Settembre 2012

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Settembre 2012
Dolo, Settembre 2012
INFORMA DP
www.ulss13mirano.ven.it
ATTENTI A QUELLE DUE …
SORVEGLIANZA
DELLE
FEBBRI ESTIVE
In questo numero, torniamo a parlare delle Febbri estive, argomento già ampiamente trattato
nel novembre 2009 e nell’agosto 2010. Su questi argomento sono coinvolte due fastidiosissime
conoscenze: la zanzara tigre e quella comune.
I casi di febbre Chikungunya che si sono manifestati anche nel VeZ. “tigre” neto dopo l’episodio epidemico dell’estate 2007 in Emilia Romagna
(più di 200 casi), hanno confermato il pericolo derivante dalla presenza della zanzare tigre (Aedes Albopictus) vettore competente
per la trasmissione di alcuni virus, anche al di fuori delle aree endemiche tropicali e di alcune parassitosi (Filariosi). Non è dunque
del tutto ingiustificata l’attenzione rivolta a questo insetto da parte della sanità pubblica, tenuto conto che la zanzara tigre può trasmettere agenti patogeni importanti come quello della Dengue con
Aedes Albopictus le sue varianti emorragiche.
Non bisogna inoltre sottovalutare il ruolo della zanzara comune
(genere: Culex) responsabile della trasmissione del virus della Febbre del Nilo Occidentale (vedi Informa DP del novembre 2009) che
può accidentalmente essere trasmesso all’uomo e ai mammiferi con
le punture di zanzara infettata da altri animali che fungono da serbatoio (prevalentemente uccelli) come si è verificato nel 2008 in
Emilia Romagna e nella provincia di Rovigo.
Z. “comune”
Nel corso del 2012, ad oggi, sono stati confermati due casi di malat- Culex pipiens
tia West Nile in persone residenti nell’ Aulss 13, anche se l’infezione
è stata contratta nella zona del Veneto Orientale dove gli interessati si sono recati per lavoro o
per ferie.
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Eventuali
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comunicati
possono essere
inviati
via e-mail
All’interno...
Dunque, senza dimenticare il rischio derivante dalla presenza di altre zanzare trasportate con i
viaggio aerei o con le merci e che possono facilmente ambientarsi in Italia, la zanzara tigre e la
zanzara comune sono le due specie di importanza sanitaria attualmente radicate nel nostro territorio.
Le attività di controllo della loro presenza non sono sufficienti se svolte solo sul suolo pubblico
(disinfestazione da parte dei Comuni) ma necessitano della partecipazione e del coinvolgimento di
tutti i cittadini perché, come hanno ben scritto i nostri colleghi di Rovigo …
LE ZANZARE NON HANNO CONFINI, PER FERMARLE SERVE L’AIUTO DI TUTTI!
Per ulteriori informazioni:
Linee Guida per il controllo dei Culicidi in Italia :
http://www.iss.it/publ/rapp/cont.php?id=2285&lang=1&tipo=5
Documenti Regionali il controllo delle Febbri estive e per la lotta alle zanzare:
http://www.regione.veneto.it/Servizi+alla+Persona/Sanita/Prevenzione/Malattie+Infettive/
West+Nile.htm
Zanzare e malattie
pag 13 Progetto Vitamina D 2012-2013
pag 14 : NEWS
[email protected]
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Protocollo di sorveglianza delle febbri trasmesse
(Chikungunya, Dengue, West Nile)
Dal 1° agosto 2010 è attivo il Protocollo Regionale per la sorveglianza delle febbri estive che
integra il protocollo relativo alla sorveglianza e
lotta ai vettori di malattie infettive emergenti
come Chikungunya, Dengue e West Nile.
Per tale tipo di patologie i vettori coinvolti sono le zanzare appartenenti al genere Aedes e Culex a cui appartengono specie ubiquitarie nel nostro territorio.
Lo scopo del protocollo è di favorire l’identificazione precoce del maggior numero di casi delle
tre malattie, facilitando in tal modo la presa in
carico clinica dei pazienti e la sorveglianza epidemiologica; permette inoltre di intraprendere
tempestivamente le necessarie misure di disinfestazione ove fosse necessario, in sinergia con la
sorveglianza entomologica e veterinaria, descritta in Protocolli a parte.
Per quanto riguarda la Febbre del Nilo Occidentale (WND) ad oggi, la sorveglianza entomologica
nel territorio dell’AULSS n. 13 - sito di Campagna
Lupia - non ha dato esito positivo per la presenza
di virus nelle zanzare campionate; anche le attività
di sorveglianza svolta dai Servizi Veterinari sui
cavalli non hanno dato esito positivo (41 equidi
testati nel 2012). Tuttavia, essendo questo territorio a rischio di circolazione virale, la situazione è
in evoluzione e va attentamente monitorata. Mentre le verifiche di efficacia dei trattamenti svolti dalle ditte incaricate hanno evidenziato valori di positività contenuti intorno al 15%, i controlli effettuati
al di fuori delle zone oggetto degli interventi di disinfestazione di routine, hanno mostrato una positività intorno al 36% dei siti campionati. Un altro
dato importante riguarda le positività nei Cimiteri,
dove sono presenti numerose micro raccolte di
acqua in cui proliferano larve di zanzara, in particolare nei sottovasi e nei vasi di fiori freschi (nel
50% dei casi). Questi dati inducono a ritenere che
quanto finora effettuato non sia sufficiente a contenere il problema e che bisogna rivedere le strategie adottate, come ad esempio intensificare i
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monitoraggi, allargare le aree di intervento, trattare efficacemente i siti più a rischio individuati dal
monitoraggio stesso.
Nell’ambito del Protocollo regionale, soggetto a
periodiche revisioni, sono previsti anche interventi
di disinfestazione urgente sia di fronte a casi
accertati di presenza virale nelle zanzare sia, a
maggior ragione, di fronte a casi autoctoni accertati di malattia nell’uomo.
Per quanto riguarda la Febbre West-Nile
(trasmessa da zanzare del genere Culex) è indicata anche la sorveglianza attiva nei confronti
dei soggetti stabilmente presenti presso le scuderie interessate da casi di infezione nei cavalli.
Per la lotta preventiva dei vettori è fondamentale mantenere elevati i livelli di monitoraggio e di
disinfestazione sul territorio pubblico e la collaborazione della cittadinanza in quanto il trattamento sugli spazi pubblici risulta vanificato dalla
assenza di interventi nelle aree private
(eliminare piccole raccolte d’acqua, effettuare
trattamenti larvicidi presso la propria abitazione
e, se necessario, interventi adulticidi ripetuti).
Per quanto riguarda la zanzara comune è, inoltre, fondamentale la regolare manutenzione degli specchi d’acqua stagnante e dei fossati, lungo
le strade e nelle aree private, mediante sfalcio e
pulizia da erbe e sostanza organica, la cui presenza favorisce lo sviluppo delle larve di zanzara
e la bonifica dei siti dove le zanzare svernano.
Tutte le informazioni necessarie all’avvio della
sorveglianza e alle azioni da intraprendere in caso di positività sono state già trasmesse alle Amministrazioni dei 17 comuni del territorio e ai
Distretti socio sanitari per una adeguata divulgazione ai medici di famiglia (Infatti la sorveglianza
passiva indica una sorveglianza che si basa sui
casi di pazienti che si presentano spontaneamente dal proprio medico o presso un presidio sanitario).
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Un aspetto importante, in presenza di un possibile caso, è distinguere tra un caso autoctono e un
caso di importazione: sono sempre più frequenti
infatti le persone che si recano all’estero o in
aree endemiche che possono rientrare presentando sintomi quali la febbre. In tali situazioni è
fondamentale una accurata anamnesi per escludere cause quali la malaria o la febbre gialla
oppure cause ovvie come faringo-tonsilliti, infezioni respiratorie o urinarie. Nello stesso tempo
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è necessario acquisire tutte le informazioni utili
a conoscere gli spostamenti del paziente per circoscrivere una possibile fonte di infezione.
Il personale del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica è a disposizione per informazioni sulla gestione del flusso informativo e per organizzare, in
accordo con l’Autorità sanitaria locale (il Sindaco) gli interventi di bonifica ambientale ritenuti
più adeguati.
Schema del flusso informativo di base per la sorveglianza dei casi umani di WND, 2012
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FEBBRE CHIKUNGUNYA (Z. Tigre)
La Chikungunya è una malattia caratterizzata da
febbre acuta e trasmessa da uomo a uomo attraverso la puntura di zanzare infette.
La prima epidemia nota è stata descritta nel
1952 in Tanzania, anche se già nel 1779 era stata descritta un’epidemia in Indonesia forse attribuibile allo stesso agente virale. A partire dagli anni Cinquanta, varie epidemie di Chikungunya si sono verificate in Asia e in Africa.
In Europa nell'agosto 2007 sono stati notificati i
primi casi autoctoni in Emilia Romagna (oltre
200 casi).
Sintomi e quadro clinico
Dopo un periodo di incubazione di 3-12 giorni, si
manifesta una sintomatologia simil-influenzale
che include febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto importanti artralgie (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa "ciò che curva" o "contorce"), tali da limitare molto i movimenti dei pazienti che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili e assumere posizioni
antalgiche.
Si può sviluppare anche un esantema maculopapulare pruriginoso. Il tutto si risolve spontaneamente, in
genere in pochi giorni, ma i dolori articolari possono persistere anche per mesi. Le complicanze più gravi sono rare e possono essere di natura emorragica (ma non in modo così grave come nella -> Dengue)
entro 3-5 giorni, o neurologica, soprattutto nei bambini. In rarissimi casi la Chikungunya può essere fatale, più che altro in soggetti anziani con sottostanti patologie di base.
Vettori e agente responsabile
Il virus responsabile della Chikungunya appartiene alla famiglia delle Togaviridae, del genere degli Alphavirus. È trasmesso dalle zanzare del genere Aedes, come Aedes aegypti e dalla Aedes albopictus,
comunemente chiamata zanzara tigre, che è anche presente nei centri abitati del nostro paese.
Prevenzione
Poiché non esistono né vaccini né medicine specifiche contro questa malattia, è importante proteggersi
dalle punture delle zanzare. Seguire le precauzioni generali per difendersi dalle punture delle zanzare
(vedi pag. 9) è utile per tutti, anche per i viaggiatori che intendano recarsi in zone tropicali.
Cosa fare in caso di sospetto contagio
In caso di febbre di qualsiasi natura, soprattutto se accompagnata da dolori articolari, in periodo estivo
o di ritorno da un viaggio in un paese tropicale, si raccomanda di:
- farsi visitare dal proprio medico,
- limitare il più possibile il rischio di essere punti nuovamente in modo da prevenire il contagio di altre
persone.
Casi importanti di febbre Chikungunya e Dengue in Italia
Anno 2009
Anno 2010
Anno 2011
Anno 2012 (solo Veneto)
Chikungunya
Dengue
Chikungunya
Dengue
Chikungunya
Dengue
Chikungunya
Dengue
2
13
7
51
2
47
1
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FEBBRE DENGUE (Z. Tigre)
Malattia di origine virale, la Dengue è causata
da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2,
Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani
dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi
contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo
e trasmetterlo ad altri.
La Dengue è conosciuta da oltre due secoli, ed è
particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India,
Medioriente, America latina e centrale, Australia e
diverse zone del Pacifico.
Negli ultimi decenni, la diffusione della Dengue è
aumentata in molte regioni tropicali. Nei paesi dell’emisfero nord, in particolare in Europa, costituisce un pericolo in un’ottica di salute globale, dato
che si manifesta soprattutto come malattia di importazione, il cui incremento è dovuto all’aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone.
uso di farmaci per abbassare la febbre e somministrazione di liquidi al malato per combattere la
disidratazione. In qualche caso, stanchezza e depressione possono permanere anche per alcune
settimane.
In alcuni casi la malattia può svilupparsi sotto forma di febbre emorragica con emorragie gravi da
diverse parti del corpo che possono causare veri e
propri collassi e, in casi rari, risultare fatali.
Vettori e agente responsabile
I virus responsabili della Dengue appartengono alla
famiglia dei Flaviviridae, genere dei Flavivirus
(come ad esempio quello della Febbre gialla, della
Encefalite giapponese e della ->Febbre del Nilo Occidentale).
Nell’emisfero occidentale il vettore principale è la
zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati
casi trasmessi da Aedes albopictus comunemente
chiamata zanzara tigre, che è presente nei centri
abitati del nostro paese.
Sintomi e quadro clinico
Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che
possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi
tipici sono spesso assenti nei bambini.
Nella maggior parte dei casi le persone guariscono
completamente in due settimane. Le cure di supPrevenzione: vedi Chikungunya.
porto alla guarigione consistono in riposo assoluto,
Distribuzione dei casi di malattia neuro-invasva da West Nile in Italia (casi non importati - Agg. 27/9/12)
Regione
2008
2009
2010
2011
Emilia Romagna
3
9
1
0
Friuli Venezia-Giulia
0
0
0
2
2
4
Veneto
5
7
3
8
18
41
Lombardia
0
2
0
0
Sardegna
0
0
0
4
2
6
Totale
8
18
4
14
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Totale
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FEBBRE del NILO OCCIDENTALE (West Nile Fever - Z. comune)
La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda da una donna con febbre, appunto
nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e
America.
Sintomi e quadro clinico
Il periodo di incubazione dal momento della
puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14
giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei
soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.
La maggior parte delle persone infette non
mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici,
circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre,
mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche
settimana e possono variare molto a seconda
dell’età della persona.
Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari.
Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.
I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150) e comprendono
febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma.
Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti.
Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.
Vettori responsabili della trasmissione
I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono
il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono
trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si
trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette.
Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.
La trasmissione diretta tra animale domestico infetto e uomo, non è possibile.
Prevenzione
Attualmente non esistono vaccini per l’uomo anche se ve
ne sono alcuni allo studio, (mentre da giugno 2009 è disponibile in commercio in Italia un vaccino spento per
equidi).
La prevenzione risulta la migliore arma contro questa
malattia: è importante proteggersi dalle punture delle
zanzare. Seguire le precauzioni generali per difendersi
dalle punture delle zanzare (vedi pag. 10) è utile per
tutti.
Sorveglianza
Il sistema di allerta prevede diverse attività finalizzate
a individuare precocemente l’eventuale circolazione
virale:
- Sorveglianza sulle cause di mortalità degli uccelli
selvatici;
- Monitoraggio nei cavalli;
- Sorveglianza entomologica, mediante l’utilizzo di
trappole
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Protocolli di Intervento proposti in presenza di “casi autoctoni”
Gli interventi descritti dai protocolli operativi nazionali e regionali, hanno lo scopo di isolare e circoscrivere l’area
dove si sono verificati uno o più casi di arbovirosi, in assenza di qualsiasi verosimile contagio avvenuto all’esterno
del paese (ad esempio dopo un viaggio in zone endemiche).
L’obiettivo degli interventi è isolare i casi (soprattutto per Dengue e Chikungunya) e di ridurre drasticamente e
rapidamente la densità dell’insetto vettore (le zanzare). L’intervento di controllo del vettore in caso di emergenza si basa sostanzialmente su due attività, distinte ma contemporanee:
− la disinfestazione dell’area incriminata con insetticidi, con interventi sia adulticidi che larvicidi, sia sul suolo
pubblico che nelle proprietà private;
− la ricerca e l’eliminazione dei focolai larvali peridomestici con ispezioni “porta a porta” delle abitazioni comprese nella zona segnalata. A completamento dell’intervento straordinario, vanno comunque proseguite e potenziate le attività di routine, quali la formazione/informazione della cittadinanza attraverso i media e i sopralluoghi
d’ispezione sul suolo pubblico.
Gli interventi da attuare variano a seconda che ci troviamo di fronte ad una caso di arbovirosi trasmesso da zanzara tigre (Aedes albopictus) o ad una caso trasmesso da zanzara comune (Culex pipiens).
A seguito della notifica di malattia sospetta o accertata gli interventi coinvolgono L’istituto Zooprofilattico, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dell’AULSS e i Sindaci dei comuni interessati che, in base alle rispettive competenze delimitano l’area di intervento, eseguono una mappatura e indicano le azioni da intraprendere e i tempi
necessari, avendo cura di continuare le attività di routine sul territorio.
E’ fondamentale per i cittadini evitare le punture di zanzara adottando le norme comportamentali indicate a pagina 10.
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Protocolli di Intervento proposti in presenza di “casi autoctoni” *
Febbri da Arbovirosi trasmesse da Zanzara tigre (Aedes Albopictus)
Caratteristica epidemiologica delle febbri da arbovirus trasmesse all’uomo da Ae. Albopictus è la rapidità con cui si
diffondono. Pertanto le azioni volte ad isolare e circoscrivere un nuovo focolaio devono essere molto rapide.
Lo schema di azione è a “cerchi concentrici” iniziando dal sito dove si è manifestato il primo caso (es. singola abitazione, palazzina, casa a schiera) trattando un’area entro un raggio di almeno 200 metri, estendibile di altri 100
metri qualora si verifichino altri casi all’interno della prima area e così via in presenza di ulteriori casi.
Se il focolaio si manifesta in aree fortemente urbanizzate (palazzi con molti piani, appartamenti in condomini) o
comunque agglomerati di più fabbricati con alta densità abitativa, l’area da trattare e le relative modalità di trattamento vanno stabilite di volta in volta, dopo accurata ispezione del territorio, possibilmente utilizzando confini quali
un corso d’acqua, una zona incolta, un parco pubblico, una tangenziale, una strada a grande percorrenza, ecc.).
L’intervento deve essere porta a porta per non tralasciare alcun possibile focolaio di sviluppo larvale con particolare attenzione a tombini e caditoie per lo smaltimento delle acque superficiali e le piccole raccolte come i sottovasi (a pagina 11 sono riportati i focolai di sviluppo larvale più comuni).
In sintesi:
Interventi larvicidi: tombini e caditoie porta a porta (se necessario far emettere ordinanza da parte del Sindaco)
Periodicità: una volta alla settimana per tre settimane consecutive. in caso di pioggia ripetere il trattamento prima possibile.
Area da trattare: raggio di 200 metri dal caso, estendibile di altri 100 metri qualora si verifichino altri casi all’interno della prima area e così
via in presenza di ulteriori casi.
Interventi adulticidi:
A) Trattamenti spaziali abbattenti: da effettuarsi al mattino presto e la tramonto con prodotti a base di piretroidi, interessando tutta
l’area individuata e procedendo per cerchi concentrici partendo dal perimetro più interno.
Periodicità: per tre giorni consecutivi nella prima settimana; poi due volte alla settimana per le altre due settimane; può essere continuato
una volta alla settimana per la durata del periodo di allarme in base ai dati del monitoraggio.
Area da trattare: raggio di 200 metri dal caso, estendibile di altri 100 metri qualora si verifichino altri casi all’interno della prima area e così
via.
B) Trattamenti della vegetazione bassa
Trattandosi di specie prevalentemente esofila (Ae. albopictus digerisce il pasto di sangue all’aperto), il trattamento dei siti di riposo con
insetticidi ad azione residua ricopre un ruolo importante. Questi trattamenti vanno effettuati sul verde presente lungo le strade dell’area
interessata, nei due sensi di marcia (siepi, piante arbustive, alberi bassi, cespugli, erba alta), fino ad una altezza di 3 metri.
I prodotti da impiegare sono piretroidi di seconda e terza generazione, dotati di buona attività residuale.
Febbre West Nile trasmessa da Zanzara comune (Culex pipiens)
Le infezioni da Virus West Nile vede coinvolti oltre all’uomo, animali domestici e uccelli selvatici. Le manifestazioni
sono pertanto diversificate e rende difficoltosa la pianificazione delle attività di intervento in fase di emergenza. Lo
schema di azione a “cerchi concentrici”, indicata per la lotta alle zanzare Aedes, può esser attuata in fase iniziale
solo per aree urbane o fortemente antropizzate. Tuttavia, fin dall’inizio, la mappatura dei possibili focolai di sviluppo deve considerare un’area ben più ampia, fino a due tre chilometri di distanza dal caso, in considerazione del
raggio d’azione degli adulti di Culex (vedere pagina 9)
L’intervento deve prendere in considerazione tutti i focolai di sviluppo larvale più comuni riportati a pagina 11.
In sintesi:
Interventi larvicidi: canalette, fossati, stagni, abbeveratoi, pozze temporanee e ristagni d’acqua, tombini e caditoie, vasche di raccolte
d’acqua anche interrate, pozzi poco utilizzati
Periodicità: una volta alla settimana per tre settimane consecutive. in caso di pioggia ripetere il trattamento prima possibile.
Area da trattare: iniziale raggio di 200 metri dal caso, estendibile a 2-3 km in relazione alla mappatura dei focolai e all’estensione della
epidemia (attenzione : possono essere coinvolti più comuni)
Interventi adulticidi:
A) Trattamenti spaziali abbattenti: da effettuarsi durante le ore notturne con prodotti a base di piretroidi, interessando tutta l’area individuata dalla fase di mappatura
Periodicità: per tre giorni consecutivi nella prima settimana; poi due volte alla settimana per le altre due settimane; può essere continuato
una volta alla settimana per la durata del periodo di allarme in base ai dati del monitoraggio.
Area da trattare: iniziale raggio di 200 metri dal caso, estendibile a 2-3 km in relazione alla mappatura dei focolai e all’estensione della
epidemia (attenzione : possono essere coinvolti più comuni)
B) Trattamenti murali di interni e semi-interni:
In area rurale vanno trattati con piretroidi ad azione residua tutti gli spazi accessibili alle zanzare: stalle, box e ricoveri animali, pollai, depositi attrezzi e magazzini agricoli, fienili, garage. Per quanto riguarda le abitazioni vanno trattati tutti gli spazi semichiusi: verande, porticati,
terrazze, androni, sottoscala, seminterrati, cantine, lunghi ballatoi.
In area urbana i trattamenti nelle abitazioni vanno effettuati solo dopo accurata ispezione in loco
Periodicità: Due cicli di trattamento a distanza di 10 giorni l’uno dall’altro. In presenza di nuovi casi, si potrà ricorrere ad ulteriori trattamenti.
Area da trattare: iniziale raggio di 200 metri dal caso, estendibile in base alla mappatura.
*(da Linee guida per il controllo dei culicidi potenziali vettori di arbovirus in Italia - Rapporti Istisan 09/11 e
Protocollo di emergenza per la sorveglianza e la lotta al vettore della Regione Veneto, luglio 2010)
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Difendiamoci dalle zanzare 1
La collaborazione di tutti i cittadini è fondamentale per ridurre lo sviluppo delle zanzare. Nonostante l’impegno
annuale degli enti comunali nelle attività di disinfestazione è fondamentale che ognuno adotti alcune semplici
precauzioni per impedire la riproduzione delle zanzare e per evitare le loro punture.
Per fare questo è importante conoscere con chi abbiamo a che fare, le sue abitudini e i suoi punti deboli, ora
più che mai, considerato il pericolo di possibili malattie che possono essere trasmesse da questi insetti.
Z. “comune”
Z. “tigre”
Culex pipiens
Aedes Albopictus
- genere: Aedes
- specie: Albopictus
- origine: sud-est asiatico
- segni particolari: colore scuro, striature bianche
sulle zampe e fascia bianca sul dorso; volo
rapido, irregolare non superiore a due metri da
terra, difficile da intercettare anche da parte degli
uccelli
- diffusione: attraverso trasporto passivo di uova
capaci di “ibernarsi”
- plasticità ecologica: elevata, utilizzo di piccole
raccolte d’acqua dolce per lo sviluppo delle larve;
l’adulto predilige ambienti antropizzati, fino a 600
mt. di altitudine ed è attivo fino a temperature di
10° -15° C; le uova deposte in autunno schiudono
in primavera
- ciclo completo uovo-adulto : a 25°C meno di
10 giorni
- deposizione uova: 2-3 giorni dopo il pasto di
sangue; 60 uova circa per ciclo; max 7 cicli; depone uova singole sopra la superficie dell’acqua;
- sopravvivenza: fino a 30 giorni
- modalità di diffusione in Italia: attraverso il
commercio di copertoni usati o piante e trasporto
accidentale di adulti all’interno di veicoli.
- focolai larvali ideali: caditoie, chiusini, sottovasi, piccolo raccolte d’acqua dolce vicine alle
case o a fabbriche, depositi, cimiteri.
- raggio d’azione degli adulti: in media circa 2300 mt. grazie anche a corridoi ecologici di verde.
- attività: esterna, prevalentemente diurna, estremamente rapida, nelle ore più fresche o in zone
ombreggiate; gli adulti sostano volentieri sulla
vegetazione
- periodo di maggiore attività: da luglio a settembre
- vittime preferite: uccelli e mammiferi con spiccata predilezione per l’uomo.
- infezioni trasmesse: Dengue e Chikungunya
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- genere: Culex
- specie: pipiens
- origine: autoctona, paesi a clima temperato
- segni particolari: colore bruno, attratte dalla
luce; udibile ronzio caratteristico
- diffusione: ubiquitaria
- plasticità ecologica: molto elevata, adattandosi a condizioni climatiche molto diverse (steppa,
foresta, pianura, deserto) e in ambienti diversi
(case, cantine, stalle ecc..); l’adulto è attivo fino a
1000 mt. di altitudine; alcuni adulti superano l’inverno all’interno delle abitazioni e producono le
prime uova senza pasto di sangue
- ciclo completo uovo-adulto : a 25°C max. 10
giorni
- deposizione uova: 2-3 giorni dopo il pasto di
sangue; 300 uova circa per ciclo; max 3 cicli; le
uova sono deposte “a grappolo” sulla superficie
dell’acqua.
- sopravvivenza: madiamente 30 giorni (per le
forme svernanti fino a 5 mesi)
- focolai larvali ideali: fossati con acqua stagnante lungo le strade ricchi di materiale organico,
canalette per smaltimento liquami e per irrigazioni,
caditoie, chiusini e caditoie, vasche di depuratori,
bidoni, cisterne e raccolte d’acqua dolce
all’interno di garages e scantinati, anche nei cimiteri
- raggio d’azione della z. adulta: fino a 2 km. grazie anche a corridoi ecologici di verde.
- attività: dentro le abitazioni, prevalentemente
crepuscolare e notturna; dopo il pasto di sangue
si riposa in angoli bui prima di deporre le uova.
- periodo di maggiore attività: primavera - estate e autunno se le condizioni atmosferiche o
ambientali sono favorevoli
- vittime preferite: uccelli e mammiferi e l’uomo
- infezioni trasmesse: Febbre West Nile
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Settembre 2012
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Difendiamoci dalle zanzare 2
Impedire la riproduzione
delle zanzare
Evitare le punture
delle zanzare
Per evitare di creare situazioni favorevoli alla riproduzione delle zanzare, ecco cosa ognuno di noi può fare
per contenere il problema:
Per evitare la puntura delle zanzare è importante
prendere alcune precauzioni. Ecco cosa ognuno di
noi può fare per evitare il contatto con le zanzare:
• svuotare o ricambiare l’acqua di ogni contenitore (secchi, annaffiatoi, sottovasi e simili, vaschette della condensa) almeno una volta alla
settimana anche nei cimiteri; se non è possibile
farlo, coprire i contenitori con una zanzariera o
usare fiori finti nel periodo primavera–estate);
• evitare l’accatastamento o l’abbandono di
contenitori (copertoni, teli in plastica ed altri
oggetti) che per la loro forma consentono accumuli d’acqua piovana, anche piccoli;
• irrigare orti e giardini senza creare ristagni;
• mantenere il giardino pulito ed ordinato eliminando gli eventuali sedimenti fangosi; le siepi
possono essere trattate con prodotti abbattenti
da fine giugno;(1)
• controllare che le grondaie non siano otturate
e siano mantenute in efficienza;
• svuotare e sostituire spesso l’acqua di fontane
o vasche ornamentali e inserire pesci che si nutrono di larve; sostituire spesso l’acqua degli abbeveratoi e ciotole per animali;
• tenere puliti i tombini e caditoie presenti negli
spazi privati e mettere in essi prodotti di sicura
efficacia larvicida e a basso impatto ambientale
(2). Questi prodotti sono acquistabili in commerciali agricole, negozi di fiori, consorzi agrari in
alcuni supermercati e centri commerciali;
• tenere sfalciati e puliti i fossati e le canalette
private in modo che il deflusso dell’acqua sia costante e senza ristagni. Segnalare al comune eventuali ristagni in scoli comunali o consortili.
• apporre zanzariere alle finestre per impedire
l’ingresso nelle abitazioni delle zanzare; tali zanzariere possono essere spruzzate con insetticidi a
base di piretroidi che hanno anche una azione repellente sugli insetti.
• spruzzare insetticidi nelle stanze di soggiorno
o usare diffusori di insetticida a corrente elettrica, avendo cura che i locali siano ben aerati;
• proteggere i bambini piccoli con zanzariere
sopra la culla o il lettino e sui passeggini: meglio
usare zanzariere di cotone rispetto a quelle sintetiche;
• usare repellenti cutanei sulla cute esposta. Tra
i prodotti in commercio quelli più affidabili sono a
base di dietil-toluamide (DEET) o di icaridina
(KBR); l’impiego va ripetuto ogni 3 - 6 ore circa;
• non usare profumi che attraggono le zanzare
• usare indumenti di colore chiaro quando si esce che coprano bene la pelle di braccia e gambe; questo vale anche per coloro che lavorano
all’aperto (es. giardinieri, vivaisti ecc.); eventualmente spruzzare insetticidi e repellenti sugli indumenti stessi;
• … ma soprattutto parlate con i vostri vicini
per informarli sulla importanza delle azioni da
fare tutti assieme per impedire la proliferazione delle zanzare.
(1) in caso di elevate infestazioni si possono applicare sulle siepi fino ad un’altezza max di 3 metri prodotti a base di piretroidi
seguendo scrupolosamente le indicazioni riportate in etichetta usando protezioni personali ( guanti, mascherina, occhiali o visiera). Tali prodotti sono reperibili presso commerciali agricole e grossi centri commerciali.
(2) Esempio di alcuni Prodotti in commercio CONTRO LE LARVE DI ZANZARA
Principio attivo
Nomi commerciali
(a titolo di esempio)
formulazione
consigliabile
applicazione
Diflubenzuron
FLUBEX
compresse
1 compressa per caditoia ogni 3-4 settimane (*)
Pyriproxyfen
PROXILAR, TIGREX, AQUA-LARV,
compresse
1 compressa per caditoia ogni 3-4 settimane (*)
tavolette
1 tav. per caditoia ogni 7 giorni (*)
B. Thuringiensis VECTOBAC DT
(*) la frequenza dipende dalle condizioni atmosferiche (temperatura e piogge);in caso di precipitazioni molto abbondanti ripetere il trattamento
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FOCOLAI LARVALI PIU’ COMUNI
Zanzara comune
Zanzara “tigre”
•caditoie e tombini pluviali
•bottiglie
•Barattoli
•lattine
•bicchieri
•Annaffiatoi, contenitori per fiori
•secchi e bacinelle
•sottovasi
•bidoni e vasche
•teli di plastica che coprono cumuli di materiali
•abbeveratoi per animali
•grondaie otturate
•pneumatici
•Anfore e rocce ornamentali
•rottami vari
•Pozzi non protetti
Ambienti interessati
fabbriche
depositi, annessi agricoli, depositi di insilati
cantieri edili
vivai, orti, giardini e parchi
strade, parcheggi, autolavaggi
ambienti peridomestici, con folta vegetazione
cimiteri
•caditoie e tombini pluviali con materiale organico
•fossi con acqua stagnante lungo le strade
•canalette per smaltimento acque chiare e scure
•canali per irrigazioni
•pozzetti di impianti fognari e vasche di depuratori
•Raccolte d’acqua in scantinati, sotterranei o case in
costruzione
•Ristagni d’acqua
•annaffiatoi
•secchi e bacinelle
•bidoni e vasche
•teli di plastica che coprono cumuli di materiali
•abbeveratoi per animali
•grondaie otturate
•Pozzi non protetti
Ambienti interessati
1) ambiente rurale:
stalle, depositi attrezzi e magazzini agricoli, vasche
di concimaie, magazzini agricoli, box e ricoveri di
animali, pollai, fienili
vivai, orti, giardini e parchi
strade
cantieri edili
2) ambiente urbanizzato:
cantieri edili
cimiteri
ambienti domestici (locali seminterrati e interrati,
cantine, garage, porticati, androni, sottoscala, lunghi
ballatoi)
La zanzara comune predilige “spazi aperti” per la riproduzione (fossati in aperta campagna, pozze d’acqua stagnante con materiale organico) . Tali siti di riproduzione possono pertanto modificarsi nel tempo (per condizioni
atmosferiche o ambientali) Questa situazione fa si che la zanzara comune cerchi i siti più adeguati anche a distanza di qualche chilometro. Da un punto di vista pratico significa che i siti di riproduzione della zanzara comune non sono sempre gli stessi ma sono, per così dire, sempre nuovi (tranne qualche eccezione).
Monitoraggio sierologico degli equidi.
Lo scopo del monitoraggio degli equidi (test sierologici) è di sorvegliare l’estensione della circolazione virale e le
nuove introduzioni virali nel territorio. Considerato che la maggior parte dei comuni dell’AULSS n. 13 si trova
all’interno dell’area di circolazione virale, detta ACV, la sorveglianza degli equidi si configura coma un indicatore della potenziale esposizione umana legata alla densità vettoriale e quindi alla quantità di virus circolante.
Come anticipato a pag. 2, nel corso della stagione 2012 sono stati testati 41 cavalli nel nostro territorio con esito
negativo per la ricerca virale.
I Servizi Veterinari sono inoltre coinvolti, con l’Istituto Zooprofilattico, al controllo dell’avifauna selvatica stanziale nel corso di piani di monitoraggio specifici. Sono invece controllati per WND tutti gli uccelli selvatici morti
conferiti all’IZS di Padova.
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Pag. 13
LISTA DI CONTROLLO
SEI SICURO DI AVERE FATTO IL POSSIBILE PER DIFENDERTI DALLE ZANZARE?
PER IL TUO BENESSERE E QUELLO DELLE PERSONE CHE SONO VICINO A TE
VERIFICA REGOLARMENTE CON QUESTA LISTA DI CONTROLLO
SE STAI COLLABORANDO EFFICACEMENTE ALLA LOTTA CONTRO LE ZANZARE.
Ho eliminato tutti gli oggetti che possono raccogliere acqua, anche in piccole quantità?
( lattine, barattoli, tappi, teli di plastica …)
SI
NO
Ho capovolto gli oggetti che non posso eliminare?
(carriole, annaffiatoi, secchi…)
SI
NO
Ho controllato che tombini, caditoie e grondaie non siano intasate
in modo da evitare ristagni di acqua?
SI
NO
Ho svuotato e pulito i sottovasi e le vaschette della condensa
almeno una volta alla settimana?
SI
NO
Ho coperto con teli o zanzariere contenitori, bidoni, vasche o
altri oggetti che contengono acqua e che non posso svuotare?
SI
NO
Ho limitato l’irrigazione di orto e giardino per evitare
la formazione di ristagni d’acqua?
SI
NO
Ho eseguito un trattamento contro le larve di zanzara in tombini, caditoie, griglie ?
(segnare data ultimo passaggio ………………………………….………)
SI
NO
Durante l’autunno e l’inverno, ho trattato con insetticidi il seminterrato, la cantina, il
garage, il sottoscala, le verande, le stalle e i magazzini ?
SI
NO
(segnare data ultimo passaggio ……………………………)
SI
NO
Proteggo la mia famiglia con l’uso di zanzariere per i bambini
piccoli, di insetticidi e repellenti cutanei per gli altri ?
SI
NO
Mi proteggo quando lavoro all’esterno usando indumenti
con maniche lunghe, pantaloni lunghi e repellenti cutanei ?
SI
NO
Ho posizionato zanzariere alle finestre ?
Se hai risposto SI a tutte le domande, stai facendo del tuo meglio per prevenire
la infestazioni da zanzare e per proteggere la Tua famiglia.
Se hai risposto NO a qualche domanda, dovresti aumentare il Tuo impegno.
da : Azienda ULSS n. 18 Rovigo (modificato)
...E PER EVITARE LE PUNTURE DELLE ZANZARE...
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Progetto Vitamina D, annualità 2012-2013
Continua il Progetto Regionale avviato anche nella nostra
Azienda ULSS n. 13 nel 2009 ed esteso durante il 2010 a
tutta la popolazione ultresettantacinquenne del territorio.
Ecco alcune indicazioni operative.
Al fine di assicurare un sufficiente livello di vitamina D
nell’organismo durante il periodo autunno-inverno l’assunzione del bolo di vitamina D3 deve essere fatta secondo il
seguente schema:
- prima fiala di 300.000 UI alla consegna;
- seconda fiala con 300.000 UI dopo due mesi.
L’assunzione va effettuata per via orale, preferibilmente
durante i pasti o subito dopo.
L’unico criterio di esclusione sarà il contemporaneo trattamento con preparati a base di vitamina D, il cui giudizio è
riservato al medico curante.
Tutte le somministrazioni della supplementazione di Vitamina
D vanno registrate e alle persone interessate vanno consegnati i cartellini con le date di somministrazione.
Per informazioni: 041-5133422
Offerta della supplementazione con Vitamina D all’utenza del territorio dell’ULSS 13 ( età 75+ )
Utenza interessata
Dove
Giorno e ora
Periodo di
distribuzione
annotazioni
Sedi distrettuali
Nuova Coorte
(nati nel 1937)
Coorti antecedenti il 1937
“non ancora arruolate”
(prima volta)
Coorti antecedenti il 1937
già arruolate gli anni
scorsi
S TAF
Mercoledì ore 9-12
Settembre-Ottobre
Mercoledì ore 14-16
Settembre-Ottobre
Mirano
Lunedì
ore 8.30-12.30
Settembre-Ottobre
Martellago
Mercoledì ore 8.30-12.30
Settembre-Ottobre
Spinea
Giovedì
Settembre-Ottobre
Mira
Sedi distrettuali
(vedi sopra)
Sedi distrettuali
(vedi sopra)
Ambulatorio di
sanità Pubblica
a Dolo
Farmacia Ospedaliera presso
sportello continuità assistenziale Sede di
Dolo
S EPS
ore 8.30-12.30
(vedi sopra)
(vedi sopra)
verifica delle liste +
counselling da parte
dei curanti
(accordo aziendale con
i MMG per il triennio
2012-2014)
verifica delle liste +
counselling da parte
dei curanti
(accordo aziendale con
i MMG per il triennio
2012-2014)
(vedi sopra)
Da Lunedì a Venerdì ore 9 -12
Settembre - Ottobre
Ricordare agli interessati di portare il
cartellino ricevuto
l’anno precedente
Martedì e Giovedì ore 14 -16
S IAN
S ISP
Settembre - Ottobre
S PSAL
S SVV
NEWS
Settembre 2012
Pag. 14
Il dott. Stefano Faiferri , Medico legale, assicura il lavoro delle Commissioni Invalidi in qualità di Presidente, dal 10 aprile 2012.
Il TdP del SISP, Renzo Stevanato, sarà in pensione dal 1° Ottobre 2012.
L’assistente Sanitaria, Sig.ra Maurizia Meneghetti,sarà in pensione dal 4 dicembre 2012.
L’U.O. semplice “Organizzazione degli Screening Oncologici (Dolo)” diretta alla dottoressa Adriana Montagutti
sarà assegnata al Dipartimento di Prevenzione.
Sono in corso i necessari contatti con la Direzione per formalizzare il trasferimento.
A giugno 2012 è stato effettuato il trasferimento delle Unità operative del Dipartimento di Prevenzione ( SIAN, SISP e SPSAL) dalla sede di Noale a
quella di Dolo. Presso la medesima sede di Dolo è attivo anche l’ambulatorio
vaccinale pediatrico proveniente dalla sede di Mira.
INTERNASIONALE TRASLOCKE
A Noale è rimasta attiva solo una segreteria che cura esclusivamente le richieste per i controlli fiscali.
CORSI di FORMAZIONE - ECM
“BENESSERE ANIMALE”
3 e 17 ottobre 2012 - dalle ore 14 alle ore 18 presso Sala Riunioni ex Ostetricia Mirano.
Per informazioni e iscrizioni : dott. Carlo Raffaelli SS.VV. Mirano 5651
“LA NORMATIVA REACH”
16 ottobre 2012 - dalle ore 14 alle ore 18 presso Sala Riunioni del Dipartimento di Prevenzione a Dolo.
Per informazioni e iscrizioni : SPSAL, Dolo 3442
“ALLERGIE E INTOLLERANZE ALIMENTARI E CELIACHIA”
30 ottobre 2012 - dalle ore 14 alle ore 18 presso Sala Riunioni del Dipartimento di Prevenzione a Dolo.
Per informazioni e iscrizioni : SIAN, 3341
“ACQUA POTABILE E MINERALE: ASPETTI IGIENICI E NUTRIZIONALI”
13 NOVEMBRE 2012 - dalle ore 14 alle ore 18 presso Sala Riunioni del Dipartimento di Prevenzione a
Dolo. Per informazioni e iscrizioni : SIAN, 3341
“TUTELIAMO LA SALUTE :COMINCIAMO DALLA LETTURA DELLE ETICHETTE DEI PRODOTTI ALIMENTARI”
11 DICEMBRE 2012 - dalle ore 14 alle ore 18 presso Sala Riunioni del Dipartimento di Prevenzione a Dolo. Per informazioni e iscrizioni : SIAN, 3341
Sistema Gestione Qualità del Dipartimento di Prevenzione.
Sono in corso le verifiche Ispettive Interne presso le U.O. del Dipartimento.
La verifica di mantenimento da parte di ditta esterna, è previsto per i primi mesi del 2013
ADOZIONE e SOSTEGNO A DISTANZA
Continua l’Adozione a distanza finalizzata al mantenimento scolastico di MAMADOU, (Senegal);
durante lo scorso anno scolastico Mamadou è stato promosso dalla 6^ alla 5^ (che corrisponde
alla nostra terza media) con una media di 13,30 su 20, classificandosi all’ottavo posto su 57
alunni.
Per dettagli sull’operazione, o per lasciare il proprio contributo, si prega rivolgersi presso la
Segreteria del Dipartimento.
Si informa inoltre che grazie al contributo dello scorso anno, i gabinetti della scuola elementare
nel quartiere “Zone Residentielle” della città di Mbour (Senegal) sono stati riparati. Presso la
Segreteria è disponibile la lettera di ringraziamento del Direttore della Scuola.
Redazione: Dipartimento di Prevenzione
Supervisione : dott. Flavio Valentini
Impostazione e Grafica: Damiano Dalla Costa