pag 41 - In ricordo di Carl Ludwig “Lutz” Long

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Voci dal Sud
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Anno VIII° nr. 9 Settembre 2012
In ricordo di Carl Ludwig “Lutz” Long
Da Michele Milazzo
Il 14 luglio del 1943 ore pomeridiane, in un ospedale
da campo presso il paese di San Pietro Clarenza in
provincia di Catania, ai piedi dell’Etna, moriva Carl
Ludwig “Lutz” Long, nato a Lipsia, Germania il 27
aprile 1913, un atleta tedesco, medaglia d’argento nel
salto in lungo alle Olimpiadi di Berlino 1936.
Viene ricordato per il gesto di sportività mostrato
dando consigli al suo avversario americano Jesse
Owens, che lo batté in gara vincendo la medaglia d’oro
di fronte al pubblico dello Stadio Olimpico di Berlino.
Atleta della Leipziger SC, Luz Long fu uno dei migliori saltatori tedeschi degli anni trenta.
Ai primi campionati europei di atletica leggera che
si svolsero a Torino nel 1934 vinse la medaglia di bronzo nel salto in lungo con la misura di 7,25 m, dietro al
connazionale Wilhelm Leichum, primo con 7,45 m, ed
al norvegese Otto Berg, secondo a 7,31 m.
Ai Giochi Olimpici di Berlino nel 1936 era considerato uno dei favoriti per le medaglie d’oro nel salto in
lungo.
Nelle semifinali si mise in luce andando per due
volte oltre il record olimpico di 7,73 m stabilito nel
1928 ad Amsterdam dallo statunitense Edward
Hamm.
Nei tre salti di finale migliorò ulteriormente fino a
7,87 m, ma la sua miglior misura non fu sufficiente a
battere lo statunitense Jesse Owens, che, dopo un
primo salto nullo, raggiunse prima 7,94 m, poi 8,06
m.
Dopo l’argento vinto nel lungo, Long gareggiò anche nel salto triplo, ma fu eliminato nella semifinale
e finì al decimo posto con la misura di 14,62 m.
Durante le competizioni olimpiche Long e Owens
ebbero modo di diventare amici, nonostante le tensioni politiche allora esistenti tra la Germania nazista
e gli Stati Uniti d’America.
Anni dopo, fu lo stesso Owens a raccontare il
gesto di sportività compiuto dal saltatore tedesco nei
suoi confronti.
Le qualificazioni del salto in lungo si svolgevano
contestualmente alle batterie dei 200 m piani.
Distratto dalla contemporaneità dei due eventi, Jesse
Owens rimediò due nulli nei primi due salti di prova.
Luz Long gli suggerì di partire più indietro, circa
trenta centimetri prima dell’inizio della pedana di rincorsa.
Jesse Owens seguì il consiglio, e riuscì a qualificarsi per la finale, dove vinse la medaglia d’oro proprio
davanti al tedesco, che fu il primo a congratularsi con
lui subito dopo il balzo vincente.
La conquista della medaglia d’oro nel salto in lungo
ai Giochi olimpici di Berlino da parte di Owens ha
fornito alla stampa di tutto il mondo il pretesto per
creare un caso di discriminazione razziale di cui il leggendario atleta sarebbe stato vittima.
Nel pomeriggio di quel 4 agosto, infatti, allo stadio
olimpico era presente anche Adolf Hitler.
Di fronte alla vittoria di Owens contro il tedesco
Luz Long, il Führer indispettito si sarebbe alzato e
sarebbe uscito dallo stadio per non stringere la mano
al nero americano.
In realtà le cose andarono diversamente.
Come scrisse nella sua autobiografia, “The Jesse
Owens Story”, Owens stesso raccontò come Hitler
si alzò in piedi e gli fece un cenno con la mano.
Nel 1938 Long vinse un’altra medaglia di bronzo ai
campionati europei di atletica leggera di Parigi.
Con 7,56 m fu terzo nel salto in lungo vinto di nuovo
dal connazionale Leichum con 7,65 m, mentre l’argento andò all’italiano Arturo Maffei con 7,61 m.
Carl Ludwig Long, detto Lutz” nato a Lipsia era il
favorito alle Olimiadi di Berlino del 1936; suo
avversario diretto era l’atleta di color Jesse Owens.
Durante le olimpiadi i due divennero grande amici
tanto che fu proprio Lutz a consigliare al suo
avversario di arretrare la linea di partenza di circa 30
cm dopo che lo stauinitense aveva fallito due salti di
qualificazione. Ciò fece qualificare Owens che entro
in finale e vinse la Medaglia d’Oro ricevendo le
congratulazioni prima fra tutti dallo stesso Lutz!
Pare che Hitler si sia allontanato per non stringere la
mano all’tleta di colore!
Long morì a trent’anni, durante la seconda guerra
mondiale, per le ferite riportate in combattimento in
Sicilia, arruolato nella Luftwaffe (aviazione militare
tedesca).
Ferito gravemente durante lo sbarco degli alleati in
Sicilia a Gela (Caltanissetta) il 10 luglio 1943 in uno
scontro a fuoco morì quattro giorni dopo in un ospedale da campo britannico nei pressi di San Pietro
Clarenza (Catania).
Riposa nel mausoleo militare germanico di Motta
Sant’Anastasia, a otto km da Catania, assieme ad altri 4560 caduti di cui 451 rimasti sconosciuti.
Nel mausoleo dall’atrio, attraverso una scalinata, si
giunge a un cortile dove si trovano le fosse comuni.
Su lastre di pietra sono incisi i nomi dei soldati tedeschi dispersi in Sicilia negli anni 1941/44.
Al centro cortile è situata una scultura di bronzo
raffigurante un adolescente morente. Su lastre di ardesia sono incisi i nomi dei caduti sepolti nei sotterranei.
Nel 2000 il suo gesto venne ricordato nella campagna promozionale Celebrate Humanity del Comitato
Olimpico Internazionale (CIO) come esempio del
messaggio di pace e fratellanza tra i popoli, secondo
lo spirito originario dei Giochi olimpici ideati da Pierre
de Coubertin.