’ possibile la comparazione tra l’Impero Romano e l’Impero Americano? Il libro mostra come questa comparazione fatta dagli “intellettuali” di Bush sia solo un prodotto ideologico con lo scopo di legittimare un dominio tutt’altro che simile a quello antico dei romani. Novità, pp. 198, 12 Euro Stefano Calzolari - Mimmo Porcaro L'invenzione della politica Movimenti e potere Quali sono le più importanti novità introdotte dal "movimento dei movimenti" nel pensiero e nell'azione politica? E' possibile restare fedeli a queste novità e, nello stesso tempo, trovare la strada d'una maggiore continuità e di una maggiore efficacia, evitando sia l'ossessione per il potere di Stato che la retorica del "sociale"? E, ancora, quanto siamo di fronte a novità reali e quanto invece a indicazioni urgenti per un pensiero della politica all'altezza dei tempi che ancora non c'è? Con tagli teorici che si incrociano e si differenziano i due saggi contenuti nel volume iniziano a rispondere a questi problemi che sono all'ordine del giorno. Novità. pp. 664, 15 Euro Raffaele K. Salinari Re-esistenza contro sopra-vivenza - Seconda edizione Tredici affermazioni di liberazione dall’Impero-fattuale "Questo è un saggio di critica del bioliberismo. Tutto ciò che vi si critica è dunque intimamente connesso al nostro essere. La lotta politica e quella interiore si riflettono reciprocamente, dato che l'avversario è parte di noi. Chi presume di essere già nel numero dei "re-esistenti" non lo legga. Chi invece intuisce di essere a cavaliere tra le due concezioni opposte dell'essere ci troverà - spero - argomenti di riflessione". La fase imperiale realmente operante vede contrapporsi due espressioni del vivente radicalmente distinte. Da una parte lottanto i Re-esistenti: nati per creare l'Evento Unico della liberazione, essi affermano il libero dispiegarsi di ogni espressione-di-vita, la loro necessità di perseguire il gioco dell'appartenenza ad un sistema-mondo di relazioni che si riconosce nel "rispetto del destino di tutti". Ad essi si oppongono i Sopra-viventi, gli adepti del potere gerarchizzante, i servi dell'Impero-fattuale. Il loro scopo è quello di sequestrare la possibilità della liberazione totale reificando la vita. Alienando il vivente da se stesso essi cercano di impedirne la liberazione perché non possono riprodursi che all'interno di un sistema imperiale nel quale, alcune espressioni-di-vita, letteralmente sopra-vivono ad altre. In tredici affermazioni l'autore delinea un "percorso insurrezionale" giocato sulla creazione istantanea di un "tempo nuovo", consapevolmente libero dai condizionamenti imperiali. E' il tempo dell'Orizzonte degli Eventi, nel quale la liberazione si materializza istantaneamente per chi è in grado di "far insorgere consapevolmente il proprio amore". Coedizione Punto Rosso/Carta, pp. 160, formato 11x16,5, 8 Euro, ISBN 88-8351-048-8 Raffaele K. Salinari è nato a Zurigo nel 1954. Medico-chirurgo, ha lavorato per oltre venticinque anni nelle Nazioni Unite e in diverse Organizzazioni Umanitarie in Africa, Asia e America latina. Autore di numerosi saggi sulle tematiche della cooperazione internazionale allo sviluppo, è docente di Diritto della cooperazione nelle Università di Bologna, Parma e Urbino. Presidente della Federazione Internazionale Terre des Hommes e membro del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale. A cura di Imma Barbarossa e Simona Ricciardelli La rosa e le spine Atti del seminario internazionale su Rosa Luxemburg. Napoli, Bagnoli, Città della Scienza, 4 dicembre 2004 Presentazione di Scipione Semeraro, intervento di Fausto Bertinotti. pp. 144, 10 Euro Edizioni Punto Rosso Via G. Pepe 14, 20159 Milano Tel. e Fax 02/875045 – 02/874324 [email protected] – www.puntorosso.it Ritorna al Sommario