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I S T I T U T O M A G I S T R A L E S T A T A L E “ AMEDEO DI SAVOIA DUCA D’ AOSTA ”
LICEO SCIENZE UMANE
LICEO SCIENZE UMANE(Ec/Soc)
LICEO SOCIO-PSICO-PEDAGOGICO
LICEO DELLE SCIENZE SOCIALI
Via del Santo, n. 57 - 35123
PADOVA
tel. 049/8751040 – fax 049/8764288
RELAZIONE STAGE FORMATIVO
PRESSO LA RESIDENZA PER ANZIANI
“OPERA IMMACOLATA CONCEZIONE”
IL CENTRO NAZARETH
di Padova
STAGISTA: Tommaso Giacomin
Classe: 5 G
ANNO SCOLASTICO 2010-2011
TUTOR DI CLASSE: Prof. Luisa De Maria
STORIA DELL’ASSOCIAZIONE “OPERA IMMACOLATA CONCEZIONE”
L’Associazione Opera Immacolata Concezione nasce il 5 Agosto 1955 per iniziativa di Mons.
Antonio Varotto e Nella Maria Berto. Di fronte al problema dell’alloggio per otto anziane
domestiche non più in grado di lavorare, sognano di dare loro un futuro ben diverso dalla squallida
accoglienza negli Ospizi di Ricovero,
allora unica possibilità per una
vecchiaia fuori dalla famiglia, dove
fatiscenti
stanzoni
fungevano
sostanzialmente da anticamera del
cimitero.
Il loro entusiasmo fece scattare l’idea di
un progetto nuovo per la città di Padova, finalizzato ad accogliere le domestiche ormai non più in grado di
lavorare.
Il primo decennio (1955-65) La prima Residenza di via Gustavo Modena a Padova aveva stanze a
uno e due letti, tutte con bagno e servizi, con la grande cucina in cui divertirsi a fare manicaretti,
sale da pranzo e ritrovi dislocati in ogni piano. Vi si prevedevano momenti di riposo, di tempo
libero, di attività lavorative, di volontariato, di spiritualità, di preghiera. Si trattò di un’operazione
di completa rottura con gli schemi allora vigenti, che riversò sull’OIC le aspirazioni di tantissime
categorie sociali di pensionati e di anziani con una domanda per quantità e qualità stimolante, che
spingeva a nuove e più complesse sfide.
Infatti l’evolversi dei bisogni e la richiesta di nuove modalità di assistenza, il profondo mutamento
sociale e le nuove esigenze della società (in particolare delle famiglie), portarono l’Associazione ad
allargare il proprio campo di attività a tutte le altre categorie di persone anziane (autosufficienti,
non autosufficienti e disabili), estendendo il proprio campo di azione in tutto il Veneto.
Il secondo decennio (1965-75) vede l’OIC ampliare la propria complessità organizzativa, passando
dalla situazione di una sola residenza a quella del ben più ampio scenario del Centro Residenziale
Nazareth che, in una superficie di 20.000 mq, costituisce un vero e proprio villaggio di oltre
quattrocento persone.
Villa S. Maria Goretti, Villa Santa Teresa del Bambin Gesù, Villa Stella Maris, Villa Papa Giovanni
XXIII, Villa De Gasperi, Villa Kennedy e Villa San Giuseppe sono i nomi scelti per le residenze dagli
stessi ospiti attraverso una democratica votazione; una commissione composta da Ospiti presiede
alla scelta dei cibi ed un segretariato sociale si prende cura delle iniziative di animazione e
solidarietà. La nuova strutturazione rende ovviamente più complessa la gestione operativa e
pertanto si provvede a costituire l’Associazione Opera Immacolata Concezione, trasformata poi il
30/10/1970, DPR n.1006 in Ente Morale, dandosi così un nuovo e più coerente assetto
istituzionale.
Il terzo decennio (1975-’85) è caratterizzato dall’uscita del perimetro padovano per corrispondere
alla domanda proveniente da varie parti del territorio veneto, e in particolare ad alcune specifiche
esigenze quali la possibilità di trascorrere periodi di vacanze. Ecco quindi il Centro di S. Giovanni in
Monte sui Colli Berici in provincia di Vicenza e, a seguire, le localizzazioni di Asiago, di Thiene, di
Carmignano di Brenta e la residenza di Oderzo.
Il quarto decennio (1985-95) vede l’OIC attivarsi per dare risposta al mutare delle condizioni
sociali, dandosi l’obiettivo di estendere anche alla persone in condizione di non autosufficienza la
dignità e le opportunità caratteristiche dell’Opera. Parte una specifica sperimentazione presso la
Residenza S.Chiara nel complesso della Mandria a Padova dove con successo si dimostra la
perfetta compatibilità tra la complessità di gestione di grandi numeri di Persone con il
mantenimento di elevati standard qualitativi e di personalizzazione delle prestazioni,
Nel quinto decennio (1995-05) l’OIC si concentra sull’obiettivo di recuperare l’emarginazione
sociale della Persona Anziana con una nuova di una nuova filosofia di approccio, basata sulle
logiche della multidimensionalità e della polifunzionalità. E’ l’epoca della globalizzazione: al Civitas
Vitae di Padova e al Centro Botton di Carmignano si insediano rispettivamente le Congregazione
delle Suore di S.Maria Regina degli Apostoli di Dhaka (Bangladesh) e delle Suore Missionarie del
Calvario di Palai (Kerala, S.India) per vivere e far vivere la dimensione della mondializzazione della
solidarietà e quella della spiritualità incarnata nella professione. É l’epoca della tecnologia e si
inseriscono la domotica e gli atelier multimediali.
Il 23 dicembre 1997, con Decreto Regionale del Veneto, è stata trasformata in Fondazione Onlus.
Oggi la Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus, dagli iniziali otto posti letto rappresenta
una realtà tra le più significative a livello europeo, sia in termini di capacità ricettiva e possibilità
residenziali sia di occupazione e posti di lavoro: le sue residenze nelle province di Padova, a
Vicenza e a Treviso ospitano oltre 2.200 anziani, impiegando più di 1.500 dipendenti di oltre 24
nazionalità.
LA FILOSOFIA DELL’ASSOCIAZIONE
Ad oltre cinquant’anni dalla sua nascita, la Fondazione, nello spirito dei suoi Fondatori, non ha
smesso di impegnarsi per migliorare la qualità di vita delle persone anziane.
La filosofia della “Longevità come risorsa” è la sfida operativa dell’OIC, con un percorso che in
cinquant’anni ha portato a mettere a disposizione degli Ospiti (ma anche del territorio) un
patrimonio di esperienze e metodologie:

dal punto di vista residenziale: una disponibilità di spazi per Ospite (90mq coperti ed oltre
110mq scoperti) ad oggi ineguagliata in strutture pubbliche o private in Italia ed in Europa


dal punto di vista gestionale: una capacità di dare servizio di qualità ad altre 3.000 persone
(tra residenti e non residenti nelle strutture OIC), sulla base di una proposta economica
accessibile per ogni classe sociale
dal punto di vista culturale: un’offerta di opportunità innovative di socializzazione, tutte
mirate a valorizzare l’investimento sulle potenzialità residue della persona non
autosufficiente e la figura dell’anziano vitale, garantendo occasioni di formazione specifica
che apra agli spazi della relazione, inserendosi in contesti di urbanizzazione integrata nel
territorio, funzionali a garantire un vivace scambio intergenerazionale e l’accesso a
tecnologie sapientemente rese user friendly.
Il voler affermare il primato della Persona, (sia essa Ospite, collaboratore o volontario) proprio nel
contesto dove questo è più difficile, cioè nei riguardi di chi è anziano, non autosufficiente, disabile
significa lavorare perché questo diventi applicazione generalizzata a beneficio dell’intera comunità
sociale.
E’ profonda convinzione dell’OIC che solo lo sviluppo di un ruolo sempre più attivo delle persone
longeve, facendo tesoro della loro esperienza e relazionalità, possa rendere tutto questo non solo
reale ma anche punto di riferimento per lo sviluppo della futura comunità sociale.
IL CENTRO NAZARETH
Il complesso consta di nove ville immerse nel verde di un ampio parco ben alberato e frequentato
anche dalle famiglie del quartiere Nazareth. ll Centro, sorto quarant’anni fa, è in questo momento
oggetto di un consistente piano di ristrutturazione che vede interessate tutte le Ville.
Il Centro Residenziale che ne risulterà sarà contraddistinto da spazi ampi, alloggi confortevoli,
nuovi e moderni servizi a disposizione degli ospiti e del Quartiere.
Complessivamente il Centro avrà una capacità ricettiva di circa 500 posti letto, per quasi la metà
destinati a persone autosufficienti.
SPAZI
La struttura è attrezzata con spazi ampi e confortevoli. Ogni piano è provvisto di un salottino
fornito di televisione, dove vengono organizzate le attività di laboratorio occupazionale e di una
sala da pranzo. In villa De Gasperi c’è la sala degli animatori per le feste e le riunioni, locali
infermeria, locali con distributori automatici, parrucchiere, portineria e segreteria e gli uffici. Lo
spazio esterno è delimitato da uno splendido giardino dove gli anziani possono passeggiare
tranquillamente e un lungo porticato munito di panchine e tavoli. In giardino sorge anche una
chiesetta, sempre molto frequentata. Essendo una residenza che accoglie ospiti non
autosufficienti, è inoltre presente, in un edificio adiacente una palestra per le attività ginniche e di
riabilitazione e una sala per le visite mediche all’interno di villa Rosario.
ORGANIZZAZIONE INTERNA
Una residenza per anziani si distingue dalla comune casa di riposo per il fatto che al suo interno
siano presenti anche persone non autosufficienti, che hanno bisogno di essere accuditi da un
personale specializzato. I ruoli delle figure professionali che vi operano si ripartiscono in quattro
diverse aree:




socio-assistenziale,
sanitaria,
amministrativa
Servizi generali
Della prima fanno parte: responsabile di reparto, figura presente in orario diurno tra direzione,
reparti di assistenza, uffici e servizi interni; collabora con tutte le figure professionali presenti ed è
il punto di riferimento del gruppo degli educatori. Ha il compito di garantire la presenza del
personale socio assistenziale, predisponendo e gestendo i turni; di vigilare sia su continuità ed
uniformità delle prestazioni, sia sugli standard qualitativi garantiti ad ogni ospite.
O.S.S. (operatore socio sanitario), Presente in tutte le strutture, 24 ore su 24, è l’operatore che,
attraverso le attività integrate d’assistenza, eroga le prestazioni di cura alla persona.
Educatore, presente con orario diurno. Promuove, stimola, organizza le attività socio-culturali e
ricreative adatte all’età. Favorisce l’incontro e l’integrazione tra le persone; facilita la
comunicazione e l’espressione, collaborando con le altre figure professionali nell’attuazione del
piano di assistenza. Favorisce l’incontro e l’integrazione tra le persone; facilita la comunicazione e
l’espressione, collaborando con le altre figure professionali nell’attuazione del piano di assistenza.
Assistente sociale, svolge attività d’ascolto e di mediazione. È impegnato a facilitare le relazioni
dell’anziano con l’ambiente circostante (parenti, amici, compagno o compagna di camera,...);
prevenire eventuali situazioni conflittuali e d’isolamento; dà sollievo agli anziani negli stati
temporanei di disagio. Segue il percorso di accoglienza dei nuovi ospiti. Collabora con le altre
figure professionali nell’elaborazione ed attuazione del piano d’assistenza individualizzato (P.A.I.)
degli ospiti e ne valuta eventuali modifiche anche su sollecitazione di operatori e parenti. Cura le
relazioni con servizi, enti ed istituzioni esterne per quanto riguarda le necessità degli ospiti.
La seconda area, invece è composta da medici, infermieri, fisioterapisti e dietisti.
Medico
Nelle Residenze comunali per anziani non autosufficienti un medico geriatra è disponibile 24 ore
su 24, con reperibilità notturna. Nelle strutture per autosufficienti, gli ospiti sono assistiti dal
medico di medicina generale, chiamato quando necessario (come avviene per gli anziani che
vivono a casa propria). Compito principale del medico è valutare lo stato complessivo di salute
per definire il programma di cure, le visite, gli esami diagnostici, la terapia farmacologica. Integra i
dati sulle condizioni di salute e relativo trattamento, con quelli riguardanti lo stato funzionale,
mentale, comportamentale e relazionale per creare, insieme alle altre figure professionali, un
piano d’intervento individualizzato.
Infermiere
Presente 24 ore su 24 nelle Residenze per anziani non autosufficienti, effettua orario diurno in
quelle dove gli ospiti sono autosufficienti. Identifica i bisogni dell’utente, formula adeguati
obiettivi di prevenzione e cura collaborando con il medico, valuta e gestisce gli interventi
assistenziali infermieristici. Somministra le terapie farmacologiche ed effettua tutti gli interventi di
competenza (medicazioni, iniezioni, ecc…). Collabora alla stesura del piano individuale di
assistenza ed alla sua realizzazione.
Fisioterapista
E’ presente con orario diurno nelle Residenze per anziani non autosufficienti. Nelle altre gli
interventi specialistici sono prescritti dal medico di medicina generale e assicurati dal servizio di
fisiatria e fisioterapia dell’Azienda ospedaliera territoriale. Gli interventi del fisioterapista
riguardano l’area riabilitativa, ma anche l’ambito psicomotorio, al fine di mantenere equilibrio e
scambio tra il corpo e la mente dell’ospite.
Dietista
Assicura la corretta alimentazione degli ospiti, sia collaborando alla stesura del menù stagionale
che predisponendo diete individualizzate sulla base delle specifiche esigenze di salute rilevate dal
medico.
Della terza e quarta area fanno parte: impiegati amministrativi che si occupano dei rapporti con
gli altri enti (aziende sanitarie, INPS, patronati...), gli addetti alla manutenzione, alla portineria,
alle forniture, alla guida di automezzi e ai servizi alberghieri.
LA MIA ESPERIENZA
Sento di poter definire la mia prima esperienza di stage entusiasmante. Nei dieci giorni trascorsi
accanto agli anziani ed agli operatori dell’Opera Immacolata Concezione sono venuto in contatto
con un mondo che non conoscevo e dal punto di vista umano mi ha arricchito molto.
Al mio arrivo mi accolse Graziano che spiegò a me e all’altra stagista quali sarebbero stati i nostri
compiti e ci diede preziosi consigli sul modo di rapportarci con gli anziani. Ci spiegò che gli ospiti
della residenza si dividevano in tre “categorie”: autosufficienti, parzialmente autosufficienti e non
autosufficienti e per ognuna di queste categorie era riservato un’ apposita struttura detta “Villa”.
Ci illustrò anche il piano delle attività del mese, già suddiviso per settimane. L’accoglienza che ci
riservò Graziano, la sua passione e sensibilità furono per me molto rassicuranti e mi diedero la
forza per iniziare il mio operato con sicurezza ed entusiasmo, quasi con spontaneità.
Lorena, un’operatrice, mi accompagnò a villa Rosario dove abitavano i non autosufficienti, e mi
diede l’incarico particolare di occuparmi del trasferimento in carrozzella di un’ospite da Villa
Rosario a villa De Gasperi. In quel settore la situazione che si presentò ai miei occhi era molto
triste: spesso sentivo urla, lamenti e pianti e vedevo OSS e infermiere andare continuamente
avanti e indietro per accudire gli ospiti i quali avevano un continuo bisogno di assistenza. Ma fu
proprio in quella villa che conobbi un’ospite che non dimenticherò facilmente: la signora G. Era
una tra le più anziane di tutta la residenza, aveva infatti 95 anni, ma uno spirito e una voglia di vita
invidiabili, difficili da trovare perfino tra i miei coetanei. Sempre aperta, sorridente e con una gran
voglia di godersi pienamente tutte le attività e di condividerle con gli altri. Giorno per giorno
imparai a conoscere tante cose di lei e della sua vita, una vita semplice trascorsa in campagna
“lavorando e ballando” e godendo di tutto quello che le aveva voluto dare il Signore. Rimasta
vedova all’età di 75 anni scelse lei stessa di andare a vivere lì, per non essere di peso a suo figlio.
Tutte le mattine mi aspettava con il sorriso, seduta sulla sua carrozzella e lungo il percorso mi
raccontava della serata trascorsa e del programma che ci aspettava quel giorno, e su tutto faceva
commenti così ironici che ogni giorno mi stupivano. A volte si lasciava addirittura andare anche a
qualche pettegolezzo su altri ospiti. Quando arrivavamo nel salone salutava cordialmente tutti e
appariva molto orgogliosa di essere accompagnata dal “giovanotto”. In effetti un po’ tutti la
invidiavano perché non erano abituati alla presenza di persone giovani, soprattutto maschi, e sin
da subito mi sono sentito “conteso”. E’ stata una sensazione inaspettata e completamente nuova
per me che mi ha inorgoglito molto, fatto sentire importante e reso le mie giornate ancora più
significative.
Oltre che con G sono riuscito a creare un bel rapporto con altri anziani ricavandone forti emozioni
e soddisfazione. Inizialmente, vedendomi così giovane, erano quasi protettivi con me, ma nel
corso dei giorni impararono a chiedermi aiuto e addirittura a confidarsi con me.
Sono rimasto favorevolmente impressionato dalla lucidità di alcuni soggetti che, malgrado l’età
avevano ancora una mente “brillante” (tanto che spesso dicevo a me stesso che erano più svegli
del sottoscritto).
Mi ha poi colpito la loro gentilezza: non mancavano mai di salutarmi, farmi complimenti e
ringraziarmi ad ogni occasione chiamandomi affettuosamente per nome. La cosa che mi ha fatto
più “tenerezza” è stata quando qualche ospite mi raccontava della sua vita, della famiglia, dei
nipoti miei coetanei e dei bei ricordi che amava raccontare ad altri. E io ho scoperto che mi
piaceva ascoltare i loro racconti, così semplici, ma provenienti dal cuore, e credo di aver tratto da
queste importanti lezioni di vita.
Sono rimasto piuttosto colpito dalla presenza di molte più ospiti donne che uomini e l’ho riferito al
mio tutor, il quale mi ha spiegato che, come già sapevo, il tasso di mortalità negli uomini è più
elevato rispetto a quello delle donne. A questo proposito, durante le mie ore di tirocinio ho potuto
osservare un episodio che mi ha procurato grande tenerezza, spostandomi di villa in villa notavo
sempre due vecchietti sempre insieme, uno era claudicante e il secondo con gran premura e
grande spirito di protezione lo aiutava a sorreggersi e a camminare. Solo in seguito appresi che
erano fratelli.
INCARICHI E ATTIVITA’ SVOLTE
Durante la mia esperienza di tirocinante ho assolto numerosi incarichi: ho svolto anche attività
non squisitamente legate agli ospiti come affiggere sulle bacheche i programmi relativi alla
settimana e i diversi appuntamenti. Questo è stato un impegno non da poco, viste le dimensioni
della struttura. A questo proposito il mio tutor mi ha spiegato che gli appuntamenti previsti si
ripetevano ogni settimana senza grandi variazioni, poiché alle persone anziane piace la
consuetudine e la ripetitività e si disorientano davanti ad un cambiamento imprevisto, in quanto
non sono abituati a reagire di fronte a nuovi stimoli e ad adattare i loro comportamenti in base ad
essi. Questo atteggiamento ho potuto constatarlo di persona giorno quando, per lavori alle linee
telefoniche, gli ospiti sono stati obbligati a rimanere nelle loro camere per l’intera giornata.
Ho preso parte con gli operatori a molte altre attività: il caffè del lunedì pomeriggio, dove stavo in
compagnia degli ospiti che mi raccontavano di loro, e parallelamente a questo la festa dei
compleanni che gli educatori organizzavano ogni fine mese. Durante tale festa avevo anche il
compito di recarmi nelle stanze degli ospiti per distribuire loro gli inviti, affinché si fosse certi della
loro presenza. Ho prestato il mio aiuto anche in occasione dei pomeriggi dedicati al programma
del cinema andando a prendere gli ospiti non autosufficienti presso villa Rosario.
Ho prestato servizio in diverse attività ludiche come la giornata della tombola, (dove ho aiutato
Genoveffa a segnare i numeri), ricreative, come la lettura del giornale, musicali, con canzoni corali,
e nei laboratori creativi in villa Rosario.
Un’attività che mi ha molto colpito è stata la lettura del giornale. Gli ospiti non autosufficienti
venivano radunati in un salottino al primo piano di Villa rosario, dove un’educatrice leggeva loro il
quotidiano, aggiornandoli sui fatti di cronaca e cercando sempre di semplificarli per renderli più
comprensibili a tutti. Durante quest’attività gli anziani più loquaci (sempre gli stessi) non si
trattenevano dal fare commenti, a volte troppo invadenti che disturbavano l’educatore nella
lettura. Credo che sia molto importante tenere informate le persone anziane su quello che
succede al di fuori della mura della loro struttura, in modo che si tengano “al passo coi tempi”,
anche se purtroppo molti ormai hanno perso la capacità di rendersi veramente conto di quello che
gli succede intorno.
Un’altra attività che mi ha fatto molto sorridere e che ho apprezzato è stata quella musicale. Gli
educatori facevano ascoltare agli ospiti le vecchie canzoni e questi dovevano indovinarle e poi
cantarle tutti insieme, un modo per far rifiorire i bei ricordi di un tempo passato che gli anziani
tengono segretamente nel loro cuore. È capitato infatti che qualcuno si emozionasse al punto da
commuoversi.
Altra attività che ha occupato due pomeriggi è stato il laboratorio in preparazione alla Festa del
gelato, che si è svolta il 10 luglio. Il mio compito era quello di aiutare gli ospiti non autosufficienti
a produrre grosse palle con carta di giornale e colorarle con le tempere. Tali palle andavano
quindi inserite in un grosso cono di cartone, per formare dei grossi gelati di carta. È stato
divertente osservare i “vecchietti” impegnati fortemente in questa attività sforzandosi di fare del
loro meglio.
Il giorno 16 giugno abbiamo fatto un’uscita in pulmino con gli ospiti non autosufficienti al centro
commerciale Ipercity. In questa occasione ho imparato tutte le norme di sicurezza da seguire
durante i viaggi e ho visto tutti gli anziani entusiasti di recarsi fuori dalla struttura anche se per
poche ore. Alcuni di loro hanno fatto compere e quasi tutti hanno consumato la colazione al bar.
Non ho potuto partecipare ai due laboratori di cucito e ceramica presenti all’interno della
struttura per gli autosufficienti e che sono utilizzati soprattutto in inverno, ma una volontaria me li
ha fatti visitare mostrandomi alcuni lavori che ho molto apprezzato rendendomi conto
dell’impegno che ci avevano messo.
Il giorno del Pranzo delle trote ho aiutato a preparare i tavoli e ho avuto l’onore di conoscere la
fondatrice dell’opera immacolata concezione: Nella Maria Berto, la quale adesso risiede in una
villa della Fondazione. Tutti gli educatori me l’hanno descritta come una donna formidabile,
volenterosa, che ha speso la sua vita al fine di aiutare le persone anziane. Adesso, più che
ottantenne, viene seguita da un’educatrice che si prende cura di lei.
Il giorno 22 giugno, il mio tutor e gli altri educatori hanno accompagnato gli ospiti ad una mostra
di monete a Palazzo della Ragione e così noi stagisti siamo andati ad un incontro con i primi
operatori, che avevano la responsabilità della struttura e ci hanno illustrato i loro compiti e
responsabilità. Loro compito principale era l’accoglienza: organizzavano incontri con i futuri ospiti
che si recavano alla struttura accompagnati dai familiari o chi per essi. In questi incontri, gli
operatori spiegavano all’interessato quali erano i servizi offerti dalla struttura, il personale
specializzato, gli ambienti e i costi. Ci hanno detto che purtroppo molti familiari si rivolgono al
centro per trovare un posto sicuro dove parcheggiare i loro genitori, che magari non hanno
nessuna intenzione di andare a vivere lì e preferirebbero continuare a vivere nelle loro abitazioni.
A tale proposito mi hanno raccontato un triste episodio, accaduto qualche anno fa, di un ospite
che è scappato dalla struttura ed stato ritrovato il giorno seguente vagare per la strada, in cerca
della propria casa. La diffusione delle badanti ormai sembra una soluzione alternativa alle case di
riposo e i costi sono minori.
Le operatrici sono state veramente disponibili nell’illustrarci tutti questi aspetti e hanno risposto a
tutte le nostre domande, raccontandoci anche del loro percorso di studi. Alessandra ha una laurea
in scienze della comunicazione, mentre la seconda, che era entrata in servizio prima della nuova
normativa, non è laureata, ma aveva conseguito un diploma.
Il giorno 23 sono stato impegnato nel preparativo di una festa in cortile, dove abbiamo accolto i
bambini ospiti a Casa Priscilla. Ho potuto così notare come gli anziani si entusiasmavano alla vista
dei piccoli, sembrava che si risvegliassero da quel loro stato di torpore senile e ritornassero a
vivere con la vitalità di un tempo. Graziano, il mio tutor gonfiava di continuo palloncini con forme
spiritose e immediatamente i bambini si precipitavano dai “nonni”, invitandoli a giocare. Vederli
cosi entusiasti e giocosi mi ha procurato un enorme piacere.
L’ultimo giorno di tirocinio è stato il più bello. Alla mattina Graziano ci ha permesso di andare a
prendere un ospite a nostra scelta e invitarlo al bar per consumare un caffè insieme, in modo da
passare gli ultimi momenti che avevamo ancora a disposizione. Io andai da G che ne fu
immensamente felice (anche perché non vedeva l’ora di mangiare!) e ci accomodammo assieme
ad un’altra ospite al tavolino del bar. Chiesi a G se si trovava bene al Nazareth e lei prontamente
mi rispose che era contentissima, perché tutti la servivano e la trattavano con riguardo. Infatti lì
poteva finalmente riposarsi ed essere “servita” dopo una vita passata in campagna tra duro lavoro
nei campi. L’altra ospite aveva invece molto meno entusiasmo e ci raccontò che si trovava lì da
solo un anno, ma che non era per niente felice e rimpiangeva la sua casa. Non aveva avuto figli e
così quando era rimasta vedova, i suoi parenti decisero di portarla lì. Sentire il suo racconto mi
fece tristezza e provai una gran pena per quella povera signora ormai caduta in una sorta di
melanconia perenne.
Più tardi l’altra tirocinante ed io decidemmo di portare un piccolo gruppo di anziani in cortile per
passare un po’ di tempo all’aria aperta e per farci tutti insieme una bella chiacchierata . È stato
veramente un bel momento, gli anziani sono stati bene e mi sono divertito ad ascoltare i loro
discorsi, addirittura uno di loro sembrava invaghito di Genoveffa, diceva di volerla sposare pur
non avendo denaro a sufficienza e quest’ultima rispondeva spiritosamente con continui rifiuti.
Il pomeriggio lo abbiamo passato facendo la conoscenza dell’equipe sportiva, la palestra era
abbastanza attrezzata e al suo interno gli ospiti, seguiti da uno staff di fisioterapisti e medici
possono fare le cure riabilitative e i massaggi.
Il momento dei saluti è stato il più commuovente, tutti gli anziani ai quali ero stato vicino mi hanno
calorosamente salutato, ripetutamente ringraziato della compagnia e augurato ogni bene per il
mio futuro. Per qualche giorno i miei “cari vecchietti” mi sono mancati molto e continuavo a
rivedere le loro espressioni, a risentire le loro voci, a pensarli intenti alle varie attività della
giornata, la cui scansione conoscevo ormai molto bene. Al ritorno dalle mie vacanze sono tornato
a salutarli e la loro accoglienza così affettuosa e sincera mi ha toccato il cuore. Credo proprio che
tornerò ancora perché accanto a loro ho scoperto quanto sia gratificante dedicare il proprio
tempo e prendersi cura di persone così fragili e bisognose di affetto.