Modellismo storico: passione in movimento
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Modellismo storico: passione in movimento
MODELLISMO Modellismo storico: passione in movimento di Mattia Trevini Una passione dura a morire Un mix di competenza e passione permettono la realizzazione di questi piccoli gioielli, che possono richiedere da 20 fino a 2.000 ore per i modelli più sofi sticati. L’interesse a produrre i modellini è tuttavia sempre meno diffuso, sia perché è richiesta una buona dose di competenza meccanica, sia perché reperire i pezzi è un’operazione difficoltosa e spesso occorre andare all’estero. Un’indagine per capire abilità, trucchi (pochi svelati) e creatività di alcuni maestri delle miniature funzionanti di macchine agricole Fabbri, demolitori e ferramenta diventano inesorabilmente i migliori amici di chi fa del modellismo il suo diletto, l’esperienza il legante per la buona riuscita dei pezzi migliori. Decenni di passione accomunano infatti gli artigiani della miniatura, che operano sin da quando erano ragazzi. Oggi questi “ragazzi” in età da pensione non hanno perso ancora la loro vitalità, che si mantiene grazie alle riproduzioni di aratri carrellati, attrezzi vari, trattrici, locomobili, trebbie e sgranatrici, pressapaglia, motopompe. Il Lanz Bulldog HL 12 con riprodotti fedelmente il volante e il sedile su balestrino, come pure le leve dell’acceleratore, dei freni e della frizione (collezione I. Bagnoli) Ecco dunque alcuni di questi irriducibili patiti del modellismo in movimento con qualche loro capolavoro. Dal traino dei vagoni al tiro dell’aratro Ha agg iustato motor i per q uarant’anni il signor Iader Bagnoli di Correggio (Reggio Emilia), riproducendo al contempo modellini di motori e macchine agricole, fra cui motopompe per l’irrigazione, un Super Landini e un Lanz Bulldog HL 12. E proprio il Lanz Bulldog HL 12 vi vogliamo proporre, locomobile con L’assale anteriore ruota sul centro del bilanciere tramite un comando a tirante. Sulla sinistra particolare del camino di scarico con secchio di recupero dell’olio lubrificante. Il volano è in fusione d’alluminio mentre sotto la testata si trovano il tubo dell’acqua di raffreddamento in ottone e il filo della microcandela per l’accensione (collezione I. Bagnoli) MAD • 10 • Ottobre 2008 M odellini di trattori, fedeli, che riproducono ogni minimo dettaglio dupl ic at o i n sc a l a . Se si parla poi dei modellini storici funzionanti, si apre un capitolo che lascia a bocca aperta persino il più restio a far riemergere il proprio fanciullo interiore. A monte di queste opere d’arte ritroviamo un lavoro preciso e meticoloso, quasi maniacale, ma necessario per creare autentici capolavori. La nostra curiosità ci ha spinto a incontrare alcuni dei “mastr i orolog ia i” del la meccanica agraria tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. 59 Il cantiere per la trebbiatura al completo (collezione A. Abeni). Lungo più di 2 m, presenta al centro la trebbia Orsi, in scala 1:10, lunga più di 65 cm, larga meno di 20 e alta 25 cm. Ha il telaio in legno di noce, i vari componenti sono assemblati a incastro. A concludere il tutto il pressapaglia in scala 1:10 di 60 cm di lunghezza, 20 di larghezza e 20 di altezza, la cui realizzazione ha richiesto più di 300 ore MAD • 10 • Ottobre 2008 Perfettamente riprodotta in scala 1:8 dopo un lavoro di 1.100 ore, la locomobile Marshall funziona sia a vapore che ad aria compressa ed è stata costruita tutta in ferro. Il modello ha una lunghezza di circa 50 cm, una larghezza di 20 e un’altezza di 40 cm, compreso il camino (collezione A. Abeni) 60 motore semidiesel a 2 tempi, utilizzato in agricoltura e nell’industria in Europa negli anni Venti, trasformato poi in trattore. Il modello è in scala 1:5, pesa circa 15 kg e misura 50 cm di lunghezza, 28,5 cm di larghezza con un’altezza (compreso il camino di scarico fumi) di 44 cm. È costituito da un carro in fusione di alluminio in cui sono ricavate due cavità: una anteriore per il serbatoio dell’acqua di raffreddamento con sfi ato e una posteriore per il serbatoio del lubrificante. Il motore a benzina è un 2 tempi da 28 cc con cilindro in ghisa e microcandela per il funzionamento (la testa calda non ha inerzia termica poiché troppo piccola), ed è raffredda- Particolari della trebbia: organi per lo scarico posteriore della paglia con movimento alternato, montati su un albero a gomiti con microbronzine. Visibile il battitore con spranghe e il controbattitore. Le spranghe del battitore sono state ricavate usando i tondini di armatura del cemento armato. Il controbattitore è una lamina forata (collezione A. Abeni) to ad acqua con pompa di ricircolo. Il motore ha una pompa per il carburante e una per l’olio di lubrificazione, il regolatore di giri e l’acceleratore. Il modello, come l’originale, non ha il cambio e la frizione serve solo per partire e fermare il trattore. Il moto alle ruote posteriori, dotate di differenziale, è trasmesso da una catena che prende potenza dall’albero motore tramite una corona dentata. La retromarcia si effettua per inversione della rotazione del motore. Sul sito www.iadermotoridepoca.it sono disponibili foto e video del Lanz Bulldog e di altri modellini. Cantiere per la trebbiatura del grano Arcisio Abeni, 74 anni di Bornato (Brescia), dopo un passato di meccanico e una carriera da ferroviere a partire dai 27 anni, ha riversato il suo amore per le rotaie ricreando modellini di treni. Nella sua collezione troviamo anche modellini di macchine agricole, tra cui uno splendido cantiere di trebbiatura costituito da una locomobile Marshall a vapore del 1906 con una trebbia Orsi in legno degli anni 50 e una pressapaglia degli anni 50. Conoscerle così bene da riprodurle Angelo Savoia, classe 1924 di San Pietro in Cariano (Verona), ha passato la sua vita a lavorare la terra e di macchine agricole se ne intende. Tanto da coltivare poi la passione per la riproduzione in scala degli attrezzi che usualmente utilizzava. Iniziando dapprima con un torchio in legno più di quarant’anni fa, ha proseguito con nu- Cantiere per la trebbiatura (collezione M. Pizzetti) con trattore cingolato in ferro, dotato di interruttori per l’accensione delle luci e del motore elettrico per azionare la trebbia e la pressapaglia in legno A sinistra un trattore con atomizzatore e a destra uno con attaccato lo spandiconcime (collezione M. Pizzetti). I trattori sono di metallo con motorino elettrico e luci funzionanti. Gli attrezzi sono un mix di metallo e legno, dotati di motorino elettrico per i vari movimenti La falciatrice (collezione A. Savoia) in ferro ha una leva per l’innesto e il disinnesto della lama. Un’altra leva più lunga mette in posizione di trasporto la lama, mentre una terza leva vicino alla ruota regola l’altezza di taglio. La lama oscillante prende il moto da una biella comandata dalla ruota destra tramite un movimento alternato. La lama è costituita da un pezzo unico che scorre sul portalama. Tutti i denti paralama, avvitati su un supporto, sono stati realizzati a mano merosi altri pezzi, come un cantiere per la trebbiatura, una seminatrice e una falciatrice. I pezzi sono stati donati alle cantine Tommasi di San Pietro in Cariano (Verona), ora in esposizione presso il punto vendita. I modelli che vi presentiamo sono in scala 1:5. Per la realizzazione non è stato seguito nessun disegno di progetto ma sono state fatte misurazioni ai modelli originali. La seminatrice tutta in ferro ha un carrello con gancio di traino ammortizzato (collezione A. Savoia). Sono visibili la tramoggia, gli elementi di semina con tubo di adduzione telescopico e una catena per sostenerlo. Una leva al centro permette l’azionamento e l’arresto del distributore dei semi, il quale è comandato da un ingranaggio azionato dalla ruota di destra F ra nco P iran i d i Carbona ra Po (Mantova), appassionato di modellismo da sempre, oggi è pensionato ma per più di quarant’anni è stato contoterzista e meccanico della Bassa mantovana. Ha costruito molti modelli tra i quali numerosi aratri, locomobili, trebbiatrici, sgranatrici, ma anche biciclette e motociclette. Molte realizzazioni non sono perfettamente in scala, ma si può dire che nella sua collezione troviamo modelli in scala 1:5 fi no a modelli in scala 1:12. Tra alcuni dei gioiellini della piccola meccanica troviamo il braccio idraulico con forca carica letame e il cantiere per l’aratura funicolare elettrica. MAD • 10 • Ottobre 2008 Da terzista a “modellista” 61 Il modello (collezione F. Pirani) riproduce un cantiere dei primi del Novecento per l’aratura funicolare elettrica, rara ma realmente esistita. A destra l’aratro a bilanciere in ferro con volantini di regolazione e le funi per l’avanzamento dell’aratro di disegni di progetto o dei mezzi originali portano a compromessi ed escamotage. Segreti nati dall’ingegno Il braccio idraulico con forca carica letame (collezione F. Pirani) è di ferro ed è dotato di tutti i movimenti come la rotazione, il brandeggio, la benna che si apre e chiude, il sollevamento e l’abbassamento MAD • 10 • Ottobre 2008 Il circuito idraulico è costituito da piccole tubazioni in gomma per il trasporto dell’olio, un motore elettrico (quello del tergicristallo di un auto) che aziona una pompa (quella del gasolio dei bruciatori) che mette in pressione l’olio, il quale è contenuto in un serbatoio di ferro. Per l’azionamento dei martinetti è stata installata una batteria di valvole deviatrici con comando a leva e ritorno dell’olio al serbatoio (collezione F. Pirani) 62 Trattori che fanno rumore Mario Pizzetti, classe 1922, dopo un passato di caporale nella Seconda guerra mondiale, camionista e poi agricoltore, si è messo a costruire modellini da quando è entrato in pensione, nel 1984. Impiega pezzi di recupero di ogni tipo e colpisce come assembla le sue creazioni. I materiali e i pezzi che impiega sono di vario tipo: per le lamiere dei modellini utilizza barattoli di latta da cui ritaglia e sagoma ciò che gli serve, le ruote derivano da giocattoli ve cch i, i mot or i elettrici per i movimenti dei modell i n i de r iv a no d a phon, giocattoli o tergicristallo delle auto. Impiega molto anche il legno e la plastica. Per muovere i meccanismi dei modelli sono stati montati motori elettrici, pulegge in legno e cinghioli; tramite un ingegnoso ma semplice dispositivo a scatto azionato da un piccolo motore elettrico è stato ricreato in ogni trattore il rumore del motore che sembra una banalità ma dà quel tocco di originalità in ogni sua creazione. I materiali utilizzati Tornando a parlare delle caratteristiche che accomunano questi artigiani dalla pazienza certosina, una è la scelta dei materiali per la riproduzione delle macchine agricole. Legno, ferro, alluminio, bronzo, acciaio e ghisa sono gli “ingredienti” più utilizzati. In funzione del soggetto da riprodurre, la tendenza è quella di rispettare il più possibile l’originale, ma la scarsa reperibilità di pezzi in miniatura, le difficoltà di lavorazione, la non disponibilità di alcune attrezzature di lavoro, la mancanza Tenuti custoditi come il più prezioso dei tesori, i trucchi adottati difficilmente sono svelati, ma qualcosa siamo riusciti a strappare fuori. Per esempio, non riuscite a ricostruire pulegge o componenti che solitamente sono in ferro o in alluminio? Semplice, sagomate al tornio un cilindretto di legno e successivamente verniciatelo in modo tale da farlo sembrare di ferro. Le carrozzerie in legno come quelle delle vecchie trebbie con assi inchiodate o avvitate vi danno fi lo da torcere? Prendete un pannello unico, sagomatelo secondo l’esigenza e con una lama circolare fi ne o con il seghetto create i solchi dritti e paralleli per riprodurre l’effetto delle assi in legno. Tutto fa brodo, o meglio, modellino Se i trucchi richiedono una bella fantasia, non da meno è la scelta dei componenti. Di già pronto ritroviamo solitamente microviti, piccoli manometri, microtubi (più facilmente reperibili all’estero), ma ecco che dai fogli di alluminio o di ferro possono nascere barrette, travetti, longheroni, portelli. Le sezioni di tubo diventano ruote. I blocchi di allumino, ghisa o acciaio da lavorare con il tornio o la fresa servono per ricavare cilindri e mozzi delle ruote. Le barrette a sezione tonda sono i precursori di tubazioni e rubinetti. Quando è necessario si fa ricorso anche a stampi per la fusione dei pezzi. Non da ultimo il materiale di recupero, rappresentato quindi da motori elettrici delle automobili, cinghie dei motori, catene di biciclette, ruote di giocattoli. Insomma, tutto serve per far muovere i “bonsai” delle macchine agricole. Mattia Trevini [email protected]