DNA Vincente Pajero RalliArt
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DNA Vincente Pajero RalliArt
non solo auto » Mitsubishi Pajero 3.2 DI-D T2 RalliArt DNA VINCENTE Il Pajero 3.2 DI-D rappresenta l’ottima base di partenza per la versione racing T2, riservata alle vetture derivate dalla serie e quindi appetibile ai piloti privati. È proprio così? Lo verifichiamo conoscendo a fondo l’esemplare della RalliArt Off Road Italy che vinto il titolo iridato di categoria 2012 66 il giornale del meccanico L a gran parte degli appassionati, per lo meno quelli non esperti del settore, quando parla di gare off road non può fare a meno di pensare alla Dakar e ai mostri in grado di vincerla: autentici prototipi in molti casi travestiti da vetture normalmente in commercio, come VW Tuareg o Mini All4 Racing fino ad arrivare agli ultimi incredibili buggy che seppur a due ruote motrici hanno lanciato la sfida alle trazioni integrali. Ma se la Dakar è universalmente riconosciuta come la madre di tutte le gare off road, e non solo perchè un mese all’anno fa accendere i riflettori in tutto il mondo sulla specialità ma perché rappresenta davvero una sfida estrema, anche ora che è emigrata dalla naturale sede africana al continente sudamericano dove, anzi, a detta di chi ne ha vissute tante come Renato Rickler, è ancora più completa perché nei suoi oltre 8.000 km propone davvero una varietà di terreni e difficoltà altrimenti difficili da trovare, è bene ricordare che questa rappresenta solo la punta dell’iceberg di un settore molto più ampio e articolato come l’off road che propone gare altrettanto spettacola- Anche la vista posteriore mostra come la vettura da corsa rimanga esternamente uguale a quella di serie, tranne per le superifici vetrate chiuse con pannelli in vetroresina Il Mitsubishi Pajero 3.2 T2 RalliArt di Reinaldo Varela-Gustavo Gugelmin, vincitore del titolo iridato di categoria, in azione. Evidente la similitudine con il modello di serie ri e impegnative, anche se magari più brevi, che alternano varie tipologie di terreni: dalle pietraie alla sabbia, dallo sterrato compatto e veloce al fango ai fondi più estremi. Tra tutte, otto prove danno vita al FIA World Cup Cross Country Rallies, in parole povere il Campionato del Mondo di specialità, che essendo gare dalle caratteristiche notevolmente diffe- renti tra loro e disputandosi su fondi assai differenti alla fine laureano campioni la squadra ed i piloti più completi. A queste gare si partecipa sia con i prototipi T1 sia con veicoli T2, cioè derivati dalla serie e quindi con costi più “umani”, che proprio essendo alla portata di molti più piloti e team danno vita alla categoria più combattuta. Nel 2012, bissando l’alloro del 2009, il titolo iridato della categoria T2 è stato conquistato dalla Mitsubishi Pajero 3.2 DI-D della RalliArt Off Road Italy, con i brasiliani Reinaldo VarelaGustavo Gugelmin. E il bottino della squadra toscana è stato completato dal terzo posto di Elvis Borsoi. Un alloro che va ad aggiungersi ai precedenti otto Tricolori, un Europeo e il Mondiale, già presenti nella bacheca della squadra di Renato Rickler. E grazie alla disponibilità del pilota e team manager toscano abbiamo potuto conoscere a fondo lo stato dell’arte di un mezzo vincente nella categoria T2, peraltro autentica icona per gli appassionati del fuoristrada. Dalla strada al fuoristrada La categoria T2 è riservata ai veicoli derivati dalla serie, quindi il regolamento tecnico è piuttosto restrittivo e obbliga l’utilizzo della maggior parte delle componenti di serie. A partire dalla scocca; la vettura di serie viene completamente smontata, asportando tutti i rivestimenti interni e di protezione antirumore e anticalore, quindi viene rimosso lo strato di antirombo (circa 25 Kg.) e sabbiata per arrivare alla lamiera viva, condizione ideale per effettuare i lavori di rinforzo. L’accoppiamento dei lamierati viene ripassato con cordoni di saldatura a Tig. Il regolamento tecnico, inoltre, consente di applicare fazzoletti di lamiera per rinforzare i punti più sollecitati, a patto che questi ricalchino esattamente le forme originali. Il tocco finale riguarda l’applicazione della gabbia di sicurezza, realizzata su specifiche RalliArt e omologato FIA, imbullonta al telaio per una precisa scelta della squadra toscana in quanto diventa più facile interveni- Il passaggio dalla Strada al fuoristrada porta alla categoria T2 che è riservata ai veicoli derivati dalla serie; in questi casi il regolamento tecnico è piuttosto restrittivo e obbliga l’utilizzo della maggior parte delle componenti di serie re in caso di riparazioni dovute a incidenti. Globalmente, il lavoro di preparazione della scocca ha comportato un impegno di circa 240 ore lavorative. Le sospensioni devono mantenere schema, punti di attacco e componenti di serie, che comunque possono essere rinforzate, mentre per l’ancoraggio dei bracci i silent-block originali vengono sostituiti da elementi in teflon con boccole interne in bronzo. Passo e carreggiate devono mantenere le dimensioni riportate nella fiche di omologazione, quindi non si può “giocare” sulle boccole di fissaggio dei bracci per ottimizzare l’assetto. Performance e confort Le competizioni off-road, dalle veloci o accidentate Baja ai grandi raid, si svolgono spesso in situazioni estreme sia per quanto riguarda le condizioni ambientali, per caldo, fango o polvere, sia per le difficoltà che di volta in volta propone il terreno sul quale si corre: sabbia, fango, pietraie, fino al terreno duro delle piste più veloci. Condizioni che rappresentano il banco di prova più esasperato per un veicolo e per tutte le sue componenti meccaniche, dal motore alla trasmissione, dal telaio alle sospensioni fino agli pneumatici, ognuna chiamata a garantire la www.ilgiornaledelmeccanico.it 67 auto non solo 2 1 3 1. La gabbia di sicurezza, che viene imbullonata alla scocca in sei punti, realizzata su specifiche RalliArt e omologata 3. Le saldature di rinforzo dei lamierati nell’area del duomo anteriore; si nota anche la guglia di fissaggio dell’ammortizzatore supplementare, realizzata specificamente. 2. La traversa laterale della gabbia di sicurezza, con punto di fissaggio inferiore al pianale 4 5 7 massima prestazione possibile e, naturalmente, l’affidabilità senza la quale non sarebbe possibile ottenere alcun risultato. Tra le componenti più sollecitate, oltre che in grado di influenzare la performance del veicolo e garantirne la sicurezza, gli ammortizzatori. Perché un buon assetto significa precisione nella guida, trazione ottimale e quindi velocità ma anche spazi di ar- 6 8 resto limitati, salvaguardia dell’affidabilità generale dei componenti meccanici e, non ultimo, un adeguato confort dell’equipaggio che rimane in vettura per svariate ore. Infatti, se è vero che il pneumatico è il punto di contatto tra il veicolo e il terreno è altrettanto vero che l’ammortizzatore ha il duplice compito di garantire che il pneumatico stia il più possibile attaccato al 68 il giornale del meccanico terreno, tramite una taratura adeguata che consenta di “copiare” le asperità del terreno sia che il veicolo proceda lentamente su tratti particolarmente sconnessi sia che proceda ad andatura sostenuta sulla sabbia o su piste veloci, ma al tempo stesso deve essere in grado di assorbire eventuali colpi violenti senza scaricarne la forza sulle componenti meccaniche che potrebbero avere conseguenze deleterie, così come sul fisico dei piloti. Infatti, gran parte del lavoro effettuato in collaborazione tra i tecnici Oram, che realizzano gli ammortizzatori che equipaggiano da svariati anni i mezzi RalliArt, ed i tecnici e piloti della squadra toscana è stato indirizzato a trovare il giusto compromesso tra performance e confort, soprattutto nel caso del Pajero T2 che devendo mantenere schema e attacchi sospensioni e ammortizzatori principali limita il cinematismo e l’escursione, oltre che naturalmente l’affidabilità. Gli ammortizzatori Oram TT 5/50 Evo, con serbatoio di gas separato per agevolare il montaggio, che equipaggiano il Pajero T2 del nostro servizio sono regolabili a tre vie, 20 posizioni in estensione mentre in compressione sono 35 posizioni alle alte velocità e 12 posizioni alle basse velocità, e vengono raddoppiati con l’obbligo di mantenere quello principale nella posizione originale: al posteriore i due 4. Terminata la fase di rinforzo della scocca si procede al montaggio delle parti di carrozzeria e della meccanica. 5. La slitta inferiore di protezione della meccanica anteriore 6. I cordoni di saldatura di rinforzo nelle parti più sollecitate dei bracci sospensione 7. I doppi ammortizzatori ORAM all’anteriore sono differenti: accanto a quello principale, in posizione originale come richiesto dal regolamento, con ghiera di regolazione dell’altezza da terra sulla parte filettata del corpo, quello aggiunto è di dimensioni più piccole, anche per questioni di ingombro 8. Al posteriore i doppi ammortizzatori, con molla separata come in origine, sono esattamente identici: quello supplementare è stato aggiunto in posizione posteriore rispetto al principale. Si nota il disco freno e pinza originali elementi sono esattamente identici, doppiati sullo stesso asse con quello supplementare montato posteriormente e la molla separata come in origine, mentre all’anteriore l’ammortizzatore principale, con molla coassiale e piastra superiore non solo auto 9 10 11 9. Il kit di ammortizzatori ORAM TT 5/50 Evo, regolabili a tre vie in estensione e compressione, con serbatoi gas separati; il fissaggio superiore dell’ammortizzatore anteriore principale avviene tramite top mount, grazie al quale è possibile regolare camber e incidenza 10. Nella parte posteriore dell’abitacolo viene posizionato il serbatoio di sicurezza da 270 lt, capacità necessaria agli 800 km di autonomia richiesti dal regolamento Dakar, ai lati del quale sono posizionate due ruote di scorta. Si nota anche il punto di fissaggio posteriore della gabbia sui passaruota 12 13 11. Lo snorkel, appositamente realizzato da RalliArt, per aspirare aria pulita nella zona alta della vettura 12. Nell’apposito spazio interno del portellone, originale in lamiera tranne la pennellatura in fibra a chiudere la superficie vetrata, sono fissati alcuni attrezzi necessari al primo intervento 13. Plancia e strumentazione rimangono originali, tranne nella parte centrale dove su un pannello in carbonio sono applicati lo staccabatteria, l’interruttore elettrico dell’estintore e una serie di interruttori per varie funzioni, mentre a sinistra si trova il tripmaster 14. Il quattro cilindri 3.2 Mitsubishi sovralimentato rimane pressoché originale, ma grazie al lavoro di ottimizzazione la versione corsa eroga 215 cv e 539 Nm di coppia 15. Gli iniettori originali con ugelli modificati secondo specifiche RalliArt 16. Il pacco frizione con disco in rame e lo spingidisco con fulcro delle molle modificato per garantire un carico maggiore 17. Il radiatore in alluminio, realizzato su specifiche RalliArt, consente di abbassare di circa 14° le temperature di esercizio del motore 15 14 di fissaggio che consente la regolazione di camber e incidenza, è affiancato da un elemento più piccolo per ragioni di ingombro. Tra le altre peculiarità di questi ammortizzatori, lo stelo in acciaio speciale temperato e cromato da 22 mm e il pistone da 50 mm appositamente realizzato per evitare il fenomeno di cavitazione e la perdita di carico alle alte temperature. Per privilegiare l’affidabilità il corpo esterno degli ammortizzatori montati sulle vetture RalliArt è realizzato in acciaio lavorato e lappato, ma è disponibile anche in duralluminio ricavato dal pieno e sottoposto a trattamento di 70 il giornale del meccanico 16 anodizzazione dura con una riduzione di peso del 30% e miglioramento nello scambio termico, con punti di attacco in Ergal. Passo e carreggiate devono mantenere le dimensioni riportate nella fiche di omologazione. 17 Motore ottimizzato Anche nel caso del motore i vincoli regolamentari hanno limitato gli interventi. Partendo dalla base del quattro cilindri 3.2 turbodiesel della famiglia DI-D, con la penultima versione serie sviluppa 170 cv, si è lavorato bilanciando le parti in movimento, modificando la parte interna degli iniettori di serie, adottando un filtro aria racing con relativo snorkel e ottimizzando la gestione elettronica, modificando anche alcune funzioni dell’unità standard come la non solo auto 18. L’ingranaggeria del cambio, così come per tutto l’apparato di trasmissione, deve rimanere originale RalliArt Off Road Italy 19. 20. 21. Yokohama fornisce a RalliArt gli pneumatici per ogni tipo di terreno, da sinistra: Geolandar M/T è una gomma specifica per terreni fangosi o viscidi, ma può essere usata anche su sterrati; Geolandar A/T-S è la gomma ideale per sterrati duri e asciutti, dove garantisce precisione di guida e durata; Y402B è specifica per la sabbia, la sua spalla morbida consente di abbassare la pressione fino a 0.4 bar e il disegno del battistrada si adatta alla sabbia facendo “galleggiare” la vettura Passione e professione Il titolo iridato T2 conquistato nella passata stagione è solo l’ultimo dei tanti allori conquistati da RalliArt Off Road Italy (www.ralliartoffroad.it) in oltre vent’anni di gare off road ai massimi livelli, sia in ambito nazionale che internazionale: 8 Campionati Italiani, 1 Campionato Europeo T2, 2 Campionati Mondiali T2, oltre a innumerevoli vittorie nei più importanti Raid e Baja internazionali. Nata come R Team nel 1989 dalla passione di Renato Rickler, la struttura lucchese si segnala fin dall’inizio per la grande professionalità che mette sia nella preparazione delle vetture che nella gestione delle stesse sui campi gara, tanto da meritarsi nel 2002 la fiducia di Mitsubishi che le affida la gestione di tutto il proprio settore sportivo off road sotto l’attuale denominazione di RalliArt Off Road Italy. Data la stretta collaborazione con la Casa giapponese, RalliArt ha creato una serie di accessori speciali, prodotti e distribuiti in esclusiva, che consentono di sfruttarele qualità dei fuoristrada Mitsubishi. Inoltre, Rickler ha fondato insieme Rudy Briani la DrivEvent, società che organizza corsi di pilotaggio gestendo la Scuola Pilotaggio Mitsubishi, Tour 4x4 ed eventi sportivi in Italia e all’estero, coordinando anche l’attività del Pajero World Club Italia e, dal 2011, l’attività dello Sport Villane Ciocco a Barga (LU), centro polifunzionale che oltre a percorsi off road dispone di impianti per la pratica di altri sport quali calcio, tennis, equitazione, montain bike. RalliArt Off Road Italy può essere senz’altro considerata la più importante struttura nazionale dedicata all’off road, perché oltre ad effettuare ogni tipo di intervento di preparazione e manutenzione fino all’allestimento su misura per veicoli 4x4, è specializzata nella gestione e noleggio di vetture da competizione per rally-raid di tutte le categorie, dai prototipi T1 ai T2 fino ai T3, seguite da camion di assistenza allestiti ad hoc nella versione T4 e T5. Il punto assistenza RalliArt durante una gara 72 il giornale del meccanico 18 19 20 Le stampate dei risultati ottenuti al banco prova dai due motori, a destra la versione 2013 disponibile a 245 cv a 3.900 giri/min e la coppia a 583 Nm a 2.100 giri/min. valvola Egr che è stata tappata. Unica concessione regolamentare la realizzazione, su specifiche RalliArt, di un radiatore ad hoc in alluminio che abbassa le temperature di esercizio del propulsore, che in versione gara eroga 215 cv a 3.400 giri/min e una coppia di 539 Nm da 2.200 giri/min, di circa 14°. In RalliArt hanno già testato al banco prova la versione 2013 del motore, che partendo dalla base dell’ultima versione che di serie vanta 200 cv ha portato la potenza Trasmissione di serie La trasmissione rimane completamente di serie, sia per quanto riguarda il cambio a cinque rapporti sia per i differenziali, con ripartizione della coppia motrice al 50% sui due assi, che per i semiassi. L’unica avvertenza è quella di non utilizzare, se non in casi particolari, il blocco del differenziale centrale per evitare problemi di affidabilità che per il resto rimane molto alta, tanto da aver portato a termine l’intera Dakar dello scorso an- 21 no senza dover operare sostituzioni. L’unica modifica riguarda il gruppo frizione, con disco in rame e spingidisco con fulcro delle molle variato in modo da garantire maggiore carico. Anche l’impianto frenante rimane completamente di serie, con l’unica eccezione di pastiglie racing di mescola più morbida fatte realizzare su specifiche RalliArt. Anche la strumentazione rimane di serie, ma l’impianto elettrico è stato alleggerito con l’asportazione di circa 25 kg di materiale tra cavi e connettori superflui per l’utilizzo in gara. XXXXXXXXXX