11Foreste - P.Branchina

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11Foreste - P.Branchina
VOLUME
I PAESI
EXTRAEUROPEI
L’AFRICA A SUD DEL SAHARA
NOME
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CLASSE
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DATA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
LEZIONI
APPROFONDIRE E COLLEGARE
A p. 31, discutendo in generale di ecologia, viene
affrontato il problema della degradazione del suolo;
una cartina della Terra e delle zone a rischio è presente a p. 32. Alle pp. 34-35 si parla di deforestazione.
Nel capitolo dedicato all’Africa, alle pp. 169-171 si
trova un paragrafo sulla varietà delle forme della foresta, accompagnato da una cartina che permette di
visualizzare i principali ambienti naturali. Si tratta allo
stesso tempo il tema dell’impoverimento e della scarsa
fertilità dei suoli, causati anche dalle attività umane.
Nello specifico, alle pp. 182-185, vengono dedicati
alcuni paragrafi ai problemi ambientali dell’Africa e al
degrado ecologico.
Deforestazione globale
20 000
15 000
2
km
Estensione originale delle foreste
10 000
Rimanente
5000
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Approfondimenti
LA SCOMPARSA DELLA FORESTA
Questo fenomeno si accompagna, molto spesso, alla degradazione dei suoli, che entro breve tempo
divengono improduttivi. Cerchiamo di capire perché. Malgrado la lussureggiante vegetazione che li
copre nella fascia equatoriale, i suoli africani sono molto poveri di humus. Ad assicurare il riformarsi e il conservarsi del sottile strato superficiale di humus provvede appunto la foresta con i suoi resti
organici: foglie, liane, rami, muschi. Tagliata la foresta, l’humus non si riforma più. Inoltre, scorrendo
su un terreno non più trattenuto dalle piante, le acque lo erodono e lo impoveriscono, trascinando via
gli elementi nutritivi. Il terreno denudato viene posto a diretto contatto con i raggi violenti del Sole,
da cui non lo ripara più il manto sovrastante. Se prima, all’ombra dei vari strati della foresta, il terreno non superava i 25-26 °C, ora, messo allo scoperto, può raggiungere i 40 °C. A questa temperatura,
la terra viene a essere imbevuta di un’acqua tiepida che favorisce una serie di reazioni chimiche tra
le varie sostanze che la compongono. I terreni s’induriscono come corazze (è questo, appunto, il nome
che viene usato per definirli quando raggiungono questa fase) e non sono più coltivabili.
Sui problemi ambientali del pianeta consulta la pubblicazione annuale del Worldwatch Institute: State of
the World.
Legni africani più importati
Di seguito sono elencati legni sempre più rari, poiché
il loro consumo cresce di continuo. Per questo motivo
le associazioni ambientaliste, come il WWF, consigliano di evitarne l’uso.
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Ayous, un legno morbido e chiaro usato soprattutto nell’industria delle cornici.
Sipo Sapelli Khaya, mogani africani usati per
mobili e parquet.
Azobè, legno durissimo usato per pavimenti esterni, pontili, difese spondali, infrastrutture marine,
traversine ferroviarie.
Idee per insegnare la geografia con TERRE, POPOLI, CULTURE
a cura di G. Sofri e F. Sofri © Zanichelli 2009
(Fonte: Worldwatch Institute, 1998)
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Iroko, legno usato sia per impieghi industriali sia
per parquet.
Afrormosia, raro legno per costosi parquet.
Necessita del permesso di esportazione.
Wengè, legno durissimo e quasi nero molto di
moda nell’arredamento moderno.
Doussiè, usato per produrre porte, finestre e parquet.
Okoumè legno usato per sfogliati e compensati.
Moabi e Bubinga, alberi utilizzati dalle popolazioni indigene pigmee per la produzione di olio e
medicinali e, nel caso del moabi, come punto di
orientamento nella foresta (raggiunge anche 50-60
metri di altezza).
Paduk, usato principalmente per mobili e parquet.
Tanganica, impiegato nella fabbricazione di porte
e serramenti.
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nell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo