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Il piccolo Nicolas e i
suoi genitori
Genere
Regia
Distribuzione Età
Durata
Audio
Anno
Commedia
Laurent Tirard
BIM
dagli 8 anni
90 min. - colore
Italiano/francese
2009
Sinossi
Nella Francia degli anni ’50, lo sguardo inconsapevolmente ironico di un bambino registra la vita
nell’ambiente borghese parigino. Nicolas è felice, ama i suoi genitori, pur con le loro incomprensibili
bizzarrie, e spera che nulla cambi… Finché in lui non sorge il sospetto che presto un fratellino giungerà
a guastare tutto. Forse i suoi genitori allora lo abbandoneranno, proprio com’era successo a Pollicino?
Analisi della struttura
Personaggio della letteratura per ragazzi, creato dalla fantasia di René Goscinny, (autore di Asterix)
“Le petit Nicolas”, fenomeno editoriale per quasi mezzo secolo sia in Europa che negli Stati Uniti, è
stato il primo esempio della letteratura moderna in cui il mondo è visto attraverso gli occhi innocenti e
schietti di un bambino. Nato come serie di racconti umoristici illustrati, “Le petit Nicolas” è riuscito ad
entusiasmare non solo i più piccoli, ma anche i loro genitori che si possono facilmente e comicamente
riconoscere nei personaggi rappresentati. Trasportarlo dal disegno essenziale e minimalista alla pellicola cinematografica era però un esperimento che rischiava di trasformarsi in catastrofe, dati i cambiamenti necessari ad attuare una rivoluzione del genere, ma il regista Laurent Tirard è riuscito a dare
una dimensione unica e visionaria alle fantastiche avvenute di Nicolas, stravolgendole nella narrazione,
ma mantenendone intatta l’atmosfera. Concepito come un fumetto per le inquadrature, le scenografie, i colori vivaci, il film ha la sua forza nella semplicità della narrazione: profondamente immersi nel
proprio mondo infantile, fatto di giochi, scuola, genitori e poco altro, e irraggiungibili da ogni disputa
di carattere sociale o politico, Nicolas e i suoi amici, sono personaggi universali, capaci di trasmettere
entusiasmo e profondità dei sentimenti. Il regista, adottando uno stile narrativo che utilizza il punto di
vista di Nicolas e aderendo alla sua interpretazione del mondo, gioca sugli stereotipi (c’è quello grassoccio, quello somaro e quello secchione), ma il collante dell’amicizia riesce a rendere tutti i protagonisti estremamente umani e vicini alla memoria dell’infanzia di ciascuno. Fin dalle prime sequenze,
gli spettatori si immergono completamente nel mondo di Nicolas, nelle sue problematiche scolastiche
e familiari ritrovando i piccoli e grandi drammi che ciascuno ha vissuto nell’infanzia. La psicologia
infantile è analizzata con precisione e arguzia. Le ingenuità dei ragazzini sono fonte di momenti esilaranti e paradossali, ma il loro comportamento non è meno serio di quello dei grandi. Il tutto è narrato
in modo divertente e ironico, anche se non mancano nella storia quelle cattiverie che solo i bambini di
questa età sono capaci di fare. Sin dalle primissime sequenze è chiaro come la forza del film sia quella
Scheda scaricabile su www.scuoladecs.ti.ch/vdq
©CDC 2012
di impostare la narrazione sulle privatissime riflessioni di Nicolas: se questo, da una parte, ci offre un
punto di osservazione privilegiato e il più possibile aderente alla realtà del protagonista, dall’altra ha
il pregio di metterci a confronto con il nocciolo duro del suo carattere. E’ un piacere scoprire il mondo con gli occhi di Nicolas: al di là dell’angoscia e dei dubbi riguardo il cambiamento, o presunto tale,
che si appresta ad affrontare, Nicolas trae forza dal proprio senso dell’umorismo, di cui ci viene dato
un assaggio nella piacevolissima sequenza iniziale, dove i compagni di classe sono tratteggiati nei loro
aspetti più peculiari attraverso la lente della comicità. La visita del ministro a scuola o la cena di lavoro, sono due scene emblematiche della bravura del regista, capace di far vivere il film di una vita propria. La narrazione procede veloce e divertente, contornando il problema principale della presupposta
nascita del fratellino di Nicolas di altre vicende collaterali: l’insoddisfazione di una madre che agogna
l’affermazione personale, la lotta continua del padre per ricevere una promozione, l’apparente impossibilità da parte della scuola di gestire i propri scolari. Tutta la vicenda sembra essere divisa su due
diversi livelli di lettura non troppo distanti tra loro. I personaggi sono sempre diretti e ordinati, ma si
percepiscono i loro difetti, le loro frustrazioni, i loro disagi. Il lavoro sulla composizione delle immagini
è meticoloso. Il film è una perfetta alchimia di più elementi: una sapiente regia, un eccellente copione
(opera dello stesso Tirard e di Grégoire Vigneron), un ottimo cast, dove i bambini, alla prima esperienza
davanti alla macchina da presa, hanno una naturalezza nel recitare che rende la visione godibilissima,
e, infine, una bella fotografia. Ricreando un’atmosfera patinata, quasi plastificata, e riempiendola di
situazioni surreali ma non del tutto incredibili per un mondo creato dai bambini, “Le Petit Nicolas” è
un film con una struttura narrativa circolare: tutte le avventure raccontate non hanno mai conseguenze
drastiche, tutto si risolve in maniera del tutto incruenta, e tutto ritorna più o meno alla stabilità iniziale.
L’unica cosa che cambia realmente è la crescita del bambino, che a ogni giro di vite impara un aspetto
nuovo dell’esistenza. Un tono rassicurante avvolge la narrazione, specificità che rende la pellicola adatta anche ai bambini più piccoli. Non ci sono riferimenti ad avvenimenti storici, non ci sono forti contrasti, non vengono mai affrontate direttamente tematiche sociali di profondo impatto, tutto è in ordine e
sotto controllo.
Il piano non è quello della realtà, ma è piuttosto spostato sulla fiaba, su luoghi ed eventi
senza tempo in cui, secondo la migliore tradizione, “tutto è bene quel che finisce bene”. Il risultato è
una pellicola elegante, ben composta sia a livello figurativo che sul piano narrativo, e per giunta molto
curato dal punto di vista dell’equilibrio fra elementi tipicamente “infantili” e altri anche più “adulti”.
Proposte didattiche
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Perché Nicolas trova la fiaba di Pollicino spaventosa?
Perché Nicolas teme la nascita del fratellino?
Che cosa scrive Nicolas nel tema assegnatogli dalla maestra sul suo futuro?
Descrivi la scuola frequentata da Nicolas
Quali dei compagni di Nicolas ti piacciono maggiormente? Perché?
Chi è il Gufo?
Quali valori rappresenta?
Descrivi la casa di Nicolas
Che lavoro fa il papà di Nicolas?
Se non si fosse sposato che cosa gli sarebbe piaciuto diventare?
Come si comportano i genitori di Nicolas nei confronti del figlio?
E tra loro?
Perché la mamma vuole fare bella figura con le persone che sono a cena a casa sua?
Perché l’attuazione dei progetti di Nicolas e dei compagni non sempre va a buon fine?
Per te l’amicizia è importante?
Il piccolo Nicolas e i suoi genitori
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