Attività Proposta 1 - Circolo Didattico di Caluso

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Attività Proposta 1 - Circolo Didattico di Caluso
Relazione sul percorso formativo: “Insegnare per competenze”
A.S. 2013/14 Conto Anna e Gili Ausilia
classe 4°- Arè
L’esperienza che segue è stata presentata oralmente durante il secondo incontro con il prof. Trinchero.
Attività Proposta 1
Abbiamo utilizzato il gioco-città con le caratteristiche dei nomi e i 20
alunni suddivisi in 4 gruppi da 5, dovevano utilizzare il minor tempo
possibile per riempire ogni spazio, scrivendo parole con l’iniziale
sorteggiata dall’insegnante.
Il tempo a disposizione è stabilito dal primo gruppo che completa tutto
lo schema (vedere tabella a sinistra), da quel momento si contano 10
secondi.
Obiettivo
L’obiettivo primario non è rilevare la conoscenza delle caratteristiche del nome, ma creare un’attività ludicodidattica con una valenza motivazionale elevata, in modo che all’interno del gruppo si strutturasse collaborazione
funzionale. È emersa l’esigenza di autoregolare, da parte degli alunni, il lavoro a gruppi.
Osservazioni delle insegnanti
Noi insegnanti abbiamo osservato che:
-
Solo un gruppo è riuscito per tre volte a completare
Un gruppo non ha trovato nemmeno una parola
Due gruppi hanno completato solo in parte.
Dopo tre lettere sorteggiate abbiamo chiesto ai bambini come si fossero gestiti nei gruppi, cominciando da chi non
riusciva a vincere; ecco alcune delle risposte:
“Non mi ascoltavano quando dicevo la parola migliore da scrivere”
“Tutti volevano scrivere nei nomi propri un nome diverso e non siamo riusciti a scegliere”
“Abbiamo avuto poco tempo e non siamo riusciti a finire”
“Io non gioco più perché nessuno mi ascolta”
“Solo io pensavo alle parole e gli altri chiacchieravano tra di loro o guardavano le figurine”
“Invece di pensare alle parole, nella mia squadra andavano ad ascoltare le parole degli altri e non sono arrivati in
tempo”
I bambini del gruppo vincente si sono espressi così:
“Io scrivevo, ma pensavano gli altri”
“Io e M. dovevamo decidere le prime 3 parole e F. e S. le altre”
“Cercavamo di parlare sottovoce per non farci copiare, ma gli altri gridavano troppo e facevamo fatica a sentirci”
Da queste affermazioni è scaturita la discussione fra tutti gli alunni e, in sintesi, si sono resi conto che era
indispensabile condividere l’esperienza del gruppo vincente per autoregolarsi e raggiungere insieme l’obiettivo (in
questo caso vincere!) .
Questa esperienza, e il percorso proposto durante tutto l’anno, ha portato i bambini a capire l’importanza
dell’autoregolazione e quindi ha determinato l’esigenza di condividere le regole tra i membri del gruppo, ancor
prima di cominciare.
Attività Proposta 2
La seconda esperienza significativa vissuta nel presente anno
scolastico riguarda alcuni modi di dire sull’acqua.
Agli alunni divisi in 5 gruppi da 4 è stato assegnato un “modo di
dire” sull’acqua.
È stato chiesto di disegnare e scrivere, in modo condiviso, il
significato dell’espressione data. Inventare una breve storia
utilizzando l’espressione figurata in modo significativo.
Obiettivo
Lo sviluppo del linguaggio pragmatico, quindi la capacità degli alunni di riconoscere, comprendere, analizzare e
utilizzare nel contesto adeguato i modi di dire.
Osservazioni delle insegnanti
Noi insegnanti abbiamo osservato che:
-
Tutti i gruppi hanno disegnato e scritto il significato letterale
Due gruppi hanno intuito un secondo significato, pur non riuscendo a spiegarlo.
Due gruppi hanno spiegato il significato figurato, ma non sono riusciti ad utilizzare l’espressione in un
contesto comunicativo.
Un gruppo ha raggiunto l’obiettivo.
Abbiamo chiesto ai bambini di esprimere la loro opinione; hanno detto:
“Non avevo mai sentito queste frasi e non sapevo cosa volessero dire”
“Mi sembrava che non avessero senso: Cosa vorrà dire acqua in bocca?”
“Io avevo sentito dire a mia nonna: ‘Anneghi in un ditale d’acqua’ ma non sapevo cosa volesse dire.”
“Io so cosa significa ‘Come due gocce d’acqua’ perché lo sento sempre dire ai miei fratelli gemelli che sono
uguali.”
Alla richiesta di argomentare la loro esperienza, le insegnanti sono intervenute per aiutare i bambini ad
individuare i due significati. La conclusione di questa esperienza è stata la scoperta dell’esistenza di modi di dire
che possono essere utilizzati in diversi contesti comunicativi.