Cerimonia di intitolazione del Giardino Pubblico alla memoria del

Transcript

Cerimonia di intitolazione del Giardino Pubblico alla memoria del
 Cerimonia di intitolazione del Giardino Pubblico alla memoria del Martire della Libertà Witold Pilecki Discorso di S.E. Tomasz Orlowski, Ambasciatore di Polonia Vicoli, 30 luglio 2015 Signor Sindaco,
Autorità civili, militari ed ecclesiastici,
Signore e Signori, amici di Vicoli,
È un momento di grande emozione per un ambasciatore della Polonia quello di
partecipare a questa cerimonia solenne e semplice di intitolazione del Giardino Pubblico di Vicoli
alla memoria del Martire della Libertà Witold Pilecki. Solenne, perché si tratta di una persona
eccezionale. Un combattente instancabile per la libertà, protagonista della resistenza polacca,
Armia Krajowa, martire di due regimi criminali, nazismo e stalinismo. Marco Patricelli, giornalista
e storico, professore di Storia dell’Europa Contemporanea all’Università di Chieti e autore del
libro Il Volontario, ci ha raccontato la sua vita. Lo storico britannico Michael Foot nel suo libro
Six Faces of Courage lo ha incluso fra i sei eroi più eccezionali della lotta clandestina durante la
seconda guerra mondiale. Semplice, perché un piccolo comune d’Abbruzzo, senza legami
particolari con la Polonia, ha saputo riconoscere nell’azione di Pilecki un valore universale e
immortale, semplicemente un uomo coraggioso, integro e probo. Grazie a questo oggi ha luogo la
sua prima commemorazione al di fuori della nostra Patria. Consentitemi di ringraziarvi per questo
di cuore in nome della Polonia, dei polacchi e di me stesso. Il vostro gesto non solo è gradito, ma
indica la strada giusta per ciascuno di noi, specialmente europei in questo inizio del XXI secolo
agitato.
Pilecki si fece volontariamente arrestare dalla Gestapo per farsi imprigionare nel campo di
concentramento di Auschwitz con lo scopo di organizzarvi la rete di resistenza e inviare i rapporti
sulla situazione nel campo. Il suo rapporto fu il primo documento dai campi di sterminio che
arrivò agli Alleati, anche se nella fase iniziale Auschwitz non era propriamente un campo di
sterminio. Quando si valuta oggi la sensibilizzazione dei nazioni all’orrore dell’Olocausto e si
offre il diritto di giudicare gli altri, meglio ricordare prima il coraggio di questi chi non son rimasti
indifferenti, a cominciare da Witold Pilecki e Jan Karski. Dopo essere riuscito incredibilmente a
scappare da Auschwitz, Pilecki ha continuato a combattere partecipando attivamente alla lotta
contro i nazisti e prendendo parte all’insurrezione di Varsavia.
La crudeltà straordinaria della storia personale di Pilecki può essere ritenuta il simbolo
della tragica storia della Polonia. Dopo la guerra, viene in autunno 1945 in Italia per presentarsi al
Generale Anders, comandante del Secondo Corpo Polacco, il quale lo manda in Polonia. Le
autorità comuniste lo considerano traditore e nemico del popolo. Arrestato e torturato di maniera
talmente bestiale da dire che Auschwitz era stato un giocattolo. Condannato a morte, le sue
ultime parole sono state: “Ho cercato di vivere in modo da poter nell'ora della morte piuttosto
godere, che avere paura”. Il crimine giudiziario, cioè l’omicidio di quest’uomo onesto e
coraggioso commesso dalle autorità di Stato staliniano in un momento in cui si poteva pensare
che dopo l’orrore nazi-fascista niente avrebbe potuto essere peggio! Giustiziato con un colpo alla
nuca il 25 maggio 1948, rimane vittima di un’ingiusta damnatio memoriae. Fino alla caduta del
regime comunista nel 1989 le informazioni riguardanti le sue attività furono infatti censurate.
Riabilitato dalla nuova Polonia democratica, in luglio 2006 fu decorato cavaliere dell’Ordine
dell’Aquila bianca, la più alta onorificenza polacca, al titolo postume.
Il libro di Marco Patricelli, oltre a essere scritto con grande maestria grazie alla quale
spesso riesce a tenerci con il fiato sospeso, fà trasparire una grande ricchezza di fonti alle quali
l’autore deve aver attinto. Di questo lavoro non possiamo che essergli grati. E, soprattutto,
riporta alla luce un personaggio sconosciuto non solo in Occidente, ma, a causa del lungo obliò,
anche in patria. Oggi possiamo apprezzare il suo vero successo, perché il comune di Vicoli sono
contribuisce a far scintillare la memoria di rotmistrz Witold Pilecki, il Martire della Libertà.