IMPOSTAZIONI OPERATIVE PER AGENTI DI POLIZIA LOCALE

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IMPOSTAZIONI OPERATIVE PER AGENTI DI POLIZIA LOCALE
IMPOSTAZIONI OPERATIVE
PER AGENTI
DI POLIZIA LOCALE
a cura di Tony Zanti, CLET
(Certified Law Enforcement Trainer)
www.justforce.com
LA SICUREZZA OPERATIVA DURANTE IL SERVIZIO DI
PATTUGLIA
1^ PARTE
E’ notizia degli ultimi giorni del Gennaio 2009: un Agente di Polizia era intento a
redigere un verbale ad un automobilista, quando una Toyota Corolla tamponava una
Pontiac Grand Prix, che poi colpiva l’auto di pattuglia, che a sua volta travolgeva e
intrappolava sotto le ruote l’Agente, uccidendolo. Il fatto avveniva su una strada
provinciale, negli Stati Uniti, ma potrebbe essere accaduto in qualsiasi parte del
mondo. Il giorno successivo, su un’altra strada d’America, il Capo della Polizia di
una cittadina, a bordo della sua Ford Crown Victoria (una delle auto più usate dai
Dipartimenti di Polizia statunitensi), era speronato e ucciso da un pickup, non avendo
dato a quest’ultimo la precedenza ad un incrocio.
Che cosa non va, in questi episodi? Detto in maniera semplice e schietta, l’Agente e il
Comandante avevano entrambi commesso una grave imprudenza, l’uno ponendosi
sulla direzione di marcia dell’auto di pattuglia, l’altro causando un incidente stradale.
Il primo non si aspettava di essere colpito dalla propria autovettura, né avrebbe mai
potuto sospettare che un’autovettura di medie dimensioni avrebbe potuto causare un
tamponamento a catena che l’avrebbe ucciso. Forse – come accade per la maggior
parte degli Agenti – temeva più il passare impetuoso di un autoarticolato, che non
l’avvicinarsi di un’autovettura. Il secondo, invece, superava l’incrocio senza dare la
precedenza all’altro mezzo, forse per distrazione, forse per un malore, forse per altre
cause. Il risultato, comunque, è stato fatale. In entrambi i casi!
La dinamica dei suddetti accaduti dimostra ampiamente che un semplice errore –
talvolta ritenuto insignificante – è alla base di tanti lutti. La medesima tipologia di
piccoli errori, compiuta giornalmente da innumerevoli Agenti di Polizia che
pattugliano le nostre strade, dimostra che c’è qualcosa che non và. Soprattutto nella
trasmissione dell’informazione della quale proprio essi dovrebbero beneficiare! Basti
pensare che, storicamente, le morti degli Agenti della Polizia Stradale avvenute
durante il Servizio sono state causate, nella stragrande maggioranza, da investimenti
da parte di autoveicoli che sopraggiungevano mentre l’Agente era al di fuori dell’auto
di Servizio, con incidenti stradali che completano questo nefasto quadro, del quale le
uccisioni degli Agenti in scontri a fuoco costituiscono il classico fanalino di coda,
ossia, una piccola percentuale.
L’Agente di Polizia, inoltre, può perdere la vita durante un inseguimento. Automobili
e poliziotti sono un binomio inscindibile! Un Agente di Polizia con compiti di
pattuglia passa molto più tempo alla guida dell’automezzo, di qualsiasi cittadino che
utilizzi l’automobile per recarsi a lavoro e per svago: per questa ragione sono più
esposti ad essere investiti e coinvolti in incidenti stradali. L’Agente di Polizia, quindi,
deve essere necessariamente competente nella guida dell’automobile. Date le
circostanze nelle quali avviene il Servizio di Polizia, l’Agente dovrebbe essere in
grado di effettuare con disinvoltura, sia la guida sicura (difensiva), sia la guida
veloce. Vi è un solo modo con cui ciò può avvenire: un addestramento realistico e
oculato, impartito da professionisti del volante. Mentre gli Agenti delle Forze
dell’Ordine possono avere un approccio con questo tipo di Formazione professionale
– che esclude, però, il relativo aggiornamento – gli Agenti di Polizia Locale ne sono
generalmente esclusi. Come per altri elementi dell’Operatività, devono imparare dalle
proprie esperienze e accettare i consigli degli Agenti già “rodati”.
Tornando all’oggetto di questo articolo, vi sono delle accortezze che l’Agente di
Polizia Locale deve impiegare, per far sì che il proprio operato, durante il fermo degli
autoveicoli, sia impostato ad un livello di Sicurezza ottimale. Alcune di queste
accortezze non sono “istintive” e devono essere acquisite mediante un addestramento
dedicato (istinto e comportamento operativo si trovano agli antipodi). Altre possono
essere illustrate. Eccone un esempio.
Quando l’autoveicolo dell’Agente è in moto, l’Agente dovrebbe:
• Rispettare le regole del traffico, anche nelle emergenze. L’Agente che aziona
luci e sirena dell’auto di Servizio, crede che ciò si traduca nel potere-dovere di
sovvertire le regole della Sicurezza stradale. Ciò non è né plausibile sotto il profilo
giuridico, né è corrispondente alla realtà. Infatti, c’è da considerare che gli utenti
della strada non sono così disciplinati da cedere il passo all’autoveicolo che
sfreccia dietro o davanti a loro: disattenzione, antagonismo o scarsa reattività,
sono fattori che potrebbero contribuire ad un incidente stradale. L’Agente
potrebbe anche essere convinto di essere certamente e palesemente visto e –
soprattutto – sentito da tutti. Esperimenti scientifici e pratici hanno invece
dimostrato che le luci intermittenti emesse dai dispositivi luminosi dell’auto di
Servizio, sono pressoché invisibili durante le ore diurne. Inoltre, le onde sonore
emesse dalla sirena automontata potrebbero rimbalzare sulle pareti di edifici e non
essere udite da chi proviene dai lati dei medesimi.
• Allacciare le cinture di Sicurezza, anche e soprattutto durante le emergenze.
L’Agente di Polizia tradizionalmente disdegna le misure di Sicurezza che sono
previste per la Sicurezza di autisti e passeggeri degli autoveicoli. La ragione
principale è quella – effimera, tra l’altro – dell’essere pronti a lanciarsi fuori
dall’auto di Servizio, in caso di emergenze individuate durante la pattuglia. Non è
superfluo ricordare che le cinture di Sicurezza possono salvare – effettivamente ed
efficacemente – la vita di chi rimane coinvolto in un serio incidente stradale. Chi
crede che evitare di allacciare la cintura è più sicuro, sappia che, se si è proiettati
al di fuori dell’auto che si scontra con un altro veicolo, oppure finisce contro un
ostacolo consistente, si hanno poche possibilità di sfuggire a ferite gravi e fatali.
La soluzione consiste nell’allacciare la cintura e liberarsene – operazione semplice
– nel momento del bisogno, cioè quando si deve uscire tempestivamente
dall’autovettura. Si noti che il Comandante perito nell’incidente stradale sopra
citato, non indossava la cintura di Sicurezza!
• Trattenersi dal frenare di colpo, prima di aver controllato lo specchietto
retrovisore. L’azione istintiva del frenare per impedire di colpire un altro veicolo
oppure un pedone che siano comparsi improvvisamente e senza preavviso,
potrebbe portare ad essere tamponati da un veicolo che ci segue, senza rispettare
le distanze di Sicurezza. Un’opzione è costituita dallo sterzare, indirizzando l’auto
di Servizio verso una direzione sicura. In ogni caso, è obbligatorio scegliere il
minore dei mali: è meglio cozzare contro un’automobile parcheggiata che non
investire il pedone che attraversa la strada incautamente. Così come è preferibile
togliersi dalla traiettoria dell’autoveicolo che segue pericolosamente vicino, che
comunque spingerebbe l’auto di Servizio contro l’ostacolo imprevisto.
Chiaramente, lo specchietto retrovisore va controllato costantemente!
• Evitare di affiancarsi ad un autoveicolo, allo scopo di redarguire l’autista.
Sembra un consiglio superfluo, ma una simile azione si rivela poco professionale
e, soprattutto, pericolosa: un invito a farsi tamponare. Costituisce, inoltre, un gesto
inutile, dal carattere paternalistico. E’ molto più sicuro e deontologicamente
accettabile, fermare l’automobilista incriminato e poi decidere se semplicemente
redarguirlo, oppure sanzionarne il comportamento.
• Limitare il fermo dei veicoli in condizioni di cattivo tempo. A meno che non si
tratti di un’emergenza, è meglio evitare di fermare gli autoveicoli quando la strada
è ghiacciata o coperta di neve, quando piove a dirotto o l’area è invasa da una fitta
nebbia. L’Agente, naturalmente, deve adottare una metodologia di guida sicura, in
simili frangenti, ove la visibilità è pericolosamente ridotta ed è altrettanto
pericoloso accelerare, frenare e sterzare. Un vecchio adagio inglese dice: ”Se le
strade sono bagnate, guida come se stesse nevicando. Se le strade sono coperte di
neve, guida come se fossero ghiacciate. Se le strade sono ghiacciate, allora non
guidare.” Non un cattivo consiglio!
E’ importante anche ricordare che, se aumenta la velocità, aumenta anche lo
spazio di frenata, mentre diminuisce il tempo di reazione. Quando il manto
stradale è in condizioni normali, raddoppiare la velocità significa quadruplicare la
distanza della frenata, ma quando la strada è ricoperta di un velo d’acqua o uno
strato di ghiaccio, una repentina variazione della rotta o della velocità porterebbe
l’autoveicolo a fermarsi chissà quando e dove.
• Decidere quando e dove fermare un autoveicolo. Molte volte, l’Agente segnala
all’autista dell’autoveicolo che questi deve fermarsi e, non appena l’autista decide
di fermarsi, l’Agente si accoda ed effettua il fermo in quella locazione. A volte,
questa non è una buona idea! Il luogo dove avviene l’impromptu fermo potrebbe
essere soggetto al nutrito passaggio di automezzi e porre un serio pericolo, sia per
la Sicurezza dell’Agente, sia per quella del fermato. E’ preferibile che l’Agente
segua l’autoveicolo che ha deciso di fermare e fare segno all’autista di detto
autoveicolo di fermarsi, soltanto quando è nei pressi di una locazione consona alla
Sicurezza propria e del fermato. Oltre ai grandi canali di traffico veicolare,
l’Agente dovrà escludere le zone ove la strada si incurva, oppure è prossima ad un
notevole dosso o ad una struttura o rilievo naturale che impedisca la piena e
tempestiva visibilità dei due autoveicoli agli altri utenti della strada. A questo
proposito, va anche detto che la zona scelta deve essere ben illuminata, se il fermo
avviene in condizioni di scarsa visibilità, oppure durante le ore notturne. Sembra
una raccomandazione superflua, ma va comunque detta: non fermarsi affianco a
pozzanghere e buche consistenti nel manto stradale.
L’Agente tenga anche presente che la situazione che si è venuta a creare dopo il
fermo, è motivo di distrazione per gli altri utenti della strada: gli autoveicoli che
vanno a colpire l’autovettura di pattuglia, l’autoveicolo del fermato e coloro i quali
sono al loro interno oppure all’esterno, costituiscono una triste realtà, ampiamente
documentata dalla cronaca. Le luci brillanti e rapidamente intermittenti
dell’autoveicolo di pattuglia, a volte sembrano attirare gli automobilisti verso di loro,
piuttosto che tenerli lontano. Il fermo, quando possibile, dovrebbe avvenire dentro
una piazzola, un parcheggio o altro spazio libero, piuttosto che a centimetri di
distanza dal ciglio della strada. Per la Sicurezza di tutti!
Tony Zanti