Amneris Bezzi Repubblica Centrafricana

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Amneris Bezzi Repubblica Centrafricana
A fianco delle giovani africane per costruire insieme il futuro
Rep. CENTRAFRICANA
UNA VITA FUORI PROGRAMMA
NON PENSAVA ALLA MISSIONE, MA DIO L’HA PORTATA IN AFRICA. SONO PASSATI TRENT’ANNI DA ALLORA E
AMNERIS BEZZI, MISSIONARIA LAICA DI GRUMELLO DEL MONTE, TUTTORA VIVE E LAVORA NELLE REPUBBLICA
CENTRAFRICANA, IMPEGNATA NELLA DIREZIONE DI DUE SCUOLE CHE AIUTANO CENTINAIA DI RAGAZZE AD
ACQUISIRE ISTRUZIONE, FORMAZIONE PROFESSIONALE E CONSAPEVOLEZZA DI SÉ
Si chiama Amneris. Un nome inusuale come la sua storia, vissuta tra Grumello del Monte, dove è
nata, e l’Africa, dove si è trovata suo malgrado, quando ha lasciato fare a Dio. E ha permesso che
fosse Lui a indicarle quel dove e quel come che da parecchi anni la tormentava. Da quando si era
resa conto che i suoi progetti personali erano saltati e aveva deciso di non farne altri.
E’ una storia, quella di Amneris Bezzi, che, alla vigilia del suo ennesimo ritorno in Africa, mi
racconta lei stessa, con vivacità, senso di ironia e notevoli capacità comunicative: tutte doti che
devono averla aiutata non poco a vivere quella straordinaria avventura che è stata ed è la sua vita.
A superare le difficoltà di un mondo sconosciuto sul quale più di trent’anni fa si è affacciata con
tanti dubbi e altrettanto coraggio.
“Avevo frequentato la scuola fino alla quarta elementare, poi ho lavorato in fabbrica per 18 anni.
Non pensavo di certo, allora, che sarei arrivata a dirigere due centri professionali in Africa. Sono gli
scherzi del Signore al quale un giorno avevo dato carta bianca”.
E’ in missione da trent’anni, ma alla missione non pensava davvero quando era alle prese con
quello che definisce il ‘tormento’ della sua giovinezza. “Avevo i miei sogni e i miei progetti…E mi
ero data una scadenza: a 19 anni avrei fatto la mia scelta”.
Sognava di incontrare un bravo ragazzo, lavoratore come lei, di avere una famiglia, due o tre
figli…e una macchina da cucire. Sogni semplici, da brava ragazza. Con i suoi vivaci occhi azzurri e i
suoi capelli neri, un bel portamento e tanto buon gusto nel vestire, i pretendenti non le mancavano
di certo. Ma non aveva fatto i conti con un pretendente …fuori norma.
E SE TI VOLESSI PER ME?
“Ogni mattina, prima di andare al lavoro, avevo l’abitudine di entrare in chiesa. E lì un giorno mi
passa fulminea nella mente un’idea. Quasi una domanda. “E se ti volessi tutta per me?”. Non so
come chiamarla. Vocazione? No, per me è stata solo una frase arrivata nella mia mente chissà da
dove. Avevo 19 anni: l’età che mi ero prefissata per fare la mia scelta. E quella frase, che proprio
non sapevo che cosa significasse, è stata l’inizio di un ‘tormento’ durato anni.
Sapevo di dover dare una risposta e che nessuno poteva darla per me. Sapevo anche, però, che
non volevo diventare suora, l’unica risposta che, a quei tempi, sembrava possibile per una ragazza
alle prese con quella che poteva sembrare una vocazione. “Tutta per il Signore”. Ma come? E
resistevo. C’erano tante ragazze nel mio gruppo di Azione Cattolica. Tutte con i capelli raccolti e le
maniche lunghe fin qui…Perché non loro? Perché proprio a me questo tormento? Ho cercato
persino di fidanzarmi, ma non ha funzionato. Non poteva funzionare perché, anche se io credevo
di essere alla ricerca di Dio, in realtà era Lui che cercava me e che, quando ho rinunciato al mio
programma, mi ha presentato il suo…”.
UN INDIRIZZO PER L’ AFRICA
Non è facile sintetizzare in poche righe la complessità di questi anni in cui si alternano, e poi si
fondono, ricerca, resistenza, responsabilità familiari e insieme disponibilità, intraprendenza e
fiducia.
Ma arriva il momento della chiarezza. Per Amneris, da anni impegnata in associazioni ecclesiali e in
vari movimenti per le lavoratrici, è l’incontro con una giovane donna che sta partendo per l’Africa e
che le dà l’indirizzo di un organismo di volontariato internazionale per laici missionari.
“Mi sono presentata e subito mi hanno chiesto che titolo di studio avevo. La mia quarta elementare
ha spento gli entusiasmi. “Per partire ci vuole almeno un diploma”, hanno detto loro. “Meno male”,
mi sono detta io…perché qualche resistenza, a quello che non era il mio progetto, ma quello di
Dio, la stavo ancora facendo. Stavo per andarmene, quando sono stata richiamata. Un
responsabile dell’organismo mi ha chiesto se sarei stata disposta a riprendere gli studi. Non sapevo
cosa rispondere, ma perché non provare? Era forse Dio che, attraverso quella proposta inattesa,
mi indicava come rispondere a quell’antica domanda?”.
LA RISPOSTA DI AMNERIS
Amneris accetta la proposta. Una sfida per lei. Due anni per ottenere la licenza media e una
preparazione come insegnante di economia domestica per le bambine che in Africa le sarebbero
state affidate.
Poi la partenza. Destinazione: Repubblica Centrafricana. E un impegno appassionato che continua
ancora. Un’avventura straordinaria, vissuta da una donna che crede nelle donne e nelle loro
capacità di crearsi un futuro più dignitoso.
Non tutto è stato facile in questi anni per Amneris. La sua affrettata preparazione la preoccupava:
come avrebbe potuto essere all’altezza del compito che le veniva affidato? Ha dovuto fare i conti
con una mentalità diffusa secondo cui le bambine non avevano il diritto di frequentare la scuola.
Come sradicare questo modo di vedere le cose, ingiusto e discriminante nei confronti di una parte
così importante per la società, anche per quella africana?
“Ho fatto le mie battaglie, ma ho sempre seguito una strategia ‘dolce’. Ai libri, guardati con
sospetto, ho anteposto il lavoro. Ho insegnato alle bambine del villaggio a cucire, ricamare,
cucinare…Ma è stato solo l’inizio. Poi sono venuti anche i libri, il leggere e lo scrivere e l’imparare a
fare i conti: cose che servono davvero nella vita di tutti. E glielo dimostravo. Erano corsi per poche
bambine, allora. Adesso sono scuole vere e proprie, frequentate ogni anno da 250 ragazze, con
programmi riconosciuti dallo Stato e con una scuola tecnica di taglio, cucito e confezione che ha
strappato persino i complimenti di un’autorità venuta dalla capitale per verificare di persona se
quello che aveva visto in un programma televisivo, con riprese effettuate nel nostro centro,
corrispondeva alla realtà”.
Un bel risultato per una che ha fatto la quarta elementare. Complimenti, Amneris! “I complimenti
falli al Signore!”, conclude sorridendo.
D’accordo. Però questo ‘successo’ è una bella soddisfazione. Una delle tante che Amneris ha
ricevuto da questa terra e da questa gente che ama e con cui vuole continuare a lavorare e a
impegnarsi. “Di soddisfazioni alla mia gente ne ho date tante anch’io, ma non so davvero chi fra
noi ne ha ricevuto di più”.
Da MISSIONDUEMILA, inserto mensile del settimanale diocesano “La Nostra Domenica”, 17 gennaio 1999