Presentazione standard di PowerPoint

Transcript

Presentazione standard di PowerPoint
Rivista/Website/Magazine
Numero/Data
Diffusione
Pagina
Giornalista
Soggetto
VENEZIEPOST.IT - CULT
6 OTTOBRE 2014
web
3
MASI – SANDRO BOSCAINI
Prima Saver far e poi Far saver
La fisolosofia di vita del patròn di Masi
Sandro Boscaini, presidente e ad dell'azienda vinicola della Valpolicella, spiega il
connubio tra impresa e cultura. Partendo dal territorio delle Venezie e finendo
con un consiglio ai giovani, compreso Matteo Renzi
di Fiorella Girardo
Non parlategli di Nordest, perchè «la
tradizione ha un valore» e se non volete
risultare antistorici e obsoleti, bisogna
usare il termine «Le Venezie». Sandro
Boscaini ve lo spiega con pazienza e
dovizia di particolari. «Con le Venezie
intendo il territorio appartenuto alla
Serenissima
che
rappresenta
una
millenaria civiltà, ancora oggi riconosciuta
in tutto il mondo». E il patròn dei vini Masi
lo sa bene. Lui, che è veronese con le
radici affondate nel terreno fertile della
Valpolicella,
quando è all’estero se parla di Venezia tutti capiscono, se invece racconta della città di Romeo e
Giulietta i suoi interlocutori fanno fatica a collocarlo geograficamente. Ma non si tratta solo di
opportunità, né di aneliti leghisti. «La millenaria Repubblica Serenissima fece delle Venezie il
luogo d’incontro dell'Oriente e dell'Occidente – spiega -, centro luminoso di scienza, letteratura,
arte e commercio. Ancor oggi i veneti sono uomini che, forti della loro identità, sanno incontrare
le civiltà di tutto il mondo, esportando le loro produzioni, la loro cultura e i loro valori».
Su quei valori la famiglia Boscaini, viticoltori da sette generazioni, ha costruito un’azienda che ha
saputo collocarsi ai vertici mondiali per la produzione di vini. Il nome stesso deriva dal Vaio dei
Masi, la piccola valle acquisita alla fine del XVIII secolo. Oggi Masi è presente nei migliori terroir
delle Venezie con vigneti e tenute storiche. Dal 1973, collabora in Valpolicella con i Conti Serego
Alighieri, discendenti diretti del poeta. Più recentemente è impegnata in Trentino con i Conti
Bossi Fedrigotti che da secoli si dedicano alla vitivinicoltura, perseguendo l'ambizioso progetto di
recuperare il lustro della tradizione agricola e vitivinicola della nobiltà triveneta, ma ha tenute
anche in Toscana.
Rivista/Website/Magazine
Numero/Data
Diffusione
Pagina
Giornalista
Soggetto
VENEZIEPOST.IT - CULT
6 OTTOBRE 2014
web
3
MASI – SANDRO BOSCAINI
La mission di Masi – come si legge sul sito - è produrre vini di pregio, utilizzando uve e metodi
autoctoni delle Venezie, con costante aggiornamento tecnologico. Il Gruppo Tecnico Masi,
impegnato nella ricerca e nella sperimentazione in collaborazione con prestigiosi Istituti ed
Università, ha dato un prezioso contributo di innovazione alla vitivinicoltura delle Venezie. In
particolare, ha contribuito a riscrivere la storia dell'Appassimento creando una nuova categoria di
vini veneti con il Campofiorin (che quest’anno festeggia i 50 anni di vita) e un moderno stile di
Amarone di successo internazionale. È stato inoltre pioniere nel recupero e nell'utilizzo di uve
veronesi preziose ma meno note, in primis l'Oseleta.
Terre di grandi vini che non per questo sono assicurazione di successo commerciale e culturale.
«La nostra forza risiede nei nostri uomini – dichiara il neo presidente di Federvini -, fortemente
motivati e specializzati: uomini d'azienda, di marketing, di viticoltura, di enologia. Questi ultimi si
trovano uniti nel Gruppo Tecnico impegnato a preservare ed attualizzare l'eredità viticola ed
enologica delle Venezie». Un orgoglio, quello di appartenere a Masi, che fa tutt’uno con il sentirsi
ambasciatori nel mondo della civiltà veneta.
«Per questo sono molto in apprensione quando sento che Venezia viene mangiata – aggiunge
quasi fra sé e sé -, e sono convintissimo del radicamento territoriale della Serenissima perché è lì
nostra matrice culturale che si estrisenca anche nei prodotti che esportiamo». Certo, la crisi ha
fatto la sua parte nel minare l’immagine delle Venezie, «ma ci sono settori che hanno reagito
meglio, tra questi quello del vino. Nell’ambito dell’economia italiana il vino da resistito bene e il
Veneto fa la parte del leone con le tre punte di diamante: l’amarone, il pinot grigio e il prosecco.
Anche per noi negli ultimi anni sono emerse le difficoltà, con il calo consumi in Italia nonostante
l’estero vada molto bene, ma la concorrenza è agguerrita. Nel momento in cui l’euro è forte
rispetto al dollaro le esportazioni entrano in difficoltà e ne stiamo risentendo pure noi».
L’amministratore delegato non si nasconde dietro al successo dell’Amarone e del Campofiorin, il
vino rosso di qualità non-doc più venduto al mondo.
«Noi italiani, in qualsiasi settore, non possiamo concorrere con i costi di manodopera risibili che
ci sono da altre parti, noi dobbiamo vendere la nostra specialità che non vuol dire solo prodotti
di nicchia ma pezzi della nostra storia e cultura. Quei prodotti che hanno radici antiche e che
rappresentano il nostro modo di essere creativi e capaci di raccontare emozioni che nascono ai
tempi della Repubblica veneta e parlano ancora oggi» insegna Boscaini.
E se nei giorni scorsi il sovrintendente della Fenice Cristiano Chiarot spiegava che lo scadalo Mose
ha leso anche l’immagine dello storico teatro affossando la vendita dei biglietti, il presidente di
Masi invita il prossimo sindaco «a fare cose serie ed essere convinti che abbiamo in mano la
grande forza e autorevolezza che va imposta nel mondo. Non bisogna lasciarsi trascinare in
sentieri marginali, occorre ricordare che abbiamo una storia antica, un popolo che ha grandi
meriti e grande originalità e una città che non possiamo trasformare in Disneyland. Non rende la
filosofia del ‘turista che tanto viene lo stesso’, serve ricordarsi che siamo dei signori; è giusto farsi
rispettare ma occorre trattarlo da ospite e non da intruso, chiunque sia, ricco o meno abbiente,
Venezia è del mondo, ne siamo custodi orgogliosi di farla conoscere».
Rivista/Website/Magazine
Numero/Data
Diffusione
Pagina
Giornalista
Soggetto
VENEZIEPOST.IT - CULT
6 OTTOBRE 2014
web
3
MASI – SANDRO BOSCAINI
Cultura, quindi, come parte del prodotto stesso. Da qui nasce il Premio Masi, nato alla fine degli
anni Settanata, e l’omonima Fondazione che ha il compito di «portare nel mondo il rinnovarsi
delle eccellenze delle Venezie». «Con questa iniziativa – spiega Boscaini - desidero dimostrare la
mia riconoscenza verso la mia Terra, i suoi valori e la sua cultura, di cui il vino rappresenta uno
degli aspetti storicamente più rilevanti, restituendole almeno in parte quanto ho ricevuto». Un
binomio, cultura e impresa, che «Purtroppo molti imprenditori non hanno ancora capito. Il
vantaggio competitivo non sta nel fare bene ma nel fare con una radice culturale. Io devo dire
per esperienza che quando ho iniziato il Premio Masi le ricadute benefiche sono state prima
all’interno della mia azienda e poi nei mercati. I nostri dipendenti e le nostre maestranze hanno
riconosciuto che dietro il loro lavoro c’è un ancoraggio culturale alla nostra terra». E Boscaini
invita i giovani, anche in un momento difficile come l’attuale, a «non demoralizzarsi mai, devono
rendersi conto che non esistono scorciatoie, la strada è maestra e sapendo quello che è alle
nostre spalle possono trarre insegnamento dalla tradizione». Infine, una stoccata anche per il
‘giovane’ Renzi. «Sui portoni di molti palazzi veneziani c’è scritto ‘Saverfar’. Il professor Feliciano
Benvenuti, però, mi ha speigato che va letta prima in un senso e poi nell’altro: ‘Far saver’. Ecco,
invito i giovani e il nostro Premier a far tesoro di questo insegnamento».