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01-02-2016 Data Pagina Foglio •ULTIMA ORA• 1 / 3 SEZIONI BLOG FATTO TV ABBONATI FQ SHOP FQ RADIO Temi del Giorno ANGELA MERKEL • ANTONINO PULVIRENTI • FAMILY DAY • MARIA ELENA BOSCHI • SONDAGGI • × UNIONI CIVILI IlFattoQuotidiano.it / Economia & Lobby / Economia Energia rinnovabile, in stallo decreto sui nuovi incentivi. Produttori: “Da governo totale disinteresse, settore a rischio” Casa.it Annunci casa.it 700mila immobili sul portale n 1 in Italia. Trova subito la casa giusta per te! Annunci Immobiliari Su Immobiliare.it trovi oltre 900.000 annunci di case in vendita e in affitto. Cerca ora! Economia Le aziende attendono dalla fine del 2014 l'aggiornamento delle misure in favore delle fonti diverse dal fotovoltaico, dall'eolico alla geotermia. Coordinamento Free: "Per colpa di questo ritardo il 2015 è stato un anno flop come numeri di nuove installazioni". E i posti di lavoro sono diminuiti dai 37mila del 2012 a 26mila di Elena Veronelli | 1 febbraio 2016 COMMENTI DALLA HOMEPAGE Usa 2016, corsa per la Casa Bianca parte in Iowa Gli anti-sistema Trump e Sanders sfidano Hillary Tweet Più informazioni su: Commissione Europea, Energia Alternativa, Fonti Rinnovabili, Governo, Incentivi Mondo Anie Minicar investe e uccide madre e figlia Conducente ubriaco, rischia il linciaggio Omicidio stradale, legge torna al Senato ECONOMIA & LOBBY Rinnovabili, decreto su nuovi incentivi in stallo Aziende contro governo 046087 CRONACA Codice abbonamento: Il 2015 non è stato un anno brillante per le energie rinnovabili. Da una parte i dati sulla nuova potenza installata e sulla produzione sono in calo, dall’altra si è creato un vuoto normativo a causa del ritardo del governo nell’approvare il decreto con i nuovi incentivi alle fonti diverse dal fotovoltaico. Il provvedimento doveva essere pronto a fine 2014 ma ancora non vede la luce. Gli operatori lo aspettano da tempo, preoccupati degli effetti negativi che questo vuoto sta producendo al settore: rallentamento della crescita del numero degli impianti rinnovabili, aziende costrette a fuggire all’estero o a chiudere e drastico calo degli occupati. Data 01-02-2016 Pagina Foglio Il lungo iter del decreto e lo stop di Bruxelles - I tre ministeri coinvolti – Sviluppo economico, Ambiente e Politiche Agricole – hanno trovato un accordo su una bozza solo a settembre 2015. Dunque quasi un anno dopo. Il testo è stato poi trasmesso all’Autorità per l’energia e alla Conferenza unificata che hanno dato i loro pareri, in base ai quali il governo ha apportato alcune modifiche. Ora è al vaglio della Commissione europea, che deve certificare la compatibilità delle norme con le linee guida in materia di aiuti di Stato. Indiscrezioni dicono però che Bruxelles sarebbe orientata a chiedere modifiche, eventualità che rallenterebbe ulteriormente l’iter del provvedimento. In generale, il fine del decreto nelle intenzioni dell’esecutivo è sostenere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (non fotovoltaiche) attraverso la definizione di incentivi e di modalità di accesso semplici. Il tutto per promuovere l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità degli oneri di incentivazione nell’ambito degli obiettivi della Strategia energetica nazionale. I nodi del testo e i tempi troppo stretti - Ci sono però almeno due macigni che incombono sulle buone intenzioni. Il primo è relativo ai tempi: il provvedimento riguarda lo sviluppo di impianti per gli anni 2015 e 2016. Anche se entrasse in vigore immediatamente la sua validità sarebbe limitata a meno di 12 mesi. “Un tale atteggiamento da parte delle istituzioni è scandaloso e sintomatico del totale disinteresse per temi di notevole urgenza, come l’ambiente e i cambiamenti climatici, che rende vana ogni parola spesa in occasione della COP21 di Parigi”, commenta l’Associazione Nazionale Energia Vento (Anev). Sulla stessa linea il presidente di Anie Rinnovabili, Emilio Cremona: “E’ necessario che sia data subito la possibilità alle imprese delle 2 / 3 VAI ALLA HOMEPAGE PIÙ COMMENTATI Banche, Visco: “Italia chieda all’Ue la revisione del bail in”. Commissione Ue lo gela: “Nessun piano per cambiare la Brrd” Regioni, a Bolzano la spesa pubblica più alta pro-capite: 9mila euro. Quasi quattro volte di più che in Lombardia VAI A ECONOMIA DIRETTORE TESTATA ONLINE: PETER GOMEZ SEGUI ILFATTOQUOTIDIANO.IT TWITTER FACEBOOK GOOGLE PLUS YOUTUBE RSS rinnovabili di presentare progetti che possano accedere ai pochi sistemi incentivanti rimasti. Oggi sono bloccati tutti quei progetti che possono iscriversi ai registri o partecipare alle aste previste dal nuovo decreto”. Il 2015 “anno flop” per consumi di energia da fonti Anie Codice abbonamento: vigore vige il vecchio metodo di calcolo con il rischio che il tetto di spesa di 5,8 miliardi venga raggiunto prima (a fine anno mancavano solo 33 milioni). In questo caso, gli incentivi verranno sospesi. Le conseguenze pratiche, spiega Barbetti, in realtà sarebbero trascurabili: non si fermerebbero gli incentivi ma ci potrebbe essere un breve stop and go e si dovrebbe fare un aggiornamento al nuovo decreto. Si andrebbe però a incidere sulla fiducia degli investitori. 046087 Senza decreto il tetto di spesa sarà raggiunto prima - Il secondo problema, anch’esso legato ai tempi, riguarda più specificatamente il tetto degli incentivi da assegnare: il testo lo fissa a 5,8 miliardi di euro l’anno, introducendo al contempo un nuovo metodo di calcolo che mette indietro al contatore. Ma, spiega l’analista Tommaso Barbetti di eLeMeNS in una intervista rilasciata a Qualenergia.it, finché il provvedimento non entra in Data 01-02-2016 Pagina Foglio 3 / 3 rinnovabili - Sta di fatto che i numeri parlano chiaro e mostrano come già il 2015 sia stato un anno nero per il settore. Dai dati Terna relativi al 2015 emerge che in Italia, a fronte di una crescita dei consumi di energia elettrica (la prima in tre anni), per le rinnovabili c’è stato un calo del 9% rispetto al 2014. Ben oltre 11 miliardi di chilowattora in meno rispetto al 2014 sono stati generati dalle fonti rinnovabili nel 2015. L’unica fonte con il segno più è il fotovoltaico, che è aumentato dell’1,5%, dopo quattro anni di decrescita. Per il Coordinamento Free il 2015 è stato quindi “un anno flop”: “Da una parte il governo italiano, per bocca del ministro Galletti, ha chiesto di limitare a 1,5 gradi (invece che a 2) l’aumento massimo della temperatura terrestre, dall’altro gli imprenditori eolici, geotermici, idroelettrici e da biomasse non possono realizzare gli impianti che questi obiettivi contribuirebbero a raggiungere”, dice l’associazione, “perché lo stesso esecutivo non emana da oltre un anno un decreto interministeriale che definisce le date per le aste competitive per la realizzazione di impianti da rinnovabili”. Quanto all’eolico, secondo i dati Anev sono solo 295 i megawatt di nuova potenza installata in Italia nel 2015. Con gravi ripercussioni sul mondo del lavoro. Le aziende del settore secondo l’associazione sono infatti costrette a fuggire all’estero o a chiudere, con il risultato che si è passati da circa 37mila occupati nel 2012 a 34mila nel 2013, 30mila nel 2014 e 26mila nel 2015. di Elena Veronelli | 1 febbraio 2016 COMMENTI « Tweet ARTICOLO PRECEDENTE Regioni, a Bolzano la spesa pubblica più alta pro-capite: 9mila euro. Quasi quattro volte di più che in Lombardia Gentile lettore, puoi manifestare liberamente la tua opinione ma ricorda che la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 22 alle 7, che il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e che ogni utente può postare al massimo 100 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questo limite per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi ai Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. 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