L`arte di purificare il cuore: per un cuore capace di amore Abbiamo

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L`arte di purificare il cuore: per un cuore capace di amore Abbiamo
CATECHESI DEI GIOVANI quarto incontro L’arte di purificare il cuore: per un cuore capace di amore INTRODUZIONE: IL PERCORSO COMPIUTO Le sole rivoluzioni creatrici della storia sono nate dalla trasformazione dei cuori. Olivier Clement Non si può pensare quando si è innamorati. Si è troppo impegnati a bruciare la propria casa. Essere innamorati, è essere ubriachi. da L’elogio del nulla, di Christian Bobin Abbiamo affrontato un percorso che ci ha condotto finalmente al cuore del nostro cuore. Abbiamo compreso che proprio nel cuore del nostro cuore, in quel luogo così intimo, dimora Dio stesso, chi ci ha pensato sin dalla creazione del mondo e lì lo possiamo scorgere, incontrare, amare e farci amare. Abbiamo individuato delle strade percorribili per prendere confidenza con noi stessi e con il nostro cuore abitato: -­‐ confidenza = mi fido e, quindi, ti consegno/racconto la mia vita; -­‐ misericordia =cuore capace di pietà, capace di amore e preoccupazione per le sventure altrui, mi faccio carico della tua miseria; -­‐ fecondità = io sono gravido di Cristo, sono incinto dal giorno del Battesimo di Lui e prima o poi sarò chiamato a partorire; -­‐ silenzio = fare silenzio per imparare a sentire e vedere i segni della presenza di Dio nella nostra ordinarietà; -­‐ bacio = racchiude in sé la confidenza, la misericordia, la fecondità e il silenzio; educarci a vivere bene i gesti dell’amore, a dosare il peso dei gesti che maturano nel cuore per non sprecare e compiere gesti di intimità con Dio, con la sua Parola. Forse qualcuno di noi ha provato in questo tempo a compiere qualche esercizio di confidenza, di misericordia, di fecondità, di silenzio o di bacio. Forse è stata un’esperienza bella, positiva, arricchente, o, forse, ci siamo scontrati con la fatica, la perplessità, l’imbarazzo e la distrazione che ci impedivano di pregare e scorgere i segni di Dio lungo la nostra strada. A questo punto è bene metterci in guardia rispetto agli ostacoli di questo cammino. Abbiamo iniziato con l’anticristo, dove la provocazione era nel chiederci quanto io sono anticristo. Ora, è arrivato il momento di svelare che alcune fatiche che noi compiamo durante questo cammino spirituale sono causate dalla nostra capacità o meno di riconoscere non solo la presenza di Dio, ma anche lo zampino del diavolo, della tentazione, del male possibile. LA VITA INTERIORE E LE SUE COMPLICAZIONI: FUORI O DENTRO(N. FABI) La gioia va sempre assieme allo spavento. da Mille candele danzanti, C. Bobin Visto da qui tutto sembra lontano convulso e insensato, agitato per niente come fosse distratto o indifferente a ciò che è importante visto da qui è solo vuoto che urla è il pensiero scucito dalla realtà passanti qualunque in una strada qualunque la mia città, sarà anche che il gioco si cambia da dentro ma alla fine è giocare che ti cambia dentro, sarà anche 1 che spesso lontano dal centro ognuno si scopre un nuovo talento magari fuggire non è la soluzione magari fuggire è una resurrezione È come sfidare il niente stare qui io non so se ritornare, quale vuoto sia peggiore se avrò forza per trattare e se il mio destino è stare fuori o dentro visto da qui è solo una piccola parte che è davvero convinta di essere tutto che non sente più urgenza, ma solo la fretta e l'affanno è un respiro che non si rispetta, a volte un'isola è la cura del tempo, a volte un'isola è solo isolamento, È come cadere al buio Scegliere IL MISTERO DEL MALE Ognuno di noi possiede un paradiso, cioè il cuore creato da Dio. E ognuno di noi vive l’esperienza del serpente, che penetra nel cuore per sedurci. da L’arte di purificare il cuore, di Tomas Spidlik La regola fondamentale I pensieri si possono distinguere secondo l’effetto che producono. Se buoni producono coraggio, rinnovamento, gioia, buon umore, l’amore per Dio e per gli altri. Se cattivi creano turbamento, paura, disordine interiore, tristezza, odio, desideri cattivi. Questa regola non è un’operazione matematica. A volte alcuni stati di pace possono arrivare del nemico, altre volte, se si è abitati da una pace illusoria, il turbamento potrebbe arrivare da Dio. Ma generalmente la pace falsa non dura molto, ha bisogno di continue conferme, di nutrirsi e gonfiarsi per stare in piedi, a differenza della pace donata da Dio che rimane ferma, solida, come il fondo marino che sebbene il mare è in tempesta, rimane fermo, nella quiete. 1. Da dove viene il male? Diverse sono le risposte. Ci sono tre possibili risposte. -­‐ Dualismo cosmico: nel mondo ci sono due forze, due principi che si combattono a vicenda. La luce e le tenebre, il buono e il cattivo, il bene e il male. E questi due principi sono in una lotta eterna. Che cosa dice la teologia? Questo dualismo contraddice la rivelazione cristiana: tutto quello che esiste, è creato da Dio e, quindi, è buono. Per questo motivo non possiamo affermare l’esistenza di una forza indipendente da Dio, o qualche essere per sua natura cattivo fin dall’inizio. -­‐ Dualismo antropologico: il bene e il male sono dentro l’uomo stesso. La lotta si contraddistingue come opposizione tra la carne e lo spirito. I desideri della carne ci portano al male, mentre lo spirito ci eleva verso l’alto. Che cosa dice la teologia? Quando nella Bibbia si parla di “carne” come sorgente del male, il termine “carne” sta a indicare l’insieme delle tentazioni causate dal peccato che hanno già preso possesso nell’uomo. Ma il corpo di Cristo è santo e noi siamo chiamati a santificare il nostro corpo in unione con lui e, quindi, non può essere origine del male. -­‐ Dualismo morale: ciò che conduce al male sono le passioni dell’uomo. Che cosa dice la teologia? Quando si parla di “passione” nel linguaggio spirituale si può intendere in due modi: positivamente, come un desiderio sensibile e buono, oppure negativamente quando eccedono nella misura e sono difficilmente controllabili conducendoci al male. Ma nemmeno le passioni in se stesse costituiscono il peccato, perché con la grazia di Dio, l’uomo possiede la libertà e la forza di vincerle. 2. Cosa deve essere considerato male per i cristiani? Il vero male è il peccato ed esso è tale solo se è un frutto di un libero acconsentire al male dato dall’uomo stesso. Solo l’uomo è responsabile del male che s’impossessa del 2 suo cuore e attraverso di lui entra nel mondo. Per comprendere l’origine del peccato, che è il male, basta ascoltare il brano di Genesi 3. Ognuno possiede un paradiso: il cuore creato da Dio in uno stato pacifico. E ognuno di noi vive l’esperienza del serpente, che penetra nel cuore per sedurci. Il serpente si presenta con la forma di un pensiero cattivo. Secondo i Padri, l’origine di ogni peccato sta nel pensiero impuro. Dove per impuro non s’intende qualcosa che ha che fare con la sessualità, ma tutto quello che non appartiene al pensiero puro. Al pensiero puro si può aggiungere qualcosa che non gli appartiene e diventare impuro. Un esempio: il pensiero di guadagnare denaro non è impuro, ma se aggiungiamo l’impulso di ottenerlo a tutti i costi diventa impuro. Altri Padri paragonano il cuore alla terra promessa nella quale i popoli pagani gettano le loro frecce e le cattive suggestioni che ci attirano e rendono impuri i pensieri. La vita spirituale è sempre accompagnata da un combattimento spirituale. Il cuore è l’arena dove Dio e Satana si affrontano, e noi siamo i “condottieri” di questa battaglia. Chi è responsabile del male? I cinque stadi di penetrazione della malizia nel cuore: 1) la suggestione: prima idea, o pensiero, fantasia, impulso che si introduce nel cuore 2) il colloquio: la persona si fa provocare e comincia a riflettere 3) il combattimento: “sento il desiderio di peccare, di acconsentire, ma decido liberamente il contrario e sono capace di resistere 4) il consenso: la battaglia è persa, e si decide di seguire la suggestione alla prima occasione (qui c’è il peccato) 5) la passione: ultimo stadio che coincide con la cattiva abitudine al male (vizio) IL DISCERMENTO DEGLI SPIRITI: PRIMI PASSI PER UNA BUONA LOTTA SPIRITUALE C’è chi dice che chi non vuole combattere non dovrebbe nemmeno vivere. Pensiero, io non ho più parole. Ma cosa sei tu in sostanza? Qualcosa che lacrima a volte, e a volte dà luce. Pensiero, dove hai le radici? Nella mia anima folle o nel mio grembo distrutto? Sei così ardito vorace, consumi ogni distanza; dimmi che io mi ritorca come ha già fatto Orfeo guardando la sua Euridice, e così possa perderti nell'antro della follia. da La terra santa di Alda Merini Perché leggere una poesia sul pensiero, se dobbiamo parlare degli spiriti? La risposta è semplice, nella tradizione della chiesa antica, dei padri orientali, quando si tratta di discernimento degli spiriti, li descrivono come dei loghismoi, ossia pensieri. Discernere che cosa? Le domande che A. Merini pone al pensiero, possono esserci d’aiuto: pensiero che cosa sei tu in sostanza e, ancora, dove hai le radici? Che cosa sei e da dove provieni? Ecco, le prime domande da porre ai pensieri per un buon discernimento e per non condurre un percorso faticoso, troppo faticoso, verso il cuore e per una buona lotta spirituale: 1. Che cosa sei? 2. Da dove provieni, dove poni le tue radici? 3. Dove mi vuoi condurre? Ancora A. Merini ci offre le prime caratteristiche che un pensiero “malvagio” solitamente nasconde: lacrima (= può portare dolore); luce (= può nascondersi dietro a qualcosa di bello, un “angelo di luce”); ardito (= forte, duro); vorace (= ingordo, 3 divoratore); consuma ogni distanza (= prossimità maleducata, non chiede il permesso, non bussa); il ritorcersi di Orfeo, che non ha atteso, e cedendo alla tentazione di voltarsi verso la sua amata Euridice la fa ritornare negli inferi (= l’impazienza di vedere, di sapere o di risolvere…); follia (= incapacità di scegliere secondo la ragione spirituale, ossia coniugando il cuore e la mente). Importante, per il discernimento dei pensieri, è cercare, trovare e scegliere una persona di fede a cui rivelare i propri pensieri, per smascherare i tranelli della tentazione. UN’ESPERIENZA Dispiegare. Eliminare tutte le pieghe e ritornare a ciò che è più ampio, al continuo, all’ampia e continua dolcezza del vivere. da Mille candele danzanti, C. Bobin
Un esempio di tentazione e caduta: Tristezza Entrando in me sentii il dolore e le immagini da lungo tempo represse, con forza invasero le mie fortezze non ebbi di che difendermi e Tristezza cominciò a sedurmi e io a sedermi su di lei e lei a baciarmi e io – disperso – a farmi amare. Su di me le sue mani e le mie su di lei. il talamo, di nero marmo, s’infuocò e non mi accorsi che il collo stringevano mentre io mi assopivo. da Occhistanchi di Vanio Garbujo Come distinguere il pensiero malvagio. In questa poesia appare un esempio chiaro di come avviene la tentazione e il peccato, a partire dal pensiero cattivo. -­‐ Entrando in me sentii il dolore e le immagini da lungo tempo represse con forza invasero le mie fortezze. Il pensiero, o emozione, entra nella persona senza chiedere permesso (invasero), senza accorgerci ci si sente oppressi, o preoccupati, o presi da alcuni pensieri che ci penetrano senza alcun atto della propria volontà. Questa sensazione crea un malessere generale e uno stato nostalgico, che ci porta a ricordare per farci patire (si stava meglio quando si stava peggio, per esempio), e davanti a questo non si pone alcuna difesa. Sembra un flusso naturale. Da uno stato d’animo, si passa a uno stato interiore, a uno sguardo verso di se e verso gli altri sempre più negativo. -­‐ Tristezza cominciò a sedurmi e io a sedermi su di lei e lei a baciarmi e io – disperso – a farmi amare. Su di me le sue mani e le mie su di lei. Volutamente ho descritto questo dialogo con il pensiero cattivo, Tristezza, come una seduzione. Sì, c’è il dolore, ma in fondo il crogiolarsi in questo pensiero è quasi consolante, fa male ma è quasi impossibile farne a meno. E inizia un dialogo consolatorio: intimità, bacio, amore, anche se nella consapevolezza della dispersione, o della confusione. In questo momento, quasi non si riesce più a tornare indietro: comprendo che questo pensiero non mi fa bene, perché mi chiude in me stesso, ma dall’altra parte questo stato interiore mi piace (so di sbagliare ma pazienza, ormai!). -­‐ Il talamo, di nero marmo, s’infuocò e non mi accorsi che il collo stringevano mentre io mi assopivo. Questo versetto rivela la vittoria del pensiero. A un certo punto il pensiero si rivela in tutta la sua intenzione cattiva: il talamo, che è il luogo dell’amore, è nero, di marmo, quindi duro e freddo, e di fuoco (di passione). Tutte immagini negative e quelle mani che tanto riscaldavano il cuore e la carne, diventano mortifere, soffocano. E’ l’esperienza di quando siamo invasi dai pensieri e non riusciamo più a liberarcene. 4 GLI OTTO PENSIERI CATTIVI SECONDO IL CATALOGO DI EVAGRIO PONTICO Golosità “Non si vive per magiare, ma si mangia per vivere”. Il pensiero della golosità suggerisce di mangiare prima del tempo, troppo e per soddisfare la propria ghiottoneria. Fornicazione Buddha dice: “Il pungolo dell’istinto sessuale è più acuto della punta che si usa per domare gli elefanti selvaggi, brucia più del fuoco e possiede un dardo che penetra sino all’anima”. Non dobbiamo stupirci della forza dell’istinto sessuale, delle immagini impure che possono arrivare alla nostra mente e dei desideri che potrebbero spingerci a compiere scelte dettate non dal cuore ma da qualcos’altro. Quando questo avviene dobbiamo dirci: “Che cosa voglio e decido io? Il contrario della suggestione!”. Altri aiuti: la custodia dei sensi, la preghiera, il lavoro costante (l’ozio è il padre dei vizi). Avarizia L’avaro è chi pensa che tutto ciò che possiede è suo in modo assoluto e che non è obbligato a dare a nessuno nulla, nemmeno il superfluo. E’ chi vede solo i soldi e sullo sfondo, forse, mette altri valori nella sua vita. E’ chi si fida di più di quello che ha, che di Dio. Diventano, a lungo andare, persone dure contro il prossimo. Tristezza, invidia La tristezza è pericolosa, rivela una mancanza di fede nella Provvidenza di Dio e nella sua opera quando ci assale per la vita come tale, per la compagnia degli altri, per il fatto che siamo soli, ecc… Essa paralizza il coraggio. La tristezza che nasce per il bene di cui gode un’altra persona è chiamata invidia (piccoli dispiaceri che si possono provare nel vedere qualcuno che è felice, che sta bene, che ha qualche successo). Ira L’ira può essere giusta se è contro il male, il peccato, l’ingiustizia e se è un’ira controllata e moderata. L’ira ingiusta è spesso incontrollata, porta a pensieri violenti di vendetta e rivendicazione. L’iroso prova piacere per il dispiacere altrui. A volte, è accompagnata da freddezza e rifiuto del perdono. Accidia (secondo gli orientali) -­‐ Pigrizia spirituale (secondo i latini) E’ uno stato generale di disgusto, di disinteresse, di tiepidezza (l’ombra della morte, secondo san Bernardo, perché priva della gioia spirituale). Ha diverse manifestazioni: 1) paura esagerata degli ostacoli che s’incontrano nella vita; 2) l’avversione alla fatica; 3) l’instabilità nel mantenere i propri propositi, regole, comandamenti; 4) perdita di tempo prezioso; 5) l’avversione verso chi è capace di affrontare le fatiche; 6) la libertà concessa ai sensi (posso fare e usare tutto e sempre); 7) la negligenza nei propri doveri principali (come moglie, marito, prete, consacrati, lavoratore, studente, ecc…) Superbia Tale pensiero, o vizio, è l’ultimo demone. Ispira alla coscienza la superiorità sul prossimo a causa delle proprie buone opere, della conoscenza, della capacità di essere un buon cristiano, marito, sposa, prete, ecc… Vanagloria Nel suo stato più elevato conduce alla menzogna e suscita contese per non perdere l’ammirazione o la conferma delle altre persone. 5 LA PREGHIERA SORGENTE NEL CUORE Dammi il tuo cuore!” Figlio mio, dammi ciò che è centro di te stesso, la tua causa, il principio regolatore della tua vita, il tuo ritmo sensibile, affettivo, intellegibile. Raggiungi la tua sorgente! Pulsa insieme con Me! Paul Claudel Invocazione allo Spirito Santo Vieni, Spirito Santo. Vieni in me, come la vela prende il vento, sia quel vento di passione a orientarci, per non restare preda delle nostre sconfitte, o permettere alle paure di possederci. Vieni, Spirito Santo. Entra in me, e snoda i quattro venti perché mi sciolgano dal fuoco della passione e forza i miei mutismi. Che io torni a creare, oltre i dubbi dell’esperienza, oltre i dubbi non risolti. Poesia Gesù Sei tenue come una corda di violino Sei bramoso come il mare E ti inerpichi sui monti Scendi nelle valli Come qualsiasi tempesta di neve Ma sei gelido Soltanto di fronte al peccato E altrimenti sei il calore e il colore dell’anima E tanto dista da te stesso il Tuo volto Quanto quello di Dio Dal volto del figlio Così Gesù Hai portato la primavera Del sole In tutte le profondità della terra E sei sceso a patteggiare col Demonio Di cui non avevi paura Essendo stato creato dal padre Hai toccato la lussuria, il peccato e la bestemmia Ma le tue dita non divennero cenere Ne vennero invase dal fuoco Ne il tuo corpo Ebbe sussulti d’amore Perché Gesù Eri soltanto cuore, eri soltanto cuore E quando le donne ti toccavano A poche hai dato il privilegio Di sentire la tua pelle Battere sotto il peso del cuore e dell’eternità. Alda Merini, Il Poema della Croce Parola di Dio: Genesi 3 Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto» Preghiera corale In quest'ora, fra il buio e la luce, raccogli le gioie e i rimpianti, e tutta l'incoerenza che mi aggredisce. In quest'ora, fra il giorno e la notte, percorro il filo degli avvenimenti, prima di restituirmi e dormire al tuo nudo chiarore. In quest'ora, fra il rumore e il silenzio vieni più vicino, giacimi accanto rendimi sincero, toglimi l'ombra che mi invecchia il cuore. In quest'ora, fra la fretta e la quiete, torni l'infinito a liberarmi del limite, torni l'eternità ad annullare il tempo. In quest'ora, fra il chiarore e l'ombra, fai che ciò che ho raccolto oggi di luce, domani lo ritrovi nell'aurora. 6