TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM

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TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM
TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM
PETRI ET PAULI (BHL 6687b)
edizione critica a cura di Riccardo Macchioro
A un’analisi linguistica e filologica rigorosa, il testo che da secoli è
noto in ambiente lombardo con il nome di Chronica Danielis1 dimostra
di avere in realtà natura composita e vicende redazionali complesse,
nonostante la tradizione sia unanime nel documentarlo come opera
unica. Esso infatti rivela la sua origine nella fusione di due diverse compilazioni, piuttosto eterogenee per lessico, sintassi, stile e anche genere
letterario: una cronaca riguardante Milano e un testo sostanzialmente
agiografico, una leggenda sorta intorno alla fondazione dell’abbazia di
San Pietro al Monte di Civate, nei pressi di Lecco.
La vera e propria sezione cronachistica2 – che copre quasi i tre quarti del totale – mette a tema alcune fasi della storia di Milano mantenendo come punto focale un nobile casato milanese: i (misteriosi) Comites
1. Le prime note moderne su questo testo sono in W. VON GIESEBRECHT, Zur
mailändischen Geschichtsschreibung in zwölften und dreizehnten Jahrhundert, «Forschungen zur deutschen Geschichte» 21 (1881), pp. 299-339.
2. Questa sezione, che originò il titolo poi attribuito al complesso, sarà di qui in
avanti chiamata Chronica Comitum de Inglexio, mentre con Chronica Danielis si intenderà il testo composito tramandato unitariamente. Daniel è in realtà non l’autore,
bensì un personaggio che appare nel testo. Galvano Fiamma per primo identifica
con questo titolo il nostro testo, che cita assai di frequente come fonte in particolare nel Chronicon maius e nella Chronica Galvagnana, ma anche nel Chronicon Extravagans e nella Politia Novella. Nella rassegna iniziale delle fonti della Galvagnana
(GALVANEI FLAMMAE Chronica Galvagnana, ms. Milano, Biblioteca Ambrosiana, A
329 inf.; ed. parziale di L. A. Muratori in ANONYMI AUCTORIS Annales Mediolanenses ab anno MCCXXX usque ad annum MCCCCII, Mediolani 1730 [Rerum Ita-
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II
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de Inglexio, altrimenti ignoti. Il contenuto delle notizie, che paiono avere scarsa consistenza storica, si può ripartire in due grandi nuclei tematici: il primo (che della Chronica Danielis occupa la parte iniziale) è riferito ai secoli VI e VII dopo Cristo, e narra le vicende che condussero
gli esponenti di questa dinastia nobiliare a detenere il potere sulla città
di Milano e sul resto dell’Italia; il secondo (che costituisce la terza e ultima sezione dell’insieme) si concentra invece sul XII secolo e racconta
come, sotto la guida illuminata dei benvoluti Comites de Inglexio, la
popolazione si opponga strenuamente alle truppe di Federico Barbarossa, finché un folto drappello di nobili traditori, per odio nei confronti
dei Comites, consegna Milano all’imperatore, che fa sterminare l’intera
stirpe con una sola eccezione.
Il primo testo posteriore che sicuramente cita la Chronica Danielis (pur
senza nominarla esplicitamente) è la cosiddetta Chronica di Goffredo da
Bussero3, la quale può avere come termini post quem e ante quem rispettivamente il 1277 e il 13184. Considerando che nel 1277 Ottone
licarum Scriptores XVI], coll. 635-839) esso è identificato come Chronica Danielis,
que continet: - Chronicam comitum Anglerie - Chronicam Federici primi - Chronicam Desiderii regi; al contrario nel Chronicon maius (ed. A. CERUTI, Chronicon extravagans et
Chronicon maius auctore Galvano Flamma, in Miscellanea di storia italiana edita per la cura
della regia Deputazione di storia patria, Torino 1869, p. 507) non appare la titolazione complessiva e le tre sezioni sono citate esattamente come se fossero opere differenti, sullo stesso piano di altre nominate che si sono effettivamente tramandate
fino a noi come opere singole: in ordinaria apud Cathelolum ordinarium de Medicis:
- Chronica Comitum Englerie - Chronica Desiderii contra Karolum - Chronica Federici
Barbarubee (cfr. L. A. FERRAI, Le cronache di Galvano Fiamma e le fonti della Galvagnana, «Bullettino dell’Istituto Storico Italiano» 10 [1891], pp. 93-128).
3. L. GRAZIOLI, La cronaca di Goffredo da Bussero, «Archivio Storico Lombardo» 33
(1906), pp. 214-45.
4. Su questa cronaca (data e attribuzione) cfr. P. TOMEA, Cronache episcopali e cronache universali minori, in Le cronache medievali di Milano, a cura di P. Chiesa, Milano 2001, pp. 39-78, e S. A. CÉNGARLE, Il cod. trivulziano 1218 e la pretesa “Cronaca” di Goffredo da Bussero, «Libri e documenti» 27 (2001), pp. 1-9.
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Visconti ottiene a Desio una decisiva vittoria sulle truppe dei Della Torre, che in quel momento i Visconti prendono in mano il governo di
Milano e che, dopo un breve interregno torriano (1302-1310), ristabiliscono definitivamente la loro autorità nel 1311, si deve assegnare la
redazione della Chronica Danielis a una data approssimativamente compresa tra 1270 e 1290, comunque nel periodo in cui le famiglie dei Della Torre e dei Visconti si contendevano armi alla mano l’egemonia in
Milano. Si tratterebbe allora di una sorta di pamphlet politico, che attraverso le antiche leggende e il favore popolare accordato ai Comites de
Inglexio intende legittimare il potere di una di queste due famiglie (da
intravedere dietro i Comites stessi) e, d’altra parte, mira a gettare discredito sugli avversari politici del momento, riconosciuti nei nobili traditori, ostili alla loro stessa città. Tuttavia non è facile dire quale fosse la
famiglia per cui parteggiava il cronista5, anche se appare più verosimile
che il testo avesse intenzione filotorriana al momento della redazione,
per essere poi riutilizzato e fatto rielaborare dai Visconti in chiave propagandistica una volta che si furono insediati al potere6.
La seconda componente che ha dato vita alla Chronica Danielis è intitolata Translatio reliquiarum beatorum apostolorum Petri et Pauli7, ed è incastonata tra le due sezioni sopra descritte. Vi si rievocano la presunta fondazione del Monastero di San Pietro al Monte di Civate ad opera del re
longobardo Desiderio e di suo figlio Adelchi e la traslazione in esso di
5. Circa questo punto J. BUSCH, Die Mailänder Geschichtsschreibung zwischen Arnulf
und Galvaneus Flamma, München 1997 (con un ampio capitolo dedicato a molti
aspetti della Chronica Danielis), e P. MAJOCCHI, Pavia città regia: storia e memoria di
una capitale altomedievale, Roma 2008, giungono a conclusioni completamente
opposte.
6. I lasciti di questi rimaneggiamenti sono evidenti nelle opere di Galvano Fiamma, la cui ottica nel rielaborare le notizie della Chronica Danielis è nettamente filoviscontea.
7. Così il titolo in T (cfr. infra il prospetto delle fonti manoscritte), il manoscritto
più antico e uno dei due nei quali non compare la Chronica Comitum de Inglexio.
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alcune reliquie di san Pietro, san Paolo e san Marcello papa; in quattro
testimoni è tramandato anche un prologo introduttivo8. L’attinenza di
contenuto con quanto viene narrato prima e dopo è inconsistente: si
può ravvisare unicamente nel fatto che, quando viene citato Desiderio,
se ne sottolinea in due diversi passaggi la discendenza dalla stirpe dei
Comites de Inglexio e la prosecuzione della stirpe medesima attraverso lui
e suo figlio Bernardo9 (rr. 68-69 e 172-180 nel testo critico).
L’alterità tra la Chronica Comitum de Inglexio e la Translatio Reliquiarum dal punto di vista linguistico e stilistico è tanto rilevante da escludere la possibilità che siano state composte dal medesimo autore. Troppo discordi sono infatti la costruzione del periodo (ripetitivo, paratattico e monotono nella Chronica; arioso, articolato e ricco di subordinate
e strutture variate – con accenni di cursus – nella Translatio), la varietà e
la correttezza delle strutture sintattiche adottate (tendono al volgarismo
nella Chronica, a un latino per quanto possibile curato nella Translatio) e
la varietà e ricercatezza del lessico (senza confronti superiore nella Translatio). Proprio queste ragioni linguistiche inducono a ritenere come
interpolazioni quei labili elementi di connessione tra le due compilazioni cui si è accennato: essi infatti sono riconducibili senz’altro allo stile della Chronica Comitum (di cui riportano alcune forme espressive tipiche), e dunque devono essere stati inseriti dall’ignoto redattore nel
momento in cui ha fuso insieme i due testi. Se ne desume che l’ignoto
redattore della Chronica Danielis non coincide con chi ha scritto la Translatio, ma potrebbe più verosimilmente identificarsi con l’autore dell’altro testo; il primo infatti, se responsabile dell’unione delle due sezioni,
non avrebbe certo trascurato di apportare qualche miglioria allo stile
8. Cfr. sulla storia del monastero G. SPINELLI, L’origine desideriana dei monasteri di S.
Vincenzo in Prato di Milano e di S. Pietro di Civate, «Aevum» 60 (1986), pp. 198-217,
che confuta l’origine desideriana di Civate, confermando invece in tal senso quella di San Vincenzo in Prato a Milano. Negli Annales Mediolanenses minores le due
fondazioni compaiono appaiate con la commissione di Desiderio sotto l’anno 780.
9. Che era in realtà un nipote di Carlo Magno, che fu messo a morte dallo zio
Ludovico il Pio.
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V
della parte cronachistica. Ma se ne trae anche un’importante conclusione circa la tradizione manoscritta: dal momento che tutti i tredici testimoni presentano questi connettivi, e che questi si rivelano interpolazioni, tutti dipendono più o meno direttamente dal nodo in cui Chronica e Translatio si sono saldate tra loro e che ha originato l’intera tradizione; in questo modo si determina l’esistenza di un unico capostipite
all’origine di essa.
LA
TRADIZIONE MANOSCRITTA
La tradizione della Chronica Danielis è rappresentata da tredici testimoni, tutti copiati in ambiente milanese tra il 1350 e il XVIII secolo,
ed è da suddividersi in tre redazioni10 (cfr. lo stemma infra, p. XVI).
La prima (P) è rappresentata da un solo manoscritto:
P = Paris, Bibliothèque Nationale, lat. 6168 (olim lat. 8315), ff. 9v-12v
Scritto nel 1389, pergamenaceo. Trasmette la Chronica Danielis, con il prologo
alla Translatio. Adolfo Cinquini ne ha pubblicato a inizio Novecento una trascrizione11.
La seconda (b) comprende nove manoscritti, ed è ben individuata
non solo per elementi testuali, ma anche per il contenuto dei codici:
10. L’indicazione dei fogli nei codici è riferita alla sola Translatio Reliquiarum, di cui
si dà qui il testo critico.
11. A. CINQUINI, Una cronaca milanese inedita del secolo XIII. La Chronica Danielis,
«Miscellanea di storia e cultura ecclesiastica» 4 (1905-06), pp. 165-191, 317-335 =
Id., Chronica Mediolanensis (a. 606 - 1145) secondo il ms. della Nazionale di Parigi
8315. Genealogia comitum Angleriae secondo il ms. latino della Naz. di Torino 1045,
Roma 1906. La trascrizione è corredata di una rassegna (lacunosa) di altri testimoni della Chronica Danielis, con informazioni sulla loro storia e sul loro contenuto;
a questo Cinquini aggiunge l’annotazione di qualche variante strutturale, ma in
modo parziale e disorganico.
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tutti infatti tramandano una copia degli Annales Mediolanenses minores12,
in quattro forme di estensione lievemente differente, che mantengono
però identico il nucleo portante13; riportano la stessa forma testuale
degli Annales i manoscritti che risultano connessi in sottofamiglie anche
in base ai dati testuali interni alla Chronica Danielis; inoltre i testimoni
raggruppati in questi rami secondari condividono spesso anche qualche
altro testo. P invece non reca né gli Annales, né alcuno dei testi che
appaiono negli altri codici, e questo contribuisce a confermarne l’estraneità a b.
T = Milano, Biblioteca Ambrosiana, T 175 sup., ff. 16r-17r
Seconda metà del sec. XIV, pergamenaceo, miscellaneo. Trasmette solo la
Translatio reliquiarum, con il relativo prologo14. Carlo Marcora ne ha pubblicato
12. Annales Mediolanenses minores: Annales Mediolanenses Sancti Eustorgii minores (a.
64-1280), ed. Ph. Jaffè, Hannoverae 1863 (MGH, Scriptores XVIII), pp. 392-9;
ed. parzialmente in O. HOLDER-EGGER, Annalium S. Eustorgii Mediolanensium
Minorum anni 1154-1177, Hannoverae-Lipsiae 1892 (MGH, Scriptorum rerum
Germanarum in usum scholarum XXVII), pp. 67-71. Essi, peraltro, almeno nella
loro forma base si chiudono al 1280; dal momento che gli Annales sono vincolati
alla Chronica Danielis sia dal punto di vista della tradizione che per qualche coincidenza nel contenuto, questo può rappresentare un elemento in più per presumere che la redazione della Chronica non sia cronologicamente distante.
13. Gli Annales hanno tradizione comune con la Chronica Danielis in tutti i manoscritti, anche quelli della terza redazione (P, che non li tramanda, è l’unica eccezione), e non sono presenti che in questi testimoni. Qualche notizia in P. TOMEA,
Un testimone ‘ritrovato’ degli «Annales Mediolanenses Minores» e della «Chronica Danielis». Il manoscritto santambrosiano 161 appartenuto a G.B. Bianchini (Bibl. Ambr. Trotti 199), in Il Monastero di S. Ambrogio nel Medioevo. Convegno di studi nel XII centenario: 784-1984. Milano 5-6 Novembre 1984, Milano 1988, pp. 383-94.
14. Benché T tramandi solo la Translatio Reliquiarum come testo a sé, senza traccia
della Chronica Comitum de Inglexio, non rappresenta la testimonianza di una circolazione indipendente di una delle due sezioni della Chronica Danielis: precise indicazioni testuali mostrano che anche l’Ambrosiano si stacca da un ramo tradizionale della Chronica Danielis già costituita nella conformazione testimoniata dagli altri codici.
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VII
una (non molto accurata) trascrizione nell’ambito di un volume sull’abbazia di
Civate15.
Tr = Milano, Biblioteca Ambrosiana, Trotti 109
Sec. XVII, cartaceo, miscellaneo. Trasmette solo la Translatio reliquiarum, con il
prologo; è descriptus di T.
O = Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Morbio 48
Sec. XIV (probabilmente 1390), cartaceo, miscellaneo. È un codice mutilo:
rimane solo la seconda metà della compilazione, mentre quella che conteneva la
Translatio Reliquiarum è andata perduta. Gli indizi forniti dalla forma testuale della Chronica Danielis e degli Annales Mediolanenses minores fanno pensare che non
fosse presente il prologo alla Translatio, anche se la perdita materiale impedisce la
verifica.
M = Madrid, Biblioteca Nacional 8828, ff. 35r-36r
Ca. 1420-1430, cartaceo, miscellaneo. Trasmette la Chronica Danielis, senza prologo. Si caratterizza per la perdita di due paragrafi e lo spostamento di un brano,
che risulta copiato dopo gli Annales Mediolanenses minores trasmessi dopo la Chronica.
R = Milano, Biblioteca Ambrosiana, Trotti 230, ff. 14v-17r
Sec. XV, cartaceo, miscellaneo. Trasmette la Chronica Danielis, con prologo.
H = Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, lat. H. V. 37, f. 240r-v
Sec. XV, cartaceo, miscellaneo. Trasmette la Chronica Danielis, probabilmente
senza prologo, e ha perduto una vasta porzione di testo, che coincide, almeno nel
punto in cui termina, con la lacuna dei tre ambrosiani A, C ed S, con i quali va
15. C. MARCORA, La leggenda di re Desiderio secondo il ms. T 175 sup., in Il messale
di Civate, Civate 1958, pp. 62-8. Marcora trascrive la Translatio corredandola con
le varianti del codice B (scelta infelice, in quanto questo afferisce alla terza forma
testuale, molto più tarda) e nominando il ms. A (Ambr. B 213 suss.) come altra
fonte di questo testo.
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VIII
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ipotizzata una connessione genealogica indiretta. La sua leggibilità è inoltre gravemente compromessa dalle vicissitudini del codice. Tratto probabilmente da un
modello che presentava gravi problemi nella successione dei fogli e delle parti, ha
subito ulteriori menomazioni a causa di un infelice riordino dei fogli, staccati per
il restauro seguìto all’incendio del 1904 alla biblioteca torinese (lacune che impediscono di confermare l’assenza del prologo, deducibile per la posizione stemmatica del codice).
A = Milano, Biblioteca Ambrosiana, B 213 suss., ff. 56v-57v
Ca. 1520, cartaceo, miscellaneo. Trasmette la Chronica Danielis, senza prologo.
La Translatio è quasi completamente assente a causa di una grossa lacuna (per probabile caduta di un foglio o più) verificatasi nel suo antigrafo perduto. Ne sopravvivono la parte iniziale e poche righe finali.
C = Milano, Biblioteca Ambrosiana, Trotti 199, ff. 13r-15v
Forse del 1659, cartaceo, miscellaneo. Trasmette la Chronica Danielis, senza prologo. Identica lacuna di A e identico il contenuto della miscellanea.
S = Milano, Biblioteca Ambrosiana, S. 90 sup., pp. 10-12 dell’unità codicologica in cui è contenuta la Chronica
Prima metà del sec. XVII, cartaceo, composito, miscellaneo. Trasmette la Chronica Danielis, senza prologo. Medesima lacuna di A e C; non è dimostrabile che
dipenda direttamente da A.
Se le redazioni P e b sono antiche e attestate di fatto nel medesimo
periodo (tardo XIV secolo), non altrettanto vale per la terza, che risale
a epoca rinascimentale e si discosta notevolmente dalle prime due. Si
tratta infatti di una rielaborazione linguistica completa della Chronica
Danielis in direzione di un preziosismo stilistico, sintattico e lessicale in
senso classicistico. È attestata da tre manoscritti.
B = Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, AD XII 32, ff. 169r-175r
Sec. XVI, cartaceo, miscellaneo. Trasmette la Chronica Danielis, senza prologo.
Esponente più antico della redazione rinascimentale. La Translatio – di cui viene
indicata la presenza nel punto dove dovrebbe trovarsi, all’interno della Chronica –
è tuttavia copiata alla fine, quale ultimo testo del manoscritto.
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IX
U = Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Morbio 73, Chronica Danielis ff.
132r-151r
Sec. XVIII, cartaceo, miscellaneo. Chronica Danielis, senza prologo.
V = Milano, Biblioteca Trivulziana 1344
Sec. XVIII, cartaceo, composito, miscellaneo. Chronica Danielis, senza prologo.
Le due redazioni P e b sono in molti luoghi perfettamente collazionabili; in altri invece hanno formulazioni diverse, ma trasmettono le
medesime informazioni con uno stile assolutamente omogeneo; vi è poi
un paragrafo che compare solo in P (e contiene informazioni reperibili
anche in altri luoghi del testo), mentre un altro, pur essendo identico,
sempre in P compare in una posizione diversa da quella in cui si trova
in tutti gli altri manoscritti. La loro distanza è molto meno vistosa nella Translatio, dove la miglior qualità e regolarità dello stile hanno preservato di più il testo; in essa le differenze vanno a interessare per lo più
una serie significativa di singole lezioni, comunque rappresentative di
una bipartizione nella tradizione. P non dipende da un manoscritto di
b conservato16, e b non dipende da P: il ms. T è infatti precedente
rispetto a P di qualche decennio. Alla data della prima testimonianza
(verosimilmente qualche anno dopo il 1350) le due redazioni già si erano distinte; non vi sono elementi sufficienti per dimostrare quale delle
due possa essere anteriore.
La presenza del prologo fin nell’archetipo è dimostrata dalla testimonianza concorde di P, T ed R. All’interno di b, T, R17 e O rappresen-
16. L’unico ipotizzabile sarebbe O, per ragioni cronologiche (gli altri conservati
sono posteriori a P), ma i dati testuali lo escludono; in generale, P non può aver
copiato (solo) dalla forma b conservata.
17. T ed R sono in connessione diretta per due testi, l’anonima Chronica Archiepiscoporum del 1339 e la Chronica Pontificum Mediolanensium di Galvano Fiamma
(vd. su questo, e per numerose notizie relative agli altri testi contenuti nei testimoni della Chronica Danielis, P. TOMEA, Tradizione apostolica e coscienza cittadina a
Milano nel medioevo. La leggenda di san Barnaba, Milano 1993).
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X
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tano rami indipendenti, mentre gli altri manoscritti formano una sottofamiglia (che si origina da g) caratterizzata dall’assenza del prologo. I
codici A, C ed S sono accomunati dalla medesima, vasta lacuna nel testo
della Translatio, che però non si è formata in A. In H, come da me ricostruito18, la lacuna inizia prima, ma coincide con A, C ed S rispetto al
punto in cui si chiude (fatto difficilmente casuale): se ne deduce il passaggio intermedio d. Il codice M non condivide la lacuna descritta, ma
ha perso due paragrafi rispetto agli altri e trasla un vasto brano, lasciando l’impressione che vi sia un ramo della tradizione travagliato da problemi materiali di disposizione dei fogli e del testo alla sua origine19.
Ultima resta la redazione rinascimentale; non è chiaro da quale ramo
della tradizione antica sia derivata, anche se l’assenza del prologo (ma
non la disposizione ordinata del testo...) farebbe pensare a g. Vi sono
stati contatti di B con T e di V con S20, ma nulla che riconduca a una
copia diretta per quanto riguarda la Chronica Danielis o la Translatio reliquiarum. D’altronde la loro testimonianza per ricostruire il testo è irrilevante, poichè tutto quanto si discosta dalla tradizione deve essere riguardato come congettura; tutt’al più, in qualche caso, come buona congettura.
Inutile ai fini della Translatio è anche O, che l’ha perduta integralmente, così come si può tralasciare Tr descriptus di T. Le testimonianze
da considerare si riducono così a otto, di cui però quattro, come si è
visto, gravemente menomate.
IL
TESTO CRITICO
Nel comporre il testo critico, l’accordo di T ed R, o di uno di questi con uno o più tra i codici della famiglia g, permette di ricostruire b,
18. Vd. supra l’elenco delle fonti manoscritte.
19. Vi è un ulteriore elemento di connessione che lega tra loro questi cinque codici; essi infatti presentano la medesima versione degli Annales Mediolanenses minores,
diversa dalle altre testimonianze di essi.
20. Per gli Annales Mediolanenses minores, che V ha in parte copiato da S.
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XI
e, laddove questo concordi con P, si avrà la lezione archetipica. Tale si
considera anche quella che gode l’accordo di T od R o g con P.
Nell’emendazione dell’archetipo taluni interventi sono dettati con
buona sicurezza dalla correzione di imprecisioni grammaticali; per altri
luoghi è invece opportuno spiegare le motivazioni delle congetture
proposte.
rr. 37-38: ex occasione deterse filii sui <cecitatis>
detersa codd.
Il mantenimento del testo tràdito presuppone un significato assoluto
di detergeo (a senso, ‘guarire’ o simili); tuttavia il verbo sembra attestato
esclusivamente con una determinazione (oggetto diretto e, di rado,
ablativo); inoltre mancano quasi del tutto attestazioni di occasione concordato con il participio di questo verbo (occasio, poi, occorre in genere con la specificazione in genitivo). L’occasione è senza dubbio la guarigione di Adelchi, e detergeo comunica esattamente l’eliminazione di
qualcosa che lorda, che macchia: ossia la caecitas del principe, originata
dal peccato; di qui la correzione in genitivo di detersa e l’integrazione
<cecitatis>. La iunctura detersa caecitas21 (per lo più in ablativo assoluto)
è inoltre diffusissima nei miracoli che riguardano guarigioni di ciechi –
siano essi tali per malattia o per castigo celeste – come una sorta di ‘termine tecnico’ quando si tratta di situazioni di questo tipo. La congettura risolve le difficoltà osservate in precedenza (la mancanza di un significato assoluto di detergeo, il nesso con occasione e la più normale sintassi
di occasio)22.
21. Con le varianti all’incirca altrettanto diffuse (tra le quali caecitas è forse lievemente più frequente, ma naturalmente un conteggio in un simile bacino di testi
ha valore relativo) detersa caligo, labes, nubes, foeditas, colluvies\colluvio, sordes, contagio,
incredulitas (e altri): è evidente la comunanza del campo semantico. Cfr. ad esempio AGOSTINO Ep. 242,3 (caligo), AMBROGIO In psalmum David CXVIII expositio X
44 (labes), Id. De Isaac et anima liber unus 3 (colluvies).
22. Una difficoltà è data dalla necessità della doppia emendazione, ma un sostantivo quale detersio (detersionis a testo), che indicherebbe l’atto di togliere lavando e permetterebbe un intervento singolo sul testo, è poco attestato e quasi mai in senso di
‘guarigione’, e comunque sempre con la determinazione di ciò che viene tolto.
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XII
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rr. 56-58: … sive maximam urbem Mediolanum, que Secunda Roma ab
antiquis Augustis cognominata est,…
Secunda Roma Tr e coniectura: cognita Rome TMRA: cognata
Rome PB
Si accoglie la congettura di Tr, decisamente risolutiva. La tradizione
mostra un errore di archetipo (forse generatosi per l’attrazione esercitata da cognominata che segue a breve distanza) che assume l’aspetto di
cognata in un ramo (P) e di cognita nell’altro (b, per banalizzazione o
disattenzione, mentre la lezione di B può derivare da intervento del
copista). Non mancano attestazioni del fatto che a Milano (e altrove),
tra il volgere del XIII e il XIV secolo, fosse ampiamente praticato l’esercizio di accostare la propria città ai fasti di Roma antica, rivendicando per sè il prestigioso (e inflazionato fin dall’epoca di Costantinopoli)
epiteto di ‘Seconda (o Nuova) Roma’ e affermando con forza la superiorità di Milano. Particolarmente significativo è un passo di Galvano
Fiamma, nel quale non solo compare l’appellativo, ma si afferma anche
che esso venne attribuito alla città dai principes Romanorum (evidentemente quelli che nella Chronica sono Augusti): Ista civitas condam fuit sedes
imperatorum (...) quia condam fuit dicta Secunda Roma, quod nomen principes
Romanorum imposuerunt23, ma numerose altre sono le attestazioni (a partire dal sec. XI) che rendono sicura la congettura anche nella Chronica
Danielis24.
23. GALVANEI FLAMMAE Chronica Extravagans, in A. CERUTI, Chronicon Extravagans
et Chronicon maius auctore Galvano Flamma, «Miscellanea di storia italiana» 7 (1869),
pp. 445-784, p. 484; la denominazione torna più volte nella Extravagans.
24. Dall’anonimo Libellus de situ civitatis Mediolani (col. 206 nell’edizione di L. A.
Muratori nei RIS I, 2, Mediolani 1725, coll. 199-227), a Landolfo Seniore (Historia Mediolanensis II 15), a Bonvesin della Riva (De Magnalibus Urbis Mediolani VIII
10). A quanto sembra, esisteva anche un marmo corredato di un’iscrizione in versi leonini che attribuiva a Milano l’appellativo in questione: cfr. A. COLOMBO,
Milano “Secunda Roma” e la lapide encomiastica dell’antica Porta Romana, «Archivio
Storico Lombardo» 83 (1956), pp. 149-69; B. AGOSTI, Una lapide encomiastica. Pavia
‘secunda Roma’, «Bollettino della Società Pavese di Storia Patria» n.s. 42 (1990), pp.
3-11; J. BUSCH, Mailand und Rom. Das antike Rom in lombardischen Geschichts-vorstellungen, «Frühmittelalterliche Studien» 36 (2002), pp. 379-96; sulla dignità rega-
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TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM PETRI ET PAULI
XIII
rr. 63-67: Qui etiam locus infra duorum iuga montium situs est, quorum
unum ab oriente habens montem Baronem, alterum ab occidente habens montem Pedalem; a meridie sive ab aquilone lacum, influente fluvio Abdue; a setentrione Magrariam vallem.
Il passaggio, che prosegue la descrizione di Civate, ha incongruenze
interne e si trova fuori contesto; ha il sapore di un’aggiunta ulteriore di
qualcuno che, leggendo di un luogo a lui familiare, volesse precisarne
la descrizione con un dettaglio che mancava. Si genera la fastidiosa ripetizione dello stilema qui locus (appena mitigata dalla comparsa di etiam)
e soprattutto ibique rex advenit viene allontanato dal luogo cui l’avverbio
fa riferimento. Non solo: il segmento descrittivo precedente è scorrevole, studiato e lessicalmente ricercato, abbozza un andamento ritmico25; poco coeso e irto di imprecisioni e volgarismi questo. Il settentrione viene citato due volte, ma la prima aquilone è presentato come
equivalente a meridie26; circa i due habens, non è chiaro se i due iuga
coincidano con il Mons Baronis e il Mons Pedalis27 o ne siano le balze,
unico caso in cui sarebbe giustificabile il participio utilizzato con pieno
valore semantico (resta il fatto che la sintassi richiederebbe un verbo di
forma esplicita). Se invece si trattasse di un caso di ‘grammaticalizzazione’ di un registro tendente al volgare (habens cristallizzato nel significato di ‘con’), questo sposterebbe ancora più in basso il grado stilistico di
le e imperiale di Milano, e le rivendicazioni nei confronti di città che ambiscono
al medesimo prestigio (su tutte Pavia) cfr. P. MAJOCCHI, Pavia città regia. Storia e
memoria di una capitale medievale, Roma 2008, pp. 172 ss.
25. habilitate precipuus forma un cursus planus; aere saluberrimus e vineis uberrimus hanno identica cadenza; arboribus nemorosus è velox, con habundantia irriguus torna una
clausola di planus, omnibus ministrabat è ancora velox.
26. Forse una sorta di glossa nella glossa, che però nel contesto ampio geografico
ha mutato di posto.
27. Odierni monte Barro e monte Cornizzolo, per il quale evidentemente la toponomastica attuale non ha la stessa origine di quella del XIII secolo (ma D. OLIVIERI, Dizionario di toponomastica lombarda, Milano 1961, p. 410 s.v. Pedale, riferisce di
un monte Pedàle o Pedàlo presso Civate: «ha certo il nome dell’essere posto alle
falde dei Corni di Canzo»).
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XIV
TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM PETRI ET PAULI
queste righe. In ogni caso si rende problematico accogliere queste note
in un testo che si colloca ad un livello superiore: esse vengono pertanto segnalate dalla sottolineatura come interpolazione.
r. 81: ... in umbrosis silvis quiescente calore caumatis insudatus gratia refrigerandi,...
insudatus conieci: insudat b: insudatis P
Difficoltà di ordine sintattico spingono a rifiutare entrambe le soluzioni proposte dalla tradizione, l’una, quella di b, in quanto la presenza
concorde – a parte lievi alterazioni ortografiche – di refocillabatur non
permette di giustificare un indicativo presente, l’altra perchè non si vede
con quale termine sarebbe concordato insudatis. Visto il significato del
verbo (‘sudare’, a motivo del caldo, oppure traslato ‘dedicarsi con fatica a qualcosa, svolgere un lavoro faticoso’, qui sicuramente nel secondo significato), il riferimento è all’inseguimento di Adelchi; l’emendazione viene proposta dubitanter per la scarsità di attestazioni di questo
participio perfetto con diatesi attiva; cfr. tuttavia nella stessa Translatio,
accanto a participi perfetti impiegati secondo l’uso classico, fatigatus
poco prima (non è un vero e proprio passivo) e forse miratus alla r. 112.
rr. 112-114: Miratus rex de hiis omnibus que audierat, consulto senatu
Romam adire <statuit et aliquas> ex sacris reliquiis apostolicis afferre,…
adire iussit Tr
La problematica del passo riguarda la mancanza di un verbo principale che governi i due infiniti adire e afferre e di un elemento che giustifichi ex sacris reliquiis, nesso che non appare mai da solo ma sempre
determinato da un pronome indefinito o da un oggetto preciso. Lo stato della tradizione, concorde su tutti i termini, fa pensare alla caduta di
qualche elemento piuttosto che a una corruzione; eventuali emendazioni dovrebbero riguardare in ogni caso più di un termine. L’integrazione, proposta solo exempli gratia, è semanticamente plausibile, benché
abbia il difetto di non lasciar trasparire una motivazione meccanica per
la caduta delle parole proposte28.
28. La congettura iussit di Tr non è condivisibile, perché Desiderio intraprende
personalmente l’iniziativa.
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NOTA
XV
AL TESTO
È stata restituita una grafia ortograficamente tradizionale29, prescindendo dalla varietà dei regimi ortografici riscontrati nei manoscritti.
L’apparato critico registra le varianti dei codici fondamentali in modo
esauriente, fatta salva l’omissione delle varianti puramente grafiche. Le
sigle sono quelle proposte nella rassegna delle fonti. Per non appesantire eccessivamente l’apparato con le lezioni dei codici non necessari al
fine della constitutio textus, le varianti di B (di regola in accordo con U
e V, con esso imparentati) e di Tr generalmente non sono state riportate, poiché si si tratta di codici che hanno subito intenso lavorìo di
emendazione e riformulazione, ogni lezione particolare dei quali deve
intendersi come innovazione; sono invece segnalate quando rappresentino emendazioni plausibili e valide (alcune delle quali accolte) a luoghi
corrotti del testo tràdito. L’apparato menziona inoltre altri scrittori
(Galvano Fiamma e Goffredo da Bussero) quando offrano conferma di
alcune lezioni accolte.
Sigle e segni diacritici:
< > = integrazione congetturale
[ ] = espunzione congetturale
b = lezione concorde di T, Tr, R, M, A, C, S, H, B (con U e V)
testo sottolineato = interpolazione
Cinquini = edizione in A. CINQUINI, Chronica mediolanensis cit.
Marcora = edizione in C. MARCORA, Il messale di Civate cit.
29. Es.: ti + vocale e non ci; restaurate consonanti doppie e scempie dove richieste; i per y; s e non x.
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XVI
TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM PETRI ET PAULI
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TRANSLATIO
RELIQUIARUM BEATORUM APOSTOLORUM
PETRI
ET
PAULI IN MONTEM QUI DICITUR PEDALIS
In nomine sancte et individue Trinitatis, cuncti pie matris Ecclesie
filii audiant et intelligant gesta conscripta de translatione reliquiarum
eximiorum apostolorum Petri et Pauli, quomodo et qualiter translate
sunt de urbe Rome in montem qui dicitur Pedalis. Et ob hoc scribere
curavimus, ut nullus possit ambigere, quia sunt nonnulli qui in nimio
livore turgidi asserant quod minime sint apud nos, cum manifeste possimus approbare. Constat liquido a potentissimis principibus transvectas
et ab ortodoxis patribus in sacro reconditas altari. Cum enim dilucidaverimus contra emulorum cecitatem, aut resipiscant illuminati, aut certe, in eadem permanentes, indurati decidant. Quod si dixerint nobis:
«Quis potuit esse tante potentie, ut tam pretiosissimas margaritas posset
transferre?», respondeant nobis quomodo multa corpora sanctorum
translata sunt de civitate in civitatem et de loco ad locum, ut caput eximii precursoris (quod novimus transportatum ex Ierosolima in Alexandriam et rursus de Alexandria in Aquitanie partibus atque in ecclesia
honorifice reconditum), sicut etiam ossa sacra beati Bartholomei ex
3. in nomine sancte… (r. 46) plebis sue om. MACSBUV ~ in nomine sancte… (r.
170) regnavit per om. H ~ in nomine sancte et individue Trinitatis PR: Translatio
reliquiarum beatorum apostolorum Petri et Pauli rubricatum add. T ~ cuncti P: ac
TR 5. et TR: vel P fort. recte 6. de urbe Rome TR: ex urbe Romana P fort.
recte ~ montem TR: monte P 7. possit ambigere P: dubitare possit TR fort. recte
8. asserant TR: asseverant P fort. recte 9. transvectas correxi: transvecte codd. 10.
reconditas correxi: recondite codd. 12. permanentes Tr e coniectura: permanentibus
TRP 14. respondeant codd.: respondeatur legit Marcora 15. sunt om. R ~ civitatem TR: civitate P ~ et om. PR 17. et P: om. TR ~ rursus TP: reversum R ~
Alexandria] urbe add. P ~ Aquitanie TR: Equitanie P 18. etiam P: om. TR ~
sacra TP: sacri R ~ beati TR: om. P
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India interiori (que est ultima regio omnium regnorum, ubi monstrata
sunt mirabilia sive portenta) de tantis terrarum spatiis legimus transvecta in Liparitanam insulam, et post multa annorum curricula in Beneventum venerabiliter in ecclesia tumulata.
Sed inceptum opus est summo opere festinandum et satagendum, ne
incredulorum convitia aliqua nobis possint obicere detrimenta. Patet
itaque omnibus ut, sicut ecclesia beati Petri est constructa ubi est sedes
apostolica Romano opere, ita in monte Pedali, ex divino nutu, a venerabili abbate voluit princeps apostolorum similem hedificari. Cum enim
hoc tantis inditiis facile possimus demonstrare, et incredulorum cordibus, velint nolint, credendum est sine dubio nos tam sacra pignora possidere, que a maioribus demonstrata sunt quando reposita sunt in sacro
altari: dexteram scilicet beati Petri apostolorum principis cum sanguine
coagulato beati Pauli doctoris gentium, a quibus principibus Ecclesia
suscepit exordium fidei, nec solum modo ista, sed etiam linguam beati
Marcelli pape in capsella argentea in superficie deaureata ad mensuram
cubitalem, litteris formatis descriptis.
Hec est manus beati Petri apostoli quam a glorioso quondam rege
Desiderio hic repositam legimus ex occasione deterse filii sui <cecitatis> per virtutem apostolicam, de qua pleniter et liquido conscribimus
19. ultima codd.: ultra ima legit Marcora ~ regio fort. secludendum? ~ regnorum TR:
regionum P ~ ubi TP: nisi R ~ monstrata sunt TR: monstra P 20. portenta PR:
portata T ~ transvecta codd.: insueta legit Marcora 21. Liparitanam P: Limparitanam
TR 23. inceptum coniecit Marcora: acceptum codd. 24. convitia T: amentia P:
comertia R ~ obicere TR: abicere P: obivere legit Marcora 27. similem dub. conieci:
similiter codd.: aliam add. Tr fort. recte ~ hedificari P: hedificare TR 28. hoc TR:
om. P ~ et TR: ut P ~ incredulorum TP: in credulorum R 29. velint om. R ~
est P: esse TR ~ nos TR: apud nos P ~ sacra TR: sacrata P 30. sunt TR: om. P
~ sunt in sacro PR: sunt in sacri T: subter in sacrosanto legit Marcora 31. altari
TR: altario P 33. exordium P: ortum TR ~ linguam TR: lingua P 34. capsella conieci: capsa P: capella TR ~ in PR: an T 36. est PR: om. T ~ quam conieci:
que codd.: quem legit Marcora 37. repositam P: reposita TR ~ deterse conieci: detersa TPR ~ cecitatis restitui 38. de qua P: om. TR
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TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM PETRI ET PAULI
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ut, si quis velit scire, in hiis gestis conscriptis absque ulla ambiguitate
possit credere potius quam admirare. Cum enim crediderint nostram
assertionem esse veracissimam, tunc avide et devote currere debent ad
templum apostolicum ibique vota reddenda, commissa deflenda, quatenus possint gratanter remeare ad propria collaudando celicam clementiam et apostolicam magnificentiam ac sacerdotum benefitia, iuxta illud
vaticinium Zacharie: Benedictus Dominus Deus Israel, quia visitavit et fecit
redemptionem plebis sue.
Anno ab incarnatione domini nostri Yhesu Christi DCCLXX,
regnante christianissimo rege Desiderio cum filio suo Aldegisio, qui in
numero regum Lombardorum describitur XXX, nec non residente in
sede apostolica gloriosissimo papa Adriano, qui et ipse in cathalogo
romanorum pontificum describitur LXXXXV, qui summa privilegia
romanis principibus tradidit, in hunc modum translate sunt reliquie
apostolorum. Idem vero prefatus rex, regno potitus Italico, sicut ceteras
urbes ita Ticinum que, alio nomine nuncupata, Papia vocata est – civi-
39. ut PR: et T 40. possit conieci: potest codd. ~ admirare TR: ad ammirari P ~
crediderint PR: crediderit T 41. currere TR: concurrere P 42. vota PT: nota
R ~ quatenus P: quantum TR: posterum coniecit Marcora 43. celicam clementiam et apostolicam magnificentiam TR: celica clementia et apostolica magnificentia P 44. ac om. T 45. Zacharie] prophete dicentem add. T 48. domini nostri
Yhesu Christi T: eiusdem MRA: om. P ~ DCCLXX conieci ex Chronica Gothofredi de Bussero: DCCLXXX Galvaneus Flamma (fort. corruptus) in Chronica maiore fort.
ex Chronica Danielis: DCCC vel idcirca b: VIIcVII annj P 49. regnavit M 50.
Lombardorum MRA: Lumbardorum T: Longobardorum P fort. recte ~ describitur
om. R 51. in sede] et in fide R 52. pontifici A ~ summa PMACS: summam
TR ~ privilegia PACS: privilegii TRMB 53. romanis TRBAC: romani PM ~
hunc modum] hoc modum M ~ translatate M 54. apostolorum PTR: apostolorum Petri et Pauli MACS ~ idem] item ACS ~ prefatus om. T ~ potius M 55.
nuncupata P: nuncupato, nomine TMR: nuncupato ACS: om. B ~ civitatem TP:
civitas RMACS
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tatem opulentissimam quin potius munitissimam – sive maximam
urbem Mediolanum, que Secunda Roma ab antiquis Augustis cognominata est, vendicare conatus est.
Peragransque Liguriam, que ab antelatis Cisalpina Gallia nuncupata
est, devenit ad locum qui appellatur Clavate: qui locus est satis amenus
et omni habilitate precipuus: aere saluberrimus, vineis uberrimus, arboribus nemorosus, aquarum habundantia irriguus, qui et copiam piscium
multitudine omnibus incolis ministrabat. Qui etiam locus infra duorum
iuga montium situs est, quorum unum ab oriente habens montem
Baronem, alterum ab occidente habens montem Pedalem; a meridie
sive ab aquilone lacum, influente fluvio Abdue; a setentrione Magrariam vallem. Ibique rex advenit cum suo exercitu, negotia regni cum
suis comitibus exercens qui predictus rex Desiderius oriundus erat de
predictis comitibus palatinis videlicet de comitibus Inglexii. Cum autem
ibidem aliquantis diebus moram faceret, inito consilio cum suis patritiis
56. opulentissimam PTR: opulentissima MACS ~ quin potius PTM: quando
potius R: om. ACS: et add. TMACS ~ munitissimam PTR: munitissima potitus
MACS ~ sive b: nec non et P 57. maximam urbem PTR: maxima urbs MACS
~ Mediolanum TRMS: Mediolani PAC ~ Secunda Roma Tr e coniectura: cognita
Rome TMRA: cognata Rome PB ~ Augustis PR: Augustus TMACS 58. vendicare PMA: vindicare B: veridicare TR 60. Clavate TA: Clavatis P: Clavate in
Clivate R: Clivatis B: Clevate M ~ est satis b: satis est P fort. recte 61. et om. M ~
aere b: quia erat aere P ~ saluberrimus] solo imberrimus R 62. habundantiam R
~ irriguus TPRB, S p.c.: arginis AC: arigivus M ~ copiam PB: copia TMRA 63.
multitudine fort. expungendum? ~ incolis P: om. B ~ ministrabat TPRS: ministrabant MAC: administrabant B ~ qui etiam locus b: quod etiam iuxta lacum P ~
infra T: inter PMRAB 64. habens] nomen add. P 65. Baronem TPRMA: Varronem C: Barrum S ~ occidentem M 66. ab om. TACS ~ influente TPMR:
influentem S p.c.: inflicte A 67. Magrariam vallem PB: Magatiam vallem A: Magariam vallem RMCS: Magariam nallem T ~ exercitu] regalem locum add. P ~
regni] regi M 68. predictus PMRACS: om. TB ~ Desiderius om. T 69. videlicet
de comitibus Inglexii PMRACS: de Inglesio T ~ cum autem T: cumque P fort.
recte: cum MRACS 70. facerent M
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TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM PETRI ET PAULI
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ut mitteret legatos per totam Italiam ad omnes urbanos ut ab armis
discederent et iura bellantium deponerent, [quod] cum ab appicibus
regia edicta fuissent exempta, timore regio compulsi civilia bella sunt
dirupta ac nova pax vetera dissolvit odia.
Cumque in tanta serenitate pacis eius animus conquiesceret, quadam
die filius eius nomine Aldegisius, speciosus iuvenis valde, causa venandi egressus cum suis sodalibus si fortasse posset capere aliqua venatione
cervum aut ursum vel aprum sive de aliquibus agrestibus animalibus, per
opaca nemora pervenit ad montem Pedalem. Ibique, nimio labore
ardue vie nimium fatigatus, subtus condensas arborum frondes in
umbrosis silvis quiescente calore caumatis insudatus gratia refrigerandi,
ab euro refocillabatur. Elevatisque oculis, procul vidit ingentem aprum
grunientem castaneas sive glandulas silvarum depascentem, quem statim
insequitur cum canibus; aper vero, cum esset mire magnitudinis, fortis
viribus, accutis dentibus, vi existebat in tantum ut, a ferino dente dilaceratis canibus, ad postremum, nimis certamine vexatus, desertas et
abditas peteret regiones. Cumque nimia feritate vagabundus huc illucque discurreret, pervenit in montis cacumen sub excelsioribus montibus, ubi occurrit grata planities.
71. mitteret TPACS: mitterent MR 72. descenderent M ~ quod dub. seclusi: quod
cum TPRAC: qui cum S: que cum B: om. M ~ ab TPACS: om. RMB 73. regia]
regis et ACS ~ edicta TP: dicta MACS: edita R ~ regio P: om. b ~ sunt P: om. b
75. conquiesceret TP: aquiesceret ACS: conquiescetur MR 76. Aldegisius… (r.
170) Aldegisio om. ACS 77. egressus TMR: aggressus P ~ capere b: reperire P ~
aliqua venatione T: aliquam venationem cett. 78. aut TRM: an P ~ vel TRM:
seu P 79. opaca Tr e coniectura: opacta T: opacca P: optacta RM ~ ubique M ~
labore] et add. TRM: ex add. B 80. ardore B ~ vie] mentis R 81. calore b:
calorem P ~ insudatus dub. conieci: insudat b: insudatis P 82. refocillabatur B e
coniectura: refociliabatur cett. 83. depascentem P: om. B ~ quem b: om. P 84. mire
PRB: nimie T: multe M 85. vi PTM: in R: ibi B ~ dilaceratis P: laceratus b 86.
vexatus] noxatus R ~ deseratas M 87. abditus M ~ peteret P: petiit b ~ huc
illucque b: huc et illuc que P 88. cacumen P: cacumine b ~ montibus om. M
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Ea namque tempestate, quidam dei servus nomine Durus, solitariam
eligens habitationem, ibi angelicam erat ducens conversationem ecclesiamque brevissimam in honore beati Petri construens, sacerdotali ibi
officio fungebatur. Aper vero, cum fuge presidium sumeret, aditum
ecclesie patentem invenit: confestim, deposita feritate, decubuit iuxta
altare, quasi commendaturus se apostolo auxilium postulans ab eo.
Tunc Aldegisius invenit eum: in ecclesiam ingressus, avide cupiens
aprum perimere, [cumque] priusquam impetum in aprum committeret,
sensit in se subito factum mirabile. Res mira nec ulterius visa, obcecatis luminibus Aldegisii, tenebras incurrit, fugata ab ipso claritate diei.
Venerabilis vero pater scilicet Durus, viso tanto miraculo, cum ceteris qui advenerant, pro cecitate filii regis preces fudit ad Deum in eodem
oraculo. Idem vero iuvenis, videns se lumine privatum, cepit ampla
dona promittere et magna vota vovere, si ei dominus lumen oculorum
impenderet: ecclesiolam scilicet beati Petri apostoli ampliorem construere, multisque eam opibus ditare et, eiusdem reliquiis allatis, cum
magna veneratione ibi recondere. Talibus itaque votis promissis, divinam misericordiam consecutus, illico lumen recepit. Igitur omnes qui
91. ibi PRB: ubi TM 92. honore] honorando R ~ beati Petri om. B ~ construens P: constituens TMR ~ sacerdotali ibi officio b: sacerdotale ibi officium P 93.
aditum b: ad dictum P 95. commendaturus correxi: commendans coniecit Tr: commendaturum cett. ~ se] de M ~ apostolico M 96. Aldegisius b: rex P ~ avide] inde
M 97. cumque recte seclusit Tr 98. mira] mite M ~ nec] ne M 99. obcecatis]
oculis vel add. TR: vel add. M ~ Aldegisii b (Aldegisii et M): regis P: an Aldegisius corrigendum? ~ dei M 100. vero] nostro M ~ pater scilicet b: prefatus P 101.
advenerant TR: adinvenerant P: advenerint M ~ filii b: om. P ~ Deum PM:
dominum cett. 102. idem vero iuvenis b: vero rex P 103. dominum M 104.
ecclesiolam scilicet TR: ecclesiolamque PB: ecclesiam M 105. multisque eam b
(multis etiam B): multis P ~ opibus] donis B ~ dittaret M ~ et eiusdem TM: et ex
eiusdem R: ex eisdemque P ~ allatis correxi: alatis TR: ablatis M: ibi oblatis B:
alaturum P ~ cum b: et cum P 106. recondere] promisit add. T 107. divinam
misericordiam b: divina misericordia P ~ recepit PMR: recipit T
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TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM PETRI ET PAULI
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aderant gratias referebant Deo, qui mirabiliter cuncta disponit ab evo.
Prefatus vero Aldegisius, gratulabondus quod tantam virtutem Dei in se
cerneret, facta benedictione, hominis Dei auctoritate letus ad regiam
revertitur aulam. Nuntiat patri que advenerant inter opaca nemora,
quomodo sunt ei lumina oculorum reddita virtute apostolica. Miratus
rex de hiis omnibus que audierat, consulto senatu Romam adire <statuit et aliquas> ex sacris reliquiis apostolicis afferre, quatenus posset
votum filii perficere.
Ea namque tempestate Karolus Magnus, rex Galliarum, Pipini filius,
Cesar creatus est a beato papa Adriano; qui, insigniis diadematis susceptis, Augustorum adeptus est dignitatem, qui etiam ab Augusto LXXX
in numero Augustorum imperator romanorum acclamatus est. Quod
cum rex Desiderius certissime agnovisset, collegit omnem exercitum
Italie qui suo imperio subiacebat ut iret ei obviam, temptans bella committere cum eo. Venerabilis vero papa Adrianus confestim eo pervenit,
et inter utrosque pacem disposuit in tantum ut ipse rex Desiderius
absque ulla contradictione regeret Liguriam, Emiliam, Venetiam, Alpis-
108. disposuit M ~ ab evo P: om. b 109. prefatus vero Aldegisius b: rex vere P ~
Dei PM: divinam TR 110. in se cerneret R: incerneret P: in se teneret M: ante
-eret non legitur in T: in eum ostensa B e coniectura ~ facta beneditione TM: factam
benedictionem P: sancta benedictione R ~ auctoritate b: aucta P 111. nuntiat P:
nuntiantur TMB: nuntiatur R ~ que advenerant PM: quo advenerat R: non legitur in T ~ opaca correxi: opacta TM: opacca P: optacta R 112. reddita P: restituta b fort. recte ~ miratus TP: miratur MR 113. rex TP: pater MR 114. statuit et
aliquas supplevi: iussit supplevit Tr ~ sacris reliquiis] satis aliquiis R ~ offerre R ~
posset PM: possit TR 117. Adriano om. M ~ qui om. P ~ insigniis diadematis susceptis correxi: insignia diadematis suscepte T: insigne diademate suscepte P: insignie
diadematis suscepto MR: insignia diadematis suscepta B 118. dignitatem] dignitate M ~ qui b: quod P ~ LXXX] XLLL T 119. Augustorum] adeptus est dignitatem et add. B ~ acclamatus P: clamatus TR: vocatus M 121. ut b: non legitur in
P: et Cinquini ~ bella b: bellaque P 122. committere b: commiteret P ~ eo Tr e
coniectura: ei cett. ~ praevenit B 123. Desiderius om. M
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TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM PETRI ET PAULI
cotiam, Retiam, Tusciam, Sampnitam et reliquas provintias Italie,
Karolo vero imperio tenente Apuliam, Calabriam, Siciliam, Sardeniam
nec non Sueviam, Burgundiam, Germaniam et totam Galliam omnemque Hispaniam; in tantum ut ipse rex Desiderius sororem suam, Theodoram nomine, Karolo in coniugium traderet anectendam.
Pace itaque composita et affinitate coniuncta inter Augustum et Flavium (quia, sicut imperatores romani a diebus Cesaris Augusti Cesares
Augusti appellantur, ita Lombardorum reges a diebus Flavii sunt Flavii
nuncupati), tunc inter cetera colloquia rex Desiderius venerabili pape
Adriano poposcit reliquias apostolorum Petri et Pauli, ut votum filii
perficeret. Cui venerabilis papa, secretarium beati Petri ingressus, afferens capsam argenteam deauratam in qua continebatur dextera beati
Petri apostoli cum sanguine coagulato beati Pauli in modum lactis permixti, sicut a corpore profluxit quando decollatus fuit (testante beato
Ambrosio in suis opusculis quod doctrinam Pauli ecclesia, velut lactis
dulcedinem, suaviter suxit, iuxta illud lac vobis potum dedi non escam, et
ob hoc congruum fuit ipsius sanguinem in similitudinem lactis apparere) linguam etiam beati Marcelli pape cum eisdem reliquiis similiter tra-
125. Alpiscotiam B, Tr e coniectura: Alpes Coriam TPMR ~ Retiam] tetiam M ~
Sampnitam TM: et Sampnitam P: alia RB ~ reliquis provintiis M 126. vero PTM:
suo R: autem B ~ imperio TMR: imperium P: imperatore B ~ tenens P p.c. ~
Apuliam b: cum Ampulia P 127. nec non om. RB 128. Theodoram P et Galvaneus Flamma in Chronica maiore: Theodosiam b 129. nomine om. TM ~ coniugium
P: coniugem b ~ traderet PR: tradidit TM ~ anectendam] antetenente M 130.
coniuncta affinitate M 131. Augusti] et add. P ~ Caesares] et add. b praeter B 132.
appellant R ~ Lombardorum b: Longobardorum P ~ sunt Flavii om. M, P a.c. 133.
sunt Flavii nuncupati TR: nuncupati sunt Flavii P p.c. in marg. 134. poposcit] proposuit M 135. perficeret b: possit perficere P ~ cui TRM: cum P ~ secretarium
T: sacrarium P fort. recte: sacratarium R: sacratatium M 137. lacti T 139. quod
conieci: qui b: non legitur in P ~ doctrina M ~ velut] voluit M 140. dulcedinem P:
dulcedine b ~ iuxta b: non legitur in P ~ lac] hac M 141. ob] ab R ~ sanguinem
Tr e coniectura: sanguis TP: sanguinis RMB: esse add. TR ~ similitudinem TP:
similitudine MR ~ apparere P: et propterea b 142. etiam TPR: et B: om. M
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TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM PETRI ET PAULI
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didit sicut ipse recondidit. Quas cum gaudio rex Desiderius suscipiens,
sub sigillo sui scrinei collocavit, honorato etiam apostolico Adriano
multis muneribus prolatis, vasibus aureis et argenteis, nec non et multis
vestibus purpureis, cum suo exercitu in suas remeans urbes.
Demum post aliquos dies, nec diu moram faciens, pretiosissimas margaritas secum deferens rediit in Clavatensem locum; ascendens itaque
cum suo filio in montem Pedalem repperit hominem Dei Durum
nomine, et habito consilio cum eo quomodo vel qualiter ecclesiam beati Petri apostoli posset construere, arrepto itaque sarculo ad fondamenta basilice construenda terram cepit effodere, quam duodecim cophinis
suis humeris asportavit in honore XII apostolorum, exempla sumens a
maximo Constantino, venerabili Augusto. Depositis etiam archimagistris cum latomiis et cementariis operum et omnibus impensis que ad
usum ipsius basilice pertinebant, donec fabrica tota compleretur revertens ad palatium Ticini, donec tempus instaret dedicationis eius ibique
permansit. Perfecto itaque opere, convocans rex Desiderius omnes episcopos orthodosos cum venerabili Thoma archiepiscopo (qui eo tem-
143. ipse P: ipsi MR ~ recondidit PR, M p.c.: tradidit M a.c. ~ sicut ipse recondidit om. T 144. scripnei codd.: sempiterni legit Marcora ~ collocavit] et add. M ~
honoratus b ~ etiam] ab add. TB 145. prolatis] an add. T: in add. MB: ante add.
R ~ et om. P fort. recte 146. remeans] romanas M ~ urbs M 147. demum P:
domum ~ post] per T ~ aliquas M
148. Clavatensem locum b: locum
Clavatensem P 149. filio suo M 150. nomine Durum M ~ ecclesiam PB: ecclesia b (praeter B) 151. posset b: possit P ~ construere] continere R ~ arrepto P:
accepto b ~ itaque P: quoque b 152. construenda P: construende b ~ effodere
TPR: fodere B: effondere M ~ cofinis PRB: confinis TM 153. asportavit b:
asportant P ~ hono-re TP: honorem MR: videlicet add. P fort. recte
154.
archimagistris PR: archimigeriis MB fort. recte: archimergis T 155. latomiis P: lateronis TRB: loteronis M ~ cementariis] romentariis M ~ omnibus impensis b:
omnes impensas P 156. fabricata M ~ tota om. T ~ compleretur] tunc add. M
157. Ticini P: om. b ~ tempus instaret b: instaret tempus P fort. recte 158. perfecto itaque TPB: perfectoque itaque R: perfectoque ita M
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TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM PETRI ET PAULI
pore intronizatus erat in ecclesia Mediolanense) deduxit secum in montem Pedalem, et consecraverunt ecclesiam apostolicam impositis in
sacro altari iisdem reliquiis apostolicis Petri et Pauli in nativitate eorundem, que est III kalendas Iulii ad laudem et gloriam domini nostri Yhesu Christi. Rex vero Desiderius eandem ecclesiam multis opibus ditavit, in tantum ut Clavatensem locum regalem ei traderet cum omnibus
famulis et famulabus, et multa alia loca que ad eum pertinebant. Consignatisque donis magnoque monasterio constructo, Duro abbate constituto, [et sic] discessit ad propria; episcopi vero qui venerant ad basilicam consecrandam unusquisque in suam regionem decesserunt. Rex
vero Desiderius, cum filio suo Aldegisio, regnavit per annos XXX pie
et benigne et sic decessit de seculo, premia laborum suorum recipiens.
Regnavitque Bernardus filius eius pro eo; de isto Bernardo descenderunt comes Guido, comes Atto, comes Berengarius, comes Ugo,
comes Fulchus et comes Facius. Qui predicti comites omnes fuerunt de
stirpe paternali comitum Inglexii; qui predictis comites fuerunt omnes
confirmati per apostolicos sancte romane Ecclesie in omnibus rationibus spiritualibus, et etiam per sacratissimos imperatores obedientes sancte romane ecclesie in temporalibus in regno Ytalie. Qui omnes predic-
160. Mediolanense PMRB: Mediolani T ~ deduxit b: deducens P 163. III om.
R 164. Christi] et cetera add. T 165. Clevatem M 166. famulabus PTB: familiabus R: famuliabus M 167. donis b : thomis P ~ abatem R 168. et sic seclusi
169. regionem om. M ~ decesserunt P: decessit b 170. annos (annosque H) XXX
b: triginta annos P fort. recte 171. sic om. R ~ de TPRH: et MAC: e S ~ premia]
prima M: in presentia H ~ suorum] receptis add. H 172. regnavit ACSH ~ eius
filius M ~ eius om. P: nomine add. H ~ isto] dicto add. P ~ descendet R 173.
Atto P: Otto b ~ Berengarius T: Berengerius PR: Belunginus M: Bilmgerius A:
Bilingerius C: Belingerius S 174. Fulchus b (Falchus ACS): Fuchus P ~ Fatius]
Statius ACS 173-74. comes Guido… Facius] issti comites, videlicet Guido, Otto,
Berengarius, Hugo, Fulcus et Fatius T 175. qui predictis comites fuerunt omnes
confirmati P: et confirmati fuerunt b 176. sancte romane ecclesie] sancta romana
ecclesia C ~ rationibus] et onoribus H 178-180. in temporalibus… iuribus P: in
omnibus suis iuribus temporalibus b
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TRANSLATIO RELIQUIARUM APOSTOLORUM PETRI ET PAULI
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ti cuncti comites Inglexii confirmati fuerunt in temporalibus in omnibus suis iuribus a dicto imperatore Karolo Magno. Karolus vero
Magnus, imperator, in omni dispositione imperii strenuus, totam Europam suo imperio subiugavit et, quod optimum est, multa milia gentium
ad gratiam baptismatis perduxit. Regnavitque potentissime et piissime
per annos XLV; moritur Aquisgrane in palatio pro terreno commutato
celico regno. Regnaveruntque pro eo filii eius: Karolus, Pipinus, Lotharius et Lodovicus. Durus vero abbas, de quo supra diximus, multis diebus monasterium Clavatense rexit pacifice et honeste; deposito et ipse
onere carnis, transivit ex hoc seculo, amenitate percepta a domino. Acta
autem sunt hec in monte Pedale ad honorem et gloriam domini nostri
Yhesu Christi, qui cum Patre et Spiritu sancto vivit et regnat in secula
seculorum. Amen.
180. a dicto imperatore Karolo P: et etiam a dicto Karolo b (etiam om. MACS)
181. in P: om. b ~ totam ACSH: totamque cett. 182. quod b: om. P 184. Aquisgrane] Aquisgrani in Alamania ACS ~ in om. M ~ pro terreno] proterno ACH:
pretorio S ~ commutato] contanto MS: cum tanto AC: quondam meo H 185.
celito AC 184-185. Aquisgrane… regno om. B 185. filii b: filius P ~ Karolus
TPR: Karoli MHS: om. AC 185-186. Regnaveruntque… Lodovicus post secula
seculorum amen transtulit T 186. quo supra] quos R ~ diximus supra ACS 187.
Clavatensem ACS ~ regit R 188. honore MHS ~ carnis] Durus ACSH 189.
monte Pedale correxi: montem Pedalem codd. 190-191. cum… amen] regnat et
cetera P 190-191. cum Patre et Spiritu sancto vivit et regnat T: vivit et regnat
cum Patre et filio et sancto spiritu in unitate perfecta M: vivit et regnat cum Patre
et sancto Spiritu in unitate perfecta ACSH 190. in] per omnia MACSH 190191. in secula seculorum amen] cetera R
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