studium sociale

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studium sociale
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Sonderdruck aus
studium sociale
Ergebnisse sozialwissenschaftlicher
Forschung der Gegenwart
Karl Valentin Miiller dargebracht
Herausgegeben von Karl Gustav Specht,
Hans Georg Raschi Hans Hofbauer
Westdeutscher Verlag . Kèiln und Opladen
Fenomelogia Sociologica e Antropologia Culturale
di un Tipico Comportamento Deviato: La "Mafia" e lo "Spirito di Mafia"
Michele Marolta, Cagliarie/ltalìen
1. GeneraJitd
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Secondo la distinzione primitiva (Franchetti) e plU accreditata
(Gaetano Mosca) con il termine Mafia (M) vengono intesi in Sicilia due
diversi fenomeni sociali, in stretta correlazione, partitamente analizzabili.
Come sentimento, lo "spirito di ma1iia" è una manier,a di sentire che,
come la sup.erbd.ra, come r orgoglio, cÙ'rne la prepoten~a, rende neeeSisaria
una certa Enea di condotta 'ID run dato ordine di rapporti sooiaHi come
fatto esterno "è un compless.o .di tante piccole ,assooiazioni che si pro~
pongono scopi v,ari, i quaLi però sono quasi sempr,e tali ,da Lare raSlentare
ad membri deH'associazione stessa n codice penale e qualch\e volta sono
v'eramente delittuosi" (Mosoa).
L'·etimologJ,a del ter,mine M. è assai Sncerta. Secondo alcuni
deriverebbe dal toscano Maffia (miseria), secondo altri sarebbe una
correzione del francese Mauveis; vi è chi lo connette al nome di una
tribù (Ma-dfir) stanziatasi in Palermo durante la dominazione araba.
Si è detto anche, ma del tutto infondatamente, che le parola fosse la
sigla di una società segreta mazziniana tratta dalle lettere iniziali delle
parole Mazzini autorizza furti, incendi avvelenamenti. La circostanza
attest,a peraltro come il vocabolo fosse sconosciuto o poco noto prima
del 1859-60, non si trov,a 'inlatti regJlstrato nel1a priJllla edizione (1838)
del Dizionario siciliano-italiano (Palermo, 1888) che rende M. per
braveria, baldanza e Mafiusu per bravaccio; per il Traina, Maiiusu vale
anche di cosa buona, eccellente nel suo genere. Il PUrè (Usi e costumi,
credenze e pregiudizi del popolo siciiiano, v. II, p. 287 e segg., Palermo
1889) afferma 'che la voce esìsteV1a già nel primo iS,essantennio del secolo
in un rione di p.alermo, il Bor,go, prima isolato topograrfiic.amente rà!spetto
al r,esto 'della città. Nel Bor,go (l,a "voce maDia CQi SlUoi derìÌvatli valse e
vale sempre bellezza, gr,aziosità, perfez.ione ... ". Il PUrè aggiunge che
"aWidea di bellezz.a 1a voce mafia unisce quella di superiorità e di
valentia nel miglior significato della parola e, discorrendo di uomo,
qualche cosa di più: coscienza d'esser uomo, sincerità d'animo e, ìn
eccesso di questa, baldanza, ma non maì braveI"~a ,in cattivo senso ... ".
La parole tuttavia aveva già intrlinseco intorno al 1863 un sign<ificato
peggiorativo se GiJuseppe Rìcciotto poneva sulle scene -del capoluogo
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Fenomenologia Sociologica e Antropologia Culturale
dell'isola, in colla:boraz.ione con Gaspare Mosoa, un l,avor·o teatrale intitolato i Mafiusi de la Vicaria in cui si rappresentano scene della vita
delle Gr-audi Prigioni di Pal'ermo. La commedia, modiDicata nel titolo
(I Mafd.usi) re nena strutturaI ma non neUa sostanza, ebbe un enorme
successo a Palermo e poi a Roma ed altrove contribuendo a far conosc"ere il vocabolo in Italia e fuori come sinonimo di delinquenza e l
inesattamente, di camorra.-
uomo di società per MF., smorzare per ridurre in silenzio, rosario per
revolver, scafazzare per far fiasco, tirare il cinque soldi per estrarre il
n Franchetti (Condizioni politiche ed amministrative della Sicilia,
Firenze, 1887, p. 4) considera la M. "un sentimento medioevale" i
"mafioso è colui - egli scrive - che crede di poter provvedere alla
tutela ed alla incolumità della sua persona e dei suoi averi mercè il suo
valore e la sua influenza personale indipendentemente dall'azione
dello autorità e delle leggi". Si tratta cioè (ivi, p. 163) di un modo d'essere
"di una data società e degli individui che la compongono sicchè con
l'aggettivo mafioso (MF.) non viene indicato un uomo dedito al delitto,
ma un uomo che sa far rispettare i suoi diritti, astrazion fatta dei mezzi
che adopera a questo fine ll •
Il sell'trimento di M. s'innesta oioè in un teneno psicologko in cui
non si può essere cristianu, omu per antonomasia senza essere capaci
di far va1ere le propr1e regioni controch:iJunque evitando il roicorso alle
autorità costituite. Come H g,enbUuomo nicone aJ codice cavalleresco
e non al codice penale così è MF. chi pensa e opera nel modo
sopr,addett:o. La M. insomma può essere cons&derata (Vaccaro) una
specie di bassa cavalleria e la cavalleria una sorta di alta mafia.
II MF. non ha bisogno d'investLtrlual è -il suo comportamento che lo
qualifica. Vale a odar f8!ma il co"&g!J1io, il numero dene oolteUatee delle
schioppettate tirate, l'abilità a sfuggire alla giustizia ufficiale. Coraggio
ed abilità non Vianrno però ostentati .in pubblico. La vanter·1a è dei ME
aUe prime provei J'lMF. speri1mentato è umi1e, dimesso, long'animei sa
non reagire al momento se offeso r1manc1ando a più tardi la vendetta.
E' alieno cioè dalla guapperia caratteristica ad es. alla camorra napoletana.
l MF. haruno un loro prop"io linguaggio, Fatto di gesti, di segni e di
espressioni :il cui signifioato sfu9ge agli estranei ,e specialmente al
forestiero i ·esso è tra l'al't!l'o spesso [egata al tono della voce od
aU'ait.teggiamento baIchè è .aI1CÌ.Q1o tentarne una c1ass.:iJf.ioazione. Così
"lassalu iri" (lascialo andare) può significare pietà, disprezzo e può
anChe avere il v:alor,e di avvJertimento qua-loI1a s,i niferi,sca a persona
ritenutapiù valente del suo avversario. Il Niceforo. (11 gergo nei normali,
nei degenerati e nei criminaii, Torino, 1897, pp. 157-158) seguito poi
dal Cutrera ha annotato le espress;ioni. più corr·enti ,a mezzo delle quali
i MF. s'intendono; così, ad es., su1furu! sta per "acqua in bocca", un
coltello ecc.
La MF. ha un suo codice, delle proprie regole, uno sta'buto non
scritto insomma che, seguendo il Croce (Filosofia dello Spirito, III,
Fiiosofia delia Pratica, Economica ed Etica, 6° ed., Bari, 1960, p. 315),
deve eSiselie concepito come legge ed ,agguagUato "nell'unica categor,ia
della legge".
Questo codice non scritto vive neIranimo e nel comportamento de,i
MF. Per esso, come si osservava dianzi, è anzitutto vietato il ricorso
alla .g,iustiz~a lufficiale tranne che nei casi in cui -l',autore del torto si
sia servlito esclusivamente dell'astuztae dell'inganno Isenza pretendere
di affermare una sua superiorità nei confronti della vittima. Le oHese
all'onore proprSo e .deHa .fiamigLta, le violenze, }e percosse e qualsiasi
altra azione che abbia il carattere di vendetta personale o di sfregio
non sono denunciabili senza che si perda la fama di omu d'onori. La
vendetta cioè :si presenta in SiciUa ancora ompidì tra j MF., come tra
LaIighì strati della popoLazione, nella sua forma più Npica. Connaturata
allo spirito di mafia è 1'omertà, cioè la regola secondo la quale si
disonora chiunque aiuti la giustizia alla ricerca dei colpevoli di quei
reati ,al1a cui composizione la consuetudine giudica inv,eae competenti
solo 1'6 parti direttamente interessate.
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Il principio dell'omertà staibHisceinsomma (Tommasi-Cfludel,i) "come
prlimodovere d'un uomo quello di farsi giustizia colle proprd.e mani dei
torti roicevruti e nota d'jnfam1a ,e addita aHa pubblica esecrazione e alla
pubblica vendetta chiunque ricorra alla giustizia o ne aiuti le ricerche
e -l';azione".
A sanar,e l'offoesa l'offeso ha una duplice scelta (Vaccaro): o risolvere
la questione . a l più presto affrontando dirrettamente l'offrensore in una
sorta di duello rustic&no o rimandare a più tardi il regolamento dei
conti. Nel primo caso, come il Verga ha descritto nella Caval'leria
Rusticana, lo sfidato viene invitato ad armarsi e gliene viene concesso
il tempo i nel secondo la partita si gioca d'astuzia ognuno sapendo che
potrà essere eliminato con ogni mezzo.
DaU'omertà deriva il caratteristico contegno processuaIe, nella fase
istruttoria e nell'orale dibattimento l dei MF.- Essi, anche se parte
offesa, dichiareranno sempre di non aver visto o di non aver riconosciluto 1'ottensore; se noto lo scaglioneranno. A tal propos'Ìto il Lor'enzoni
nella sua Relazione sulla Sicilia (p. 675) rilevava come mentre il numero
dei prosciolti nel periodo delI',j-shuzione non sidistacoava molto
nell'Isola dalla media del Regno, quello dei prosoiolti nella fase del
gJudizio non Isolo era molto superiore ma segnava -anche la massima
frequenz,a neUa serie delle regioni. La co'nstataZiionein parte è valida
ancor oggi come -si ar.guisce dane statistiche giudiziarie più recenti;
essa si lega ,evident'e'mente aHa reticenza dei testimoni e delle parti
lese a ragione del perdurante prevalere della vendetta privata.
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2. Lo "Spirito di Malia"
Michele Marotta
E' da osserv,are invero (,Mosca) che lo spirito di M. e·siste in forme
più o meno attenuate anche neHe altre parti d'ltaUa e specialmente
nelle classi sociali più basse concretizzandosi nella diffidenza, comuné
spesso .al popolo minuto, VeTSO ,il poliziotto o nella convinzione - il
che accade anche tra le classi alte
che 'alcune offese trovino riparo
solo mediante l'azione diretta.
La M. come sentimento, pur ·essendo diffusa a tutta 1a -Sicilia, lo è
con vada intensità a seconda dei Luoghi 'e della condizione s,oc1al,e e
professionale. E'perciò arduo coglierne la casistica. Esso è tuttavia
avvertibile più nei centri minor.i che nei maggiori, più tra gl,i analfabeti
che tr,a i colti, tm le cLass'i pov,ere meglio che tra le ricche. Vi sono
però delle eccezioni: esso è fortemente sentito dagli agnicoltor.i ,e dai
piccoLi proprietari dei dintorni di P,alenno così corme da oospkuefTazioni
della nobiJltà e delLa ,borghesi,a d'or-igine più recente merutre d'aUro
canto era f,ino a pochi anni or sono de,l t'lltto disatteso dai marinai e
dai pescatori che pure godono spesso di un reddito assai. basso.-
Fenomenologia Sociologica
e'"Ali'1.ropologia Culturale
Il Mosca notava come la conseguenza più deprecabile dello spirito
di M. consistesse nel rendere particolarmente attive quelle piccole
associazioni di malfattori che esistevano già numerose in Sicilia e nel
moltiplicarne il numero. D'altronde il desiderio di locupletarsi o di
affermare la prepotenza dovevano spingere naturalmente i MF. non
organizzati ad aggregarsi, ad unirsi in organismi di cui perciò la
fioritura, per il sussistere delle cause di fondo del fenomeno, è spontanea. Siffatte associazioni sorgevano spesso con obietti dapprima
soltanto mutualistici, di reciproco aiuto o assistenza, o anche in forme
cooperativistiche, per poi degenerare verso fini non leciti.
Nel dialetto siciliano queste associazioni vengono dette Cosche di
mafia o cosche (C.) paragonabili alle Coche dei barabba già numerose
in Tor,ino od ai ,gruppi di gruappia Napoli, con l,a dilferenza che le C.
hanno avuto ed hanno a ragione della l'coltura" ,ambientale farvor,evole
una maggiore vitalità. La C. non -ha un'organizz'azione burocratica, nè
una struttura fissa nè una gerarchia ben stabilita; è in genere diretta
da due o tre persone più autorevoli per braveria o per ·età o per astuzia
o per censo, piccoli propi'etari o piccoli affittuari di fondi, sensali o
piccoli commercianti, persone insomma il più spesso di condizione
sociale ,superiore ai ceti inf1mi d-el1'isola pur rimanendo al di sotto dei
ceti !superiori.
Sotto di loro operano dieci o dodici giovanotti (di t'ado si v,a nelle
C. oltre i 12-15 membri in tutto) di cui alcuni mossi ,d'mnbizione 'e dal
desiderio di ,emulare i p-iù rinomati ed ,i più arditi, altri poco men che
mentecatti e che perciò non hanno altro compito che eseguire gli ordini
dei capi. Di costoro essi si servono per i misfatti più gr,avi, per le
uccisioni che ancora al presente (1963) si succedono talora a catena.
Le C. allignano specialmente nei comuni rurali e nei ,dintorni di
Palermo. Esse in genere si spartiscono il territorio ove debbono agire. In
caso di interferenza ne sorgono rivalità e conflitti, talora pluriennali, che
si manifestano in una serie di omicidi a tradimento di cui tuttavia, per
l'omertà tuttora operante ·a vmcC'lare gli stessi f,amiliari degli uccis,i, è
arduo o ,impossibile aUe autorità di poIizia scoprire gli autori.
T.alora più C. si -uniscono temporaneament,e per portar;e a termine
un'azione particolare; cosi per il furto di bestiame in occasione della
transumanza o per fiere ·0 mercati onde taglieg,g-iare chi vi concorre.
Le C. mafi.ose si propongono ·essenz1almente -di conse:guire prestigio
e guadagno sfidando il meno possibile la giustizia e mantenendosi ai
margini delLa legge. Si cerca ,d'·ordinario -di non -suscitare r,e,azioni
offendendo l'·altrui amor p~oprto così da provocarne lo ,spirito di M.;
si ca.muffano anzi le proprie ·estorsioni sotto la spede di -doni a titolo
grazioso o di compenso per favori ricevuti. Le C. prendono particolarmente di mira nei dinto:m-i di Palermo i propnietari di fondi ·ad agrumi,
a vdg:neti od la h::utteti, indrucen-doli ,ad assumerei loro affiliati come
custodi (gu:at'eti.ania) od a IservÌ!rs-i deUa lor,o mediazione, o di persona
da loro indicata, peri! fitto dei tenenie per la vendita del prodotto.
Nel primo caso il fondo sarà sicuro dai ladri ma i membri della C.
ne preleveranno una mode,sta parte <iel prodotto (in genere i! 5 'lo); nel
s-econdo .H prezzo spuntato dal propr.ietario 'Sarà di altrettanto inferiore
a quello ottenihi!le ,attrav,erso una lihera contrattazione.
Il non aderire alle offerte della C. comporta danneggiamenti agli
alberi ed alle viti e piccoli Jurti i se il proprietario non cede lil danneggi,a,mento si ·estende, mentre lettere anonime od avvtsi più persuasivi,
a base di colpi di fucHe, danno ulterior,e avve~timento. Si arriv.a infine,
ma solo I1ar'8Jll1:ente onde non risvegUarre 1-a pubblica opinione -e attirare
l',attenzione della giustizia, ai ricatti con ,sequestro di persona, sequestri
che oggidi ,ancora turbano-di tanto ,in tanto la vita della Sicilia.
Nell'interno le modalità d'azione deUe C. non mutano a ragione del
diverso ,ambiente; così al taglio degli alberi o dell€ viti ,si sostituisce
l'incendio .deLle messi ,e dei pascoli e lo sgozz'amento, più di rado lo
sgarrettamento, degli an'imaTi. Vi è anche frequente, nelle zone a latifondo, l"81bigeato con 1a par:tkolarità, ereditata 'dalla tradizione instaurata dalle Compagnie d'Armi (vedi par. 5) del facile ricupero del
bestiame rubato v,er,sandone il 20-25'10 del valore al capo della C.
locale.
Nei distretti miner,ari le C. sottopongono ai loro ricatti i proprietari
o i. concessionari delle miniere e così i piccoli mercanti che prosperano
ai margini della attività principale garantendone, per compenso, la sicurezza ,e tenendo fermo l' ordi!ne sooial-e,
In Palermo ·e nei centri ma.ggiori uno dei campi di a.zione delle C, e
dei MF., che ·in gener,e in tal modo compiono un primo tirocinio, era
dato daMe oase di 'meretrido ed è C'fa comunque dato dalla prostituzione,
organizzata o meno. I giovani MF., dichiarandosi innamorati e protettori
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3. Le Cosche mafiose: Scopi e modalità d'azione
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Fenomenologia Sociologica e Antropologia Culturale
delle meretrici, v,ivono -alle loro spalle nella crapula -e nell'ozio
sfruttandone l'abiezione. I ricottari provengono dalle classi operaie e,
spesso, dal ceto studente:scoi nell'uno e nell'altro caso si qualificano
per la prontezza con cui ripagano ogni offesa all'innamorata che pure
sfruttano; Ila reazione loro è però generata da orgogHo,girammai da
affetto,
Nelle città e nelle campagne le C. us,ano intervenJre, aUrav,erzo loro
emissari, n.ei pubblici 'appalti oy;e esse sostengono i propri rappresentanti scorrag'g:télitldo gli ,estranei dal concorrere e concludendo così contratti estremamente t:avorevo.1i.
I capi delle C. ,at:fermano dovunque .id loro prestigio ponendosi anche
come pacieri o :ilntermediar,i nene prJv,ate contese e riuscendo per lo
più a conseguire accordi soddisfacenti per ,ambo le part·i.
La mag,gior pa-rte degli Aa. Ilitiene che la M. non ·si,a da considerare
tra le società 'segr'etei alcuni P€'IÒ e -dei più recenti (Loschiavo) 'include
le C. in siffatta categori,a. Esse tuttavia non hanno riti d'iniz.i,az·ione nè
giuramenN, nè segreti; nè usano segni particol,ari di riconoscimento.
E' agevol'e ,anzi .agli ahili funzionari di polizia conoscerne, nei v,ari
centri, uno per uno i membri. Ciò non giova però -ai finJ dell'accertamento delle responsahilità es!sendomalagevole cogliere gli esecutori
materilali dei delitti €', coltili, :di ottenere da Joro l,a confessione dei
mand-atfrri, del resto noti per pubbl.ioa voce, o di conseguire prove o
testimonianze -da qualsiasi ,altra fonte.
Le C. hanno talvolta addentellati o rapporti con le alte classi della
società siciHa-na; siffatti nessi hanno orig,ine rtr,adizionale nelll6 protezione che i signori concedevano ai Campieri delle loro terre, o comunque ai loro dipendenti, ,e nell'uso inva,lso pr€'sso la poJizta borbonica di
venire a compromessi coi malfattori onde evitare i misfatti più gravi.
Il reg,im'e rappresentativo ha creato pot., specie con il suffragio
univ·ers"le (1912) per l'estensione .del diritto di volo ai ceti più poveri
e più jgnor,anH ove appunto le C. r;ec1utamo ,i loro -adepti r1scuotendovi
il maggior prestigio, non .infrequenti connivenze tr,a i candidati aUe
cariche pubbliche ed .i MF.
Le -ste'sse ,autonità -governative, come risulta concordemente dalla
letteratura in mateIii,a, si sono talvolta avvalse in S.icilia del loro
appoggio perchè prevalessero i candidati della loro parte.-
Il Franchetti menziona, tra gli aggregati di M, più noti per la loro
attività criminosa prima del 1876, due società scoperte in Palermo sotto
la prefettura Gena, l'una detta dei MulinI, l'altra della Posa. La prima
mentre consorziava, in apparenza per scopi leciti, gli esercenti dei
mulini, teneva in realtà alto il prezzo della molenda assicurandosene il
monopolio con le intimidazioni e la violenza verso i non aderenti i la
seconda, con l'altra in stretta relazione, sotto il velo del mutuo soccorso
tra garzoni mugnai e carrettieri, mirava ad eliminare la concorrenza
obbligando i mugnai a pagare la tassa per i loro garzoni ed a dar lavoro
soltanto ai membri designati dalla società. Le due organizzazioni erano
in mano di un solo capo che se ne avvaleva per ogni sorta di
prepotenze.
Tr,a il 1870 ed il 1890 acquis.tarono larga rinomanza le assodaz.ioni
MF. Stuppagghiara di Monreale, Fratuzzi di Bagheria, Obionica di
Agrigento, Scagghiuni di Enna, Fontana Nuova, di Misilmeri, Fratellanza
di Fava~aecc., all'operato delle quali sono I"g,ati processi di larg.a
notorietà.
La M. di Monreale conseguì fama per le lotte e gli interni travagli tra
il 1870 ed n 1880 ed .intorno·aI 1911. Essa si era svMuppata come associ.az;ione più v-8Js',na, ai margini del commercio degli agrumi, a tutela
degli interessi dei guardiani dei fondi di quel complesso di paesi (Parco,
ViHagrazia, Pioppo, Altmello) che, nella Canoa d'Oro, hanno per centro
d'attr,azione ,Monreale. La co-sUtuzione nel 1872 in questa località di un
sodaJizio di mutuo soccorso - j cui membri tralignando dal 'programma
primitivo ,ben presto si volsero ad affermare il proprio pr'es-tigio
org'anizzandosi essi stessi ,a M. - dette luogo ad una contesa senza
quartiere tra i giardinieri o 8curmi fitusi (pesci marci), come venivano
chiamati gli appartenenti alla vecchia M" e gli stuppagghiara (da
stuppagghiu = turacciolo) che avrebbero dovuto "tamponare" i primi.
La v,ittor,ira arrise a questi uiJtimi ,1a cui influenza straordinariamente si
estes,e. Successiv;amente una l,arg,a teori.a di omicidi marca il corso delle
rivalità all'interno degli stuppagghiara,
Intorno al 1911 si affermò ·decisamente, conserv·ando il primato per
molti anni, Vittorio Calò, dello Don Totò, già capo mafia <li Borgo
Molar.a. Quando l',associazione venne finalmente perseguita ,daHa
mag1stratura si appurò che ne face'vano parte oItre 300 persone 'e che
nel solo periodo di "Ie&dership" <leI Calò erano stati perpetrati 39
omicidi, 37 rapine e v,arie dozzine di altri r,eati min'ori.
Tra i -deliUi più cLamorosi commessi ,ad oper.a della M. suscitò
particolare emozione .l'assassinio, ,avvenruto il 10 febbr,aio 1893 in un
vagone della ferrovia Termini-Palermo, del Direttore del Banco di
SiciHa Notarbartolo. Costui ,avev,a inviato al Ministro dell'AgIoicoltura e Commercio Ono le Miceli un rapporto segreto in cui si denunciav,ano i ·m1sfatt.i di ,alcuni membri del Consiglio d'Amministrazione del
Banco, misfatti che somigliavano e si legavano ai grandi scandali bancari
venuti alla luce .jn seguito ,alla denunCÌia dei coloss,ali ,imbrogIi della
Banca Romana (1892), Il r.apporto venne sottratto dal Gabinetto del
Ministro e letto agli .inJteres!sati in una riunione del Consiglio -d'Ammi.nistrazione del -Banco di Sici1ia. Ne seçpui lo scioglimento dell'Amministrazione, 1',allontanamento del Notarhartolo, quindi il suo assassinio
attribuilo al deputato Raffaele Palizzolo come mandante prima dalla
voce pubbLica ·e poi in un processo a suo carico celebrato a Milano per
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4. Il Fenomeno in Itaiia ed ail'Estero
Michele Marotta
Fenomenologia Sociologica e,JAn1ropologia Culturale
legHtirna sl1spkione, La vkenda giudiz.iaria lél1Soiò fortemente perpl€ssa
l'opinione pubblioa che ne ebbe l'impressione di forti connivenze tra
la M, e g'li organi dello Siato,
Il pr.imo conflitto mondiaLe portò ad una p,iù intensa ,attività del.la
M. a r,agione dell' afflusso. ,alle C. dei disertori, numerosi in Sicilia,
dell'insoddisfazione dei soldati smobilitati, della pskologia in essi
g·enerata ·dalla 'guerra fdisabitudine ·al lavoro, ab1tudine a non tener
conto ,della vHa, ecc.); ne n8!sce una M. di specie decisa'mente nUOiVa
r,ivolta in particolar ;modo contro .i proprietari terrier,i, con !'intento di
sostituirli nella proprietà delle terre, e con modaUtà d' azione anti~
traàiz-ionali e di estrema violenza, Ne nacque un conflitto tra la vecchia
e la nuova ,M. ai margini del quaJ,e, appoggtiandosi arra ,all'uno or,a
all'altro partito, si sv.iLuppava l;a delinquenza ,arutonoma.
<Dal 1919 al 1924 le C, di [mafia siciliane si 'evolvono ultelfiormente e
non più sporadioaanen-te in vere e propr,ie associ-azionJ a delinquere
co.sì da ·determinar,e l'.in-tervento repressivo deHa polizie che, facilitata
dalle mutate condizioni politiche generali, ·dagli ampi poteri ,ad essa
accordati, dall'abolizione del regime parlamentare, <dalla sOis,tiJtuzione
dei podestà .ai sindaci elettivi, riusei nel vol,g·ere di pochi anni a soffocarle, se non a distruggerle del tutto. A quest'opera è leg&to il nome
del Prefetto Mori.
Il secondo conflitto mondiale (1940-45) con glI avv,en;menli militar.!
(incursioni ,aeree, ,sbarco ed occupazione ne-mica) politici (sep.aratismo.
ecc.) e :sociali (idisoccupazìone', miseria ecc.) ad 'esso connes8Ii. ha ridato
nuova virulenZia al fenomeno al quale si è variament,e intrecdato, or,a
in alle,anza ora in contr,a.:sto, il haJ!1ditismo comune o poH!tko, mentre al
suo lussureggi,are hanno fortemente contribu4to l,e rivalità tra le forze
di polizia- (pubblica skurezza 'e carab'in&eri) ,e .g1i interessi ,elettorali dei
singoli e ,dei partiti in seguito al ristabilimento del regime par,l,amen-tare,
RJi,sonanza mondiale hanno a SQlO tempo avuto 1-e gesta del bandd.to
Giuliano da Montelepre dei cui operato non sono ancor.a ben chi,ari i
nessi, d'accordo o di disaccordo o dell'uno e dell',altro genere ad un
tempo, con I,a M.a s,fondo politico, Certo si è che la sua .fi9ura ha
reincarnato, comunque si vogl.ia giudJ.care la oircostanza, il personag~
gio del 'I bandito amato" tanto caro .alle popnlazicni meridionali.
E' anco'ra da serenamente valutare quanto "lo spirito di mafia" nel senso migliore dell'espr,ess:ione - abbia contr,i'buito ,a 1defberminare
il comportamento ed a condiziona,re l'atteggi1amento dei Siciliani nei
su,ci confronti.
Negli ultimi tempi, rimarginate in gran parte le ferite aperte dalla
guerra, ristabilita in ,manier,a soddisfacente:se non completa la 'sicure(l.~a
pubblica, ·anche la M" pur sus'sJtstendo, t-ende a ,scegliere modalità
d'azione più trad,izional1 ,e meno scoperte. Costituisce -turt'tavia un problema ancora di estrema gravità la ,lotta da più armi e ancora og:gidi
(1963) in atto per ii predominio dei mercati ortofrutticoli tra alcune C. di
maf,ia operanti in Palermo, aHa contesa vanno addebitati, tra ii 1955 ed
il 1963, numerosi omicidi perpetrati per lo più, secondo il modo invalso
in questo secondo dopoguerr.a, con ,armi da fuoco a canna corta o con
fucili da caccia dalle canne mazze, onde renderli più flacilmente· occultabili, caricati a lupara cioè con pallettoni altra volta usati per la
caccia al lupo.
Gli interess'i deUa M. si sono inoltre -in questo secondo dopoguerra
ed in alcuni settori complicati con quelli dei contr,abhandieri la cui
attiv.ità è divenuta particolarmente vivai per un complesso di circostanze
favorevoli, liUngo le coste deUa Sicilia.
La persistenza del fenomeno ha, per ultimo, così allarmato l'opinione
pubblica e gli organi responsabili della direzione politica del paese che
il Parlamento ha deciso (1962) di svoigere una vasta inchiesta sulla
mafia e sui mezzi per combatterla,
Gli aggregati di M, si sono diffusi anche all'estero ovunque (Tunisia,
Stati Uniti) le conenti migr<atori-e prov,enienti dalla Sicilia 'siano state
abbastanza notevoli e compatte, Negli Stati Uniti le forme mafiose si
sonointegrarte con comportarnenti deviati di diversa origine dando
luogo al fenomeno delle gangs e specialmente al racketeering (estorsioni
continuate con -il pretesto di assicurare protezione o di render,e parti~
colari servizi).
Nell'America del Nord sono state attribuiti all'attività della M,
numerosi episodi delittuosi.
Nel 1890, ,ad es., una C. di M, di orliundi da Monreale anni'entò,
riflettendo le lotte già avvenute in Sicilia, un'associazione di vecchi
ma,fios-i operante in New Orleans costituendovi quindi una filiazione
degli stuppagghiara, Ai provvedimenti della polizia fa riscontro la
reazione degli stuppagghiara che ne uccidono, come risultò dall'inchiesta
giudiziaria l il capo David HennessYi aJ processo, S'embra per pressioni
esercitate sui giurati, tutti gli italiani imputati furono assolti provocando
una 1"eazione popolare che portò al prel'evamento dalle prigioni di 19
itaUani ed al linciaggio di undici di essi. I coUegamenti deUe C. con
i ME emigrati negli Stati Uniti condussero anche, nel 1909 in Palermo,
al1'as'S,assinio di un uffkiale di polizia di New-York Petrosino, su
mandato dei criminali americani.
Nell'imputare all'attività degli ·emigrati provenienti dall'ItaUa meridionale '€ dalla Sicilia gran parte delle ·associazioni a delinquere oper,anti
nel Nord-Amer.ica la stampa statunitense tuttavi,a e'5-agera ancora al
presente, con notevoli riflessi negativi nei confronti dei nostri
connazion-ali.-
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309
l
5. Fattori
socio~culturali
La M., sia come sentimento sia come fatto organizzato, si configura,
a guisa di ogni altro fenomeno sociale, come risultanza di una serie di
agenti d'ordine storico ed ambientale nella cui complessa trama è
disagevole sceverare priorità logiche o cronologiche. Ognuno di questi
,
Michele Marotta
Fenomenologia Sociologica & Art'tropologia Culturale
fattori si appalesa pOI In relazione con tutti gli altri in un contesto
d'interdipendenze, sicché 1'effetto di ciascuno si pronuncia al tempo
stesso conseguenza di tutti gli altri; l'analisi separata di essi vale perciò
soltanto a fini descrittivi ed esplicativi.
La maggior parte degii Aa. ricapitola le vicencle storiche che hanno
travagliato l'isola a rendere r,ag10ne di uno di quegli d'spetti che vale
a comporre nella sua complessità lo "spirito di mafia", a render conto
cioè di quella sfiducia nella giustizia statuale che ad essa è connaturata
e che é stata largemente diffusa del resto a tutti gli strati sociali
dell'isola.
Non va tnvero disattesa la oircostanza per cui la regione nena sua
storia è stata quasi s-empre, p€r l!a sua pos.izione geografica e per la
ubertosita delle sue terre, oggetto di conquista da parte di organismi
-politici dii volt·a in volta coesistenti con maggior forza espansiva.
Fenioi, Cartagine'si, Gred, Romani, Vandali, Goti, Bizantini, Arabi,
Normanni, AngliO'ini, Aragonesi, si sono succeduti nel dominio sull'Isola,
limitandolo a pochi puruH delia costa o ,estendendolo all'interno, ma
condizionandolo sempre nen'az.ione politica ed amministrativa ,alle loro
esig,eu,2je ed al loro interesse, istanze che quasi mai s,i giUJStapponevano
al vant1lJgg.io della popolazione indigena.
La necessità stessa di adattarsi ad un ordine di cose così stabne nena
sua mutabilità, per l'immodificarsi della condizione di vinti e di soggetti,
non può non aver obbligato i SiciLiarrl!i ,a soHdarizzare l'un l'altro in
modi e ,forme poco palesi, onde porre un argine l fatto di abilità ·e ·di
alstuz,i;a, qualche volta di forzaI aHostrapoteJ:e del vincitore,
Non è che dopo gli Ar'aJgones.i 'e f,in nei tempi a noi più vidni questo
stato ·di cose s'ia granchè mutato; si è dato anzi il caso che riforme e
provvedimenti si siano talora volti anziché al vantaggio delle classi
dis'eredate, aui pure erano diretti, .a sv,ant,ag,gio, conseguendo perciò sul
piano fattuale e psicologico effetti del tutto diversi da quelli desiderati.
Lo spirito di resistenza però solo eccezionalmente, fino al tramonto
del feudal,esimo, aveva animato -le classi povere per essere generalmente
prerogativa della nobiltà che si poneva come contropotere al potere
regio, Le sommosse popolari, come la rivolta antispagnola capeggiata
da Gius'eppe D'Alessi, a ragione del loro fondo nettamente sociale,
avevano visto 'Sempre sovr,ano e nobili alJ.eMi ,a soffocarle ;sicchè ,infine
rimanevano, a darne muta testimonianza, solo i luoghi ove i ribelli
venivano i,mpicoati .ed esposti ad edificazione del popolo; cosi le
Quattro cantonere a Palermo avevano visto i corpi degli ucciSi penzolare
dalle forche appesi per i piedi con la scrilla ribelle di Dio, di Sua
n ,sist'ema feudale, per la sua struttura stessa, ave'V,a poi contrihuito
a tener desto quel sentimento medioevale per cui ognuno dove'Va
provvedere da sè alla difesa della propria persona e -dei propri interessii;
ancora intorno al 1800 la classe dei nobili e dei propri,etari aveva al
proprio s,erv"Ìzio squadre di uomini d'arme, brigate di cui lo stesso
governo borbonico si s,ervi in funzione antirivoluzionar.ia negli avvenimenti connes,si alla r,ivoluzione francese, L'wbolizione del feudalesimo
(1812) ad opera del Parlamento sicmano, anziché risolver'e ·acul il problema. Inianto la trasformazione delle proprietà Jeu.dali, sottoposte agli
usi oivici, in al10dJali aggvavava la situazi'one :delle e1as'Si dtse'redate
anche se una quarta parte delle terre feudali (le peggiori data la resistenza dei danneggiati) venne oeduta ai Comuni. L'abolizione legale ,e
definitiva (1818) del feudalesimo rimase in sostanza del tutto teorica
con il soloeffelto di aver privato i meno abbientidell'uso delle terre
feuclali.
I componenti delle squadre d'armi già al serv-izio ,dei Signori
minacoiavanod',altr.a parte di trasformarsi, ed in parte !Si trasformarono,
in -bande di brig-anti. Il governo borbonico ritenne peroiò di dover porre
rimedio all'incombente pericolo mediante la formazione di compagnie
d'armi (il decreto di Ferdinando !H, emanato dal Vicario Genera'!e
Francesco, il 9/II/1813, con <il quale si sanzionava la costituzione votata
nel 1812, ne fissava, nella parte intitolata Divisione deiIa Siciiia in
ventisetle distretti, l'organizzazione e le modalità di azione) solto il
comando di Capitani, In siffatte formazioni vennero arruolati in buon
numero gU uomini gtà 'apparrenenti alle milizie feudalii.
Alle compagnie venne affidata la.sicur,ezza -pubblica nelle oampagne,
riguardo ali re·ati contro la proprietà, con un s-isltema ·di ,app'alto per cui
il capitano versava una cauzione e rispondeva con essa dei furti e dei
danne:gg,iamenti ,avvenuti nell,a sua giurisdi,zione, ov'e non fosse stato
in grado di -accertarne gIri autori e di esiger·e la restituz·ione deUe cose
rubat-e o il rtsarcimento :del danno,
Dalla circostanza che le Compagnie d'armi, operanti nei vari distretti I
non erano unite l'una ,all'-altrla in un sistema solidale, ne derivava l
ovviamente, che esse e:r:ano portate a venir,e a patteggi,amenti coi
maHattor,i onde -indurIi ad operare nel territorio degli 'altri distretti.
L'interesse puramente economico delle Compagnie e la difficoltà di
ottenere da esse i risarcimenti previsti, o per le immancabili contesta~
zioni sull'ent·ità del danno o per l'i-nsuffidenza stessa deHa cauzione
versata dal Capitano, rendevano naturalmente più conveniente risolvere le questioni mediante una cat-ena di tr.ansazioni per cui H ,derubato
od il danneggiato si ,accontentav,a :di cinque per un danno di dieci ed
il malfattore si appagava di spartire il rimanente con la stessa Compa~
gnia pur di rimanere impunito e di assicurarsene anzi la protezione;
si generava cosi un interesse concreto nelle Compagnie a che i misfatti
avvenissero.
I gr.andi 'ed i medi proprietari vennero perciò indotti a garantire
direttamente la salvaguardia dei loro averi reclutando guardie private
dette campieri cui incombeva il dovere, e tuttora incombe perchè sotto
diversa fonna (guardie giurate ecc.) il sistema sussiste, di realizzare la
sicur,ezza del padrone.
In alcuni casi i campieri si ponevano perciò in antagonismo non solo
310
311
Maestà e Sua Patria.
Michele Marotta
Fenomenologia Sociologica ì$ Alltropologia Culturale
con i fuori legge ma anche con le stesse Compagnie d'Armi finchè queste
non vennero nel 1877 definitivamente soppresse, dopo sostanzi,ali
riforme, dal Nicotera allorchè fu Ministro dell'Interno del Governo Di
Rudinì.
Siffatto ordinamento implicava che il campiere godesse di particolare
prestigio, fosse cioè rispettato; ed il r.ispetto era in rag·ione diretta del
suo corag.gio, della sua ahilità a tenere a bada i malfattori; di conseguenz·a
il reclutamento più efficace non potev,a aver luogo che tra costOTO.
L'interesse esclusivamente economico del proprietario o del gabeNotto
ne muovevano poi la solidarietà, in una .sorta di s1mb!iosi mutualistica,
con il campiere, se rispettato, per quanto altro costui potesse commettere
in odio alla legge purchè non a suo danno, Da qui una rete di connivenze
che facevano del signore il più acceso paladino del campiere presso le
autorità locali, a Palermo e talvolta, dopo il 1860, fin nella ,stessa Roma.
Il campiere cosi si trasformava nei riguardi dei ceti più umili in una
specie -di bravaccio, t8J11to più per.icoloso quanto più il signore se ne
volesse servire non solo a tutela dei propri interessi economici ma anche
per il raggiungimento di aUri e meno legittimi fini.
La classe dei piccoli proprietari, particolarmente numerosa nei dintorni di Pal,el'mo, risultaJVa allo Istato de-i fatti la più danneggiata. Non
ricca abbastanza da mantenere i campieri lo era tuttavia a sufficienza
per essere oggetto delle prepotenze dei compagni d'arme e dei campieri
oltre che dei mal1attori. Non aveva perciò altra scelta che o stringere
accordi con questi ultimi o di procurarsi fama di valentia con -il coraggio,
con la baldanza, con il mostrarsi insomma mafioso. Il resistere perciò
ai campieri ed ai compagni d'arme non poteva esser visto che con benevolenza tra gli onesti e non poteva non riscuoterne la più ampia
consideraZrione e solidarietà. Per questa via trovav,a -anche -sfogo l'odio
che la classe dei lavoratori, in condizioni infime di vHa (come le ripetute
inchieste condotte lin Sioilia ampiamente attestano) nutriva verso gli
&bbi·enti, odio che non sempre poteva esplodel'e .in forme macroscopiche
e cioè nel massacro dei signori, dei galantuomini, como accadde nel
1820, nel 1837, nel 1848, nel 1860 in concomitanza dei grandi rivolgimenti poHtici.
Lo "spirito di maf.i.a" cioè nella sua forma originaria aveva un
carattere non deteriore volto com'era, in difetto di sicurezza e di una
efficiente giustizia garantiti dall'organismo statfl1ale, a riparare i torti
ed a protegg·e're i ceti Jnferiori.
La M. venne utilizzata come spirito e come organizzazione in funzione .antiborbonica; in ciò ebbe solidale .l'ari,stocrazia; M, F. arditi
furono tra i rivoluzionar-i nel 1848 e tra i picciottigarihalc1ini nel 1860,
Gli stessi mezzi posti in essere, per conto del governo borbonico ed
al fine de garantire la sicurezza, dal Capece Minutolo (dopo il 1800)
prima e poi, negli ·anni avanti al 1860, dal Maniscalco, -se da una par:te
avevano conseguito qualche .successo a prezzo deUa più inumana ferocia,
dall'altra, non eliminando le cause prime della delinquenza, avevano
conseguito IÌl solo risultato di esacerbare l'animo ,dei sicHiani.
L'annessione della SiclHa al regno sabaudo (1860) non cambia
sostanzialmente lo istato di cose preesistente, con l'aggiunta -del senso
di de1usione conseguente aHe ,attese inappagate, del naturale incr,emento
della criminalità per effetto ,delle .guerre ·e dei Ti,volgi-menti politioi, di
una serie di error,i sul piano sociale, politico ed amministrativo.
n censimento dei beni dell'Asse ecclesiastico, v·aIutati in Sicilia
intorno al .miE·ardo, anzichè essere volto ,a beneficio -delle cla'S,si meno
abbienti ed alla rottura r con la divisione in minori unità parcellari,
del latifondo, si tr,&duce in beneficio p-er il fisco ed- in un ulter·ior-e
locupletamento deU'aristocrazia e deHa ricca borghesia l'una- stTiapotente
nel latifondo r l'altr·a nei comuni, nelle prov,incie, nelle banche, nelle
Camere di Commercio, Le crisi agrarie, l'increm,ento delle imposte locali
e n01l, la cattiva ,amminiS'tr,azione, l'introduzione del servizio miJitax·e
obbligatorio prima ,sconosciuto ai siciliani, la polizia affidata a carabinieri seri ma prov,enienti dai Piemonte e perciò del tutto sprovveduti
delle costumanze e della Ungua dei Siciltani o anche a reparti de1I'Esercitar l'uso invalso di destinare a:lle isole i funzionari peggiori e un·a
serie di altre eaus·e, reagenti l,e une suHè altre, dovevano accreseere la
sftduda verso le ·autorHà, già connaturata alla coscienza del :siciliano,
fino ,addir:ilttur,a a far rimpi,ang,ere il governo borbonico, r,impianto
d'altronde fomentato in ogni modo dai legittimisti. La situazione sbocca
nei moti dei Fasci del 1893-94 e nella feroce repressione conseguitane,
I fatto Iii soDi,ali ed ·econom·ici s'intrecciano cosi con l,e causali stoJ.1iche
a determinare la M. La abolizione deI feudalesimo ebbe tr.a le aitre sue
conseguenze quella di indurre l'aristocrazia teniera, già aliena a
stabilirsi nelle proprie terre, a disertarle del tutto affidandole, per lo
al cosi detto gabelloto, cioè a persona che mediante il contratto di
gabella si impegnava, per un tempo che andava dai 4 agli 8 anni, a
corrispondere ",l proprietario un fitto che .andava intorno al 1860 dalle
40 alle 100 lire annue per agro (ettari 1,746) dt terreno. Il gabelloto
poteva a sua volta cedere a sub-gabella il fondo. Le proprietà a gabella,
ripartite in tenute di circa 2-4 ettari, venivano date a coltivare al
borgese (colono) o mediante il contratto cosi detto di terraggio o a
mezzadria (per prodotto). Nel primo caso.il colono doveva corrispondere
da ·due a quattro ettolitr:i di .frumento pe'T ogn~i ettaro; neHa mezzadria,
più comune, il gabelloto dava la semente in prestito al 15-20 "/0 ed il
contadino, sobbarcandosi a tutte le spese di cultura, gli doveva dai 3/.1
ai 213 del prodotto, Prima di siffatta 'divisione il colono ·doveva inoltre
corrispondere una serle di diritti detti di Santa BARBARA (custodia,
estimo, vitto ai campieri) il cui onere era pari a circa un decimo del
prodotto.
Tutti e due i contratti risultavano così esosi che in sostanza, come
è attestato da tutt,i gli Aa., riducevano la vHa della famiglia contadina
in uno stato di estre,ma mi'seria ad ag-gravare la quale contribuiva
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Michele Marolta
Fenomenologia Sociologica (f A"ritropologia Culturale
l'usura eseroitata liber,amente dagli artigiani residenti nelle borga1:e
agricole.
A ciò si aggiunga che la classe dei gabello ti, chiamali del resto i
p-adroni, aSSUID'ev,a, ,ad inasprire i rapporti sociali e ad appesantire la
miseria, pretese baronali e cioè un dispotico contegno caratterizzato da
estrema villania ed ignoranza. II gabellato usava cavalcare per le sue
terre armato di doppietta, seguito da uno o più campieli.
La popolazioneagricoia s'iciliana, pari nel 1860 a circa i 9/10 della
totale, v,ivev,a perciò in U!IlO stato che in nuUa si differenziav.a daUa
vecchia servitù, sfiduciàta dalla denutrizione e dalle sofferenze, apatica,
solo covando un isbintivo r,aneor,e.
Se questa er'a la condizione dei eontadii!l:i neHe zone a Jat,ifonào non
migliore era quella degli zo1fatari nelle zone minerarie (cfr. la descrizione
del Villari), In questo terreno sd innesta il fenomeno della M. volta a
volta strumento d'oppressione non solo della classe feudale ma special~
mente della borghesia rurale, costituita dai gabellati, in via di rapida
trasformazione e che di essa s,i serve per la conquista di nuove posizioni.
Il gabellato, l'unico ricco di mezzi finanziari, si impossessa così delle
mig-1iori t€rre ·feudali trasformate, dopo lil 1812, inaHo-diali e IS1 serve
della M. per impedire l',accesso ai concor,renti nelle -aste pubhliche per
la cessione dei beni dell'Asse ecclesiastico. La M., d'altra parte, garantisoe
condizioni di vi;ta migliori, aprendo una strada alle loro ambizioni, ,ai
più attivi dei membri della classe contadina e degli zo1fatari a patto che
si facciano sO-stenitori dell'ordine contribuendo a soffocare il movimento
delle masse' per il possesso delle terr·e -o per l'ottenimento di salari e di
condizioni di lavoro migliori, anelito di cui le rivolte popolari di cui
si è detto rappresentav,ano di taIllto -in tanto le più macroscopkhe manif'estazioni.
La M, però non è legata sOItilllto al latifondo, come talora (Romano)
ancor oggi si sostiene, stante il .suo rigoglio nella Conoa d'oro ove la
propri.età è minutamente divisa assicurando inoltre, per l'alto reddito
degli agrumeti, dei frutteti, o dei vigneti, una certa agiatezza ai contadini piccoli proprietari.
Ai fattori storici, econom·ici e- sociali della M., v,anno aggiunti p-erciè
gli agenti psicologiei 'ed ,antropologic~ e cioè la spiccata individualità
ed il sentimento dell' "io" attribuiti (Niceforo, L'Italia barbara contemporanea, pp. 45-57) alla componente ereditaria d'origine araba.-
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314
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